sabato 29 giugno 2013

La prova costume (secondo me)

Anche se di questi tempi sembra Novembre più che Giugno, è tutto un gran parlare della prova costume.
La prova costume.
Io, se penso a questa frase, mi viene in mente solo il carnevale di Viareggio.
Perché la prova costume l’ho fatta solo per il carnevale, alla recita della scuola in quinta elementare e quando ho travestito mia figlia da bidone della pattumiera durante un Martedì grasso.
Questa cosa mi affligge e mi dà pensiero come potrebbe darmelo sapere che fine ha fatto il chihuahua di Paris Hilton.

giovedì 27 giugno 2013

In partenza per Milano

Domattina parto.
Domattina parto per Milano.
Domattina parto per Milano da sola.
Questo non è un esempio di come si evolve una frase minima, ma è la pura verità.
Domattina prenderò un Freccia Rossa a Firenze che mi porterà in un battibaleno a Milano. In prima classe, super lusso, con un marcantonio che mi sventola con una foglia gigante alle volte io avessi caldo. Solo caldo, perché io non sudo, evaporo semplicemente, sia chiaro.
Ah, il viaggio me l'hanno pure pagato.
Ho ricevuto un invito molto importante, si tratta del libro. Però non posso dire di più.
Oggi sto scrivendo con un casino di punti. Come questo. Chissà perché.
Ah, forse perché me la faccio sotto, forse perché si parlerà una lingua che non è la mia, forse perché non capirò una beata ceppa, forse perché parto da sola (e non ci sono abituata) verso un'esperienza che bho, vedremo. Sono elettrizzata, lo ammetto. Arriverò con la mia faccia tosta e leggerezza, ma è una cosa molto bella e wow, ci sono proprio io.
Non posso dire di più.
La sento così tanto che oggi sono andata perfino a farmi i capelli, fate voi.
E quindi niente, preparo la mia mega borsa, dove dentro ci manca un capibara e poi c'è davvero di tutto, e domattina parto.
Questo post è troppo pieno di punti e poche notizie, allora vi lascio due link:
l'intervista che mi hanno fatto (sono stata seria secondo voi?) su Tentazione Make up Cultura e
la recensione del libro su Tentazione Make up Libri.

Ecco sì, credo di avervi detto tutto. No, cioè, vorrei dirvi molto ma molto di più, ma prometto alle più fedeli che se riesco a connettermi sul mio Instagram e su FB domani vi do foto e notizie in tempo reale.
Così sarete con me durante le mie innumerevoli, incommensurabili, grandiose figure di merda.

p.s. come sarà il tempo a Milano???




domenica 23 giugno 2013

Bepanthenol e il libro 'Detto con il cuore'








Che tu lo abbia voluto o no, quando sul test di gravidanza compaiono due stanghette, la tua vita cambierà per sempre. E la reazione cambia da donna a donna, sia che tu lo abbia cercato col lanternino, sia che la creatura sia arrivata a sorpresa come un tappo di spumante in capo durante il veglione di San Silvestro. Sì, pure con la nonna ottantenne  che ti urla 'mbriaca "E porta anche bene!", per poi continuare a fare il trenino cantando "Brigittebardò bardò!!"
Comunque. Se ogni mamma si mettesse a raccontare la propria esperienza, se ne leggerebbero delle belle.
Bepanthenol, azienda che si occupa di mamme e bambini, con la collaborazione di Tata Francesca (Francesca Valla- SOS Tata) danno la possibilità a noi mamme di dire la nostra sul fattore mammità.
Verranno raccolti i racconti più emozionanti di noi mamme per creare il libro 'Detto con il cuore', che uscirà a fine anno.
Sono stata invitata a dire la mia per questo progetto, a mio avviso bello e importantissimo, soprattutto perché il libro sosterrà Fondazione Ariel (alla quale saranno devoluti una parte dei proventi della vendita del libro) una organizzazione che assiste le famiglie con bambini disabili. Qui i loro obiettivi.
A leggere e scegliere i nostri racconti sarà proprio Tata Francesca che sostiene questo importante progetto con la sua professionalità e competenza.
E questa è la parte teorica, la più importante, alla quale spero aderirete.
Poi c'è la parte pratica, perché ho avuto la fortuna di testare anche i loro prodotti.
Che come testo io, nessuno mai.
Ho provato tre prodotti:
-la crema per le smagliature
-la pasta lenitiva protettiva
-la schiuma rinfrescante per scottature lievi.


