domenica 11 settembre 2022

Itinerario viaggio in Inghilterra 2022

 



Di seguito l'itinerario del nostro viaggio in Inghilterra con link di riferimento dei post:


1° giorno: Pisa - Calais 

2° giorno: Calais - Chawton - Ruardean (alloggio nel Gloucestershire) - abbiamo fatto l'Eurotunnel. 

3° giorno: Tyntesfield (NT) - Chepstow Castle 

4° giorno: Charlecote Park (NT) - Stratford Upon Avon 

5° giorno: Bampton - Burford - Northleach - Chedworth Roman Villa (NT)

6° giorno: Chipping Campden - Dover's Hill (NT) - Snowshill - Snowshill Manor (NT) - Broadway 

7° giorno: Highclere Castle (Downton Abbey) - Stonehenge (NT)

8° giorno: Dyrham Park (NT) - Castle Combe - Lacock (NT)

9° giorno: Remote Phone Box (cabina rossa) - Aberystwyth - Borth (Galles)

10° giorno: Worcester - Tewkesbury

11° giorno: Coughton Court (NT) - Gloucester 

12° giorno: Upper Slaughter - Lower Slaughter - Bourton on the water - Stow on the wold

13° giorno: Bourton on the water (the model village, le Cotswolds in miniatura) -  Bibury 

14° giorno: Stourhead (NT) (location Orgoglio e Pregiudizio) 

N.B La Villa Romana, Dover's Hill, Lacock  e Northleach  non sono citati nei post. La prima è interessante, ma visitata perché avevamo del tempo a disposizione. Dover's Hill è una bellissima collina dove pranzare o passeggiare, Lacock la trovate già in un altro post.

La dicitura NT sta a indicare NATIONAL TRUST  QUI tutte le info.

Consigli e suggerimenti (non richiesti) pratici: 

*Se intendete fare questo itinerario vi conviene diventare membri del National Trust. Questo vi permette non solo di sostenere un'associazione che si adopera per la manutenzione di dimore e parchi su gran parte del territorio della Gran Bretagna, ma anche di risparmiare parecchio. La tessera è annuale e basta davvero visitare due dimore per ammortizzare la quota (per Stourhead, ad esempio, il costo del biglietto è molto alto) Alla fine del viaggio il risparmio è davvero vantaggioso. Vi arriva a casa la tessera e una volta sul posto basta presentare la tessera come membro e avrete l'ingresso e il parcheggio gratuito.

*Mai come quest'anno abbiamo capito e appreso che i contanti sono totalmente inutili. Abbiamo fatto non poca fatica a smerciare le sterline che avevamo con noi, quindi non portate contanti, non cambiate gli euro in sterline, perché lì anche un oggetto da 50 centesimi si paga con la carta. Quasi nessuno accetta più contanti. Pure nelle chiese le donazioni vengono fatte con la carta e anche gli artisti di strada non racimolano più monete nelle scodelline, ma hanno il POS.

*Ogni luogo, soprattutto quelli del National Trust, hanno il punto ristoro, quindi a volte non conviene portarsi il pranzo al sacco, ma è preferibile mangiare qualcosa di caldo e appetitoso (dolce o salato) direttamente sul posto. I prezzi sono accessibili e la qualità molto buona. 

*Sempre nei luoghi del NT si possono acquistare libri usati e di seconda mano effettuando un'irrisoria donazione che va da 1 sterlina a un massimo di 5 sterline a libro. 

*Noi siamo stati lì dal 18 agosto al 1 settembre e in questo periodo incapperete nel Bank Holiday, tre giorni di festa dell'ultimo we d'agosto. Questo comporta un po' più di persone nei luoghi prettamente turistici.

*Nei paesini alle 17 chiude tutto, quindi se volete fare acquisti  vi conviene partire presto e dedicarvi allo shopping nelle prime ore della giornata.

