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lunedì 13 marzo 2017

'Come hai detto che ti chiami?' Il grande giorno.



Quando le persone hanno a che fare con eventi importanti della loro vita, in genere si crea un'ansia che non fa dormire la notte. Tipo è risaputo che la sposa (o lo sposo) la notte che precede il matrimonio non riesca a riposare bene.
Ecco, io quella notte feci otto ore di fila, in pace e beata come un bambino al quale sono state date dosi massicce di camomilla.
Questo per dire che io sono arrivata alla presentazione sì, piuttosto di fretta, ma anche piuttosto tranquilla. E l'unica cosa (come per il mio matrimonio) che mi ha fatto stare tranquilla è stata la consapevolezza di poterla fare a mia immagine e somiglianza (Leggasi: presentazione allegra, dinamica, un po' fuori da gli schemi e non convenzionale.) E di questo devo ringraziare il Sindaco di Calci e la Vice Sindaco perché mi hanno lasciato letteralmente carta bianca e accettato di buon grado i siparietti e i miei sgabelli (che abbiamo agguantato appena finito il discorso del sindaco e piazzati davanti per la presentazione)

Sono arrivata alla sala Consiliare coi capelli che già davano segno di cedimento perché ovviamente rispecchiano la mia persona (fanno quel che cazzo gli pare) e gli anfibi al posto del tacco dodici perché se avessi fatto le scale con le scarpette rosse la presentazione si sarebbe svolta in ortopedia.
La sala è molto grande e mi assale un dubbio amletico "Riuscirò a riempirla almeno un pochino?". Lì per lì sono tentata di assumere qualche comparsa o al limite mettere qualche cartonato, perché vi posso assicurare che mette soggezione e si rischia pure l'eco.
Ovviamente non ero sola ma avevo il mio staff fidato fatto di amiche e badanti, le quali hanno pensato al punto ristoro, a piazzarmi i libri e i fiori e ad allungare prontamente un braccio per evitare di cadere una volta indossati i tacchi.
La sala piano piano ha cominciato a riempirsi, persone che conoscevo, persone nuove, gente che non avevo mai visto mescolata alla mia famiglia e qualcuno che si è fatto pure un bel po' di km per la nostra Toscana pur di esserci.
Non sono mancate le mie solite figure di merda del tipo "Piacere, io sono Jessica."
"Ciao Jessica. Mi fa molto piacere che tu sia qui. È bello vedere facce nuove."
"Veramente siamo amiche su Facebook."
Avanti così.
Il pubblico è stato partecipe e ridanciano. Qualcuno ha avuto il terrore di essere interrogato dalla sottoscritta "Come ti chiami? Conosci il significato del tuo nome?" e si nascondeva dietro le seggioline sperando che mi si seccasse la gola all'istante.
Dopo qualche lettura, l'intervento della mi'mamma, la commozione del mi'babbo e la risposta di mia zia "Valerio!" alla domanda "Quale personaggio vi è piaciuto di più?" la serata si è conclusa letteralmente a tarallucci e vino. Sembrava una grande festa: risate, foto divertenti, il buffet e chiacchiere spensierate hanno fatto da cornice al firma copie dove io non ho avuto manco il tempo di mettermi seduta. Un grande, allegro caos, come mi si addice. Ci mancava la palla stroboscopica e la musica anni'80 e poi eravamo a posto. Mmh... potrei farci un pensierino.








Tutto questo è stato possibile perché sono stata affiancata da persone speciali:
Sara, la mia editor che temo mi conosca più di mi'madre e mi asseconda in ogni mia follia.
Maria Luisa che ha pensato alla location, ai contatti e al buffet in maniera impeccabile. È una PR ineccepibile e un'amica dal cuore grande.
Simona che in silenzio e con discrezione si è resa disponibile a portare borse, spostare cose e il suo "Dimmi cosa devo fare, sono a tua disposizione" è stato molto rassicurante.
Gabrielle che ha allietato tutti con i segnalibri scritti in gotico dalle sue manine. A un certo punto aveva una fila talmente lunga che pareva di essere al supermercato al banco salumi quando c'è il prosciutto in offerta.






E poi Giovanna, Samantha, le due Silvia che mi hanno coccolato, incoraggiato e hanno gioito con me.

Insomma, più che una presentazione è stata una grande festa con al centro Come hai detto che ti chiami?, i suoi personaggi, la famiglia Randazzo che con le mie parole si è mescolata alla famiglia Fruzzetti, le risate, qualche aneddoto, le mie scarpette rosse, il fotografo (il Santo) che invece di fare le foto se stava a magna' le tartine, i complimenti del Sindaco e della Vice Sindaco che hanno gradito questa virata bizzarra rispetto alle presentazioni canoniche e tanta partecipazione che mi ha scaldato il cuore.
Sì, alla fine quando la sala si è svuotata, ho tolto le scarpe e ho camminato scalza. Come del resto feci il giorno del mio matrimonio. Ché, avevate dubbi?

Grazie di cuore a chi ha partecipato fisicamente e con il pensiero. È stato bello avervi con me.

Simona







martedì 7 marzo 2017

Presentazione di 'Come hai detto che ti chiami?'


Bimbi belli, sono sparita da questo blog che manco un mazzo di carte in un numero di Silvan ma da quando è uscito il libro qui è tutto un fermento. La cosa mi entusiasma moltissimo perché sono già uscite delle belle recensioni, (le potete leggere nella pagina apposita: qui. Adoro dire 'pagina apposita')  delle iniziative alle quali parteciperò e la preparazione della presentazione che avverrà il 10 marzo (che probabilmente, vista la mia indole, gestirò come un numero di cabaret).
Queste tre settimane sono state molto colorate, il verde Tiffany mi ha letteralmente invaso. In casa non si parla d'altro, sulle mie pagine social pure perché il romanzo sta piacendo tanto e mi fate gongolare come un nano 'mbriaco qualsiasi. Ricevo tantissimi commenti, alcuni allegri, altri molto profondi, altri ancora di totale empatia, come se vi avessi scavato dentro e questo non può che rendermi felice e orgogliosa di quello che faccio. Non è facile per me parlare di questo libro, lo faccio condividendo tutto quello che mi arriva e ringrazio chi mi ha fatto le recensioni su Amazon e a chi me le farà, a chi ha condiviso post ed eventi che mi riguardano e tutti quelli che mi hanno mandato un messaggio privato pieno delle loro sensazioni al riguardo. Mi stupisco di come un libro del genere vi possa emozionare o far scendere una lacrimuccia di commozione. E mi piace.
Avrò modo di parlarvi di più alla presentazione dove faremo delle brevi letture e vi racconterò qualche retroscena, quindi se siete in zona vi invito:

Venerdì 10 Marzo alle 18.00 al Comune di Calci (Pi). 

