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martedì 16 settembre 2014

Settembre: l'uva è matura e la Simo riprende


Ciao, sono Simona e non scrivo sul blog da quasi un mese.
Ora tutti in coro: “Ciaooo Simonaaaa”
No, non ero sparita, è che mi si sono accavallate giusto due o tre cosette, per cui trovare il tempo di scrivere sul blog mi era facile come spiegarvi la teoria atomica.
Solo alcune:

Alice ha cominciato il liceo, bella de mamma. Niente di che se non fosse che la mia zona non è servita benissimo dai mezzi e dopo aver consultato una sfera di cristallo, prillato un pallottoliere, telefonato a Paolo Fox per farmi dire se per l'Ariete si preannuncia un anno da taxista e spippolato sulla calcolatrice facendo un conto di km, benzina, minuti, strada e meteo, siamo arrivati alla conclusione che la fanciulla sarà (rullo di tamburi) accompagnata a scuola dal Santo. E già che c'è vigilerà sulla ragazzina col suo occhio laser prima di riprendere la strada verso il lavoro. All'occorrenza estrarrà una magnum e finisce lì. Non siamo una famiglia che ama gli spargimenti di sangue. A me spetterà il ritorno quando, se necessario, occulterò le prove e nasconderò le tracce lasciate dal Santo qualora un ragazzetto che non rientra nei canoni della Santa Lista, si fosse avvicinato troppo alla pargola. Non solo, venderò l'anima al diavolo per trovare parcheggio e mi vedo già smattare e litigare col vigile. Lo so.

A proposito di vigile: in settimana ho preso la prima multa in vita mia. Anni e anni di onorata carriera automobilistica intaccata da una stronza di multa solo perché sono entrata in una zona ZTL. Così, solo per aver percorso quella stradina che a me pareva...ZTL appunto. Mi è venuto il dubbio quando ormai ero alla fine e mi son detta “Ma figurati! Mi sarò sbagliata!” e ho proseguito con sicumera mista a strafottenza come solo io posso fare. Infatti mi è arrivata una bella fotina a casa in cui la mia macchina è presa di culo. Ottimo. Non ho fatto in tempo a bruciarla e il Santo, dopo averla sgamata, si è aggirato in casa sospettoso tipo Montalbano concludendo che in quel giorno e soprattutto a quell'ora potevo essere solo stata io. Ebbene sì, vostro onore: sono stata io. Non solo in questo caso ho ammesso subito il reato facendomi pena come avvocato di me stessa ma ho fatto talmente la faccina a cane bastonato che il Santo mi ha detto “Okay, la pago io.”
Poi vabbè sono uscita in giardino e ho porconato anche in sanscrito, roba che se ai vigili arrivano tutti gli accidenti farebbero bene a scrivere oggi stesso un testamento.
E ho torto. Figuratevi quando ho ragione.



Mi sono messa a ricamare come se non ci fosse un domani. Un domani lucido intendo, perché se ci ragiono non c'è un motivo per cui io debba bruciarmi le retine per ricamare a go go. E poi i lavoretti di cucito. Dei lavoretti signoramia che non potete capì. Quando finisco tutti i miei cuciti ( i miei cuciti? Ma come minchia parlo?) li porto da mamma per il controllo qualità. Lei inforca gli occhiali, li passa sotto lo scanner, li gira e li riprilla e poi sentenzia. Devo dire che l'ultimo lavoro era talmente perfetto che è ammutolita. Non mi ha detto nulla, nessuna correzione. Era talmente perfetto che ha pure dubitato che lo avessi cucito io. No, ma ha fiducia in me. Come no.

Delle care amiche (coetanee) stanno insistendo per farmi tornare a giocare a pallavolo. A 41 anni e mezzo, con tre capelli bianchi, qualche kg in più e qualche cosa in meno: tipo la forma fisica; che prima mi permetteva di saltare e correre come una gazzella e adesso mi permette di saltare e correre lo stesso come una gazzella, ma morta però. Avevo dei quadricipiti talmente possenti che spingevo su quei muscoli senza fiatare. Adesso ho il fiatone pure a spingere il carrello dell'Ipercoop. Ergo: non posso. Non posso assolutamente tornare a giocare perché sono sicura che mi troncherei tutta e il Santo sarebbe costretto a ricompormi le ossa nel posto giusto. Metti che poi mi colloca una scapola al posto della tibia e vengo fuori tutta sminchiata. Non si può fare.


