mercoledì 29 settembre 2010

IL NOSTRO LATO B





Lunedì era il nostro anniversario di matrimonio.Non il nostro inteso come io e voi.Nostro inteso come mio e di Andrea.E ora tutti in coro a cantare "Macchèccefregaaaa Macchèccenportaaaa...!!!"
Legittimo.
Lunedì è iniziato alla grande con io che di prima mattina esclamo "AUGURI!!!Oggi è il nostro anniversario di matrimonio!Smack!"
"Tesoro, che enfasi!Sai come si chiama questo tuo modo di darmi la notizia?"
"Sì che lo so. E' amore!E' adorazione!E'passione!!"
"No E' terrorismo psicologico"
Per questo lo amo.Perché mi fa schiantare dal ridere alle 7 di mattina.Perché c'è da ridere.
Perché fa delle battute che manco Zelig, perché è un sacco di cose.Una mia amica una volta ha detto "L'uomo perfetto lo hai trovato te!" ed io ho risposto come rispondo sempre "Andrea non è perfetto (perché di fatto l'uomo perfetto non esiste) ma è perfetto per me, per come sono fatta io, per il mio carattere, per ciò che volevo e per ciò che voglio.Lo sostengo pure adesso.Io e lui, magari, con altre persone saremmo durati un anno.
Quindi tutto ciò si riassume in una cosa sola "Abbiamo avuto un GRAN CULO a trovarci" Ecco.
In genere si dice due anime in un nocciolo, due cuori e una capanna. Invece noi sosteniamo di essere due chiappe dello stesso culo.Prova un po' a dividerle. Impossibile.Sempre lì dietro, mai davanti o in prima fila a ostentare il nostro amore, lì buone buone, a volte più in forma, a volte più flaccide. E non tentare di dividere ciò che il Signore ha creato che alziamo la voce, sa? Ci parte un urlo dal buco nero che ti spettina in mezzo secondo. E poi ci proteggiamo l'una con l'altro.Come quando fai le iniezioni.Mica le fai sempre sulla solita chiappa, no?Ti dividi i compiti. Come potete notare siamo anche molto romantici.Direi che avete capito, anche perché se continuo con questa metafora vien fuori che tra le due chiappe adesso c'è un terzo elemento e non è bello paragonare Alice a un'emorroide. Dico io.
Non è stato nemmeno un incontro da film o il classico colpo di fulmine. E' stato un incontro normalissimo che però poteva sfociare in un incontro di pugilato. Siete curiosi?Eh lo so...ma rischio di scrivere tanto. Ve la sentite? E' un sì quel cenno? E' un sì un po' moscetto, la mattina è dura, e con questa cosa potrei darvi il colpo di grazia. Poi vi addormentate al piccì, sbavate sulla tastiera, il computer non va più dalla troppa umidità, chiamate il tecnico, "Fanno 100 euro, signò", date la colpa a me e mi mandate il conto a casa. Come se non lo sapessi. Che...stavamo dicendo? Ah sì.
Era il 1991 (minchia sembro Alberto Angela quando inizia un documentario).
All'epoca avevo 18 anni e poco più.Magra, tonica e in forma che sembravo tornata or ora da Salsomaggiore (degli sfigati). Perché ero così splendida?Perché mi sciroppavo tre allenamenti di due ore a settimana, più la partita il sabato. Vista la mia forma , e graziata da Padre Pio, vengo scelta da una nuova squadra che puntava alla serie D.A fine agosto ho la riunione con la squadra per conoscere le mie nuove compagne e il mio nuovo allenatore, il quale tutto tronfio annuncia subito stile duce "Quest'anno abbiamo rinforzato la squadra e il mio obiettivo è la serie D. Quindi ho deciso di avvalermi anche di un preparatore atletico che seguirà la prima ora di tutti gli allenamenti, che saranno più duri, più lunghi e più frequenti!!"
Sissignore!!!

C’è stato un “merda!” generale che non vi dico. Ci aspettava un anno di duro lavoro. E solo a quel punto scorgo un ragazzo alto e moro in piedi un po’ in disparte. “…Questo è Andrea, il vostro preparatore atletico”

Il mio primo pensiero è stato “Cazzo! Ci mancava pure il preparatore atletico…”

Il suo è stato “Guarda carina quella ragazza…peccato che sia così scurrile” (Quando si dice un signore)

Il mio secondo pensiero è stato “Però che stronzo, mi corteggiano tutti e lui non mi guarda neanche” Quando una pensa di essere figa, non c’è niente da fà.

Il suo è stato “Mai mischiare il lavoro con i sentimenti”

Il nostro pensiero è stato “CON UNA/O COSI’ NON MI CI METTERO' MAI!!!”

Non mi è stato nemmeno troppo simpatico quando ho scoperto che io per giocare pagavo la rata mensile alla società, invece lui per giocare a calcio veniva pure pagato. I precursori del calciatore e la velina.Namobbene.

In palestra Andrea è inflessibile e severo. Non gli sfuggi manco a morì. E’ tutto uno “Scattare! Correre! Muoversi! Più in fretta!Salta!Sei ritardo, SIMO, alza quelle gambe!!!!”

E sì, perché io dovevo faticare più degli altri. E le bimbe che mi dicevano “Secondo noi gli piaci”

“Che culo. Se mi odiava cosa dovevo fare? Scalare l’Everest, buttarmi dall’Empire State Building senza paracadute e fare il triplo salto mortale con mia nonna sulle spalle?”

Io con Andrea ci giocavo, facevo un po’ la gatta come solo noi donne sappiamo fare, quando al telefono mi chiedeva di uscire con amici, facevo finta di sfogliare la mia agenda (rumorosamente, ovvio!) e invece sfogliavo ‘Tutto Città’, tanto per farvi capire che idiota ero.

Ma non poteva funzionare. Eravamo diversissimi.

Lui gran signore, dai modi educati. Un uomo profitterol ‘Dolce ma con le palle’.

Io casinista, sguaiata e un filino appariscente. Una Pretty Woman diciamo. Meno mignotta, ovvio. Cioè diciamo proprio per nulla, perché seguivo sempre il consiglio di mamma.