Io vi aspetto sul tacco 12 (tanto starò seduta!) tanta emozione e molta tachicardia. Faremo pure l'aperitivo che, voglio di',  dopo una presentazione è la morte sua. In più sarete omaggiati di una cosa moooolto carina e particolare come mio speciale ringraziamento per essere con me in questo giorno speciale.
P.S. Ci sarà la mia vera famiglia e la famiglia Randazzo e chissà cosa verrà fuori, tremo alla sola idea!

Grazie di esserci, ancora una volta.







martedì 31 agosto 2010

BUON COMPLEANNO BLOGGHINO!!!!




Ebbene sì, pare ieri ma è passato giusto un anno dal mio primissimo post. AUGURIIII!!! Pereppèppè!! Pereppèppèèè!!! Scusate. Da quando cioè mi son messa in testa di aprire un blog (ho fatto 'na cazzata?). Il primo post la dice lunga. La domanda era “E ora?” della serie: che faccio? E io che ho fatto? Ho scritto post (questo è il 152° per la precisione e se me lo chiedi a bruciapelo ti rispondo “Quanti ne avrò scritti? Mah…una trentina”, per dirvi quanto so far di conto. Però adesso compie il primo anno di età ed è tempo di fare un bilancio. Se mi guardo indietro è positivo abbestia. A un anno sa camminare da solo. Da principio teneva la manina ad alcuni di voi, ma grazie alle vostre dritte e ai vostri consigli e soprattutto al vostro incoraggiamento da un po’ di tempo si è staccato e cammina da solo. Ogni tanto inciampa e prende delle tranvate non indifferenti (come quando rischio di cancellare tutto perché non so usare il computer)ma insomma, fa parte del gioco. In questo anno si è nutrito dei vostri commenti ed è cresciuto sano e forte. L’alimentazione è molto importante e questa dieta a base di commenti belli, sani, genuini, strasimpatici e fatti col cuore, fanno sì che lui cresca bene. Si è abbeverato alla fonte dei vostri blog, dove ha attinto non solo freschezza e purezza, ma pure spunti, curiosità e semplice divertimento. Ha imparato anche a parlare. Ricordo la prima volta che ha detto “html” che emozione!(sbavava pure un po' detto tra noi..)Oppure quando barcollando mi ha detto “salva bozza”…oh! Commozione pura!Manca poco cerebrale visto che dalla contentezza mi son quasi spaccata la testa inciampando nel tappetino da cucina.Si è acculturato grazie ai nostri scambi di mail, sms, e finestre di Feisbuc. Si è pure cambiato il vestitino ben tre volte. Adesso l'ho preso un po' grandino e di gran marca ;-) e quindi spero vada bene per sempre.

Eh ma con un blogghino piccolo mica è tutto facile.Infatti qualche volta è un po’ stitico. Ve lo devo dire. Cioè, io digito e lui non mi caca, non c’è verso. Allora aspetto, ci vorrà l’ispirazione. E poi a volte è un po’ pigro e mi fa due post in dieci giorni. A volte va a razzo e me ne fa tre a settimana. Vallo a capire. Però lo amo. Soprattutto perché mi ha permesso di conoscere voi. E badate bene, non sono frasi di circostanza, così per dire. E’ la verità. VOI siete il vero motore di questo blog. Senza di voi non sarebbe niente. Sarei semplicemente una rinco che scrive le sue minchiate e va là. Invece mi supportate, mi sopportate, mi ispirate, mi date la spinta a scrivere di un determinato argomento, mi date la gioia di scrivere e di condividere, che per me è fondamentale.Vorrei avere più tempo per godere delle vostre pagine e vivervi di più, ma proprio non mi riesce, mi manca il tempo materiale. Come a tutti, no? Cioè, come faccio a stare al piccì quando ho una piramide di Cheope di panni da stirare, la lavastoviglie che rutta infastidita perché è da vuotare, il giardino che sta chiamando a gran voce "Edward aiutami tu!" mani di forbice, ovvio, Alice che mi reclama "Giochiamo insieme, mamma?", Andrea che a mezzanotte mi fa l'occhiolino e accenna alla camera da letto...insomma, ci sono delle priorità!Ecchediamine. Ma voi siete voi. E se io non sono con voi, voi siete con me. Non potete immaginare quante volte vi rammento.

Ho avuto l’occasione e l’onore di conoscere tanti di voi, con alcuni è scattata subito un’empatia, una complicità che raramente si riscontra nella vita di tutti giorni. Se un anno fa me lo avessero detto non ci avrei creduto. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da tutto questo. E allora c’è da festeggiare. Con un giveaway? Mannò! Lo sapete che son negata con queste cose.Troppe regole, troppo casino, il mio blogghino ha appena un anno e non è ancora pronto per queste cose difficili e poi, diciamocelo, è incapace perfino a farsi pubblicità. Invece io, donna semplice e pratica, ve lo spiego in tre punti:

- tu commenti

- io estraggo

- tu vinci (se hai culo)

Ecco. Proprio così. Per festeggiare vi faccio io un regalo, questo:

Carine vero? Siamo o non siamo ‘A Casa di Simo’? E allora! E che vi devo regalare un orso?No, non ho acceso un cero alla Madonna e non mi ha fatto la grazia dandomi il dono del cucito. Queste casettine l’ha create appositamente per me la brava Luisa. Sono portachiavi ripieni di lavanda. Ripieni di palline profumate come un tacchino a Natale. Roba che se lo attacchi alla chiave della macchina non hai più bisogno dell’Arbre Magic. Ti pare poco? Siccome io son fissata coi profumi ci aggiungo anche dei prodottini che ho comprato in un’erboristeria:


Tutto qua. Giovedì pomeriggio, diciamo…alle 5?alle 5,dirò stop alle telefonate, metterò tutti i nomi di chi ha commentato in una ciotola e tirerò a sorte. In diretta. Ebbene sì, poi scoprirete come. La fortunata o il fortunato (che dirà oibò!Cose da donne..Ma ce l’avrai una mogliebarranipotebarrasorellabarramadrebarracuginabarrafiglia, alla quale regalare sto pappiè in caso di vincita, no?) verrà contattato e si vedrà recapitare il pacchetto "A Casa di Simo Parfum" . Cioè, puoi sempre andare in giro a dire “Ho vinto due case!”, mica capita tutti i giorni.

In questo modo possono tranquillamente partecipare anche quelli che non hanno un blog e un GRAZIE particolare proprio a loro, ai miei sostenitori con la faccina oscurata, a chi mi scrive in privato, e a chi mi legge e basta.

