mercoledì 31 marzo 2010

EPPI BERDEI FOR MI'!!!!









(mi regalo questa canzone dei mì tempi!)

37 anni fa, esattamente alle 12.45 nascevo io! Che culo, direte voi. Oggi è il mio compleanno, e vabbè che non ne compio 18, ma lo voglio festeggiare anche nel mio blogghino. Con Voi.

Mi è andata di lusso perché c’è mancato un pelo così che non nascessi il primo d’aprile. Ma vi immaginate? Già son rinco di mio, fammi nascere anche per il pesce d’aprile…oddio per essere uno scherzo lo sono. Della natura. Devo dire che però non mi sarebbe dispiaciuto perché il 1° Aprile è il compleanno del mio babbo (trova l’errore). 62 anni fa la mia bisnonna quando vide mio padre disse “E’ orrendo!” e la fermarono appena in tempo perché voleva scambiarlo con un altro neonato. La bisnonna però era anche una bugiardina perché il mì babbo invece è sempre stato un bell’omino.

Mamma in sala travaglio c’ha passato quasi tre giorni, e io niente, ancorata al suo pancione. Quando mi hanno avvertito “Guarda bimba che se non esci rischi di nascere per il 1° di Aprile”, mi son fiondata con tutto il mio peso fuori da mamma.

Mamma, guardando babbo negli occhi sussurrò “Ma non è bellissima?”

“Oddio…non esagerare…”

“Non sei felice caro? Guarda che regalo ti ho fatto per domani…una figlia!”

“Ascolta cara, a parte il fatto che i regali li voglio scegliere da solo e poi lo sai che preferisco le cravatte”

Da piccola ero molto caruccia, ma già si delineava il mio caratterino.

Per esempio la mia inclinazione al ridere:

A un anno ero già ‘mbriaca. Consapevole che mi aspettava una vita da rinco.

A un anno e mezzo mi immortalavano nei momenti più cruciali della mia esistenza. Quando sei proprio lì che ti SFORZI di dare un senso alla tua vita. Poi ti chiedi come mai Simo faccia sempre figure di merda.


A sette anni continuavano a fotografarmi con fare ossessivo. Mio fratello non si è più ripreso da tale schoc. A me hanno attaccato la mania.
Ero anche un po’ stranina, ma giusto un poco.

-Mangiavo i muri

-Facevo i cappi con il fusto delle spighe per catturare le lucertole (sorvoliamo sul fatto che una volta catturate gli tagliavo la coda per vedere se era vero che si muoveva ancora)

-Però facevo anche gare di lumache e la mia partiva sempre per la tangenziale e io non vincevo mai

-Facevo case sugli alberi. Questa cosa della casa è sempre stata fondamentale per me. Costruivo e disegnavo case dappertutto. Perché faccio la commessa e non l’architetto? Chiediamocelo.

-Infine baciavo il tronco del ciliegio di nonno facendo finta che fosse il fidanzato.

A ripensarci ora non è proprio una bella cosa vedere una ragazzina che si spalma su un albero. Uno può pensare che ha sbandato con la bici e si è piantata nel primo pilone che ha trovato.

Dio, come ero romantica! Vedevo l’amore dappertutto. Il problema è che i ragazzini non vedevano niente. Manco me, per l’esattezza. A quel punto mi ero creata intorno una corazza che si può riassumere così “Senti bbbello, cioè, mi vedi? Cioè, non è che, capito? Cioè, io so’ così, prendere o lasciare o al limite raddoppiare, capito? Cioè te non vedi gnente, ma io so’ adulta per l’età che ho, capito? Cioè, che dici? Mi lasci perché sei attratto dal triangolo delle bermuda? Chevvordì?Certo che mi piaci, ma che stiamo affà i bimbi all’asilo? Chevvordì che me la tiro? Che non teladò? Ecchetedevodà? E robba mia! Oh!Te la devi merità!L’elemosina si fa a poveri, cioè, non è che…capito? Cioè, scusa eh? Macchèvvoi? Ma torna da tu mà! Macchittevoleeee!!A stronzoooo!!!!” Praticamente una signora. Fino a che non ho incontrato il Principe Azzurro, anzi di più, facciamo Principe Blu Cobalto, che raggirandomi con il gioco delle tre carte e il pendolo che usava Mosca per prevedere le partite, mi ha preso all’amo e io lo ri-amo.

Vabbè lo confesso, sarò scontata, ‘na sciacquetta…ma era il mio allenatore, va bene? Sipoffà? Son quasi vent’anni che siamo insieme, quindi presumo di sì.

Con l’andare del tempo però ha abbandonato le palle, ma si sono ingrossate le sue. Roba che da quando sta con me ci può palleggiare anche in casa.Ora è diventato Santo, tra poco anche beato.

Da un uomo così non poteva che nascere un angelo di bambina che mi ha già detto “Oggi facciamo la tua torta di compleanno insieme!” Se sentite un’esplosione chiamate i pompieri.

Se invece non mi sentite più chiamate un medico legale perché mi sono auto avvelenata.

Un’amica oggi mi ha detto “Ma lo scriverai anche sul blog che compi gli anni?”