“Quella cosettalì piace a tutti, sai? Ma solo chi se la merita l’avrà, giusto? Mica vorrai sprecare e sciupare una cosa tanto preziosa col primo che passa, giusto? Prima il cuore, poi la cosettalì. Lo sentirai tu stessa quando sarà il momento adatto per concedere questa bella parte di te. Ricorda: è preziosa.”

Risultato? Per anni ho creduto di avercela d’oro. E la custodivo manco fosse un lingotto di venti chili. Però ciò non toglieva che mi piacessero i ragazzetti e che gli facessi intendere tutt’altro. Infatti prima di noi in palestra si allenava una squadra maschile e io facevo gli occhi da Bambi a Gianluca. Chili e chili di mascara e uno sbatter di ciglia che non vi dico. Con tutto sto vento ci potevi asciugare la biancheria. Gianluca ricambiava questo gioco di sguardi, ci giravamo intorno come due pavoni, ma senza sbilanciarsi e il bello forse era tutto lì.

Ad Andrea non sfuggiva tutto ciò e quando mi vedeva in preda alle giuggiole mi dava gli scappellotti “Vatti a cambiare. Scatta!Se entro cinque minuti non hai cominciato il riscaldamento, 50 addominali di punizione!” Non c’avevo la tartaruga. C’avevo tutte le tartarughe ninja messe insieme.

Siamo andati avanti così per circa due mesi. Con Andrea che si avvicinava a me in punta di piedi e con io che lo respingevo con sempre più fatica, spaventata dal fatto che bensì ci fossero otto anni di differenza, come mi trovavo bene con lui non mi trovavo con nessun altro.Rimanevo affascinata dal tipo guappo con la sigaretta sempre in bocca, ma quando ci uscivo mi dava fastidio l’odore di fumo. Rimanevo affascinata dal bel tipo sempre in tiro, ma quando uscivamo insieme mi dava fastidio perché si specchiava alle vetrine. Rimanevo affascinata dai modi da latin lover del belloccio di turno, ma l’unica volta che ci sono uscita flirtava pure con le altre!Come al solito, non ci capivo un’ emerita cippa. Però un giorno, la svolta.

Ci siete ancora? No perché qua mi sembra di raccontare gli ultimi tre anni di Beautiful.

A Novembre Andrea riesce a strapparmi un appuntamento.Noi due da soli. Suonate le campane. Evviva Evviva.

“Da amici” dico io (stronza)

“Certo, da amici” dice lui (sornione) “Venerdì sera?”

“Okay”

Il venerdì pomeriggio squilla il telefono “Sono Gianluca”

Oh, cazzo!!Oh che meraviglia!! “Sì…”

“Ho chiesto il numero al tuo allenatore…” ( Bravo allenatore!!!) “Ma mi ha detto che forse sei già impegnata….”(vaffanculo allenatore!!!)

“No,no…dimmi…” Oddio che emozione! E’ Gian-lu-ca!!! Non riesco a crederci!

“Volevo dirti se ci possiamo vedere domani sera, magari ci beviamo qualcosina insieme, se ti va…”

Se mi va? Bello mandrappone mio! Però, come mio solito lo faccio morire “Ma…vediamo…aspetta un attimo…sì, va bene.” Manco avessi gli impegni del Presidente della Repubblica.

“Allora ti aspetto al Roxy Bar (nome inventato perché di fatto il locale non c’è nemmeno più), alle 9 e mezza. Ci conto” E scommetto che qui ci schiaccia anche un occhiolino. Sììì!!Bello e dannato!

Da non credere. Io e Gianluca. Dai, sono tre mesi che lo guardo, non è che lo conosco, però è bello. Fisico da urlo, perennemente abbronzato, capello un po’ lungo, un figo insomma. E lui ha chiamato meeeeee!!!

Cinque ore dopo salgo nell’auto di Andrea tutta eccitata.

“Non sai chi mi ha chiamato! Da non credere! Gianluca!” Tanto siamo amici no?Nel senso: se siamo solo amici glielo posso dire, no? Però sono pure stronza perché so che lui ci tiene tanto a me. Ma mi si legge in faccia che sono euforica.Cosa gli dico “Ho vinto alla lotteria?”Eddai.

“Ah.Quello della palestra?” Andrea serra impercettibilmente la mascella. Poco poco. Non tanto. Oddio in effetti a guardarlo bene sembra Ridge.

“Sì, proprio lui”

“Quello che piace tanto a te” mi dice guardando dritto davanti a se.

“Già, ci pensi? Abbiamo appuntamento per domani sera!”Faccio un gridolino. E mi pento. Mi pento di averglielo detto. Dio, che stronza patentata. Non si fa! Cattiva Simo!Chino il capo, lievemente imbarazzata, sulla minigonna giropassera e gli stivali nuovi. Mi sono pure fatta bella per Andrea. Perché questa uscita? Perché sono qui? Non ci sto capendo un cazzo.

Andrea si volta piano verso di me “Ti piace tanto questo Gianluca?”

“Bhè…sì…” Oddio “…nel senso mi piacerebbe conoscerlo meglio…”

Lui fa un sorrisetto, mette con gesto sicuro la prima e parte. “Bene. Perché aspettare domani sera, allora?”

Come?

“Dove andiamo?” domando un tantino allarmata. Che-cosa-sta-succedendo.

“Ti piace Gianluca? Io ti porto da Gianluca. Tanto so dov’è. E’ quello che vuoi, no?”

Oh cazzo! Dov’è che mi porta? Era la sua serata da solo con me e lui mi porta dall’altro? Mi son persa qualcosa. A parte il fatto che se io fossi stata al suo posto, la Simo:

A-L’avrei lasciata per strada dopo averle rinchiuso tre dita nella portiera della macchina

B- L’avrei presa a badilate per questa uscita davvero infelice

C- Avrei mandato a cagare lei, Gianluca, e tutto il cucuzzaro.

D-Avrei comprato una pistola e le avrei sparato per questo affronto.

Ma si sa, io sono io e lui è lui.

Arriviamo davanti al Roxy Bar e vedo subito Gianluca attorniato da delle ragazze.

Scendo di macchina un po’ imbarazzata, non è così che avevo previsto. Non sta andando per niente bene. Mi sento una cretina. Anzi sono una cretina.

