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martedì 13 novembre 2018

Il massaggio cardiaco

TEMA: il massaggio cardiaco.
SVOLGIMENTO:
Si sa, non ne ho mai fatto un segreto: ho problemi di concentrazione e di memoria. Mi distraggo facilmente perché il mio cervello tende a incamerare le informazioni tutte insieme facendone un quadro completo, ma fa fatica a concentrarsi su un solo elemento. In più ho una memoria fotografica pazzesca, ma mi si disperdono le informazioni dette a voce. Tipo che a una conferenza in cui non posso prendere appunti non saprei ripeterti cosa è stato detto, ma saprei riconoscere tra tre anni tutte le persone presenti, di che colore erano le scarpe del relatore, quanti neon erano accesi e quanti spenti e se la donna accanto a lui portava gli orecchini. Quindi sono la persona perfetta per un identikit, ma pessima per imparare una lezione a voce.
Ovviamente tutto sto pippone per giustificare il fatto che ieri sera, al corso base di soccorritore 118, non mi è riuscito un cazzo.
E andiamo.
Quando arriviamo, il manichino (che chiamerò Giocondo - l'omino moribondo) era già posizionato in mezzo alla stanza.
Dopo una breve introduzione si parte subito con la pratica e bensì l'avessi già fatta anni fa, per il discorso appena fatto, sento che ho il vuoto cosmico dentro di me. Mi sembra la prima volta. Parte la prima coppia di uomini; sono così bravi che temo siano posseduti da Derek Shepherd e Mark Sloan. Poi tocca a me e un'altra ragazza.
Ovviamente, vista la mia difficoltà nell'apprendimento, ripeto tutto ad alta voce per memorizzare meglio.
"Allora, eccoci qua! Arrivo sulla scena del crimin... dell'incidente e vedo che Giocondo è incosciente, quindi mi appresto..."
"Ferma." L'istruttore mi guarda impassibile. "Come fai a capire che è incosciente se sei appena entrata nella stanza?"
"Eh, non si muove. Che fa, dorme secondo te?"
"Ma tu non puoi saperlo!"
"Ma se hanno chiamato il 118 vuol dire che sta male, e che fa sdraiato sul pavimento, pilates? Ma io non lo so."
"Non è così che funziona. Lo devi scuotere. Ricomincia."
"Allora: entro nella stanza, buonasera a tutti, la scena è sicura, mi avvicino al morto... ah no, ancora non sappiamo se è morto, magari ci manca poco ma io sono qua per salvarlo. Mi avvicino e lo scuoto. 'Signore?! Signore mi sente? MI SENTE??!'
"Simona."
"Eh."
"Se fai così gli stacchi la testa. Più piano."
"Eh, ma tanto è incosciente, mica sente dolore. Comunque. 'Signore? Signore mi sente?' e non mi sente. Quindi dico a qualcuno di chiamare il 118 perché l'omino è incosciente, anche se sono già io il 118, quindi è una sorta di supercazzola ma non voglio indagare. Poi: gli allineo gli arti (che qua non ci sono quindi voglio vede' come faccio, comunque toh! gli allineo gli arti per finta e gli scopro il torace. Controllo se in bocca ha qualcosa. Apri un po'? Bravo. Poi iperestensione della testa e..."
"Simona."
"Eh."
"Gli spezzi l'osso del collo. Un po' più delicata."
"Vabbè... conto fino a dieci e dichiaro la morte... ah no, dico a qualcuno del mio staff di chiamare il 118 e comunicare che Giocondo non respira e non ha segnali di circolo. Poi inizio il massaggio cardiaco... uno due tre quattro cinque..."
"Simona."
"Eh."
"Gli fratturi le costole. Più delicata."
"Non posso essere delicata, va bene? Questo me more! Anzi è già morto e io lo devo risuscita'! Quindi porcadiquellamignotta rinvieniti perdio! Uno! Due! Tre! Quattro! Cinque! Sei! Daje bello! Oggi non è una buona giornata per morire! Sette! Otto!..."
"Simona."
"Se mi richiami ti spezzo le rotule. Nove! Dieci! Undici! Dodici!"
"Così muore di sicuro. Gli stai massaggiando il pancreas."
"Ah. Vabbè. Male non fa. È qui lo sterno? Ma fateci un segno!"
"Okay, per agevolarti te lo faccio. Voglio che tu impari bene. Ecco qua il segno con la penna, non puoi sbagliare."
"Oh, bene! Posso farlo anche sul paziente?"
"NO!"
"Ah, okay, chiedevo. Sarebbe stato più facile. Tipo che arrivo al Pronto Soccorso e dico ai colleghi 'L'ho massaggiato in quel punto lì, dove c'è la crocetta col pennarello.' E invece no, vabbè."
"Ricomincia."
"Ossantamadonna. Giocondo! Giocondo riprenditi! Uno! Due! Tre! Quattro! Stayin alive, stayin alive, ah! ah! ah! stayin alive!"
"Simona."
"Ehhhhhhhh."
"Non pensare al ritmo. Pensa a fare bene il movimento. Devi andare su e giù col bacino."
"Sì e un movimento sexy, una mano alla cabeza e una mano alla cintura. Cinque! Sei! Sette! Otto! Risvegliati! Apri gli occhi! Nove! Dieci! Undici! Dodici! Oddio che fatica. Tredici! Quattordici! Crack! Oddio che è sto rumore? Gli ho fratturato lo sterno?!"
"Tranquilla, continua, vuol dire che stai andando in profondità."
"Quindici! Sedici! Diciassette! È segno buono? Non è che ora si risveglia e mi dà due schiaffi? No, perché mi ci manca giusto una denuncia Diciotto! Diciannove! Venti! Giocondo - Ventuno! - io te lo dico - Ventidue! - Guarda in che stato sono Ventitrè! - Tutta sudata coi capelli a sminchio - Ventiquattro! Venticinque! Ma te pare che me devi far durare tutta sta fatica? - Ventisei! Ventisette! Lazzaro, alzati e cammina! - Ventotto! Ventinove! - Giocondo, ora mi fai incazza', ce la vogliamo dare una mossa? Trenta!!! L'ho salvato secondo te?"
"Mmh... temo di no."
"E allora era segno che doveva mori', via! A chi tocca, adesso?"
Il mio formatore era STREMATO. Ha detto che sono il suo caso più difficile.
Quando si dice le soddisfazioni della vita.

martedì 22 marzo 2016

Tutta colpa di Patrick Dempsey

                                                                     (foto: http://yellnews.it/)


All'inizio era George Clooney, anzi no, a sentire mi'madre all'inizio era Richard Chamberlain ne Il dottor Kildare. Poi ci sono stati pure Quincy, dottor House e, negli ultimi tempi, quel gran tronco di pino di Patrick Dempsey (e prima, dopo e durante un'infinità di serie mediche più o meno credibili. Basti pensare a Un medico in famiglia, che di medico ha solo un cerotto, quello che viene messo sul ginocchio sbucciato di Annuccia nella seconda serie)
Parlo di medici nelle serie televisive, ovvio.
Non so voi, care le mie donnine all'ascolto, ma io subisco il fascino del camice bianco. Non ai livelli di una delle mie due nonne, che non si perdeva una puntata di General Hospital e si leggeva pure gli Harmony serie Bianca, perché per lei la figura del medico era l'unica che doveva campa'. Se facevi l'impiegato alle poste potevi anche mori', ma se facevi il medico, santamadonninaaddolorata per lei eri il genio assoluto, il salvatore e in alcuni casi il Creatore. Infatti la mi'nonna sceglieva il medico in base all'avvenenza. Se era bravo ma cesso, manco un'unghia incarnita gli faceva vede', ma se era un inetto ma figo era capace di vederla nello studio un giorno sì e uno pure solo per dirgli buongiorno.
Insomma, sarà che ci hanno propinato tante serie e tanti Pronto Soccorso, ma il medico sia nella fiction che nella realtà, ha il suo perché (a parte la mi'nonna che ci vedeva anche i percome)
Negli anni ho sviluppato talmente tante fantasie che ho del materiale valido per scriverci altri venti romanzi o altrettante sceneggiature, tipo che mi son vista almeno una decina di volte nei panni dell'assistente che il medico figo o si sbatte sulla lettiga o ci flirta dall'inizio alla fine e poi all'ultimo le chiede di sposarla. Perché oltre a vederli, il film me li faccio. Tutta colpa di Patrick Dempsey, è chiaro.
Per esempio adoro vedere lo sguardo d'intesa che si lanciano la dottoressa (spesso gnocca ma mai quanto lui) e il dottore figo all'arrivo di un moribondo al Pronto Soccorso. Il “Cosa abbiamo qui?” si trasforma in frasi sincopate, sguardi compiaciuti di chi sa fare il proprio mestiere e occhiate allusive della serie “Ora abbiamo un'emergenza ma se ti fai trovare in astanteria tra un'ora, ti faccio le lastre e anche una colonscopia personale”
A volte invece capita di immedesimarsi nel parente del moribondo. Magari l'amica, la sorella o se il povero disgraziato è minorenne, sua madre. Lui arriva, dopo un intervento durato 56 ore ed è fresco come una rosa (manco una macchiolina di sangue e te ti chiedi, 'Perché io riesco a farmi patacche grosse come taralli solo per aver mangiato tre cucchiai di Coppa del Nonno e questo ha tipo squartato un vitello e sembra la pubblicità del detersivo?') Comunque lei si alza dalla seggiolina e si avvicina stringendo al petto una sciarpa se è un'amica, a braccetto di sua madre se è la sorella, o con in grembo un orsacchiotto se è la madre, e lo guarda con occhi carichi di speranza. Il medico figo, prima di abbassare la mascherina, la penetra con lo sguardo. In questo momento che tu sia in età fertile o in menopausa, lui, con il solo sguardo, ti mette incinta. Il regista lo sa e infatti nei titoli di testa raccomanda la pillola. Comunque sia, lui ce l'ha fatta. Lui ha risolto tutto semplicemente usando le pinzettine come l'Allegro Chirurgo e ti aspetti che dica “Sì, mi ha suonato un paio di volte perché l'osso del desiderio mi entrava storto, ma tutto a posto. Può vederlo.” A questo punto se ti immedesimi nella madre giovane, piacente, con un ex marito alcolizzato, che lavora in una tavola calda e nata ai bordi di periferia come Eros Ramazzotti, ti innamori all'istante. Lui, il figo, ti ha salvato il figlio/la figlia/il criceto non ha importanza e tu oltre essergli riconoscente a vita hai già pronti i documenti per il matrimonio nella piccola cappella dell'ospedale.
Se invece ti immedesimi nella collega gnocca che è una single convinta e abita (prendete fiato) in un attico con una cucina moderna e quando finisce il turno si siede sul divano con un bicchiere di vino rosso italiano a volte accarezzando un gatto altre volte non c'ha manco un canarino e comunque allunga i piedi sul tavolino da fumo e sorseggia soddisfatta pensando alla sua vita fatta di lavoro e stetofonendoscopio, (tirate il fiato) la scena più o meno è questa:
“Sei stato in gamba.” dice lei a lui mentre si tolgono i guanti facendo finta di non ricordare gli sguardi carichi di tensione e pathos che si sono scambiati da sopra le mascherine mentre lui gli chiedeva a random “Bisturi.” “Forbici.” “Pressione?”.
Lui si toglie con gesti stanchi ma sicuri la cuffietta e si appoggia al lavandino con quell'aria dannata e stropicciata che fa imbizzarrire le nostre ovaie (le quali stanno facendo  la ola ).
Lei, in un impeto di coraggio, gli carezza le spalle.
“Gli hai salvato la vita, John” (tanto un John c'è sempre e 'gli hai salvato la vita' è la frase chiave in ogni serie medica. Nelle sceneggiature ce ne sono in dotazione una dozzina e vengono cosparse un po' sui copioni come il pepe sulla pasta. Dà il giusto pizzico e non fa mai male, ecco)
A quel punto il medico figo è stanco ma si sente un eroe, un invincibile e quindi vulnerabile. Forse è la volta buona che prende la collega single e la spalma sulla lettiga o la incastra tra il dispenser del sapone e il mobiletto dei guanti per chiudere la serata in bellezza. E questo è il punto che noi aspettiamo dalla prima puntata e invece siamo alla quarantaseiesima e questi due non vanno oltre il saluto scorbutico, una toccatina sul braccio, una manciata di sguardi, i battibecchi allusivi e i dispettucci da prima elementare.
Ma ci siamo. Forse stasera ci siamo. John ha appena salvato il piccolo Chris (c'è sempre un piccolo Chris), la collega figa è predisposta, tutto è andato liscio. Lui si avvicina e capisce in quel momento che se ce l'ha fatta a salvare quella vita umana è grazie a lei, al suo appoggio, perché in fondo la ama e sogna di strapparle la filanca delle mutande dalla prima volta che l'ha vista in sala operatoria.
Lei non muove un passo, ma sa che è arrivato il momento. Pochi istanti fa, vedendolo salvare la vita al piccolo Chris, ha capito che lo ama e sogna dalla prima volta che l'ha visto in ambulatorio di strappargli il camice a morsi.
Le loro bocche sono a pochi millimetri, il fiato dell'uno sulla bocca dell'altra. Finalmente copuleranno tra un analgesico e un disinfettante. Noi sul divano siamo pronte con la mano sul tappo di spumante perché è ora di festeggiare. Sono 46 puntate che aspettiamo questo momento dopo infiniti inizi e sentiamo che questa è la volta buona.
Stanno per baciarsi, il camice si slaccia, la mutanda cala...
Entra trafelato un infermiere ispanico “PRESTO! Abbiamo un'emergenza!” (ovviamente l'infermiere, visto che non lo caga mai nessuno si porta avanti gridando pure “LO STIAMO PERDENDO LO STIAMO PERDENDO!!DEFIBRILLATORE! UNO, DUE, TRE, LIBERA!!”
Insomma, non trombano nemmeno in questa puntata.
Non  resta che vederci le prossime ottantacinque puntate sperando che l'infermiere ispanico almeno sia in ferie, o che il dottore figo non muoia per mano di uno sceneggiatore spingendo al suicidio di massa tutta la popolazione femminile.  