Detto ciò: buon viaggio! <3 




giovedì 8 settembre 2022

Dimore, mare, paesini e location film - viaggio in Inghilterra 2022

 

Ultimo post in cui racchiudo tutti i luoghi rimasti da raccontare.
Cominciamo da Snowshill Manor, una casa molto affascinante perché racconta una storia insolita. È una casa di campagna del XVI secolo, famosa soprattutto per il suo proprietario Charles Paget Wade, un eccentrico accumulatore seriale. La dimora contiene un'infinità di oggetti più disparati, da vero collezionista. Ci si può trovare di tutto. Viene raccontato che quando rilevarono la casa gli oggetti erano ammassati sulle scale, addossati alle pareti, messi alla rinfusa nelle numerose stanze. Charles Paget Wade si ritrovò costretto a vivere in una sorta di stalla, piccola, umida e buia, in quanto l'enorme villa era completamente sommersa da oggetti provenienti da tutto il mondo. Solo quando fu rilevata fu messa a nuovo permettendo ai visitatori di godere della maestosa collezione di questo eccentrico personaggio. Alla villa si accede percorrendo un parco adibito a meleto costellato da indicazioni e consigli di giardinaggio. Curiosità: gli oggetti esposti non hanno cartellini di identificazione. Questa fu la scelta di Wade per non trasformare la casa in un museo. Inoltre si narra che la dimora sia infestata dal fantasma di una giovane donna costretta nel 1604 a sposarsi contro la sua volontà in una delle stanze al piano di sopra.
Stonehenge: non credo abbia bisogno di presentazioni. Chi non conosce Stonehenge? 😃
Dyrham Park: da qui è iniziata la fissa di questo viaggio: la ricerca di libri antichi. Dyrham Park è una casa di campagna barocca. Per raggiungerla abbiamo attraversato un immenso parco. La vista dalla sommità toglie il fiato, è veramente bella e mi ha ricordato alcuni film in costume. Abbiamo visitato l'interno dove una signora ci ha allietato suonando il violoncello dal vivo creando un'atmosfera in cui immergersi completamente. Abbiamo passeggiato nei giardini e raggiunto la piccola chiesetta, poi, dopo pranzo, abbiamo spulciato la piccola e graziosa libreria in cui Alice ha trovato delle vere chicche, tra cui un libro delle fiabe di Andersen del 1909. Da lì, l'intenzione di visitare negozi di antichità e di seconda mano per scovare libri appartenuti al passato.
Aberystwyth: di ritorno dalla famosa cabina rossa, ci fermiamo ad Aberystwyth, in Galles. È un paesino di mare, piuttosto vivace. Merita una passeggiata se siete di passaggio, perché al di là di una bella visuale e un bellissimo college affacciato sul mare (che ricorda Hogwarts) non offre poi molto. Lì vicino c'è Borth dove decidiamo di scendere per fare altre foto. A differenza di Aberystwyth (dove c'è decisamente più vita) questa piccola località (dove abbiamo alloggiato nel 96) offre una bellissima e vasta spiaggia dove camminare in solitaria. Una fila di case colorate rifinisce il tutto, regalando sprazzi di colore di un posto che sembra dimenticato.
Worcester: allegra, viva, decisamente molto carina. Siamo arrivati la mattina e abbiamo visitato la bellissima cattedrale per poi goderci la via centrale costellata di negozini e locali. Siamo stati allietati anche da un gruppo che suonava la cornamusa tra balli e canti festosi dei bambini. Abbiamo preso del cibo da asporto e lo abbiamo consumato lungo il fiume concedendoci poi una passeggiata sulla riva. Pulita, graziosa, con fontanelle che spruzzavano dal pavimento per la gioia dei bimbi e cigni curiosi sulle sponde, Worcester ci ha regalato una giornata rilassante e un'impressione assolutamente positiva.