Ora, immaginatemi con questi tre flaconi.
La schiuma rinfrescante non poteva capitare più a fagiuolo di così. L'abbiamo provata io e Alice dopo che ci siamo scottate in piscina nonostante la protezione 30. Tipo: la mattina è arrivata, la sera l'abbiamo spalmata a chili sulla schiena visto che eravamo più rosse di un pomodoro pachino. Ed è ottima, davvero. La cosa più importante è che non va spalmata (non so voi, ma spalmare una crema sulla pelle ustionata dal sole, a me fa tirare giù qualche santo dal calendario), ma va solo spruzzata e lasciata evaporare. Va là. E sei fresca come una rosa. 
Sulla crema smagliature mi sono guardata allo specchio un po' perplessa. Io le smagliature (quelle di crescita, nemmeno fossi due metri, alimortè) le ho da una vita, quindi darci la crema ora sarebbe come chiudere i cancelli dopo che sono scappati i buoi. E lo stesso vale per la pasta lenitiva per il culetto del pupo. Potevamo fare la prova con cicciobello che abbiamo in garage, ma non ci sembrava il caso. Quindi chi meglio di un'amica che ha partorito da poco, poteva testare questi prodotti?
Prima di portarle i prodotti, la crema smagliature un po' l'ho provata, tanto per vedere l'effetto che fa e manca poco non gliela do più. Ha un profumo buonissimo, e lo ammetto, mi ha fatto fare un salto all'indietro di 13 anni. E sì, potevo tenerla e usarla come crema idratante e nutriente, ma davvero è un ottimo prodotto e mi dispiaceva che una neo mamma non potesse usufruirne appieno.
Poi dimmi che non sono altruista.
Per la crema lenitiva per le irritazioni da pannolino, posso dire che funziona. Io c'ero!
Il povero Tommy, ti c'aveva un culetto rosso a strisce che pareva Nemo. E so' arrivata io in soccorso come un super eroe (d'altronde la S sul petto io posso averla, giusto?)
Dio, mi sono sentita la paladina della salute! Hai il deretano infuocato? È pieno di puntini rossi da irritazione che pare tu c'abbia il morbillo? L'eritema da pannolino è un grosso problema anche se tua madre non ti nutre di peperoncino intinto nella nutella? Niente paura, arriva Super Simo con la cremina Bepanthenol! Na na na naaaaaaa (leggasi jingle pubblicitario). Ma non sarei fantastica? Dovrei propormi come attrice di spot per culetti arrossati, non ce n'è. E poi mi chiamerebbero 'Quella che fa la pubblicità del culetto'. Avrei un futuro.
Sì, alla neuro.
Insomma, la crema funziona. La mamma di Tommy era entusiasta e anche lui. Come faccio a saperlo? Dalla contentezza mi ha ruttato in faccia. Adoro.
Insomma mamme, o neo mamme, o mammebis, o tris o donne in generale, spargete la voce, diffondete questa importante iniziativa e che Bepanthenol sia con voi.

p.s. Vado a cucirmi una S sulla tutina azzurra di acrilico.
Non si sa mai.



martedì 18 giugno 2013

Lotterò per te




Perché tu non sia vittima di un amore malato.
Ti insegnerò la differenza tra amore e possessione.
Ti insegnerò a distinguere il bene dal male e il rispetto dalla prepotenza.
Ti insegnerò ad avere stima in te stessa e a pretendere che chiunque ti stia vicino, abbia del riguardo nei tuoi confronti.
Ti insegnerò a non permettere a nessuno di trattarti male, ad avere la forza di dire basta e la costanza di portare avanti questa decisione.
Ti insegnerò la dolcezza delle carezze e la ruvidità di uno schiaffo, per capirne la differenza e riconoscere che non è amore, quello.
Ti insegnerò che le mani si usano per amare, e non per ferire.
Ti insegnerò ad aver cura del tuo corpo, che in nessun modo deve essere deturpato e della tua mente, che in nessun modo deve essere plagiata.
Ti insegnerò che alcuni uomini sono come burrasche vestite da arcobaleno, così intriganti ma pieni di devastazione.
Ti insegnerò a proteggerti da loro con la forza della parola, e ti donerò occhi nuovi per riconoscerli e metterli da parte.
Ti asciugherò le lacrime di una delusione, ma ti insegnerò a volerti così bene da pretendere che chi ti sia vicino te ne voglia il doppio.
Ti spiegherò cos'è l'amore vero, tu, che sei nata proprio da questo infinito sentimento.
Ti laverò di dosso la malinconia di una storia finita e ti spingerò a guardare sempre avanti per buttarti in un abbraccio sincero.
Ti amerò come ti ho sempre amata e pretendo, quanto è vero Iddio, che tu divida il tuo cuore con un uomo che ti doni un amore bello, profondo, ma soprattutto sano.

