lunedì 29 agosto 2016

Viaggio in USA. Prima volta a New York: casino ne abbiamo?

New York è affascinante, e su questo non ci piove. Invece il giorno che decidiamo di andarci, piove. Decidiamo, armati di ombrellini, di proseguire lo stesso col nostro programma e siamo stati premiati perché la pioggia in effetti è durata poco.
Dicevamo: New York
Mi ero fatta un'idea di questa città ancor prima di visitarla e devo dire che ci avevo azzeccato. New York affascina e confonde, ti esalta e ti ubriaca, ti eccita e ti stanca, ti sembra di conoscerla ma ti sorprende. In poche parole: unica. 
New York è un set cinematografico a cielo aperto e potete capire la ragazzina amante del cinema come stava messa. Se anche non sei un esperto di pellicole, le frasi:
"Ma dai! Qui è dove hanno girato..." 
"Vè vè, ti ricordi la scena di..."
"Questo mi sembra di conoscerlo...ah già qui è stata girata la scena dove tizia incontra caio..."
sono all'ordine del giorno, anzi, del minuto.
New York non si ferma mai: la gente corre, corre sempre, e corre veloce.
New York è rumorosa: clacson, ambulanze, sirene della polizia e musica a tutte le ore.
New York ti fagocita e ti inghiotte nel suo caos. Tuttavia non possiamo non rimanerne affascinati. È un caos vivo fatto di persone di razze diverse, profumi, sapori, smog, vapore che esce dai tombini, di frutta venduta su bancarelle improvvisate e hot dog fumanti che ti fanno l'occhiolino a ogni angolo della strada. 
New York è tutto e il contrario di tutto. Ed è per questo che al di là dei gusti personali ritengo che sia una città da visitare almeno una volta nella vita.
Noi, in tutto, le abbiamo dedicato sei giorni, e ce sarebbero voluti altrettanti per vederne almeno un altro pezzettino (nello specifico Manhattan). 

Partiamo col primo giorno dove ho rischiato un attacco di cervicalgia causa naso all'insù ammaliata dai grattaceli. 
Arrivati con un treno dal New Jersey insieme ai pendolari, scendiamo a Penn Station sulla 32° tra la 7° e l'8° avenue; sopra di noi il Madison Square Garden, che come sapete è uno stadio che ospita eventi sportivi tra i più importanti, ma non solo: qui è dove Marylin Monroe dedicò al presidente Kennedy il suo ammaliante "Happy Birthday" davanti a 15.000 persone. Teatro di grandi nomi della musica e dello sport, il Madison Square Garden merita di certo una visita se siete degli appassionati.



Il nostro intento, quella mattina, era la visita all'American Museum of Natural  History, sì, quello di 'Una notte al museo" !
Percorriamo quindi tutta la 7° avenue che diventerà la nostra preferita fino ad arrivare a Times Square dove la parola 'casino' non rende minimamente l'idea. Non oso immaginare come si veste questo concentrato di luci  la notte di San Silvestro, perché già così ti stordisce. Gli occhi non sanno più dove guardare, le orecchie cosa seguire e i piedi dove andare. Luci, colori, suoni ai quali noi non siamo abituati, ci fanno sorridere e spalancare occhi e bocca, mentre signorine in guepiere e bombetta ci elargiscono volantini per gli spettacoli a Broadway.
Inutile dire che io saltellavo come un canguro al grido di "Bello, bello bello!"





Per arrivare al museo, situato nell'Upper West Side di Manhattan, decidiamo di addentrarci un po' dentro Central Park, dove facciamo la conoscenza del primo scoiattolo. Sarà il primo di una lunga serie, io ve lo dico. 




Central Park viene definito il polmone verde di New York ed effettivamente è quello che si percepisce una volta messo piede in quel tripudio di verde, alberi e laghetti. Pare impossibile, ma il parco offre tranquillità, silenzio e pace, nonostante sia circondato da una città rumorosa, tanto da essere il luogo perfetto per fare footing, leggere un libro, fare un pic nic, fare yoga o meditazione. I Newyorkesi amano Central Park, e anche noi, infatti ci siamo tornati più volte!


Finalmente ci siamo. Eccoci arrivati a uno dei musei più importanti di storia naturale al mondo.


(di seguito le nostre facce alla:
"Mo' ci trovo Ben Stiller?"
"Non è che mentre siamo lì si animano tutti e ci tocca scappare?" 
"Ma quanto siamo idioti?")

 

Una volta dentro abbiamo temuto che, agitando troppo l'ombrellino o facendoci scappare una pallina, questi due si sarebbero messi a correre scodinzolando. E sì, il museo è bello, ma il richiamo cinematografico è fortissimo, per la gioia dei grandi e soprattutto dei piccini. Infatti chi  ha visto il film non può non immedesimarsi in Larry.



