lunedì 25 giugno 2018

Pretty Woman


Allora: c'è un tizio, gnocco e brizzolato, che di lavoro compra compagnie per poi rivenderle a pezzetti facendole passare per un affarone, un cazzaro praticamente. Una sera si mette alla guida di un macchinone che riesce a portare come io potrei portare un elicottero sotto sbornia e chiede informazioni a un pensionato intento ad ammirare un cantiere? A una casalinga alla quale spunta il sedano dalla borsa della spesa? A Belèn tra un selfie e un altro? No, chiede informazioni a chi la strada, giustamente, la conosce bene: un mignottone. Lui chiede, lei si affaccia al finestrino e disquisiscono su vie, nomi, cose, animali e città. Qui, fosse stato un film di serie B le battute si sarebbero sprecate, tipo: "Monto in macchina?" "Ah, guardi, la monto dove vuole", invece è una commedia ben congegnata quindi saltiamo i preliminari e arriviamo in Hotel. Qui Vivian spera di concludere qualcosa, ma lui (fantascienza pura) le offre solo champagne e fragoline e non pensa di montarla come una cassapanca Ikea. Lei a quel punto è a suo agio e si pulisce pure i denti col filo interdentale tanto si sente a casa. Il giorno dopo a colazione lei, in un candido accappatoio bianco, se magna diciotto tartine, otto zuccotti, quattordici brioches e ventisei plumcake e lui pensa "Me costava meno portarla a letto", la lascia nella vasca da bagno a cantare Kiss e poi le propone un affarone "Senti bella, qui non si tromba, ma mi dovresti fa' la bella statuina per una settimanetta, ci stai?" Lei al grido di "Mai una gioia... per una una volta che mi capita un bonazzo, ma okay!" accetta. Ovviamente, visto che Vivian se veste con canotte rubate a Yuri Chechi tanto so' piene d'anelli, lui le propone di comprarsi degli abiti consoni. Lei, dopo essere stata sbattuta fuori da diversi negozi tipo cane con la scabbia, torna in albergo lamentandosi col mondo intero che, nonostante abbia avuto con sé i soldi, nessuno l'ha cagata. Qui entra in scena Thompson, il direttore dell'albergo che, facendola passare per la cugina dello zio del fratello de mi'nonna, la affida a Bridget che la porterà da Enzo Miccio che alla fiera mio padre comprò. A quel punto lei, tutta gnoccolona e depilata, con un vestito nero di trina lo aspetta al bar ma lui, non vedendo i cerchi non la riconosce. Lei si volta e gli dice 'Sei un ritardato' lui non capisce e le risponde 'Sei bellissima' lei gli dice 'Non sei più un ritardato, sei solo in ritardo' e vanno insieme alla famosa cena dove lei fa numeri da circo lasciando lumache come fossero frisbee. Nel frattempo Thompson, che era stato tre giorni a insegnarle la differenza tra la forchetta da dolce e quella da carne, si mette le mani nei capelli e pensa 'Lo sapevo: non ha capito un cazzo". Il giorno dopo Edward la porta di nuovo in Rodeo Drive dove lei dilapida la sua carta di credito e, in pieno delirio di onnipotenza che solo il Vacchi è capace di provare, si fa regalare dal commesso una cravatta sfigata color vomito di gatto. In più le portano la pizza, la coccolano, la viziano, la pettinano e le annusano piedi manco fosse la Ferragni. Coi vestitini nuovi Edward la porta a una partita di polo dove viene invitata al passatempo preferito dei presenti che possiamo riassumere in 'Sistema le zolle', perché 'Schiaccia la merda' pareva brutto. Qui Edward si scopre geloso perché lei chiacchiera col biondino della cena delle lumache, e gli fa una scenata chiamandola puttana. Lei cerca di difendersi e gli dice 'Decido io chi, decido io cosa!' perché urlargli contro 'Son tre settimane che me lo prometti e non me lo dai, io in qualche modo devo campa' ' la faceva sembrare troppo ruspante. Litigano davanti al letto ma fanno pace davanti all'ascensore e il giorno dopo lui, con un jet privato, la porta a vedere un'opera a teatro, nella quale lei, rosso vestita da sembrare un angioma, si commuove fino alle lacrime perché ha capito troppo tardi che era La Traviata e non La Tranvata (che sperava di pijà). Il giorno dopo lo passano a piedi nudi nel parco e lui, alla sera, finalmente cede. Lei, scema come noi tutte dopo una notte con Richard Gere, gli dice di essersi innamorata. Graziealcazzo, vuoi un premio? E poi niente, lei rifiuta l'offerta di Edward di continuare a vedersi, così magari da amici eh? e prende un cazziatone da Kit che le dice 'Hai Richard Gere che ti offre soldi, ville, piscine e ogni tanto il cetriolo e tu rifiuti? Ma quanto sei scema da uno a dieci?'. Poi il socio brutto di Edward, quello alto un metro e un pinolo, tenta di violentarla perché ha scoperto che sotto sotto non c'è Impulse, ma una donatrice di organi da viva. Giusto un pelo prima che la finisca a suon di schiaffoni arriva Edward che lo prende a cazzotti e gli dice più o meno 'Ora te lo posso di': mi sei sempre stato sulle palle, ti puzza il fiato, e una volta t'ho pure rubato la spillatrice. Tiè!' E niente, il film finisce con loro che si lasciano perché lei in pratica come lui apre bocca si sente offesa e preferisce tornare in un appartamento piscioso e muffoso pur di non stare in una villa, rivestita da capo a piedi da Prada con Richard Gere che le sbava addosso. Una cretina. Menomale lui non demorde e con una rosa tra i denti come un tanghero qualsiasi, si arrampica sulla scala antincendio e le dichiara il suo amore. Lei lo guarda, ma subito dopo getta un occhio alla limousine lunga 29 metri con autista e pensa: "Vabbè, dai. Sticazzi" e finalmente, cede.
Epilogo: pure quella granculo di Cenerentola le ha fatto l'applauso bofonchiando "Cocca, e ce stavi pure a pensa'? A rincoglionita."


(Foto: Grazia.it)

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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

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