A parte il fatto che non ne compio 89 ma 37 e poi secondo lei io non lo dico a VOI?

Cioè, abbelli, capito, no? Cioè siete importanti, non so se è chiaro, magari non ve ne frega gnente, ma cioè, io so’ abituata a festeggià alla grande, e comunque con gli amici, cioè, si parla, si ride, no? E vuoi che non ve lo dica? Cioè, io so’ orgogliosa d’esse arrivata fin qua anche con voi, cioè comunque….comunque cioè…aspè che rispondo all’sms di Titta, Nikky, Beba, Debby e Ema: “TVB AADR BHHI GRFT” cioè…

Scusate, ogni anno in prossimità del mio compleanno provo a vedere se mi modernizzo e mi ringiovanisco un filino.

E inutile, mi sa che non sono per niente gggiovane.

VI BACIOOOOOOO!!!!!!!!!!

sabato 27 marzo 2010

SIMO E LA CUCINOTTA



No, non siamo io e Maria Grazia. Siamo proprio io e la mia cucina.Che non è una grande cucinona, non è una piccola cucinina, ma è una cucinotta, cioè giusta. Non ci puoi giocare a tennis, ma con la rete di decatlon da montare sul tavolo, una partita a ping pong te la fai. Perché faccio questa introduzione? Perché come ben sapete girano spesso tra i blog i Candy, i Giveaway, le raccolte e chi più ne ha più ne metta. E io ho deciso di partecipare a quello di Sarah di Fragola e Limone.

Vi starete domandando come mai la Simo ha preso 'sta decisione. Perché è una cosa che mi riesce! Mi spiace non partecipare a quelle di cucina, ma davvero che ricetta dovrei postare? Mi ride dietro anche un bimbo di sei anni. No, via cercherò di impegnarmi :-) , ve lo prometto.

Invece Sarah, bensì sia una Food blogger (ma vedete come sono migliorata?), ha fatto un giveaway sì dedicato alla cucina, ma invece di cucinare devi fotografarla. La cucina dico. E siccome amo le fotine e amo la mia cucina ecco qui che vi illumino d’immenso.

TA-DAAAAAAAAAA!!!!!!!!Benvenuti nella mia cucina!

Lo so, lo so. E’ misto di cucina di Nonna Papera e cucina di Topolino. Sembra uscita dai fumetti, tanto è colorata, ma noi amiamo l’azzurro, checcidevofà?

Il tavolo e le sedie sono dello stesso colore delle credenze della sala pranzo.Non si vedono ma ci sono. Sennò dove li terrei i 45 servizi di porcellana che mi hanno regalato per il nostro matrimonio? Eh? Eh.

Il venditore tanti anni fa ci disse “Ma siete sicuri?”

E noi “Certo! Ha mai visto le cucine della Provenza?”

E lui “Bhè..no”

“Così sono!” inutile dire che noi in Provenza non ci siamo mai stati “Guardi sennò lo stile country, ha presente?”

“Quello sì”

“Non le sembra?”

“In effetti”

“Bene, questa qua”

Quel giorno già la vedevo montata con tutti i ciottolini al loro posto. Ora mettetevi comodi che vi illustro.

In questa foto potete vedere quanto siamo AUANTI con gli sgabellini e il muretto all’americana.

Appena visto il muretto abbiamo esclamato “Che bello!Ci faremo colazione!” stile Sexindesiti, Disperateswuais, quella roba lì. Sapete che in otto anni non solo non c’abbiamo mai fatto colazione, ma nemmeno un pacchetto di crachers ci abbiamo mangiato? Sarebbe molto fescion, ma il tavolo è subito dopo, davvero a venti centimetri e chi ce lo fa fare? Lo sgabello però viene usato tantissimo perché sul muretto ci sta il piccì. Lo so non è molto bello, ma tant'è...
Dietro la tendina a quadretti (che voi non lo vedete ma riprende la balza della tenda della portafinestra della cucina, quando si dice la finezza) non ci tengo le donnine sgozzate come Barbablù, ma è ‘la dispensa’, come la chiamiamo noi per darci un tono. Sì vabbè è lo sgabuzzino. Ma uno sgabuzzino organizzato con le mensoline (Grazie santa Ikea), il congelatore e tutti i barattolini che non mi entrano di qua. In fondo sulla destra

c’è un tavolino apribile inchiodato al muro (Grazie Sant’Andrea) che si può aprire in caso di bisogno (leggasi ‘spesso’ perché come potete notare mi manca un po’ il piano da lavoro, ma per quello che c’ho da fa…comunque molto comodo) Il vecchio contenitore del latte è vuoto. Non vorrei che pensaste che la mattina mungo una mucca e vado al mercato con Peter a vendere il latte. Di Haidi ce n’è una sola. Olala-iu.

I girasoli sono finti. Tanto pe’ esse onesti.

Nella foto grande notate i ciottoli di rame, alcuni dei quali molto vecchi. Roba appartenuta a nonna e lasciata chissà dove. Simo, con olio di gomito e un fiuto che manco la Signora Fletcher le scova nelle cantine e le rimette a nuovo, conferendo un’aria alla stanza molto vecchia. Questa cosa non l’ho mai capita. Se la vostra domanda è “Vi prendete mai a padellate?” La risposta è no. Facciamo prima a passarci sul fuoco.L’impronta di Alice nella cucina è data da un disegno (uno dei tanti) attaccato al muro che raffigura una principessa con le lacrime. Probabilmente maniera molto carina per dirmi che a cucinare faccio piangere.Poi il cappello di Remy di Ratatouille sotto l’arco e una tegolina dipinta che hanno fatto a scuola che raffigura il negozio di un fornaio. Non ha ancora sfornato niente ma sono fiduciosa.

Dettaglio della cappa:

le mie adorate paperelle fanno bella mostra di sé (a due gli è venuto un ictus a forza di stare a capo all’ingiù) e il tegamino di Ratatouille sulla destra (regalo di Alice per me) fa compagnia alla Paperina col becco all’insù che sembra dirti “Che c’hai da guardà?”. Ho dovuto mettere dei barattoli in mezzo perché si azzuffava spesso con la gallinella a sinistra.Infatti guardate la gallinella che lato di sé le mostra…

Direi che vi ho ‘cucinato’ abbastanza e scusate se le foto non sono granchè. A proposito, ai miei ‘amici’ fotografi chiedo:che ne dite?

Ecco, finito di dirvi tutto, ora mi verrebbe da mettervi a tavola. Magari in futuro, chissà, e facciamo una gara a chi arriva prima. Non per gustare i miei piatti, ma perché il tavolo è da otto e a chi arriva ultimo tocca lo sgabelloooooooo!!!!!!!

venerdì 26 marzo 2010

TUTTA COLPA DI UN SEMAFORO



Maya sta tornando a casa. E’ tardi, nonostante abbia cercato di fare in fretta. E’ stata trattenuta da sua madre, che l’ha convinta a gustare un piatto di minestra calda prima di tornarsene al suo piccolo appartamento. Maya ha accettato, ma ora si ritrova a guidare troppo in fretta per le vie della città.

All’improvviso tutto si blocca, una sirena in lontananza e Maya capisce all’istante che poco più in là c’è stato un incidente. Spera in cuor suo che non sia niente di grave e aspetta. Troppo. La fila di macchine si allunga a dismisura e Maya con un’azzardata inversione di marcia entra in una corte privata e torna indietro. In pochi secondi cerca di pensare a una strada alternativa, ma allo stesso tempo non troppo lunga. Decide per quella che passa davanti alle scuole. Arrivata al semaforo rosso affianca un’auto scura. Sbuffa mentre mette la freccia a sinistra e guarda stanca l’orologio sul cruscotto. Le 22.10. Questo semaforo lo sanno tutti che ci mette una vita. Cambia stazione radio e volge lo sguardo di fianco a lei, verso l’auto scura e un sorriso le si stampa in viso. Maddai! Guarda chi sono!Belli de zia! Ma guarda come stanno a pomicià approfittando del rosso!E pensare che quando sono insieme manco si toccano. Ora ci pensa lei a prendere in giro l’amica! ah ah ah!!

PEPEEEEEEE!!!!!Il clacson risuona nella sera facendo scattare un gatto acciambellato su un muretto.

Maya tira giù il finestrino “Olàààà!Che ci fate da ‘ste parti?!?Ma come state?!?!”

La coppia si volta. Lui palesemente in imbarazzo e Maya non ne capisce il motivo, lei, l’amica, fa capolino dalla spalla di lui e…cazzo. Stramaledetto cazzo.

Non è l’amica. Proprio no. Istintivamente la tizia si ritrae e lui guarda dritto davanti a sé mormorando qualcosa che Maya non può sentire. Maya fa un sorriso forzato, tira su il finestrino e sgassa impaziente del verde. Con un movimento nervoso tira giù il parasole e si riflette nello specchietto, così, tanto per non guardare da quella parte, tanto per non guardare un uomo che conosce che stava baciando una che non è la moglie.

Consapevole che se non avesse fatto quella strada e soprattutto non avesse trovato il semaforo rosso non avrebbe mai saputo niente.

Consapevole di avere un peso da nascondere ogni volta che LEI la incontra.

Consapevole che LUI la guarderà sempre come ‘colei che sa’ .

Consapevole che aveva ragione suo nonno quando diceva “Chi si fa i cazzi propri campa cent’anni”. Il nonno aveva ragione, però che palle.

*Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone è assolutamente casuale. Ma io vi chiedo:

Vi è mai capitato?

E se sì, al posto di Maya che fareste?

mercoledì 24 marzo 2010

SUPERMAN E WONDERWOMAN IN SUPERCAR


Uomini e donne sono diversi. Questo è il punto. Mi son messa a pensare in cosa siamo diversi in un'attività che facciamo tutti i santi giorni:guidare.Posso fare qualche esempio senza fare di tutta l’erba un fascio (che non mi piace) quindi prenderò a campione due persone a caso che conosco molto bene.

Simo= giovane donna,ancora piacente per chi ha problemi di diottrie, tendenzialmente rinco, con propensione a fare figure di cacchina, con problemi di coordinazione, tuttavia (essendo Ariete, ascendente Leone con Saturno contro e Topa nell’anima) riesce più o meno a non abbattersi e combattere.