Augurandovi in bocca al lupo per il sorteggio, vi lascio con qualche stralcio di conversazioni sul nostro pargolo:

“Ho un blog”

“Un che?”

“Un blog”

“Mio Dio…è grave?”

.............

“ah ah ah!Questo lo devo scrivere sul blog!”

“Certo, siete tutti fissati con questi telefonini”

...................

Al telefono “…no, Sara…non ho ancora visto il blog…lo guardo stasera verso le dieci..”

Mia madre “Guarda che Blob lo fanno su rai tre all'ora di cena.Alle 10 l'è già bell' e finito”

...................

Io “I ragazzi (perché nei miei discorsi voi siete ‘i miei ragazzi’, ndr) son rimasti un po’ sorpresi quando gli ho fatto vedere 'rasa il pratino'

Andrea “Tesoro, spero tu parli del blog e che la parola ‘fatto vedere’ sia in senso metaforico. In caso contrario questo è il numero di un avvocato. Divorzista”

.....................

Io “Ho un blog”

Marisa (88 anni) “Cosa è?”

Io “Una pagina dove scrivo le mie cose”

Marisa “E gli altri le leggono?”

Io “Bhè sì, abbastanza, son ragazzi carinissimi e troppo ganzi”

Marisa “Sono tante queste persone?”

Io “No, hmm..un po’, cioè sì, non lo so…”

Si intromette Alberto (54 anni) “E’ un blog di nicchia?”

Marisa “Di minchia??”

...................

Infine GRAZIE a tutti voi, per questo anno passato insieme, per le risate, la compagnia e le chiacchierate che ci siamo fatti, grazie a chi mi segue su FB, grazie a chi mi segue da casa, e grazie a ognuno di voi, così prezioso e unico, e del tempo che mi dedicate ogni santo giorno.E soprattutto GRAZIE DI CUORE per le belle parole nei miei confronti che manco se pagavo mi venivano dedicate, e che ho paura anche di non meritare. Grazie a voi oggi, a distanza di un anno, sono certamente una persona migliore.

E senza di voi la Casa di Simo sarebbe vuota.

Vi lovvo.

Simo

giovedì 5 novembre 2009

TESTA TE CHE TESTO ANCH'IO

E' successo,su FB una mia amica mi ha taggato. A parte il fatto che l’istinto era di urlarle in faccia “Te non tagghi proprio nessuno.Taggati tua sorella!”,e poi ‘sta cosa m’ha inquietato un po’. Che vor dì ‘sei stato taggato’? Cioè, è come dire marchiato, a fuoco come i vitelli? Devo indossare la lettera scarlatta A? (di Anvedi quanto sei ignorante?), qualcuno me lo spiega? Sono taggata. Ho sperato almeno di essere taggata bene. Insomma, voglio dire, una persona come me ci deve avere un bel taggamento. Poi mi sono informata e taggata vuol dire che mi hanno nominato. Stile Grande Fratello. Fischia nel confessionale!E sapete il perché di questo taggamento? Per condividere con gli amici miei un test, delle domandine personali, per conoscerci meglio. Effettivamente le risposte dell’amica mia mi son piaciute parecchio e devo dire grazie a quei signori che hanno avuto questa brillantissima idea di mettere questi test in rete. Sicuramente è un comitato, un gruppo di geni, una manciata di scienziati che si alzano la mattina con in testa le domandine da fare a noi che spippoliamo su internet.Ma vi immaginate la bellezza di questo mestiere? L’intelligenza di queste domande?

“Che lavoro fai?”

“L’inventore di domandine dei test”

“Fantastico!Rende molto?”

“Finché rispondono come Simona, sì”

Sia ben chiaro che io faccio questo test per dar da mangiare a ‘sti poveri disgraziati. Cerco di farlo seriamente però, non scherziamo, che loro poretti c’hanno da mangiarci la pagnotta.

Mi metto le cuffie e via alle domandine!

1-Nome: Simona
2-Anni: 25 + IVA
3-Capelli: Color cacchina di cavallo stitico.

4-Prendere o lasciare: prendere due sberle e lasciarne andare quattro o cinque. E’ un dare e un avere dopotutto.
5-Segni particolari: ovviamente bellissima.
6-Sogni particolari: essere invisibile e ritrovarmi nello spogliatoio della nazionale italiana di rugby.
7-Pioggia o neve: neve. Magari in sella al gatto delle nevi in Canada, in mezzo ai boschi e uno chalet che mi aspetta col camino acceso. Chiedo troppo?
8-Acqua gassata o naturale: naturalmente gassata.
9-Colore: Azzurro
10-Msn o facebook: sono momentaneamente svenuta

c’ho ripensato….posso smettere ora di fare ‘sto test? Hey, signori, dico a voi inventori di test:avete preso la laurea con Cepu?


HAI MAI\TI SEI MAI..

1-baciato al primo appuntamento: Avrei voluto ma loro non mi baciavano manco al terzo. Probabilmente perché non è carino baciare una ragazza se poi decidi di non vederla più.
2-fidato di qualcuno che poi si è rivelato l'opposto di quello che pensavi :sì, di un chihuahua, che si è poi rivelato un mostriciattolo posseduto da Satana che ha tentato di mordermi. Stronzo animaletto!
3-parlato male di qualcuno: sì, ma è legittima difesa, vostro onore!
4-trovato la tua anima gemella:certo. E’ Sant’Andrea, tra poco lo fanno anche beato. Volete un santino?
5-fatto il bagno d'inverno: dove?Al mare? Ma volete che mi prenda una broncotroncopolmopleurite?No, dico.
6-raccontato bugie: sì, esattamente al punto n° 5
7-detto "ti amo " senza sentimento: sì, quando canto la canzone di Umberto Tozzi.
8-creduto nel " per sempre": Sempre
9-cancellato un momento:fatemi pensare… sì, quando sbaglio un disegno cancello un momentino…poi riprendo e se sbaglio di nuovo, ricancello un momentino…ma faccio presto.
10-finto una risata: ah ah ah ah ! No.
11-ubriacato: non ne ho bisogno. Mi volete più ‘mbriaca di così?

Devo andare avanti? Non è già abbastanza? Devo prenderle sul serio queste domande?


