mercoledì 4 gennaio 2012
LE STORIE NEL VENTO
C'è una storia che veniva raccontata spesso in paese.Ora non più, è scemata un po'.Ma è una storia di quelle che le vecchie del paese, quando torni ad abitare in quelle strette vie, ci tengono a farti sapere.E' una storia bella, triste, struggente e maledettamente vera.
Molti anni fa, in quelle viuzze a pochi chilometri dalla città, abitava Marco. Un bel ragazzo dai capelli che davano sul rossiccio, con una spruzzata di lentiggini sul naso e spalle squadrate come un giocatore di rugby.
Insieme a lui era sovente vederci Maria Chiara, una ragazza gracile, ancora acerba nei tratti, ma con un bel caratterino, che non rispecchiava assolutamente l'immagine da pulcino spaurito che aveva.
Il loro era un grandissimo amore. Quegli amori giovani, certo, ma già profondi. Quegli amori dove la domenica lei si fermava a pranzo a casa di lui, con la sua mamma, il suo babbo e la sorella.
Quegli amori da 'fidanzati in casa'. Quegli amori che t'immagini nel giro di pochi anni veder sbocciare in una famiglia, con magari una coppia di gemelli nel doppio passeggino.
Un grande amore. Maria Chiara per Marco era la vita, la risposta a tutte le sue domande, la sua casa, la sua aria, il suo cuore.
Marco, per Maria Chiara, era ossigeno, era passione, era tutto quello che aveva sempre desiderato. Fino a un certo punto. Fino al punto in cui il destino non si mette a sceckerare le carte, fino al punto che il destino decide che questa storia è troppo bella per essere vissuta davvero. Fino al punto in cui Maria Chiara ha detto basta, pronunciando quelle parole che nessun innamorato vorrebbe sentire mai “Non ti amo più”
Marco, ovviamente si sentì morire, si disperò, non si capacitava di tutto questo, la sua Maria Chiara non poteva fargli così del male. E tutto questo poteva passare inosservato, essere vissuto nelle candide mura domestiche, essere metabolizzato con pianti di dolore camuffati da sorrisi cordiali. Invece no. La gente parlava, il paese partecipò a questa rottura perché Marco era palesemente sconvolto. Uscì pazzo, non si riconosceva più, la famiglia era preoccupata. Fino a che un giorno, dove il destino decise di allungare una mano quasi pentito di aver tirato un brutto scherzo,Marco trovò rifugio nella parrocchia del paese e in Don Luciano. In quel luogo di culto e di preghiera, Marco sentì di essere compreso e di non essere il solo a cercare conforto in quelle mura. A breve, le sue visite in parrocchia divennero più frequenti e le lunghe chiaccherate con Don Luciano, lo fecero rinascere. La famiglia, da una parte era felice di vederlo di nuovo sereno, dall'altra lo spronavano con frasi fatte e scontate “Sei giovane. Ti passerà. Troverai altre ragazze che ti faranno battere il cuore”
Così furono sorpresi quando il ragazzo pronunciò “Non amerò mai nessuna donna come Maria Chiara. E se non posso avere lei, non avrò nessun'altra”
Iniziò il suo cammino e il suo percorso e dopo poco tempo ci si rivolgeva a lui come Don Marco.
Era bravo Don Marco, un parroco comprensivo, di cuore, uno che aveva fatto quella scelta nel dolore. Ma si sa, il paese è piccolo e la gente mormora. Additare un giovane prete e parlarsi nelle orecchie a ogni messa per poi sospirare come se si trattasse di un bel film romantico, non si addiceva certo a lui. Così preferì allontanarsi dal paese, allontanarsi da qualsiasi possibilità di vedere Maria Chiara uscire dal panettiere, allontanarsi da tutto ciò che gli ricordava lei e allontanarsi da quelle comari, che anche con le più buone intenzioni, lo facevano sentire inadeguato.
E Don Marco diventò il parroco di un piccolo paese arroccato sulle colline. E' un buon prete, dicono, e un uomo adesso. La nuova comunità è felice di averlo tra loro, poche anime si stringono la domenica su quelle panche, un luogo tranquillo, lontano dalle chiacchere. E un posto romantico, da gita domenicale. Don Marco si trova bene, celebra messa con la sua bella voce da ragazzone, battezza infanti con le sue mani forti e accoglie i fedeli con il sorriso sulle labbra. Come è successo quel giorno con un uomo, quello che gli si è presentato davanti dicendo “Don Marco, avremmo scelto questa chiesa per celebrare il nostro matrimonio. La mia futura moglie è rimasta incantata dalla bellezza del luogo. Se lei è d'accordo. La mia fidanzata sarà qui a momenti”
E, dopo pochi minuti, la vide.
