- "Buonasera e benvenuto. Che belva si sente?"
- "Ah ah ah, ma lo sa che lei è simpatica? Quasi quanto me."
- "Cominciamo bene. Senta, di lei dicono che sia dispettoso e vivace, è vero?"
- "Chi gliel'ha detto? scommetto la vecchia..."
- "Mo' la vecchia, non cominciamo..."
- "No, dico, ma l'ha vista? Ha 51 anni e pare nonna Peppina. La sera mangia il brodino e va a letto dopo il gioco di Fra Martino."
- "De Martino."
- "Lui."
- "Comunque risponda. Ci si riconosce in questa descrizione?"
- "Mah... dispettoso è un parolone..."
- "Dicono che getta a terra tutto quello che trova sul tavolo."
- "Tutto quello CHE LASCIANO sul tavolo, è diverso. Sono tutti oggetti che avrebbero un posto preciso. Io li esorto solo a fare ordine."
- "Se vabbè, andiamo avanti... la vecchia, come la chiama lei, una volta ha detto che la segue fino in bagno, è vero?"
- "Certo, lascia la porta aperta."
- "Qui dice che la porta la apre da solo e se è chiusa miagola per entrare."
- "Io lo faccio per lei."
- "Per chi, scusi?"
- "Per la vecchia. Sa quanti incidenti domestici accadono ogni giorno? Il phon potrebbe accidentalmente cadere nella vasca da bagno e a quel punto cuocerebbe a puntino. Gallina vecchia fa buon brodo! Ah ah ah!"
- "Ma cosa ride? È una battuta orribile."
- "Con due carote e un po' di sedano... la patata c'è già, sai che brodino ah ah ah!"
- "La smetta."
- "Ok, comunque alla vecchia fa piacere. Mentre è sul wc mi parla."
- "E lei cosa fa nel frattempo?"
- "Mi specchio, ovvio."
- "Andiamo avanti. Un anno fa i suoi servitori hanno rilasciato una dichiarazione scottante a proposito dell'albero di Natale. Le risulta?"
- "Sì, ma ero piccolo. E se fai l'albero di Natale con dei cuccioli in casa allora sei scemo."
- "Aridaje."
- "Mi perdoni, ma è la verità. È come portare un bambino al luna park e non farlo salire sulle giostre. Chi è il cattivo adesso?"
- "Non mi trova d'accordo, ma proseguiamo. Mi dica un suo pregio."
- "Non è evidente? Sono bellissimo e intelligentissimo."
- "Sono due, ma vabbè. Un suo difetto sgradevole?"
- "Sono TROPPO bello."
- "Non è un difetto. E poi ho detto sgradevole."
- "La mia bellezza suscita invidia. La vecchia vorrebbe essere sinuosa come me, ma è più rigida e spigolosa di una mensola ikea."
- "Un difetto vero."
- "Sono troppo simpatico..."
- "Ma non è un difetto manco questo."
- "Mi lasci finire. Sono troppo simpatico, quindi catalizzo l'attenzione degli ospiti su di me. Salto in braccio a tutti e nessuno mi manda via, anzi!"
- "Allora è egocentrico?"
- "No, semplicemente non si può ignorare il mio fascino."
- "Salta in grembo anche se non chiamato, questa si chiama prepotenza."
- "Questa si chiama generosità. La mia compagnia è un valore aggiunto alla serata. In casa, da quando ci sono io, viene molta più gente."
- "Lo sa che lei è presuntuoso?"
- "Direi più consapevole della mia beltà e simpatia."
- "Mh. Senta, se avesse la possibilità di incontrare qualcuno che fisicamente non è più qui, chi sarebbe e cosa gli direbbe."
- "Oh be', senz'altro Dio."
- "Addirittura! E cosa gli direbbe?"
- "Puoi farti da parte per piacere? Ora ci sono io."
- #Belve
- #Snoopy
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martedì 17 dicembre 2024
Belve- intervista a Snoopy
martedì 2 luglio 2019
DI LUCE E DI STELLE
Oggi decidiamo di andare al mare. Chiedo ad Alice se allo stabilimento troviamo qualche suo amico e lei mi risponde che uno in effetti ci sarebbe. Mi offro di andarlo a prendere per non fargli fare il viaggio della speranza in autobus, lui accetta di buon grado: mi conosce, è venuto spesso a casa mia, sa che non rompo le scatole.
In macchina gli chiedo dove andrà in vacanza.
"In Calabria" mi dice.
Me lo immagino a fare i tuffi al mare, bighellonare fino alle cinque di mattina, qualche mojito, qualche bella ragazza, qualche cazzata, come è giusto che sia a 18 anni.
Gli chiedo quanto sta e mi risponde "Fino a settembre. Vado dai parenti. E poi lì ho degli amici e un progetto."
"Un progetto?"
"Sì. Le tartarughe. Partecipo a un progetto per la salvaguardia delle tartarughe marine."
Mi racconta della vita delle tartarughe, di come effettuare un recinto efficace per tutelare le uova, di cosa hanno bisogno, di come vengono aiutate ad emergere in caso di difficoltà, di quante notti ha passato a controllare che nessuno si avvicinasse con l'intento di studiare il momento migliore per rubare le piccoline, di come allontana e fa scudo coi teli chi spara una luce troppo forte al momento della schiusa "Perché tutti pensano che loro vadano d'istinto verso il mare. In realtà vanno verso la luna."
"La luna?"
"Sì, la luna si specchia nel mare e illumina l'acqua. Se qualcuno illumina un altro punto con una luce forte, loro potrebbero andare dalla parte sbagliata."
"Attratte dalla luna. Mi sembra bellissimo." Gli dico.
"Lo è. Tante notti sono rimasto da solo in spiaggia. So che loro sono lì, magari non sono ancora pronte alla schiusa, ma ci sono."
"E cosa fai tutta la notte?"
"Guardo le stelle."
In macchina gli chiedo dove andrà in vacanza.
"In Calabria" mi dice.
Me lo immagino a fare i tuffi al mare, bighellonare fino alle cinque di mattina, qualche mojito, qualche bella ragazza, qualche cazzata, come è giusto che sia a 18 anni.
Gli chiedo quanto sta e mi risponde "Fino a settembre. Vado dai parenti. E poi lì ho degli amici e un progetto."
"Un progetto?"
"Sì. Le tartarughe. Partecipo a un progetto per la salvaguardia delle tartarughe marine."
Mi racconta della vita delle tartarughe, di come effettuare un recinto efficace per tutelare le uova, di cosa hanno bisogno, di come vengono aiutate ad emergere in caso di difficoltà, di quante notti ha passato a controllare che nessuno si avvicinasse con l'intento di studiare il momento migliore per rubare le piccoline, di come allontana e fa scudo coi teli chi spara una luce troppo forte al momento della schiusa "Perché tutti pensano che loro vadano d'istinto verso il mare. In realtà vanno verso la luna."
"La luna?"
"Sì, la luna si specchia nel mare e illumina l'acqua. Se qualcuno illumina un altro punto con una luce forte, loro potrebbero andare dalla parte sbagliata."
"Attratte dalla luna. Mi sembra bellissimo." Gli dico.
"Lo è. Tante notti sono rimasto da solo in spiaggia. So che loro sono lì, magari non sono ancora pronte alla schiusa, ma ci sono."
"E cosa fai tutta la notte?"
"Guardo le stelle."
(Foto: Danilo B.)
martedì 5 febbraio 2019
SABBIA
Ieri sera un incontro, una cena chiamiamola 'di lavoro' e non pensavo di trovarci un cane.
