lunedì 27 giugno 2011

LA MIA AMICA DELL'HAPPY HOUR



(Immagine tratta dal web)

Ed eccomi dopo tre giorni di fuoco (nel senso che da quanto sono rossa,barra, abbronzata, sembro una torcia) tra mare e piscina.

In questi tre giorni la Top Family ha riscoperto il relax e il tornare bambini, soprattutto io, visto che la mia migliore amica è stata una donna fantastica di 105 centimetri.

La nostra permanenza in spiaggia, questa estate e anche gli anni scorsi, è stata allietata spesso dalla presenza di due sorelline: SweetBaby e BabyBirba. La prima, la più grande, è mora, tranquilla, calma, un po' schizzinosa, di quelle che non fanno il bagno perché “Ci sono tutte le alghe, che schifo” e le alghe sono a un km e mezzo (chevvelodicoaffà). L'altra ha un caschetto biondo indisciplinato, ha quasi 5 anni e pesa come una di 18. E' un caterpillar, una bestia nel profondo, fa delle facce e delle battute che manco un comico di Zelig e ti fa ridere solo a vederla.Indovinate qual è la mia preferita? Bravi.

Che poi, non è nemmeno bello parlare di preferenze, è che io e lei abbiamo un certo feeling, e anche se non l'avevamo ce lo dovevamo fa' venì, anche perché le grandi fanno comunella.

Mentre io inizio il nuovo libro e il Santo si tuffa nel quotidiano, ascolto questa conversazione che si svolge all'ombra sul nostro asciugamano.

“Alice, giochiamo a carte?”

“Certo Sweetbaby!Dai, giochiamo a scopa?”

“Oh sì.Io do' le carte”

“Okay”

BabyBirba guarda prima l'una e poi l'altra e ovviamente chiede “Posso giocare?”

“Ehm...non tornano le carte in tre...” Alice prima di dirti espressamente di no sarebbe capace di moltiplicare pani, pesci e carte.

La sorella non ha questo tatto “Ennò!Sei piccola e non sai giocare!”

BabyBirba socchiude gli occhi, la guarda e credo che stia per darle un gancio, e se lo facesse, credetemi, SweetBaby la ritroverebbero su uno scoglio come la sirenetta di Copenaghen.

E quindi che accade? Questo.

“Shimona?” (n.b. Mi chiama Shimona con la SHI di Scimmia. Come il povero Capponi chiamava la Ventura all'isola dei famosi, tanto pè capisse)

“Eh”

“Non mi fanno giocareeeeee”

“Eh bhè, però è vero, non si può giocare a scopa in tre...”

“E io cosa faccio?” e me lo chiede incrociando le braccia sulle gambe. Giuro pare un giocatore degli All Blacks, e mi aspetto che mi parta a fare l'haka da un momento all'altro. Io la adoro, c'è poco da fare.

“Disegna”

“E coccosa kkusa? Non c'ho nulla!”

“Ma ti do' tutto ioooooo!!!Ma vuoi che la Simo non abbia un blocchetto e una penna? Ma va là!”

Traffico nella mia borsa e gli trovo tutto l'occorrente.

Attacco il primo capitolo del mio romanzo.

“Shimona?”

“Eh”

“Cosa disegno?”

“Quello che vuoi”

“Ionollosò”

“Ok, vediamo...disegna un albero”

“Un abbero?” Non vi ho detto che deve essere operata di adenoidi? “Non mi riecce l'abbero”

“Ah. Disegna il mare vai!”

“Immare...immare...” fa delle righe tutte storte ma non la vedo convinta.

“Guarda, fa' una cosa, disegna me!Ma fammi bella eh?! Tho!Son qui davanti a te, fammi un ritratto!” Ovvio che sarei stata tentata di dirle di aggiungere due belle tette, ma vista l'età ho preferito lasciar perdere.

Lei, presa da chissà quale ispirazione e dopo aver esclamato “Sìììì!Ti faccio te tutta bella!”, si è messa d'impegno e con la punta della lingua parcheggiata nell'angolo della bocca, ha dato via al suo capolavoro. Dio, che soddisfazione!Magari BabyBirba da grande diventerà una pittrice famosa e alla sua prima intervista rivelerà che tutto è partito quel giorno in spiaggia quando ha ritratto la Simo. Sì, sono certa che sarà così! Sono la musa ispiratrice di questa artista in erba!

“Fatto”

Ehm. Se l'è fumata l'erba, sta bambina?Cioè, e io sarei quello sgorbio? Okay non ha ancora 5 anni e...o al diavolo, è bellissimo questo disegno!

“Che bellaaaaa!!Bravaaaa!!” Mi ha fatto due occhi che sembro lo zio Fester, un naso che pare na piantagione di patate e dei capelli ricci alla Cocciante. Ho quei capelli?

Sì, in spiaggia sì. I miei capelli si rivelano per quelli che sono:mossi sullo sminchiato andante.

Tutta tronfia e contenta ha fatto pure Alice e l'ha disegnata con dei capelli che sembrano due taglieri, un po' storta come se avesse la sciatica e le braccine corte come se fosse tirchia.

Ma io lo trovo stupendo, voi che dite?


Il giorno dopo eravamo affiatatissime più che mai e spesso cercava un mio abbraccio. Più di una volta mi è salita sulle cosce con tale enfasi che manca poco mi schizzano le rotule e facciamo fuori la signora Gina e consorte con un colpo doppio.

Nel pomeriggio tutte e tre ci avvertono che vanno al barrino. Dopo quasi due ore, mio marito con un aplomb da vero lord inglese, abbassa il giornale e mi fa: “Cara?Ma nostra figlia è a fare l'happy hour?E' un'ora e mezzo che è al bar”

Chi ci sente pensa che abbia la figlia alcolizzata, quindi cerco di minimizzare “Un'ora e mezza? Mannò saranno al massimo dieci minuti!” ma nel frattempo mi alzo per andare a controllare perché quelle tre tutte insieme possono far dei danni (come quella volta che Babybirba ha preso il portafoglio di nascosto a sua madre e con la sorella hanno cambiato venti euro in monete e se le sono giocate alle slot machine).

E dove te le trovo? A giocare a calcio Balilla. In un modo un po' scorretto, devo dire. Le due grandi da una parte e la piccola dall'altra, che se ne stava tutta tronfia in piedi su una sedia di plastica verde, a smanettare solo i centrocampisti.

“Shimonaaa!Giochi commè?!”

“E certo!Pora stella, contro le due più grandi. Vi piace vincere facile?Ponzi ponzi po' po' po'!!!”