1-la cosa più stupida che hai fatto: la sto facendo adesso?No, chiedo.
2-la cosa più pazza che hai fatto: quante pagine di word ho a disposizione?
3-la cosa più bella che hai fatto: non fate questa domanda a chi ha figli,è ovvio.
4-tornando indietro: (che cazzo di domanda è??) … cammino come Michael Jackson.
5-nel futuro: io camminerò come Michael Jackson, tu camminerai come Michael Jackson, egli camminerà come Michael Jackson….nei verbi vado forte.
6-la persona che ti capisce di più:senza dubbio il criceto
7-la cosa più bella che hai detto a qualcuno:sì, lo voglio. Al prete.
8-il posto più bello che hai visitato :seriamente?Il Galles. Ovvio che son dovuta scappare subito perché il Principe Carlo mi voleva impalmare.
9-la cazzata più grande che hai detto: quante ore di tempo c’ho per rispondere a ‘sta domanda?
10-la persona che conosci da più tempo: me stessa
1-un numero: li do tutti i giorni!
2-un continente: nero? Para ponsi ponsi po’!Alle falde del Kilimangiaro? Para ponsi ponsi po’..! Visto che la so? Ho vinto qualcosa?
3-una parolaccia: Davvero vi posso offendere?
4-una cosa che dici spesso: oioi
5-ora preferita: quella in cui mi sveglio. In quel momento realizzo che sono ancora viva e che Andrea non ha tentato di uccidermi nel sonno.
6-posto preferito: che, non si vede? A casa mia!
7-una citazione: fatti una domanda ma tieniti la risposta, per cortesia.
8-canzone preferita: o mai god! Troppe!
9-una persona che non sopporti: me stessa quando spippolo male al piccì e mi si cancella tutto
10-una stazione radio:Houston abbiamo un problema…
11-una scuola: di danza, bella, no? Le altre chi l’ha frequentate?
12-una canzone che ti ricorda il mare: Oimmena ma chi l’ha fatto questo test?Capitan Findus? Macchènnesò!
13-una canzone che ti ricorda l'inverno: Alla prossima domanda ci suicidiamo?eh? Cari i miei geni inventori.
14- cantante preferito:…mmh…vediamo un po’…bè….mmmh…. sono un attimo in bagno.Un po’ di praivasi perdio!

Ancoraaaaaaa??? Non ce la faccio…

SEI
1-arrogante
: se mi ci metto sì, soprattutto quando indosso la minigonna e il tacco dodi…Ops!Avevo letto arrapante. Non posso più rimandare la visita dall’oculista.
2-comprensivo: sì, un po’ dura di comprendonio lo sono.
3-in gamba: due grazie, e che stacco di coscia!Non avete idea.
4-traumatizzato da: ogni volta che mi guardo allo specchio.
5-preoccupato per: l’esito di questo test…
6- sul punto di:…prendere il piccì e scaraventarlo dalla finestra
7-fotogenico: di spalle parecchio, ho una nuca che è uno schianto.
8-lunatico: no, solare, grazie!Protezione otto.
Fai un saluto: come un saluto.A chi? Ma siete cretini?

FINE

Ora telefono a Gigi Marzullo.

E poi vi denuncio.

giovedì 8 ottobre 2009

L' OGGETTO MISTERIOSO

Cosa è questo?


Tre opzioni:


A- un disegno di Alice


B- una scatola di biscotti


C- un tappetino per mouse


Niente di tutto questo (adoro farvi gli scherzi!). Quello che vedete è un libro. Come dite? Si vedeva lontano un miglio che era un libro? Cazzo, pensavo di fregarvi. Dicevo, è un libro di ben 268 pagine.Più precisamente è una raccolta di racconti per bambini, tre dei quali sono miei.

Che ci fanno tre racconti miei in un libro così caruccio? Forse è meglio cominciare dall’inizio…


Circa quattro anni fa, durante una manifestazione, mi viene letteralmente ficcato in mano un opuscolo. Il foglio, piegato a pergamena, invitava a partecipare ad un concorso letterario (Scrittura Fresca) per racconti destinati ai bambini. Non c’era limite di età, limite di cartelle, ed era organizzato da una associazione che si occupa di attività culturali, sociali e ricreative. Spinta da mamma con un “Perché non ci provi tanto sei più bimbetta te di loro e poi non hai nulla da perdere adori scrivere ed è un' ottima occasione per confrontarti con altri dai dev’essere ganzo fossi in te lo farei” (ha detto il tutto senza punteggiatura in quanto ha fatto un discorso quasi in apnea manco fosse Pelizzari), mi son convinta.

Torno a casa eccitata all’idea di poter essere letta e giudicata da una giuria di insegnanti e giornalisti. Non ho mai partecipato a un concorso letterario e non so da dove cazzo iniziare. Magari comincio ad attenermi ai pochissimi dati richiesti. Mi metto al computer e in tre ore nasce Una fattoria in giallo, una sorta di giallo per bambini. Me la salvo sul computer tanto “chissà dove cazzo andrà a finire, anzi lo so nel cestino della pattumiera, chi vuoi che mi legga, c’è gente che scrive molto meglio di me, chi cazzo me l’ha fatto fare….” Sicuramente San Francesco o qualche altro santo mosso a compassione da questa palese umiltà, mi fa un dono. Tre mesi dopo ricevo un telegramma dove leggo che ho vinto il primo premio assoluto. Telefono ad Andrea che mi ripete otto volte “Ti giuro Simo non ho pagato nessuno e non ti ho fatto uno scherzo”.

Telefono a mamma “Congratulazioni tesoro!No, non ho cucito il vestito gratis alla moglie dell’organizzatore”.

Telefono alla segretaria dell’associazione “No signora, non ci siamo sbagliati, è proprio lei. Complimenti!”

Lì per lì manco ci credo anch’io. Al primo concorso arrivo prima? Quanti siamo a concorrere, in due? E l’altro nel frattempo è passato a miglior vita? Mi faccio una domanda “No Simo, non sei andata a letto con uno della giuria quell’ultimo dell’anno dove ti sei ‘mbriacata con mezzo bicchiere di Porto”. E allora non mi resta che crederci. Ovviamente al primo concorso c’è la prima premiazione. Anche lì non so come comportarmi.

Vado con l’abito lungo?

Vado con minigonna giropassera?

Vado in jeans?

Ma più che altro: vado?

La premiazione si svolge al Teatro Rossini del mio paese e il mio racconto viene letto da due attori. E’ emozionante sentir leggere i propri racconti da qualcuno che non sia TUO marito( che li legge a TUA figlia).

Mamma e babbo a stento stanno sulla seggiolina e mamma (dubitavate?) si gira a destra e sinistra e indicandomi mormora “E’ mia figlia!”

“Mamma, ti prego”

“E’ forte ‘sto racconto, no?”

“Mamma ti spezzo la falange, la falangina e la falangetta, levami quel dito da sotto al naso!”

