lunedì 22 giugno 2020

AUGURI MERYL!



Dear Meryl,
apprendo now that today is you compleanno. You dirai "Now che vuole 'sta sciacquetta?"
Mi presento: I'm the rinco writer, quella che writers alla Royal Family... quella che rimane closed in the bathrooms... quella che vede men nudi at the window... insomma, it's me. Fidate.
Nothing Meryl, only farti many many complimenti for your film. Oh my god quanto ho pianto for the scena of 'The bridges of Madison County', when mannaggia la pupazza you non scendi dal furgone of your husband. I te lo dico: I prayed "Get of! Get of! Maremma pig!" And you nothing, sei rimasta in to sedile whit hand sulla maniglia mentre the tronco of pino di Clint ti aspettava sotto the rain. Why non sei scesa? Ma cosa ti ha detto the head?
Era Clint Eastwood, mica pizza and figs. But io non lo so.
And in Mamma mia? With the salopette of jeans che me parevi l'hydraulic de my mother? But quanto sei stata fantastic? Anche lì altro tris of gnocchi, manco fosse thursday: first su hall quell'arriccia ovaie di Pierce Brosnan. But you pensavi to dance... but for favor...
And in The my Africa? Tra i the lions and the elefants? But c'era pure the manzo, te ne sei accorta? The Robert Redford beautiful come the sun. The biondo che fa impazzire the world, come the nota marca italian bibitina.
A pensarci bene, dear Meryllina, you sei little little fortunella, te li sei ciancicati hall, dal first al last.
But il my preferito rimane The devil wears Prada where asfalti Anna Hathaway dei my boots, with story the maglioncino ceruleo. Minchia che big pippo. Pippone, you understand?
"Oh, but certo, I capito: You pensi that questo non abbia nothing a che vedere with you. You open the armadio and scegli, I don't now, thet maglioncino azzurro infeltrito for example, because vuoi gridare in the world che ti prendi to seriously for curarti di cosa ti metti addosso, but what you don't noow is che quel maglioncino it is not simply azzurro, it is not turchese, it is not lapis, is effettivamente ceruleo, and sei also allegramente inconsapevole del fatto that in 2002 Oscar de la Renta ha realizzato a collection di gonne cerulee and then is stato Yves Saint Laurent I'm not sbaglio a proporre delle jackets military color ceruleo.
And poi the ceruleo is fast fast comparso in the collection of eight diversi stylists. Dopodiché is arrived little by little in the big magazzini and at the end si è infiltrato in qualche tragic corn casual, dove you evidentemente you fished in to basket delle occasioni, tuttavia quell’azzurro rappresenta millions of dollars and innumerevoli posti of work, and siamo at the limit del comico when I think that you sia convinta di aver fatto a choice all delle proposte of fashion quindi, in effetti, indossi a cardigan che è stato selected for you dalle people qui presenti… in mezzo of a pile di roba."
Fantastic my Meryl, lasciatelo di'. Anche se for hall the film you sei simpatic come 'na colonscopy, come 'na anal ragade, come 'na incarnita nail.
But ti perdono. For me rimani la migliore. Ever.
Happy Birthday Meryllina.
With Love
Tua Simona
XXX

martedì 16 giugno 2020

LE PRINCIPESSE DISNEY (secondo me)


BIANCANEVE: non la posso vedere. Vi giuro. Con quel vestitino, i capelli tutti fatti, le sue movenze soavi, anche quando impugna il mocio. Scopa con gli uccelli intorno, gli scoiattoli sul davanzale e 7 uomini in casa. Freud ci sarebbe diventato matto. Cucina e lava per quei 7 nanerottoli cantando giuliva come se tutto ciò fosse divertente. Questa sgobba ed è felice. È moscia, sottomessa, si porta la mano al cuore... ma mettitela al portafoglio e comprati un folletto, dai retta a me. Ingorda di mele, aspetta il principe azzurro che la salvi; probabilmente Giorgio Mastrota con la nuova batteria di pentole col fondo alto 1 cm.
CENERENTOLA: eccone un'altra. Una vita passata tra la cenere e a subire angherie dalle arpie delle sorellastre. La parola 'resilienza' è nata con lei. Le pestano i piedi e lei chiede scusa, la trattano demmerda e lei serve loro la colazione a letto senza nemmeno un pochino di Guttalax, la fanno sentire brutta, inetta e fuori luogo e lei non fa una piega laddove noi avremmo preso a sprangate il ciuffo cotonato di Genoveffa. Cenerentola è un cattivissimo esempio di sottomissione. Anche lei per uscire da 'sta vita grama, aspetta il principe azzurro. Lui arriva con un paio di scarpe nuove e lei lì non capisce più nulla. Cenerentola è Anne Hathaway 'Dammi una gonna di tulle, un paio di Chanel e sono perdutamente tua'.
ARIEL: Ariel è una tronista di Uomini e Donne: pur di uscire in esterna col figo di turno, rinuncia a tutto, pure alla voce. Ariel è una bella statuina, il massimo per l'uomo gretto e maschilista: la tengo perché è figa, ma soprattutto muta. La sua, una storia già vista: si sacrifica per l'uomo che ama perdendo voce e dignità, poi alla fine arriva un'altra (alla quale ha donato lei stessa in tempi non sospetti) che con un incantesimo lo ipnotizza fino a sposarselo. Anche qui vuoi che Eric non sia un principe (figo) con un castello sul mare? Sai che esterne in quella terrazza. E Tina Cipollari muta.
AURORA: Questa dorme, io ve lo dico. Ed è anche rintronata forte. Anni e anni a dirle 'Guarda, fammi un piacere, non ti avvicinare a un arcolaio che me mori' e lei che fa appena uscita dalla casetta? Trova un arcolaio e dice 'Toh! Ma tocchiamolo un po'!' Allora sei scema, ma abbi pazienza. Vissuta nel bosco con tre zitelle, anche lei aspetta il principe azzurro che deve rompere l'incantesimo e poi come Biancaneve insegna "Auroretta bella, te devi sdraia' sul letto e aspetta' che il principe te baci, sperando che non abbia mangiato la zuppa de cipolle e vivrete felici e contenti." Comunque lei quindici anni di quarantena e manco un capello fuori posto, magra e bellissima; noi dopo due mesi la ricrescita, sette chili e i peli che manco le mangrovie. Aurore', mo te ce mando.
YASMINE: Yasmine è una che ti controlla i messaggi su WhatsApp. È una che al tuo 'Ti fidi di me?' ti risponde 'Colcazzo!' e non sale sul tuo tappeto volante in modo ingenuo come avrebbero fatto quell'altre. Questa come animale domestico non ha un gatto, un canarino o un chihuahua; questa ha una tigre del Bengala. Questa se je gira il cazzo te fa a brandelli le mutande. Diffidente di natura se gli dici che sei Alì il Principe Ababua, lei ti guarda sospettosa bofonchiando "A me pari un morto de fame..."
Yasmine è una donna indipendente: ha già un regno, è già ricca e non le serve certo un principe su un elefante per essere felice. In realtà lei puntava al genio, ma come tutti gli uomini alla frase 'Avrei tre desideri...' Puff! Sparito!
BELLE: Qua poche chiacchiere, Belle è acculturata. Belle è la classica donna che, in fatto di uomini, guarda la sostanza. Piuttosto lo prende brutto, ma intelligente. Belle è una che prenderebbe a sassate i tronisti, ma si innamorerebbe di Angela. Piero Angela. Belle è una grammarnazi, potrebbe fare l'editor di professione o frequentare salotti letterari: puntigliosa, precisina e cagacazzi, probabilmente è nata ad agosto, ed è della Vergine. Se la vuoi conquistare puoi anche puzzare come una fogna di Calcutta, ma se citi Proust o Schopenhauer, è tua. La porti a casa che è una meraviglia, anche senza baguette.
RAPUNZEL: Una delle mie preferite. Grossi problemi a gestire i capelli, ma brandisce padelle come Uma Thurman brandisce la scimitarra. Inizialmente pare furba: 'uso un uomo per uscire dalla mia prigionia', ma poi come tutte noi ci si innamora. Non posso biasimarla: Eugene è il mio personaggio maschile preferito Disney; figo, ironico, paziente, scapestrato e per niente incline alla calzamaglia azzurra 70 denari. Lei, una volta uscita dalla torre, si pente. Poi è felice. Poi è triste. Poi è euforica. Poi è addolorata. Poi allegra. Il tutto nel giro di dieci minuti. Rapunzel è una di noi: in perenne lotta con la chioma e simpaticamente bipolare come noi in fase premestruale.
Alla fine si taglia i capelli e lui manco se ne accorge.
Storia già vista.
ELSA: Riassunto: Simpatica come una cistite, sculetta come Belen. Elsa grida al mondo 'Io so' io e voi non siete un cazzo.' Algida, fredda e severa, si atteggia a primadonna manco ce l'avesse solo lei. Scaglia lame di ghiaccio a chiunque le si avvicini con la frase paracula 'Ma non sei tu, sono io. Lo faccio per proteggerti' quando in realtà pensa "Non sei alla mia altezza, ne devi mangiare di cereali cara mia." Ha avuto un'infanzia difficile, isolata dagli amichetti dell'asilo ai quali lanciava anatemi e fiocchi di neve. Ripudia la sorella con una scusa, ma in realtà le stava sui coglioni con quel petulante 'Giochiamo? Giochiamo? Eh? Giochiamo?' Poi ce credo che scappi de casa.
ANNA: Si sveglia la mattina tipo noi: con la bava e i capelli a sminchio. Pensa di essere innamorata di uno, non capendo che in realtà è uno stronzo. Pensa che sua sorella la odi, non capendo che in realtà la sta proteggendo. Pensa che un venditore di ghiaccio voglia aiutarla, non capendo che tutto è finalizzato a fargli assaggiare il suo polaretto. Insomma, non è che Anna sia molto sveglia. Ah sì, pensa che Olaf sia un pupazzo di neve che parla, non capendo che probabilmente è la roba bianca che sniffa con la pergamena arrotolata.
MERIDA: e qui chiudo in bellezza. La mia preferita in assoluto. Merida non ha bisogno di principi, a lei proprio fottesega. Su' madre gliene vuole appioppare tre e lei, imbracciando un arco, risponde 'Se mi devo sposare, allora sposo me stessa!' e centra il bersaglio che manco un cecchino. Coraggiosa, impavida, perennemente controcorrente. Porta avanti le sue idee, non si piega alle regole di famiglia, cavalca il cavallo a rotta de collo e non oscilla nemmeno un pochetto. Capelli in autogestione e si strappa le vesti bofonchiando imprecazioni come noi a fine serata quando ci togliamo il reggiseno o il tacco 12.
Non cede nemmeno davanti a tre pretendenti venuti per conoscerla; li guarda annoiata e pensa 'E io dovrei confondermi con questi qui? Piuttosto me la metto sotto sale.' Merida è così: una donna realizzata che non ha bisogno di principi azzurri per risolvere la sua vita. Siate impavide. Siate Merida.
Poi vabbè, cerca di fa' fori su' madre, ma sono dettagli.

giovedì 11 giugno 2020

Happy Birthday Filippo!



Dear Fily,
abbi patience but yesterday ero impicciata and manco t'ho augurato happy birthd...
Come "But chi dick sei?"
Now mi offendo, Fily. I'm Simona, the rinco writer... quella che ve scrive love letters, un day yes and un day pure. L'highlander de tu' wife me conosce. Chiedi alla Betty.
Comunque.
You did well a fatte vede', because qui te davano già for dead da mo'. Yes, toccati le balls, nsi sa never.
Anche se in the foto with Betty, eri rilassato come a nordic fish, you hai presente stoccafisso? Uguale.
Però now sappiamo che sei alive and vegeto e che sei scampato pure to the pandemic, che voglio di', mica da everyone. Eh.
Ti ho visto in form Filippe', con le hands behind the schiena come the italian old man in front of cantiere e the dark giacca impeccabile con più bottons de 'na merceria.
Cosa ti hanno cooked a corte, yesterday? Chicken soup with little stars? Magari with little cheese MY strutto inside? Purè of potatoes? Because voglio di', I do not think that the digestione sia più quella di one time.
And poi che hai fatto? Because tu' wife, a 94 years suonati, tutta beautiful baldanzosa ha detto "Op!" and with a little jump is montata en groppa on the horse de corte. You invece? On the pony? Mica the round in the car, eh? Che the last time te sei cappottato in the english countryside in mezzo alle sheep.
Nun me fa preoccupa' Fily. Statte buono, for cortesy. Vogliamo ancora to look your face impassibile for many years.
I'm happy che, a dispetto delle voice, you sia viv... no, aspe' così pare brutto... te dicevo: I'm happy che you sia again tra di noi, ho tirato un sospiro di sollievo when ti ho visto, pensavo fossi dea... no aspe'...
Insomma Fily, statte buono but fatte vede' più spesso che qua mi go up L'ANSIA, ok?
Again Happy Birtday, Fily, and sorry for the ritardo, but yesterday me dovevo depila' che c'avevo i peli long long come a bear marsicano. You know bear marsicano?
With Love
XXX
Simona (the rinco writer)