Perché mi guardano così? Sant'iddio ma non la guardano la televisione ste bambine? Comunque.

“BabyBirba, dammi il cinque, carichiamoci e facciamole nere!!”

“Pecchè?”

“Cosa perché?”

“Pecché falle nere?”

“E' un modo di dire, significa 'vinciamo!”

“Sììììì!!!Vicciamooo!!” esulta così forte che la sedia fa un verso strano e lei mi barcolla pericolosamente davanti. Se non l'agguanto al volo mi si spalma sul selciato.

“Okay, però ora concentriamoci!”

Sua sorella sta per lanciare la pallina...

“Appè!Appè!Appettaaaaaa!!”

“Che c'è?” che ha ora? Ha fatto la cacca?

“Shimona”

“Dimmi”

“Una domadda: dov'è che bisogna fare canestro?”

Canestro. A calcio Balilla.

E poi una dice che va al mare per abbronzarsi.

Ma quando mai. Io mi schianto dalle risate.




giovedì 23 giugno 2011

IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO




Tema:

Io da grande farò la commessa. E' un lavoro che mi piace e la maestra dice che ne sono portata, c'è il contatto con la gente, il registratore di cassa con tutti numeri che quando si apre fa DING! E mi piacerebbe riempire io stessa le buste.

Due mie amiche (che poi tanto amiche non sono) vogliono fare le blogger. Io ancora non so nemmeno come funziona, e non posso nemmeno chiederlo a mamma che il computer non lo sa manco accendere. E allora mi sono lasciata spiegare. Le due amiche mi anno hanno detto che fare la blogger di professione è una genialata, ma bisogna essere portati, bisogna saperci fare.

Loro mi hanno detto che se voglio diventare qualcuno devo saper scegliere gli argomenti giusti e le amicizie giuste, e mi hanno anke detto che bisogna farsi pubblicità e che bisogna passarci molto tempo. Hanno parlato anche di fowor...forow...followers ( e non ho mica ben capito cosa sono) che per accaparrarli devi segnarti anche tu da loro e metterlo come obbligatorio quando fai i concorsi (che pare si chiamino come Candy Candy.Ecco, che un concorso si chiami come Candy, mi piace). E poi devi andare su altri blog a lasciare un commento sennò da te non ci vengono più e sei sfigata.E poi mi hanno detto che se non hai minimo mille lettori fissi, non sei nessuno. E poi devi cercare collaborazioni con qualcuno (hanno parlato di prodotti) che così davvero ci fai un sacco di soldi. E poi devi stare lì tante ore al giorno per far sì che il tuo blog abbia successissimo. Ti devi fare un nome e chiamare la gente sulla tua pagina fanse di Feissbuk (non lo so se si scrive così) e che loro devono farti pubblicità. Io a questo punto non so se farò la commessa, ma di sicuro non sarò una blogger di successo, perché io tutta questa roba qua mica mi piace. Se io diventassi una che c'ha un blog lo chiamerei come la cosa che mi piace di più:lo chiamerei A Casa di Simo. Mi piacerebbe che questa casa fosse calda e accogliente come la cucina di nonna quando mi fa le caldarroste. Mi piacerebbe essere circondata da bambine e bambini che non stanno a guardare se c'ho le scarpe di Lellykelli, o se il mio babbo mi porta a scuola col macchinone. Mi piacerebbe che questi bimbi fossero miei amici perché lo hanno voluto e perché gli sto simpatica, e non perché vado nelle loro classi a dire “Devi diventare mio amico per forza”. E non mi piace chiamarli lettori, perché io non sarò una scrittrice o una giornalista e dire “C'ho i lettori” vuol dire che sei una scrittrice o una giornalista, invece per me prima di tutto sono amici. E se poi mi leggono, ochei okay ma prima di tutto saranno amici carissimi. E poi io non andrò a chiedere proprio a nessuno di venire sul mio blog, il mio babbo mi ha insegnato che non bisogna disturbare e che bisogna fare i bravi. E poi sì, farò il Candy Candy, ma non metterò le regole, perché quello che mi piace di più è regalare le figurine e le gomme profumate e sicuramente le regalerò a tutti tutti e se sono tanti più di un milione, farò un estrazzione e vincerà il più fortunato. Io non so se avrò tempo di andare a trovare tutti i miei amici sui loro blogghe, perché anche se non sono nessuno, ciò i miei impegni che non sono belli nemmeno la metà di quelle brave. Loro per esempio vanno a fare gli aperritivi coi loro genitori e fanno tutte le manifestazzioni importanti e si vestono sempre alla moda e per loro avere un blog figo è importantissimo, più importantissimo del mondo. Io col mio babbo e la mia mamma non andiamo a fare quella cosa del aperritivo, e non ci sentiamo nemmeno un po' fighi, siamo un po' normali. E io da grande voglio essere un po' normale e voglio sposare il principe azzurro e avere tre bambini che chiamerò Alice, Aurora e Bianca se sono femmine se invece sono maschi li chiamerò come vorrà il mio marito. E non voglio stare tutto il giorno al compiuter per diventare famosa, ma voglio fare le passeggiate in bicicletta, andare in spiaggia a prendere le conchiglie per sentirci il mare, sprofondare la faccia nelle lenzuola fresche di bucato, raccogliere i frutti di bosco e mangiare la fragolina piccolina rossa rossa e saporita, e poi voglio dipingere in veranda, seguire la mia figlia non solo con la voce ma anche con le mie mani e far sentire al mio principe che la cosa più importante sono loro. Io farò la commessa e quando tornerò a casa saluterò i miei amici sul blogghe e poi farò la frittata di patate e annaffierò le piante e darò da mangiare al gatto, perchè avrò anche un gatto. E il blogghe sono sicura che sarà bellississimissimo lo stesso anche se non sono tanto brava, e i miei amici mi verranno a trovare e staremo insieme e ci raccontiamo le cose. E non andrò a disturbare nessuno perché non mi piace nemmeno l'omino che si fa la pubblicità con la macchina fuori che arrota i coltelli, figuriamoci andare in giro a chiedere di venire a casa mia. Però accoglierò tutti a braccia aperte e con il sorriso sulle labbra e sentiranno tutto il mio bene e il mio calore. Questo me l'ha insegnato il mio babbo che dice che la gente lo sente e che non bisogna mai darsi arie e ricordarsi sempre da dove siamo venuti. Se io ci penso mi viene in mente la stalla di nonno e le pecore e di come mi piace vederle tosare e non mi ci vedo a fare la donna sempre al compiuter con le cose importanti e finte. Perché al compiuter una pecora non puzza come quella vera e non senti il rumore del mare e il sapore della fragolina e il profumo delle lenzuola che sanno di lavanda. E nonno me lo dice sempre che bisogna assaporare ogni attimo della vita e goderne perché a volte è troppo breve per sprecarla in cose, che poi alla fine, se le stringi in mano non ti lasciano niente.