Andrea= splendido esemplare di maschio, a pelo corto, brizzolato, fedele, risponde al richiamo, un metro e ottantasette al garrese, razza intelligente, a volte pigro e non riporta il bastone.

IN AUTO:

Allora, tanto per cominciare io non riesco a parcheggiare in un posto dove entrerebbe un Boeing 747. Dopo anni di esperienza ho imparato a girare a 360 gradi la testa per evitare di picchiare il paraurti. Ammetto che spesso ‘na bottarella qua,’na bottarella là l’ho data. Ma solo un filino. E poi chissà perché a occhio c’entro sempre e di fatto mai. E puntualmente ci perdo dieci minuti di tempo e dieci anni di vita per poi abbandonare imprecando.Piccola nota: una volta a retromarcia ho messo sotto un gattino. Il mio.

Andrea, invece, riesce a parcheggiare la station wagon con solo 2 manovre, DUE, in un posto dove a fatica prima c’era entrata una micra. Con solo una manciata di sguardi specchietto-dietro-avanti lui la parcheggia, con una tale facilità e dimestichezza che mi fa dubitare che faccia l’impiegato.Piccola nota:secondo me è solo una copertura, in verità fa l’autista e si chiama Ambrogio.

E poi perché io per guardare dietro e fare manovra devo ‘arreggermi’ al volante con la sinistra, agguantare come un’amante focosa il sedile con la destra (roba che qualche volta mi parte la carotide dallo sforzo) e lui invece poggia delicatamente il suo braccio sul sedile con la destra e APRE il palmo della mano sinistra facendo ‘roteare’ il volante con un movimento che è a dir poco ipnotico? Mentre fa tutto questo spesso fischietta. Piccola nota: spesso mentre abbraccia il sedile per fare manovra mi fa pure un massaggino alla cervicale.

C’è da dire che io ho come concezione di vita il trattare l’auto di famiglia come se fosse la mia casa e la addobbo con un tocco femminile, accogliente e caldo. Cioè… a dire la verità c’ho provato. Chessò mi sarebbero piaciuti dei cuscini colorati dietro, un girasole sul cruscotto, un pupazzino attaccato, un plaid rosa adagiato sui sedili posteriori…invece l’hombre non ci sta. Per lui l’auto deve essere minimalista, niente fronzoli, via, sciò! “Che è, un salotto?”

Poi, parliamoci chiaro, per noi donne la vettura basta che vada, o no? Ma che stai a lucidare tutti i minuti? Quando è pulita è pulita! Voglio dire, prima che le briciole arrivino al sedile ce ne vuole.

Invece Andrea laverebbe la macchina (soprattutto se è nuova) con la stessa frequenza con la quale si cambia le mutande. Ma vuoi mettere quell’aria di vissuto che ha una vettura quando la vivi appieno? Vuoi mettere quell’odore di pane e arancia nell’aria?Piccola nota : (se vi accucciate sotto il sedile potete trovare anche le bucce cascate inavvertitamente e un centinaio di briciole)

IN STRADA:

E’ vero, un uomo non chiede mai indicazioni, l’ho scoperto personalmente in tanti anni di viaggi. Per Andrea è proprio una cosa contro natura, lo sminuisce, lo fa sembrare un pirla, lo abbatte, piuttosto gira in tondo come un porcellino d’india alla Festa dell’Unità, ma non chiede indicazioni.

Manda me, è ovvio. Ed io vado tranquillamente perché è la cosa più veloce e comoda del mondo.

Ascolto attentamente, faccio di sì con la testa, non capisco comunque un cazzo, ma ci ho provato.

Grazie a me spesso ci siamo persi e ora siamo ricorsi a Miranda che non avete idea di come scassa le palle, ma indubbiamente c’è di grande aiuto. Piccola nota: ho fatto richiesta alla casa produttrice per avere il navigatore con la voce di Luca Ward (Al mio via scatenate l’inferno!Sììììì) e non la voce che sembra che sia di Sandra Milo in preda alla diarrea dovuta ad aver mangiato un cocco avariato sull’Isola dei famosi.

In strada spesso bisogna anche attraversare a piedi. Andrea ci potrebbe mettere un tempo così lungo che Alice è già diventata a sua volta nonna. Ma io no. Fai che quel giorno ho la minigonna giro-passera e stivale alla ‘fai di me il tuo zerbino’ e vedi come si fermano. Spesso all’ultimo e inchiodando. Solo se alla guida c’è un uomo però. Piccola nota: se c’è una donna non solo non si ferma, ma ti mira e ti mette sotto. E se è particolarmente incazzata fa marcia indietro e ci ribadisce.

LA SCELTA DELL’AUTO:

Qui si potrebbe aprire un vaso di Pandoro Bauli non indifferente, quindi vi racconto solo la mia esperienza dell’acquisto dell’auto nuova.