Se così non fosse, figlia mia, ho fallito come madre.









domenica 9 giugno 2013

Un'intervista per le foodblogger




Sfogliando un settimanale ho letto un'intervista di un personaggio famoso che spignatta nelle cucine. Cucina, scrive, presenta, intrattiene e probabilmente non mangia tutto quello che cucina. È importante sapere chi è ai fini di questo post? Ma anche no. Però.
Però, non volendo, mi sono ritrovata a rispondere alle domande che le venivano rivolte. Così. Sapete quando leggi la risposta e fai “Nooooo, io no. Non potrei mai fare a meno di...”
Na roba così.
Poi ho pensato a un'altra cosa: che potrebbe essere un'idea carina rivolgere a voi queste domande (okay, le foodblogger sono più motivate, ma io non lo sono e ho risposto ugualmente, quindi...)  per conoscere meglio la vostra cucina, i vostri segreti e i vostri pensieri. Se volete potete rispondere qui sotto, se invece decidete di farci un post, avvertitemi che, oltre a venire a leggere metterò alla fine del mio, tutti i vostri link, per un'intervista corale sulla cucina e non.
E poi chissà, se ne trovo una particolarmente simpatica...bhè, non vi posso dire tutto, no???
Comincio io, va bene?

LA SIMO T'INTERVISTA.

Il tuo piatto preferito in assoluto?
Pizza, pizza e ancora pizza. Alta, bassa, bianca, al pomodoro, croccante, morbida, di mattina, di sera, di pomeriggio, calda, ghiaccia e strascicata pure per terra. Non ce n'è. Come me la dai me la dai, ne mangio una cofana. Non solo, anche patatine al gusto pizza, crackers al gusto pizza, carne alla pizzaiola, se mi dai anche un gelato al gusto pizza, mangio pure quello. Avete presente Bubba di Forrest Gump coi gamberetti? Immaginatemi su un peschereccio che vi faccio due palle così “Pizza bianca, pizza prosciutto e funghi, pizza capricciosa, pizza margherita, sfoglie alla pizza, pizza quattro stagioni...” Paro paro.

Quello che ti riesce meglio? Linka la ricetta presente nel tuo blog.
A parte la pizza? (datemi una sberla, ve prego) Le torte salate. Amo la sfoglia in ogni sua forma, dolce e salata, ma le torte ripiene di verdura sono il mio forte. Dentro ci metto di tutto, roba che se passi in cucina in quel momento ti ci ficco anche te. Eccone una: torta salata al salmone e yogurt greco.

In casa cosa chiedono più spesso? Se vuoi metti una foto del piatto o il link della ricetta.
In casa mia è difficile che chiedano, si lasciano sfamare dalla mia voglia e dalla mia ispirazione del momento (incoscienti!), però devo dire che il Santo a volte mi chiede il gratin di zucchine e patate con provola affumicata.Un piatto semplice, ma molto gustoso che mangia anche Alice. Ci litighiamo i quadranti vicino al bordo (perché la crosticina ha un suo perché) a colpi di mestolo, ma son dettagli.

Dolce o salato?
Salato, sempre e comunque. Infatti ho la pressione altaaaaaaaaaaaaa!!La possino!!!

Carne o pesce?
Formaggio? Sì, formaggio, decisamente.

Il piatto che non ti riesce mai?
Prova a farmi fare le meringhe. No, ma te prova anche pregando in turco o in aramaico antico. Non c'è verso. Mi vengono tutte mosce mosce, anemiche e brutte da morì. Mi s'ammosciano che è una meraviglia. E poi prova a chiedermi un arrosto coi fiocchi. O gli spaghetti cacio e pepe. L'ultima volta ho buttato via anche la padella!