Io non sarò mai una blogger di successo perché mi piacciono un sacco di cose e nella mia testa mi ci entrano un sacco di cose. E nel mio cuore avrò amici veri e non solo tante faccine incasellate tanto per fare numero e quegli amici lì hanno deciso di stare con me e condividere le patatine e le figurine. Vorrei poter fare anke una magia e allargarmi il cuore perchè vorrei avere un posto per ognuno di loro.

Mamma dice che ce l'ho già e se lo dice lei io ci credo perché è la mia mamma.

Io non riuscirò ad essere mai abbastanza furba e in gamba per fare la blogger famosa e non me ne frega niente di diventarlo, io sono così, semplice e genuina come la pasta fatta in casa che fa mamma la domenica mattina.

Io da grande farò la commessa.


lunedì 20 giugno 2011

IL MINCHIA-PENSIERO


Basandomi su un fatto recentemente accaduto, ho alcune domande:

  1. Cosa è A Casa di Simo per voi?

  2. Perché siete qui e perché commentate?

  3. Siete diventati sostenitori perché lo avete voluto voi o perché vi ho minacciato con una pistola puntata alla tempia?

    No, non si vince una beata fava. Sto solo cercando di capire dov'è che sbaglio. E se sbaglio nel mio minchia-pensiero.

    Tutto qua.

    p.s. Niente di grave, eh?!

    (probabilmente sono in preciclo)

    ARGH.

giovedì 16 giugno 2011

SODDISFAZIONI DI UNA COMMESSA








Tacco 12 – Simona : 3 – 0

Questo per dirvi che sì, la serata è andata alla grande, ma ho perso sul fronte tacco.

O non c'ho più il fisico, o davvero sti sandali l'ha inventati il diavolo in persona.

Ma amici!Cominciamo dall'inizio. Come vi avevo preannunciato, ieri sera c'era una cena di gala, per aver partecipato a un concorso. Quale concorso era?

Miss Rinco 2011?

Premio Cacarella? (Oltre il Bancarella c'è di più)

Caroticastro? (e non Castrocaro- Gara di donne che farebbero volentieri fuori il marito)

No. Era un concorso lavorativo. La mia Capa aveva deciso di partecipare a un concorso per votare il miglior negozio di Pisa e provincia. I clienti dovevano ritagliare un coupon dal quotidiano e votarci.

Dopo il primo scetticismo e battute tipo “Se mi fa vedere nella scollatura, la voto” e “Se vincete grazie ai miei voti voglio un prosciutto intero” è iniziata la gara vera e propria, dove le mie donnine mi portavano ogni mattina i tagliandini. Ci sono state alcune mattine che pareva fossi un controllore di autobus. Il concorso era a tappe come il giro d'Italia e la prima l'abbiamo vinta. Siamo finite sul giornale e nella foto in bianco e nero sono così caruccia che un cliente mi ha detto “Signorina, pare un necrologio” Non l'ho preso a testate solo perché mi ha chiamata signorina.

Dopo questo evento la gara è entrata nel vivo e abbiamo avuto un'ansia da prestazione che non vi dico. Fino a qualche giorno fa, quando è arrivata la telefonata dall'organizzatore dell'evento che ci ha annunciato di essere arrivate tra i primi tre. Grande gioia e gaudio, ma un Ma era in agguato.

“La classifica verrà svelata solo alla cena di gala”. Come alla notte degli Oscar, praticamente.

Siamo partite subito con domande intelligenti tipo “Che ti metti?”

“Ci facciamo la ceretta anche all'inguine?” (che minigonna vuole mettersi la ragazza?)

“Io ho il vestito del matrimonio di mia sorella!”

“La cena di gala??? Ommioddio!Panicoooooo!”

“Ma se andassimo in jeans?”

“Ma ci sono i fotografi?Sì? E pure la stampa? Okay, andate voi, io non ce la faccio, mi viene un attacco di diarrea solo al pensiero”

Indovinate quale sono io. Bravi.

Comunque sia, ieri sera, parto tutta imbellettata sul tacco 12, tutta imbrillantinata che parevo un planetario, tutta dorata che sembravo la Madonna d'Oropa e un filino in agitazione perché guidare coi tacchi mi vien facile come tenere una lezione di astrofisica.

L'unica parola detta dal Santo che posso citare è “Orpolà!” il resto non lo posso dire, sapete che siamo in fascia protetta. E sapete anche che Sant'Andrea è un po' orbo. Un po' tanto.

Alice mi passava le forcine per l'acconciatura (che mi sono fatta da sola girando la testa a 360° come la bambina dell'esorcista), dichiarando “Domani queste me le metto io. Son troppo belline!”

“Scusa, e ndo ci vai domani?”

“A fare la spesa all'Esselunga con nonna” Quando si dice avere una figlia molto fashion.

Arrivo a casa delle bimbe con l'ascella commossa per i 27 gradi e gli accidenti di quello dietro che si è dovuto sorbire i miei 30 km orari senza possibilità di sorpasso.

Ci siamo. Siamo tutte splendidamente belle, e quasi non ci riconosciamo senza il grembiulino, le scarpe da ginnastica e la farina sulle braccia. Infatti saluto la mamma della mia capa “Signora!Ma buonasera!”

“Ci conosciamo?” Per dire.

Arriviamo al ristorante un po' in anticipo, ci sono poche persone, ma sono quasi tutti sicuramente gli altri titolari o commessi, perché si sa, ti fai prendere dall'ansia e cerchi di non fare tardi.

Mi si presenta uno “Buonasera, Mauro”

Mauro? E' un commesso...sì mi pare di averlo visto in un negozio del centro. Un bar forse.Cerchiamo di alleggerire questa tensione, perdio! “Mauroooo!!! Che strizza eh?! Chi vincerà? Chi lo sa? Ma cerchiamo di stare tranquilli, eh Mauro?!” E gli do anche una pacca sulla spalla. Massì! Stemperiamo un po', ecchediamine!

La mia Capa mi chiama da parte “Simoncinabella”

“Eh”

“Conosci Mauro Vattelapesca?Non me l'avevi detto”

“Bhè, conoscere...diciamo che l'avrò visto qualche volta. Non vado spesso a fare aperitivi o roba varia”

“Aperitivi?”