Tewkesbury: prima di rientrare decidiamo di fermarci a Tewkesbury. Parcheggiamo nella piazza del mercato, gli ultimi ambulanti stanno andando via e immaginiamo che forse poteva essere carino. In realtà, a parte la bellissima abbazia in cui stava facendo le prove un coro (che abbiamo ascoltato con molto piacere) non offre molto, ma siamo riusciti comunque a trovare una cosa per la quale ne è valsa la visita: una stupenda libreria che vende libri di seconda mano. La facciata a graticcio e l'interno adornato di poltrone in pelle e un camino enorme, ci fagocita così tanto che scartabelliamo libri dal primo all'ultimo. In un cesto delle occasioni scorgo e faccio mio un libro intitolato Jane Austen's Christmas, una raccolta di aneddoti natalizi (e ricette) che riguardano zia Jane. È piuttosto recente rispetto al target degli altri, ma costa appena 1 sterlina. Un vero peccato lasciarlo lì. Finiamo la visita al Victoria garden, un giardino a pochi passi dalla via centrale.
Coughton Court: è una casa in stile Tudor nel Warwickshire. Il tempo è dalla nostra parte e ci permette di passeggiare nel parco e fare un pic nic nel prato. Assaggiamo anche il gelato nel piccolo e grazioso punto ristoro, che vanta la dicitura di essere fatto con il miglior latte di quella zona. L'interno della dimora è piuttosto maestoso, la vista della sala dalle scale è molto scenografica e la presenza di un contenuto numero di persone ci permette di visitarla con molta calma. Sicuramente vale una visita, anche per l'esterno.
Gloucester: è famosa per l'imponente cattedrale (che è veramente magnifica e merita di essere vista), ma a mio avviso non offre niente. Non so, forse perché era domenica (negozi tutti chiusi), forse l'orario non era giusto, ma abbiamo trovato Gloucester trascurata, con negozi di dubbio gusto, un po' sporca e con una vena decadente molto lontana dalle cittadine gioiose e vivaci alle quali eravamo abituati. La cattedrale rimane una delle più belle mai viste e ci siamo
divertite
a farci fotografare dove hanno girato Harry Potter e la camera dei segreti. C'era perfino il museo di Beatrix Potter che avremmo visitato volentieri, ma ahimè era chiuso pure quello. Insomma, tolta la cattedrale, meh.
Stourhead: chi ama la Austen e ha visto tutte le trasposizioni cinematografiche dei suoi libri, riconoscerà alcuni luoghi dalle nostre foto. Qui è stata girata la struggente scena in cui Darcy (nella versione del 2006 con Keira Knightley) dichiara il suo amore a Elizabeth sotto la pioggia. Al di là dei richiami letterari e cinematografici, Stourhead rimane uno dei posti più belli mai visti. È una tenuta di 1100 ettari gestita dal National Trust, quindi sinonimo di garanzia in fatto di manutenzione e bellezza. Occorre quasi tutto il giorno per goderne appieno la bellezza, tra dimora e parco c'è solo da sbizzarrirsi. Lo abbiamo lasciato per ultimo, come a concludere il nostro viaggio in bellezza, riempiendoci gli occhi e il cuore di tanta meraviglia.
Dopo 4150 km in auto e 116 km a piedi, possiamo mettere la parola fine al viaggio in Inghilterra 2022 ❤


