venerdì 20 novembre 2015

Il vecchietto dell'Asl



                                                                                                         Foto:wwwsicilia.it


Sia chiaro: i vecchietti che incontrate all'Asl non sono amorevoli nonnetti indifesi, ma sono guerrieri stoici e coraggiosi. Fin qui tutti d'accordo?
Perché, ditemi voi, non devi essere impavido per alzarti alle quattro di mattina a Gennaio per sostare già dalle cinque e mezzo davanti alla porta DESERTA dell'Asl manco spacciassero gratis colla per dentiere?
Loro si difendono dicendo “Eh, ma così poi sono il primo.” Graziealcazzo. Cos'è quest'ansia da prestazione? Perché devi essere il primo? Non devi andare a lavorare, non devi portare i bimbi a scuola, non devi presentare un progetto importante alle otto di mattina, non hai una riunione, in pratica non hai un cazzo da fare e parti alle 5. Perchèèèèè??? Perchèèèèè???
Che poi sono quelli che quando il nipote va al concerto di Vasco partendo il giorno prima e sostando col sacco a pelo davanti alle transenne, lui scuote la testa facendolo passare per un cretino e lui che fa? Fa uguale!
Il vecchietto dell'Asl non dorme: vigila. Non rimette nemmeno la sveglia e parte in fredde mattinate quando l'unica persona che incontra sono il fornaio e l'edicolante che smadonnano perché vorrebbero essere a letto senza considerare che loro, alla fine, diventeranno come il vecchietto: una vita passata a maledire la sveglia e quando finalmente sei in pensione e puoi dormire, ti svegli alle 5 per andare a prendere posto all'Asl. E ve lo dico subito: coi vecchietti dell'Asl NON CE LA FARETE MAI. Anche se parti alle 3 di notte, troverai sempre qualcuno davanti a te. Magari esulti contento davanti al portone e quello ti sbuca ridendo sornione da un angolino e ti dice “Lei è l'ultima!” Per forza, nonno, siamo in due! Poi ti accorgi con orrore che hai sbagliato sosta e loro, i vecchietti, sbucano da ogni parte ben consapevoli della loro posizione in classifica. Loro sanno dirti per filo e per segno chi è quarto e chi è settimo mentre tu a malapena sai che giorno è. Loro sono come Matrioske, probabilmente sono uno dentro l'altro. Sono come i Gremlins a mezzanotte, che se li bagni si moltiplicano. Sono degli scanner, che mentre fanno finta di raccontare i loro acciacchi ti contano pure i nei e i peli sulle braccia.
Che poi, provate a dire “Scusi, siccome devo andare al lavoro, potrei almeno fare una domanda all'infermier...”
Eh no!Ma lo sa da che ora sono qua? Eh? Lo sa?”
Ehm... no.”
Dalle 5!”
Vuoi un premio? Un Oscar? Una menzione speciale tipo “Nonnetto dell'anno?” Parla, santoiddio! Perché sei qui dalle cinque? Perché mi costringi a chiedere permessi su permessi al lavoro, farmi fare il cazziatone dal capo, correre a rotta di collo per strada, controllare duecento volte l'orologio, farmi cascare la provetta della pipì per via della curva a gomito che ho preso in corridoio per accaparrarmi il numerino, lanciare i bambini a mo' di frisbee oltre il cancello della scuola, parcheggiare a cazzo di gatto (perché col parcheggio a cazzo di cane ho già preso tre multe), costringermi quasi a prostituirmi pur di barattare un 86 con un 25? Dimmelo.
Sa... devo far controllare se il colesterolo a 220 è pericoloso. Il fratello di mio cognato, nonché cugino della Palmira, sa quella che aveva la merceria all'angolo di via Crispi? Eh lui, LUI è morto di infarto a 96 anni. Il colesterolo è pericoloso, sa?”
Ora. Nonnetto mio amoroso du du du dà dà dà. Il colesterolo è pericoloso e io sono contenta che tu gli abbia detto NO ma anche io sono pericolosa se mi trovo davanti trenta anziani che fanno la fila per far controllare UN DATO sballato. Te lo dico pure io che sì, è meglio se mangi meno stracchino, ma no, non morirai d'infarto come il fratello di tuo cognato nonché cugino della Palmira quella che aveva la merceria all'angolo di via Crispi. Perché mi guardi scuotendo la testa? Lo so, stai pensando che sono pigra, infingarda, che mi piace dormire e mi fai sentire un'inetta, un'inadeguata visto che sono qui solo dalle 7. Ma non ti faccio un po' pena, nonnino? Eh? Guardami. Guarda con che maestria ho messo il mascara stamattina. Ma non lo vedi che sembro un Pierrot da quanto è sbafato? Guarda le mie tempie. Sono imperlate di sudore dalla corsa che ho fatto e se ti faccio vedere le ascelle ci trovi Piero Angela che ti illustra i muschi e i licheni. Guarda i miei capelli. Sì, sono capelli, che ti sembravano? Questi c'ho, non è che mi chiamo Jean Louis David. Insomma dicevo, ma vedi i miei capelli? Manco mi sono pettinata stamani per essere qui alle 7. Non alle 11, capisci? Alle 7. E fammelo sto favore, nonnetto. Fammi passare avanti che ho da andare al lavoro. Tanto tu a parte leggere il quotidiano e improvvisarti ingegnere davanti a un cantiere, che hai da fare?
Niente, non ci sente. Per farsi i cazzi tuoi capta onde sonore udibili solo dai delfini, ma quando provi a chiedere una cosa del genere, nisba.
L'unica cosa che ti rimane da fare, a quel punto, è sperare che qualcuno avanti a te, con le gonadi che gli toccano in terra, decida di abbandonare la missione e getti via il numerino. A quel punto, nella Asl, sarà riprodotto lo scatto felino di Bolt. Butti via il tuo numerino e ti precipiti a raccattare il foglietto, a ravanare nella spazzatura, nel cestino dell'immondizia, a gridare “La preeeeego!! Lo dia a meeee! Non lo gettiiii!!” manco fosse Victoria Beckham che ha deciso di sbarazzarsi del marito. Insieme a te altre persone che sgomitano ma tu prendendo a picconate quelle più insidiose finalmente riesci nell'impresa. Il numerino è tuo!
Lo guardi: è il 76.
Ti maledici: avevi il 54.
Poi guardi il nonnetto che lentamente raccoglie dal pavimento il tuo e lo da a quella che è appena entrata.
Nonno 1 Simona 0
Ma voglio la rivincita.