“Massì! Non è quello che lavora al bar d'angolo...?”

“No. E' il direttore generale del XXXXXX”

Merda.

Sarei tentata di andargli a fianco e spolverargli un po' la spalla, proprio lì dove gli ho dato la pacca. E dopo questo inizio alla grande, la serata come poteva continuare? Alla grandissima. Così alla grandissima che nel salire i tre gradini che portavano alla sala, col tacco a spillo mi sono montata sull'orlo e manca poco mi pianto sotto il bancone. Un cameriere di passaggio mi ha preso al volo evitandomi il tracollo. Visti da fuori sembravamo una coppia di ballerini che fa il caschè.

Ci accomodiamo un po' titubanti visto che il parterre era composto da vicesindaco, assessori vari, giornalisti, fotografi e direttori.

Al tavolo con noi, gli altri aspiranti vincitori e devo dire che siamo stati tutti molto cortesi e corretti. Aspè. Avevamo escogitato dei piani di boicottaggio tipo: accecarli con il lancio del tappo di vino, tirargli le molliche nella scollatura, accucciarsi sotto il tavolo e annodargli insieme i lacci delle scarpe...roba così.

Come avrete capito, visto che di lavoro si trattava, Andrea e Alice non c'erano, ma ho telefonato a metà serata per sentirmi dire “Mamma, ma è buona la roba del ristorante? Noi siamo usciti a vedere l'eclissi di luna ma non si vede niente, sai che oggi ho preso un po' di sole?Ti dicevo, domani mi metto le tue forcine, poi, 'lo dice il gatto' quattro lettere.”

“Miao. Amorina mi ripassi babbo?” Chissà perché ogni volta che son da sola, lei mi concentra le sue attività in dieci secondi, come se io non tornassi più a casa.

“Amò, è bella la festa?”

“Sì, davvero splendida”

Il Santo ha fatto una pausa e ho temuto mi dicesse “Quando torni la festa te la faccio io”.

La cena è stata superlativa, tutto buonissimo e saporito anche se mi sono trovata un po' in difficoltà con le chele di granchio (manca poco emulo Julia Roberts in Pretty Woman e prendo in pieno il cameriere), anche se ho esclamato “Dio, com'è divina questa sogliola!Complimenti allo chef!”

“Lo chef la ringrazia ma ci tiene a dirle che è filetto di cernia” e anche se ho mescolato involontariamente il vino con lo spumante e m'è venuta fuori una bevanda che mi ha dato fuoco all'esofago. Che bella serata.

Finalmente, quando ormai la suspance ci faceva ballettare i tacchi sotto il tavolo, richiedono la nostra attenzione per la proclamazione del vincitore del concorso.

Noi, che chiamerò per ovvi motivi “Le belle figheire” (dato che ci so' cerchiamo di migliorarci), siamo un po' in ansia e pensiamo che se non vinciamo le nostre vecchiette ci prendono a panate sulla testa, senza considerare che magari come commessa o titolare non vali granchè.

Il signor egregio stupendissimo direttore generalissimo illustrissimo Mauro (fosse mai che legga le mie minchiate), annuncia il terzo posto.

E non siamo noi.

Ommioddiooooo!!O prime o seconde! Il marito della mia Capa ha chiamato un'ambulanza per la moglie mentre una delle figlie era in iperventilazione.

E...rullo di tamburi....ta da ta da ta da ta...Dio che ansia!

Il primo premio con 2865 tagliandi è.....il negozio “Le belle figheireeeeeeee!!!”

WOWWWWWWW!!!!

Abbiamo vinto!Abbiamo vinto! Ho esultato e manca poco do un manrovescio al mio vicino di tavolo e lo stendo secco.

Tutte emozionate e leggermente 'mbriache siamo andate a ritirare il premio. La targa, i fiori, il viaggio premio, un libro, l'attestato, le foto, il giornalista, “Si metta qua” “Sorridete” applausi, flash, “Più vicine” “Alzate i premi”, insomma non capivamo più niente. Ero talmente di fuori che ho fatto pure una gaffe. Nartra. Il fotografo mi si è avvicinato e mi ha detto “Prenda la cartelletta col viaggio e la giri verso di me. Così.”

La collega mi ha guardato e ha sussurrato a denti stretti “Non era meglio se tenevi la targa invece del viaggio?

Io, davanti a tutti, mentre tutti stavano aspettando me che mi posizionassi per la foto, ho esclamato: “Ma che ne so!E' il fotografo che me l'ha messo in mano!”

Giuro. Okay hanno riso, ma io ero un po' bordeux. L'illustrissimo Mauro non ha fatto una piega. Dopo quello che è successo a inizio serata, manca poco mi da' il cinque saltellando. Due anime e un premio.

Direi che anche ieri sera ho dato il meglio di me. Siamo felici di questo premio, di questo traguardo, di questa ennesima sfida che abbiamo vinto (come gioire anche se sei una semplice commessa) e sono felice di essere tornata a casa sana e salva. Perché,credetemi, a fine serata c'avevo due piedi doloranti che se mi fossi presa a martellate le rotule avrei patito meno.

Io e un'altra ragazza con in mano i fiori (abituata ai tacchi come me), ci siamo avviate abbracciate, sostenendoci l'una con l'altra. Tra l'alcol, i tacchi e il marciapiede sconnesso, sembravamo due mignotte 'mbriache. Un ragazzo, dall'altro lato della strada , ha indugiato qualche secondo su di noi e ci è uscito un “Non c'è trippa pè gatti. Li vedi i fiori? Ci siamo sposate poco fa!”

Degno finale di una bella serata.

p.s. Non lo dite a nessuno, ma una volta arrivata all'auto, mi sono tolta i sandali e mi sono messa le mie vecchie, fidatissime, e comodissime scarpe da ginnastica. E vedere una in abito da sera con le Nike non ha prezzo.

p.p.s. domani esce l'articolo sul giornale. E mo' so' cazzi.


mercoledì 15 giugno 2011

L'APPUNTA-MENTO


Agenda di Simo.

Mercoledì 15 Giugno:


-andare in posta a pagare tre bollette

-mandare e-mail a un gestore perché ho perso una bolletta. Non l'ho proprio persa, ho detto “La metto qui” è solo che quel QUI non mi ricordo dov'è. E sono strasicura che è scaduta. Alimortè.

-spupazzare Alice tutto il giorno riempiendola di coccole visto che la scuola è finita ed io ho il giorno libero.Evvai.