Ho partecipato a eventi, feste, battesimi e cerimonie facendo la ganza sul tacco 12 per poi ritrovarmi tutte le dita dei piedi mozzate e gonfie come le labbra della Parietti. All'ultimo ricevimento mi son tolta le scarpe e ho camminato scalza.
“Lei e un' hippie?”
“No, sono un'idiota.” Che si ostina a mettere i tacchi per fare la faiga e per vincere questa battaglia. E non mi arrendo. A me il tacco piace, ai miei piedi e alluci valghi no, e figurati se faccio comandare loro. A fine serata darei un rene o cederei la casa per un paio di ciabatte ma non demordo. Mortacci loro.


Sono stata dietro al libro. Chiudi gli occhi in queste ultime settimane è schizzato in cima alla classifica Gialli&Thriller guadagnando perfino il 2° posto. Ci sono state tantissime recensioni e articoli di giornale che potete leggere su questa pagina e una bella intervista che mi ha fatto Mamma Piky che potete leggere QUI . Il romanzo sta andando benissimo, ho dei riscontri positivissimi e posso dirlo: sono sfacciatamente felice per questo. Una grande soddisfazione che mi accompagna per fare di più e meglio. Un immenso grazie a chi lo ha letto, a chi lo leggerà, a chi l'ha consigliato o divulgato, a chi ha creduto in me e nelle mie potenzialità e a chi fa il tifo.
Questo settembre per me è stato e sarà un mese di aspettative, progetti e lavori futuri, sia sul piano personale, sia riguardante il libro stesso.
E niente. Tutto qui.
E a me, pare già tantissimo.




giovedì 3 luglio 2014

La scrittrice

Sapete quando vorreste una pala per sotterrarvi all'istante causa figura di merda?
Che poi, come ha detto la mi' mamma, non è stata una figura di merda, ma UNA BELLA COSA.
Dipende dai punti di vista.
Spiego.
Stamattina sono uscita con Alice per andare alla posta a fare delle commissioni.
Aspetto diligentemente il mio turno, poi mi avvicino armata di bollettini, un pacco e un paio di occhiali a goccia che mi nascondono parzialmente il viso. Parevo Michael Jackson.
Ciononostante, l'impiegata al di là del vetro, esclama a diecimila decibel "Ma lei è la scrittrice!"
Guardo Alice aggrottando la fronte e chiedo dubbiosa  "Ma dice a me?"
Alice mi fa "Bho!" (Grazie comunque per la fiducia e per darmi delle certezze, figlia mia)
"Ma sì, lei è quella che scrive libri!"
Mi giro indietro per vedere se ci sono scrittrici famose e mi aspetto di vedere la Kinsella con in mano un bollettino dell'Enel o la Mazzantini con la copia di un bonifico, ma niente. Ci sono una dozzina di vecchietti, un giovane che spippola al cellulare e una ragazza in short color salmone che alza la testa dal modulo che stava compilando. 28 occhi puntati su di me che non aspettano altro di sentire cosa ho da dire.
"Ehm...prego?"
Nel frattempo credo di aver sudato anche nei peli del naso. Che voglio dire, immaginate la poesia.
"Sì, lei! Lei scrive libri, giusto? È Simona Fruzzetti!"
Alice, di bel rosso peperone, borbotta "Sì, allora dice a te."
Vojo morì. Voglio una pala, improvvisarmi becchino e scavare una buca qui alle poste, in cui sotterrarmi sotto gli occhi increduli di questi vecchietti che mi stanno guardando con curiosità.
"Sì, sono io..." mormoro invece.
L'impiegata, tutta allegra e soddisfatta continua "Io l'ho vista su F! Tempo fa ero dal parrucchiere, leggevo F e quando l'ho vista ho detto 'Ma io questa donna la conosco! Viene all'ufficio postale!Ho letto di cosa parla il suo libro e ho detto a mio marito 'Bisogna assolutamente scaricare questo eBook!Già mi piace dalla trama!Complimenti!!"
Ora. Sarei ipocrita a dire che non mi fa piacere. Soprattutto perché lei l'ho vista orgogliosa di conoscermi e l'ho sentita sincera, molto sincera. Si è congratulata in maniera molto, molto carina e con la gioia dipinta in volto.
È che  a me fa strano. Soprattutto se sono in un ufficio postale dove tutti mi guardano.
"Sì, grazie. Il romanzo di cui parla è il primo, però. Pochi giorni fa è uscito il secondo..."
"Ma davvero?"
"Sì, e sta andando bene."
"La trama del primo mi piaceva molto."
"Il secondo è molto meglio, a mio avviso."
"Sono curiosa di leggerlo!"
Intanto intorno a me la gente si era organizzata con bibite e pop corn.
"Ehm...grazie."
"Ma ora fa la scrittrice a tempo pieno?"
"Eh? No, seee magari. Diciamo che gli sto dedicando parecchio tempo, tutto qua."
"È un ebook, giusto?"
"Sì, per ora sì."
Praticamente eravamo in un salotto. L'attività si è fermata un attimo e, a differenza di altre volte in cui la gente borbottava per la lentezza delle impiegate, stamani nessuno fiatava.
Mi guardavano incuriositi e leggevo nelle loro facce:
"Scrittrice? E che scrive? Necrologi?"
"Eh? Hai detto lavatrice? Ah no, scrittrice. Devo cambiare le pile all'Amplifon."
"Cosa è lebucche? Un libro col ditale? Che è, na sarta? Ah. Digitale. Capisco. Cosa vuol dire digitale?"
L'impiegata mi ha servito, se è possibile, con ancora più cortesia e gentilezza del solito, tutta contenta per avermi riconosciuta. Non solo: mi ha elencato tutti i suoi scrittori preferiti, le sue letture e mi ha detto che farà di tutto per scaricare i miei due libri perché non vede l'ora di leggerli.
Un'impiegata che non conosco.
Del mio paese.
Che mi ha riconosciuto.
E che  manca poco mi fa pure lo sconto.
Io ero così pezzata di sudore che parevo la mucca  della Simmenthal, con le guance un po' colorite e un' espressione che si riassumeva in 'StadicendoveramenteameosonosuScherziaparte?'.
Mi ha congedato con "Tanti complimenti ancora!".
"Uhm...grazie!"
Gli occhi dei presenti mi hanno accompagnato fino alla porta, e giustamente dicevano "Ma chi cazz'è questa?".
Me li immagino ora arrivare a casa dai figli e dire "Alla posta c'era una scrittrice!"
"Chi, la Tamaro?"
"No, no."
"La Sveva Casati Modignani?"
"No, no, un altro nome, aspè..."
"La Mazzucco?"
"No seeee, la...la...Fruzzetti! Ecco sì, Fruzzetti!"
"Chi??? E chi minchia è?"
Cioè, quando dico figure di merda, capite? Sta male sta roba qua. Poi penso a sti poveri vecchietti che porini non vengono presi manco sul serio e verranno liquidati con il solito "Chissà cosa hai capito!" o "Mettiti a modo l'apparecchio acustico che ti fischia che manco un treno a vapore!"
Io penso a loro.
A loro. 
Non a me che cercavo di realizzare che ho scritto due romanzi e che l'ultimo sta andando così bene che quando vedo le statistiche e le recensioni devo sniffare il sale fine per riprendermi.
Con amici che mi chiedono la copia cartacea con avidità,  che mi mandano sms pieni di parole bellissime su quello che hanno letto, con lettrici (di questo blog) che mi ringraziano per le belle emozioni che ho regalato loro, tutto solo con la mia passione.
Ecco, sì, io c'ho sempre da realizzare tutto ciò.
E quando qualcuno, vedendomi arrivare, esclama "Ecco la scrittrice!", io mi volto sempre indietro per vedere chi è.

Fatemi ripiglià.

lunedì 30 giugno 2014

Chiudi gli occhi. Il nuovo romanzo.



Eccolo, il pargolo. Dopo mesi in cui ho pensato, scritto, sclerato, chiesto, ripreso a bere il caffè, e avuto dei dubbi di brutto, finalmente è uscitoooooo!!!
E' qui, su Amazon.
Ed è qualcosa di diversissimo da quello a cui siete abituati su queste pagine, basta leggere la trama per capirlo. Lo so, sono come un ovino kinder, sono una donna piena di sorprese. O sono una donna molto coraggiosa. O incosciente, vedete voi. Io dico la terza.
Mi è piaciuto tanto scriverlo, mi sono immersa realmente nella storia, fatto ricerche, emozionato e divertita. Rispetto al primo romanzo, nel quale mi son buttata (anche con qualche errore e mancanza di troppo), con questo la stesura è stata più entusiasmante e curata. Fogli e fogli di appunti e retro di scontrini con dialoghi scritti a lapis (che poi scolorisce e non leggi più una mazza), mi hanno tenuto compagnia per un bel po'.
Ed ora finalmente lui vede la luce e io sono uscita dal tunnel!
Spero che vi piaccia, e se vi piacerà anche la metà di quanto è piaciuto a me scriverlo, sarei contenta matta.
Grazie a tutti quelli che hanno fatto il tifo perché ciò accadesse (vi lovvo abbestia) e a chi ha aspettato in gloria questo momento. No, ma quanto siete ganzi?
Ora vado a ubriacarmi con un boccale di acqua gassata. Le bollicine mi stordiscono il giusto.

p.s. ma la copertina vi piace? Indovinate chi ha fatto la foto.
Bravi. Ve l'ho detto, sono una donna dalle mille sorprese.







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