Maria Chiara. In tutti quegli anni era cambiata, era più bella, più in carne, più donna. Ma aveva negli occhi sempre quella luce sbarazzina di quando erano ragazzi. Lei, lì per lì, non lo riconobbe, ma l'incertezza durò pochi istanti, il tempo di farsi chiudere la sua mano in quella del prete.
E Don Marco disse sì. Li avrebbe sposati. E avrebbe avuto la facoltà di dare a un altro uomo una cosa preziosa che un tempo gli apparteneva. Di benedire un'unione e cedere la cosa più bella che gli fosse capitata in vita sua. La donna per la quale lui adesso si trovava lì, dietro quell'altare, a confortare, rassicurare e infondere speranze e amore alle poche anime di quel piccolo paese arroccato sulla collina.
Le nozze furono celebrate in un afoso sabato pomeriggio di Luglio.
E la gente si commosse, e parlò con sospiri e deboli sorrisi e tramandò questa storia fino ai giorni nostri incrementando ogni volta con particolari personali, come tutte le storie passate di bocca in bocca. Io ho cercato di raccontarla in modo semplice, senza farmi influenzare e cercando di cogliere e lasciare intatto il vero protagonista di questa storia: l'amore in ogni sua forma.
Ecco, io stamani forse ho anche la febbre. Ma sto post mi è uscito così.
Voi avete belle storie che si tramandano da famiglia e famiglia?
Avete voglia di raccontarmele?
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Ciao Simo, che storia bellissima. Io vivo in un paese piccolissimo di 1500 anime, di cui 1000 ultrasettantenni. Di cose da raccontare ce ne sono tantissime, ma la storia che più si mormora e si tramanda ormai da 43 anni è l'amore segreto tra il parroco e la perpetua, sposata, con conseguente nascita di bimba. Il prete si allontanò dal paese e quella donna rimase col marito. Oppure potrei dirti di quando arrivò 30 anni fa una donna dal sud america con una figlia piccola e si sposò lo scapolo del paese: un putiferio, una rivoluzione copernicana in piena regola, perchè per la prima volta una straniera entrava in paese ed infrangeva il motto Mogli e Buoi dei Paesi tuoi; loro sono ancora felicemente sposati e intanto in paese si sono succedute: prostitute che hanno sfasciato famiglie, badanti che sposano i figli dei vecchi, coppie datate che divorziano, figli che cadono nella droga, nello spaccio o in galera. Un casino di Paese, ma io lo amo molto perchè ognuno è particolare, folcloristico ed esagerato in ogni sua manifestazione. Ah, vogliamo parlare di una vergine(non il segno zodiacale, ndr) coppia giunta al matrimonio e poi divorziata perchè insoddisfatta? Ah, e la storia di lui che si fa le ragazzine sotto gli occhi della telecamera di sorveglianza del bar della moglie?!
RispondiEliminaNo, ma se continuo ce n'ho un fottio da raccontarne! Un bacio malatina....riguardati.
Omammamia!Altro che uccelli di rovo!Che poi ce ne sono mille di queste storie, addirittura c'ho visto un film dove la Gerini va dal parroco per sposarsi e si trova davanti l'ex fidanzato (Insinna), vabbè lei lascia il futuro marito, lui si 'spreta' e tornano insieme, ma quello è un film :-))
RispondiEliminainfatti simo m'hai fatto venire in mente quel film proprio!non mi viene in mente nessuna storia ma se mi si accendesse qualche lampadina ripasso!
RispondiEliminaPS io ti ho "conosciuta" lo scorso anno quando hai votato il mio post dei dettaglia, se ti va di nuovo l'ho rifatto anche quest'anno!
baci e guarisci presto
Ciao Simo!
RispondiEliminaSei sotto una copertina calda con una bella tisana fumante?
Bene.
Che bella questa storia, anche se mi dispiace un po' per Marco...ha trovato la sua strada, ma mi vien da pensare che di notte, la sua mente possa tornare sempre a Maria Chiara e a quello che poteva essere...
Occhei, io sono per l'amore romantico, ma in fondo quel fidanzato e futuro marito mica ce lo ha fatto conoscere questa storia, per cui come posso simpatizzare per la nuova unione?? Ma le storie non vanno come sempre uno vorrebbe e io...sto sproloquiando e non c'ho nemmeno Una buona scusa per questo...
Bacioni,tesorina!
Nunzia
Che bella storia...che posso dire...io non ne ho di così belle. Il quartiere è piccolo, la gente mormora, ma di storie così toccanti non ne sono mai venuta al corrente.