-decidere con lei se è meglio il mare o la piscina. Le coccole acquatiche sono le nostre preferite. Saremo due sirene,anzi no, lei è già un alice, io sarò una sardina.Aiò!

-per questo motivo pregare in sanscrito che ci sia il sole.

-stirare l'abitino nero per la cena di gala di stasera.

-fare qualche prova sul tacco 12, senza piantarsi nella porta. Possibilmente.

-provare a mettere insieme un discorso serio, visto che ci sarà anche la stampa e non sia mai che mi trovino impreparata. Come no.

-ricordarsi di mettere la crema solare fin dalla mattina, se voglio evitare che stasera, i gamberi sul vassoio, mi dicano “Ciao sorella!”

-piastrarsi i capelli (che dopo una giornata al mare la vedo facile come far tornare vergine Ilona Staller)

-dribblare il Santo che cercherà l'approccio già all'aggancio della pancera. Okay, non uso la pancera ma ce semo capiti. E' più facile vedere l'apparizione di Padre Pio, che me con trucco e parrucco da gran galà. Por'omo.

-ricordarsi la doppia batteria per la digitale. Devo immortalare questa giornata nella sua interezza. (ma come cazzo parlo? n.d.r.)

-mettere in auto le ciabatte di ricambio. All'andata so' figa, al ritorno potrei farti passare il singhiozzo dallo spavento.

-fare un corso accelerato di dizione tenuto da Monica Bellucci, che quando parla sembra che svenga da un momento all'altro, ma adoVo la sua pacatezza.

-cercare su Google l'immagine di un microfono e memorizzarlo, per non scambiarlo stasera con un cono gelato al cioccolato.

-ecco sì, mettere in borsa anche gli occhiali da vista.

-fare le prove allo specchio su quale sia il mio lato migliore.

-telefonare a mia madre e imbruttirla pesantemente perché non me ne ha fatto uno per bene.

-fare una magia e rimpicciolire il mio portafogli grande quanto un mattone, sennò nella pochette non mi c'entra manco a morì.

-preparare una bacinella per il pediluvio perché sei ore sul tacco 12 possono ridurre i tuoi piedi a due zampogne.

-memorizzare questo giorno per poi farci un post.


Postilla dell'ultimo minuto:correre in farmacia per acquistare una crema miracolosa. Mi è appena spuntato un brufolo sul mento. Te pareva?



domenica 12 giugno 2011

IL CANDYCOUNTRY di SIMO







“Prendo questo.E questo. E poi questi qui”

“Sono dei regali?”

“Sì”

“Vuole che glieli incarti, allora?”

“Oh no. Devo fare una composizione, vede?”

La commessa mi lascia fare e dopo cinque secondi esclama: “Ma che bella idea!Guardi cosa ha tirato fuori da queste semplici cosine.Questa idea la rivendo, sa? Chi sarà la fortunata?”

“Ancora non lo so. E' per il mio...ehm...Candy”

“Candy? Temo di non capire”

Provate voi a spiegare a una persona al di fuori dei blog cosa sia un Candy. Ho provato a farlo e lei non ha capito una cippa lippa, ma voi lo capite, vero? Diamo il via al nuovo Candy di A Casa di Simo, il CandyCountry!

Non è fantastico? No? Evabbè. Presa dall'euforia di cambiamento casalingo e spinta dall'entusiasmo delle mie comari di feisbuc dopo aver visto i miei acquisti, ho deciso di fare un giretto per i mercati alla ricerca di qualcosa per voi. Proprio per la gioia di rendervi partecipi della botta di novità che ha avuto casa mia. Vado a illustrare quello che ho scelto:




-Due mini cuscini profuma biancheria (okay, esistono anche i sacchettini, ma vuoi mettere aprire l'armadio e vedere sui tuoi asciugamani impilati il cuscinino country? Voglio dì)

-Due cuoricini (che ho acquistato non nel negozio sopra, ma in un altro, ma mi piacevano così tanto che li ho aggiunti. Non servono a una beata mazza, ma si sa, noi donne collezioniamo spesso robetta inutile ma carina, no? Potete attaccarli dove volete, in cucina, in cameretta e pure in bagno. Non sono deliziosi?)

-Un cestino porta pane, porta tovaglioli, portachiavi o portachitipare. Okay, potreste farvelo pure da sole seguendo passo passo le lezioni di Art Attack, ma tant'è.

-Per ultimo l'annaffiatoio in perfetto stile Shabby chic.

No, la lanterna è solo una decorazione per fa' la foto, e pure la lavanda.

Come al solito le regole dei miei Candy sono molto semplici:

-tu commenti

-io estraggo

-tu vinci (se hai culo)

Questa volta cercherò di affidarmi a Random.Org (dovrò pure darmi una svegliata e imparare a usarlo. Stai a vedè che casino che ti fò)

Da cosa è nato questo Candy? Da una parola sola: cambiamento. Mi piacerebbe che mi raccontaste un vostro cambiamento importante, tipo il fidanzato “Ho scambiato Mario con Antonio” per esempio. Oppure lavoro (magari avete preso baracca e burattini e vi siete trasferiti all'estero.In quel caso vi stimo a mille). O...chessò...avete appena cambiato casa, o vorreste cambiarla, o rifare la stanza dei bambini, o piantare nuovi alberi in giardino. Volete cambiare aspetto? Non cose impegnative tipo da Rossana a Goffredo, no, parlo magari di un nuovo taglio di capelli, di un nuovo look. Sì, anche se avete cambiato macchina va bene. Cambiare marito? Ehm...anche quello. Ma anche avere in testa progetti importanti come un cambiamento di vita radicale, tipo da segretaria in una piccola azienda in provincia di Forlì a donna manager a New York. Da casalinga più o meno disperata a cowgirl nel Montana (possibilmente con un figo che sussurra non solo ai cavalli, ma anche a te), per dire.

Insomma, le parole chiave sono cambiamento, novità, progetti e sogni. Quelle cose che ci spingono a rimanere sempre vivi nell'anima e nel fisico. Al momento quello della Top Family è vincere un botto al Super Enalotto per poter acquistare una casa a Bibury (dove abbiamo lasciato non solo il cuore ma pure il pancreas). Dico acquistare, perché il primo sogno era di andarci e abbiamo fatto in modo di riuscirci, dopo aver visto il posto, il sogno più grande è farne 'la nostra casa in campagna'.



Ovvio che comprerei tutta la via, eccheccivuole? Sogniamo, no? Ma siccome siamo fortunati in amore (crediamoci), mi conviene, per ora, dare un tocco inglese a quello che c'ho già. E al momento 'sta cosa la vedo molto più fattibile.