Vi consiglio però di non fare come me che quando ho visto la scimmietta ho esclamato "Dexter!!" con grande gioia del Santo che è scappato a gambe levate al grido di "Io non la conosco."
Mi è parso di vedere anche Sacagawea, ma forse era su' madre perché l'ho trovata un pelino invecchiata.



 Tralasciando un attimo la parentesi 'cinema', il museo offre davvero molto materiale interessante. È molto vasto e a tratti dispersivo, ma ne vale certamente la pena. Noi abbiamo scelto anche di regalarci l'esperienza del planetario, dove siamo stati letteralmente avvolti dallo spazio.




Insomma, una bella esperienza che consiglio soprattutto a chi ha bambini. Mettete in conto almeno tre ore e un po' di cammino.

Una volta usciti ci siamo ri-tuffati nelle vie della città, tornando lentamente indietro e assaporando ogni singolo passo.





 (Speranza sì, di trova' la strada giusta pe' torna' a casa).



 


Visto che all'andata la 7° ci era piaciuta parecchio, decidiamo che la facciamo pure al ritorno e bensì l'avessimo percorsa solo qualche ora prima, ci pare diversa.
Vaneggiamo rincoglioniti mormorando frasi del tipo:
"Ma questo prima c'era?"
"Non siamo mai passati di qui." (scoprendo poi dalle foto che ci siamo passati eccome.)
"Tho! Una statua! Che ce l'hanno messa ora?"





Fino a che Alice, tirandomi per un braccio, mi fa "Mamma, c'è un uomo in mutande!"
La cosa, nonostante NY sia una città molto aperta, mi fa pensare che mia figlia
A - sia impazzita di brutto
B - abbia la febbre e le allucinazioni
C - sia in piena fase ormonale e veda uomini in mutande ogni tre minuti.
Sto per darle della sciocca ma quando mi giro e vedo chi mi indica le do un premio.
A pochi passi da noi un marcantonio, tronco di pino, biondo e muscoloso, effettivamente in mutande.
Quindi, care le mie donnine, sono lieta di presentarvi Il Cow Boy nudo. Gringo, così lo chiameremo, si aggira nei pressi di Times Square 365 giorni l'anno e se ve lo state domandando la risposta è sì: pure in inverno con la neve sta ignudo. Gringo si presta a fare foto, ad allietare gli occhi e le ovaie delle signore che per caso passano di là e dovete allungare qualche dollaro per una foto ormonale con lui. Non pensate che sappia usare la chitarra come Eric Clapton, il Gringo al massimo strimpella ma vi assicuro che se siete femmine, l'ultima cosa che notate è la chitarra.


 Per par condicio vi svelo che esiste anche la Cow Girl nuda, armata anche lei di chitarrina e due ciglia finte e folte come la coda di un gatto imbalsamato.
Perdonate la foto ma l'ho fatta col cellulare causa memoria della macchina fotografica esaurita dopo il book a Gringo.

Ma se pensavo che il Gringo e Calamity Jane fossero un pelino bizzarri, mi sbagliavo di grosso.
A due passi da loro, una sorta di carnevale di Rio con sobrie signorine amanti del body painting. 
Questa è New York, signori. Dove davvero puoi tutto, anche startene in perizoma con la bandiera del tuo paese dipinta sulle tette. Ed è questo il suo bello, soprattutto per il pubblico maschile, intendo.



Per ultima una diapositiva su un simbolo di NY: i taxi gialli. E sì, anche noi abbiamo voluto fare come i newyorkesi: prenderne uno al volo. Ma lo racconterò a tempo debito, perché non potete capire cosa abbiamo combinato.




(to be continued)

Qui 1° post del viaggio in USA
Qui 2° post del viaggio in USA

11 commenti:

  1. Ogni volta che vedo o sento parlare di NY, io ho i brividi! Indimenticabile!

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  2. il taxi giallo devi avere nervi saldi rosario in mano e pregare x tutto il tragitto sfrecciano incuranti dei semafori del traffico,io ho sempre frenato con ohni mezzo a mia disposizione e ho sempre cantato un inno alla Madonna ogni volta che scendevo incolume..(sempre)

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    1. lo abbiamo preso solo una volta e ti dirò la verità: il tassista è stato bravo, noi un po' meno! :-D

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  3. Simo mi stai facendo sognare con questi post!!! brava citta!!!
    :D :D :D

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  4. Bello e basta!! Ma il viaggio in USA è la conseguenza della gita rifiutata da Alice ;)?

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  5. La amo, furiosamente, incrollabilmente e inconsolabilmente. Ci son tornata la seconda volta lo scorso anno e niente...ripartirei anche domani...città difficile, complicata, neppure troppo accogliente (sotto questo aspetto molto meglio Miami) eppure ce l'ho nel cuore..

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    1. Io Miami non l'ho mai visitata ma ci siamo sentiti accolti anche a NY. Ripeto: al di là dei gusti personali credo che meriti senz'altro una puntatina ^_^

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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

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