Sapete quanto io abbia il terrore dei cani, ma sapete anche quanta buona volontà e quanto sforzo metta per riuscire a superare questa fobia.
Appena lo vedo sbucare mi irrigidisco. Come sempre.
Guardo la padrona di casa.
"Dimmi che è buono."
"Sì, è BUONA. È una femmina."
"Bene."
"Hai paura? Se vuoi..."
"No. Se mi dici che è buona mi fido. È un problema mio, non suo."
La canetta gironzola tra tutti e dà codate di benvenuto. Io mi muovo con circospezione e la evito un pochino. La conosco da mezzo minuto e accarezzarla per me è troppo. Datemi un attimo. Già riesco a seguire una conversazione e muovermi con una certa scioltezza con un cane intorno, quindi boni. Ci sono.
Ci accomodiamo e lei sparisce, padrona della casa e della situazione. Però poi a un certo punto torna. Si ficca sotto il tavolo e cerca coccole e carezze da tutti i commensali che ovviamente non tardano ad arrivare. Fa il giro e arriva da me.
Si insinua tra me e la padrona di casa e mi guarda.
La guardo.
Ha due occhi dolcissimi e puliti, sembrano dirmi 'Perché mi eviti?' e vorrei dirle 'Non è colpa tua. Sono vittima di un evento traumatico che mi è accaduto da piccola. Una cosa brutta che mi ha segnato."
Lei continua a fissarmi. Zitta e immobile in attesa di un cenno, di una risposta.
Facendomi forza allungo una mano e le carezzo la testa. Lei sembra gradire.
Il primo passo è stato fatto. La sto accarezzando.Lei non se ne va, come se percepisse che potrebbe essere 'la mia cura'.
Le dico che è bella, le parlo come se parlassi a un bambino.
Lei di risposta mi poggia il mento sulle gambe. Ci leggo un 'Tranquilla, capisco. Io mi metto qui, tu continua a carezzami che vedrai la paura piano piano ti passa.'
Ho la testa di un cane sulle gambe, gli carezzo il muso, gli struscio il mento. Lo sto facendo. E non ho paura.
Qualcuno versa del vino nei bicchieri, l'incantesimo si spezza, mi sposto un poco, lei alza la testa e aspetta che mi serva.
Presa dalla conversazione non mi curo di lei che nel frattempo girottola ancora un po' e poi torna. Mi infila la testa sotto il braccio per esortarmi a fare qualcosa, giocare, accarezzarla di nuovo. E ricominciamo da capo. Siamo amiche, lo so.
A fine serata sono io che la cerco. La chiamo, allungo una mano per scarruffarle il pelo, e rimango male se non viene subito. D'altra parte il suo compito l'ha svolto, ha abbattuto un altro pezzettino del muro di diffidenza che mi sono costruita attorno negli anni e questo mi deve bastare.
Arriva la sua padroncina e se la porta in camera da letto. Chiudono la porta e ciao ciao amica mia.
Oggi ho chiesto una sua foto per scriverci un pezzo, come tutte le volte che rimango colpita da qualcuno o da qualcosa.
Quel qualcuno oggi è lei: Sabbia.
Sapete quanto io abbia il terrore dei cani, ma sapete anche quanta buona volontà e quanto sforzo metta per riuscire a superare questa fobia.
Appena lo vedo sbucare mi irrigidisco. Come sempre.
Guardo la padrona di casa.
"Dimmi che è buono."
"Sì, è BUONA. È una femmina."
"Bene."
"Hai paura? Se vuoi..."
"No. Se mi dici che è buona mi fido. È un problema mio, non suo."
La canetta gironzola tra tutti e dà codate di benvenuto. Io mi muovo con circospezione e la evito un pochino. La conosco da mezzo minuto e accarezzarla per me è troppo. Datemi un attimo. Già riesco a seguire una conversazione e muovermi con una certa scioltezza con un cane intorno, quindi boni. Ci sono.
Ci accomodiamo e lei sparisce, padrona della casa e della situazione. Però poi a un certo punto torna. Si ficca sotto il tavolo e cerca coccole e carezze da tutti i commensali che ovviamente non tardano ad arrivare. Fa il giro e arriva da me.
Si insinua tra me e la padrona di casa e mi guarda.
La guardo.
Ha due occhi dolcissimi e puliti, sembrano dirmi 'Perché mi eviti?' e vorrei dirle 'Non è colpa tua. Sono vittima di un evento traumatico che mi è accaduto da piccola. Una cosa brutta che mi ha segnato."
Lei continua a fissarmi. Zitta e immobile in attesa di un cenno, di una risposta.
Facendomi forza allungo una mano e le carezzo la testa. Lei sembra gradire.
Il primo passo è stato fatto. La sto accarezzando.Lei non se ne va, come se percepisse che potrebbe essere 'la mia cura'.
Le dico che è bella, le parlo come se parlassi a un bambino.
Lei di risposta mi poggia il mento sulle gambe. Ci leggo un 'Tranquilla, capisco. Io mi metto qui, tu continua a carezzami che vedrai la paura piano piano ti passa.'
Ho la testa di un cane sulle gambe, gli carezzo il muso, gli struscio il mento. Lo sto facendo. E non ho paura.
Qualcuno versa del vino nei bicchieri, l'incantesimo si spezza, mi sposto un poco, lei alza la testa e aspetta che mi serva.
Presa dalla conversazione non mi curo di lei che nel frattempo girottola ancora un po' e poi torna. Mi infila la testa sotto il braccio per esortarmi a fare qualcosa, giocare, accarezzarla di nuovo. E ricominciamo da capo. Siamo amiche, lo so.
A fine serata sono io che la cerco. La chiamo, allungo una mano per scarruffarle il pelo, e rimango male se non viene subito. D'altra parte il suo compito l'ha svolto, ha abbattuto un altro pezzettino del muro di diffidenza che mi sono costruita attorno negli anni e questo mi deve bastare.
Arriva la sua padroncina e se la porta in camera da letto. Chiudono la porta e ciao ciao amica mia.
Oggi ho chiesto una sua foto per scriverci un pezzo, come tutte le volte che rimango colpita da qualcuno o da qualcosa.
Quel qualcuno oggi è lei: Sabbia.
martedì 13 gennaio 2015
Una sorpresa di prima mattina
Stamattina sento miagolare fuori, niente di strano, il mio giardino è stato scelto come parco comunale da tutti i gatti del quartiere. Ma è un miagolio strano.
Penso, anche se non lo riconosco, che
sia Charlie. Nulla, lui è lì beato sulla panchina che mi guarda
come per dire “Azzovuoi?”. Scorgo vicino alla craft house la
gatta grigia apparsa qui un po' di tempo fa. Un po' scontrosa,
selvatica. Non si lascia avvicinare ma girottola sempre nei dintorni
e mangia il cibo che le do. Mi guarda da lontano e miagola. E ancora.
E ancora.
Esco fuori, mi avvicino e stranamente
non scappa. Anzi, mi viene incontro ancora miagolando. Si lascia
accarezzare la testa, poi tenta di mordermi, poi si struscia di nuovo
miagolando. E quando una gatta miagola senza motivo, girottola
inquieta come se cercasse un pertugio e cerca di 'dialogare' vuol
dire solo una cosa.
Chiamo il Santo.
“Pronto, Houston, abbiamo un
problema.”
“Che è successo?”
“Hai presente la gatta grigia che
gira sempre nel nostro giardino?”
“Quella che non si lascia
avvicinare?”
“Bravo, quella lì. Stamani miagola
come se non ci fosse un domani!”
“E be', è un gatto...”