Il pubblico ride durante la lettura, Alice ovviamente c’ha una risata falsa come quelli che sanno già come va a finire una barzelletta. Però qualcuno si diverte e i bambini presenti spalancano le bocchine e ridono di gusto grazie anche alle voci in falsetto degli attori e io sono convinta, invece, che stiano guardando un film di Totò sul telefonino.

Poi con mia grande sorpresa mi chiamano sul palco. Chi mi conosce bene sa che sono molto estroversa e non mi vergogno davanti a niente, ma stare su un palco con il teatro pieno di gente che ti guarda, un occhio di bue puntato sugli occhi, un microfono in mano e un presentatore che dopo averti fatto i complimenti ti chiede “Ci dica qualcosa di lei…”, vi posso assicurare che ti senti a tuo agio come se fossi in un cesso senza porta alla stazione di Pisa. Ovviamente ho fatto una stragrande figura di merda (Andrea ha vinto un sacco di soldi scommettendoci) in quanto non so parlare a modo in privato, figuriamoci in pubblico e ho visto mia madre nascondersi col foulard e mormorare “Mi sono sbagliata, non è mia figlia, è una che le somiglia parecchio”. Il presentatore un po’ sconcertato è riuscito a dire “Lei è simpatica!” e poi con un sorriso forzato rivolto al pubblico ha detto “Abbiamo una scrittrice stravagante!”.

“No, non sono una scrittrice!”

Ho visto un punto interrogativo tra le sopracciglia del nostro Pippo Baudo. Sicuramente si sta domandando “Chi mi avete mandato?” e poi con un colpetto di tosse “Ha scritto un racconto, NOOOO???”

“Bè…sì….”

“Ma non faccia la modesta!Chi partecipa a questi concorsi è uno scrittore!”

“Se lo dice lei…” Avrei voluto contraddirlo. Ci sono delle prove inconfutabili che io non sono una scrittrice e ve lo posso dimostrare. A mio avviso una scrittrice dovrebbe (come minimo)

A- conoscere perfettamente l’italiano (ed è chiaro, come il fatto che Silvio si è trapiantato i capelli, che io non lo conosco)


B- Essere minimo (ribadisco il minimo) diplomata. Se ha la laurea ancora meglio, così quando parla fa un gran figurone. Io c’ho la licenza media, perché giustamente i due anni di Istituto d’Arte non valgono a un cazzo, soprattutto se scrivi e non disegni.


C- Aver almeno pubblicato un libro (e magari non essertelo nemmeno pagato) ed è ovvio che io un libro non ce l’ho. A parte questo, che però è gratis, non è in vendita, non si trova nelle librerie, e che ci è stato donato dall’Associazione.


Non paga di cotanta celebrità alla noattri, il destino ha voluto che tra la giuria ci fosse una professoressa di italiano: Anna. Finita la premiazione (ovvio che hanno premiato anche il secondo, il terzo, il contorno, l’idea singolare, il premio speciale, il premio scuola, la terza B, la quarta A e tutto il comprensorio scolastico) vengo avvicinata da parecchie persone (mai viste in vita mia) che mi fanno in complimenti:

“Complimenti!” “Grazie!” (ma de che?)

“Che ridere!E’ divertente!” “Mmh…grazie…!” (Divertente? Io o il racconto?)

“Si può avere una copia?” --------------------------- (risposta di Simona non pervenuta in quanto svenuta a quattro di bastoni per questa frase da film)

Insomma, dopo aver schivato quelle dodici, tredici persone, Anna-la-prof mi si avvicina e mi dice “Devo averti in classe con me!”

“Giusto!Sarebbe l’ora che imparassi l’italiano!”

“Mannò! Vieni a leggere il racconto nella mia classe!”

Che cosa? ‘sta gente qua sta male. No no no. Cosa le salta in mente?

Anna parte in quarta con il programma “Allora, sei una tipa sveglia, giovanile, ganza e dici parolacce. Paro paro ai miei ragazzi, sei una di loro. Ti voglio in classe!Senza storie, senza no!” mi aspettavo che aggiungesse “e non rompermi le palle!” perché Anna (tanto per farvi un esempio)è un tipo alla Mara Maionchi, quindi fa per me. “Capito? Giovedì mattina sei libera?”

“Veramente lavoro…”

“Giusto!Il pomeriggio?”

“Devo prendere la bimba a scuola…”

“Hai una figlia?”

“Sì!”

“Ommioddio sei piena di sorprese!Chi t’avrebbe immaginato madre?Bene, avrai modo di avere a che fare con la scuola”

Perché nessuno crede che possa essere una mamma? Vabbè sono un po’ stranina, ma con Alice sono normale. O quasi. Anzi è la mia piccola fan. In questo momento mi viene in mente Sandra Milo, Cirooooooo Doveeeeeeeee???????? Che sta dicendo? Ah sì, allora mercoledì.

Mercoledì mattina provo a leggere ‘La fattoria in giallo’ ad alta voce per vedere che effetto che fa. Mmhh…non male, magari se tolgo il dorso della mano dalla fronte è meglio. Non somiglio per niente a Gassman. Arrivo alla scuola media e non so che aspettarmi. Oddio mi pare di essere tornata ragazzina! La bidella esce dalla sua gabbia di plexiglas e mi chiede “Lei?”

L’istinto sarebbe di rispondere “Sono la scrittrice Simona Fruzzetti e sono qui per leggere il mio romanzo a voi comuni mortali. Capisco che con la vostra pochezza non riuscirete nemmeno a capire i miei scritti ma ci proverò perché l’umanità ha bisogni di essere istruita…” naturalmente detto con la erre moscia e finirei con “Adovo i vagazzi!!”

La bidella mi sta ancora guardando in attesa di risposta.

“Mmh…dovrei andare in seconda B, mi aspetta la professoressa…”

“E’ la sorella di uno dei ragazzi?”

Sua sorella? EVVAIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!! Come perché esulto? Era peggio se mi chiedeva se ero ‘la madre’ di uno dei ragazzi!

Arriviamo davanti alla porta e la bidella mi annuncia.

“Simonaaaaaa!!!Vieniiiii!!” Anna mi viene incontro e mi bacia, com’è dolce… “Zitti!Rospi!!” come non detto. Omamma! Erano anni che non mettevo piede in una classe e riconosco il tipico odore…di gesso, di matite appena appuntate, di gomme sbriciolate (i cui caciolini sparsi in terra alla destra del banco), e vedo i chewing gum appiccicati sotto il banco e le scritte con l’Uniposca sullo schienale delle sedie, vedo i banchi con il buco rifiniti con la plastica nera dove mettevo i pennarelli in sosta…e l’inconfondibile puzzo di piedi di chi porta le tennis di tela.