Andrea scende di macchina con calma, si appoggia allo sportello, incrocia le braccia sul petto, rilassa la gamba destra sulla sinistra e mi fa “Vai da Gianluca, e divertiti.” Ora è tranquillo. Ha l’aria di sapere il fatto suo, il suo viso è rilassato,gli occhi di chi ha una certezza in pugno. “Se poi lui ti riaccompagna a casa bene, sennò mi trovi qui nei paraggi e ti ci riporto io. Vai, non farlo aspettare”

E lì io mi sono resa conto che di questo Gianluca in fondo non me ne importava una beata mazza.

Io al suo posto lo avrei insultato e pure menato. Invece lui (come in tutti questi anni) non ha mai obiettato o messo in discussione le mie scelte. Mi ha sempre accompagnata e scortata, in tutto ciò che ho fatto. Ha assecondato la mia pazzia, la mia curiosità, la mia vivacità, il mio avventurarmi in cose lontane mille miglia da me (vedi blog) per poi riavvolgermi con un filo invisibile. Che manco io me ne rendo conto. Sono appesa al suo amo e lì sto. E dopo quasi vent’anni boccheggio ancora,quando lo vedo un po’ ignudo. Ma io ancora non lo sapevo. Non sapevo ancora di essere un’orata, voglio dire. Infatti mi avvio non tanto convinta verso Gianluca che, appena mi vede, se ne esce piuttosto stizzito con “Ma non dovevamo vederci domani sera?”

Bingo. Ne azzecco una dietro l’altra. Che bello capire che ti vede volentieri! Scusa se ti ho disturbato!A 18 anni non ero mica come adesso. Ora sarebbe partito direttamente un destro sul suo bel naso.

Una ragazza cinguetta “Chi è lei, Già?”

“Ma chi cazzo sei tu” volevo dirle e invece me ne sto zitta in balia di questo gruppetto di deficienti.

Mi volto verso Andrea che è ancora là che si gode la scena. I suoi occhi rimbalzano da me a Gianluca. Dio, che situazione imbarazzante!Dovrei sentirmi una figa qua in mezzo e invece mi sento stupida, umiliata e mi sta sfuggendo la situazione di mano.

Gianluca alza il mento e chiede sarcastico“E quello chi è?”

“Quello ha un nome, Andrea. Ed è il nostro preparatore atletico.” Mi viene spontaneo difenderlo e mi piace anche ‘sta cosa. Solo che non lo faccio come nei film. Quando sono nervosa mi esce una vocina stridula che sembra mi abbiano sparato dell’elio in vena.

“Preparatore atletico?E pensate di vincere il campionato con lui ?ah ah ah ah!!!”

Un attimo. Ma stà a piglià per il culo? Ma dove è andato a finire il Gianluca che conoscevo?

Anzi no, rettifico: io non lo conosco affatto.

Mi volto di nuovo verso Andrea, per agganciarlo ai miei occhi e dirgli di portarmi via. Ma lui non c’è più e io, in quel momento, mi sento persa. Sono sola, in mezzo a un gruppo probabilmente già mezzo ‘mbriaco, con tre cretine e un deficiente che mi stanno prendendo per il culo e devo sentire frasi come “Ma non lo vedi che ho da fare? Ci dovevamo vedere domani sera, no? Vai a farti allenare, va!” Na figura di merda colossale. Posto sbagliato al momento sbagliatissimo.

Le ragazze ridono divertite a questa battuta e la voglia di dare una craniata a quei bei visi è forte, ma chissà perché non ho nemmeno la forza di ribattere.

Cazzocazzocazzo. Non ho mai capito nulla! Vado alla ricerca di Andrea. Voglio andare via, se non lo trovo, vado in pullman e se i pullman non ci sono vado a piedi.

No, voglio Andrea. Voglio andare via con lui, voglio che stia con me, stasera. Che mi accompagni a casa, me l’aveva promesso.

Finalmente lo trovo.Attraverso il vetro del locale lo vedo scherzare con una ragazza e una fitta di gelosia mi prende lo stomaco. In un nano secondo ho capito tutto.E anche Andrea aveva già capito tutto. Ma se me l’avesse detto, io non c’avrei creduto e avrei mentito perfino a me stessa pur di non ammettere che era lui che volevo.

Sono entrata dentro il locale a testa bassa.

“Portami a casa”

Lui mi ha guardata serio “E…Gianluca?”

“Portami a casa” ho ripetuto.

Lui si è scusato con il gruppo e mi ha scortato fuori dal locale. In silenzio ci siamo avviati alla macchina. Lui col passo sicuro e le mani nei jeans, io con un passo troppo veloce, da imbarazzo, da non saper cosa dire o fare, da “Quanto sono idiota” Durante il tragitto non ho parlato e lui nemmeno.

Arrivati davanti a casa mia ha detto “Ne vuoi parlare?”

“No” avevo le lacrime agli occhi.

“Ci vediamo lunedì agli allenamenti”

Dopo circa un mese stavamo ufficialmente insieme. E son passati 19 anni.

Non so se Andrea sia un uomo perfetto o amabile, so solo che tutti i giorni ringrazio il Signore di avermelo fatto trovare sul mio cammino.

Fare questo, dopo tutti questi anni, mi pare già una cosa bella.

sabato 25 settembre 2010

UNA ZUCCA RIPIENA DI IDEE


Discorsi sminchiati tra moglie e marito:

“Amò, che ci facciamo?”

“Le portiamo al mercato rionale?”

“Le tiriamo ai vicini fastidiosi come se fossero bombe a mano?”

“Le cucio sotto la maglietta così sembra che abbia una quarta?”

“Le metto dentro ai pantaloni così sembro il fratello gemello di Rocco Siffredi?”

"Usiamo come bersaglio tua madre e chi la centra in fronte vince un mongolino d'oro?"

“Le regalo ai bambini durante dolcetto o scherzetto al posto delle caramelle?Così il giorno dopo abbiamo alla porta quelli del Moige?”

“Ci faccio una zuppa anche se non sono adatte e poi moriamo avvelenati?Così finiamo sul giornale con quella bella foto che ci piace tanto?”

“Le svuoto e ci facciamo le maracas e andiamo a suonare con Raoul Casadei?”