Che doveva essere:
-bella ma funzionale
-col bagagliaio grande, almeno che ci stia la bicicletta di Alice
-un po’ sportiva ma elegante ma anche awanagana
-un po’ grigina un po’ no
-station wegon ma non carro funebre ma capiente ma non ingombrante
Andrea l’ha voluta col tetto Ciel. Si chiama così perché appena la vedi dici “OhCcciell! Quanto costa!!!”. Ciel non vuol dire (come pensava una profana come me) che si riferisse al detto
Aprit ciel spalancat terr! Frase che ripeterai quando staccherai l’assegno.
Non vuol dire
“Ciel-ò anch’io la macchina nuova,che credi?”
No, semplicemente c’ha il tetto di vetro. Che vedi il Ciel, capito? Roba che se sosti al semaforo accanto a un autobus, il conducente ti conta i pidocchi. Che quando piove sembra che ti piova in capo, che se caca un piccione sul tettuccio ce l’avrai a mo’ di areola ‘sta cacata, proprio sul capo. Se ti si posa un uccellino sul tettuccio puoi giocare al ginecologo e capire subito se è un passero o una passera. Il vetro davanti è grande grande e spazioso. Sembra di stare in elicottero.Ci sta pure. Perché ogni tanto le pale gireranno. C’ha pure il filtro FAP, che non è Fanculo Ai Pedoni, cioè un marchingegno che ti filtra le offese ai pedoni in modo che siano più soft una volta usciti dalla tua vettura. No, è una cosa che una macchina moderna deve avere.
L’omino della concessionaria mi ha detto “Provi, provi pure…” (vi ricordate l’omino del materasso? I venditori hanno quelle due o tre frasi incorporate come Cicciobello Bua).
Cazzo devo provare?

Mi son seduta al lato del passeggero. Il mio posto del sabato e della domenica.
“La provi, la provi…”
Ancora? Ma cosa devo provare? Non è che quando sto in macchina faccio due mosse di karate, o mi piego nella posizione fior di loto. Sto in macchina. Punto.

Magari guardo fuori dal finestrino… (Sticazzi! Pare d’essere sulla ruota panoramica di Londra)Punto.

Magari allungo un po’ i piedi…(mmh…quanto spazio, c’entra per benino anche il tacco 12). Punto. Magari a volte ci dormo…(Fammi provà, mmhh..comoda, il sedile va giù? Bene…il poggia testa? Oh sì, comodo.)
“Amore, prima che tu macchi il sedile con la bava del sonno, scendi per piacere e la provi dalla parte del guidatore?”
“Come? Ah sì!” Il mio posto dal lunedì al venerdì.

Okay, va bene, ai pedali ci arrivo, c’è un volante, il freno, la radio, basta. Va benissimo.

“Simo ti piace? Come ti ci senti?”

“A casa. A tal proposito, si potrebbe avere una piantina, magari anche finta da mettere qua sul cruscotto…”

“Scendi”

“Vabbè se non ti piace la piantina, magari un bonsai…”

“Un bonsai? Che simpatica sua moglie!”

“Amore, se la tieni come hai tenuto quella vecchia, a breve avremo un orto botanico in questa vettura. E pure i funghi per un risotto.”

Esagerato!

Un risotto no, ma un tortino sì.

Vi lascio con un filmato troppo ganzo sulla differenza tra uomo e donna. Ed è tutto stupendamente vero. Almeno per me!


lunedì 22 marzo 2010

LA MIA PRIMA VOLTA

Mi sarebbe piaciuto parlare di primavera e fiori in boccio, ma invece, grazie a questo freddo porco, mi viene in mente di parlare di neve. A dire il vero questa cosa l’abbiamo tirata fuori qualche sera fa quando da noi è ri-venuta a cena Catefiè. Abbiamo passato una splendida serata ed è stata lei che involontariamente mi ha fatto raccontare la mia prima volta sulla neve e la mia prima settimana bianca. Inutile dire che m’ha preso per il culo fino al giorno dopo, ma probabilmente me lo merito.

La prima volta che ho visto la neve avevo 7 anni. Di per sé niente di sconvolgente se non fosse che con noi in macchina c’era mio fratello di 2 anni che non ha fatto altro che vomitare per un’ora e mezzo e quasi sulle mie Barbie. A quell’età non è che ti viene da pensare “Oh povero tesoro soffri di chinetosi che colpa ne hai tu vomita pure sui sedili della macchina dello zio cosa vuoi che sia poi si laverà e ribadisco non è colpa tua ma della macchina che ha il ‘culo’ lungo e si sentono troppo le curve”. No. I miei pensieri di bambina sono stati:

-Fatelo scendere, vi prego, o lo chiappo per i capelli e lo frullo dal finestrino insieme a quell’idiota di Ken

-Certo mamma che anche te potevi metterti un tappo

-Che palle, l’unica volta che vedo la neve, devo avere il ricordo di mio fratello che mi vomita accanto.

Come potete vedere sono passati 30 anni e sono sempre qui che ne parlo. Lo adoro, ma ne parlo. Anzi. ne parliamo. Perché mio fratello tira fuori spesso il discorso mentre siamo a tavola con un: “Ti ricordi Simo quanto vomitavo da piccino?”

“Come no! Comunque buon appetito a tutti!” Che poesia.

Quel giorno abbiamo dovuto fare 35 soste che non sono servite a niente se non a farci ritardare parecchio. E’ ovvio che a 2 anni soffriva il mal d’auto, a 32 ne soffre ancora. Rischia di rimettere anche se guida lui, lo so è strano, ma sennò non era mio fratello.

