Il giorno dopo i cugini non solo ci trovano vivi, ma pure
svegli dalle cinque di mattina grazie al jet leg che ci ha scombussolato i
neuroni. Occhi talmente pallati che sembriamo tre gufi sotto anfetamine.
La giornata la trascorriamo cercando di riprenderci con
un po’ di shopping e facendoci coccolare dai parenti a colpi di pappardelle ai
funghi e bistecche alla brace.
Il giorno dopo siamo pronti per New York, che
raggiungiamo col treno dei pendolari e ci scende direttamente sulla settima.
Prima tappa: Grand Central Terminal. Lo so, detta così, sembriamo dei
rincoglioniti: usciamo da una stazione per visitarne un’altra, ma questa è
‘davvero’ una stazione speciale. Non solo pare sia la stazione più grande del
mondo, ma ci sono stati girati parecchi film: Armageddon, Intrigo
internazionale, Il collezionista di ossa, Un giorno per caso con quel gran
tronco di pino di George Clooney, per dirne alcuni.
Effettivamente è molto bella e talmente sciccosa che a me
e ad Aly pare di scorgere tra la folla pure gente famosa. Per conferma chiedo
al Santo:
“Amo’, guarda quella bionda.”
“Eh. Quindi?”
“Secondo te chi è?”
“Una gnocca?”
Dicevo: la stazione è molto spaziosa e interessantissima.
Vista la risposta del Santo, propongo una visita al
Rockfeller Center, in particolare al Top of the Rock, così, tanto da buttarlo
di sotto inavvertitamente.
Saliamo al 67 piano dopo aver donato un rene alla
macchinetta dei biglietti, ma ne vale così tanto la pena che quasi quasi ci
ritorno prendendo le scale così gli lascio anche il cuore e un polmone. Le
ovaie invece non ce le ho più in loco perché l’ascensore parte a razzo e me le
ritrovo al posto delle tonsille.
La vista, ovviamente, non ha eguali.
In cima facciamo 77598477 foto più o meno tutte uguali e
reggiamo i grattacieli con le mani prendendomi una rivincita per tutti i
turisti che reggono la mia torre di Pisa.
Ci sediamo lungo il muro e fissiamo il panorama con la
stessa intensità di tre pensionati intenti ad ammirare un cantiere. C’è un po’
di venticello, New York dall’alto è bellissima, l’atmosfera meravigliosa e
cerco di immortalare il momento sparandomi dei selfie che puntualmente fanno
cagare. Provo a girarmi e mi si cappottano i capelli. Sembro la bambina di The
Ring.
Dopo un tempo interminabile dove vediamo cambiare pure le
generazioni dei turisti, decidiamo a malincuore di scendere per proseguire la
visita della città e quello che ci eravamo prefissati:
Il Downton Abbey Exhibition.
Per gli appassionati di questa serie tv, tutto ciò è il
massimo: ricostruzioni dei set, abiti e tutto ciò che riguarda una delle serie
inglesi più amate.
Inutile dire che ho fatto gli onori di casa, ma Lady
Violet mi ha guardato male. Si vede che non le piaceva il mio abito da
cerimonia.
Tuttavia me lo sono goduto alla grande e vedere gli abiti
di scena e le ricostruzioni tipo la cucina (la mia stanza preferita) mi ha
fatto un certo effetto.
Usciti di lì ci buttiamo nella calca di Time Square dove
ci allietano con numeri da circo e cantanti country nudi che io e il Santo
abbiamo arruolato per la nuova stagione. Al grido di ‘Io il biondo e te la
mora’ abbiamo raggiunto un compromesso e tutti contenti. Anche se a me, detto
tra noi, va meglio. Il mio è sodo, pe’ capisse.
Comunque.
Troviamo pure, come sempre, negozi di Natale aperti tutto
l’anno dove giace roba improbabile come addobbi a forma di parmigiano o
prosciutto per lo zio salumiere, il camice e il dentifricio per il cugino
dentista e la donnina col camice per l’amica specializzanda in medicina. Chi
non ama regalare, ma soprattutto ricevere, regali del genere per addobbare il
proprio alberello? A NY lo puoi fare! (dopo aver visto questo sto rivalutando
tutte le pashime, i calzini di lana e i babbonatalini di feltro che ho ricevuto
in 45 anni.) Tuttavia il Santo mi trascina via prima che acquisti un addobbo utilissimo
a forma di incudine che, voglio dire, a Natale è la morte sua.
Usciti di lì non ricordo più nulla. Perché New York ti
inghiotte, ti ubriaca, ti stordisce di musica, suoni e colori. Ti senti, e in
qualche modo lo sei, al centro del mondo.
La lasciamo sull’ora del tramonto con la promessa, nei
giorni seguenti, di rimanere fino a sera. Ci riusciremo, con un grande
spettacolo sotto i nostri occhi.
Ah, qualcosa di Natale poi ho acquistato nei giorni
seguenti. Ma non lì dal pizzicarolo, ma al Christmas Cottage sulla settima.
Una bellissima, fascinosa, rossissima, fantasmagorica
slitta!
Originale a Natale, vero?
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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?