“Seee e daje! Miagola strano! Miagola
e si agita, è inquieta!”
“Sarà in calore.”
“Noooo ma che calore! Quando una
gatta è in calore ulula, fa tipo miauuuuuuaaaoooauuu, tipo così,
invece lei miagola come se mi volesse dire qualcosa, cerca un
pertugio, è agitata, ha pure cercato conforto!”
“E quindi?” Dio, ma non ha mai
visto una gatta che sta per partorire?
“È incinta!”
“Ma sei sicura?”
“Per forza! I sintomi ci sono tutti!”
“Ma non mi sembrava avesse la pancia
grossa.”
“In effetti nemmeno a me, ma ce l'ha.
Gli sballonzola. Oddio e ora?”
“E ora s'aspetta.”
“Ho già preparato un angolino con un
maglione vecchio. Magari va lì. Fa pure freddo, porina. Senti, senti
come miagola.”
“Via, butta giù e vai a vede'.”
Esco che mi sento già una levatrice
d'altri tempi, un'ostetrica in prima linea. Che sia un cane, un gatto
o un criceto, il parto (come del resto quello umano) mi emoziona
sempre. Bellina lei!
Che poi sempre così scontrosa, si fa
vedere solo da lontano, gira guardinga e mangia di nascosto, ma oggi,
il suo grande giorno, mi cerca per avere conforto, per avere un
aiuto. E io ci sarò.
Sììììì!!!
Esco fuori e lei miagola ancora. Mi
avvicino e lei, stranamente, mi si struscia alle gambe miagolando
ancora. Le faccio vedere il maglione morbido che lei annusa e poi
snobba. No, non va bene nemmeno qua. “Lo so tesorina, sei agitata.
Minimo è il primo parto, ma ce la farai. Ce la faremo.” Provo a
toccarle la pancia e lei tenta di mordermi. Ci siamo. Per forza.
Minimo perde già qualcosa, un po' di sangue magari. Voglio vede'.
Proseguendo con una carezza lei alza la coda.
E ci trovo due palle così.
Due kiwi pelosi.
Due nespole mature, nascoste da un po'
dal pelo.
Due biglie che ha tenuto nascoste con
grande maestria.
Non è una lei ma un lui, non è
incinta ma è obeso, io non sono un'ostetrica ma un' imbecille.
Piero Angela mi prenderebbe a sberle:
anni e anni di Super Quark buttati nel cesso.
lunedì 24 novembre 2014
Chi ha un cane è una persona paziente
Sono arrivata a questa conclusione
stamattina, dopo aver portato a spasso per la prima volta il cane
della mi'mamma. Cane...vabbè, quel cosetto peloso alto un barattolo
e poco più.
Insomma, io ero dalla mi'mamma ad
aspettare l'ora per andare a prendere Alice e sto canetto girottolava
un po' inquieto. Il mi' babbo non era ancora arrivato e ho detto
“Dammi il guinzaglio, vai, che lo porto io a fa' una
passeggiatina.”
Cioè, l'inferno.
Premetto che non ho un cane, non l'ho
mai avuto e credo che nemmeno lo prenderò nei prossimi mesi perché
ritengo che un cane vada tenuto bene e che richieda un impegno e una dedizione che
noi sul momento non possiamo dargli. Tuttavia i cani a me piacciono,
più quelli grandi che quelli piccoli a dire la verità, ma è solo
una questione di gusti, niente di più.
Insomma, dicevo: io il cane non l'ho
mai avuto quindi non so come si comporta un cane a passeggio. Io
sognavo o di essere trainata tipo slitta sulla neve (ma vista la
mole del toporagno 'sto sogno è svanito subito) o camminare a testa
alta con 'sto canetto che a coda ritta mi seguiva passo passo tipo la
pubblicità di Barbie e Toby, l'amico del cuore.
Lui tutto contento
si fa mettere la pettorina da me e la mi'mamma e in due c'abbiamo
messo l'equivalente di quanto ci vuole alla sottoscritta per capire
come cambiare canale su Sky. Poi tutto trotterellante mi precede
fuori. Oh che bellino! Ganzo!
Me la devo essere
gufata a bestia perché già dopo dieci passi si ferma.
Okay, dovrà fare
pipì. E infatti.
Poi riparte e dopo
tre passi si riferma.
Okay, la dovrà
finire. E infatti.
Dopo due passi si
riferma. Ma ha la cistite 'sto canetto? Alza la gamba ma non produce.
Okay, non
indaghiamo troppo. Prendo atto della mia ignoranza sui cani e va bene così.
Dopo tre secondi si
riferma. Scappa cacca.
Produce una cosa
che mi fa domandare se mia madre da mangiare gli dia le pantegane ma
non voglio soffermarmi nemmeno su questo. Soffermiamoci piuttosto sul
fatto che essendo uscita in stile Barbie Fashion e il suo
Yorkshire non ho pensato a prendere le bustine. E quindi ho
dovuto fare con quello che avevo in borsa e cioè: svuotare un
sacchetto di fazzolettini, usarne uno per raccogliere quel che resta
di un cane dopo la digestione e usare il sacchettino di nylon Tempo
per metterci dentro una roba che una fogna di Calcutta in confronto è
un Arbre Magique.
Già qui ero
intenzionata a tornare indietro. E avevamo fatto solo sei metri. Ma
io sono impavida. Cosa può fare ancora il microcane? Nulla, a parte
fermarsi ogni due secondi. Due secondi. Ad annusare la qualunque,
assaggiare una foglia, sniffare l'erba, giocare con un legno,
litigare con una lumaca...Allora: io sto alla pazienza come Orietta
Berti al rock and roll, per capirsi, e il mio motto è GO!, quindi
potete immaginare la mia faccia davanti al toporagno che pare si
interessi alla flora e alla fauna di tutto il pianeta. Hai voglia di
tirarlo, chiamarlo e dirgli “Andiamo!”, a lui non fregava una
benemerita fava. Un'ora e un quarto per fare dieci metri. Senza
contare che si è fermato spesso di botto e si metteva immobile
davanti ai pali della luce manco fosse in preda alla sindrome di
Stendhal. Forse gli appariva la Madonna. Non è dato sapere.
Poi ha cominciato a
grattarmi le gambe. Un passo e grattava. Un altro e grattava. Tipo
bimbino che vuole essere preso in braccio. E infatti era stanco. L'ho
preso in braccio e mi ha leccato il mento come a dire “Grazie. Come
dog sitter fai cagare, ma grazie.” Poi l'ho rimesso giù sotto
minaccia e lui ha camminato per quanto...quattro passi? Poi si è
rifermato.
No, vabbè.
“Ascolta un attimo porcellino d'india, non sei una compagnia
telefonica che gira tutto intorno a te, chiaro? Io c'ho da fa'. Ci
diamo una mossa?”
Lui ha tirato su la
faccetta e l'espressione diceva “Cazzo vuoi?” Il tutto sempre con sto sacchettino di merda appresso, badate bene.
Poi si è nascosto
sotto un'auto. Ferma. Sennò non sarei qui a pubblicare un post ma
starei piangendo la morte di un cosino peloso. Poi ha rincorso un
altro cane e mi ha tirato per un metro e Dio che goduria, sembrava un
husky! Vabbè, non esageriamo, l'importante è sognare. Poi, vicino
al traguardo, si è fermato di nuovo e non si voleva schiodare. Lo
ammetto: per fare prima ho alzato la pettorina e ho lasciato che
volasse un attimino. Ma solo un attimo, il tempo di fargli sentire
cosa provava Icaro. Bellino, però. Muoveva le zampettine quasi a
tempo. Poi siamo rientrati e l'ho visto triste, perché con me è
ovvio che si è divertito un casino.