RispondiEliminaChe bel post scritto bene, anche con la febbre. Copriti e metti i piedini freddi vicino al Santo che passa tutto.
love
Le storie che mi raccontava mi madre del paese sono tutte storie molto cruente.... rovinerei la poesia della tua, a scrivertele qui. Gente rude, lì sull'isola delle mie origini materne!
RispondiEliminaUna bella storia, mi è piaciuta....ma no..non è triste!!!I due protagonisti hanno trovato la propria strada!Forse così doveva essere! Tanti auguri, cara Simo, di un anno pieno di serenità!
RispondiEliminaChe bella storia d’amore, mi è molto piaciuta. Penso che le storie giovanili sono quelle più sincere e profonde. Di sicuro che tante persone si riconoscono nelle tue parole. Davvero bella questa storia, complimenti.
RispondiEliminaSara M.
Stasera dolcetti per te!!!!.... vedi di farti trovare e non fare come al solito che fai fare tutto il lavoro a me.... la storia te la racconto un altra volta.... scappo a lavorare!!!!!!!
RispondiEliminaCiao Simo, grazie per essere passata dal nostro blog e aver lascito un commento. Ho curiosato un po' il tuo e ora, prima dirmire mi concedo la lettura di uno dei tuoi post, pescato a caso fra tanti...sperando di sognare di Luca Ward....si, della sua voce insomma...
RispondiEliminaHai una scrittura pungente ed esilarante, mi fai ghignare da morire e addormentermi allegra mi aiuta. ...dici che sto esagerando con le tue letture notturne?
sto cercando di diventare una tua FOLLOWER ma non mi riesce...puoi chiamare la tua amica delle emergenze e risolvere questa cosuccia per me????
mo ci riprovo e vediamo cosa butta.
Torna a trovarci. sei un'ospite gradita.
A presto.
Pat
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCiao Simo....complimenti davvero...in questa giornata invernale con il sole che squarcia il cielo terso, leggere le tue parole è stato un modo bellissimo per continuare la giornata (che non è iniziata altrettanto bene....ho rotto la giacca, pestato una merda e strappato i jeans....TUTTO QUASI CONTEMPORANEAMENTE...e poi dici di te...)...
RispondiEliminaComunque...chi vive in città secondo me perde molto della vita comune...la gente è sempre più diffidente, cerca di stare in disparte e a volte evita quasi di incontrarti...questo è uno dei motivi per cui mi piacerebbe mandare tutto al diavolo e ripartire in un piccolo centro. Quindi io di storie non ne ho, ma ti prometto che quando commetterò l'omicidio plurimo dei miei vicini di casa, sarai la prima ad avere la storia in esclusiva!
Stai bene...
Chiara
Ciao Simo, il tuo blog è sempre uno spasso :) commento poco ma ti seguo sempre! e devo dirti che è uno dei blog più interessanti che ho nei preferiti internet! continua così! un bacione e complimenti!
RispondiEliminaPS. sono Meg del blog Dolce-Meg e sono tornata dopo mesi di assenza, con un nuovo nome e nuovo blog! ciaooo e buon fine settimanaaaa!
PS2. se mi viene in mente qualche storia te la racconto ^^
ciao vuoi fare la pazzerella.....ma haiun cuore troppo grande..tanto che voglio raccontare la storia che ha segnato tutta la mia vita...e la mia famiglia!
RispondiEliminaG.era un meraviglioso ragazzo innamorato di N.una bellissima ragazza sfortunata,il padre morì in guerra,lasciando lei e due fratellini orfani.La mamma si risposa,la fame era tanta in quei tempi,ma dopo poco tempo muore di parto.Per i bambini seguono anni di orfanatrofio...crescono...G e A si fidanzano e partono per il nord in cerca di fortuna.trovano lavoro una bella casa comoda e si sposano!quanta felicità il loro viaggio di nozze giù in paese...la 1100FIAT color crema con la striscia marrone....Tutto sembra andare per il meglio,ma ecco che un brutto giorno G scopre di avere una malattia che in quei tempi era incurabile,unico rimedio una dieta speciale che non da risultati.Sono trascorsi 2 anni dal giorno del matrimonio quando tutto finisce...G ha 29 anni A 25.....G era il mio adorato fratello maggiore e io avevo 14 anni..era il lontano 1968!con affetto dalla Sardegna....
Bellissima questa storia tesoruccia, che vuoi fare? a volte il destino ci rincorre....bellissima e commovente anche la storia dell'anonimo sopra di me....grazie di averla raccontata....
RispondiEliminala mia storia, o meglio, la storia che mi veniva raccontata..
RispondiElimina"Non date retta a chi fuori da scuola (elemenatare) vi regala figurine, sono drogate :O
Ma chi e' cosi' pazzo da regalare della droga!?!
Comunque mai visto nessuno che smazzava figurine! .. magari!!! ahahahah
la peste