Legenda:
Foto 1: "Qui tetta ci cova"
Foto 2: "Mi sa che sto facendo una stragrande cazzata"
Foto 3: "Ebbastaaa!Sono appena tre ore che siamo sposati e già mi rompi le palle!!"
Foto 4:"Straziami ma di baci saziami, possibilmente senza rossetto,plis!"
Domani è il nostro anniversario di matrimonio, e stamattina si è ripetuta la solita scena da 12 anni a questa parte.
“Amore?Sai che giorno è domani?” detto tutto con sbattimento di ciglia e coscia fatta uscire maliziosamente dal lenzuolo.
“Perché me lo chiedi? Ho dimenticato di pagare una bolletta?” detto tutto mentre si aggiusta i capelli davanti allo specchio.
Bè a pensarci bene forse non sono il massimo. Ma è autunno santoiddio! Non posso certo togliermi il pigiama di lanina pelosetta! Che apprezzi comunque la mossa, basta un po’ di immaginazione!Sì, vabbè anche lo sbattimento di ciglia non mi è venuto granché. Ho un po’ di mascara grumoso sulle ciglia e forse qualcosa mi è anche colato. A pensarci bene sembro un pierrot. Ma insomma, che importa? L’importante è che dopo 18 anni che stiamo insieme siamo sempre qui a darci il bacino del buongiorno.
“Amoreeeee,domani è il nostro anniversariooooooo!!!!” glielo ricordo un giorno prima, così se vuole farmi un regalo ha 24 ore di tempo.
“Lo so”
“Ma non dici niente?”
“Per esempio?”
“Qualcosa, una parola dolce, che ti faccia pensare a quel lontano 1997. Una parolinaaa….”
“Condoglianze”
Okay di prima mattina è super simpatico, ma giuro lo avrei strozzato con la cinta dell’accappatoio.
“Simo, effettivamente te ne ho parlato e t’ho dato pure un bacio”
Cosa sta dicendo? Ha parlato con un’altra Simona, poco ma sicuro.
Mi rizzo a sedere e cerco di sistemarmi al meglio i capelli. Oddio, sembro Branduardi dopo l’elettroshock. Devo assolutamente rifarmi più liscia più bella.
“Davvero?” fiiiit fiiiitttt (rumore di ciabattina con le pecore che strusciano sul pavimento) “Davvero mi hai parlato del nostro anniversario?”
Forse…sì, stamattina all’alba mi son girata verso di lui…vediamo…sì, l’ho un po’ abbracciato…sì forse qualcosa mi ha sussurrato…poi non ricordo più niente. Ma fingerò, sennò ci rimane male “Ah sì, che sbadata!Ora ricordo!”
“Non credo. Stavi russando”
Non è splendido?
Okay, nessuno è perfetto, tanto meno io, ma ricordo con immensa gioia quel lontano 27 Settembre 1997…
Stamattina mi son svegliata di buonumore,oggi mi sposo!!Nonostante tutti mi avessero avvertito “Non dormirai una mazza”, io mi son fatta 9 ore di fila senza mai svegliarmi. E’ incoscienza, poco ma sicuro. Scendo in cucina e trovo mamma a trafficare con tranquillità:
“Oddio, dove ho messo i confetti? Presto!Mancano due chili di confetti!Simo, cammina con le ciabatte, anzi no, scalza che ho dato la cera. C’ho ripensato, puoi provare a volare e non lasciarmi impronte?Che ore sono? Le nove. Sono in ritardoooo!!Gli invitati arrivano alle treeeeeeeeeee!!!!!!!Come sto, tesoro?Vatti a vestire che tra poco arrivano Barbara e Ornella per addobbare la macchina. Dove sono i nastri? I nastriiiiiiiiiii? Come sto tesoro? Babbo dov’è? Quando hai bisogno di lui non c’è mai!E non stare lì impalata!Lo vedi come sei agitata? Lo vedi? Calma devi stare! Calma, come me! Calmaaaaaaaaa!!!!!!!!”
Detto il tutto con una scatola di confetti in mano. Perché è agitata? Certo è un giorno importante. Ma se io sono sicura di questo passo perché non dovrebbe esserlo lei?
Faccio colazione con due brioches e poi chiamo il mio amore.
“Tesoro, hai dormito?”
“Sì, abbastanza”
“Bene, qui è quasi tutto pronto, tra poco arrivano le bimbe…”
“A proposito,Simo, potrei venire a dare una mano…”
“NOOOOO!!!!Porta maleeeee! La sposa non deve vedere lo sposo prima del matrimonio! Ci vediamo in chiesa” mi sorge un dubbio “Perché ci vediamo in chiesa, vero amore?”