I ragazzi mi guardano incuriositi e sento qualcuno dire “Non è come me la immaginavo”. Mi guardo. Che c’ho? Sono in jeans, scarpe da ginnastica e una felpa grigia, cosa volevano, che mi mettessi un tailleur?

Decido di essere franca “Anna, cosa hai detto ai ragazzi?”

“Che oggi facciamo ‘L’incontro con la scrittrice!’”

“NON-SONO-UNA-SCRITTRICE!!!” Vorrei aggiungere un CAZZO! Ma non mi pare il caso.

“Ma se scrivi racconti cosa sei?”

“Il fatto che tu sappia dipingere non fa di te un pittore, il fatto che tu ami ballare non fa di te Heather Parisi, il fatto che tu sappia cucinare non fa di te uno chef e non puoi prendere il posto di Antonella Clerici alla prova del cuoco!A me piace scrivere. Per fare la scrittrice ci vuole ben altro e io questo altro non ce l’ho. Perché non capiteeeeeeeeee????”

Una ragazzina alza la mano. Eccoci. Ora mi dice “Io ho capito.Il fatto che io stia con Marco, Antongiulio, e Federico contemporaneamente, non fa di me una zoccola” invece mi dice “Anch’io riempio pagine e pagine del mio diario, ma non per questo voglio diventare scrittrice. Mi piace solo scrivere le mie emozioni” L’avrei baciata in fronte. Siamo partiti proprio da lì. Da cosa nasce l’esigenza di mettere nero su bianco pensieri, emozioni, fatti e misfatti. Anna mi ha proposto di prendere il suo posto dietro la cattedra. “Ma figuriamoci!” Me ne sono stata in piedi con il culo appoggiato alla cattedra mentre leggevo il racconto, poi durante le loro domande mi ci sono seduta sopra e se mi rilassavo un po’ di più mi sarei anche tolta le scarpe per la gioia dei primi banchi. E’ stato bellissimo, stare con loro dico. Ovviamente hanno insegnato più loro a me che io a loro, questo è poco ma sicuro, però ho scoperto dei ragazzini diversi, diversi da quelli che fanno vedere al tiggì, ragazzini non insolenti, ragazzini che amano scrivere, ragazzini che si vergognano di dire che scrivono quando stanno male perché per loro se fai questo non sei un ganzo, ragazzine che mi hanno detto “Quando scrivo sto bene” e “Scrivo per me e non per gli altri”, ragazzini belli e con tanta curiosità e voglia di vivere negli occhi. Da un incontro alla scuola media a degli incontri a una scuola elementare il passo è breve. Soprattutto quando questa cosa l’ha scoperta la maestra di tua figlia. Soprattutto quando la maestra ti ha a portata di mano tutti i giorni. Soprattutto quando i compagni di tua figlia ti dicono “Quand’è che vieni? Così ci facciamo due risate!”. Per me e la maestra è semplicemente un ‘Progetto Lettura e Scrittura’, dove possono nascere idee e giochi di parole, per invogliare i bimbi alla lettura e alla scrittura aiutandoli a far volare la fantasia, a creare una storia, a inventare i personaggi e tuffarsi in un mondo fantastico. Fargli capire che ‘leggere’ è ‘crescere’, è ‘arricchirsi’, ed è soprattutto ‘divertirsi’. Cerchiamo solo un approccio diverso davanti a un libro, che per loro significa solo una cosa ‘noia’. Il fatto che lo facciano con me è tutto dire.

Quindi quest’anno mi aspettano nove incontri, uno al mese per nove mesi. Praticamente un parto!

In questi due anni il risultato è stato più che soddisfacente. I bimbi non vedono l’ora perché di fatto si divertono. Sì vabbè, a volte quando leggo le storie porto anche due marionette, ma tanto io non sono l’insegnante! Non avrò mai il permesso dai genitori ma vorrei pubblicare qui una loro foto perché sono m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-i.

E poter stare con 27 bambini, raccontare loro una storia, vederli sorridere, sorprendersi, divertirsi ed emozionarsi, non ha prezzo.

Per tutto il resto c’è il blog.


p.s. Grazie bimbe che con i vostri commenti mi avete dato l’occasione di raccontare com’è iniziato tutto. C’è anche altro, ma un po’ per volta, sennò il blog mi si svampa!




mercoledì 9 settembre 2009

PER UN PUGNO DI LIBRI

Prima di tutto…

AUGURI MARIKA!!!

Oggi è il compleanno di una mia cara amica che adesso è fuori per lavoro e manco leggerà i miei auguri, ma io glieli voglio fare anche qua perché la Marika è speciale. Speciale anche perché ha inventato vari termini scritti che io uso frequentemente:

Fancù (ce la fate a tradurlo da soli?)

Loviù (l’esatto contrario)

Fanbau (se a infastidirvi è un cane)

Ti stimo un tot (quando rimane piacevolmente colpita da qualcosa)

e poi altri che adesso non mi sovvengono.

Auguri cara mia, mi sei mancata…

…cerca di tornare presto, chiaro???

Allora, per un pugno di libri…

Non so voi, ma io per decidere quali libri mettere nel mio profilo c’ho messo una settimana.

Alla richiesta ‘Libri preferiti’ ho cominciato:

“Questo, questo, poi questo….quello, questo…oh sì questo!Questo, quello lassù, questo qui, oddio questo assolutamente!Quello, quello là, questo qua…” Tutto puntando il dito verso la libreria.

La testa di Andrea ha assunto questa forma ? e mi ha domandato “Cosa stai facendo?”

“…questo, poi questo, quello,bellissimo!...scelgo i miei libri preferiti…questo…mmh questo…oh sì sì pure quello!”

“Quanti ne metti, scusa?”

“Tutti quelli che mi son piaciuti un sacco! Questo, questo…”

Andrea scorre la lista e mi dice “Sei già a 27…”

“Perché c’è un limite?”

“Bè no…ma preferiti vuol dire che ti sono piaciuti molto, in genere uno ne mette sette, otto, al massimo una decina…”

“Dieci? Dieci? Oh no! Impossibile! Ne avrò una quarantina!” E non ne ho letti cinquanta, sennò sarebbe pure facile!

E qui mi ha fatto una domanda strana: “Simo, te cosa intendi per preferiti?”