“Le mettiamo in piedi e ci giochiamo a bowling? Tanto le palle, se sei in fase premestruale, te le presto io. La dimensione è giusta”


Ecco. Queste sono le NOSTRE zucche. Orgogliosissima di presentarvele. Qualche post fa eravamo molto scettici (ricordate?), ma ora abbiamo capito che abbiamo il pollice arancio. Come il conto.

Sono troppo belline ma numerosissime. Come mi ha consigliato quella zucca ripiena di Letizia, che ne sa una più di Occhioallaspesa, le devo tenere al buio e all’asciutto, così seccano e durano una vita.

Una zucca per la vita. Il mio slogan.

E ora vi faccio lavorare (di zucca).

-spremetevi le meningi e datemi consigli su come utilizzarle al meglio, anche una volta seccate, chessò soprammobili, maracas, giochi erotici, armi letali, ricette o costruzioni Art Attack.

-e poi…okay alla vostra destra c'era un sondaggio dove vi chiedevo se potevo disturbarvi,(ormai adesso è chiuso)e qualcuno di voi ha risposto sì, quindi vi dico che mi servirebbe sapere…insomma…Dio quanto non mi riesce! (mi sembra di rompervi le palle)…ecco…mi servirebbe sapere quale dei miei post vi è piaciuto di più. Non c’è bisogno che rileggiate tutto il blog (chè, siete matti??). No, un post che vi è rimasto impresso, quello che vi ha fatto più ridere (e non c’è nemmeno bisogno che mi diciate il titolo, tanto io capisco al volo, basta che mi diciate chessò…quello dove hai preso lo spazzolone in fronte…oppure quello del mercatino di Natale dove eri mezza ‘mbriaca, quella roba lì, dove faccio le mie belle figure, per capirsi), insomma quello che, se ve lo chiedo a bruciapelo, SBAMM! vi viene subito in mente. Tutto questo SE avete voglia o SE volete suggerirmelo, sennò fa lo stesso. E’ una cosina così, senza impegno. Davvero davvero. Non voglio rubarvi del tempo prezioso, volevo provare a fare una cosa.

Grazie di sopportarmi.

Ah!Le zucche sono 22.

Ventidue.

Venti-due.

Urgono consigli e idee.

Vi aspetto,e male che vada ci faccio una mega festa di Halloween e vi invito tutti!

p.s. Sulla destra ci sono i vostri post più votati, e lo aggiornerò mano a mano.VVB (si scrive così, vero?)

mercoledì 22 settembre 2010

MENS SANA IN CORPORE SANO (tra tutte e due la vedo dura)










Dicono che Facebook sia un social network e, parliamoci chiaro, non so manco chevvordì. A mio parere, se questo blog può essere considerato casa mia, feisbuc per me è una finestra che si affaccia... al mondo virtuale? Macchè!Si affaccia sul cortile dove ci sono le mie dirimpettaie e lì il pomeriggio ci facciamo quattro chiacchere in allegria, ognuna affacciata alla propria finestra nella sua ora d’aria. Lunedì, mi so’ affacciata e ho detto “Stasera ricomincio le lezioni di Total Body…” e mi sono sentita un sacco Russel Crowe ne 'Il gladiatore' perché al mio Click si è scatenato l’inferno.

Le mie amorevoli comare mi hanno urlato stile mercato rionale “Ma sei pazza? E’ troppo faticoso!”

“E’ un massacro!”

“Ma cosa ti salta in mente??!!”

Per poi consolarmi al mio ritorno quando, invece di camminare, strisciavo come un verme da quanto ero distrutta. Ma come son carucce?

Ecco, facevo per dirlo. Ho ricominciato la palestra. E se l’anno scorso è stato veramente un inizio tragico, questa volta è andata meglio.

Non ci credete e vorreste seguirmi in palestra? Andiamo.Prima però mettiamo un po’ di musica:





Eccomi in palestra. Entro con scioltezza ignara del fatto che dopo un’ora sarò rigida come un Ken qualunque dell’82. Davanti a me la mia insegnante ‘The body’, con un fisico talmente scolpito che mi aspetto che il tatuaggio che ha sulla scapola, non sia un gesto trasgressivo ma la firma del Canova. Mi guardo e si rimiro allo specchio e bofonchio un “Cazzo, quanto c’ho da lavorà”.

Io sembro scolpita da uno scultore orbo senza gli attrezzi adeguati. Na roba che mi sputerei.

Però non mi do per vinta, sono qui per la salute!E’ il mio mantra Chi sana vuole apparire un po’ deve morire.E io un po’ sono morta. Tanto per cominciare dovrei rinnovare un filino l’abbigliamento da palestra, perché sembra che vada a pulire le scale, invece che a farmi il fisico. Niente body, niente fuseaux attillati, niente tanga, niente abbigliamento figo alla Jennifer Beals in Flashdance. La mia topaggine in palestra raggiunge il massimo. Ecco il mio abbigliamento:

-T-Shirt extralarge. A volte sono quelle più vecchie di Andrea, a volte sono quelle pubblicitarie. Quindi non sarebbe strano vedere la Simo che zampetta con su scritto ‘Rossi Costruzioni’ con tanto di betoniera disegnata sulla tetta. E t’ho fatto pure la rima.

-pantaloncini extra large. A volte uso quelli da calcio così comodi e freschi che non potete capì. L’unico rischio è che non sai se quella davanti a te che si muove a caso sia Simo o Cassano in preda alle allucinazioni.

-Calzini a righe. Questo è il mio tocco di classe.

-Fascia nei capelli. A volte, devo dirvi la verità, sembro Mami di Via col vento.. Ricordate 'Miz Rosela?'

Comunque sia ero pronta alla mia lezione di Total Body.

La mia insegnante c’ha fatto provare dei nuovi passetti. Praticamente abbiamo saltellato ininterrottamente 40 minuti (in cui credevo di morì e giuro mi pare di aver visto un paio di volte il Creatore), alternando slanci di gambe. A questo proposito vi dico che c’ho lasciato un femore e sono andata a riprenderlo il giorno seguente. Dopo mezz’ora ero talmente in debito di ossigeno che mi sono attaccata all’estintore, fate voi. Ho sudato come non mai. Dice fa bene e si butta fuori le tossine. Io di fuori ci ho buttato anche la lingua. Così lunga e felpata che ti ci potevi fare 'na sciarpa.