“Com'è andata?”
Mi ha chiesto la mi'mamma.
“Bene, mamma. Ma
oh! Una fatica!”
“Come una
fatica.”
“È bravo, eh? E
pure bellino, ma è di un lento ma di un lentooo! Si ferma ogni due
secondi! E poi è duro! Ma durooooo!! Non puoi capì! Hai voglia di
chiamarlo 'Charlie!Charlie andiamo!!' e lui nulla, non si muoveva.”
“Ci credo. Si
chiama Fonzie.”
p.s. Il bello è
che quel nome l'ho scelto io.
venerdì 4 aprile 2014
Erba di casa mia
Quello che sto per dire suona molto come farse tipica di nonna Abelarda: "Poche cose mi rilassano come fare giardinaggio"
Non mi immaginate già coi guanti fioriti e il cappello di paglia china a estirpare erbacce in una verde campagna inglese? Poi magari passa anche Miss Marple che mi dice "L'assassino per me è il vicario".
Cioè, poesia pura.
Ma è la verità. Dedicarmi al giardino mi mette serenità, mi scarica, tengo le mani impegnate (a volte anche faticosamente perché 'io vaNgo') e creo, disfo, semino, estirpo e aspetto paziente che i miei semini diano i loro frutti. Anzi, fiori.
Spesso anche senza guanti, perché manco mi fa schifo toccare la terra a mani nude. Ad Heidi facevano ciao le caprette, a me i lombrichi, va là.
Il giardino, soprattutto grande come il mio, richiede tempo, energia e denaro. Se pensi di tenere un giardino e curarlo una volta tanto, in men che non si dica ti ritrovi una foresta, pure infestata dagli alieni.
Le recinzioni richiedono manutenzione (tingi, ritingi, dai la cera togli la cera), i vasi di essere svuotati dai bulbi e messi ad asciugare (perché io le fioriere dalla primavera all'autunno le voglio sempre fiorite, sennò tho! troppo facile lasciare i bulbi lì così, porini), gli alberi da frutto, la siepe, le grandi piante di essere potate, il prato di essere tosato, nutrito e concimato (i gatti in questo caso ci danno una grossa zampa)... insomma già a parlarne sono stanca.
Però è una grandissima soddisfazione, almeno per me, vedere i frutti della nostra fatica (seeee fatica, diciamo impegno, suvvia)
Che poi, quando siamo all'estero, come souvenir acquisto semi e bulbi da piantare nel nostro giardino. Un modo come un altro di avere un po' di quel luogo, di quei colori, a casa mia. Quest'anno nello Yorkshire abbiamo acquistato dei bulbi di daffodils e di tulipani dai colori variegati e dalle forme strane (quelli un po' particolari ancora sono indietro nella sbocciatura, ma sono fiduciosa).
Inutile dire che sono molto orgogliosa di questi fiori e per un momentino ino ino mi sembra di essere di nuovo là.
Un'altra mia passione sono le ortensie, specialmente quelle blu. Una fila di sei piante per ora è sempre verde ma rigogliosa, invece questa me l'ha regalata mamma. Quando si dice fare contenta una figlia. Tzè.
Un'altra pianta che mi garba un casino è 'La bella di notte', pianta con fiori che durante il giorno sono chiusi
e si aprono all'imbrunire, al tramonto, per stare fiorita e profumatissima solo la notte. Ma non è fantasticamente strano? È una pianta che attacca facilmente e che , grazie ai semini (che sembrano grani di pepe nero) che col vento vanno a finire da tutte le parti, in breve tempo ce la siamo ritrovata un po' ovunque. Come ho detto prima ha un profumo molto intenso e piacevolissimo. Praticamente profuma l'aria in giardino al calar della sera. Adoro.
Quest'anno aspettiamo in gloria che il nostro albicocco e i ciliegi ci regalino i loro frutti. A vedere il via vai di apine direi che i fiori almeno son buoni.
Come dev'essere buona l'erba, il polline dei miei fiori e l'ambiente in generale perché in alcune giornate sembra di essere allo zoo, tra gatti curiosi, famiglie di ricci, uccelli di vario tipo, civette diffidenti, farfalle strane, lumache di ogni dimensione, e chi più ne ha più ne metta. Ah sì, abbiamo anche un biacco che a quanto pare girovaga tra il mio giardino e quello dei vicini. Abbiamo scoperto giorni fa due mute, due pelli secche. Non metto la foto perché potreste avere uno sturbo, ma fidatevi: molto belle. Mi hanno suggerito di farci una cintura. Voglio dire: unire l'utile allo schifo, ma insomma ci posso pensare.
Anche se il Re incontrastato del giardino rimane lui. Che se lo gira, se lo annusa, ci si nasconde, me lo concima (lo possino!) lo controlla, smuove i semi appena il Santo gira gli occhi e mi morde i bulbi.
So di non aver scritto molto e aver parlato solo a immagini, ma che ci volete fare, in questi giorni sono molto indaffarata con un nuovo progetto che riguarda proprio il giardino. Perché oltre a tutto questo ci sarà qualcos'altro di molto molto bello.
Ve lo dirò tra qualche settimana suvvia.
venerdì 28 marzo 2014
Chiamatemi Michael
Avete presente una famiglia in delirio? No? venite a casa di mia zia in questi giorni e ne vedrete una bella bella.
Circa tre settimane fa, il cane di mia zia (una femmina di nome Briciola) ha dato alla luce quattro cuccioli.
Rettifico: non è un cane, è un toporagno. Non si può chiamare cane un incrocio tra uno yorkshire e un chihuahua. Na robetta piccola, un po' pelosa, che entra tranquillamente in borsetta, o anche volendo, nel portafoglio, che stranamente non abbaia mai, ed è anche parecchio intelligente a dire il vero. Ma rimane, a mio avviso, un toporagno. Era da tempo che i miei zii le organizzavano appuntamenti al buio. Ragazzi per bene, per carità. Qualcuno con la cresta irriverente, altri con barba folta, altri ancora parecchio aitanti e corpulenti. E lei nulla. Si negava. Sempre. Talmente sempre che abbiamo pensato fosse gaia.
Addirittura durante i tentativi di approccio amoroso, non solo lei snobbava gli spasimanti arrapati, ma guardava i miei zii come dire "È tutto qui quello che sapete trovarmi? Nemmeno uno straccio di sosia di Rex? Di Rin tin tin? Ma voi vi accoppiereste con sti qua? No, ma guardateli! Fino a ieri copulavano con il polpaccio della Marisa!"
Di gusti fini, la ragazza.
Fino a che, dopo innumerevoli incontri andati a vuoto, si è lasciata ammaliare da Lo Smilzo.
Brutto, ma brutto forte. Più giovane, ma giovane pè davvero. Praticamente s'è fatta il toy boy. Anzi il toy dog. E di stazza più piccola della sua. Se l'è fatta con un chihuahua nano, col pelo talmente sminchiato che sembra che sia stato preso in pieno da un fulmine. Svampato, signò.
Hai capito, la ragazza? Pure giovane, piccolo e sottomesso.
E niente, dopo poco tempo, la notizia: quattro cuccioli nella panciotta. Gioia e gaudio di tutti e prenotazioni come se piovesse. Roba che per soddisfare tutte le richieste ne avrebbe dovuti fare diciotto.
Al momento del parto mia zia era presente con acqua calda e asciugamani puliti e la mi' mamma m'ha chiamato emozionata quando è uscito l'ultimo.