Quella breve vacanzina me la sono goduta così così. Lui, il bambino dell’esorcista, fu messo su dei mini sci, e spronato a sciicchiare. Inutile dire che inorgoglì gli zii, per cotanta bravura.

Io mi rifiutai. Provarono a mettermi gli sci e dopo dieci secondi in preda a una crisi isterica, urlai di toglierli. Troppo lunghi e troppo pesi. Se mi sdraiavo e mi irrigidivo potevo sembrare IO uno sci.

Optai allora per lo slittino. Quello sì che mi garbava! Mi ficcavo dentro piegata a ‘cucciolo di gnu’ come un origami, e via per la discesaaaaaa!!!! Okay…sbandavo un po’…ma era divertente!Vabbè un po’ tanto, però era la mia prima volta, ecchediamine!!

Quando tornammo a casa avevo con me delle belle sensazioni, il raffreddore, il mal di gola e la febbre. Tanto per non farsi mancare niente. Mio fratello (che vomitò pure al ritorno quasi sulla mia Barbie Sposa ), quando arrivammo manca poco gli fanno trovare lo striscione “ECCO IL PICCOLO GUSTAV THOENI!!!” Tre metri avrà fatto con gli sci. Tre.

Però che esperienza! L’ho voluta ripetere a 12 anni con la settimana bianca della scuola.

Già la preparazione della valigia non era stata molto serena.

“Mamma, perché mi metti gli assorbenti in valigia? Io non sono ancora ‘signorina”

“La dottoressa ha detto che il cambiamento di clima potrebbe farti iniziare il ciclo””

“Maddai!!! Proprio quella settimana lì?? AHAHHAHUUHHHUAA!!”

Non c’è stato un cazzo da ridere. Mi son venute per la prima volta quella settimana lì, dopo due giorni di permanenza.Roba che mi sono attaccata al telefono a gettoni (gettoni?Ommioddio!!) piagnucolando con mamma. Ma tutto in codice perché dietro di me c’erano gli altri ragazzini in fila per telefonare.

“Mammaaaa??”

“Amore! Come va?”

“Mica tanto bene…”

“Che hai fatto? Sei cascata? Sei ingessata? Lo sapevo io che non ti dovevo mandare sulla neve!Manco a 7 anni sapevi sciare (mica come tuo fratello!), e lo sapevo!”

“Mannò mamma…”

“Simona, hai finito? Devo chiamare anch’io la mì mamma”

“Un attimo, senti mamma, ti ricordi quella cosa…?”

“Cosa?”

“Quella cosa…?”

“Quella cosa, cosa?”

“Quel pacchettino…”

“Amore, non mi vorrai mica mandare in camera tua a cercarti un pacchetto. Cosa ti sei dimenticata?”

“Mannò,dai quella cosa che abbiamo messo in valigia…?”

“Simona, scusa, ti muovi?”

“E un attimo! Mamma, hai capito?”

“Sinceramente no. Ma parla chiaro!”

“Non posso!”

“Ma allora? Son tre ore che sei al telefono!”

“E un attimo, cazzo!!”

“Uè! Non dire parolacce a tua madre, sai?”

“Mannò mammaaaaaaa….insomma ti volevo dire che quella cosa che mi hai messo in valigia,quella cosa che ha detto la dottoressa, ci ha preso, ha indovinato…”

“Brava tesoro!Sei diventata signorina!”

Lei era tutta contenta, io per niente. Capisco in un nanosecondo di avere a che fare con una cosa che mi avrebbe scassato le pelotas fino a cinquant’anni. Chiudo la comunicazione, con le parole di conforto di mamma nelle orecchie,ma un po’ felice perché io e lei adesso abbiamo un segreto.E che segreto!

“Ohh! Finalmente hai finito! Tre ore per dirle che ti son venute le mestruazioni!”

Appunto.

In quei giorni, oltre all’essere goffa (perché gli assorbenti una volta mica erano ultra e alati, no, erano alti e imbottiti come un materasso), dolorante e un filino spaventata, mi sentivo anche vagamente bruttina. Più bruttina del solito intendo. Ma la conferma della mia sfigataggine la ebbi la sera della festa in maschera. Tutte le mie amiche avevano messo in valigia qualcosa di caruccio, una maschera di carnevale, qualcosa di sfizioso, perché c’era stata la soffiata che ci sarebbe stata una festa di carnevale in questa fantastica settimana bianca. Secondo voi io ero al corrente? Ma soprattutto ne avevo voglia? A parte il fatto che camminavo come se tra le gambe avessi un autotreno, con questo pacco gigante, questo marsupio basso, che giuro mi faceva sentire ripiena come una tacchino il giorno del ringraziamento. No, via, non potevo sentirmi bella e avere voglia di truccarmi, mettermi la maschera di carnevale…no no e no.

“Dai Simo scendi con noi alla festa!”

“No..non me la sento…”

“Guarda che non è niente. Noi siamo già ‘sviluppate’, e vedi? Tutto a posto!”

Le guardo l’Aurora e la Giuliana. Una indossa già il reggiseno, l’altra sembra appena uscita dalle superiori, da quanto è ‘formata’.