Ecco fatto. Vediamo...c'è tutto? Il banner l'ho messo, potete condividere dove volete, anche su FB, e chi decide di farci un post avrà una possibilità in più di venire estratto perché lo conteggerò due volte e in caso di vincita...bhè ci sarà una sorpresa very very nice (questo per ringraziarvi per il tempo e l'impegno che dedicate al mio Candy).

Visto l'argomento e visto che ci stiamo avvicinando all'estate, direi che avete tempo fino a Ferragosto, così, tornati dalle vacanze estive, magari avrete una bella sorpresa.

Semplice, no?

E ora diamo il via alle danze, anzi ai commenti.Che la fortuna sia con voi.

Ah, mi raccomando, fatemi sognare coi vostri progetti ;-)



mercoledì 8 giugno 2011

ESPERIMENTO...VINCENTE!



Azionate la musica, fate finta di essere sul vostro divano e immaginatevi tutto come la scena di una commedia leggera, vista in tivù. Un film del venerdì sera, magari interpretato da una giovane Meg Ryan. I pop corn? E bhè, immaginate pure quelli!
******************
Sono ferma a questa fermata dell'autobus da non so quanti minuti.Il freddo è pungente e mai una volta che il mezzo sia puntuale.Dannazione, proprio oggi che ho quell'appuntamento importante!Ricontrollo il cellulare, nessuna chiamata. Almeno non mi stanno cercando. Quando penso che farei prima ad incamminarmi a piedi, lo vedo. Quella è l'auto di Massimo. Forse potrei chiedere un passaggio...ma sì. Mi sbraccio e saluto, lui ricambia e si ferma. C'ho visto giusto, non mi può rifiutare un passaggio, santoiddio è Massimo! Salgo in fretta e furia, ricontrollando il cellulare che manca poco mi cade in un tombino.

“Ciao!Grazie guarda! Non puoi capire il ritardo oggi!Mai una volta che gli autobus siano in orario!Ma dove ho messo l'agenda? Scusa eh?” Rovisto nella borsa senza alzare lo sguardo, devo controllare se ho segnato l'appuntamento dall'estetista. Pure. Mentre giro le pagine convulsamente chiedo “Hai più sentito Paola? No perché io è una vita che non la sento. L'ultima volta l'ho incrociata dal panettiere con Vincenzo. Sarà stato tre mesi fa. Che poi la gente si perde di vista. Ci sono periodi che incontri amici tutti i giorni e periodi vuoti, dove non incroci nessuno manco a morì. E' la vita no? Cioè, ti capita mai? Scusa un attimo...estetista...estetista...domani alle 15.30, fiùùù!Meno male pensavo fosse oggi!Ho una giornata che non ti dico. Sai per caso se oggi è sciopero dei mezzi?Fortuna che ti ho incontrato...ah! Sai che ti ho visto la settimana scorsa in via XX Settembre?” Mi giro finalmente verso Massimo e rimango impietrita. “Ehm...tu non sei Massimo”

“No. Io mi chiamo Piero”

Vorrei morire. Chi cazz'è questo Piero? E non somiglia nemmeno a Massimo! Sono in macchina di un Piero qualunque, che non conosco e che mi fissa come se avessi un criceto in testa.

“Ma scusa eh?! E' mezz'ora che parlo di amici comuni e non mi dici niente???”

“Ti ho vista così sicura che ho pensato: 'La devo conoscere per forza...'”

******************************************************

Questa scena, così surreale, è accaduta veramente. Ma non a me. A Giaina. Ed è per quello che il premio come miglior figura di merda del mio Candy, va a lei. Io mi sono solo limitata a trascriverla e romanzarla alla mia maniera giusto un filo, ma la figura di merda resta. Ditemi se non sembra l'inizio di una commedia. Lui sarebbe interpretato da chessò...un'attore piuttosto figo, tipo George, lei poi scende dall'auto, ma si incontreranno di nuovo...magari lui è l'estetista! Dio, che filmmmm!!!Okay, basta, guardo troppa televisione. Amoriiiiiii!!!E' stato molto difficile scegliere tra tutte le vostre figurette, siete stati fantastici, mi avete fatto morire e davvero il premio lo meritavano un sacco di voi. Ma questa che ho scelto sembra davvero la scena di un film, ma più che altro potrei benissimo essere io la protagonista, rinco come sono. Grazie di cuore a tutti tutti tutti, ho voglia di fare un altro Candyyyyyyyyy!!! che ne dite se questa volta metto in palio degli oggettini per la casa? (aridaje!). Anzi, vi interessa sapere cosa ho acquistato stamattina? No? Evabbè. Aspè che prendo l'ombrellino come le guide. "Alla vostra destra, in alto, un sondaggino per scoprire cosa più vi piacerebbe"...

Grazie a tutti di aver partecipato e Grazie infinite a Giaina che m'ha fatto morì con sta scena (Giainaaaa???Indirizzo plis!).

Che poi, a dirla tutta, fossi in lei il premio lo dividerei con Piero. Giusto?

domenica 5 giugno 2011

DIMMI CHE VIAGGIO FAI E TI DIRO' CHI SEI







Eccheccazzo.No, cioè, sennò qua...eh!Voglio dì, non è che...una poi dice “Mo' basta”, insomma, un po' un po', ma poi...uno stacco di vuole, eh.

Dicevo: sarà il caso che mi riappropri del mio blog? E andiamo!

Parliamo di vacanze? Sì dai. Cominciano adesso i progetti per le ferie, i viaggi, le vacanze o chiamatele come più vi piace. Mare, monti, campagna, città d'arte, mete esotiche o villaggi. Voi cosa preferite? Dov'è che alloggiate, per esempio, più volentieri?Qui di seguito vi illustrerò i pro e i contro dei vari alloggi che io e il Santo abbiamo provato in vent'anni di viaggi e sarei curiosa di sapere quello che fa al caso vostro. Partiamo?


Il Campeggio in tenda.

I pro: ovviamente economico, a stretto contatto con la natura e l'avventura. Provato quando avevo vent'anni...e mai più rifatto. In un tempo in cui non c'era ancora Decathlon a darti una grande mano e a farti sembrare il campeggio strafigo.

I contro per Simo: già fare la fila per andare al cesso mi inquieta non poco. La mattina sembravo la bella lavanderina che sciacquava i panni alla fonte del paese. Mi sono lavata i denti con due persone alla mia destra e ad una ho pure chiesto “Scusa, mi reggi l'asciugamano?”. Non sono una buona forchetta, ma dopo tutto il giorno che giro con lo zainetto minimo minimo vorrei poter cenare seduta su una sedia, invece che scaldarmi gli spaghetti sul fornellino della Barbie.A vent'anni l'ho fatto, adesso anche no. O comunque si può fare per qualche giorno, non certo per due settimane. Per me, eh? Non entrerò mai a far parte delle Giovani Marmotte, me lo sento.

