mercoledì 23 gennaio 2019

LE INSIDIE DEL SUPERMERCATO

Già da fuori se hai Saturno contro non trovi posto nei primi blocchi, ma ti tocca il loculo lontano diciotto km dall'entrata e venticinque dai carrelli. Che in caso di pioggia smadonni come un camionista al quale si sono bucate tre gomme. Il tempo che impieghi per portare il carrello al suo posto e tornare alla macchina è lo stesso che impieghi per imbiancare casa.
Ovviamente hai preso il carrello storpio, dopo aver infilato la monetina in sette carrelli con la chiavetta murata che non si schioda. Quei carrelli sono lì dal '92.
La prima tappa è il bidone della spazzatura per vuotare il suddetto carrello da scontrini, guanti della frutta, liste della spesa, sacchetti vuoti di patatine e se ti va di culo una sciarpa di lana merinos in inverno e un'infradito a luglio.
Poi entri e se non hai la pistolina spara prezzo ok, puoi passare ai tornelli, altrimenti ti tocca registrare la carta, cercare la tua pistola che spesso:
non va
non la trovi perché non si illumina
la trovi e mai una volta che tu la metta nel verso giusto dentro il portapistola
Finalmente sei dentro e in genere c'è subito il reparto frutta che ha quell'insidia del sacchettino. Tu vai a tirare il rotolo e se tiri troppo piano non si stacca e formi una fila dietro di te che manco ai cessi delle donne in Autogrill, ma se tiri troppo forte non solo rischi di dare una gomitata a quello dietro, ma ti salta il rotolo con un guizzo srotolandosi tipo carta Regina fino al banco macelleria. Nel frattempo, come se avessero vita propria, saltano pure tutti gli altri perché sulla mensolina due sono infilati nel bastoncino, mentre altri 9 sono lì a non fare un cazzo.
Ti metti il guanto. Eh. Se riesci ad aprirlo. Ho visto gente prenderci la pensione. Gente che ci soffia dentro, che lo struscia tra le mani che ti chiedi 'Ma che fa, accende il fuoco?', che usa le pinzette, le forbici, la fiamma ossidrica. 
Poi dopo quattro mesi ce la fai e provi a infilarlo, che se hai le mani poco poco sudate non ti entrano nemmeno se piangi in turco. E sbagli sempre: il pollice lo infili dove va il mignolo, perché ci sarebbe pure un verso. Ovviamente per prenderne uno ne fai cadere una caterva.
Prendi le banane e poi le mele e i finocchi e le melanzane. Le cose che puoi fare sono due: 
o per ogni ortaggio fai la giratina alla bilancia
o ti fidi della tua memoria e fai gruppi di quattro tipo 'Ok, allora: le banane tasto 26, le mele 45, i finocchi 82, le melanzane 78. 26 45 82 78 . 26 45 82 78' lo ripeti come un mantra e LA SAI. SEI PREPARATA. Poi alla bilancia trovi la vecchietta che confusa si gira verso di te e fa 'Scusi, cosa c'è scritto là? La bietola 63? O 53? E le carote? 71?'
Quindi ti confonde, non ti ricordi un cazzo e devi recarti a ogni cassettina per rivedere tutti numeri.
Finalmente tocca a te ed è finita la carta, ma non osi chiederlo all'addetto perché ti fa paura quel messaggio minaccioso NON ATTACCARE GLI SCONTRINI ALLA BILANCIA e metti che ne trova uno dei broccoli e poi dà la colpa a te.
Poi vai al reparto panetteria. Solerte e precisa vai a prendere il numerino, ma anche qui sono finiti. Presa dall'ansia di essere attaccata da qualche Goffredo con 'Eh! Va preso il numerino!', chiami subito un addetto per fargli notare la cosa. Il ragazzotto arriva tira su la linguetta, apre la chiocciolina e ti fa 'No, non sono finiti, sono solo rimasti dentro.' Ne fa scorrere qualcuno e tu prendi il tuo numero. Ovviamente la stessa cosa si ripresenterà dopo qualche giorno e alla frase di una donnina 'Sono finiti i numeri' tu esordirai con 'Ma no signora, non sono finiti, sono solo rimasti dentro. Guardi.' Tiri su la linguetta, apri la chiocciolina e sono finiti per davvero.
Tu hai il 56 e mentre la panettiera ha finito di servire il 55 dietro di te qualcuno grida 'Mi scusi, avevo il 51! Ero al banco gastronomia!' 
'Io il 49!'
'Io il 18! Mi piangeva il bimbo.'
Poi, scansando come in una gimcana le sempre presenti caprettine gialle con l'omino che svirgola sul pavimento al grido di 'ATTENZIONE PAVIMENTO BAGNATO' ti rechi al reparto macelleria dove ti verrà soffiato il vassoio che avevi adocchiato e dove il macellaio ti sorride sornione mentre prende a mannaiate una bistecca.
Il tuo percorso verso la cassa sarà reso difficoltoso anche da una serie di personaggi tipo:
quello che lascia il carrello a cazzo de cane in mezzo alla corsia e va a farsi un giretto
quello che non solo lascia il carrello come quello sopra ma lo tiene per la maniglia quindi crea proprio un passaggio a livello tra i budini e lo zucchero di canna
la donnina piccoletta che ti agguanta per il gomito e ti fa 'Oh lei, GIOVINE, visto che è bello lungo me lo prenderebbe il purè lassù in alto?'
quella che non chiude mai lo sportello del freezer
quella che lo apre con talmente tanta foga che a momenti te lo pianta nel naso
quella che lascia il marito a guidare il carrello e che fa avanti e indietro nelle corsie. Non sapete quanti mariti smarriti vengono trovati a chiusura.
Promoter con il loro banchino di cartone rigido che, con un sorriso meraviglioso, stanno lì per farti assaggiare il nuovo formaggio del nonno dell'alpe, o la crema ai carciofi biologica che ti spalmerà su un crackers che ha visto giorni migliori o farti annusare la nuova fragranza alle erbe aromatiche di montagna del nuovo detersivo per lavatrici.
In più, se ti sei lasciato ammaliare da tutto ciò, ti darà pure un codice sconto da presentare alla cassa che tu ovviamente, una volta arrivata là, avrai perso.
E la cassa è un mondo a parte, dove arrivi dopo aver scavalcato diciassette cestelli lasciati sul pavimento da gente che 'Mi servivano solo cinque oggetti, ma ho fatto male i conti e mi serve un carrello.' Ovviamente i cestelli sono pieni di prodotti pubblicizzati dalla promoter in tailleur nero con fazzolettino al collo tipo hostess, per cui se sei un uomo e lei era parecchio gnocca, è tutto nella norma.
Quindi quando vi arriverà a casa dicendovi 'Guarda cosa ti ho preso: un detergente al profumo di rosa canina più la crema corpo alle bacche di goji e già che c'ero pure il solvente per unghie glitterate, ma quanto ti amo?' chiamate il direttore del supermercato e complimentatevi per l'avvenenza delle sue promoter.

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