I primi giorni casa di zia sembrava una nursery. Gente che andava e veniva in visita portando fiori, pasticcini e leccornie. Scattando foto col cellulare, ridendo delle faccine buffe dei neonati e brindando alla nascita dei microcani. Siamo una famiglia semplice che si accontenta e trova da festeggiare anche nelle piccole cose, che vi devo dire.
E devo ammetterlo: anche se sono nati da due cani mignon (che quando hanno distribuito la bellezza evidentemente loro erano a guardare Lessie) i cuccioli sono FA.VO.LO.SI. Troppo belli.
Che dire...la mi' mamma era parecchio coinvolta, e sapete perché? Perché lei, il mi' babbo e il mi' fratello, hanno deciso di prendere uno di quei cuccioli.
La mia famiglia. Con un cane. Nano, ma pur sempre cane. Loro, che hanno tenuto solo gatti. No, ma voglio vedè.
Non l'hanno ancora preso e già hanno iniziato una diatriba per sceglierlo. Roba che si fanno i trabocchetti, giocano sporco coi parenti per far convincere l'uno o l'altro a cedere, fanno il gioco delle tre carte per vedere quale è più sveglio.
L'unica cosa che li accomuna tutti e tre è che deve essere maschio. Non entriamo nei particolari di questa scelta perché quando io ho chiesto spiegazioni mi è stata citata la supercazzola antani quindi, anche se sono la figlia, non c'ho capito na fava.
La mi' mamma appena ha visto sgusciare quello bianco, l'unico, ha detto "Se è maschio voglio quello!È bianco!" Per chi non lo sapesse la mi' mamma è una donna in fissa col bucato. Potrebbe fare benissimo la pubblicità del Dash al posto della mamma di Fabio De Luigi. Il bianco l'affascina, anche nel microcane.
Il mio babbo invece si è innamorato di quello con la testa più grossa. E qui non voglio entrare nei particolari della scelta, perché ho paura di sapere i retroscena di cotanto pensiero. Il cucciolo in questione sembra un cucciolo di San Bernardo o di Boxer, e sì, è anche il mio preferito.
Mio fratello (con un passato da meccanico) ha detto "Vanno bene tutti, ma quello bianco no. Ci si vede subito lo sporco". Ci mancava dicesse "Ci piove anche dentro" e poteva sembrare che stesse parlando della Panda dell'88 dello zio Gualtiero.
"Ma quello bianco è più bellino, poi lo laviamo!(col Dash)" ha provato a replicare mia madre.
Ma mio fratello è stato categorico "Se prendi quello bianco te lo rigo con la chiave!"
Allora, anche se mia madre non è ancora convinta del tutto, hanno scelto il piccolo San Bernardo. Il nome, l'hanno fatto scegliere ad Alice che ha optato per Fonzie. Perché Fonzie è uno ganzo.
Mio fratello ha detto che gli insegnerà ad alzare i pollicini e dire "Hey...!"
Ma non è finita. Mentre tutta la famiglia, quando entra in casa e lo prende in braccio, lo chiama già Fonzie, il mi' babbo lo saluta con "Ciao Michael"
"Michael? Ma non era Fonzie?"
"Nonno, è Fonzie!"
M'è rincoglionito il babbo.
"Come va, Michael?" Perché lui ci parla e lo fa sottovoce con un lieve accento siciliano.
"Babbo, ndo l'hai tirato fuori Michael?"
La mi' mamma m'ha risposto piatta "Il padrino"
"Eh?"
"Il padrino"
"Il padrino?"
"Michael, il figlio di Don Vito Corleone ne Il Padrino"
"Ma cosa c'entra?"
"È uno dei film preferiti di babbo"
La mi' mamma lo voleva bianco come dash, il mi' fratello metallizzato come una volvo e il mì babbo lo vuole mafioso come Al Pacino. Ognuno il suo.
"Ma cosa c'entra?"
"È uno dei film preferiti di babbo"
La mi' mamma lo voleva bianco come dash, il mi' fratello metallizzato come una volvo e il mì babbo lo vuole mafioso come Al Pacino. Ognuno il suo.
"Michael...Michael..." ormai è preso da sta cosa e gli parla come Marlon Brando con due criceti morti in bocca.
Quindi per tutti è Fonzie, ma per il mi' babbo rimane Michael. Il figlio maschio prediletto dopo il mi' fratello.
Voi capite. Cioè capite come mai io sia così. La mì famiglia è questa: una splendida famiglia in possesso di numerosi neuroni specchio sminchiati alla grande. E io non potrei desiderare di più. Perché non mi sento mai idiota, ma facente parte di un gruppo di persone che trova da sorridere e divertirsi anche nelle piccole cose. E comunque il mi' babbo che fa il verso a Marlon Brando ve lo raccomando. Altro che Oscar a La grande bellezza.
La più piccolina la tiene la zia che se n'è uscita con zio "Questa è Mia"
"Lo so, di chi vuoi che sia?"
"No, non hai capito. È Mia!"
"Ho capito. È tua, e chi te la tocca!"
"No, è Mia, Mia!"
"Ho capito che è tua tua! Ma oh, se sta in casa sarà anche un po' mia!"
"Bravo! Mia!"
Avete presente Dustin Hoffman in Rain Main quando inizia con "Chi gioca in prima base."
"Chi gioca in prima base?"
"Chi, gioca in prima base."
"Eh, appunto. Chi gioca in prima base?"
"Chi, gioca in prima base"
Non ci si esce. È questione di DNA, c'è poco da fare.
Per i nomi degli altri due cuccioli, (ai quali abbiamo dato dei nomi che speriamo vengano rispettati sennò amen) ho proposto alla zia "Dai, facciamo il totonome con i miei amici su FB, che qui le idee scarseggiano"
La mia proposta è stata accolta con "Ok!Facciamo il caffè!" Non ho capito il nesso, ma pazienza. Non si può capire tutto nella mia famiglia. Le mie amiche, dopo la pubblicazione delle foto, si son date un gran daffare a spararmi dei nomi, che io ad ogni bip di notifica, urlavo alla folla:
"Poldo!"
"Jerry!"
"Ringhio!"
"Sansone!"
"Bingooo!!"
"Abbiamo finalmente trovato il nome?"
"No, Bingo è un nome che hanno proposto."
Ha vinto però Zeus, accolto dai presenti con un'alzata di palette che manco Mariotto a Ballando con le stelle.
Per l'altra femminuccia è stato accolto con un caloroso applauso Kikka, sperando che a nessuno venga in mente di fare battute tipo Kikkazzosei?
E ora è arrivato il momento di presentarveli perché meritano pe' davvero:
Ma per gli amici: Michael.
venerdì 10 gennaio 2014
Il gatto con la dentiera
Avete mai visto un gatto con la
dentiera? No? Evabbè, tra poco ne vedrete uno.
Il mio.
Anzi, la mia.
La Minù aveva da un po' di giorni una
guancia che pareva il padrino, che di conseguenza le chiudeva un
occhio facendole assumere un'espressione tipo “Con me non ti
conviene scherzare, se mi incazzo ti salto addosso e ti sbrindello che
manco le frange del tappeto”.
Perché lei è una dura. Lo è sempre
stata. Attacca i cani, per dire.
In un giorno di festa, nel mio
giardino, io e i miei invitati, siamo stati spettatori di una scena
inverosimile. Lei che rincorreva un cane. Per carità, mica grosso,
però lei gli sbavava dietro come un mastino. Il cagnetto, impaurito,
ha spiccato un salto in collo al padrone con così tanta foga che
manca poco gli strappa il parrucchino.
Invece le è stato affibbiato il
soprannome di Scacciacani da quando ha attaccato un dobermann.