“Per preferiti intendo…” Eh!Che intendo? Intendo un sacco di cose. I miei libri preferiti sono quelli che mi hanno lasciato qualcosa. Ma non qualcosa inteso solo come profondo. Un libro che mi ha scaturito un’ emozione, una risata, divertimento puro, lacrime, commozione (spesso cerebrale) quando me lo batto sulla testa perché non ci sto capendo un cazzo. Quelli che mi fanno mormorare “Che ganzo!” “Apperò!” oppure “Sticazzi!” o “Oddio, e ora?” Insomma un libro che mi ha inchiodato lì quando invece avrei dovuto stirare, pelare le patate o girare semplicemente la frittata di zucchine.

Un libro che mi è piaciuto talmente tanto, che non vedo l’ora di consigliarlo a chiunque mi capiti a tiro, chessò al vicino che sta annaffiando la siepe “Ho finito Dieci piccoli indiani! Lo conosce? No? Lo legga! E’ ganzissimo! Arrivi in fondo e ti accorgi che non hai capito una mazza di tutto il romanzo, ed è lì il bello!Glielo racconto? Allora….” Libri così.

Tuttavia,rileggendo i miei preferiti, mi rendo conto che sono molto commerciale, ma sono libri che hanno per me un significato, spesso dovuto ad averlo letto in quel momento. In un momento particolare della mia vita, magari lo associo ad una scena, a una canzone, a una fumante tazza di thè, a un periodo, ed è bellissimo per quello. Probabilmente alcuni rileggendoli adesso avrebbero un altro sapore, diverso, ma in quel momento sono stati bellissimi. Eccome. Lascio le recensioni tecniche a chi la facoltà di farle, io un libro lo prendo per così com’è. Un libro. Mi piace farmi emozionare, incantare, divertire, piangere,riflettere e me lo godo tanto. Per ogni libro che mi è piaciuto tantissimo mi piacerebbe poterne parlare con l’autore stesso. Magari dirgli:

“Ehy lei!Ma lo sa che mi ha fatto piangere? Eh? Lo sa? Lo sa che mi son scese due lacrime alla pagina 143? E che quando ho aperto la porta al postino avevo due occhi che sembravano due pomodori pachino? Che figura ci faccio col postino? Fosse stato il fruttivendolo, ero in tema, ma il postino!Comunque grazie, soprattutto per la pagina 143”

“Senta lei!Perchè mi ha fatto credere che l’assassino era il maggiordomo, quando invece era il cugino del prozio Frank?Eh? Come crede ci sia rimasta la povera Clarisse? Ma dove le prende ‘ste trame? Le partorisce quando non ha digerito la coda alla vaccinara?Comunque complimenti, m’è piaciuto tanto. Io però l’avevo capito, tzè! Ho dovuto telefonare a Miriam Tomponzi, ma avevo capito!”

Per i film è lo stesso. Me ne sono venuti in mente 82 ma ne ho scritti pochi. Non chiedetemi il criterio (vabbè in confidenza ve lo dico. Ambarabà ciccì e coccò…)

Per preferiti intendo quei film che anche se li dovessero passare su Rai 1 dieci volte l’anno, io me li riguarderei e sarebbe come vederli la prima volta.

Film che mi fanno piangere come una cretina (e credetemi, quando ho anche le cuffie e il plaid sulle gambe sono uno spettacolo di donna)

Film che mi fanno ridere anche sul cesso durante la pausa pubblicitaria

Film che quando ho finito di vederli l’istinto sarebbe di chiamare Raffaele Morelli e prendere appuntamento per 56 sedute

Film che mannaggia non l’ho registrato perché magari se lo riguardo dall’inizio ci capisco qualcosa (vedi il Sesto Senso)

Film in cui mi dico “Ecco, lui è l’uomo che probabilmente farebbe per me” (vedi Spike di Notting Hill).

I gialli per esempio mi fanno venire fame. E’ la tensione, ovvio. Durante un film giallo sarei capace di mangiarmi un kg di pane senza battere ciglio. Quando ero piccola mia mamma mi faceva vedere i film gialli e mi metteva in mano un cantuccio di pane. Era l’unico modo di farmi mangiare.

(mi sa che Morelli lo dovrei contattare davvero) Sono pure orgogliosa di me stessa quando indovino l’assassino, anche se si tratta della fiction ‘Don Matteo’. Il fatto che nel frattempo ci sia riuscita Alice mentre stava vestendo la Barbie cantando una canzone delle Winx e dando la schiena al televisore non mi tocca per niente. Io ci prendo sempre. Dieci.

Film che so così a memoria le battute che chi mi guarda sembra che io sia in sala doppiaggio.

Film che una sera mi fanno mormorare ad Andrea “Penso di amarti più della mia stessa vita” e film che una sera mi fanno mormorare ad Andrea “Scapperei con Hugh Grant anche domattina e non mi sentirei nemmeno in colpa a lasciarti solo con la gatta”.

Film che mi fanno così piangere che sembra che mi abbiano preso a sberle le orbite, e film così divertenti che io e Andrea non riusciamo a smettere di ridere manco quando siamo a letto. Certo però che se lui in quel frangente imita ciuchino non mi aiuta per niente.

La lista potrebbe essere infinita. Chissà quali film strabelli mi son dimenticata.

Se avete qualche film che vi ha steso a tappeto o un libro che vi è rimasto nel cuore, fatemelo sapere, così magari lo guardo o lo leggo. Mi piacerebbe condividere con voi questa cosa . Oddio, l’ideale sarebbe avervi qui sul mio divano Sciatòdacs, col caffè in mano, magari ad aspettare giusto quei due, tre mesi per far sì che venga la neve e che l’atmosfera diventi più calda grazie al camino acceso. Ma siamo ancora in settembre e il massimo che posso offrirvi è una vendemmia nel fine settimana.

Se poi qualcuno di voi scrivendo la propria Top Ten me ne rammenta altri che ho già visto o letto e non mi sono ricordata, sentirete questo: SDENG!

E’ il rumore che fa la mia mano aperta battuta sulla fronte.

p.s. non trovate che ultimamente abbia difficoltà a mettere insieme le parole?

p.p.s O ce l’ho sempre avuta?

mercoledì 2 settembre 2009

PROVE TECNICHE DI TRASMISSIONE


Perché una donna di 36 anni, ancora piacevole per un orbo, altezza media, e con due prugne al posto delle tette, si alza una mattina con l’idea di creare un blog? Perché?

Perché non poteva sapere come avrebbe passato le 24 ore successive alla messa in onda.

Ovvio.

L’idea è nata qualche giorno fa.

“Amore? Sai che pensavo? Vorrei aprire un blog!”

“Un che?”

“Un….mmh…blog”

“Sì?”

Non doveva essere questa la risposta.

“Hai capito? Voglio fare un blog”

“Sì, va bene”

Cazzo, ma chi gliele scrive le battute? Per attirare la sua attenzione mi son messa a ballare il cha cha cha in salotto e intanto gli dicevo “Apro un blog!Cha cha cha!Un blog mio!Cha cha cha!Così ci scrivo cha cha cha!” Niente.