Il tuo chef di riferimento?
Non ce l'ho. Non seguo la politica estera.

Il programma di cucina prediletto?
Non li seguo, a dire il vero. Non perché non ne abbia bisogno, anzi, ma perché non si conciliano coi miei orari alquanto sminchiati. Però ho seguito su YT la prima serie di Masterchef e sono rimasta così folgorata che c'ho scritto un post. Quando dico folgorata intendo che quando vedo Bastianich che fanculizza un concorrente mi prende fo'o anche il cervelletto.

La cucina regionale? Linka una ricetta della tua regione presente nel tuo blog.
Mah, forse la mia: Toscana.

Cucina straniera? Linka una tua ricetta straniera.
Ecco, io qui sperimento poco. Però magari azzardo: la cucina francese. Ma sapete perché? Perché amo la soupe d'onion e perché hanno i formaggi puzzolentissimi!E io lì ci starei bene. Il cacio mi garba e più puzza più mi piace. Che schifo di donna, lo so. Zuppa di cipolle e formaggio pestilenziale, roba che se parli con me dopo un mio soggiorno in Francia, con una fiatata ti faccio diventare biondo. Però une delle ricette straniere di questo blog è il Rosti (ricetta svizzera) che io adoro. Mi scuso per la foto, ma è quello che passava il convento. Amen.

Il piatto che non sopporti?
Le interiora. Il cervello, il fegato, il rognone e anche la trippa l'hai a mangià te. Grazie.

Il dolce di cui sei più golosa. Linka una ricetta del tuo dolce preferito.
Non faccio molti dolci al cucchiaio, semplicemente perché cucino dolci solo per farci colazione. E tra questi i miei preferito sono i muffins. Sono talmente fissata che una mia amica mi chiama Signora Muffin. Li stra-adoro in ogni loro forma e gusto. Questa è la pagina con alcune mie ricette.

Da bambina cosa rifiutavi?
Le interiora di cui sopra, il pesce e le verdure. Ora, senza quest'ultime, camperei sì e no tre giorni.

Il menù più romantico? Linka il tuo menù o la tua ricetta più romantica.
Non ne ho idea. Anche un panino al prosciutto mangiato in riva al mare al tramonto, può essere romantico. Non è importante cosa mangi, ma con chi lo mangi. Però per una seratina speciale potete provare la mia torta dell'amore. Ma quanto sono romantica da uno a dieci? Mmh...zero? Pòesse.




Vino bianco o vino rosso?
Sono astemia. O poco ci manca, ma se devo scegliere rosso.

Il ricettario irrinunciabile?
Ho un po' di libri di cucina e ricettari molto belli regalatomi anche da amiche. Attingo da tutti e in più ho un mio quadernetto unto e bisunto che avrà vent'anni. Pure quello uso. E poi Santo Google fa il resto. Non mi fossilizzo su qualcosa in particolare. Leggo, sfoglio e digito di tutto, mi garba sperimentare.

La cosa più difficile in cucina?
La tempistica. Siccome non sopporto spignattare in cucina mentre gli altri sono a tavola, cerco di fare dei piatti che mi permettano di stare in compagnia il più possibile. Quindi difficilmente curo l'impiattamento, e difficilmente mi alzo da tavola per trafficare in cucina. Da ospite, cenare con la padrona di casa rinchiusa in cucina e non a tavola con me, non mi è mai piaciuto, quindi cerco nel possibile di evitarlo.

L'attrezzo indispensabile?
La bilancia da cucina. Oggetto sconosciuto a mia madre che fa tutto a occhio. Io no ed è un punto a mio sfavore, lo so. Però una volta che t'abitui è un casino.

Il trucco che ti ha aperto un mondo?
Un trucco in cucina? Non so, non c'ho mai pensato.

Apriresti un tuo ristorante?
Siete pazzi?

Cosa non manca mai nel tuo frigo?
Il latte, senza il quale Alice non mette in moto manco un neurone. E le verdure. Qualcosa c'è sempre.