Ma sono andata avanti!Incitata da The Body che mi ha detto che mi vede in forma. A Natale un bel paio di occhiali non glieli toglie nessuno. Dopo i primi quaranta minuti avevo i polpacci talmente doloranti che me li sarei tagliati a fette. Sembrava che qualcuno mi mordesse la carne.

“Senti The Body, mi fanno male i polpacci, è normale?”

“Certo!Abbiamo saltellato sulle punte fino ad’ora”

“Oh, bè, allora sto tranquilla.Però ho una specie di crampi”

“Magari sono crampi. Potrebbero mancarti i sali minerali”

“Minerali?Che devo magnà la miniera dei sette nani per stare meglio?”

“ah ah ah!No, prenditi due integratori. Su, prendete i tappetini che facciamo gli addominali!”

A prendere i tappetini ci sono andata volando, visto che di camminare non c’era verso. Non avevamo ancora finito ed ero già bloccata. Evvai.

The Body ci ha spiegato gli addominali che nel mio caso sono diventati i lardominali.

“Piegate le gambe così, a tavolino”

Tavolino? C’ho provato. Le mie gambe sembravano uno sgabello rotto. Tutte storte.

“Poi mani dietro la testa, così. Non state rattrappite, guardate bene in su, verso il soffitto”

Che c’è, un affresco? Che devo guardà? Se sto così, colcà che vengo su. Fatemi stare piegata e rattrappita, vi prego.

“E ora venite su. Nel fare questo movimento inspirate ed espirate…inspirate ed espirate…”

Qualcuno ha dell’ossigeno? Una flebo? Una canna del gas? Un amo da pesca? Che qualcuno si metta davanti a me, mi agganci un amo al palato e mi tiri su come un muggine.Datemi un Sampey qualunque così vengo su meglio.

“Sentite gli addominali lavorare?”

I miei stanno manifestando per protesta. Vogliono fare sciopero, non c’è verso.

Poi The Body ci ha fatto fare anche un po’ di glutei.

“Sdraiate supine, braccia stese lungo il corpo…”

Quale corpo? Qui c’è solo un’anima, perché io so’ morta.

“Bene…gambe piegate e piedi poggiati a terra. Venite su col bacino, su e giù…su e giù…”

Ehm…questo movimento? Dove sembra che stia copulando con l’uomo invisibile? Dove sembra che stia partorendo 18 gemelli sparati a mo’ di missile a ogni movimento pelvico? Dove se continuo, il mio punto G me lo ritrovo al posto delle tonsille?

“Bene, abbiamo quasi finito…ora un po’ di stretching…sedute, gambe divaricate, allungatevi fino a toccarvi le punte…”

Le punte. Forse intende le doppie punte. Thò, mi tocco i capelli, perché se intende le punte delle scarpe, non ci siamo. O mi sfili la colonna vertebrale e mi tiri come un elastico, oppure mi fai una giuntina alle braccia. Anche con un mestolo può andar bene.

“Sentite tirare?”

Devo confessare che mi stanno tirando perfino le orecchie manco fosse il mio compleanno?

“Ora sciogliamo il collo. Fate ruotare la testa prima a destra poi a sinistra…”

Vi invito a fare una prova. Cercate immediatamente un bicchierino di plastica, prendetelo in mano e con un colpo secco stringete con forza. Il suono che uscirà è lo stesso che ha prodotto il mio collo.

Ecco, questa è Simo in palestra. E sarà così fino a Giugno. Che Dio me la mandi buona.

La salute,dico, perché se sono così quando sto bene, non oso immaginare andare in palestra col raffreddore.

Le mie dirimpettaie diranno "Avrai una scusa per non andare!"

Mi pare già di sentirle..

sabato 18 settembre 2010

COLAZIONE DA TIFFANY (dove?)


Oggi, cari amici, mi improvviso Rosanna Lambertucci e parliamo di salute e alimentazione.

Che dite? E’ un bell’inizio di post, vero? Però mica mi si addice. E allora è meglio un “Se la mattina non faccio colazione, potrei anche morì”. Così rende più l’idea.

La colazione la reputo il pasto più bello e importante della giornata. Ci sono tanti modi di farla e vi farò qualche esempio:

il mio babbo per esempio, si alza, va in bagno, si lava e si veste e si beve una tazzina di caffè. In piedi. Lascia tutto sul bancone e scappa al lavoro. Io, con un solo caffè in corpo, manco arrivo alla porta.

Mamma, che visto che lavora in casa potrebbe fare una colazione che dura tre ore, non la fa. Non fa colazione! E’ anche vero che a metà mattinata c’ha una fame che mangerebbe un bue, ma io nel frattempo sono già stesa in obitorio e ho un taglio a ipsilon sullo sterno.

Mio fratello, si alza con moooolta calma, girottola in mutande, si prepara la colazione da solo (?) anche se mamma è a due passi, anche se la colazione per lui è : come babbo. Caffè in piedi senza manco una briochina. Io invece ho bisogno anche di mettermi seduta perché rischio di rovesciarmi il caffelatte addosso.

Ma da chi ho preso? Ad essere sincera io ho cominciato a fare colazione da quando ho iniziato le scuole medie. Praticamente sono arrivata ai 12 anni sempre digiuna. Se ci ripenso mi prenderei a sberle.

Adesso no. L’unica volta che non faccio colazione è quando ho delle analisi da fare (e il risultato del mio digiuno è questo) e sto male. Mi si sminchia proprio tutto l’ecosistema, mi viene il mal di testa, vado in ipoglicemia e potrei arrivare a uccidere (se non muoio prima io).Se il digiuno si protrae per più di due ore sono talmente in stato di ebbrezza che ti nascondo anche il corpo.

Meno male io e l’ammore mio abbiamo trasmesso sta passione anche ad Alice. Questa è la scena dal lunedì al venerdì a casa della Top-family.