mercoledì 10 giugno 2020

Alfredino Rampi



Se digitate il nome 'Alfredino' su Google, le prime voci che vi appaiono sono quelle riguardanti Alfredo Rampi. Di Alfredino ce n'è uno solo, nella storia italiana.
Io avevo appena 8 anni e ricordo tutto come se fosse ieri. Seguivamo la vicenda da casa di nonna, tutti insieme. Una diretta infinita, angosciante, senza pause.
La televisione piazzata sulla parete scrostata della cucina, vicino al grande camino, guai passarci davanti, guai fiatare. Ricordo che eravamo in tanti, siamo sempre stati una famiglia che si riuniva nel bene e nel male; la vicenda di Alfredino non faceva eccezione. Ricordo mia nonna trafficare sempre con lo straccio in mano e un occhio alla tv, la mia mamma che non si dava pace, il mio babbo e il mio nonno cercare di capire come fare a tirarlo fuori, nemmeno fossero sul posto e potessero sentirli.
E poi immobili, in religioso silenzio, il ronzio del frigo che fungeva a colonna sonora e la frase "È arrivato il Presidente."
Mia mamma disse "Se c'è Pertini è una cosa grossa".
Giorno e notte, notte e giorno. L'afa fuori di un anno in cui i mesi facevano ancora il loro lavoro. Le persiane abbassate, la moka che borbottava sul fuoco, mani che prendevano tazzine senza staccare gli occhi dalla tv.
Aleggiavano nell'aria tensione, paura e sgomento. Non avevo mai visto tutta la mia famiglia così. Mia mamma stringeva al petto mio fratello, piccolino allora, a me non veniva risparmiata questa tortura. Non mi veniva spiegato nulla, era tutto lì, in quelle immagini piene di gente intorno al pozzo. Tutto mi arrivava dalle parole e dagli sguardi della mia famiglia, non venivo rassicurata, non mi veniva risparmiata l'angoscia. Non c'era tempo, non c'era modo di spiegare una tragedia del genere a una bambina quasi dell'età di Alfredino. Me la fecero vivere e basta, con i miei strumenti.
Ricordo la rabbia di mia madre quando dei giornalisti puntarono gli occhi sulla madre di Alfredino rèa di cambiarsi d'abito, di non essere 'abbastanza' provata, disperata. Colpevole di troppa freddezza. Come puoi pensare di cambiarti d'abito quando hai un figlio in un pozzo? Erano queste le voci e i titoli che riempivano alcuni giornali e mia madre non ci stava. Allora non capivo. Adesso sì, sono passati 39 anni, ma questo tipo di pregiudizio esiste ancora. Non è cambiato niente.
Per tre lunghi e infiniti giorni non si parlò d'altro: Alfredino era nelle nostre case. Con la sua flebile vocina, il suo 'Mamma voglio la pizza...', i suoi rantoli.
Il fiato sospeso per ogni tentativo di salvataggio, mentre il frigo ronzava più forte, la disperazione e il senso di colpa di chi tornava su a mani vuote.
Ci abbiamo creduto. Tanto. Abbiamo pregato per quel bambino con la canottiera a righe. Alfredino, per tre giorni e forse di più, è stato il fratello e figlio di tutti. Una tragedia seguita dall'Italia intera, un reality show agghiacciante e spaventoso, da togliere il fiato.
Io ricordo tutto, come se fosse ieri.
Ricordo anche nonno che, appresa la notizia, imprecando andò in fondo all'orto. Poi chiamò mio padre.
Due giorni dopo, sul pozzo che fino ad allora era stato coperto da un tappo di legno, era stato saldato un pesante e inaccessibile coperchio di ferro.

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