Il cibo bandito dalla tua cucina?
Di cibo proprio non so, ci sono alcune cose che proprio non sono avvezza a comprare, tipo le bibite gassate (se togliamo gli eventi speciali), i dadi (ho imparato a farlo in casa!) e magari altre cose che ora non mi vengono in mente. Fosforo, mi ci vuole parecchio fosforo.

Ti sei divertita a rispondere a queste domande?
Certo!Non vedevo proprio l'ora! Come me la canto e me la suono io, nessuno mai.


Simo ha intervistato:
(di seguito metterò i vostri link)

L'intervista a Chicca del blog 'Uno spazio da riempire'
L'intervista a Simona del blog 'Farine, fiori e fili'
L'intervista del blog Aeriselphie the strange



mercoledì 5 giugno 2013

Noi, da Papa Francesco.

Ce l'ho fatta, ho finito di scrivere il post della visita a Papa Frà.
È stato bellissimo ma un filino stancante, sia la gita che la stesura del post. Guardate quanto è lungo e se ripenso a cosa ho fatto, sudo di nuovo.
Tutto è iniziato mercoledì 22 Maggio. Un piccolo dettaglio: sveglia  alle sei e mezzo, ho toccato il letto e conosciuto il sonno solo mercoledì sera alle undici. Quaranta ore di veglia. Mi adoro.
Il pullman della gita è partito anche un filino in ritardo e a nulla son valse le preghiere di tutti i parrocchiani quando abbiamo visto che in quella gelida notte ci avevano lasciato in piedi sul marciapiede come delle signorine per bene. E senza nemmeno un bue e un asinello a scaldarci.
Mia madre che già diceva “Mi fanno male i piedi” e ancora non eravamo partiti, Alice che diceva “Ho freddo” e batteva i denti così tanto che c'avrei potuto obliterare il biglietto del tram, e io che dicevo “Ma un bagno dove lo trovo?” perché il freddo mi fa quell'effetto lì.
Finalmente arriva il pullman ed esultiamo tutti saltellando sul posto, così calorosamente che a qualcuna parte il femore.
Olè. Finalmente si parte. E io non riesco a chiudere occhio, un po' per l'eccitazione, un po' perché ero reduce da una tazza di thé con tre filtri, e un po' perché nonostante l'età media si avvicinasse agli 80 anni circa, queste donnine c'avevano una verve che manco le ragazzine che tifano ad Amici. E quindi hanno chiaccherato e riso tutta la notte. L'avrei prese a randellate.
Arriviamo a Roma (dove preannuncia pioggia) con un freddo porco e armati di zaino per il pranzo al sacco ci incamminiamo verso San Pietro.
Bellini, sembriamo in gita con la scuola!Durante il tragitto manca poco stirano una donnina sulle strisce, abbiamo rischiato di perderne un'altra dentro un tombino e un omino che dicendo “Io a Roma ci son già stato”, s'è perso prendendo un'altra via.
Cammina cammina cammina (leggasi come una fiaba) arriviamo finalmente a San Pietro.
Dio, che bellezza!Non smette mai di stupirmi e di piacermi. Roma è proprio bella!




Ci mettiamo in fila cow boy (perché, anche se ce l'hanno detto, la fila indiana a quanto pare non sappiamo nemmeno cosa sia) tutti con il biglietto d'invito di Papa Frà in bella vista sul braccio alzato. Sembravano Jhonny Stecchino a teatro con la banana.
C'erano miliardi di persone, na roba allucinante. C'era chi spingeva, chi rideva, chi sveniva e chi pregava. Di uscirne vivo. Finalmente il nostro coach ci guida verso la strada giusta e in pochi minuti siamo in piazza vicino all'obelisco.