“………………….”
“Andrea?”
“……………………”
Ha riattaccato? “Andreaaaa?”
Non ci posso credere, mi ha piantato ancor prima di varcare la soglia della chiesa.
“Andreaaaaaaaaa?????”
“Paura, eh?”
Come potete ben capire lo sposo perché è un uomo di spirito. Quasi quasi gli do fuoco.
Finalmente arrivano le bimbe con l’auto per lo sposalizio (come dice la mi’nonna).
Sono armate di grandi fiocchi bordeaux e nastri di raso. Dopo esserci spalmate sull’auto come delle ragazze super sexy all’autolavaggio, ci accorgiamo che il nastro non basta. Ed effettivamente non basta nemmeno sdraiarsi sulla macchina per far di noi tre delle gnocche in Hot pants e t-shirt bagnata. Io c’ho anche le mollette in capo, pensa te.
“Ma porc…non c’arriva…fermalo là…tira qua…niente, è corto. Ma chi ha preso le misure?”
“Conosco la mia macchina!” si giustifica Ornella
“Ma magari non la matematica! Mancano quasi due metri di nastro!”
“Impossibile”
“Quanto fa 6 x 9?”
“72!”
“E’ possibile”
Sua sorella fa scattare l’accendino. Che fa, vuol darle fuoco? “Che palleeeee!!! E ora?”…no, si accende una sigaretta.
Rifletto quei sette otto minuti poi mi illumino “Vado a comprare altro nastro. La merceria vicino alle scuole è aperta”
Agguanto la graziella di nonno (graziella non è nonna, è la bicicletta con cui va a spasso nonno.Sì lo so, è da donna, ma se io c’ho un nonno alternativo che ci devo fare?) e vado di volata alla merceria. Alcune donnine del quartiere mi guardano e mi additano e non capisco perché. Che c’ho? Solo perché c’ho un’impalcatura sulla testa e pedalo come una forsennata su una graziella del 15-18?
Ho sentito la Gabriella mormorare “Ma non è la sposa, quella?Ma dove va?” e la Luciana rispondere “Ma scappa lei? Non dovrebbe scappare il fidanzato?”
Dopo un’ora e dieci la macchina era bella addobbata. A pranzo manco ci mettiamo a tavola, è già imbandita per il piccolo rinfresco se alle volte qualche parente decide di passare da casa. Mamma ha apparecchiato per 245 persone e continua a dire “Basterà?” C’è una piramide di bignè che a confronto quella di Cheope è una cacatina di mosca. Roba che se prendi l’ultimo a destra vieni travolto da una valanga di pasta e crema, e ti ricoverano per il diabete a quattrocento.
Alle due e mezzo arriva la parrucchiera con la truccatrice. Mi fanno accomodare in quella che a breve sarà la mia ex cameretta e cominciano a impiastricciare. Oddio, mi sento proprio una uips! Ho la truccatrice che mi farà apparire splendida! Okay, siamo d’accordo, ci vorrebbe un miracolo, sono consapevole, però non rovinatemi tutto, non oggi. Mi mette del mascara a prova di lacrime, della cipria a prova di sudore e un rossetto a prova di bacio. La parrucchiera invece mi fa un’acconciatura a prova di bomba. Nel senso che sembra mi sia gettata da sola una bomba a mano tra i capelli. Son tutta un ricciolo. Poi eccoci alla vestizione. E qui ci vuole mamma, perché il vestito me l’ha fatto lei con le sue manine, come tradizione vuole.
“Cara, stai dritta, pancia in dentro, petto in fuori”
“Mamma, non ce l’ho il petto!”
“Qui torna male. Ma sei dimagrita ancora? Mettiti il reggiseno imbottito”
“Ce l’ho già…”
“No, no, qui non torna la cucitura…dobbiamo riempirlo, dobbiamo fare un ripieno”
“Mamma, non sono un tacchino!”
“Thò, metti dentro queste” Agguanta due spalline (quelle che mettevamo alle camicette negli anni ’80) e me le aggiusta dentro il reggiseno. “Così va meglio”
E’ vero! Ho una parvenza di tette! Effettivamente il vestito torna meglio. Mmh…che bel seno…devo assolutamente strappare le spalline a tutte le camicie e farci il ripieno…guarda qua…mi sento Pamela Anderson…
Finalmente sono pronta. Scendo di sotto e vengo accolta con un applauso da tutti i parenti. Ma non dovevano essere già alla chiesa? Mia zia si mette a fare il vigile “Circolare! Avviarsi alla chiesa, prego!Circolare….lasciare libero il passo, grazieeee!!!”