Disclaimer : nessun vecchietto o pensionato è stato maltratto per la stesura di questo post.
Anzi, è diventato un amico e si chiama Bruno, nonché il cognato del fratello del cugino della Palmira, quella che aveva la merceria all'angolo di via Crispi.







martedì 29 luglio 2014

L'insonnia stagionale

Io c'ho l'insonnia stagionale.
Un'insonnia che mi prende solo nel periodo estivo e a fasi alterne: a volte ce l'ho, a volte non ce l'ho, maremma addormentata.
Nel periodo estivo, dove a regola (visto che Alice non ha scuola) potremmo dormire di più, io son sveglia come un grillo.
Ci sono sere che fatico ad addormentarmi e che, visto che sono sveglia come se avessi ingurgitato litri e litri di caffeina, mi piacerebbe intavolare una discussione col Santo sul perché degli esseri viventi, la scissione dell'atomo, o del motivo che ha spinto Romina Power a ritornare a Cellino da Albano. Non lo sapevate? Ora sì. Va là che belle notizie che vi do.
Ci sono sere che invece, dopo aver letto due pagine di un libro, crollo sul letto a tappeto d'orso. Morta. Poi all'improvviso mi sveglio e mi dico “Oh che meraviglia! Come ho riposato bene! Devono esser le nove!” Sono le due. Di notte. Una verve che manco una ballerina brasiliana e due occhi sgranati che nemmeno una civetta.
E allora mi giro e mi rigiro come una fetta panata nell'olio bollente. Spessissimo mi alzo, girottolo per casa come una pazza per poi riappisolarmi sul divano. A volte mi basta mezz'ora e torno a letto trascinandomi il cuscino dietro come fa Linus con la sua coperta e con un'espressione che sembro appena uscita da un centro di igiene mentale. Mi butto sul letto e bon. Dormo. A questo punto mi chiedo se soffro di sonnambulismo vigile, tipo che per riposare bene e riaddormentarmi ho bisogno di una giratina.
Ho provato con la camomilla. Non mi fa una beata mazza, anzi mi costringe ad alzarmi per fare pipì, quindi mi sveglio comunque, mi incazzo e siamo punto e da capo.
Ho provato a contare le pecore: arrivo a dodici poi mi stufo. Senza considerare che non posso fare a meno di farne inciampare qualcuna, buttandola a gambe all'aria. Grasse risate nel cuore della notte. Non s'ha da fare.
Ho provato a leggere molto, per stancarmi. Seeee. Se il libro soprattutto mi prende ci rimugino fino alla mattina. Peggio.
Le posso provare tutte, ma finché non tocchiamo l'autunno è così. Io so cosa è, maremma periferica!
Ricordate questo post? Dove vi raccontavo di essere andata dall'angiologo per problemi di circolazione a una gamba che io credevo dipendesse dalle vene e invece era solo l'alluce valgo?
Ecco, è lì il problema. D'estate le gambe mi gonfiano come due zampogne, e questa, quella con l'alluce che va per i cazzi suoi, mi dà fastidio più del solito, e la notte c'ho la smania. Perché se la gambina non mi dà noia, io dormo serena. Si fa per dire.
Anche qui ho adottato degli stratagemmi tipo: mettere un cuscino in fondo al materasso in modo che le gambe siano un po' sollevate. Ma così facendo c'è il rischio che mi vada troppo sangue al cervello (che non c'è abituato) e mi metto a fare sogni sminchiati tipo che mi sogno l'omino della conad che mi dice “C'ho da andà a raddrizzà gli zucchini e a mettere in fila i tetrapak del latte della lola” o mi sogno Marzullo che mi dice “La vita è un sogno o sono i sogni che aiutano a vivere meglio?”. Io gli rispondo “Malevatidalcazzo!” tutto attaccato, lui evapora come acqua in una sauna e mi sveglio maledicendo Marzullo e i suoi aforismi di merda.
Non è una questione di caldo in camera da letto. A parte che quest'anno pare autunno e quindi caldo de che, e poi ho il climatizzatore. Acceso, spento, un po' acceso, un po' spento...la situazione non cambia.
Avete rimedi efficaci? Consigli da darmi? Erbe miracolose? Pratiche di rilassamento valide che non comprendano cinquanta sfumature de sta ceppa (perché fin lì ci arrivo anch'io)?
Grazie per tutto quello che mi consiglierete.
Ah, dite che ci vuole uno bravo.
Ok, fuori il numero.

lunedì 28 aprile 2014

La dieta della tazza

Sono dimagrita tre kg in 5 giorni.
Davvero.
Na roba che se continuo così, paro Morticia. Pensate che abbia fatto una dieta miracolosa? Di quelle che si vedono i link su FB? Quelle sconosciute a Galeazzi, Costanzo e Valeria Marini?
In qualche modo sì, ho fatto la dieta della tazza. La tazza del cesso, perché ho preso l'influenza che ti fa avere con lei  incontri ravvicinati del terzo tipo.
Che poi, voglio dire, la posso io fare facile come tutti? Il mondo, dico il mondo, quando ha sto simpatico virus che gira in corpo come un criceto sotto anfetamine, riesce, anche se sta di merda, a gestirlo un attimo.
Ti fai le tue belle giratine tra cesso e bidet ed è fatta. Liberi qualcosa di te nel tubo di scarico ed è finita.
Io no.
A me non piace vincere facile ponzi ponzi pom pom pò.
Io c'ho da svenì. Io non rilascio manco le dichiarazioni o il numero di telefono, figurati se rilascio qualcosa di mio alla tazza pozzi ginori. Che, voglio dire, abbiamo mai cenato insieme io e te, cesso? No, e allora che vuoi?
Pensavo di essere l'unica al mondo che quando ha da rimettere, gli si sminchia il sistema, il cervello cambia registro, il fisico gioca a  fare l'indeciso, tipo che dice "Avevo pensato a un bel virus ma...pensandoci bene mi garba di più vederti svenire secca e dura" e invece, solo l'anno scorso, grazie a una dottoressa che ne soffre, scopro che ho un'alterazione del sistema parasimpatico/nervo vago/non ho capito una beata fava.
Giuro, non c'ho capito un cazzo. Ha cominciato a spiegarmi che le persone che ne soffrono, quando hanno disturbi gastrointestinali, sono vittime di una sincope, così si chiama, e perdono i sensi o ci vanno vicine. E quando ti ripigli, alla fine non hai rimesso, ma stai di cacca.
È una cosa brutta, molto brutta, che io negli anni ho imparato a gestire, tipo che me lo sento che sto per svenire e col dorso della mano poggiato sulla fronte sussurro "Mi sento mancare, presto i sali".
Scherzo, riesco solo a chiamare aiuto e trascinarmi come un bradipo zoppo al divano e dire "Tiratemi su le gambe". Sudo freddo come se il Santo avesse sbirciato nella shopper e avvistato lo scontrino della profumeria, mi si offusca la vista come se mia suocera mi avesse detto "Dimmi se mi stanno bene 'ste mutande" e respiro affannosamente come se fossi in sala parto o a un corso acceleratissimo di yoga.
Nel frattempo, per alcuni minuti, non sono in grado di intendere e di volere, roba che potrei firmarti le cambiali della macchina o intestarti la casa, lo scooter e la bicicletta sgonfia.
Il tutto dura da qualche minuto al massimo un'ora, tempo sufficiente da far sperare al Santo "Questa volta ci siamo!".
Ma io di secondo nome faccio Lazzaro e anche se moribonda alzo il dito medio. Lui schiocca le dita e fa "Azz! manco stavolta!"
Non si vuol sporcare le mani, capite?
Ma c'è abituato, e gli faccio anche un po' pena. Lo vedo da come mi tampona la fronte con la pezza bagnata e dalle domande che mi fa.
Si passa da "Quante sono?" facendo oscillare tre dita davanti ai miei occhi a "Ti ricordi come ti chiami?" a "Come stai?" ripetuto a loop come un disco incantato. Praticamente le stesse domande che fa la polizia all'ubriaco di turno fuori da un locale.
Io in genere gesticolo come un primate e prego che non mi capiti mai con estranei perché non penso di essere un bello spettacolo. E qui scatta la prova d'amore, perché se dopo svariati episodi, il Santo è sempre qui, altro che diamanti.
La prima volta avevo circa vent'anni, sono corsa in bagno, sono riuscita a malapena a chiamare la mi' mamma, che ha mi ha visto bianca bianca, poggiata alle piastrelle  "Mi sento svenire..."
e lei ha pensato di seguito:
"Oh cazzo"
"Oh cazzo, che spavento"
"Oh cazzo. È incinta"
Non ha fatto in tempo a girarsi  per chiamare il mi' babbo che io son scivolata giù lentamente e quando si è voltata c'erano solo le piastrelle verdine a guardarla "Oh dov'è?"
Ero raggomitolata  ai suoi piedi, bianca, sudaticcia e con le braccia informicolite come una Christiane F di un qualsiasi zoo di Berlino.
E niente, quando ho sti disturbi tutto l'afflusso del sangue mi va allo stomaco o alla pancia e va via dal cervello. E non è strano che io ne soffra, pensateci. Io qua sopra ho già pochissimo afflusso, quasi inesistente, e se quel poco che c'è, se ne va allo stomaco è chiaro che perdo i sensi. Cioè, non ce la faccio a gestire tutto. O di qui o di là. E se va di là, di qua sminchia, per forza. Certo sì, non è che ci voleva per forza una dottoressa che mi dicesse che ho  un sistema parasimpatico che pare simpatico, ma  non lo è. Bastava fare un elettroencefalogramma per capire che qua non è che puoi togliere qualcosa. Cosa minchia vuoi togliere se non c'è nulla.
Quindi bho, son calibrata male, che vi devo dire. Però son simpatica dentro. Anzi, parasimpatica.
In compenso c'ho un vitino da vespa in questi giorni che vi farebbe invidia. Sono stata 5 giorni con un pacchetto di crachers e mezza tazza di tè al dì. Nemmeno a San Vittore. Manco Rosanna Lambertucci era arrivata a consigliare sta roba per farvi perdere 3 kg in 5 giorni.
Io non ve lo consiglio, anche perché vi lascia uno strascico di giorni e giorni che solo la vista della sigla de La prova del cuoco, vi dà la nausea. Che alla parola cibo preferireste devitalizzazione-di-un-morale-senza- anestesia, che al solo pensiero di buttar giù qualcosa preferireste scalare a mani nude una parete rocciosa ricoperta di escrementi di piccione.
Però, che bel post. Utile, proprio.
Sicuramente mi contatterà Luciano Onder per la prossima puntata di Medicina 33.






domenica 23 giugno 2013

Bepanthenol e il libro 'Detto con il cuore'








Che tu lo abbia voluto o no, quando sul test di gravidanza compaiono due stanghette, la tua vita cambierà per sempre. E la reazione cambia da donna a donna, sia che tu lo abbia cercato col lanternino, sia che la creatura sia arrivata a sorpresa come un tappo di spumante in capo durante il veglione di San Silvestro. Sì, pure con la nonna ottantenne  che ti urla 'mbriaca "E porta anche bene!", per poi continuare a fare il trenino cantando "Brigittebardò bardò!!"
Comunque. Se ogni mamma si mettesse a raccontare la propria esperienza, se ne leggerebbero delle belle.
Bepanthenol, azienda che si occupa di mamme e bambini, con la collaborazione di Tata Francesca (Francesca Valla- SOS Tata) danno la possibilità a noi mamme di dire la nostra sul fattore mammità.
Verranno raccolti i racconti più emozionanti di noi mamme per creare il libro 'Detto con il cuore', che uscirà a fine anno.
Sono stata invitata a dire la mia per questo progetto, a mio avviso bello e importantissimo, soprattutto perché il libro sosterrà Fondazione Ariel (alla quale saranno devoluti una parte dei proventi della vendita del libro) una organizzazione che assiste le famiglie con bambini disabili. Qui i loro obiettivi.
A leggere e scegliere i nostri racconti sarà proprio Tata Francesca che sostiene questo importante progetto con la sua professionalità e competenza.
E questa è la parte teorica, la più importante, alla quale spero aderirete.
Poi c'è la parte pratica, perché ho avuto la fortuna di testare anche i loro prodotti.
Che come testo io, nessuno mai.
Ho provato tre prodotti:
-la crema per le smagliature
-la pasta lenitiva protettiva
-la schiuma rinfrescante per scottature lievi.