Perché a lei mica piace vincere
facile.
A dire il vero il bestione l'ha
rincorsa abbaiando per tutto il piazzale, lei è entrata agile e
snella (nonostante avesse a quel tempo già una quindicina d'anni)
nel cancello lasciando lui a continuare a sbraitare rabbioso attraverso le inferriate. Poi si
è fermata di colpo, ha inchiodato con tanto di polvere sotto le
zampe tipo cartone animato, è tornata indietro socchiudendo gli
occhi e (anche sculettando un po' a dire il vero), ha sfoderato tutti gli artigli e ha
letteralmente arpionato il muso del cane.
Gli ha fatto un segno che manco Zorro.
Un ricamo a punto croce.
Un reticolato dove potevi giocare a
crocette.
Un quattro e quattr'otto di segni che
ha sfregiato il bel muso lucido dell'avversario.
Una vendetta perfetta. Da vera donna.
Inutile dire che da quel giorno il
dobermann non se l'è cacata manco di striscio, no, perché rincorri
oggi, rincorri domani, poi impari a stare un po' calmino. Eh.
Insomma tutto sto preambolo per farvi
capire il carattere forte e orgoglioso della vecchiarda che
quest'anno mi va per i 18 anni. Una bella maggiorenne umana ma
novant'enne felina. E quando la guardo, con quello sguardo così
fiero sembra che mi dica “Novant'anni a chi? Abbbellaaaa!!!”
Effettivamente sembra tutto tranne che
vecchina. Si arrampica ancora, difende con coraggio il proprio
territorio e non molla la presa. A giorni è un po' scorbutica e non
possiamo dire nemmeno che siano gli ormoni visto che è in menopausa,
giusto?
Fatto sta che però 90 anni ce l'ha e
ha bisogno probabilmente di una dentiera. Comincia ad avere problemi
ai denti e ora c'ha un ascesso che emana un odore tipo arbre magique
al mango e cocco dell '87 lasciato sotto il pelo di pastore maremmano
bagnato.
Ieri l'ho portata dal veterinario e non
ha fatto una piega. Buona, non un miagolio, non un fiato. E menomale
sennò mi stendeva e mi faceva i capelli verdi.
È arrivata una signora e mi ha detto
“Scusi, può tirare su la cestina col suo gatto? Sto per scendere
il cane e non vorrei la aggredisse”
È sceso un cane basso e grasso e io e
Minù ci siamo veramente fatte delle grasse risate, ma roba da
rotolarsi pè davvero. Lei l'ha guardato attraverso il trasportino e
m'ha detto “Lui attacca me?Mappeppiacere! Reggimi!Reggimi perché quantèvveroiddio che se esco di qui lo gonfio
come un canotto, se solo prova a ringhiarmi gli faccio un uno-due che
non lo riconosce manco sua madre!”
Un amore.
È stata visitata e il verdetto è
stato “È un ascesso. Va operata. Via il dente, via l'ascesso, via
il dolore e via questa faccina così gonfia”
Minù ha risposto “Gonfia sarà tua sorella!”
“È digiuna?”
"È digiuna? Mah. Sei digiuna Minù?" Poi
la guardo bene e le scopro una macchia di sugo intorno al naso
(perché a casa mia i gatti mangiano anche gli avanzi).
“Ehm...forse no?”
La gatta mi ha guardato come per dire
“Se scopre che mi dai l'avanzo degli spaghetti al sugo ti prende a
randellate, ma per una doppia porzione ti reggo il gioco”
“Me la lasci e venga stasera a
riprenderla. Dobbiamo fare tutte le analisi del caso: prelievo del
sangue, delle urine... sa... per capire se a questa età può reggere
l'anestesia...”
A me pare di averla vista fare il gesto
dell'ombrello e tirare su l'unghiolo medio, ma potrei sbagliarmi.
“La avverto, così per dire, è
vecchiotta ma si difende piuttosto bene”
“Non si preoccupi” ha chiosato il
medico “Noi sappiamo come fare”
Certo.
Quando son tornata a prenderla non la
vedevo.
Sono entrata nell'ambulatorio chiedendo
“Dovrei avere da qualche parte una gatta” con la stessa tonalità
di quando entriamo in un bar e diciamo “Ieri dovrei aver lasciato
l'ombrello”
Un ragazzo è andato a prenderla e lei,
nonostante alcune gocce di sangue evidenti sul tappetino, m'ha
guardato come dire “Nti preoccupà, l'ho fatti neri”
Infatti...
“Mi spiace, non siamo riusciti a fare
le analisi”
“Come no?”
“Niente. Una beRva. Vecchina sì, ma
che caratterino! Non c'è stato verso di levarle il sangue.
Un'indemoniata”
“E mo'?” ho chiesto mentre Minù
guardando il dottore si passava una zampa sotto il collo dicendo “A
lui e a tutta la famiglia!”
“E ora ci basiamo sugli esami delle
urine che vanno bene, quindi lunedì operiamo”
Quindi lunedì la beRva sarà sotto ai
ferri. Sicuramente con un'anestesia che ci vorrebbe per un cavallo.
Sdentato.
Se avete esperienza al riguardo (anche
se l'amica Laura S. mi ha tranquillizzato) vi esorto a parlare.
Perché insomma, se devo comprare una
dentiera mi devo organizzà!
p.s. Come avere novant'anni e non sentirli.
martedì 30 luglio 2013
Un non post
Sto scrivendo questo post dalla montagna. Venti gradi di giorno e dieci la notte. Un venticello fresco che mammamia. Un'arietta che guarda, non te lo sto nemmeno a di'.
Non è vero, sto scrivendo da casa con il condizionatore che mi punta l'osso del collo e 38 gradi fuori. Vi volevo fare solo un po' di invidia. Ma poi se domani sto torta e gobba come Quasimodo non mi invidierete per nulla.
È un'estate strana, nevvero? Un po' afosa, un po' nebbiosa, un po' nuvolosa, un po' ariosa, un po' furiosa, bho, quest'anno ci sono tutte.
Che dire. Non ho argomenti validi per il post di oggi. D'estate un po' sono ridimensionate le attività perché si suda, è caldo, si esce di più (e c'è poco tempo per scrivere), si va al mare, si va in piscina e chi più ne ha più ne metta.
In questi giorni ho avuto un mal di testa colossale, na roba che mi son drogata talmente tanto con le medicine che la notte ti c'avevo due occhi così. Parevo un gufo. Il Santo, poraccio, mi avrebbe presa a badilate pur di farmi stare ferma, perché io mi agito. Già mi agito quando dormo, figuriamoci quando non dormo. Mi verrebbe da svegliarlo e farci due chiacchere, chessò sul tempo, sull'economia del paese, su come Belèn stia crescendo quella povera creatura...roba che mi farebbe venire sonno per forza.
E poi che ho fatto? Ah sì, abbiamo portato Charlie a fare il vaccino, anzi il richiamo. La solerte veterinaria, alla prima iniezione ci avvertì "Se in questi giorni lo vedete stanco, insonnolito, apatico, niente paura: è il vaccino"
Ecco, prendete quello che ha detto e fatene il contrario. Dopo un'ora siamo tornati a casa e sembrava avessimo aperto la porta al figlio di Satana. Il vaccino gli ha fatto l'effetto contrario. Una belva. Saltava come un grillo, mangiava come un maiale e cagava come un elefante. Quattro bestie in una. Manco un transformer.
Agitato, giocherellone, casinista, dove passava lui cascavano fogli, vasi e telecomandi. Praticamente Attila. Sorvolo sul fatto che il Santo abbia detto "Mi ricorda qualcuno..."