Parte la carovana di macchine e a me tocca aspettare sennò rischio di arrivare prima di loro. Nel frattempo mi mangio le unghie e provo a camminare con eleganza sui miei tacchi 12. Dio, che dolore! Devo sforzarmi, altrimenti sembro una giraffa ‘mbriaca con l’ernia al disco.
Finalmente posso partire con babbo. Lui è emozionato, si vede. O è felice? Certo che è felice!Ma felice per cosa? Per il fatto che mi sposi, o per non avermi più tra i piedi?A me sembra anche commosso, ma forse mi sbaglio. Lo travolgo con sette metri di tulle e lui mormora “Spero sappiate la strada, perché io non vedo niente”
Arriviamo alla chiesa e il mio amore ovviamente è già dentro. Babbo non sa dove stare, prima si mette a sinistra, poi a destra, poi di nuovo a sinistra, qualcuno gli sussurra “Pss…a destra di tua figlia…” e lui “Ehhh? Qui va bene?” Si mette a camminare davanti a me. Mi rifiuto di entrare in chiesa in fila indiana! Lo agguanto per la manica e gli dico “Stai qui, babbo.Vicino a me.” Lui mi ha guardato e l’ho visto smarrito. Gli ho strinto forte il braccio e siamo entrati. La navata mi è sembrata lunga 186 metri. Oddio!Eccolo là! Com’è bello!Certo, per me, ma sennò non lo sposavo. Non potevo essere in nessun altro posto, se non qui, vicino a lui. Mio padre mi ha lasciato il braccio, ha guardato Andrea e ha mosso le labbra. Ho capito perfettamente il labiale “E mò so’ cazzi tuoi!!”
Mia suocera invece continuava ad asciugarsi gli occhi mormorando “E’ il mio bambinoooo”
Andrea mi ha guardato e mi ha sorriso, poi si è bloccato quando i suoi occhi sono scesi all’altezza delle tette.
“Psshh...amore,stai barando, o cosa?”
“Chetati, c’ho le spalline dentro…”
“Che cosa?”
“Un paio di spalline, fai finta di nulla…”
“Io stasera ti devo smontare?”
“Chetati arriva il prete…”
Il parroco ci sorride benevolo e invita Andrea a scoperchiarmi. Avete capito bene. Avevo il velo davanti. L’ho visto fare a Ridge con Taylor e m’è garbato tanto.
Che emozione!Andrea mi ha dato un piccolo bacetto ed è iniziata la cerimonia.
La scena più o meno è stata questa:
mamma che mi sistemava il vestito ogni due secondi manco dovessi fare un book per Valentino
babbo che non voleva farsi sorprendere dal fotografo con gli occhi lucidi
mio fratello, bello come il sole, che flirtava con le cugine di terzo grado di Andrea
mia suocera che continuava a dire “Non è meravigliosa la Simona?” dimenticandosi i 10 comandamenti che mi aveva fatto in 6 anni di fidanzamento, tutti velati da una lieve minaccia
nonna e nonno seduti accanto sulla panca, così bellini ed emozionati da sembrare i fidanzatini di Peynet
la zia, più topa che mai, che con la sua scollatura ha attirato tutti i fotografi nell’arco di sette chilometri
lo zio, che faceva lo spavaldo ma aveva una Glock sotto la giacca, tante volte un fotografo si fosse avvicinato troppo
e gli amici in fondo che facevano scommesse su quanto tempo sarebbe passato prima di veder la foto di Andrea sul giornale con la scritta “UCCIDE LA MOGLIE A PADELLATE”
Invece no, siamo qua dopo 12 anni e mi sembra una gran cosa… è sempre a tempo però,cazzo! Devo togliere subito tutte le pentole e tutti gli attrezzi da cucina.
Questo per quanto riguarda lui. Io invece so di aver fatto la cosa più giusta e più bella della mia vita. Una cosa di cui non mi pentirò mai, perché come gli ho detto la sera:
“Io aspettavo te e nessun’altro”
La giornata è stata talmente lunga che ci vogliono ottantasette pagine, quindi ho deciso che lo farò a puntate, come Beautiful. In fin dei conti, sono o non sono uguale a Taylor?