mercoledì 7 settembre 2022

"BENVENUTI A DOWNTON" - Viaggio in Inghilterra 2022

  

Questo è quello che ho immaginato sentirmi dire davanti al portone di Highclere Castle (vero nome di quello che conosciamo come Downton Abbey).
Pareva ci fosse Carson tutto impettito che, con la sua voce impostata e baritonale e un lieve cenno della testa, ci invitava a entrare. Se vi state chiedendo "Ma è bello come nella serie?" la risposta è sì. È imponente, magnifico, regale e anche se non siete amanti della serie o se non l'avete mai vista, merita senz'altro una visita. Per noi che amiamo Downton Abbey è stato folgorante vederlo in tutto il suo splendore. L'interno è visitabile e contingentato e questo permette di godersi appieno tutte le stanze che gli amanti della serie conoscono così bene. Ho potuto ammirare il famoso salotto e il divanetto dal quale Lady Violet apostrofa tutti con la sua lingua ironica e sagace; la camera da letto di Cora e Robert, la sala da pranzo e la favolosa scalinata che si apre sulla grande sala d'ingresso che conosciamo bene. Purtroppo non è possibile fare le foto all'interno e (anche se con una punta di dispiacere) appoggio questa scelta. Non solo è un'abitazione privata (è la residenza dei conti di Carnarvon), ma non oso immaginare il casino per fare la foto sulla scalinata, il selfie nella sala da pranzo, foto di gruppo davanti al divano... insomma, decisamente meglio così. In questo modo, in silenzio e in maniera garbata come si confà a un ambiente del genere, abbiamo potuto ammirarlo in tutta la sua bellezza. Ci siamo però sbizzarriti fuori dove abbiamo passeggiato nel grande parco e i giardini. Ci siamo coccolati anche con due fette di torta al piccolo e grazioso bistrot allestito all'esterno con vista sul castello. È stata una delle giornate più belle ed emozionanti... che rischiava di non esistere.
PARENTESI
Abbiamo prenotato dall'Italia la visita a Downton Abbey. Prenotazione necessaria in quanto, dopo la serie tv, la location è stata presa d'assalto. Il Santo prende l'incarico e in un allegro giorno di inizio estate prenota la nostra visita. Giorno fissato secondo il nostro itinerario. Oh perdindirindina! Quel giorno che ci piaceva tanto è già preso! Allora ce ne danno un altro. Poco male, rivoluzioniamo l'itinerario e si va, per visitarlo questo e altro!
Bene.
Anzi male.
Perché nella testa del Santo rimarrà la prima data. È convinto di quel giorno come sono convinta io che un giorno sposerò Alberto Angela. È così convinto che contamina anche Alice e di conseguenza la sottoscritta che si fida ciecamente e a niente valgono domande del tipo "Allora? prenotato? No, perché è il sogno della mia vita" al quale lui risponde quasi stizzito "Ma certo! Devi stare tranquilla!"
Tranquilla.
Il giorno in questione eravamo da un'altra parte. A pascolare chissà dove ignari della prenotazione. Il giorno dopo Alice prende in mano l'itinerario e scopre con orrore che abbiamo passato il giorno. Visita andata. Ciaone proprio. Il Santo sbianca balbettando cose come "Non è possibile..." e "Oddio ho invertito i giorni?". Io stavo già chiamando l'avvocato per chiedere il divorzio. Alice con le mani in alto ci intimava di stare calmi.
"Mi avevi detto di avere tutto sotto controllo! Mi hai anche detto che potevo non controllare a mia volta, che mi devo fidare! Ah ah. Pensa te. A questo punto cosa mi nascondi? Un'altra moglie? Cosa sei, un contrabbandiere? Hai 18 figli sparsi per il mondo? Perché a sto punto non mi fido. Quando dici vado da mi madre, vai davvero da tu madre?" Il Santo in tutto questo girava in cerchio come un criceto depresso, con la mano sul mento, borbottando "Allora la prima volta era il 28, poi il 21... col resto di 2 diviso per 5... se scorporo l'IVA e aggiungo il 10%..." Cioè per lui doveva esserci una ragione, perché ammettere l'errore non è da Santo. Poi deve aver chiamato il suo avvocato "Guardi avvocato, ho fatto na puttanata, ho invertito dei giorni per portare mia moglie in un posto importante... no ma che saldi... ma no, manco da Prada... insomma, mi ascolti, mi suggerisca una soluzione sennò questa stanotte mi fa trovare la testa mozzata del cavallo che abbiamo di fronte alla casetta nel letto e la prossima testa a saltare sarà la mia."
Fatto sta che, pregando pure in aramaico antico, proviamo a contattare quelli di Downton e aspettiamo la risposta con trepidazione mangiandoci tutte le falangi, perché se è tutto pieno, la possibilità di prenotare un altro posto la vedevamo sfumare come mi madre sfuma l'arrosto. Finalmente la risposta: "Ci dispiace per l'inconveniente, ma saremo lieti di avervi in un giorno che a voi fa più comodo. Scegliete pure un altro giorno e vi sostituiamo il biglietto."
A questo punto i casi sono due: o il Santo ha corteggiato la signora della biglietteria e lei lo crede un attore di Hollywood.
O mentre preparavo cena, è uscito e ha fatto fuori tre persone che avevano prenotato.
Fatto sta che tre posti si sono trovati.
Alberto, anche stavolta non è andata. Il mio matrimonio è salvo. Alla prossima.