Ora, immaginatemi con questi tre flaconi.
La schiuma rinfrescante non poteva capitare più a fagiuolo di così. L'abbiamo provata io e Alice dopo che ci siamo scottate in piscina nonostante la protezione 30. Tipo: la mattina è arrivata, la sera l'abbiamo spalmata a chili sulla schiena visto che eravamo più rosse di un pomodoro pachino. Ed è ottima, davvero. La cosa più importante è che non va spalmata (non so voi, ma spalmare una crema sulla pelle ustionata dal sole, a me fa tirare giù qualche santo dal calendario), ma va solo spruzzata e lasciata evaporare. Va là. E sei fresca come una rosa. 
Sulla crema smagliature mi sono guardata allo specchio un po' perplessa. Io le smagliature (quelle di crescita, nemmeno fossi due metri, alimortè) le ho da una vita, quindi darci la crema ora sarebbe come chiudere i cancelli dopo che sono scappati i buoi. E lo stesso vale per la pasta lenitiva per il culetto del pupo. Potevamo fare la prova con cicciobello che abbiamo in garage, ma non ci sembrava il caso. Quindi chi meglio di un'amica che ha partorito da poco, poteva testare questi prodotti?
Prima di portarle i prodotti, la crema smagliature un po' l'ho provata, tanto per vedere l'effetto che fa e manca poco non gliela do più. Ha un profumo buonissimo, e lo ammetto, mi ha fatto fare un salto all'indietro di 13 anni. E sì, potevo tenerla e usarla come crema idratante e nutriente, ma davvero è un ottimo prodotto e mi dispiaceva che una neo mamma non potesse usufruirne appieno.
Poi dimmi che non sono altruista.
Per la crema lenitiva per le irritazioni da pannolino, posso dire che funziona. Io c'ero!
Il povero Tommy, ti c'aveva un culetto rosso a strisce che pareva Nemo. E so' arrivata io in soccorso come un super eroe (d'altronde la S sul petto io posso averla, giusto?)
Dio, mi sono sentita la paladina della salute! Hai il deretano infuocato? È pieno di puntini rossi da irritazione che pare tu c'abbia il morbillo? L'eritema da pannolino è un grosso problema anche se tua madre non ti nutre di peperoncino intinto nella nutella? Niente paura, arriva Super Simo con la cremina Bepanthenol! Na na na naaaaaaa (leggasi jingle pubblicitario). Ma non sarei fantastica? Dovrei propormi come attrice di spot per culetti arrossati, non ce n'è. E poi mi chiamerebbero 'Quella che fa la pubblicità del culetto'. Avrei un futuro.
Sì, alla neuro.
Insomma, la crema funziona. La mamma di Tommy era entusiasta e anche lui. Come faccio a saperlo? Dalla contentezza mi ha ruttato in faccia. Adoro.
Insomma mamme, o neo mamme, o mammebis, o tris o donne in generale, spargete la voce, diffondete questa importante iniziativa e che Bepanthenol sia con voi.

p.s. Vado a cucirmi una S sulla tutina azzurra di acrilico.
Non si sa mai.



venerdì 1 marzo 2013

E' stato bello finché è durato




Orbene.
Mercoledì, che era il mio giorno di festa, avevo preso due impegni a dir poco fantastici. Provate a indovinare. Cioè, una c'ha il giorno libero e minimo si prenota un massaggio e una sauna, vero?
Come no. Io mi son prenotata per due ecografie. Ma pensa te che culo. Due in una. Ciù is megl che uan.
Una era per il problema dell'insufficienza venosa, ricordate? E infatti io sta visita me la son fatta in una bella clinichina, bellina bellina, dove ti accolgono in livrea, dove lo poltrone sono rivestite di pelle umana e dove una visita costa quanto un suv.
Fortuna vuole che io abbia l'assicurazione/convenzione/cazzivari e quindi veramente con una sciocchezza, ta dà, c'ho la mia bella ecografia.
Il medico mi accoglie con un sopracciglio alzato come per dire “E mo' questa crede di avere un'insufficienza venosa?”
E infatti mi chiede “Perché (di grazia) fa l'ecodoppler?”
“Eh, perché? Perché...me l' ha consigliata il medico. Vede...ho dolore qui, ho un gonfiore...”
“Si stenda. Si stenda che vediamo”
Mi stendo sul lettino chiedendomi con orrore “Ommioddio, ma mi sono almeno depilata?” e poi mi ricordo che sì, mi son depilata due giorni prima sotto la doccia.Meno male, cioè ce lo vedete sto poveromo a fare un'eco districandosi tra le mangrovie?
Lui mi passa sto pistolino su tutta la lunghezza, mi dice di trattenere la pancia come se stessi al gabinetto, me le piega, me le stira e poi si concentra sui piedi. Sui piedi? Cazzo c'entrano i piedi?
Li tocca, li guarda e li massaggia come un feticista.Poi mi chiede di alzarmi, di salire su uno sgabello e mi riguarda i piedi, davanti, dietro, a destra, a sinistra, di sguincio e di traverso.
Vabbè, lasciamolo fare.
Poi prende in mano i miei stivaletti e ho pensato “Se li avvicina troppo al viso rischia di morire” e mi chiede “Questi sono nuovi?”
“Sì, abbastanza. Carini, vero?” cinguetto. Ho trovato un appassionato di scarpe!Yes!
“Peccato”
“Prego?”
“No, è che avevo bisogno di vedere le scarpe che porta abitualmente.”
Devo essere onesta. Da lì ho cominciato vagamente a capire quale sia il mio problema.
“Si rivesta pure”
Mentre armeggio con le calze, i jeans e gli stivaletti lui fa la diagnosi.
“Senta: la sua circolazione è perfetta”
Per-fet-ta!!
“Il dolore che lei avverte può dipendere da alcune cose: una ciste, che lei non ha. Da una cattiva circolazione, che lei non ha. Dalla cellulite, che lei non ha”
Ha detto che non ho la cellulite???
“Quindi sicuramente è il piede che...”
Ma davvero ha detto che non ho la cellulite? L'avete sentito anche voi?
“...tuttavia consiglierei un plantare...”
“Un plantare?”
“Esattamente. Un plantare...”
Ma chi se ne fotte del plantare!NON HO LA CELLULITE!! E non lo sta dicendo il Santo sotto tortura, lo dice quest'omino qua, che mi dicono sia anche parecchio bravo. O che gioia!O che gaudio!Perché io valgo!Ah ah ah !!Quanto so' giovane!!E figa, diciamocelo. Mi spiace per voi ma è così.
“...ha capito?”
No, non ho capito una fava. Ero troppo presa dalla bellissima notizia che non ho la cellulite.
“Insomma...”
“Lei avverte dolore perché, avendo l'alluce valgo, il suo piede ha una torsione innaturale. Il peso del corpo non è bilanciato bene e bla bla bla...bla bla bla... bla bla bla...”
Dio, è magnifico, ho due gambe che manco Belen Rodriguez.Guardate qua.Guardate qua....cazzo, lo sapevo, non dovevo farlo, non dovevo guardarmi, dovevo crogiolarmi nell'illusione, accarezzare quella splendida idea, farmi avvolgere dalla lieta notizia. E invece no. E confermo ciò che ho sempre pensato: io ce l'ho la cellulite.
“Dottore?”
“Sì?”
“Non vorrei contraddirla, ma io ce l'ho la cellulite. Guardi” e mi strizzo l'interno coscia.
Lui mi guarda, con quella compassione che in genere riserviamo ai deficienti. C'è mancato poco che scuotesse anche il capo “Ha mai visto la vera cellulite?”
“Perché, non è questa?”
“Ma no. Lei ha due gambe asciutte, magre, quella che ha lei nell'interno coscia è fisiologica. Quanti anni ha...?” sbircia la cartella “...quaranta. Non si lamenti per niente, magari è un po' di ritenzione idrica, ma si ritenga fortunata”
Fortunata. Son qui per un plantare, oggi ho un'altra ecografia e lui dice fortunata. Però con la mente mi faccio un giro nella clinica, vedo chi c'è ricoverato e mi esce ad alta voce un “Sì, sono fortunata. Molto”
Infatti son quasi contenta oh!Ho una circolazione perfetta manco ci fosse un vigile a gestirmela, quella che io chiamo cellulite per un medico è una situazione fisiologica, e invece di imbottirmi di medicinali devo solo indossare un plantare. Sono orgogliosa di me.
Però devo essere onesta. In quel momento, in quei trenta secondi che sono passati dalla sua informazione alla mia constatazione, sono stata in paradiso. Ho visto pure Enrico Brignano con la tazzina di caffè.
Per quei trenta secondi io c'ho creduto.
Ed è stato bellissimo.





