lunedì 31 maggio 2010

HO FATTO UN BUC!BUK...BOK...(ehm..) BOOK!!!





Sono sopravvissutaaaaaa!!!!!!!!
Tesori, siccome per scrivere il resoconto mi ci vuole un po' (chessò due mezze giornate per esempio) e siccome OGGI c'ho una casa che pare ci sia scoppiato un bengala gigante, e siccome so che siete curiosi da morì, per ora carrellata di foto con sottofondo musicale (il ragazzo del piano bar di New York, ricordate?).
Sistemo tutto, mi metto all'opera e a presto su questi schermi.
Piesse: è andato tutto benissimo!
Piesse due: ditemi che ve ne pare.
Piesse tre: ho ancora mal di piedi,macchèvelodicoaffà.

Accendete lo stereo, plis!






Statuina parecchio zen

Un po' di menù
Fetta di dolce?




Guarda come t'addobbo il pozzo (Biancaneve fatte 'n attimo da parte)



Tre uomini...

...e una gamba.

Tango col caschè (se non l'aveste notato io avevo un bicchiere in mano. Pieno)


giovedì 27 maggio 2010

NON SONO STANCA, STO MEDITANDO








Questa immagine mi rappresenta appieno. Io, la sera, sono così. Precisamente quando mi fermo giusto quell'oretta a tavola. Sono così, ADESSO, in questi giorni, perché ho un party da organizzare, ricordate?Alice, la comunione...quella roba lì. Se cercassi di fare un post decente mi verrebbe fuori comunque qualcosa di sminchiato,per colpa della stanchezza, quindi vi do due numeri, così li giocate al lotto, vincete uno stonfo e facciamo a metà, d'accordo?
Pronti?

Carta e penna, plis.

3 i giorni che mancano all'evento (son talmente stanca che ho anche le visioni. Nel vicinato qualcuno mi chiama già Bernadette)

6 i tavoli da allestire per il buffet (ho trovato le tovaglie!)

2 i nonni reclutati per i lavori forzati (la minaccia è stata “Volete ancora vedere vostra nipote vero??”)

57 le volte che ho detto ad Andrea “Ma basterà il cibo???”

57 + 1 le volte che lui mi ha risposto “STAI CALMA!”

85 le dozzine di neuroni bruciati della sottoscritta per pensare al tutto

1 figlia che prende il regalo, guarda la bomboniera e con la bocca storta mi sussurra “Ma devo dargliela proprio?Mi piace così tanto!”

400 i grammi di cotone che ficcherò nel reggiseno

10 i centimetri di tacco dei miei sandali dorati (sticazzi!)

35 gli invitati che pascoleranno nel mio giardino come pecore smarrite

8 i bambini dai due ai dieci anni che pascoleranno nel mio giardino come agnellini in cerca di pecore

48 i litri di terriccio che ho usato per sistemare le fioriere e far vivere serenamente le surfinie per tutta l’estate (invece immancabilmente ad agosto sono già decrepite e in carenza d’acqua anche se le annaffio con damigiane da 100 litri. Perché? Perché?)

5 i centimetri che vorrei avere in più di statura perché col vestito che ti c’ho farei un figurone

4 la misura di tette che vorrei perché col vestito che ti c’ho farei nartro figurone

9 le portate per il party (se non se le mangia prima la gatta)

7 gli addestratori di gatti che noleggerò per far sì che la gatta impari in tre giorni che non si mangia ciò che si mette sui tavoli durante un party

21 i piccioni che mi cacheranno sui gazebo.Me lo sento, quant’è vero che mi chiamo Simona.

11 i secondi che passano da quando tocco il letto a quando cado in stato pre-coma.

7865 i pensieri organizzativi che mi passano per la testa ogni due minuti.

36 i secondi nei quali io e Alice abbiamo deciso “Sì, questi animaletti potrebbero sembrare delle bomboniere”

240 i minuti che io e mammà abbiamo impiegato per confezionarle con le nostre manine

17 le persone che mi hanno detto “Solo voi, potevate fare ‘ste bomboniere”

42 (gli invitati+gli addestratori, perché vogliamo dare un pasto anche a ‘sti disgraziati?) gli intossicati dai piatti cucinati da me.

42 bis di furboni che scanseranno i miei piatti e mangeranno solo quelli fatti da mammà.