Andrea si sveglia e fa colazione da solo, porello. Però se ci svegliassimo anche io e Alice alle 6.30, saremmo porelle noi. Faccio per dì. L’ammore mio mi sveglia con un bacio prima di andare via. Lui mi allieta col profumo del suo dopobarba, io lo spettino con la fiatella mattutina, tanto che a volte deve tornare in bagno a ri-pettinarsi. Al che io mi alzo, espleto tutte le mie funzioni corporali, vado in cucina e per buona abitudine bevo un bicchierone di acqua (me l’ha consigliato il mio medico, sennò colcà!)I primi giorni ho rischiato di vomitare, ma poi mi sono abituata e ora devo dire che non ne posso più fare a meno. E qui aprirei una parentesi:

Come fanno quelle che seguono una dieta? Voglio dire, avete visto che hanno a colazione? Uno yogurt, un frutto e un succo d’arancia. Io le ammiro, davvero. Lo yogurt a me piace ma di primo mattino così ghiaccio e acido non ce la faccio. Per non parlare della mela. Il mio stomaco si ribellerebbe e mi prenderebbe a cazzotti. Io la mattina voglio qualcosa di caldo, e tanto anche, e voglio mettermi seduta e assaporare la giornata che inizia, e prendermi il mio tempo, ringraziare pure il signore che sono sempre viva nonostante abbia russato tutta la notte e Andrea avrebbe potuto uccidermi a badilate, godermi questo momento con la bimba nella cucina profumata di caffè e brioche…Insomma, mi sa che sono una comodona. Che sia caffelatte, cappuccino, brioche o biscotti ripieni poco importa, basta magnà. E in casa. Perché al Bar non mi piace. Non ci so’ abituata. Dovrei mettermi comoda e penso non sia bello presentarsi al bar ancora in pigiama e poggiare pure i piedi sulla sedia del vicino di tavolo.

Invece io e Alicetta, in pigiama d’inverno o in mutande in estate, ci prendiamo mezz’ora per fare colazione. Il sabato e la domenica la situescion cambia, perché ci mettiamo quasi un’ora. A parte il fatto che tra l’essere svegli ed essere in cucina ci vuole lo stesso tempo che impiego io per capire come funziona la videocamera del cellulare. Due ore nette. E poi ci godiamo la colazione tra latte, caffèlatte, brioche , biscotti e chi più ne ha più ne metta. Spesso quando abbiamo finito è l’ora di pranzo. Se vi viene in mente la famiglia del mulino bianco, vi dico: SCORDATEVELA.

Allora: la mamma è superfiga, già truccata alle 7 di mattina, già pettinata manco avesse dormito con un parrucchiere di Via Montenapoleone, già sul tacco 12, e fa colazione in tailleur.

Io sono così superfiga che se ti apro la porta alle 7 di mattina la prima cosa che fai è chiamare un esorcista, non sono truccata e ti c’ho due borse sotto gli occhi che da quanto sono capienti me le chiederesti in prestito per andarci in palestra. C’ho i capelli che sembrano il nido di una poiana, c’ho su le ciabatte delle Winx, e indosso il pigiama antistupro che funziona anche se lo sbatto davanti agli occhi dell’aggressore al posto dello spray.

Il papà della pubblicità è bello rasato, allegro, ha la valigetta di fianco alla sedia e conta i pezzetti di cioccolato nel merendino improvvisando una tombola con quei bambini con le sembianze da cherubini.

Andrea, nel week end spesso fa colazione in mutande, con un po’ di barbetta, ha i capelli gonfi che pare Napo Orso Capo, allegro è allegro ma prima che connetta ci vuole un po’ (infatti l’ultima volta ha messo il sale nel latte), non ha la valigetta ma ha il portafogli e tutto l’armamentario sul mobiletto (così in ordine che per riconoscere la roba devo etichettarla come i reperti archeologici) e non conta i pezzetti di cioccolato. Perché appena sveglio è già tanto se arriva a 5.

I bambini della pubblicità sono già belli svegli, puliti, pettinati, sorridenti e pronti per affrontare la giornata.

Alice a volte arriva in cucina e pare sia appena tornata da un rave. Spesso ha i capelli tutti davanti e non si cura nemmeno di spostarli. Non si riconosce il davanti dal dietro. Infatti a volte le bacio la nuca. Mi bacia e mi abbraccia e si accascia sulla panca. Ha il pigiama sbilenco, è scalza, e ha la verve di un bradipo in coma. Gli occhi sono attenti come quelli di un gufo con la congiuntivite e i movimenti sono lesti e veloci come Speedy Gonzales al compimento dei suoi 105 anni.

Quindi,detto questo, diffidate dalle pubblicità. Se voi invece siete come la famiglia MB (Molto Belli) sappiate che vi stimo e vi ammiro.

Ditemi come fate, così poi facciamo bella figura anche noi.

Eccheccavolo.


mercoledì 15 settembre 2010

OVO SODO




“Ecco qua, forza”

“Simo che fai?”

“Faccio un uovo.Eccheccivuole?”

“Cara, riconosco che spesso ti dai della gallina, ma che ora tu ti convinca pure a fare un uovo, mi pare esagerato”

“Mannò!Voglio fare un uovo per la raccolta di Federica

“Chi?”

“Federica. Guarda, questa raccolta qua:


“Interessante. Che si vince?”

“Che ne so,l’importante è partecipare”

“Mica dobbiamo mangiarla per forza, vero? Mi dispiacerebbe essere ricoverato nel reparto gastroenterologia e non godere della tua vincita.”

“Ah ah ah! Amò, ma tu mi aiuterai”

“Per cucinare un uovo?”

“Eccerto!Però ci vorrebbe un’idea originale, mica posso fare la solita frittatina.Che si fa?”

“Andiamo al ristorante?”

“Sento nella tua voce un velo di sarcasmo, ma ce la faremo!Dai forza su, ho avuto un’idea. Metti questi ingredienti sul tavolo:

-2 uova

-due pomodori

-maionese

-qualche cappero

-un po’ di tonno

-Pepe q.b

“Q.B.??”

“Vuol dire…Quello Buono. Vorrai mica usare un pepe qualunque”

-un po’ di insalatina, via!

-e prendi pure la sac a poche

“Simona che vuoi fare?”

“Vedrai vedrai…dai Procediamo:

su metti a lessare le uova. Prendi il tempo..VIA!”

“Dove andiamo?”

“Mannò, il tempo delle uova. Servono circa 8 minuti per farli belli sodi. Hai preso il tempo?”

“Basta questa acqua?”