martedì 19 febbraio 2013

In questi giorni è accaduto



Tho!Rieccomi. Dove eravamo rimasti? Minchia, al 6 Febbraio. Sono troppo scadente. Ma quante cose sono successe per tenermi lontana dal minchia-blog? Niente di preoccupante, solo quelle sette o otto cosine che si incastrano male come due colori diversi nel cubo di Rubik, come due pezzi di un puzzle dai contorni irregolari.
No, ma io vi spiego perché, vi porto la giustificazione. Eh.
Allora, da dove cominciamo?
Diciamo che in generale ho avuto meno tempo. Infatti non ho manco preparato i miei dolcetti, a parte oggi che ne ho fatto uno velocissimo, perché se devo morì allora devo morì a pancia piena.
Poi: Alice ha iniziato la piscina. A dire il vero l'ha iniziata da un po'. Ma se un mese fa si incastrava perfettamente tra i suoi compiti, in queste due settimane ci son stati compiti e verifiche un giorno sì e uno pure (vedi pagelle) E cosa faccio io? Le risento tutto: storia, geografia, scienze e tutto il cucuzzaro. Sì, lo so che è sbagliato, che deve imparare a studiare da sola, che le servirà per le superiori e bla bla bla. Ma non concorro certo per Miss mamma perfetta dell'anno, e se lei si sente più sicura ad averci un pubblico, ad avere qualcuno che le fa domande, ad avere qualcuno (me o il Santo) che le rispiega un concetto o cercare insieme una ricerca su Internet, bon, io ci sono.Non è che le ci posso sempre piazzare la gatta. Mi piace (ci piace) seguirla. Purtroppo è una classe casinista, indisciplinata, dove spiegare risulta impossibile (parola dei professori) quindi rispiegare un concetto a casa diventa necessario. Ovvio che poi a scuola c'è lei dove deve dimostrare che jafà anche da sola e infatti alla consegna delle pagelle, non abbiamo avuto sorprese. Bella pagella. Bella bella. Voti ancora più alti dell'anno scorso, la vedono più sicura, più sciolta ed ha acquistato sicurezza. In compenso io so a memoria la Svezia, la Danimarca e la Germania, la crisi del seicento e il Decamerone, Leonardo da Vinci e il corpo umano. Fatemi una domanda e io vi sorprenderò.
La pagella, appunto. La consegna delle pagelle merita un post a parte, ma ho visto cose che voi umani...
Poi si è ammalato il Santo. Povero. E'stato malissimo, una cosa mai vista, una paura inaudita. Ha avuto la febbre a 37° perdio!Oh, non c'è niente da scherzare, è pericolosa.Ho dovuto scacciare a mali parole anche il prete, che saputa la notizia, era subito corso al capezzale. Il Santo ce l'avrebbe fatta grazie alle mie amorevoli cure “Amò, vai a dormire sul divano che con la tosse mi svegli”.
Però aveva una voce roca e sexy da attore porno rauco con un coltello infilato nella trachea. Dio, come era sensuale sentirlo parlare!Gli ho suggerito di leggermi l'elenco telefonico, così per sentire quella voce che manco Luca Ward, ma mi ha mostrato il dito medio. Forse gli faceva male pure quello e ci voleva il bacino, chissà.
Poi ho avuto la pressione un po' alta per una settimana, poca roba. Tipo ero gonfia come un culo. Strano, visto che mangio sale grosso come se fossero pop corn. Io la pressione un po' alterata la tollero bene. Sì sì. Ucciderei in quei giorni.E se ho un picco sui 150 la massima, ti nascondo anche il corpo. E poi il ciclo mi ha anticipato come se avesse furia. Non vi sto a dire che le due cose sono collegate, ormai lo sanno anche i mattoni. Il problema è che io me lo scordo e continuo a mangiare salato quando in realtà dovrei limitarmi, perché è l'unica cosa a cui posso mettere mano. Quindi mi sono imbottita di verdura lessa, frutta, carne bianca e acqua come se non ci fosse un domani. Dopo dieci giorni mi sarei impiccata al ciliegio in giardino. Sognavo dello speck anche la notte.E pensare che non devo nemmeno dimagrire. No, ma ditemi voi se è giusta sta cosa!
Ah sì, poi mi sono tagliata i capelli!Non poco, un bel pezzo. Ho fatto la lisciatura e la frangia da una parte. Figa? Maddechè. Mi dicono che dimostro ancora meno i miei anni. Vabbè, me l'hanno detto i miei genitori, ma tant'è.
Poi che è successo? Ah, questa è fresca fresca. Da tre giorni ho un fastidioso dolore dietro al ginocchio destro, dove in realtà mi fa male da un po' a fasi alterne come le targhe. A volte sì, altre no, quindi che faccio io? Me ne fotto. Ma non dormirci bene per tre notti mi ha fatto recare minimo in farmacia. La zona è un po' gonfia, con una vena blu in rilievo tutta curve che pare il Po. É bellissima, un'opera d'arte. Cioè pare un tatuaggio messo lì apposta. E comunque spiego il problema chiedendo solo una pomatina che mi dia sollievo. Si risolvono un sacco di cose con le pomatine.
Quel santuomo del medico mi guarda la gamba e se ne esce con “Io le do la pomatina, ma le consiglio di fare una ecodoppler venoso il prima possibile”
“Prego?”
“Sì lo so, a trent'anni è presto ma nel suo caso la farei”
“A parte che ne ho quaranta...” gongolo io appoggiandomi a uno scaffale con nonchalance e manca poco butto in terra tre o quattro scatole di Settebello.
“Ma davvero!? Ma complimenti!Sembra una ragazzina!” Questa che parla è la farmacista. Il medico è serio, rovista tra le sue pomate e insiste nel dirmi di fare l'eco. Potrei avere un'insufficienza venosa.
Io.
Ma stiamo scherzando? Solo perché già a ventitrè anni avevo una vena varicosa? Solo perché faccio un lavoro dove sto perennemente in piedi? Solo perché ho quarant'anni? Solo perché in questi giorni ho portato più spesso i tacch...
Occazzo.
Nuooooooo!! Non saranno mica anche i tacchi che peggiorano già una situazione traballante? I suggerimenti del medico danno la conferma alle mie paure.
“Attenzione ai tacchi. Ci vorrebbe un tacchetto basso, largo e delle calze contenitive tipo settanta denari...”
Io già mi stavo strappando i capelli. Cioè, dottore mio, mi sono appena comprata un paio di stivali da urlo tacco dodici e te mi dici di andare con la scarpa bassa da suora? No, fammi capì. C'ho delle autoreggenti e delle parigine da far tremare Mickey Rourke d'una vorta davanti alla veneziana e tu mi stai dicendo che devo indossare quelle calze color marrone pantegana moribonda? Quelle spesse come polistirolo? Devo prendere queste precauzioni anche se ho le gambe magre (ma lo vedi santoiddio che c'ho le coscine magre?), anche se faccio regolarmente sport? Anche se tengo d'occhio la pressione (se vabbè, a volte) anche se sono pesoforma? Anche se mangio tanta frutta e verdura? Anche se non ho voglia? No, non me lo dire. Non me lo dire!
“Mi dia delle pastiglie per la circolazione piuttosto, mi dia della droga, dell'oppio!”
“Non ci scherzi, suvvia. E' un controllino, niente di che. Con il lavoro che fa è possibile che soffra un po' di insufficienza venosa, ma per darle una terapia il medico di base ha bisogno di una risposta certa, non è che diamo le pastiglie per ipotesi”
“Ah no?”
“Ennò. Ecodoppler, terapia, fastidio finito, e sarà di nuovo sana e bella”
Certo, perché ora sono un cesso e orrenda. No, ma è giusto, c'ha raggione.
Io mi son già rotta le palle però. Cioè, devo andare domani a prendere appuntamento e già mi si sminchiano i neuroni, mi si sfrantecano le sinapsi.
“Appena può tenga la gamba in alto. Dorma con un cuscino sotto al materasso all'altezza dei piedi. Metta la pomata in frigo che la deve applicare ghiaccia. Non tenga gli arti vicino ai caloriferi..”
Mììììììììì!!!! C'è altro? Tipo cammini sulla testa come quelli del Cirque du Soleil? O assuma un massaggiatore neozelandese? O si smonti come il tavolo Bjursta dell'Ikea e riponga gli arti inferiori nel terzo ripiano del frigo?
Minchia, son tre giorni che ogni tanto non solo tengo la gamba in alto, ma la slancio che manco Heather Parisi a Fantastico dell'81. Dormo con un asciugamano piegato sotto il materasso e siamo così abituati, ma così abituati che la mattina ci guardiamo smarriti domandandoci “Di chi sono quei piedi laggiù?”. La pomata in effetti fa un casino, sto molto meglio. Il problema è che il tubetto lo tengo in frigo tra il tubetto di maionese e quello del concentrato di pomodoro e quindi se nel prossimo bollito dovessi vedere la gallina con due belle cosciotte sane non mi devo far domande. E poi sto lontana dai caloriferi. E quando faccio la doccia indirizzo il getto dell'acqua gelata sulle gambe.Soffro un freddo porco, sappiatelo. Preferirei appendermi per le orecchie al filo dei panni coi piccioni che mi cacano in capo. Giuro.
Ma sto meglio. Farò comunque questa ecodoppler del caiser per dare ragione...a loro ovviamente.
Perché so che sarà così. Ma io son dura.
Il mio fisico è lì a ricordarmi che tra un mese sono quaranta. Precisamente il giorno di Pasqua, quaranta tondi tondi. Mentre il cervello è lì che lotta per dimostrare che ne ha 16, 17 al massimo, con punte di 5 0 6 (tipo età prescolare ) perché una a quell'età mica batte pari. E' una lotta tra sti due che non vi dico.
Comunque vabbè, è successo questo e chissà cosa accadrà.
Una cosa è certa, ricomincerò da capo.