E infine i numeri più importanti:

10.000 le scuse che porgo a voi per non essere stata presente sui vostri blog in questi giorni e altre

10.000 per i tre giorni a venire.

Temo che da domattina sembrerò ancora di più un criceto impazzito o il porcellino d’india delle fiere. Correrò tra la casa e il giardino, dando ordini alla rinfusa a quei poveri santi che non sono altro che il mio babbo e mio marito.Ma sarà tutto perfetto.E anche se stanchi, siamo strafelici.

Vi lascio con le foto dei preparativi di questa grande festa per la mia Alice. Ditemi che va tutto bene, vi prego. Ho bisogno di sentirmelo dire.

Sì, la settimana prossima resoconto. Promesso.

Buonanotte bimbi.

E grazie di essere con me e la mia Top-family.


martedì 25 maggio 2010

SIM SALA BIM!(come ti faccio apparire un paio di mutande)










E’ capitato a tutti di mettere in lavatrice due calzini e poi ritrovarne solo uno, vero? Ne abbiamo già parlato pure in questo post. E’ tutta una questione di magia, dopotutto. Una formuletta magica, il cestello che ipnotizza i calzini e oplà, sparito. Però questo è niente in confronto a far apparire nel cassetto un paio di mutande che non ti appartengono. In casa mia è successo anche questo.

Una domenica mattina Andrea ha infilato la mano nel suo cassetto e prendendo un paio di mutande ha domandato. "E queste? Cosa sono?"

Ho pensato 'Cazzo! non immaginavo che l'alzheimer arrivasse a quarant'anni!'

"Amò, cosa vuoi che sia? Una canottiera?Prova a infilarla in testa e vedi come ti sta"

"Mi stai dicendo che sono una testa di cazzo?”

“No, amore mio, ma non lo vedi che so’ mutande?”

“Certo che lo vedo. Ma vedo anche che non sono le MIE!!!!”

Oh.

Non sono le sue? E di chi sono, perdindirindina? “Cosa ci fanno delle mutande non tue nel cassetto?” Nel frattempo stavo sudando freddo.Mica perché pensavo che fossero dell’amante che non ho. Ma perché forse c’avevo fatto follie e non me lo ricordavo.Il che, permettetemi, è anche peggio.

Andrea si fa serio e mette le mani sui fianchi “Perché non me lo dici te?”

“Ioooooo?E cosa c’entro io?”

“Simo, sto tranquillo perché nessun altro a parte me riuscirebbe a sopportarti per più di mezz’ora.Ma mi spieghi cosa ci fanno queste mutande QUI?”

“Ma sei sicuro che non sono tue?”

“Ma certo! Secondo te non conosco le mie mutande?”

“Se conosci le tue mutande come conosci tua moglie…” 1 a 0 per me!

“Che vorresti dire?”

“Ma perché? Io non potrei avere l’amante?Eh? Eh? Sono una chiavica? Un cesso? Anzi se guardi bene ce ne sono dieci paia , va bene? Seee…io non posso avere l’amante…ma come ti permetti? Guarda, fuori dalla porta c’avrei la fila, va bene? Altro che mutande!AhAh!! Io son giovane e figheira, hai capito? Miriadi di uomini farebbero a botte per avermi, chiaro? Mica sono da buttare!Ma senti lui…troppo sicuro sei, presuntuoso!E poi…”

Andrea si è seduto sul letto, mi ha accarezzato la guancia e ha detto “Il sabato sera la pizza con i peperoni non la ordiniamo più, va bene?”

“Mi son rimasti sullo stomacooooooo…” ho piagnucolato “mi fa male la pancia…e sragiono”

“Vedo. Con calma, respira, ti rifaccio la domanda: di-chi-sono-queste-mutande?”

“Non lo sooo……Amò?Ma faccio così schifo?Perché io potrei avere un amante volendo, vero?”

“Volendo”

“Giusto. Volendo.Ma non volessi”

“Voglio”

“Che?”

Ma non voglio, spero!”

“Speri che?”

“Simo, Volendo ma non voglio,ti ho corretto, lascia stare...”

“Ma ti pare il caso di farmi una lezione di italiano, adesso? Già che mi sento in commissariato, è stata trovata una prova nella nostra camera da letto e io non ho un alibi!E non mi hai neppure letto il codice Miranda!”

