giovedì 5 maggio 2016

Sono caduta dalle scale a sette anni


                      Foto: http://www.ilmulinonlus.net/






 Sono al parco, mia figlia è piccola e come suo solito non corre, non starnazza come dovrebbe fare alla sua età, ma se ne sta a questo tavolo di legno a fare un piccolo puzzle portato da casa.
Accanto a noi ci sono le solite mamme con le solite bambine, alcune delle quali cercano di coinvolgerla in altri giochi, ma lei probabilmente aspetta quella un po' timida come lei, quella che viene sempre dopo che sua madre ha ritirato i gemelli dall'asilo. Infatti eccola: cammina piano oggi, e si porta dietro a fatica lo zaino della scuola. Io e sua madre ci salutiamo con una certa confidenza, ormai sono giorni, mesi, che parliamo del più e del meno e ci scambiamo pure qualche consiglio. Si mettono al nostro tavolo mentre, poco più in là, si accomodano altre mamme, altri bambini. Sua figlia oggi è particolarmente silenziosa e nasconde il viso sotto i suoi lunghi capelli biondi. Penso che sia solo stanca ma solo quando un refolo di vento le scopre la fronte, scorgo un fregio sulla tempia che le prende parte dell'occhio. Una macchia scura come un ombretto sbafato.
Oh povera! Che hai fatto?” Mi scappa a voce alta. Troppo alta. Qualche mamma si gira, per poi tornare a guardare il cellulare o il proprio figlio sullo scivolo.
Lei prima guarda la madre con sottomissione poi mormora “Sono caduta dalle scale.”
Sua madre la fissa e annuisce appena, come per dirle “Brava.”
Be', capita. Anche io sono caduta una volta dalle scale. Caviglia rotta, quindi alla fine sei stata più brava tu a cavartela con quel graffietto.” Cerco di fare dell'ironia, ma la faccia seria della bimba mi blocca da formulare qualsiasi altra battuta. La madre, dal canto suo, sembra lievemente in imbarazzo, e non so cosa deve aver visto nei miei occhi, forse un'immensa incredulità perché dopo alcuni istanti si sporge sul tavolo e mi confida: “In realtà l'ho picchiata. Sono uscita fuori di testa. Quei due mi fanno impazzire e alla fine ci rimette lei. Le ho dato un manrovescio e l'ho presa in pieno con un anello. Mi sono sentita morire. E ho pianto con lei. Guarda come l'ho ridotta, da rovinarle il viso.”
La bimba è ammutolita e per poco non si accartoccia su se stessa.
È meglio dire a tutti che sei caduta dalle scale, vero amore?” Le sussurra dolcemente accarezzandole la testa.
La bimba annuisce sommessamente e le rivolge un timido sorriso.
Io sono impietrita.
Non tanto per il gesto della madre, che per quanto orrendo e non condivisibile, mi lascia solo l'amarezza addosso.
Ma per il comportamento della bambina che, davanti a una violenza simile, trova – come è giusto che sia alla sua età – normale mentire. Mi viene da pensare che ubbidisce alla madre come ubbidirà in futuro a un marito, un compagno, un uomo al quale vuole bene, qualora usasse su di lei una violenza inaudita, una violenza scaturita dal nulla.
Quel 'sono caduta dalle scale' detto a 7 anni in un parco durante un pomeriggio di primavera è solo la punta dell'iceberg di una vita fatta di sottomissione e fragilità. Magari troverà normale, da adulta, mentire su violenze e su abusi subiti, per accondiscendere gli altri e tutelare se stessa, perché l'ha sempre fatto, perché è giusto fare così, perché le hanno insegnato quello.
Dopo quel pomeriggio non le ho più riviste se non sporadicamente per un saluto veloce e la bambina ha ripreso a sorridere come una volta.
La madre invece, dopo quel giorno, bensì non avessi dato voce a nessun giudizio sulla faccenda, cerca di evitarmi e mi saluta a mezza bocca.
Forse non si rende conto che il fatto che abbia detto a me la verità è meno grave, meno vergognoso, di aver obbligato la sua bambina a dirmi e a dirsi una bugia.

Una bugia che spero, nel suo futuro di donna, non debba mai essere costretta a ripetere.







8 commenti:

  1. questa bugia traccia un confine, anzi scava un abisso nella mente di un bambino come in quella del genitore, che lo convince a dirla, perchè le sembra più giusto dire una bugia piccola piccola su un evento del genere, piuttosto che dire la verità, per quanto male faccia...perchè quel genitore è stato un bambino che forse quelle bugie le ha vissute sulla sua pelle e le semina di nuovo, invece di estirparle come erbacce. La differenza nella vita di un bambino è quella di sapere o non sapere estirpare erbacce. E vale una vita intera.

    RispondiElimina
  2. Ho i brividi. Tanti genitori non si rendono conto che con i loro gesti (anche ben più piccoli di questo) avranno un'influenza enorme sullo sviluppo del carattere dei loro figli, perché pensano che "tanto son troppo piccoli per capire". In realtà i bambini sono come spugne e volenti o nolenti si portano addosso il bagaglio dei genitori. In più, questo è un caso che io considero davvero grave per più di una cosa. Faccio un grosso in bocca al lupo alla bimba, spero che in lei si sviluppi una personalità davvero grande per distaccarsi il prima possibile dal meccanismo che hai evidenziato.
    Ps: bel post Simona!:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Silvia, anche tu hai detto delle cose sacrosante.

      Elimina
  3. Ciao Simo...,è un prologo? ... il tuo prossimo libro parlerà di questo argomento?
    un abbraccio
    A, Ct

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, Angie, il mio prossimo libro parlerà d'altro ;-)

      Elimina
  4. ciao simo.. ti seguo parecchio tempo fa e tu seguivi me.. poi mi sono tolta da blogger e ora sono tornata.. quello che ho letto mi ha impietrita.. anche a me capita qualche scapaccione ahime.. ma da mamma che sa di sbagliare in quel momento chiedo subito scusa piangendo e spiego per quanto sia possibile perchè ho sbagliato a comportarmi così

    RispondiElimina
  5. I bambini mentono. Perché glielo insegnano gli adulti.
    I bambini rubano. Perché glielo insegnano gli adulti.
    I bambini picchiano.perché li vedono fare agli adulti.
    I bambini sparano. Perché glielo insegnano gli adulti.
    Non sarebbe meglio insegnare loro la verità, l'onestà, la bontà e il rispetto per la vita. Propria e altrui?
    I bambini.....diventano adulti!

    RispondiElimina

Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails