mercoledì 18 marzo 2020

E POI VENNE IL GIORNO

Il momento peggiore è la sera.
E poi la notte.
Dopo pomeriggi sfacciati, con un sole prepotente che non possiamo godere, arriva il momento peggiore. I pensieri si incagliano prima che riusciamo chiudere gli occhi, ci rigiriamo nel letto; un sonno agitato, sogni brutti, alle cinque già svegli a fissare la finestra e domandarci se oggi ci sarà il sole. La luce ci aiuta a vedere la situazione con la distanza giusta, con positività, come se tutto quel chiarore ci aiutasse a fare luce sulla faccenda. Una giornata di sole è bella fuori e bella dentro, ci aiuta un po' a passare le giornate tutte uguali alle quali ci arrendiamo.
Non riusciamo a lavorare da casa con la giusta concentrazione, a leggere, a scrivere, a giocare coi nostri figli con la spensieratezza di sempre, a porre l'attenzione su qualsiasi cosa che non siano automatismi: colazione, apri le finestre, fai i letti, ragazzi studiate, facciamo un gioco? cucina a pranzo, a cena, cucina sempre, tieni impegnate quelle mani per non impazzire, riordina la cucina, pulisci il bagno, ritira i panni. Così, da giorni, ma il pensiero è sempre lì. Ai tuoi figli, ai tuoi genitori, al tuo partner comunque al lavoro, all'amica, a chi hai visto l'ultima volta. E sì, hai contato pure i giorni da quel giorno, non si sa mai.
Le telefonate ai tuoi cari sono sempre le stesse. "Che fai?" "Sto a casa" "Bene" Sempre soliti discorsi, si casca lì, non se ne esce. E poi devi uscire per la spesa, ci sono file ovunque, guanti, mascherine, scene apocalittiche, abbiamo smesso di scherzarci da un pezzo, da quando la situazione si è fatta seria, ma ci guardiamo tutti male, ogni persona che incontriamo, ogni paio d'occhi sopra quella mascherina potrebbe essere il nemico.
Tornati a casa ci spogliamo, ci disinfettiamo, quello non lo toccare, quello nemmeno, aspetta che lo pulisco, facciamo tutto quello che c'è da fare pur sapendo che è una roulette russa, se dice di toccarti ti tocca, anche con tutte le precauzioni. Allora preghi, pure te che non lo fai mai, lo fai per i tuoi figli, per tuo marito, per tua moglie, per i tuoi genitori e per tutti quelli che sono là fuori, nonostante tutto. In quel momento ti ridimensioni, ti senti pure un po' stronzo a lamentarti di queste giornate tutte uguali, con la tua piccola e sciocca paura, quando loro sono lì, a lavorare per permetterti di mangiare, di curarti, di proteggerti. Sono lì, in trincea, a toccare con mano, a veder la gente morire. Loro sì che hanno paura, quella vera, quella che ti toglie il respiro, che marchia a fuoco il volto, che lascia i segni sul cuore e nell'anima. Ma tutti ne usciremo segnati, anche chi dice che non ha paura. Non credetegli. Tutti ce l'hanno. Anche chi ride, chi sbeffeggia, chi ironizza... in fondo è una difesa pure quella. Com'è che si dice? Rido per non piangere. Forse è così. Ma non riusciamo nemmeno a fare quello, sarebbe un pianto asciutto, secco, di quei pianti isterici e non liberatori. Riusciamo a farlo solo per commozione, con le poche belle notizie: un bambino che nasce in questi giorni, un parente guarito, i flash mob sui terrazzi, per le parole di un medico che cerca di tranquillizzarci. Per un inno d'Italia cantato a una finestra.
Il momento peggiore è la sera.
E poi la notte.
Ma, come questo periodo, passerà. Non durerà per sempre.
E risplenderà il sole su un nuovo giorno.


martedì 10 marzo 2020

Meghan and Harry, ve devo di' du cose





Meghan, Harry, mo' two cose ve le devo di'.
La dovete smettere of essere forever beautiful anche quando raining like God comanda.
Ecchedick.
It's not possible che a you, Meghan, not ti si arricciolano the hair come the little barbone, che te rimangono straight nonostante you prenda na sciarbata of water che manco Marilyn Monroe in Niagara.
And poi con le shoes coi tacchi, sui sanstonini, che I a Roma, nemmeno con le infrafinger ci so cammina'.
People behind di voi cor cappotto e you a half maniche. A London. Con two gradi. You have the bollori, daughter mia. Fatte vede' da un doctor.
Harry senza nemmeno the paltò. All beautiful asciutto, the man idrorepellente you married. The rain quando lo look dice 'Go, che qua nun attacca.'
And poi the rain around a umbrella pare snow. Mo' eccallà, she has arrived Elsa. But go go go, famme 'un piace'.
And ridete. Under water a secchiate. I, quando piove, with umbrella, boots, hair a sminchio and shopping bag, have l'istinto omicida. CSI. Sigilli yellow e black, you present? Louise Veronica Ciccone se sente tirata in causa, you understand?
Now.
Mo' ve chiedo: but come dick fate?
Ditelo a Simona vostra.
Mo' anche I voglio to go under rain e ride come alla sagra della little pig. Voglio anche I quella spensieratezza alla STIDICKS.
Pensate a me.
Tell me you secret.
Mortacciyou.


Simona Fruzzetti

#semprebelli
#bellideSimo


lunedì 9 marzo 2020

La filastrocca del Re Corona

 C'era una volta un virus fetente
che a inizio anno infettava la gente
un presuntuoso che in una immaginaria poltrona
urlava: "Sono il Re dei virus, sono il Corona!"

Mamma ci dice 'Lavate le mani"
io lo faccio oggi e anche domani
Il Re si attacca alle mie dita
ma io lo scaccio via, non gli darò vita!

Lui è brutto, cattivo e prepotente
si diverte tanto a infettare la gente
per quello è fondamentale non dargli importanza
stando a casa, in cucina o nella tua stanza

Lo dobbiamo isolare questo Re maledetto
se non vogliamo che ci costringa per settimane nel letto
dobbiamo combattere con pulizia e isolamento
è una cosa da fare in questo momento

La nostra unica arma è l'intelligenza
unita allo stare a casa e alla pazienza
solo così sconfiggeremo il Re cattivone
con la sua Corona, la tosse e il febbrone

Sguainiamo gli accorgimenti come se fosse una spada
con forza e coraggio per tenerlo un po' a bada
solo tutti insieme ce la possiamo fare
a sconfiggere il Re Corona e tutto il suo male

Simona e Melissa

(disegno di Melissa, con la principessa e la fatina che rispettano il metro di distanza)

#LaFilastroccadelReCorona


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