“Il sabato sera guardare un film poliziesco dopo aver mangiato la pizza ai peperoni, non lo facciamo più, va bene?”

“Sai che mi son sognata che ero la socia di Frank Poncharello? E sfrecciavo via in moto!Io gli facevo pure gli occhi dolci e lui manco mi considerava. Ma sono così brutta?”

“No, amore, sei bellissima, ma un filino strana”

“Davvero?”

“Per avere un amante dovresti fare come uno stonato nel coro della scuola”

“E cioè?”

“Il pesce. Ferma, buona, apri bocca ma non dici niente.”

“Mi stai dando dello scorfano?”

“No,’na sirena sei….”

Il fatto che Andrea non si sia scomposto più di tanto vuol dire due cose.

1° Sa che lo amo alla follia e che non lo tradirei mai e che le mutande nel cassetto ce l’ha portate il vento come porta le foglie secche sullo zerbino.

2° Pensa che l’abbia tradito ma non gliene fotte una mazza (orrore!!!)

3° Pensa “Con questa donna sono abituato a cose talmente assurde che questa dell’apparizione delle mutande è una barzelletta”

Adesso. Potrei dirvi la verità di cosa è successo. Ma invece voglio mettervi alla prova e vedere se indovinate voi. Come hanno fatto delle mutande non nostre ad apparire in fondo al cassetto?

Chi indovina…non vince niente. Ma vuoi mettere la soddisfazione?

Aiutino: quando ho raccontato questa cosa alle amiche, una di loro mi ha risposto “E’ successo anche a me!!”

Da questo si evince che le cose ‘apparentemente strane’ non succedono solo a casa mia.

Mo' vediamo chi è bravo... :-)

domenica 23 maggio 2010

UNA CAVALLA IN SPIAGGIA

Qualche sera fa al telegiornale hanno fatto vedere un servizio sui villaggi vacanze. Quei villaggi dove non ti annoi mai, dove vivi 24 ore su 24 e se vuoi ti tengono in ostaggio anche i pupi. La Top-family non è da villaggio turistico, come sapete ci piace sperderci tra il verde, che sia il Trentino, il Galles o l’Irlanda poco importa. L’importante è che non ci sia troppa gente, troppo casino e troppo caldo per portare uno zaino in spalla. Però a volte se Simo non va al villaggio, il villaggio va a Simo. E infatti ad agosto, allo stabilimento dove andiamo noi, c’è l’animazione. Ovvio che a me ci sarebbe voluta una ri-animazione, per la mancanza di ossigeno e la figura di merda.

Immaginatevi Simo in una spiaggia affollata, tipo questa:


Poi immaginatevi questa musica che esce dagli altoparlanti:


Ci siamo?