“Mi cresceranno anche le tette?” ecco che un barlume di speranza in questa tragedia si fa spazio. Ma dura due secondi. Loro mi guardano “Bhè…non lo so…dovresti già avere un abbozzo a dire la verità…”

Ecco. Io non solo non c’avevo l’abbozzo, ma madre natura manco aveva fatto lo schizzo del disegno delle mie tette. Nada de nada.

“Dai Simo, vieni con noi!”

“Ma non c’ho niente da mettermi!”

“Ma non importa! Balleremo e ci divertiremo! Sicuramente qualcun altro sarà senza maschera! Dai!”

“No”

“Guarda che c’è anche Adriano”

SDENG! Adriano. Quello della seconda E. Biondino, caruccio, coraggioso. La parola Adriano mi ha fatto scattare la molla. Andrò! E urlerò alla Rocky : “ADRIANOOOOO!!!!”

“Dai, vatti a preparare che noi ti aspettiamo giù”

Okay, corro a prepararmi…ma minchia, io no c’ho niente per la festa mascherata, ma devo andare, ci sarà Adriano!Sììììì!!!! Metto a soqquadro la mia valigia e a un certo punto un’idea geniale mi assale. Ho trovato la maschera! Andrò alla festa in maschera!!

Ore 22.00 piccola discoteca dell’Hotel Stella Alpina.

Una ragazzina sta per affrontare la sala gremita di ragazzi e ragazze in maschera che danzano al ritmo di musica anni ’80. La ragazzina senza tette ma con marsupio da paura così evidente che ha il timore di essere scambiata per Simone, sta un po’ in disparte, ma è fiera di aver fatto ‘na genialata. Trovare l’abito giusto in quattro e quattr’otto. Davanti a lei sfilano Dracula, donnine sexy, semplici maschere sugli occhi e palpebre glitterate in maniera pesante. Ma lei no. Lei è AUANTI. Lei è addirittura OLTRE.

Poi lo vede. Adriano è appiccicato alla colonna che chiacchera con Veronica. Ha uno strano mantello da Batman, bellissimo e intrigante. Il giustiziere dopo dieci secondi si gira e la vede. A quello sguardo la ragazzina ha un sussulto e si sistema il pacco come un camionista, ma è felice, Dio se è felice! Adriano le va incontro, è a due passi, la squadra da capo a piedi. La ragazzina ha un fremito, capisce che lui la trova ‘diversa’, ma perfettamente integrata in quell’ambiente fatto di paillettes e brillantini, sciccoso e alla moda.

“Ciao”

“Ciao…Adriano…”

Gli occhi di lui scorrono sull’esile figura della ragazzina. Ha uno sguardo strano. La ragazzina capisce di aver fatto centro con la sua maschera. Che lui ha capito. Che lui apprezza. E posseduta da una ventata di audacia sussurra “ Ti piace la mia maschera?”

“La tua maschera? Perché sei mascherata?”

La ragazzina vacilla e il suo sogno va in frantumi “Sì…”

Adriano guarda la tuta della Champion e le scarpe da ginnastica della ragazzina e fa “E da cosa, scusa?”

“Da sportiva”

Dopo venti minuti ero nel letto.

Da sola.

No, mi dispiace averti deluso se dopo aver letto il titolo pensavi a un'altra prima volta, io intendevo proprio questa.E i giorni che seguirono non furono da meno. Se volete ve lo racconto la prossima voltaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!


venerdì 19 marzo 2010

DONNA SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NUMERI


Vi capita mai….

1) Vi capita mai di fare la lotta greco romana con il rotolo di bustine al dispenser del reparto frutta al supermercato? Che non si staccano manco se preghi in turco e mentre sei lì che prendi a cazzotti la bustina facendo la vaga fischiettando, ti hanno fregato l’unico ananas che c’era?

2) Vi capita mai di arrivare alla cassa del suddetto supermercato e vedere che:

A. La cassiera un secondo prima che voi mettiate la merce sul rullo urli “Chiudoooooo!!!”

B. Non chiude ma prima di passare la vostra spesa deve cambiare il rullino del registratore di cassa mettendoci un tempo che va dai tre ai cinque mesi. Roba che nel frattempo da una capigliatura alla Sinead O’ Connor anni novanta vi ritrovate una chioma alla Romina Power.

C. Non chiude, ma quell’idiota davanti a voi non ha pesato le zucchine, manca il codice e quindi “Un attimo chiamo il reparto.PLIN-PLON! CONTROZZI DEL REPARTO FRUTTA ALLA CASSA CINQUEEE!” Il Controzzi si muove così lentamente che pensate che al ritorno col codice delle zucchine sia pronto per andare in pensione.Dico, vi capita mai?

3) Vi capita mai di caricare la lavatrice e accorgervi quando stendete i panni che la macchina infernale ha ingurgitato due o tre calzini? Manco Silvan sarebbe così bravo a far sparire 'sta roba. Sono straconvinta che la mia lavatrice si magni due calzini a settimana. Non c’è altra spiegazione. Quando vado a ritirarli per riporli, mai una volta, e dico MAI, che riesca ad appaiare un paio di calzini. E sì, sono convinta che quando li metto a lavare, li metto appaiati.