Si sa, ognuno sceglie il proprio gatto a istinto e se io ho scelto lui, un motivo ci sarà.
Quando l'ho raccontato alla mì mamma, lei riservandomi un bel sorriso mi ha detto "Da piccola, da quanto eri agitata, mi consigliavano di darti un po' di valium. Ho dovuto smettere, ti faceva l'effetto contrario" Ecco, voglio dire.
Insomma abbiamo il Charlie double face: o spalmato sul divano a palle all'aria sotto il getto del condizionatore o (quando esce dal coma) iperattivo ai limiti della sopportazione. Aspè, non ho detto tutto:si crede di essere un cane. Se gli lanci un oggetto, lui corre come un pazzo, lo prende in bocca e te lo riporta. O sennò lo nasconde da qualche parte e questo oggetto non lo ritrovi più. Giust'appunto stavo pensando... quanto peserà una suocera?
Sto scherzando, pora suocera mia che m'ha fatto uno come il Santo.
Poi che dire?
Ah sì, che tutti vanno o sono in ferie.
Voi dove andate di bello?
O dove siete di bello?
Su, scrivete e ditemelo voi, che io già a scrivere questo breve testo sto sudando come un beduino che fa la maratona nel deserto.
Sì, perché adesso ho spento l'aria condizionata visto che sto diventando la prima cosa più storta a Pisa dopo la torre.
mercoledì 15 maggio 2013
Il nuovo arrivato
Non è finto, è vero.
Straordinariamente vero. Anche se sembra un pupazzino, però.
E io sono innamorata e impazzita
nell'arco di due ore, che ve lo dico a fare. Guardate che muso.No,
vabbè, parliamone!Sì, parliamone. Questo è il nuovo arrivato a
Casa di Simo. Un maschio rosso probabilmente a pelo semilungo, un
misto tra il Re Leone e Romeo degli Aristigatti. Abbiamo subìto il
suo fascino, non ce n'è.
E siamo tutti contenti di averlo con noi,
tutti tranne Minù che è incazzata nera. O almeno mi pare.
Stamattina è entrata in casa tutta tronfia come la Regina indiscussa
del castello e, tho!, c'ha trovato il principino che trotterellava
per i cazzi suoi in cucina. Si è bloccata, l'ha guardato, si è
avvicinata e ragazzi, avete presente la pubblicità delle Vigorsol?
Dove lei stappa la bottiglia e manca poco dal getto d'aria le si
stacca la testa? Paro paro. Gli ha dato una soffiata che manca poco
il micio me lo ritrovo nell'acquaio. Lui è rimasto col pelo tutto
indietro, un po' così, tipo viaggio in Vespa senza casco. Ma è
rimasto al suo posto. Lei, non contenta, gli ha girato intorno e
gliene ha fatta un'altra. Credo che il sottotitolo sia stato “QUESTA
E' CASA MIAAAAAAAAAA!!!Brutto nanerottolo rosso di
merda!!ARGHHHHHHH!!!!” Poi è voluta uscire e ora è fuori, sulla
sedia da giardino, girata di culo. Cioè, manco mi guarda. Le passerà
di sicuro, lei fa così ma ogni volta che c'è un gatto nuovo, fa
l'incazzata per mezza giornata e poi offre pure la sua ciotola. Che
poi, ma cosa si incazza? Non è credibile una gatta che fa queste
scene e poi si scansa per far mangiare nella sua ciotola due ricci.
Lei c'ha da tenere la parte ovviamente, ma Gassman non c'è per
nulla. È un'attrice nata.
Comunque lui è...
lui è...
No, ma seriamente pensate che trovare
un nome a un gatto sia facile?
Ma quando mai. Il toto nome è iniziato
domenica e non vi dico le varie opzioni.
Io volevo chiamarlo Oscar, come suo
padre. Ma non piace ad Alice.
Il Santo voleva chiamarlo Ottavio.
Ottavio, vi rendete conto? Mi poteva
anche piacere ma mi verrebbe da metterci anche chessò...Decimo
Meridio. Ottavio Decimo Meridio, il gladiatore... Wow!!
Alice si è ficcata due dita in gola.
Lei ha proposto Ciuffo.
Ve prego, gnaàpossofà. Poi mi viene
in mente la Colò sull'aereo col koala della kinder, per carità.
Mi piaceva Snoopy. Mi hanno risposto “È
un cane”
Mi garbava un casino Lenticchia, o
Mirtillo. Alice, visto che è rosso, ha proposto anche Ribes. Andrea
ha minacciato di andarsene di casa.
Alice ha rilanciato con Matisse o
Bizet, per proseguire (dopo Minù) con gli Aristogatti, io ho detto
ma anche no e se deve essere Disney allora Nemo. Mi hanno risposto “È
un pesce”
Wisky no, perché avevo già un gatto
che si chiamava così.
Nomi tipo Batuffolino, Briciola,
Pallino, Ciccino, Amorino, Cuoricino, insomma quelli ad alto tasso
glicemico non ci garbano.
A me e al Santo piaceva molto Artù, ma
Alice ha detto “Vi lancio la tavola rotonda”.
Che poi il nome non è da
sottovalutare, cioè deve rispecchiare un po' il carattere, no? Se
hai un micio tremendo che si attacca alle tende, ti sfrangia il
divano e ti caca nella scarpiera, hai voglia di chiamarlo Amore,
Zuccherino o Batuffolino. Questo è una iena. Al contrario se hai il
micetto più piccolo della cucciolata, timido e introverso è inutile
che tu lo chiami Golia o Zeus, cioè gli sta male, capisci?
Quindi abbiamo una giornata per capire
quale sia il carattere di questo micio e a dire il vero ha iniziato
alla grande. Tipo che è stato bravissimo perché dopo un'ora che era
in casa ha già fatto i bisogni nella cassettina, è coccolone, si fa
abbracciare e accarezzare, se ti avvicini ti viene incontro e cerca
le mani. Dall'altra è un tipo strambo che, visto che lo sportello
della cucina era aperto, ha fatto un triplo carpiato tra la
pattumiera e i saponi per poi andare a fare una giratina sotto la
cucina. Ho dovuto smontare lo zoccolino perché lui da dentro la
stava prendendo a testate miagolando “Fatemi uscireeeeeeeeee!!!”
Quando è uscito aveva dei rotoli di polvere addosso che quasi non lo
riconoscevo. Era improvvisamente diventato grigio e lanoso come se
l'avessi messo in lavatrice insieme a un maglione nero di cachemire.
E poi è coraggioso. È alto meno di un barattolo di pelati e si
vuole lanciare dalla panca senza paracadute, lui. E poi rotola che è
una meraviglia. Soprattutto quando gioca con un filo e si rizza sulle
zampe posteriori. Tiene la posizione per due secondi netti poi gli
pesa il culo e si cappotta.
E poi ha già i suoi gusti ben precisi.
Per esempio gli piace la panca. Ma siccome è nano parecchio, quando
ci vuole salire miagola. Tu lo metti sopra e lui si cheta. Bho, pare
finto.
A volte dorme:
Altre volte è molto interessato alle
attività di famiglia, tipo lo studio dell'inglese da parte di Alice.
E ora, dopo tutte queste attività e
queste sue scelte, lo abbiamo guardato bene negli occhi cercando di
capire che nome gli stesse bene. E subito ce n'è stato uno,
soprattutto dopo aver visto questa foto. Vi presento:
Charlie. Cioè, senza volerlo è venuta
fuori sta foto. Non c'è Batuffolo che tenga, questo è un Charlie
fatto e finito, gli sta proprio bene.