E ora immaginateMI sulla mia sdraietta ad abbrustolire al sole e… “BENVENUTIIIII!!!!!!!!!” a questo grido faccio un salto che manca poco la sdraia mi si chiude a ostrica. Inutile dirvi che io sarei stata una Pirla e non una Perla.
“Oddio, che è?”
BENVENUTI AL COCORITO MATTO!!!!!SONO SALVATORE!! E OGGI CI TERREMO COMPAGNIA CON GIOCHI, DANZE E GARE TRA BAGNANTIIII!!!!!”
Andrea mi chiede “O chi l’ha sciolto?”
A dire il vero era anche bruttino. Alto un metro e una granita, e bello tondetto, indossava una maglia color canarino. Una borraccia gialla in riva al mare, ecco quello che sembrava.
“Ma che grida?”
“Simo, lo fanno per animare la spiaggia…magari è divertente…”
“AVVICINATEVIII!!!INIZIAMO CON UN PO’ DI MUSICAAA!!!!CHE NE DITE DI QUESTA?”
Ha invitato tutte le signore alle prime sdraio di andare nell’acqua a mo’ di acqua gym a ballare una canzonetta. “SU SIGNOREEE!!!!UN PO’ DI BRIOOO!!!”
La signora Giovanna ha urlato “A me Blu di Rocchetta!!Bravo! Mezzo litro, grazie!”
“AVANTI SIGNOREEEE!!!ANCHE LE SIGNORINEEE!!!MA NON LO SENTITE IL RITMO???”
Il ritmo era esattamente questo: “Booomba…booomba…un movimiento sexy.., una mano alla cintura…una mano alla cabeza…” e queste coraggiosissime donnine con le mani sulla chioma o al punto vita che dimenavano le anche. Roba che se le vede il loro ortopedico pensa che siano state tutte a Lourdes.
E poi la musica è cambiata “Aserejè, ah eh eh!!...” e via di manina lesta e movimento d’anca che se prova la signora Maria gli parte la protesi al femore a mo’ di fionda e fa fuori mezza spiaggia.
“Simo,amore? Vuoi andare anche te?”
“Ma chi, io?Ma non lo vedi che sto leggendo?Non sto ascoltando e non so nemmeno chi stia ballando!”
“Sei migliorata”
“In che senso?”
“Sai leggere anche al contrario”
Vabbè ero distratta, ma giuro che stavo leggendo. Ho preso una penna al volo e ho fatto finta di fare almeno due parole crociate.
E’ passato il signor Fausto “E’ mia moglie quella là?”
“Eh, sì”
“Lei non va, Simona?”
“Ehm… no. Ora sto leggendo…anzi no sto facendo un gioco…”
“Sudoku?”
“…….” (Simo non pervenuta)
“Le piace il sudoku?”
“Mha!...A dire il vero non seguo molto le arti marziali. Potrei diventare a malapena cintura color cacchina, nemmeno marrone, ha presente?”
Ad Andrea è andato di traverso il gelato. Devono essere tutte quelle noccioline bastarde. Sbagliano sempre strada.
Intanto il nostro piccolo limone di Sicilia continua imperterrito ad animare. Ora sta facendo il gioco delle colonne sonore. Lui manda in stereo le colonne sonore dei film e la gente deve correre da lui per dire la soluzione. Questo è ganzo, sì che mi appassiona!Le so tutte!Fù-fù!
La prima era facile: Via col vento. Son partite due signore tutte e due da destra e si son prese a spintoni per arrivare per prime. Ci fosse stato Raoul Bova l’avrei capito, ma per quel tappo di sughero color senape proprio no.Comunque la signora più giovane dopo aver preso a craniate l’altra si è aggiudicata il punto. Ho notato che hanno giocato prevalentemente donne. Le questioni sono due: o siamo le più coraggiose o siamo le più coraggiosamente cretine.
E’ partita la seconda:…….Oddio! Qual è? L’ho già sentita! Ecco! Guerre Stellari!LA SO!
Dalla spiaggia non parte nessuno.
“Andrea,la so! E’Guerre Stellari!”
“Vai! Corri!”
“Ma sei pazzo? Ora secondo te vado a fare a gare come un’idiota?”
“Tanto lo sei ugualmente!Corri tesoro! Vai!!”
“Vai mamma, vai!” Sembra l’incitamento di una cavalla al galoppo. Furia, la cavalla del west. Ora mi danno una pacca sul culo e sfreccio per la spiaggia con la criniera al vento.
“Mannò!!Mavviaaa!Ma io sono una persona seria!” Ho urlato infastidita.
I dieci bagnanti intorno a me mi hanno fissata in stand-by e dopo 10 interminabili secondi hanno riso “Ah ah ah!C’avevamo quasi creduto!”
Intanto la musica scorre e nessuno si muove. Ho visto donne strapparsi le sopracciglia dallo sforzo e mariti correre al gabinetto, ma non c’è verso, tutti fermi. Ma cazzo, io la so!Possibile che nessuno la sappia?Dall’ansia di sapere una cosa che nessuno sa, ho cominciato a mangiarmi le unghie. Dei piedi.
“Via, Simona! O vai!”
“Mannò! Che faccio la figura di merda!”
“Ma se la sai! Farai un figurone!”
“Un bel figurone di merda!”
“Mannò! Vai!”
“No!”
“Su!”
“Ho detto di no!”
“Guarda che vinci un berrettino!”
Alla parola
berrettino m’è partito l’embolo. E’ ancora lì che gira nel bilocale che non è altro che il mio cervello. Adoro i berretti, per un berretto potrei uccidere. Proprio in quel momento vedo dall’altra parte una ragazza con un costume intero rosso che si alza schioccando le dita. Come se mi avessero fatto un clistere di adrenalina son partita in quarta sgommando alla sdraio.
Abbiamo percorso quei venti metri alla Holly e Bengy, non finivano più. Nel frattempo ho pensato alla strategia. Testata in petto? Però c’ha le tette grosse, minimo minimo ci rimbalzo e il rinculo mi spedisce alle cabine. No, è meglio uno sputo in un occhio. Ma con la mira che mi ritrovo di sicuro becco in pieno il bagnino. Gomitata ai fianchi? Forse è quella la tattica giusta. Corro come una pazza con la criniera che mi si intreccia da sola dalla velocità e arrivo prima con questa pettinatura signorile, stile cavalla di York alla gara di dressage.
L’animatore mi ficca il microfono sotto il naso“COMPLIMENTIIII!!!LEI E’?”
“Simona….”
“UN APPLAUSO A SIMONAAAA!!!!”
Tutti i rinco ad applaudire mentre la mia rivale sta mangiando la sabbia dall’invidia. Tzè!
“….la so!!!Anf pant…la so…”
“ERA DIFFICILE VERO?”
“Ma la so” Cazzo, se la so, la so!
“ERA LA COLONNA SONORA DI…?”
“Guerre stellari!!!” E ho vinto! Sìììì!! Il berretto è mio!!!Pereppeppèe pereppeppèppè!!
Un boato di
“NOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!” si leva dalla spiaggia.
“NO, NON E’ GUERRE STELLARI”
“Come no? Fa nann nanna na na n a nnan nnnann nna nna a!!!!”
“MI DISPIACE. A QUESTO PUNTO PUO’ RISPONDERE L’ALTRA RAGAZZA”
Nel frattempo la brutta copia di Pamela Anderson si fa avanti. Oddio, ora se lei indovina?
“Guarda la so! Incontri ravvicinati del terzo tipo, eh?”
“NO, E COMUNQUE STA ALL’ALTRA SIGNORINA RISPONDERE. LEI SI CHIAMA?”