Credo.

Insomma.

Forse.

Ma anche no.

Fatto sta che lei è una gran mangiona.

4) Vi capita mai di aprire (male) la scatola dei cotton fioc per riporli nello sciccoso barattolino, e vederli prendere vita propria sparpagliandosi sul tappetino?

5) Vi capita mai di fare pipì sullo scovolino del cesso, quando vostra madre non vi ha avvertito che lo ha messo a mollo con Ace direttamente nel wc?

6) Vi capita mai di lavarvi i capelli con il bagnoschiuma perché lo shampoo è finito e mormorare “Tanto è uguale, cosa vuoi che sia” e ritrovarvi dei capelli che nemmeno Cocciante a Trieste in un giorno di Bora?

7) Vi capita mai di iniziare sul water un libro e dopo aver donato qualcosa di voi alla porcellana Pozzi Ginori, usare uno strappo di carta igienica camomilla a mo’ di segnalibro? Se poi il libro vi fa addormentare ci sarà un perché.

8) Vi capita mai di dare una craniata allo spigolo del comodino perché vi siete girati con nonchalance convinti che tra voi e il mobiletto d’arredo ci fosse mezzo metro, mentre non vi siete accorti che stavate quasi sbavando sul centrino?

9) Vi capita mai di girare come un criceto impazzito in un parcheggio e appena decidete di andarvene se ne libera uno in fondo? Certo, partite in quarta, ma vi viene fregato dalla vecchietta di turno che non c’entra manco con 65 manovre.Vi capita, no?

10) Vi capita mai di uscire da uno stabile, guardarvi intorno smarriti e domandarvi “Dove ho messo la macchina?”E apprendere dopo circa dieci minuti (nei quali vi siete bruciati due dozzine di neuroni) “Ah già! Son venuto a piedi!”

11)Vi capita mai di rovesciare qualcosa inavvertitamente , prendere a tentoni il rotolo dello scottex e accorgervi che c’è l’ultimo strappo? Se imprecate che manco uno scaricatore di porto, mentre il latte sta facendo un triplo carpiato tra il tavolo e il tappeto persiano pagato 350 euro, il Signore comprenderà e provvederà a spedirvi una fornitura di rotoloni Principessa (perché i Regina li ha finiti per asciugarsi le lacrime a vedere Simo in palestra che tenta di fare aerobica)

12) Vi è mai capitato di aver finito il detersivo per la lavastoviglie e aver messo nella vaschetta quello per i piatti mormorando “Se lo uso per lavarli a mano andrà bene anche per la lavastoviglie”, e ritrovarvi dopo mezz’ora la cucina invasa di bolle di sapone ? Con la lavastoviglie che vomita da ogni fessurina schiuma bianca al sapore di Sveltopiù Aceto?

13) Vi capita mai di guardare la rubrica del cellulare, leggere un nome e domandarvi “E questo chiccazz’è??” Il bello è che lo avete memorizzato voi.

14) Vi capita mai di dire “Al prossimo semaforo rosso rispondo all’sms di Tizia” e sorprendervi (ma guarda un po’!) che da lì in poi tutti i semafori che incontrerete sul vostro cammino sono sintonizzati sul verde?

15) Vi capita mai di dire “Sono in ritardo pazzescooooo!!Speriamo che non ci sia traffico!” e sorprendervi che non solo c’è traffico ma tutti i semafori che incontrerete sul vostro cammino sono sintonizzati sul rosso?

16) Vi capita mai di prendere il numerino per la fila, arrivare allo sportello e sentirvi dire “Ha sbagliato fila, deve prendere il numerino verde”? Sappiate che io ho rischiato di lanciare una bomba molotov in una struttura. No, faccio per dirlo.

17) Vi capita mai di dire “Ahhhh!!Domattina dormo fino a mezzogiorno!” ed essere svegliati alle 8 da un disco pre-registrato che vi vuole vendere una cassa di dodici bottiglie di un'azienda vinicola a voi sconosciuta? E di pensare di andare nella suddetta azienda a infiascare direttamente il proprietario?

18) Vi capita mai di aprire la confezione di fette biscottate e trovarne una sana, che non sia rotta o sbriciolata? Che se ci vuoi mettere la marmellata sopra devi usare il coltello della Barbie perché le fette son grosse come i pezzi di un puzzle da 2000 pz?

19) Vi capita mai di fare una fila qualsiasi per pagare e sentirvi dire all’improvviso “Mi dispiace. Qui pagamento solo in contanti. C’è pure il cartello.” Quando avevate già il bancomat in mano e due euro in moneta nel portafoglio? E vi capita mai di pensare “Se dopo tutto quello che ho aspettato non mi fai pagare, il bancomat te lo striscio tra le chiappe per pagarti un viaggio a quel paese?”

20) Vi capita mai di pensare “Ma che se magna la Simo, per fare dei post del genere?”

Mi fermo ma ne avrei mille. Ve li ho numerati per semplificarvi il lavoro: basta che mi diciate quali numeri avete fatto anche voi.Non posso essere la sola ad aver provato tutto questo.

Vi prego, no.

Confido in voi. Come sempre.

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