Marò che casino. Da lì (visto il nostro transumare ad minchiam) ci hanno detto “Fate e andate dove ve pare. Alle tre ci vediamo sotto la madonnina”.
Dopo, dalla stanchezza, la Madonnina m'è anche apparsa.
Comunque. Visto che la mì mamma ha un'autonomia in piedi come può averla un cellulare del 2002 con una tacca, il mio pensiero andava a lei, pora stella che se ne stava appoggiata alla transenna con i piedi che le fumavano tipo Jucas Casella quando camminava sui carboni ardenti. Ora. Pensateci un attimo: io posso lasciare la mì mamma così? Roba che sono le 9 e c'è da starci fino a mezzogiorno?
Girottolo come una pazza per cercare una soluzione, una via d'uscita e mi vengono in mente solo tre cose:
o faccio finta di svenire, chiamano l'ambulanza e ci facciamo caricare sulla lettiga (ma non avremmo visto Papa Frà)
o faccio una telefonata in vaticano dichiarando che c'è una bomba in piazza San Pietro così la evacuano e rimangono le seggioline tutte per noi (ma in quel caso Papa Frà fugge col suo elicottero bianco latte)
o faccio la paracula, mi infiltro dove non dovrei infiltrarmi, (all'evenienza posso anche recitare un melodramma che manco Mario Merola) e cammino sui gomiti come Rambo passando sotto le seggioline già occupate per vedere se in cima ce ne sono libere.
La terza mi pare la più ragionevole. Ce la posso fare.
“Voi aspettatemi qui. Io vado in avanscoperta. Col mio occhio di falco vedo che in cima (strano, ma vero) ci sono delle seggioline libere” Ovviamente quelle seggioline non erano per noi, ma son dettagli.
La mì mamma e la mì figliola m'hanno guardato con speranza e mi hanno detto “Ok”.
L'ho lasciate dietro l'obelisco. Memorizzate bene questo particolare.
Parto tutta convinta e dopo pochi metri trovo il primo ostacolo:una staccionata chiusa con una guardia alta due metri e larga cinque. Praticamente un armadio quattro stagioni. Mi intrufolo un po' a spinta tra una signora dai capelli rossi e un signore barbuto che sventolano il loro invito sotto il naso della guardia. Ormai a quel punto avrei anche giurato di essere loro figlia. Estraggo il mio invito e lo sventolo nemmeno fosse una bandierina al GP. Ci sono, sono dentro sto gruppo che non so da dove viene e dove va. La guardia però si incazza, la gente spinge, vuole passare per forza e tenta di farlo con dei mezzucci. Vorrei sapè chi sono queste persone, perché non si fa, è scorretto, giusto? A un certo punto grida “Il gruppo di Genovaaaaa!!”
Genova! Ci sono anche stata a Genova! Bene, da circa tre minuti sono genovese.
Mi spingo più avanti, sgattaiolo sulla destra e sono davanti alla guardia, vis a vis, a un millimetro dal suo naso. Sfodero il miglior sorriso del mio repertorio, quello ebete tipo bocca a mezzaluna semichiusa. Tipo Garfield quando fa una marachella.
Lui fa “Gruppo di Genova?”
Se apro bocca lo sente che non son di Genova. Quindi annuisco.
Poi mi guarda “Genova?”
“Belin!” minchia, sembro il Gabibbo. Lo vedo frastornato, un po' per il casino, un po' perché c'ha una tizia davanti che se gli avesse detto di essere il sindaco di Roma gli avrebbe creduto di più, e un po' perché effettivamente il gruppo di Genova sta spingendo come un carroarmato. Lui, e altri come lui, non si decidono a farci passare. Però all'improvviso si apre un piccolo varco, è la svolta. Riusciamo a passare un po' ringraziando, un po' pregando, un po' sminchiando il sistema e quando sto per passare io la guardia mi guarda. Ma ero pronta a fare tipo “Guardi là!Un asino che vola!” e sarei scappata per il Vaticano come solo Robert Langdon in Angeli e Demoni.
Finalmente sono nella sezione seggioline. Wow.
Ma mi prende lo sconforto subito: nel quarto quadrante non c'è posto. Veloce veloce mi sposto al terzo. Nulla, tutte occupate. Senza un filo di speranza vado al secondo: ma ti pare che se non c'è posto al terzo c'è posto al secondo? Infatti nulla. Figurati nel primo. Figurati nel primo!!