“Loredana”

Oddio, Loredana. Per un attimo ho avuto la spiacevole sensazione che fosse la Lecciso. Non può vincere lei.
“Ma sono arrivata prima io! Forrest Gamp, eh? Eh?”
“HO DETTO DI NO. FACCIAMO RISPONDERE A LOREDANA”
“Sessiindesiti??”
“ALLORAAA??!!PREGO…”
E sapete la Lecciso cosa ha detto? Due lettere “ET”
“COMPLIMENTIIIII!!!!INDOVINATOOO!!!”
“ET?? Mannò!!Come ET? Davvero era ET? Via ,è uguale! Guerre stellari, ET, son sempre alieni no?Roba un po’ strana, di fantasia! C’è lo spazio…c’è l’universo….insomma non…non potete stare a guardare il pelo nell’occhio!!Ho indovinato anch’io, no?”
Niente, il berrettino se l’è aggiudicato la tettona che mi ha sorriso e ha cercato di fare amicizia con me chiedendomi: “Lo conosci ET, no?”
“Certo, aravamo insieme al matrimonio di mio cugino”
Pensa te. Niente berretto. Son tornata al posto con la coda di cavalla tra le gambe.
“Amore, mi dispiace…”
“Non fa niente, il cappellino era anche brutto”
“Davvero?”
“Certo. Ma anche secondo te era Guerre Stellari?”
“No, lo sapevo che era ET, ma se te lo avessi detto che gusto c’era?”

Amo quest’uomo.

giovedì 20 maggio 2010

A come ANVEDI CHE ANFORA!





Domanda: può una donna partire per comprare una tovaglia e tornare con un’anfora?

Risposte:

- Sì, se si chiama Simona.

- Sì, se con lei c’è sua madre

- Sì, perché non ha trovato una tovaglia. Ovvio.Il tavolo rimane scoperto (a meno che io non voglia prendere a martellate l’anfora, farne tremila pezzettini e apparecchiare la tavola a mo’ di mosaico) ma l’angolo del salotto adesso è una meraviglia.

Perché mi servivano delle tovaglie? Per il party in giardino di Alice!(leggasi: rinfresco per la comunione).

