lunedì 16 aprile 2018

Workshop Ewwa (due scrittrici in cerca di ispirazione)




                                                                                                      (Foto: movieplayer e blu-ray.com)



Ieri si è tenuto a Firenze il workshop firmato Ewwa 'Essere oggi un autore indipendente dalla produzione al marketing' dove siamo state letteralmente rapite dalle parole e professionalità (e anche simpatia) di Ricardo Fayet cofondatore di una piattaforma di servizi per autori. Tutto questo per dire che io e l'amica scrittrice Samantha non poteva assolutamente mancare e infatti, nonostante la sera prima ci fossimo coricate alle due dopo una serata di bagordi, alle 7.30 eravamo già in stazione con due borse sotto gli occhi nelle quali potevamo riporre il cambio per la palestra.
Con incedere deciso saliamo sul treno con l'intento di parlare di scrittura, ma in breve tempo i nostri discorsi sono stati: i figlioli, la scuola, il preparare cena, gli appuntamenti col medico, lo spauracchio della menopausa, i panni da stirare e mammamia non mi faccia di' nulla, che guardi l’artrite non mi fa dormire. Insomma più che Patricia Cornwell e Kathy Reichs sembravamo Nonna Pina e Nonna Abelarda in gita col prete.
Arriviamo a Firenze e visti i miei problemi di orientamento le faccio mettere il navigatore, il quale ci parla scandendo bene le parole come se fossimo due sceme. Come dargli torto.
Arriviamo all'evento dopo una colazione a base di burro sotto forma di cornetti e dopo essere scampate a un taxi che a momenti ci mette sotto. Quindi siamo vive, ma abbiamo il colesterolo a 600.
Il workshop, che ve lo dico a fare, è stato interessantissimo. Molte di noi si sarebbero portate Ricardo a casa, per poterlo interpellare al bisogno (tipo ogni due minuti) sui molti dubbi riguardanti i nostri libri.
Lui, con una flemma che io non arriverò mai ad avere manco se mi immergono per dieci anni in un barile di camomilla e mi imbottiscono di Xanax, ci ha spiegato come si crea una bella copertina (e qui qualcuna per poco non dava fuoco a tutta la propria serie), a come ci si muove con efficacia sui social (al che io ho dichiarato 'Guarda che io già vivo su FB non me pare il caso di condonare altre piattaforme), a chi rivolgerci per produrre un libro di qualità e poi consigli random ed errori da evitare che, in un momento di debolezza, ci ha fatto mormorare 'Era meglio se mi davo all'ippica.'
Salterei la descrizione della pausa pranzo che potrei riassumere così: due tipe che si scofanano due etti di carboidrati a testa conditi con del vino e un caffè che aveva il compito di tenerle sveglie, ma vista l'età lo sbadiglio post pranzo ha fatto capolino manco fossero al pranzo di Natale a casa de nonna prima della tombolata.
Ricardo nel pomeriggio arricchisce ancora il suo intervento e noi pronte e agguerrite come solo le signore di 'Uomini e Donne Trono Over' sanno essere, lo bracchiamo avide di sapere. Quando lo abbiamo salutato gli abbiamo detto: 'D'ora in poi ti scriveremo per ogni minimo dubbio', quindi lui già da oggi riceverà 84664784 mail al giorno dalle Ewwe. Sicuro.
Il ritorno a casa è stato un po' rocambolesco tipo che siamo passate da un cantiere invece che su un marciapiede domandandoci 'ma che strane queste strade di Firenze. Sempre state così?', siamo riuscite a perdere il treno (perché troppo intente a fare shopping), a momenti si perde anche quello dopo (perché troppo intente a spiare la gente in cerca di ispirazione per nuovi personaggi) e una volta salite abbiamo dovuto scegliere pure il posto adatto per evitare che la compare mi vomitasse nella borsa.
Una vola accomodate ci siamo confrontate sulle trame vecchie e nuove dei nostri romanzi:
'ma te come lo fai sparire il corpo? Comunque ho una vanga e non ho paura di usarla.'
'una calibro 38 l'hai mai usata?'
'Io devo cambiare tattica: l'ultimo che ho ammazzato l'ho buttato di sotto da una scogliera!'.
Poi è successa una cosa inaspettata: il signore asiatico davanti a noi ha sgranato gli occhi come un gufo imbalsamato, ha biascicato un 'Sorry!' ed è scappato letteralmente a gambe levate. SCAPPATO.
Giuro, non capisco perché. Si sarà dimenticato di aver lasciato il gas aperto, boh.
Peccato, poteva godere ancora della nostra compagnia: siamo due donnine così pacate.



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