Come un miraggio vedo una sfilza di 5 seggioline vuote in una delle ultime file del primo quadrante. Sono vuote, ma è...impossibile!Allora gente, non ci crederete: nel primo quadrante proprio quello davanti a Papa Frà, numerose sedioline erano vuote. Io non so se dovevano essere occupate da qualcuno in particolare, ma fatto sta che rimanevano libere perché dalle transenne non facevano passare più nessuno. Con un salto felino, che se mi avesse visto Charlie sarebbe stato orgoglioso di me, mi sono tuffata su tre seggioline occupandole con giacche, zaini e macchina fotografica (che mi sarebbe servita per fare foto sfuocate e piene di teste e braccia)
E qui viene il bello. Dovevo far arrivare la mì mamma ed Ali da me, solo coordinandole col cellulare. Impresa più che impossibile. Sono salita sulla sediolina e, cellulare alla mano, ho chiamato Gianni e Pinotto (perché quando sono insieme tutto può succedere) e ho cercato di farle arrivare da me. Mi sono sentita dire:
“Dove siete? In piazza San Pietro? Ma va? LO SO CHE SIETE IN PIAZZAAAA!!!”
“Siete ancora dietro l'obelisco? Bene. Andate alla vostra sinistra. Come qual è l'obelisco e qual è la sinistra?Ah. Scherzavi”
“Dove siete? E rispondete perdio, che son due ore che vi chiamo!Venite avanti, dite alla guardia che ci sono posti liberi qua in cima!”
“Come 'siete alla destra dell'obelisco'. Impossibile!Ma in che città siete? Passami nonna. Mamma? Di grazia, ndo cazzo siete finite? Come 'a sinistra non vi fanno passare'!Son due ore che vi guido pensando che foste a sinistra, siete da tutt'altra parte!Mamma, calma, respira. Cosa vedi?” e lì ho avuto paura che mi dicesse “Vedo la gente morta” “Ah, la fontana che va. Minchia. Rifacciamo tutto da capo, okay? Venite avanti. A questo punto io sono alla vostra destra. Mi vedete? Sono quella in piedi sulla sediolina!Sto anche sventolando una bandierina!Come fai a non vedermi? Ah. Siamo in quattrocento a sventolare la bandierina. Hai ragione anche te. Aspè, dimmi esattamente a quale transenna sei, cosa vedi, cosa senti, fatti sentire anche te, urla , agitati, rutta, fai qualcosa! Ah, gnafaipiù. Mamma, io non so più come fare, mi manca di lanciare un petardo o un SOS e poi ho fatto tutto. Chiedi 'cos'è sto casino'? C'ho un capannello di gente intorno che sta facendo il tifo per voi, mamma. Devi riuscire ad arrivare almeno per queste persone. Eh”
In effetti, visto il casino che facevo e l'impresa epica nella quale mi ero tuffata, avevo un mucchio di persone intorno che cercavano di aiutarmi. Che belle anime.
“Come è vestita sua madre? Guardo se la vedo!”
“Forza che ce la fai, non devono essere lontane!”
“Vuole il mio chihuahua? La vedrebbero subito, sarebbe l'unica che lancia in aria un cagnolino!”
Finalmente le vedo. Sììììììììììììììììììììì!!!!!!
“Mamma ti vedo! Eccoti!Vedo Ali, dai che sono qui! Come 'qui dove'? Mamma, guarda dritto davanti a te. Brava. Ora voltati a destra. Piano, mamma. Voltati piano che m'hai fatto il giro come la bambina dell'esorcista. Voltati piano a sinistra. Passami Ali. Amò, bella de mamma, ferma con lo sguardo. Voltati pianino a sinistra...”
“Mamma!”
“Amore!Eccovi! Dai che sono quiiiii!!Venite!!!.... …... …... ….. Come la guardia non fa passare più nessuno. Passami la guardia. Come 'ti vergogni.' Passami la guardia!!Mamma, non voglio te, voglio la guardia. Ah, la guardia dice che non può parlare.Oh Madonna Benedetta dell'incoroneta!
Lo fate voltare per piacere? Gli dite che qua, oltre ai nostri, ci sono dei posti liberi? Okay, ti lascio lavorare...”
Le doti di convincimento di mia madre devono essere ottime perché dopo pochi minuti passano l'ultima transenna e sono da me. Sono state accolte con un applauso e tante risate, io invece ero senza voce e sudata fradicia. Le tre suorine dietro di me hanno giunto le mani e m'hanno detto “Lei è un dono del Signore. Che brava” mentre il ragazzo sulla mia destra ha detto “Senza offesa: avrei scommesso il mio cellulare che non ce l'avresti mai fatta”
Miodio che faticaccia, ma siamo finalmente sedute al cospetto di Papa Frà che non si è fatto attendere molto. È arrivato con la papa mobile più sprint che mai, con quel cappellino che non ne vuol sapere di stare al suo posto e svolazza che manco una colomba bianca. Che uno creda o no (e non è questo il luogo giusto per parlarne) vedere il sorriso aperto e gioviale di Papa Francesco da vicino, poterlo accarezzare con lo sguardo e vederlo porgere le sue mani a quelli più vicini, bhè, è una grande emozione. 