martedì 6 settembre 2022

Viaggio in Inghilterra 2022 - la cabina rossa

  

Per questa storia bisogna partire da lontano, precisamente dal 1996, quando io e il Santo, armati d'ammore e di belle speranze, intraprendiamo un viaggio in Galles. Il modus operandi non è cambiato nel tempo, già allora prediligevamo gli spazi aperti e la natura e quindi abbiamo viaggiato attraverso le brughiere e le distese di erica con una Fiesta nera, unico puntino scuro in quella terra brulla. Ed è lì che la trovammo. Una cabina telefonica rossa. A un incrocio in mezzo al nulla. Spiccava così tanto che, nonostante il paesaggio fosse bellissimo, rubava la scena con prepotenza. Era fuori contesto e allo stesso tempo piazzata in modo strategico. Ci fermammo, sorpresi e affascinati. Per due anni è stato il nostro posto, la nostra cabina rossa. Infatti nel '98 tornammo in Galles, attraversando di nuovo quelle montagne desolate con un furgoncino da lavoro, preso in prestito dal mio babbo per provare l'ebbrezza di un viaggio ancora più spartano. Ma il furgoncino, dopo km e km, cominciò a fare un rumore strano. La cinghia ci stava lasciando. Proprio lì, sul calar della sera in mezzo alla brughiera. Ricordo il cigolio, la pioggia battente, la cabina che sembrava l'unico rifugio e il pensiero che se il furgoncino ci avesse lasciato a piedi, saremmo stati spacciati. Nessuno sarebbe passato di lì, se non qualche turista sprovveduto e avventuriero. Le risatine isteriche per stemperare l'ansia si sprecavano, addirittura scendemmo per vedere se c'era vita in quella brughiera e scorsi una lucina in lontananza, forse una fattoria. Facemmo il conto di quanto ci sarebbe voluto raggiungerla se il furgoncino ci avesse dato forfeit e capimmo che ci conveniva rimanere dentro e aspettare qualcuno di passaggio. Per fortuna il furgoncino resse e pianino pianino riuscimmo a portarlo all'alloggio e successivamente dal meccanico per cambiare la cinghia.
Questo aneddoto ormai fa parte della nostra storia e l'abbiamo raccontato spesso ad Alice la quale, sapendo che quest'anno non saremmo stati distanti, ha chiesto di vedere quella famosa cabina rossa.
La giornata era fredda, piovigginosa, come quella sera. Attraversiamo brughiere punteggiate di erica e pecore e tutto sembra immutato. E poi, dopo una curva, eccola, è sempre lì, fiera e brillante nella sua postazione. Intanto ha smesso di piovere e questo ci permette di scendere e goderci quell'angolo selvaggio. La cabina è invecchiata, tanti i segni riportati dai viandanti e lasciati dall'usura, ma conserva fierezza con prepotenza. Il sole comincia a fere capolino, il vento forte sta spazzando via le nubi. Decidiamo di pranzare proprio lì, seduti su un masso poco distante. Come in passato non c'è nessuno, se non qualche pecora che ci guarda curiosa mentre addentiamo i nostri panini. Il tempo, come a volerci regalare un bel momento, ci grazia facendo uscire un bel sole.
Alice decide di immortalare questa giornata con una foto scattata dalla sua polaroid. Anche quella sa di antico e forse è bello così.
Saliamo in macchina per proseguire il viaggio, ma guardo la mai famiglia e dico "Aspettate, voglio fare una cosa." Mi guardano strappare un foglio dal quaderno degli appunti e agguantare una penna. Scrivo un biglietto che dice più o meno così: Simona e Andrea sono stati qui per la prima volta nel 1996. Ci sono tornati 26 anni dopo con la figlia Alice... se trovi questo biglietto contattami.
Io e Aly siamo scese e lo abbiamo lasciato nella cabina. Chissà, ci siamo dette, se qualcuno passerà di qui, se si fermeranno, se lo leggeranno o se volerà via planando nella brughiera come la piuma di Forrest Gump.
Ebbene, il biglietto è stato trovato. David, Florentina e Sarah mi hanno contattato. Ho raccontato loro la storia e di quanto sia importante per noi. Si sono detti emozionati e partecipi.
Ho conosciuto, anche se solo virtualmente, tre persone gentilissime che come noi si sono fermate a quella famosa cabina rossa, ognuna con la propria storia.
Ora non resta che aspettare.