“Amò, se ci si tuffasse un grillo si schianterebbe sul fondo del tegamino. Riempilo bene e immergi le uova. Bravo.Prendi il tempo…intanto che sipoffà?”

“Avrei un’ideuzza.. ;-)”

“Mi ci vogliono almeno 5 minuti per calarmi l’abito, non ce la facciamo. Alternative?”

“Una partita a ramino?”

“Vai, prendi le carte”

“Dove sono?”

“Guarda un po’ nel mobiletto”

“Non ci sono”

“Aspè che le cerco io….qui no…sotto i libri no…nel cassetto delle spazzole no…sotto l’armadio no…nelle valigie nemmeno…manco dietro al bidet…Oh Guarda son passati otto minuti!”

“Bene. E ora?”

“Spogliali”

“Poi dici a me di essere fissato”

“Volevo dire sbucciali”

“E’ sempre stato un mio sogno sbucciare uova sode”

“Taci, che intanto io preparo il letto”

“Ma allora?!Son pronto!”

“Ma che hai capito? Il letto di insalatina dove adagiare le uova. Dicono così quelli esperti di cucina”

“Eh, lì tra mestoli e letti chissà che succede…”

“Già, sei pronto amò?”

“Fatto. E adesso?”

“E adesso scapocchia un pomodoro”

“Scapo che? Simo ma come ti esprimi? Parla potabile almeno”

“Okay guarda, così. Vedi? Tagli i pomodoro alla testa, a mo’ di sciabolata. ZAC!!”

“Mi fai paura”

“Caro, perché ti sei portato le mani ai gioielli di famiglia? Però stai in guardia, sarebbe la tua fine se tu mi tradissi”

“Non mi ci far pensare”

“Guarda che bello. Che ti sembra?”

“Un pomodoro tagliato?”

“Ma un po’ di fantasia perdio! Non pare un cappellino?”

“Se lo dici te. Adesso?”

“Adesso lo svuoti e dentro ci metti un po’ di tonno sbriciolato con due capperini, e il pepe. Non lo riempire troppo.Così, vedi? Per dargli più sapore”

“Ah”

“Ora prendiamo il letto di insalatina, ci mettiamo l’uovo sodo che se non ci sta possiamo scapare pure lui per farlo star dritto. ZAC!!”

“Ce l’hai solo con gli ortaggi o con il genere maschile in generale?”

“Dio come mi sento Sandokan!ZAC!”

“In cucina sei più pericolosa di Bigazzi mbriaco. Quello si mangiava i gatti, te fai uno sterminio culinario”

“Culi che? Amò dopo”

“Simo, quant’è che non fai un dosaggio ormonale? Mi sembri un filino su di giri”

“Chi io? Macchè. Guarda, così sta bello dritto!”

“Chiamo il medico”

“Vè vè guarda che bellezza”

“Ma l’olio non ce lo metti?”

“No, c’è già l’olio del tonno e il sale dei capperi. Se vuoi puoi condire l’insalatina a parte. Guarda che belli i miei Ovetti a pois!”


“Già, davvero simpatici.Sembra che abbiano il morbillo. Solo una cosa…Simo mi sa che abbiamo fatto un piatto estivo, quando l’estate è già bell’e finita”

“Dici?Figuriamoci se noi ne facciamo una giusta”

“Nartra cosa: Ti rendi conto che partecipi a una raccolta presentando un uovo sodo?”

“Ma non pare un uovo sodo! Dimmi se non sembra un funghetto!”

“Sodo”

“Un funghetto sodo, un uovo sodo, è uguale!La Fede voleva un uovo, mica ha detto come. Io l’ho pure trasformato.Per me poannà. Ora guarda sono pure ispirata. Potrei cucinare fino a stasera. E tu mi aiuterai. Sìììì!!!!!!Noi due in cucina che ci intercambiamo. Ti metto il grembiulino sexy, ti bendo e ti ficco in bocca cioccolatini al peperoncino fatti da me, poi ti faccio la polenta, ma mi ci vuole l’appoggio di mia madre che io non la so fare e poi friggo i fiori di zucca che ti piacciono tanto, oddio non so farli come tua madre, e quindi chiamerei anche lei e staremo qua a cucinare tutti insieme appassionatamente…! Occhebelloooo!! Vero Andrea? Andrea? A-ndreaaaaaaaa!?!?”

domenica 12 settembre 2010

SIMO DISSE 'TORTA' E TORTA FU


Attenzione!La visione di questo post è consigliata ad adulti e bambini in perfetto stato di salute. Onde evitare mancamenti o shock alla vista delle immagini, si raccomanda la presenza di un medico. Pronti ? Al mio 3 vi apparirà una torta di compleanno fatta da Simo.

1-2-3….

TA-DAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!


Siete sempre vivi? Avete bisogno dei sali? Avete chiamato il 118?

No, non sono stata posseduta dallo spirito di chissà quale pasticcere, mi sono solo impegnata un filino. O ho avuto culo, fate voi. So anche che al confronto con le torte delle mie cuochine food blogger questa torta qua, pare un escremento di un geco, però se pensate che l’ho fatta io (io, ma vi rendete conto?) si può essere abbastanza soddisfatti. E ora tutti insieme a cantare l’Alleluia per l’avvenuto miracolo. Alleluia Alleluia.

La ricetta di questo cheesecake l’ho presa da Imma (mica cotica) che è la regina dei dolci (ne converrete con me), ma ovviamente poi ho fatto di testa mia. Ho fatto un miscuglio che basta e avanza. C’ho messo un po’ di Simonite, tanto pè capisse. Anche il procedimento è alla mia maniera, un po’ sminchiato. Ma il risultato è ottimo. Ho preparato questa torta in occasione del terzo compleanno del mio figlioccio (Baby Killer) che è un patito di Cars. E ci tenevo a farla bene, primo: per non avvelenare i commensali ( mi manca che mi arrestino e poi siamo a posto), secondo: per far felice Baby K con i suoi personaggi preferiti, terzo: per partecipare al contest della dolce e bravissima Antonella (poi mi spiegate la differenza tra Contest, Candy e Giveaway, okay? Vi amo)


Antonellina mia voleva una torta di compleanno. Antonè, poannà? La chiamo C.A.R.S.

Cheesecake A Rischio Salute.