Okay avevo le mutande della nonna e non il tanga, ma mi stavo impegnando parecchio. Alla fine si desta, forse perché era appena finita la partita. “Dici sul serio?”

“Sì, cha cha cha!Che ne pensi?Cha cha cha!”

“Stai pestando la coda alla gatta, ti fermi un attimo?”

“Sì, cha ch….va bene”

“Lo sai fare da sola?Hai bisogno di aiuto?”

“Chi io? Bisogno di aiuto? Ma cosa dici? A colazione mangio latte e megabite! Lo so fare! Tzè! Facevo per avvertirti, amore”

E adesso come faccio? Cosa mi è venuto in mente? Cosa? Al computer sono brava come la mi’mamma a fare la spaccata, e mo’? Sono così brava che la prima volta che sul pc è comparso il messaggio “chiudere tutte le finestre” mi sono alzata e ho chiuso quella che dà sul giardino.

Calma. Ce la posso fare. Devo farcela,voglio che Andrea sia orgoglioso di me. So fare tutto, vuoi che non sappia come fare un blog?

Primo sms : “Paola, sai come si fa un blog?”

Chissà perché ogni volta che voglio un’ informazione o una dritta tecnologica chiamo in causa Paola. Lei sa tutto, in queste cose è troppo AUANTI. E poi me la immagino sempre a disposizione, per qualsiasi tuo problema tecnico, magari con l’auricolare“Salve Centro Assistenza, sono Paola, in cosa posso aiutarla?”

In passato ho rischiato di chiamarla altre tre volte:

-Paola? Non mi si accende la lavastoviglie.Cosa può essere?Certo che la spina è attacc…aspè…è una presa questa?

-Paola? Non mi si chiude la lavatrice.Qui dice max 5 kg. Secondo te tre piumoni e due trapunte sono 5 kg?

-Paola? Non mi funziona il dvd.Come mai? I cd vanno messi uno alla volta?Anche se sul cd c’è scritto “Tutta la raccolta di Ricky Martin?”

Lei è la mia sicurezza, lo sa per certo. Infatti la risposta di Paola non si fa attendere:

“Non ne ho la più pallida idea”

Perfetto. Direi che possiamo procedere.

Digito su Google ma non mi è di nessun aiuto. Andrea mi chiede “Vuoi una mano?”

“Mmh…no…ho digitato qualcosa…ora arriveranno delle informazioni…”

Poi si avvicina come un gatto sornione al pc e dà uno sguardo al monitor “Non riuscirai mai ad avere informazioni corrette”

“Cosa te lo fa pensare? E’ Google! Qualcosa ci trovo!”

“Hai digitato Come creare dal niente un blog tutto mio con l’aiuto del piccì

Ride. Forse non è il caso di rivelare che ancora prima avevo digitato:

Help!Voglio un blog!

Corso accelerato del pc in 65 puntate

Come creare un blog con le proprie mani senza essere Giovanni Muciaccia

Quello che vedete ovviamene è opera di Andrea. Ma poco poco, giusto un filino.

Okay, il blog è pronto. Son contenta. Fino alle due del pomeriggio, perché appena arrivo a casa c’ho la casella di posta piena di vostri messaggi dove mi dite la stessa cosa:

Non riesco a commentare!

Non mi riconosce!

Mi dice di identificarmi!

Come non vi riconosce!Siete amici miei! Cosa vuoi identificare? Cosa vuoi, il codice fiscale?

Te lo garantisco io!Li conosco!

Chissà cosa ho pigiato.

Paola mi scrive che non ci riesce, e mi metto le mani nei capelli. Se non ci riesce Paola…

Mi metto a smanettare a caso, sotto la guida di Paola e Giugi che nel frattempo era stata chiamata dal Centro Assistenza. In contatto c’è anche Martyna che mi fa virtualmente dei massaggi, per caricarmi. Sono all’angolo. All’altro c’è ‘sto sistema che non ne vuole sapere di cedere alle mie richieste. Ora gli lascio andare un destro e lo stendo, brutto programmino del cazzo!

“Va?”

“No, non va!”

“Prova ora!”

“No!”

“Prova te!”

“Chi? Io o lei?”

“Tutte e due!”

“Ma a turno?”

“Guarda ora!”

“Dategli un gancio, perdio!”

“A destra,digita lì, ora!”

“Un bel dritto!Vai, pigia il nome!”

“Non risponde!”

“Fatti riconoscere! Digita!”

“Che vuole, ‘na foto?”

Tra mail, sms, attivazioni blog, e salvamenti non ci stavo capendo più un cazzo e facevo a caso. Giocavo alla morra cinese da sola e quando uscivano le forbici pigiavo un tasto a destra e quando usciva carta digitavo un sì accetto. Non ho la più pallida idea di cosa ho fatto, ma la situazione almeno si è sbloccata.

Finalmente sembra tutto risolto. Alè!! Primi commenti, ora funziona….

Non funziona una beata mazza! Son tutti anonimi! E ma allora blogghino ce l’hai con me! Che ti devo mandare le loro impronte digitali? Cosa vuoi per pubblicarmeli a modino? La lettura della retina? Un permesso speciale del Pentagono? ESIGO i loro nomi, chiaro?

E poi il genio:Miriam mette il nome. Non sono sorpresa, è appena arrivata dal Giappone, chissà che dritte le hanno dato.E' acuta, ne sa una più del nipponico.

Paola del Centro Assistenza c’ha pure la targhetta. Probabilmente è salita di grado e a quest’ora si gode l’aumento.

Poi c'è riuscita pure la Pica...e ho detto tutto.

E tutti voi. Bravi, vi adoro. Mi siete stati tanto vicino in questo momento tragico. Anche perché ieri quando ho visto che non funzionava niente ero tentata di prendere il pc, portarlo in ufficio da Andrea e con la voce di Jack Nicholson e un’ascia in mano, mormorare “Fa’ che stasera i miei ragazzi si possano firmare, altrimenti lo schiappo in due come un cocomero, chiaro?”

Son contenta, senza di voi non ce l’avrei mai fatta.Vi rinnovo il benvenuto e siate a vostro agio come se foste a casa vostra.

Oggi ho provato a mettere due cosine alla vostra destra…

‘na fatica…son già dimagrita due kg…

ma ce l’ho fatta!C'ho pure la benedizione di nostra signora di fatima!

p.s. Il sito Fai di me la nuova regina di internet mi ha aiutata parecchio.

Vi bacio tutti!!!!!

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