Mia figlia, come i suoi genitori del resto, è un po’ allergica a locali e ristoranti, quindi sin dal primo anno di catechismo abbiamo deciso che la festa l'avremmo fatta nel nostro grande giardino. Non è fantastico? I miei genitori non si sono sorpresi più di tanto perché loro all’epoca avevano prenotato al ristorante, e io dieci giorni prima me ne uscii con una frase tipo: “Voi andate pure, poi vi raggiungo” Come se avessi vent’anni invece di dieci. In poche parole mamma dovette disdire perché io dissi “La festa è mia, l’ostia me la magno io e decido io!Al ristorante non ci vengo. Voglio fare la festa a casa, sennò nisba!”

Che rottura di palle devo essere stata da piccola.

Però babbo e mamma mi hanno accontentata e casa fu. Io e Andrea invece, Alice l’abbiamo fatta scegliere e anche lei ha scelto di farlo in casa. Abbiamo avuto un dispiacere alla Moccia, eravamo tre metri sopra il cielo. Io adoro dare le feste nel mio giardino!

Quindi, visto che mancano 10 giorni, sono un po’ indaffarata. Ma felice.

E quasi tutto pronto, pure il vestito di Ali che devo ritirare sabato. Okay, lo confesso Alice alla vista del saio non è che abbia fatto i salti di gioia, anche perché ha visto il mio (da sposina ed ero un amore…sì vabbè) e pensava di averlo anche lei così. Ha fatto una faccia come per dire “Che ho fatto di male per meritarmi ‘sto vestito?” Che poi a lei non l’’ho detto, ma non penso le doni molto. Lei è magra magra, pallida, con gli occhi grigi e le lentiggini sul nasino. Con il saio bianco addosso sembrerà un cero, lo so. Ma il significato della comunione non è il vestito bello, giusto? Però che male c’è se un’amica di famiglia le regala un vestito bianco da damigella da indossare al party? E che male c’è se sua madre in chiesa indosserà il tacco dodici (ho delle scarpe da urlo che non potete immaginà) e poi al party, mentre nessuno la vede, si toglie tutto e cammina scalza? Che male c’è? Non siamo perfetti e siamo umani, no?

Per questa festa c’è solo da organizzarsi un filino, scegliere le tovaglie, le stoviglie, i fiori da mettere in tavola, il menù…

“Amò, ci siamo, manca solo l’apparecchiatura, quando andiamo?Sabato?”

“Simo, sabato volevo sistemare la siepe, il capanno degli attrezzi...”

“Giusto, bel giardiniere mio. Domenica?”

“E se troviamo chiuso?”

“Giusto. Allora vado mercoledì. Ti fidi di me?”

“No, ma non ne posso fare a meno. Vai pure”

Chiamo con me l’unica persona che mi da un sacco di soddisfazione “Mamma, preparati. Tra un’ora sono da te andiamo a fare shopping!”

“YEEEEEESSSSSSSSSSSSS!!!!!!!!” Questa è mamma, mi si inglesizza un attimo quando è euforica.

Son passata a prendere mamma e lei era lì che scriveva un papiro al mio babbo e a mio fratello. Quando esce e non sa se torna per pranzo, lascia tutte le disposizioni in modo che gli uomini trovino il cibo senza rischiare che (i due) dalla fame che hanno non sgozzino un bue incontrato per caso e se lo facciano alla griglia inzaccherando tutta la cucina di mamma.

Dopo venti minuti di macchina, nei quali mamma mi ha ripetuto a loop la lista di cose da comprare, arriviamo in questo grande magazzino. Subito mi son pentita di non aver portato il tomtom perché il negozio è stra-enorme e c’è ogni cosa che ti può venire in mente. Avrei comprato tutto!

“Mamma guarda che meraviglia, mi serve!”

“A che ti serve una divisa da cameriera, scusa?”

Mmmh… forse non è il caso di rivelare che a me e ad Andrea piace giocare al paziente e l‘infermiera e ci piacerebbe cambiare…Guardo mamma. No, non è il caso di dirglielo.

“Guarda questaaaaa!!!Dai, è bellissimaaaaa!Questa per esempio…”

“Simo, è una cuccia per un San Bernardo, cosa ci fai? E poi non eravamo qui per le stoviglie?”

“Già, andiamo al reparto!”

E’ già tanto se non ci indirizzano nel reparto psichiatria.