lunedì 5 settembre 2022

Finalmente: le Cotswolds - Viaggio in Inghilterra 2022

 

Questo post contiene tante, ma TANTE foto di cottage e case, perché per rappresentare le Cotswolds non c'è cosa migliore. Ho raggruppato tutti i giorni passati in questi villaggi, tra passeggiate nel verde, feste di paese intorno alla chiesa e negozi di antichità di cui vi parlerò più avanti.
E sì, già vi anticipo, sembra di vedere Mrs. Brown spuntare in ogni angolo ❤
Burford: la caratteristica di questo paesino è senz'altro la strada principale in discesa (o in salita, come preferite) Quel giorno ci ha accompagnato una fitta pioggerellina che ci ha 'costretto' a mangiare in un cottage caratteristico dal soffitto bianco e pareti bianche spessissime. La via è disseminata da botteghe e negozini che meritano senz'altro un'occhiata. Perdendoci tra vicoli e stradine abbiamo scovato un cottage a me molto familare, corredato da un curioso cancelletto che ho letto in un libro. A salutarci con cortesia un vecchietto che curava l'orto incurante della pioggia.
Bampton: il paesino è veramente piccolino, ma nasconde una chicca: è il villaggio di Downton Abbey. Forse in alcuni scatti riconoscerete la stradina con l'arco utilizzata in molte riprese e la chiesa dove si sono sposati Mary e Matthew. Bampton mi ha dato l'idea di un villaggio in cui l'età media è molto alta e la vita scorre ancora più lenta che negli altri paesini. Abbiamo chiesto un'informazione all'ufficio postale e c'era solo uno sportello e un impiegato intento a mettere a posto della mercanzia. Sì, la posta era anche un sorta di piccolo emporio.
Chipping Campden: è un piccolo gioiellino (peccato per le auto parcheggiate che rovinano un po' la veduta d'insieme). Qui abbiamo passeggiato sotto un bel sole e sbirciato nelle vetrine. Abbiamo scoperto da un volantino che il vicario, nella St James' Church, organizza Tea Party in parrocchia con dolcetti annessi. Non faccio fatica a immaginare la partecipazione della comunità. Passeggiando per una strada secondaria, notiamo una porticina che si apriva su un verdissimo giardino. Sembrava la porta del giardino segreto. La targa affissa fuori recita: The Ernest Wilson Garden. Decidiamo di entrare in punta di piedi e ci ritroviamo immersi in una bolla di verde adornata di tantissime piante. Da un opuscolo apprendiamo che questo piccolo e delizioso giardino è in onore di Ernest Wilson, un esploratore e collezionista di piante che introdusse circa 2000 specie di origine asiatica in Occidente; circa 60 di esse portano il suo nome.
Proseguiamo vogliosi di verde e di piante e lungo la strada ci fermiamo a Dover's Hill per un pic nic in compagnia delle pecore per poi proseguire verso Snowshill. Lungo la strada obbligo il Santo a fermarsi di tanto in tanto per fotografare cottage e case. Lui asseconda i miei desideri ridendo e intraprendendo pure viuzze private pur di farmi felice a tal punto che un signore ci ha chiesto "Ma vi siete persi?" Al che il Santo ha risposto impassibile "No, ma mia moglie fotografa case."
Snowshill: ecco, l'angolo con la chiesetta è il panorama più instagrammabile del mondo e non puoi non cedere a cotanta bellezza. Io ci sono cascata con tutte le scarpe anche perché è la chiesa alla quale mi sono ispirata per la St Mary Church del reverendo Bell. Finalmente l'avevo davanti a me. Ci si arriva dopo una passeggiata in paese costeggiando la Snowshill Manor di cui vi parlerò più avanti. Tra pecore, rose rampicanti e chiesette romantiche, Snowshill è uno dei posti che porterò nel cuore per molto tempo.