Aneddoto: per tre giorni ho fatto i miei bisogni in giro. Il cesso del campeggio mi attirava come mi attira il pensiero di fare l'amore con Gigi Marzullo, per dire uno a caso.

Nonostante questo due anni fa abbiamo acquistato la tenda che esplode come un petardo. Quella che non ha bisogno di picchetti e che lanci come un frisbee. E' un ottimo para sole e paravento per pic nic, si apre in due secondi netti e si richiude manco a morì. Ci siamo riusciti solo accompagnati passo passo dal filmato su you tube. La scena merita un post a parte. Ma ve la consiglio, soprattutto se avete bambini piccoli.


B&B

Ma quanto sarà ganzo essere in casa degli altri? No, eh? Anche qui abbiamo avuto delle esperienze contrastanti ma il B&B non ci dispiace. E' più intimo dell'albergo e stare 'in famiglia' ti fa sentire coccolato. Sì, okay a volte c'è qualche inconveniente tipo TUTTA LA CASA ricoperta di moquette. Se la tieni pulita non c'è problema, se in casa hai due alani, il problema sussiste. Un puzzo di cane bagnato misto a muschio di bosco scozzese, che non vi dico. Ed era pure una bellissima casa, con le bovinde affacciate sul mare, una grande sala da pranzo dipinta di azzurro... e la moquette pure in bagno. Questo sulla costa inglese.

Aneddoto: che la puzza veniva dalla moquette impregnata dai cani lo abbiamo capito dopo. Per due giorni abbiamo temuto che ci fosse un cadavere sotto il letto.

In Olanda invece ci siamo imbattuti in Miss 'Enfisema'. Miss Enfisema era una donnina, la quale aveva affisso sulla sua porta il cartello B&B, che ci aprì tossendo e ansimando come un fumatore incallito di sigari cubani.Un filino inquietante. Subito ci cazziò con un “Per voi ho posto, ma per le biciclette no!” (Abbiamo girato l'Olanda in bicicletta.Sì, non siamo normali. Sì, lo rifarei. No, non siamo partiti dall'Italia in bici, erano sul portapacchi.Okay.). E lì, in quel tardo pomeriggio olandese, sudati e stanchi nemmeno avessimo fatto il Tour de France, con le borracce prosciugate, e i polpacci che bruciavano,Miss Enfisema, ci sembrò un dono del cielo. E ci sbagliammo. Non solo tossì nella camera accanto tutta la notte, ma l'arzilla vecchietta (che ricordava Miss Marple) aveva un allevamento di canarini. Gabbie e gabbie di uccellini colorati. In casa.

Aneddoto: quella mattina facemmo colazione sul tavolo insieme agli uccelli. Che per Cicciolina può essere un sogno, ma per noi pescare i cereali nel latte con a due centimetri cagatine di canarino, non è stato il massimo.

In Belgio avevamo una camera con fiocchi e pizzi con un letto che pareva a baldacchino. Mi sentivo tanto damina dell'ottocento. Molto bella e con vista su paesino, per arrivarci dovevi spalmarti sul muro a mo' di poster:le scale erano un filino strette.

Aneddoto: quando siamo andati a registrarci, l'omino calvo e bassotto, legge le nostre firme e “UHUHAAHUHAHUHAHUHAAAHUHHAAHH!!!” In poche parole stava a morì. Si rotolava dal ridere. Ci siamo chiesti “Abbiamo i capelli dritti?” “Somigliamo a una coppia di comici?” “In realtà non è un B&B ma una clinica di igiene mentale?” Il nostro Poirot (che si vede che leggo la Christie?) continua “Mr Andrea??? Uhuhhahhuahhhhahuuhauah!!”

Andrea, mantiene la calma e chiede spiegazioni, e l'altro, in un inglese un po' così ci dice che da loro Andrea è un nome da femmina. E giù risate. Andrea abbozza un sorriso a denti stretti e la voglia di dirgli “Dammi tua sorella, poi vedi se sono femmina” è stata tanta. Che poesia.



Il grande albergo.

Ecco, dopo quello che ho scritto, qualcuno si aspetta che io quoti l'albergo a 5 stelle. Niente, manco quello. Io e il Santo ne abbiamo provati tanti, dal più squallido londinese (con bagno in comune, le lenzuola bucate e la finestra che apriva sul muro del palazzo di fronte. E sì costava anche un po'!) a quello grandioso a Roma in via Veneto (dove paghi anche solo per chiedere un' informazione).

L'albergo è comodo, sei coccolato, hai tutto pronto, trovi il letto rifatto.

I contro per Simo: devi rimettere la sveglia per fare colazione, e già questo mi abbassa il punteggio. E poi la sera devi cercarti il ristorante, o se ceni lì devi comunque darti una sistemata. Alla Top family piace l'albergo per pochi giorni, due-tre al massimo, poi diventiamo insofferenti, perché di fatto non puoi fare come ti pare.

Aneddoto: in Francia quelli della Reception hanno sbagliato porta e hanno spalancato la nostra. Non eravamo vestiti e non stavamo giocando a carte. Ci siamo sentiti molto Lino Banfi e Edwige Fenech in un filmino anni '80.


E come ti pare, lo fai a casa tua. Appunto. Il nostro alloggio ideale, è la casina, il bungalow, il caravan, l'appartamento, il cottage e chi più ne ha più ne metta.


I contro: nessuno ti rifà il letto e ti cucina, e come dice sempre mia zia (amante dei villaggi) “Se anche in vacanza devo rifarmi il letto, non è più vacanza”. Io le rispondo “Se vacanza intendi stare 8 ore su una sdraio e non muovermi dal villaggio, allora faccio vacanza nel mio giardino che mi costa meno”. E' una battaglia, lo so. Prima di scoprire la comodità (comodità per me è un concetto un po' particolare: comodità=fare come ti pare) della casina indipendente, ne sono passati di anni.