Arriviamo a quello delle tovaglie e compagnia bella.Davanti a noi pacchi e pacchi di tovaglie e tovaglioli.

Io e mamma a dieci metri l’una dall’altra urliamo come se fossimo al mercato rionale.

“Questa?” mi fa lei con una tovaglia in mano.

“Mannò, è blu! Sa di ultimo dell’anno!”

“Questa qui?”

“E’ rossa, dai! Sa di Natale!”

“Gialla?”

“Sa di Pasqua!”

“Rosa?”

“Non è un battesimo!”

“Celeste?”

“Alice è una femmina!”

“Arancione!”

“Ma ti pare che mia figlia faccia parte degli Hare krishna?”

“Ma bianca non c’è!”

“Maddai!Com’è possibile?” ma vero. Niente tovaglie bianche. E io le voglio bianche, perché poi un inserto rosa pallido lo mettiamo noi intonato ai piccoli boquet. Sarà un party in piedi, non voglio una tovaglia a quadri da trattoria, ma nemmeno spendere uno stonfo come se la tovaglia fosse stata di Paolina Bonaparte. Insomma vorrei creare una cosa giusta, diciamo una via di mezzo tra la sagra della porchetta e il party del circolo di bridge della Regina Elisabetta. Chiedo troppo?

Mentre ci aggiriamo tra gli scaffali carichi come muli e leggermente disorientate da tutta la merce esposta, vediamo nel medesimo istante due anfore. Cioè, dico, due anfore. Scommetto che saranno passate lì davanti centinaia di persone e nessuno ‘ste anfore l’ha cacate di striscio. Tutti tranne noi.

“Nuuuoooooo!!!!!!!!!”

“Daiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!”

Tutto detto con molto garbo. Roba che si è voltato tutto il negozio. Sì sì, anche il ragazzo del reparto casalinghi un chilometro e mezzo più in là.

Abbaimo guardato il prezzo e avevamo le lacrime agli occhi dalla contentezza.

“Devo prenderla!E’ un affarone!” ho esclamato sentendomi all'istante Becky Bloomwood. E mia madre mi ha compresa al volo “La compro anch’io!”

“SI’, LA VOGLIO!!” Abbiamo detto insieme. Vedete? Siamo gente semplice. Completamente in delirio per due anfore. Manco se avessimo incontrato Briatore e ci avesse detto “Vi regalo un diamante da 100 carati, lo volete?”

E vai con la rumba del dove la metto:

“Bhè, fammi pensare…io la metto nell’angolo a destra,davanti al divano, che ne dici mamma?”

“Ti ci sta che è una meraviglia, tesoro!Io invece la metterei tra due finestre nel salotto, ci starebbe bene, vero?”

“Certo, mamma!Da Dio!”

Che domande. Ci siamo supportate a vicenda per auto convincerci di non poterne proprio fare a meno. Non abbiamo chiamato nemmeno un ragazzo e prendendo dei carrelli ce le siamo caricate in auto. Pese e polverose come due reperti archeologici, sembravamo i due tipi della pubblicità dell’amaro Monte Negro.

Quindi riassumendo, abbiamo: dei bicchieri, delle posate, delle bibite, degli stuzzichini, gli aperitivi, il vino e dei vassoi.

Però non abbiamo ancora: i piatti, le tovaglie e i tovaglioli. Direi di darci una mossa.

Abbiamo però un’anfora. Che quel giorno lì non servirà a un cazzo, ma sono certa che a chi mi dirà “Che bella festa!”

Risponderò “Grazie.Hai visto l’anfora che bella?”

Intanto, mentre io e Andrea pensiamo al mega party, c’è chi fa le prove…


martedì 18 maggio 2010

NON VOGLIO ESSERE JESSICA FLETCHER





Sapete perché? Leggete qua.

In cucina, Simo al piccì, Alice al tavolo a fare i compiti. Simo guarda con aria interessata un pomello della credenza davanti a sé (leggasi: espressione tipicamente rinco) come se la sferina di legno potesse rivelarle dov’è il Santo Graal.

“Mamma?”

“Sì?”

“Che fai?”

“Che è?”

“Cosa stai guardando, scusa?”

“Non sto guardando, sto pensando”

“A cosa?”

“Non mi viene in mente una parola…ah ecco!”