Broadway: definito 'il gioiello delle Cotswolds' pare che sia stato fonte di scrittori e compositori. Anche qui non mi sento di dissentire. Broadway è un villaggio vivo in cui l'aria commerciale e allegra si avverte. Tuttavia non va a intaccare quel senso di pace che c'è in tutte le Cotswolds. Una leggera brezza fa tintinnare le onnipresenti bandierine, il carretto di un gelataio soddisfa il palato dei più piccini e vestitini romantici fanno bella mostra di sé dalle vetrine. Io mi rilasso su una panchina in compagnia di una coppia anziana. Lui legge un libro a voce alta, lei lo ascolta giocherellando con un fiorellino.
Castle Combe: è uno dei villaggi più famosi delle Cotswolds e in quanto tale comporta la presenza di un po' di gente. L'angolino con il ponte dopo il quale si snoda il pugno di case è il più fotografato e quindi, purtroppo, è funestato dai turisti. Ciò non toglie la bellezza del luogo e la sua magia. Ad averlo saputo, per godere appieno della bellezza autentica di questo luogo, saremmo partiti la mattina prestissimo, prima dell'arrivo dei turisti. In compenso nelle stradine c'è poca gente e riusciamo a fare una bella passeggiata.
Bourton on the water: conosciuta come 'La Venezia delle Cotswolds' è attraversata dal fiume Windrush. Anche questa è una meta turistica molto ambita ed è stata presa d'assalto il lunedì del Bank Holiday. Le rive fanno le veci delle spiagge ed è normale vedere i bimbi nell'acqua e i turisti sui teli mare. Siamo tornati il giorno dopo per ammirarla di nuovo senza la calca ed è sempre una bella sensazione: Bourton on the water merita senz'altro una visita per la sua particolare conformazione in mezzo all'acqua.
Bibury: è un piccolo e breve scorcio che si snoda tra i cottage. Un tempo molto più turistico, ci ha regalato la sensazione di essere tornati a casa: fu uno dei primi villaggi che visitammo dieci anni fa. Ha mantenuto intatta la sua magia e la sua bellezza.
Upper Slaughter e Lower Slaughter: lascio per ultimi i miei due paesini preferiti. Uniti da meno di due km, ci hanno regalato un'atmosfera di altri tempi. E ho anche trovato la casa dei miei sogni. La signora che vi abita non lo sa, ma credo se ne sia accorta dalle decine di foto che ho scattato alla sua abitazione. Upper Slaughter è un angolo di paradiso: verde, silenzioso, bucolico. Davanti ai cottage ricoperti di rose, scorre lento un torrentello sormontato da un piccolo ponte. Qualcuno attraversa a cavallo la lingua di terra che separa le due sponde e diverse panchine sono disseminate qua e là come un invito a godersi quel paradiso. Qui non c'è il turismo di massa, in realtà non c'è proprio nessuno e ci sentiamo fortunati a poterlo assaporare nella sua bellezza.
Raggiungiamo a pranzo Lower Slaughter e ci attende la fiera nel villaggio. Nel giardino della piccola chiesetta sono allestite delle bancarelle di oggetti vintage, una sorta di mercatino delle pulci a scopo benefico. Da un'anziana e graziosa signora, acquisto una borsa fiorita mentre il profumo dei sandwich della bancarella davanti stuzzicava il nostro palato. Decidiamo di provarli e ci vengono serviti da un bambino e la sua mamma. Mangiamo accarezzati da quest'aria d'altri tempi, dove la musica accompagna i nostri passi interrotta solo dalle grida di gioia di anziani e bambini che giocano a birilli. Qui il tempo sembra davvero essersi fermato. In quel momento non ci siamo sentiti turisti, ma parte integrante del villaggio, con la sua festa, la sua gente e i suoi colori.
P.s. le Cotswolds non vanno lette, vanno assaporate, guardate, annusate e altro ancora. Nessun testo può essere all'altezza di ciò che vediamo, quindi spero di essere riuscita, almeno con le foto, a farvi apprezzare questa meraviglia.

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