Perché a quarant'anni, visto che è Pasqua, io resuscito.





mercoledì 7 novembre 2012

Comincio dalla terza età



“Amò...”
E lo guardo, con quegli occhi da innamorata a forma di cuoricino come i cartoni animati giapponesi.
“So già cosa vuoi dirmi...” mi risponde lui ammiccante.
“Domattina, visto che siamo soli...”
“Sì, domattina lo facciamo”
“Sì, mi sembra un secolo dall'ultima volta..”
“Davvero, e guarda Simo, farlo con te..come dire, rende tutto più bello”
“Lo stesso per me, amore”
Ecco, sì, io e il Santo siamo andati insieme a farci l'analisi del sangue.
Come? Vi ho deluso? Pensavate che fosse un post molto sexy e poco city?
Maliziosi.
Che poi è romantico, oh! Vuoi mettere ansimare per i duecento e passa euri del ticket? Vuoi mettere l'eccitazione di quando scopri che davanti a te c'è una nonnina che non si schioda manco a morì?
E' un amplesso pure quello.
Che poi, diciamocelo, siamo un casino alternativi. Abbiamo una mattinata libera e ci spariamo delle analisi, così.
Abbiamo anche scommesso una pizza su chi avesse vinto. Chi ha più asterischi vince. L'ho battuto 4 a 1, non ce n'è, mi tocca pagà la pizza.
Ma niente di serio, roba che ho telefonato al medico e mi ha detto “Non è niente, ma figurati” che è suonato più o meno come “Chiamami solo quando stai per morire che queste son cazzate”.
E il 4 a 1 io l'ho battuto principalmente grazie ai miei amati ormoni, che sono tutti tronfi in prima linea a ricordarmi che son parecchio femmina. E pensare che io mi sento un maschiaccio.
So' na bomba, talmente grossa che Cicciolina e la Minetti hanno da tremà.
Sex bomb Tom Jones l'ha dedicata a me, sapevatelo.
Insomma, tuttoapposto e niente di nuovo, solo che farsi l'analisi col proprio uomo è na roba che io consiglierei. E' una cosa che accomuna, rende più uniti, un'esperienza inebriante da dividere e condividere.
Siamo partiti dopo aver accompagnato insieme Alice a scuola, evento così raro che poi ha quasi nevicato. Il Santo ha dichiarato alla stampa “Non è colpa mia se parto all'alba”. Por'omo, che gli vuoi dì.
E poi ci siamo diretti allo studio prelievi, dove io, appena entrata l'ho messo in modalità attaccapanni “Arreggi questo, prendi la borsa, agguanta i fogli, fai na giravolta, falla nartra volta..”
“Ma dove vai?”
“Al cesso”
Perché io sono come i gatti, dove vado vado, marco il territorio.
Dopo un quarto d'ora d'attesa dove ci siamo sorbiti un concerto di fisarmonica in stereo e la descrizione degli acciacchi di una donnina, è il nostro turno.
Arrivati alla porta veniamo redarguiti “Eh no!Dovete prendere il numerino!”
Che era davanti a noi.
Due pirla is megl che uan.
Prendiamo il numerino, e andiamo di nuovo davanti a quella porta, dove, visto che siamo marito e moglie, entriamo in coppia, tipo carabinieri.
“Ennò”
“Che c'è ancora?”
“Qui è la stanza prelievi, deve prima compilare la richiesta”
Ommadò.
Andiamo nell'altra stanza, sempre in coppia, perché ormai ci muoviamo come fratelli siamesi attaccati per le chiappe.
“E'...suo marito?”
“No, l'amante. Facciamo gli esami per capire se i miei tre gemelli siano suoi”
No, non l'ho detto, ma l'ho pensato.
L'infermiera compila dei fogli e  li fa compilare pure a me.
Ci vuole un'infinità: e l'indirizzo, e la privacy, e il reddito, e l'impegnativa, e i risultati...
poi me li consegna e mi invita ad andare di là, dove ero prima. Lascio il Santo a fare il tema e mi avvio. Qui mi riapre la porta l'infermiere di prima che mi fa accomodare.Mi fa sedere su una sedia e poggiare il braccio su un lettino ricoperto di carta igienica per rinoceronti.
“Controllino?”
“Eh sì”
“Stia tranquilla, non fa male. Non fa male”
Chi è, il fratello di Rocky? Cioè, ma crede davvero che io abbia paura di un prelievo?
“Lo so”
Lui mi mette il laccio emostatico e inizia a sudare.
Lui.
Fammi capì. A breve mi bucherai un braccio, mi preleverai un tot di sangue, sono qui per un controllo, sono digiuna da quasi due ore con una fame che ti mangerei le provette e sudi te?
Perché cazzo sudi?
Sei agitato? Cambia lavoro perdio!Vai a fare il piastrellista!
Non sei sicuro di farcela?
Hai paura che la siringa abbia un rinculo e che il mio sangue ti schizzi in faccia? Che guarda, lasciatelo dire, il mio sangue ha anche un bel colorino.
Che poi, io ci vado tranquilla e non mi fa effetto, ma se ci va uno un po' agitato e lo vede sudare così, questo scappa a gambe levate.
Fatto sta che lui suda e preleva, preleva e suda. A me mi piglia caldo solo a vederlo sudare e comincio ad allentarmi il foulard e sbuffare e se entra ora il Santo all'improvviso e vede lui sudato, me tutta rossa e ansimante semi accasciata sul lettino comincerebbe a chiamarmi MonicaLewinsky.
Dopo aver riempito quattro provette, comincia a shakerarle come un barman.
Ma cosa diavolo fa?
“E no...ne devo fare un 'altra” mette una provetta in controluce “Questa non è venuta bene...”
Ma che è na foto, che non è venuta bene? Che ci deve fare, un poster?
Ommaigod. Me ne riempie un'altra e alla fine mi congeda. Si incarta pure a distribuirmi le varie ricette e vado via convinta di averci lasciato non solo del sangue e i soldi, ma pure le chiavi, la carta d'identità e mazzi di neuroni specchio.
Mentre esco, sulla porta incrocio il Santo e ,manca poco, dallo scontro ci baciamo. Sarebbe stato bellissimo. Avrei fatto finta di non conoscerlo, l'avrei steso e me ne sarei uscita tutta tronfia. Vi immaginate le vecchiette? Fantastico. Invece ci diamo il cambio come la mattina facciamo in bagno e mentre lui si fa prelevare un po' di sangue io dono un rene alla riscossione ticket.Infatti davanti all'addetto esordisco con “Mi hanno già dissanguato, non so quanto mi rimane”
Dopo dieci minuti raggiungo il Santo per riconsegnare la ricevuta di pagamento (ma quanti cazzo di fogli ci vogliono?) e lui mi dice:
“Ma anche con te il tizio sudava?”
“Tho!Anche con me!”
“E poi mi ha riempito una provetta in più, una non andava bene”
“Anche a me!”
“Amò”
“Eh”
“La prossima volta la gita la organizzo io”
Sì, okay, la organizza lui, ma volete mettere fare colazione un quarto d'ora più tardi, noi due soli al tavolino di un bar, accarezzati da un tiepido sole autunnale, con brioches calde e cappuccino col cioccolato?Eh?
Volete mettere?
E ci vedo già,negli anni a venire, sciancati e gobbi, andare a fare l'analisi mano nella mano come due bimbetti e dire con voce tremolante e dentiera sulla rampa di lancio "Ma ti ricordi quando venivamo qui e c'era quello che sudava come un fagocero arrapato?"
"Cosa hai detto? Sei arrapato? Ma pensi sempre a quella!" e giù bastonata tra capo e collo. Sì sì, sarà così. 
Comunque,tanto per portarci avanti,  a Natale ci regaliamo il deambulatore leopardato e la tessera soci bocciofila.