L'abbiamo scoperto tardi, ma ora, soprattutto con Ali, non riusciamo a tornare indietro. Ci alziamo quando ci pare, facciamo colazione in mutande coi capelli a nido di poiana, ceniamo a spaghetti a che ora vogliamo e 'rifare il letto' vuol dire tirare su il lenzuolo. Esistono i piatti di carta e la casa non è mai abbastanza grande per metterla in disordine tutta. E poi anche se è un po' in disordine, chi se ne frega. Non ci mettiamo certo a lucidare i pomelli, voglio dire. Anche qui abbiamo provato

-il cottage irlandese coi muri spessi un metro e mezzo e tetto di paglia. Ricordo un letto matrimoniale così alto che dovevi improvvisarti Sara Simeoni per salirci sopra. Di quelli che se ti tuffi da una parte, rischi di spiaccicare il marito sul muro di rimbalzo a mo' di catapulta. Fantastico.

-La fattoria (sempre in Irlanda). Una casa nella quale ho lasciato il cuore. Avevamo una depandance staccata dall'abitazione padronale, con la zona giorno circondata da bovinde col davanzale a divanino (adoro!) e la cucina tutta in legno, con un grande tavolo graffiato e vissuto sotto la finestra. Potevamo avere latte e uova fresche di giornata e la mattina venivamo svegliati dallo scampanellio delle mucche al pascolo. La Haidi che c'è in me, ha apprezzato tutto questo.

-In Galles invece abbiamo scoperto il Caravan, una sorta di casa prefabbricata con le tegole di plastica. Lo spazio interno è ottimizzato al massimo e hai comfort e comodità ad un prezzo accessibilissimo. No, non è una Roulotte e manco un camper. I caravan vengono chiamati Mobil Home, sono grandi, dispongono di due camere da letto, due bagni (due!), il salotto (che spesso comprende un divano e due poltrone, per dire) una cucina dove ci puoi mangiare in otto e se ti va di culo, hai pure la veranda. Ce ne sono ottimi sia in Francia che in Inghilterra, anche se nel paese di Sarkosì hanno l'antipatica abitudine di farti l'inventario degli oggetti (fosse mai che ti porti via un bicchiere). In Inghilterra quando vai via ti abbracciano commossi. Per dire. Il bello dei caravan è che sono sempre situati nel verde, in mezzo alla natura e nel silenzio più totale. Il comfort di una casa in un ambiente a volte anche selvaggio. Nel Wiltshire avevamo un leprotto che veniva a mangiare alla porta, in Bretagna la nostra camera da letto si affacciava sul bosco, e in Normandia eravamo cullati dal rumore delle onde visto che alloggiavamo in un caravan a Utah Beach, la spiaggia dello sbarco. Io e Alice le Donne Avventura de noattri.

Bene.

Mi rendo conto che ho scritto a braccio e son partita con un discorso e sto finendo con un altro. Evabbè.E c'è da dire che nel corso di un nostro viaggio (prendiamo per esempio quello dell'anno scorso) abbiamo in 16 giorni usufruito di tutto quello che vi ho appena detto: albergo, caravan e B&B. Tanto per non farsi mancare nulla e scrivere un post del genere.

Voi cosa preferite belli de zia? Avete aneddoti vacanzieri che ricordate anche se sono passati vent'anni?

p.s. A breve il vincitore del Candy. Vabbè che son rinco ma mica mi sono dimenticata!

giovedì 2 giugno 2011

QUANDO UNA DA' I NUMERI


(Immagine presa dal web)







1 articolo uscito ieri
2 professionisti che mi hanno imbellettato casa.
6 gli occhi puntati addosso quando ho espresso questa domanda:"Avete mica una stoffina a fiorellini lillà su sfondo arancio punteggiato di giallo, piccolo ma non troppo, ma che si veda il disegno, leggero non pesante, con sfumature che cangiano sull'azzurro?" Mi hanno guardata male, si son detti qualcosa e si sono rivolti ad un'altra cliente. E onestamente non capisco perché.
10 le galline che vorrei acquistare per essere coerente con l'arredamento.

15 le raccomandazioni al minuto ad Alice che non si spalmi sui muri nuovi stile geco.
20 le ore in più al giorno che mi ci vorrebbero in questo periodo.
22 i pezzi del mio servito di porcellane inglesi che ho messo in bella vista nella mia credenza.
Mentre creavo l'accostamento mi sono sentita la protagonista di un romanzo di Rosamunde Pilcher.Okay, i suoi romanzi non sono granchè, ma una donna ne ha letto almeno uno (magari per sbaglio) nella sua vita.
25 i kg di lavanda e affini in questo momento in casa mia. Un tempo c'era l'erba di Grace, ora abbiamo l'erba di Simo.

57 le idee che avevo in testa per i dettagli e i complementi di arredo.
17 quelli messi in atto.
40 ancora da portare a termine. E state sicuri che ce li porto.
100 santi che Andrea ha tirato giù dal calendario per montare il lampadario nuovo. Quando una vuole un lampadario facile, non ce n'è.
25 scatole aperte
10 ancora da aprire
14 pannetti utilizzati per lucidare i pentolini di rame.
16 spruzzi al minuto per spolverare, sgrassare, disinfettare, stirare e levigare.
367 libri da mettere ancora al loro posto. In un impeto pre-lavori mi son detta "Quando li ripongo li catalogo a mo' di archivio". Oggi mi sono fanculizzata da sola all'idea di fare una cosa del genere.
1000 le attenzioni di mia suocera che mi ha fatto trovare pure la tavola apparecchiata per la colazione che manco la Regina Elisabetta.
1100 gli incubi che ho avuto quando ho saputo che avrei dormito da lei.Invece mi ha coccolata e quando ce ne siamo andate ci ha detto "Mi dispiace. La mia casa sapeva di voi ed era bello avere intorno i vostri sorrisi" Che stella.
2000 le scuse per queste foto, ma la mia Canon è ad aggiustare (me l'hanno sequestrata da più di un mese.Li possino), e queste le ho fatte con la vecchia macchinetta. E si vede.Abbiate pietà.
2200 le palle che ho sfracassato con sta storia della casa, ma vi giuro che al momento non potrei raccontarvi altro. Se volete vi descrivo il procedimento per inserire un prezzo nella bilancia o come si pronuncia un 'Buongiorno' convincente a un cliente. Mi divido tra questi due locali. Ditemi voi cosa preferite.
5000 i baci che vi mando per la pazienza. Mi rendo conto che questo blog sta sminchiando ulteriormente, ma siamo donne: oltre il blog c'è di più. E non mi ci fate pensà a cosa è questo di più.


E non ho ancora finito.
Mi rimangono ancora da mettere a posto bicchieri, piatti, tazzine, caraffe, e servito buono.
E poi gli armadi.
E la libreria.
E...sticazzi?

p.s. Ma non potete capì come mi piaceeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!





LinkWithin

Related Posts with Thumbnails