Andiamo con gli ingredienti e la ricetta stravolta, sconvolta e con varianti made in Simo.

Ingredienti:

Per la base
Un disco di pan di spagna. Ora, potete farlo anche da voi, voglio dire ,che ci vuole? Ma potete anche comprarlo già bello e fatto. Voglio dire ,che ci vuole? Ci semo capiti.


Per la crema allo yogurt
-
200 di yogurt greco (non fatevi fregare dalla commessa che vuol darvi uno yogurt qualunque. Pretendete che metta su un sirtaki. Se lo yogurt balla come Zorba è veramente uno yogurt greco)
-2 yogurt muller bianchi (o sennò alla frutta, io ho preso quelli alla fragola)
-60 gr di zucchero a velo
-200 g di panna (io ne ho usata un po’ di più perché poi col
sarchiapone con la sac a poche l’ho decorata. Devo per forza quantificare? Non lo so. Fate voi. A occhio. Insomma è già tanto se mi è riuscita)
-12 g di colla di pesce (non è quella cosa che cola sulle mensoline del frigo dopo che avete dimenticato per due settimane il branzino che vi ha regalato vostra suocera. E’ quella cosa che serve per solidificare. Quella lì. No, non sa di sogliola)
-1 confezione di philadelphia da 200 g (metteteci un post it dove dite che vi serve per un dolce prima che vostro marito se la spalmi sul pane a merenda)

-Succo di pesche sciroppate e un po’ di marmellatina ai frutti di bosco.

Una fialetta al limone (che non è quella che prendete quando avete la diarrea. Sono quelle aromatiche da cucina)


Per la decorazione
Ecco. A proposito di decorazione. Tutto sto pappiè di Cars l’ho comprato all’iper al reparto decorazioni dolci. C’erano pure le candeline. Na roba che non vi dico, sarei voluta tornare indietro di trent’anni per avere anch’io le mie candeline da Brutta addormentata nel bosco.

Procedimento:


In una terrina versare i 2 yogurt bianchi, quello greco e la philadelphia ed amalgamarli bene(potete usare anche un frullino elettrico oppure una frusta, o sennò potete salire su un vibromassaggiatore e tenere l’occorrente in mano. Tutto si mescolerà a dovere e a voi si scioglie la cellulite. Se siete così fortunate a non averla, non siete più mie amiche. Io invece c’ho anche la buccia d’arancia che all’occorrenza gratto pure sulla torta margherita), aggiungere lo zucchero a velo attraverso un setaccio o un colino (in mancanza di ciò potete usare, come insegnano le Giovani Marmotte, un collant. Magari pulito, altrimenti tanto valeva usare del gorgonzola al posto della philadelphia). Nel frattempo mettere la colla di pesce in acqua fredda. Lì per lì sembrerà che non si sciolga una beata mazza, ma, soprattutto se pregate, si scioglierà. Come no. Montare la panna (per fare ciò puoi assoldare un tipo alla Mastrolindo che con i suoi potenti muscoli ti monta la panna in quattro e quattr’otto) e amalgamarla allo yogurt. A questo punto la colla di pesce dovrebbe essere pronta, andate al recipiente, prendete la colla, che sarà diventata molliccia e trasparente come una medusa (Dio che schifo!), strizzatela come un paio di mutande dopo il bucato e mettetela in un tegamino a scaldare con 2 cucchiai di yogurt. Dopo che sarà sciolta (e avrà il colore dell’olio lavato) versare la colla di pesce nella terrina dove sta tutta l’altra roba. Mettete il disco di pan di Olè! in un cerchio apribile (sta cosa mi sa un sacco di circo) e bagnarlo con il succo delle pesche sciroppate. Sparateci anche la fialetta al limone. Versare tutta la crema e livellate un pochino con la cazzuola. Lasciate in frigo per due ore. Nel frattempo con la panna avanzata potete mettere in scena
l’Ultimo tango a Parigi con vostro marito, oppure insegnargli come si lavano i piatti senza che la cucina diventi una laguna che manco Venezia, o spiegargli che la sac a poche è un attrezzo per decorazioni e non il cono per la pulizia delle orecchie. A questo punto tirate fuori di nuovo la torta e riaprite lo stampo. Se Padre Pio vi aiuta dovrebbe stare ritta e in forma da sé. Aiutandovi con un coltello ( o al limite con una lima) spalmate un po’ di marmellatina ai frutti di bosco su tutto il bordo della torta. Montate l’altra panna che vi è rimasta (già che ci siete fatevela montare dal muratore che vi ha prestato gli attrezzi) e mettete tutto nella sac a poche.

Decorate la torta a vostro piacimento. Un po’ così e un po’ così. Poi cosà e un po’ così. Splat splat qui, e poi giro giro un po’ di là. Ualà! Il gioco e fatto. Io c’ho piazzato sopra le decorazioni di Cars e via.

La torta, strano a dirsi, era buonissima. I commensali hanno gradito. La mia amica del cuore Veronica (era pure il suo di compleanno. Quando si dice scegliersi bene le amicizie) le ha fatto pure le foto col cellulare. Son venute così bene che sembrano fatte da un orbo in preda a un raptus di follia e il mio amico del pancreas Orazio ne ha mangiate ben due fette. Almeno, me ne ha chieste due. A dire il vero stamattina la gatta l’ho trovata ingrassata minimo minimo di due chili. Baby K ha gradito molto e si è accaparrato subito la macchinina, ha tuffato le dita nella panna, ha ciucciato le candeline e ha sputato sulla torta. Ma dice di aver gradito. I genitori, F&S, commossi, manca poco si mettono a giocare sul tavolo improvvisando una pista con le cialde decorative.

Ah, dimenticavo: dopo averla decorata rimettetela in frigo, prima che si ammosci come un ammennicolo di un ottantenne che si è dimenticato di prendere il viagra.

E prenotate la palestra. Perché qua tre chili ci scappano di sicuro.

Baby Killer immortalato prima che si mettesse le candeline nel naso, tirasse la panna col cucchiaino a mo' di catapulta e riempisse di bacilli tutta la torta. Ma gli è piaciuta. Oh se gli è piaciuta. La mamma mi ha telefonato poco fa: Baby K ha la diarrea. Giuro che io non c'entro.

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