Trasmette serenità ma allo stesso tempo energia. Che poi uno la religione la intende e la pratica come crede, però questo Papa indubbiamente trasmette qualcosa, arriva. Ed è stato bello sentire Alice dirmi “Mamma, sono contenta di essere venuta. È un'emozione grande”
E quindi niente. La parte pratica ve l'ho descritta, su quella teorica ed emozionale, ci lavoro ancora un po'.










sabato 1 giugno 2013

L'articolo

  IL TIRRENO  1 Giugno 2013





Il romanzo vince diversi premi poi la scelta di pubblicare su internet si trasforma in un successo. L'autrice è commessa in un negozio di gastronomia.

Pisa-
Incredibile, ma vero. Il romanzo “Il male minore” di Simona Fruzzetti nella classifica Amazon della narrativa contemporanea per mezza giornata ha superato il pluriomaggiato “ZeroZeroZero” di Roberto Saviano il quale, poi (ma solo poi) si è ripreso il primato in classifica.
Sì, il mio libro è stato il primo in classifica per mezza giornata, ma che soddisfazione stare davanti a Saviano!” afferma Simona Fruzzetti che fa la commessa in un negozio di gastronomia.
Il successo per questa scrittrice è arrivato del tutto inaspettato grazie al web perché il suo è un eBook che si può comprare a 1,02 euro, e in poco più di un mese, ha venduto quasi mille copie.
Con questo romanzo ho partecipato a un concorso a Pontedera e un altro a Firenze dove è giunto primo ricevendo tre proposte editoriali, ma che non mi convincevano. Poi, una mia amica mi ha detto di questa opportunità di pubblicare sulla rete e così io stessa ho scelto la copertina e il libro è stato inserito nel mercato di internet. Non mi aspettavo questo successo. Anche se i miei amici mi dicevano che è un buon libro, poi il vero banco di prova è stato il pubblico dei lettori”
Simona Fruzzetti scrive per diletto, “perché è una passione mia e sono soddisfatta di questa esperienza dell'eBook in quanto è una finestra perfetta per i giovani autori che vogliono pubblicare un libro, mi dispiace non averlo fatto prima”
La protagonista del libro è Alessandra, una trentenne con una vita apparentemente da invidiare.Ha una bella casa, un bel marito, una figlia incantevole e un lavoro, in una libreria del centro, che la soddisfa pienamente. In realtà è una donna tormentata, schiacciata dal senso di responsabilità che sente nei confronti della famiglia e appiattita dalla routine coniugale. Un giorno Alessandra incontra Guido, un suo ex. L'uomo, diventato poliziotto, la invita a bere qualcosa per festeggiare il loro fortuito incontro, ma si rivelerà l'inizio di un'avventura a cui riuscirà a sfuggire e che aveva rischiato di mettere a repentaglio se stessa e la sua famiglia.Sul web, ci sono numerosi commenti positivi al libro.
Simona Fruzzetti ha scritto anche un racconto per bambini e inoltre cura una rubrica sul portale wwwtentazionedonna.it/donne-manuale-di-sopravvivenza/ dove scrive articoli sulla cura e la bellezza femminile.
(g.p.)


Non sto capendo più nulla, fioccano festeggiamenti e brindisi a casa, al lavoro, in tutti i luoghi e in tutti i laghi.
Ma un calice è per voi, perché se sono arrivata a questo è grazie a voi che mi seguite con tanto affetto e a chi ha acquistato, letto e recensito il mio libro. E un grazie va anche a un gruppo numerosissimo di belle anime su FB che mi sostiene, qualsiasi cosa faccia, manco fossi J.K. Rowling!
Dio, c'ho gli ormoni a palla, mi ci manca la lacrimuccia e siamo a posto.



Ancora GRAZIE di cuore, bimbi.

p.s. mi ripiglio poi torno, eh? n'attimo...

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