“Che stai scrivendo?”

“Una cosa”

“Ah già. Il blog”

“Uh-uh”

“Mamma?”

“Eh”

“A te piacerebbe scrivere davvero?”

“Eh?Aspè….ecco sì…punto e a capo.Fatto. Io sto scrivendo, non sono su you tube.Guarda, vieni a vedere”

“Mannò!Io dico una scrittrice vera! Non quella roba lì!” Potete notare l’alta considerazione che ha la bambina nei confronti del mezzo tecnologico al quale sua madre dedica del tempo. La donna è peraltro convinta di aver fatto anche dei grandi passi da gigante in quanto ADESSO sa cosa significa ‘codice html’.

“Ma vera-vera?”

“Sì, mamma, vera, quelle che scrivono le storie, i racconti, i romanzi…quella vera”

“Bè sì, certo. Cioè, scrivere mi piace, è uno dei miei hobby. Penso che se qualcuno riesce a trasformare la propria passione nel suo lavoro, sia una cosa molto bella. E’ anche vero che se ne fai il tuo lavoro magari hai delle pressioni, e visto che comunque è un LAVORO tutto ciò perda di leggerezza, spontaneità, e passione che contraddistingue tutto ciò che ha a che fare con lo svago. Penso. Non lo so.Bho” Adoro quando do a mia figlia risposte esaurienti e chiare. Come farebbe senza di me? Come?

“Non ho capito”

Strano. Sono stata così chiara. Forse il discorso è un po’ sminchiato. Ritentiamo.

“A te piace ballare, giusto?”

“Sì”

“E quindi da grande ti piacerebbe fare…? Fare…?”

“L’archeologa”

Col tutù. Mica male. Perché non c’ho pensato prima. Era così ovvio!Quando fa le piroette in casa, in verità sono nuove tecniche di scavo. Come no.

“Vabbè. Comunque non c’è pericolo.Hai finito il problema?”

“Sì….Mamma?”

“Amore”

“Io sarei felice se tu diventassi una scrittrice. In classe mia sei brava”

“Grazie tesoro!”

“Ma una scrittrice poi che fa?”

“Scrive… e poi…vediamo…presenta i suoi libri…”

“In televisione?”

“Non ‘presenta’ in quel senso lì. Presenta il suo libro in giro per l’Italia…”

La bambina socchiude gli occhi.

“…se poi uno è particolarmente bravo e famoso, anche all’estero…”

La bambina socchiude gli occhi e inclina la testa di lato.

“…può capitare che stia fuori dei giorni…”

La bambina socchiude gli occhi, inclina la testa di lato e fa una smorfia.

“…insomma, fa una vita sociale molto attiva…e passa ore e ore a scrivere un romanzo…”

La bambina socchiude gli occhi, inclina la testa di lato,fa una smorfia e ringhia come Gattuso.

“Mamma?”

“Mmhh?”

“Secondo me sei più brava a cucinare, però. Ma PARECCHIO più brava. E’ quello il tuo futuro. Dai retta a me”

E qui ho capito che se mia figlia arriva a dire che cucino meglio di come scrivo, i casi sono due:

o scrivo veramente di merda ,che al confronto la frittata alle cipolle (bruciata e incartapecorita) è roba da Novelle Cuisine,

o che mi ama talmente tanto che “Mi dispiace per te, ma se stai a casa con me, è meglio”

Quindi, sappiate che io son sempre qui, perché non voglio scontentare mia figlia, mica per altro. E poi perché non voglio fare la fine di Jessica Fletcher (perché nel caso io scriverei gialli). Quella fa la scrittrice e dove va ci scappa il morto.

Ma che vita è?

E poi guardatemi:


ma vi sembro in giallo? In questa foto (scattata col cellulare da Andrea a mia insaputa, mentre cerco di trovare una parola nel vuoto cosmico del mio cervello) paro un’addetta alle pompe funebri, così tutta in nero. E infatti non mi sentirei come la Fletcher, anche se l’intrigo è la mia passione, insomma, il colore giallo proprio no…però… magari…sì ho trovato. Ecco chi potrei essere…

Nero Wolf. Nero, sì.

Come dite? Era un uomo?

Rettifico:

NERA WOLF.

Pignoli…bastava cambiare una letterina…

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