È o non è un ganzo? Io lo adoro già.
Voi che nomi avete dato ai vostri
animali domestici? E perché proprio quel nome lì?
Ora scusate, vado a stritolarlo un
pochettino!
domenica 5 febbraio 2012
SALVIAMO L'UCCELLO!
Ehm. Forse era meglio se sceglievo un altro titolo. Anche perché c'è il rischio che mi chiami la mia amica Lilly e mi faccia il cazziatone per essere rimasta delusa da questo post.Lei sarebbe capace di farci uno slogan con questo titolo,e non è una sostenitrice Lipu, tanto pe' capisse.
Comunque. Dopo tutta la neve che impazza sull'Italia, FB è pieno zeppo di foto di città innevate, di link con pupazzi di neve e di allarme cibo uccelli. Eh sì, perché il povero passerotto con tutta sta popò di neve rischia di non trovare più le nostre bricioline. Bricioline che vengono scosse dalla tovaglia insieme al telecomando, nel mio caso. A voi è mai successo?Vedeste che lanci che vi fò.
Dicevamo. Ho visto un sacco di link dove invitavano ad attrezzarsi per far sì che gli uccellini trovassero il cibo. E allora daje che ti ridaje mi sono messa a smanettare ancora e ho trovato un post curioso e un sito interessante dove suggeriscono ben 50 mangiatoie FaiDaTe per i volatili.
E volete che io non ci provi?
Anche perché casa mia è piena d'uccelli. Nel senso: è un po' campagna quindi spesso siamo circondati da passerotti, pettirossi, rondini sul filo dei panni, merli, merle, gazze ladre, piccioni e chi più ne ha più ne metta. E se lo dico ho le prove.
Ecco qua.

Il primo che fa la battuta sul fatto che c'ho un uccello in mano, lo prendo a capocciate, chiaro?
Insomma, ho trovato questo sito e mi sono messa a cercare quelli che potevo fare subito, con pochissimi accessori che avevo in casa.
Quello che mi è servito:


-l'anima di cartone di un rotolo di carta igienica (se non lo avete a disposizione mettete delle prugne secche nella torta destinata alla nonna, poi vedi come finisce la carta)
-una pigna (suvvia, vi sarà rimasta una pigna da Natale, no?)
-dei pirottini da cucina
-spago da cucina (o qualsiasi altro cordino)
-bacche di magnolia (vabbè, ce l'avevo da quella volta delle foto d'autunno, ricordate?)
-becchime per uccelli
-burro o margarina.
ecco il procedimento difficile da morì. Ma proprio difficile.
Prendete la pigna,legateci uno spaghino, spalmatela di margarina e fategli fare triplo carpiato in una ciotola di becchime. Ed è pronta. Eccheccevò?

Poi prendete il rotolo.Spalmate pure questo con la margarina (lo so, fa un certo effetto)e rotolatelo nel becchime come in una gara nel fango. E ualà!Pure questo è pronto.Troppo facile.

Ed ora tocca alla bacca di magnolia. Paro paro alla pigna.

Ora veniamo a quelli che mi hanno dato maggior soddisfazione:i pirottini.
Struggete il burro (la margarina in questo caso è troppo molle) e riempite i pirottini immergendoci lo spago da cucina. Riempite a questo punto il pirottino col becchime e mettetelo nel freezer a freddare (ma anche fuori viste le temperature.


Quando si saranno freddati togliete l'incarto e avrete i vostri dolcetti per uccelli da appendere agli alberi. Io so che mi pentirò di questa cosa, perché poi i miei alberi di ciliegio e albicocco si riempiranno di frutti e mannaggia, mi tocca stare in allerta come un cecchino per evitare che mi becchino la frutta. Ma ditemi se non è bello in inverno fare sta cosa per gli uccellini. Senza considerare che adesso il nostro platano sembra un albero di Natale con tutte queste cosine strane attaccate.





Però.Però ho fatto i conti senza l'oste. C'è qualcuno che si è affacciato alla finestra e guardando in giardino si è sfregata le zampe.
Stai a vedè che casino. Altro che Titti e Silvestro.
Comunque. Dopo tutta la neve che impazza sull'Italia, FB è pieno zeppo di foto di città innevate, di link con pupazzi di neve e di allarme cibo uccelli. Eh sì, perché il povero passerotto con tutta sta popò di neve rischia di non trovare più le nostre bricioline. Bricioline che vengono scosse dalla tovaglia insieme al telecomando, nel mio caso. A voi è mai successo?Vedeste che lanci che vi fò.
Dicevamo. Ho visto un sacco di link dove invitavano ad attrezzarsi per far sì che gli uccellini trovassero il cibo. E allora daje che ti ridaje mi sono messa a smanettare ancora e ho trovato un post curioso e un sito interessante dove suggeriscono ben 50 mangiatoie FaiDaTe per i volatili.
E volete che io non ci provi?
Anche perché casa mia è piena d'uccelli. Nel senso: è un po' campagna quindi spesso siamo circondati da passerotti, pettirossi, rondini sul filo dei panni, merli, merle, gazze ladre, piccioni e chi più ne ha più ne metta. E se lo dico ho le prove.
Ecco qua.

Il primo che fa la battuta sul fatto che c'ho un uccello in mano, lo prendo a capocciate, chiaro?
Insomma, ho trovato questo sito e mi sono messa a cercare quelli che potevo fare subito, con pochissimi accessori che avevo in casa.
Quello che mi è servito:

-l'anima di cartone di un rotolo di carta igienica (se non lo avete a disposizione mettete delle prugne secche nella torta destinata alla nonna, poi vedi come finisce la carta)
-una pigna (suvvia, vi sarà rimasta una pigna da Natale, no?)
-dei pirottini da cucina
-spago da cucina (o qualsiasi altro cordino)
-bacche di magnolia (vabbè, ce l'avevo da quella volta delle foto d'autunno, ricordate?)
-becchime per uccelli
-burro o margarina.
ecco il procedimento difficile da morì. Ma proprio difficile.
Prendete la pigna,legateci uno spaghino, spalmatela di margarina e fategli fare triplo carpiato in una ciotola di becchime. Ed è pronta. Eccheccevò?

Poi prendete il rotolo.Spalmate pure questo con la margarina (lo so, fa un certo effetto)e rotolatelo nel becchime come in una gara nel fango. E ualà!Pure questo è pronto.Troppo facile.

Ed ora tocca alla bacca di magnolia. Paro paro alla pigna.

Ora veniamo a quelli che mi hanno dato maggior soddisfazione:i pirottini.
Struggete il burro (la margarina in questo caso è troppo molle) e riempite i pirottini immergendoci lo spago da cucina. Riempite a questo punto il pirottino col becchime e mettetelo nel freezer a freddare (ma anche fuori viste le temperature.


Quando si saranno freddati togliete l'incarto e avrete i vostri dolcetti per uccelli da appendere agli alberi. Io so che mi pentirò di questa cosa, perché poi i miei alberi di ciliegio e albicocco si riempiranno di frutti e mannaggia, mi tocca stare in allerta come un cecchino per evitare che mi becchino la frutta. Ma ditemi se non è bello in inverno fare sta cosa per gli uccellini. Senza considerare che adesso il nostro platano sembra un albero di Natale con tutte queste cosine strane attaccate.




Però.Però ho fatto i conti senza l'oste. C'è qualcuno che si è affacciato alla finestra e guardando in giardino si è sfregata le zampe.
Stai a vedè che casino. Altro che Titti e Silvestro.
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