giovedì 26 luglio 2012

Io me lo sentivo






                                                                     Foto: sempremamma.com


In genere sto discorso viene fuori quando tra donne parliamo di quanto tempo ci abbiamo impiegato per rimanere incinte. C'è chi è una bomba, prima botta e tho!Fagiolino.Io, figuriamoci.
E quando dico “La prima volta quattro mesi, la seconda cinque”, le donne mi guardano un po' così, fanno mente locale che ho avuto due gravidanze ma una figlia sola.I conti non tornano, nemmeno se prendi una calcolatrice.Evabbè. Capita. Ed è capitato pure a me.
Ma io me lo sentivo. Non so come spiegarlo, ma me lo sentivo. Sentivo che non avrei portato avanti questo bambino. Son quelle cose che senti dentro, di pancia. Ovvio, di pancia. Una gravidanza cercata e voluta, ma oh, sentivo che c'era qualcosa che non andava, anche se tutto filava liscio. Fisicamente ero al top, fogli medici alla mano che urlavano quanto stessi bene, ma io me lo sentivo.
Avvertivo una sensazione strana, come se il mio fisico non fosse pronto. Come se la mia mente e la nostra voglia di avere un bambino, avesse messo fretta al mio corpo. Non riuscivo a godermi niente della gravidanza, perché sapevo che non sarebbe stata la volta buona, io mi sentivo strana, cazzo. E vallo a spiegare ai medici di queste sensazioni, ti prendono per scema, sai?
Che poi, ho avuto anche poco tempo per abituarmi all'idea. E in quel poco tempo avevo delle accortezze. Troppe. Esagerate. Come se lui/lei fosse attaccato al mio grembo con una puntina di scotch e si potesse staccare da un momento all'altro. Ma me lo sentivo che era poco stabile, per quello andavo al lavoro a piedi, evitavo di dirlo, e non riuscivo a gioire quando i pochi che lo sapevano mi facevano le congratulazioni.
Infatti mica sbagliavo. Dovevo fare la maga nella vita.O la sensitiva, pensa che successo.
E ho avuto anche un primato fantastico: penso di essere una delle poche, se non l'unica, che perde un figlio il giorno dell'anniversario di nozze. Ma quanto sono brava? Non ce n'è.
Avvisaglie poche, di poco conto diciamo. Mi dicono che è normale vedere un po' di sangue i primi tempi, soprattutto alla scadenza del mese. I “E' successo anche a mia figlia quando aspettava Giacomino” e “Capirai!Io i primi tempi ho avuto perdite per tutti i miei tre figli!” si sprecano.
Ma magari sangue vivo tipo mestruazione, non è normale.
Mamma al telefono mi dice “Preparati, vengo a prenderti con babbo e ti porto all'ospedale”
Di mamma mi fido. Lei ha avuto tre gravidanze e due figli. Mi viene il sospetto che tale madre, tale figlia. Chiamo Andrea, ma non lo allarmo. Gli dico che vado a fare un controllino. Anche se dentro di me dico “Un controllino una beata minchia”.
Lui dice “Vengo anch'io”
Io dico “Mannò!Cosa vuoi che sia. Se c'è qualcosa ti chiamo. Stai tranquillo” e vorrei aggiungere “Vuoi che non sappia tenere il tuo bimbo? Eh. Figurati”
All'ospedale mi trattano come se fossi una farfallina delicata, che se mi tocchi troppo le ali, poi non volo più. Chissà quante farfalline vedono. Mi fanno stendere piano e mi visitano.
Mamma ha già capito tutto.
Io prima di lei.
I dottori prima che varcassi la soglia. Perché in quel momento, con quei sintomi, sei un numero, l'ennesimo. E la possibilità che vada tutto bene è così remota che guarda, non te lo sto nemmeno a spiegà. E infatti non va. La dottoressa però guarda il monitor e non mi dice niente, ma io so già tutto, che mi deve dire?
Poi mi dice che mi ricovera, che vediamo un attimo, che stiamo a vedere che succede, che lì sono in buone mani. Ma non mi dice Va bene. Non mi rassicura, non mi fa vedere il monitor.
E mi ficcano in un letto.
E da quel letto chiamo Andrea,che mi risponde già un po' abbacchiato, un po' così.
“Chiama il ristorante. Niente cena, mi ricoverano. Mi dispiace”
“Fanculo il ristorante. Sto arrivando”
E rimango in quel letto ad aspettare chissà chi e chissà cosa. Mamma è andata a prendermi i panni e sono in mezzo a due con la pancia. Che belle le loro pance. Anche loro sono belle, anche se mi guardano un po' così, come se gli facessi pena. Pena di che, oh! Tanto lo so che questa volta non riuscirò ad avere la pancia grossa come la loro, quindi è inutile fare quelle facce.Lo so. L'ho sempre saputo, quindi sono preparata. E però mi sente. Ora mi sente. Ho dei dolori un po' forti, tipo quelli mestruali. E qui non passa un cazzo di nessuno. E poi mi scappa la pipì. Un po' la trattengo, ma poi non ce la faccio più. Non mi hanno detto 'stai ferma e non ti muovere'. Mi hanno detto “Stiamo a vedere” E quindi mi alzo e vado in bagno, da sola, perché in fondo, a parte dei dolori alla pancia, io sto bene.
Magari fossi stata male, non lucida, così non mi sarei accorta di perdere il bambino nel cesso.
Così. Pluff! Un tuffo di roba rossa nell'acqua ristagnante del wc. Un'emorragia, copiosa, strana, scura ed estranea, perfino per il mio corpo.
No no no. C'è proprio qualcosa che non va. Dov'era tutta sta roba? Come fa a esserci rimasto qualcosa nel mio grembo, ora?
Trovo qualcosa perfino sulla carta igienica che non ho voluto identificare. Oibò.
I dolori alla pancia, ad essere onesta, adesso non ci sono più. Almeno non così forti.
Me ne torno a letto e dopo un'ora mi prendo pure un cazziatone dall'infermiera quando le dico che ho perso un sacco di roba nel water. Non è che ci fosse qualcosa da salvare, per carità era già tutto morto e tutto fermo da chissà quanti giorni. Però magari 'Potevamo capire perché è successo'.
Eh. Perché è successo? E che ne so. Mi dicono che il primo figlio lo perdono un sacco di donne, che succede a centinaia e centinaia di ragazze, che non c'è un motivo, che succede alle donne in salute e giovani come me, che succede anche a chi ha tutte le premure fin dai primi giorni. Che succede e basta. E figurati se non succede a me. Figurati se io rimango indietro. Figurati se io non lo perdo da sola rinchiusa in bagno. Figurati se a me non cade tutto nel wc.
E mi dicono di aspettare. Ancora. Andrea è qui, un po' bianchino. Gli racconto di cosa mi è successo e diventa ancora più bianchino. Mi chiede di continuo come sto e che l'importante è che io mi riprenda presto. Che un anniversario in ospedale è molto romantico. Sono una donna che sa sorprendere, io. Poi arrivano i camici bianchi. Mi fanno un'altra ecografia e come volevasi dimostrare la mia pancia ora è sgombra come un parcheggio dell'Iper di notte. Non c'è più nulla. Nulla.
E' tutto di là, in fondo al corridoio sulla destra, dietro la porta dove c'è disegnata la donnina con la gonna.
E però non mi mandano via, mi trattengono e mi danno delle pillole e altri medicinali. Blèè.Forse domani mi ripuliscono. Mamma dice che è un po' fastidioso ma si sopporta. Ma io so che non serve. Non serve che mi raschino via tutto, sant'iddio ma hanno presente quanta roba ho perso? Lo ripeto mille volte e sono così convincente che un ginecologo parla con me, si fa raccontare tutto, prende la mia cartella, cambia la cura e mi rassicura “Se posso, il raschiamento te lo evito. Meno ci traffichiamo lì dentro, meglio è. Vediamo domani” Bravo, infatti. Se ti dico che non c'ho più nulla, non c'ho più nulla. Le ore che sono seguite però son state strane. Quei simpaticoni di ginecologia della mia città fanno un pout pourrì. Mettono chi ha abortito, insieme a chi ha partorito. Na roba ganza, che fa bene. Tipo in camera eravamo cinque. Tutte col pancione tranne io. Poi sono arrivati i fiocchi rosa e i fiocchi azzurri, tranne i miei, ovvio. No, ma io non stavo male. Io me lo sentivo, ero preparata, quindi no problem. Però mica è giusto che quella accanto a me si senta una merda a gioire della sua bella bambina e che sia costretta a obbligare i parenti a trattenersi dal festeggiare tanto, perché aveva accanto me. Che poverina. Poverina un cazzo. Io di figli ne faccio quanti ne voglio. Ora è andata così, il mio fisico non era pronto, ma lo sarà. Quindi tranquilli, festeggiate pure. Io son contenta per voi. Meglio così che magari essere messa insieme a tutte quelle che il bambino l'hanno perso. Te lo immagini? No no no, meglio così. Vedervi felici coi pupotti mi dà la spinta per riprovarci, subito, appena possibile, più forte che mai. Te sei mamma? Un attimo, mi riprendo e lo sarò anch'io. Quindi niente lacrime, niente drammi, anzi risate, quando Andrea mi diceva “Appena ci danno il via, facciamo le Olimpiadi!”
E il via me l'hanno dato quasi subito. Perché avevo ragione io e il ginecologo nuovo. Ho fatto tutto da me, mi sono ripulita che è una bellezza, tipo con lo scopettone e il viakal. Una grande, grandissima, copiosissima mestruazione, con un esserino già morto da un giorno, forse due, che se n'è andato lasciandomi pochi strascichi come a dire “Non sono pronto, me ne vado cercando di dare meno fastidio possibile” E così è stato.
E ha lasciato solo un ricordo vago, sentito, un po' brutto, ma che non ricordo con orrore. Evidentemente io non ero pronta, lui/lei nemmeno. E' stato bello finché è durato.
Anzi no, non è stato nemmeno troppo bello.
Perché io me lo sentivo.






giovedì 31 maggio 2012

LETTERA APERTA ALL'UOMO MEDIO


Tu uomo, ascolta me.Questo post ti tornerà utile.
Parliamo di donne, ti va?
Ma levati quell'espressione dalla faccia, non parliamo di donne in quel senso lì.
Sono qui per illustrarti una cosa, per renderti partecipe di un evento con il quale avrai a che fare:
la sindrome premestruale.
No no, non mi sto sbagliando, è proprio con te che ne voglio parlare, le donne sanno già cosa le aspetta, tu no. Tu ne sarai la vittima passiva.
Ora siediti. Mettiti comodo che c'ho da dirti due cose.
Devi sapere, caro il mio uomo, che la donna, qualsiasi donna, in quel periodo lì si trasforma che manco il Dottor Jekyll e Mister Hyde.
Non è una donna, è un raccoglitore di malessere psico fisico che un uomo non arriverà mai a capire.Forse arrivate a capirlo solo quando la vostra squadra del cuore si becca una tripletta durante una partita per non retrocedere.
Ora ti spiego, partiamo dal fisico, okay?
A livello fisico ci sono dei cambiamenti notevoli, che magari possono renderti anche felice: si gonfiano le tette. Ma per davvero. Pensa che in quei giorni lì, sembra le abbia anch'io, per dire.
E tu ti immagini di approfittare di tutto sto bendiddio che la tua compagna offre, ma ti va male. E' come se tu fossi dentro un negozio di cristallerie, tutto è bello, tutto è luccicante, ma sul petto della tua compagna campeggia una bella insegna luminosa: Guardare ma non toccare. Perché sì, son belle, ma son doloranti e gonfie come gavettoni. Sembra scoppino da un momento all'altro. Ogni sussulto, tipo una serie di saltelli in palestra, possono essere piacevoli come una gastroscopia.
Dalla tua espressione vedo che non riesci pienamente a capire. Dici che esageriamo? Aspetta, ti faccio un esempio: prova a immaginare i tuoi gioielli di famiglia infiammati e incastonati in un collier, prova a immaginare un calore diffuso proprio alle tue di sfere, prova a immaginare che ad ogni saltello qualcuno te le strizzasse come mollica per fare le polpette.Male eh? Bhè più o meno è così.
E poi la pancia, che gonfia, che si modifica. Che se fino a tre giorni fa era piatta come la gazzetta dello sport, oggi, a cinque giorni dal ciclo, pare che tu ti sia mangiata un cocomero intero. Così. Dall'oggi al domani. E se vedi la tua compagna fanculizzare la Marcuzzi e tutti i suoi yogurt, lasciala stare, con qualcuno si deve pur sfogare. Perché noi gonfiamo. (Perché noi valiamo lo dicono solo quelle fighe in tivù). La donna normale a cinque giorni dal ciclo gonfia come una zampogna, ritiene più liquidi di un cammello sahariano, e c'ha la pancia come vuoi uomini prima di fare un rutto. Ecco, a voi passa con la digestione, a noi ci vogliono minimo dieci giorni. E ti dirò di più, caro il mio uomo. In quei giorni lì devi evitare frasi che potrebbero farti ritrovare in breve tempo sulla cronaca nera dei quotidiani, in quanto vittima di una moglie furiosa, tipo:
*“Ma ti sei ingrassata?” La probabilità che tua moglie ti pianti un mattarello tra una tempia e l'altra tipo le viti di Frankestein, è molto alta. Perché, se tu non lo sapessi, in fase premestruale, si possono prendere fino a due kg.Se ti va bene.
*“Perché stasera non ti metti quel bel vestitino attillato che ti sta tanto bene?” Questa evitala. Lo dico per il tuo bene. Tua moglie prima ti fanculizza con triplo carpiato dandoti dell'orbo, poi ti risponderà a denti stretti che il vestito è in tintoria. La verità è che in quel vestito, in quei giorni lì, non c'entriamo, okay? Tira troppo, ti fa l'effetto Laura Pausini coi pantaloni in pelle, ti fa l'effetto lucido tipo foca bagnata, la zip chiede pietà e alla fine non si chiude comunque, chiaro?
*“Ti è spuntato un neo?” Anche questa, tu uomo medio che non vedi manco un paio di pantofole davanti agli occhi e chiedi ancora dopo dieci anni dove sono le mutande, non la fare. Perché è pericoloso.E non si capisce per quale motivo non vedi mai una minchia e in quei giorni lì scopri anche un pelo superfluo albino. Quello che a te pare un neo, è un brufolo con una betoniera di correttore sopra per nasconderlo, va bene? Magari fosse un neo. In fase preciclo anche la pelle ne risente, sfoggiando brufoletti che nemmeno sulla fronte di un adolescente che si chiude in bagno. Quindi evita di fare domande che potrebbero costarti la vita.
Ora ti vedo parecchio interessato, quindi continuo giusto per finire il quadro.
Parliamo a livello psicologico, va bene?
Okay, tu credi di avere davanti a te una donna. In realtà è una iena. Nella fase premestruale, complice la trasformazione fisica, è simpatica e amorevole come un' emorroide. Non a caso, in quei giorni lì, sta sul culo a parecchi. Ma non è colpa nostra, sono gli ormoni che ci giocano un brutto scherzo. Quello che nei restanti giorni ci sembra un sorriso cordiale, in fase pre diventa un pretesto per farci dire “Mi stai provocando?Ce l'hai con me? Vuoi che ti dia un cinquino in fronte?”
Quel vecchietto che ci attraversa tutte le mattine la strada e che ci fa sorridere per la sua claudicante lentezza , in fase pre lo metteremmo sotto, per poi fare marcia indietro per spiaccicargli il salvavitaBeghelli.
Il tuo approccio amoroso, che viene accolto positivamente nove volte su dieci, in fase pre viene rinviato a data da destinarsi. Cioè, non solo non la puoi toccà, ma non ne puoi nemmeno parlà. A cuccia. Buono. Biscottino se ti va bene. La voglia di fare sesso in questa fase è pari alla tua voglia di farti fare la ceretta ai polpacci. Capito il concetto?
Per ironia della sorte, l'apice della voglia matta, tocca dei livelli altissimi proprio durante il ciclo, dove a dare retta, una donna ti sbatterebbe al muro un minuto sì e uno anche. Roba da coraggiose.
E' come se fossimo state tirate con un elastico per poi lasciate andare improvvisamente. E più è dura e in tiro la fase pre, più lo slancio sarà fortissimo. Quindi non lamentarti che ti va pure di culo.Sii solo paziente.
E la donna tornerà a sorridere. Perché per quasi cinque giorni ha nell'ordine:
ululato
abbaiato
ringhiato
e pianto.
Sì, perché leviamo gli ormeggi alle lacrime, siamo piagnone, roba che potremmo commuoverci per la pubblicità del cono algida. Potremmo arrivare a versare copiose lacrime guardando la scena dell'ennesimo matrimonio tra Brooke e Ridge, potremmo arrivare a sussultare di singhiozzi per l'ennesima vittima della signora in giallo, potremmo non trovare ragione di proseguire la nostra vita senza prima aver trovato una cazzo di zattera per salvare Jack in Titanic. Perdiamo proprio la misura.Ma non è colpa nostra, sono gli ormoni, caro mio. Siamo loro vittime, ci sconquassano, ci dilaniano, ci ingrassano, ci traviano, ci gonfiano e ci rompono.
Quindi, caro il mio uomo di ogni età, che ti appresti a intraprendere una vita a due con una donna, sappi che ti aspetta tutto ciò. Almeno per una settimanetta.
Ripeto: sii paziente, ma tanto, quasi quanto noi. Che guarda, saremo anche rompicoglioni una settimana al mese, ma poi passa.
Perché a noi, passa ;-)





