lunedì 16 settembre 2013

Sono un animale da palcoscenico




Quando una è coraggiosa, non ce n'è.
O incosciente.
O cretina, come nel mio caso.
In questo periodo non c'ho tempo manco per respirà e non ho fatto una piega quando mi è stato proposto di ballare per l'ennesima volta su un palco in occasione della fiera di beneficenza. Inutile dire che mi hanno ancora una volta ricattato con la storia che lo facciamo per portare fondi alla scuola elementare "Pori fiji, che li vuoi lascià senza lavagna multimediale?", e per portare fondi e una mano di conforto all'ospizio "Pori nonni, due ore di svago  e una quintalata di pannoloni glieli vorrai dare, spero". E io secondo voi che ho fatto? Ovvio che ho detto di sì. La mattina mi alzo apposta per rendermi ridicola davanti a cinquecento persone, tho!
Diomio che figura di merda mi aspetta.
Io ballerò. E non una volta, bensì due. A coraggio William Wallace mi fa una pippa.
Il primo balletto non mi preoccupa. È un ballo corale, di gruppo, tipo tribù. Se faccio la furbata di mettermi in fondo mi posso muovere sciolta come un'anguilla viva nella pentola a pressione, tipo che vado di qua, vado di là e chi vuoi che mi veda. Chi vuoi che se ne accorga se non vado a tempo.
Il secondo ballo, quello per la serata clou, quello più importante, mi mette ansia. Se ci penso filo al gabinetto. Sul palco, sotto i riflettori, davanti a cinquecento persone io ballerò in coppia con un'altra. Saremo solo io e lei, la mia compare, la mia compagna di sventura, la mia gemella,  la mia gamba destra (perché il braccio è già andato). Lei, così rassicurante, così preparata, così sicura, che quando le ho mandato la mail con il link del balletto che dovevamo provare mi ha risposto più o meno "Non c'ho capito un cazzo".
No, ma son cose che ti mettono serenità. Due anime e una certezza: 'Gnaàfaremomai'.
Io la amo. È incosciente, scellerata e coraggiosa quanto me, non si mette mai i tacchi e dobbiamo ballare sul tacco dodici, porta gli occhiali ma mi ha detto che sul palco viene senza (Ve prego, io già tremo), e in due non abbiamo ancora capito chi sta a destra e chi a sinistra. Ditemi se non è una tragedia questa.
Ma dio solo sa se non ci sto provando. Ho fatto le prove. Il primo step del balletto. Sono sciolta come una gamba di un tavolo di legno massello. Leggiadra come una libellula, una ballerina di Degas. Na roba che se mi vedi ti commuovi. Inciampo pure sui miei piedi, per dire. E senza tacchi, siore e siori!Immaginatevi con quelli. Minimo mi pianto nella scenografia.
Comunque ci sto provando. Cioè, non è che uno nasce ballerino, no?
Il mio problema poi è la memoria. Io ho una memoria fotografica pazzesca. Facce, posti e oggetti me li ricordo anche ad anni di distanza. Ma poesie, canzonette e numeri di telefono detti al volo me li scordo in un nanosecondo. Tipo che se ti stringo la mano e tu mi dici "Piacere, Giulia" io mentre te la lascio mi chiedo "Chi cazz'è, questa?" Non è colpa mia, sono nata scema, che ci volete fare.
Quindi il balletto me lo studio a step. Tipo che lo guardo, memorizzo i passi senza musica, poi con la musica, poi cerco di farli uguale. Perché a vederlo, sto balletto anni '60 famosissimo, ti vien da dire "Ma è facilissimo!E che ci vuole? Lo ballavo da piccina!Va là". Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo Simona che si divincola come posseduta da satana. Non è per niente facile. Faccio i primi passi poi mi blocco, e mettendo l'indice e il pollice sotto il mento (proprio come Poirot quando interroga gli indiziati) mi chiedo "E mo? Che passo c'è adesso?" E il vuoto cosmico mi assale, in quel momento non ricordo manco il mio cognome.
L'unica cosa che mi consola è che sarò irriconoscibile. Avrò una parrucca bionda, ciglia finte, guanti lunghi neri e tacco 12 : praticamente un puttanone. Con tutto il rispetto, eh.
Non chiedetemi che balletto famoso farò. Avete tutti gli indizi del caso: anni '60, in coppia, bionde, guanti neri, tacchi 12 e uno stacco di coscia che lèvati. Ah no, quello ci manca, come ci manca un certo accento tedesco alle volte ci dovessero intervistare.
Io non ve lo dico, mi manca il coraggio. Se volete arrivateci pure da soli e vi avverto: se vi sento ridere vi prendo a mazzate!!





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