domenica 28 agosto 2011

Vespa VS Simo

(Immagine tratta dal web)


Vi ricordate il film di Dario Argento, 'Phenomena'? Dove lei è attratta e amica di tutti gli insetti?Bene. Se lei è amica, io sono la nemica numero uno. Mi ha punto una vespa e sono di nuovo sotto cortisone. Dico di nuovo perché qui era già successo con un ragno.E anche qui di venerdì.Non è che sto giorno mi porta merda?

Ovviamente quando mi ha punto ho pensato “Stavolta sarà diverso, mica è detto che abbia sempre quelle reazioni allergiche della minchia!”

Come no.

Gufata a bestia.

E pensare che da piccola (ero una bestiolina selvatica e selvaggia che giocava con ogni sorta di animale, bruchi compresi) non ho mai avuto ste reazioni. Un po' di ghiaccio e via.

La prima volta che sono dovuta ricorrere a un'iniezione di cortisone è stato otto anni fa, quando in Austria (in ferie, ovvio) mi ha punto un tafano sul ginocchio. Ho aspettato il giorno dopo per andare in una clinica quando ormai non camminavo più e con 156 euro me la sono cavata. Una figata pazzesca:clinica privata in mezzo al verde con dottore a mia disposizione. Tipo...vi ricordate La clinica della Foresta Nera? Quel telefilm anni '80?Paro paro.Ma ne avrei fatto volentieri anche a meno. Con quelle 156 euro ci avrei comprato un paio di sci!

Non so sciare, ma è uguale.Per dire.

Insomma, venerdì mi ha punto una vespa, in piscina.Mentre avevo Alice sulle gambe per due coccole coccolose. La vespa si è insinuata tra il suo culo e la mia coscia, e ha scelto la seconda. Menomale. Quando mi sono sentita pungere ho alzato di scatto la gamba e ho rinviato Alice che manco un calcio di rigore. Come ER medici in prima linea, ho subito messo lo stick all'ammoniaca.

Poi sono andata bellina bellina al lavoro, avevo sì un po' di gonfiore, ma io sprezzante del pericolo, non c'ho badato. Una volta tornata a casa ho visto che la situazione era peggiorata, ma bellina bellina me ne sono andata a letto.

La mattina dopo avevo un collant tutto rosso e bruciante a metà coscia. Figa da paura.

Figa per figa decido di sfruttare questa mia situazione e armata di short inforco la bicicletta e vado alla farmacia più lontana. La più vicina era chiusa,naturale.

Mi avvicino al bancone un po' claudicante e loro si aspettano di vedermi con graffi ed escoriazioni. In effetti potrei sembrare una appena caduta dalla bicicletta.

“Salve. Posso farle vedere una cosa?” sussurro alla dottoressa guardandomi intorno.

Lei mi guarda come per dire “Deve consegnarmi un pacco bomba?”

Fa il giro del bancone e mi viene incontro.

“Ieri mi ha punto una vespa, ma non pensavo che mi facesse reazione. Invece guardi. Secondo lei c'è bisogno di qualcosa?Io sto bene eh? Nel senso, son pure venuta in bicicletta e quindi se si ferma qui va bene”

Riconosco che so spiegarmi come un bimbo di due anni, ma sto arrivando subito al sodo.

Lei mi guarda la gamba e mi fa “Ha già avuto queste reazioni allergiche?”

“Da piccola no, proprio per niente. In vecchiaia sono diventata allergica, uff!...”

“Guardi, non si tratta di vecchiaia...”

Non si tratta di vecchiaia?Che io abbia quasi quarant'anni non c'entra nulla?Ma vieniiiiiiii!!!

“...è che gli insetti, rispetto a decenni fa, sono molto più velenosi e aggressivi...”

Ha detto che la mia età non c'entra nulla!Ma non è fantastico?Magari capita anche alla bella gnocca ventenne con una quarta!

“...infatti vediamo molti più casi rispetto ad anni fa...”

Che poi, voglio dire, a vedermi mica me li dai trentotto anni.Cerco di tenermi in forma. Vè vè vado in bicicletta anche con l'allergia!

Che sta dicendo? Ah sì.

“...quindi io le prescriverei subito una pomata antibiotica e antistaminica. Se non dovesse bastare le consiglio di chiamare il medico per una terapia di pastiglie”

Seeeeeee figurati!Le pastiglie!So' giovane!Ora mi ci spalmo sta cremina poi vedi come mi ripiglio!

Tzè!

Tre ore dopo sono dalla guardia medica.

Tutto il pappiè è quasi il doppio.

Ma non aveva detto che sono giovane, porcaeva?

Il medico di turno (sintonizzato sulle prove del gran premio) aveva voglia di visitarmi come io di farmi una depilazione a secco. Mi visita con un occhio rivolto alla tivù, mi palpa la coscia rossa (sexy come un estintore) e sentenzia “Eh no. Qua ci vogliono gli antibiotici orali e il cortisone. Potrebbe esserci un'infezione in corso”

Ommioddioooooooooo!!!!Un'infezioneeeeeeee!!!Mi vedo già come Gambadilegno!Aiutoooo!!

Okay, stai calma Simo. Hanno detto che sei giovane, perdio!Vuoi che io non superi questa puntura del cazzo? Voglio dì, vespina di merda, ma vuoi la guerra?

Tutta tronfia e cantando “Vinceròòòòò!!” a mo' del povero Pavarotti, mi avvio alla macchina.

Destinazione farmacia nartra volta.

Ieri sera alle otto e mezzo ero già sul divano con gamba sollevata, pastiglie, ghiaccio e pomata. Sembravo Nonna Abelarda. Ci mancava il plaid ed ero a posto.

Visto che gli short mi facevano il solletico proprio lì, ho indossato la minigonna giropassera.L'unica cosa un po' larghina che non mi toccava il ponfo e la pomata. Sexy abbestia. Ho dovuto tenere lontano il Santo a colpi di frusta.

Come no.

Alle dieci e trenta (sarà il cortisone che mi mette tutta sta verve) ero già a letto.

Ho passato una notte a grattarmi manco avessi il circo delle pulci nel letto.Ergo:non ho mai dormito. Il ponfo è un po' più chiaro ed è sgonfiato un pochino, soprattutto da quando ho ripetuto la terapia. Penso che il peggio sia passato.E comunque entro le tre di questo pomeriggio deve passà perché devo dedicarmi allo shopping per il matrimonio imminente. Manca meno di un mese alle nozze di Veronica (una delle mie amiche del corazon) e ancora non c'ho una beata cippa da mettermi. Consigli? Suggerimenti? Che colore va quest'anno?

Chissà che scene oggi. Mezza zoppetta a provarmi vestiti nel camerino con una coscia rossa e calda.Ci sono tutti i presupposti per girare un filmetto hot di serie B con il Santo.

“Amò, oggi dovrai aiutarmi in camerino. Metti che non riesca a misurarmi bene i vestiti per via della coscia calda...” e parte l'occhiolino languido.

“Di caldo hai la fronte. Te la sei misurata la febbre?”

Quando mi resiste mi fa impazzì.


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