No, perché tenere un segreto è un
casino. Io, che sono abituata a dirti anche quante volte vado al
gabinetto, sto proprio male a non dire nulla, soprattutto se sono
belle notizie.
Insomma, come sapete il 28 Giugno sono
andata a Milano. Prima mi era arrivata una mail, poi ho parlato con
la responsabile al telefono, alla fine son partita per questo pranzo
carico di promesse.
Che poi, se vai in gita o a visitare il
Duomo di Milano okay, molto bello, ma se vieni invitata per conoscere
il vicepresidente di Amazon (VicepresidentediAmazon, capite?) ti può
prendere anche un colpo apoplettico. E se ti dicono che lui ci
terrebbe molto a conoscerti, puoi già ordinare una bara di faggio
foderata di raso rosso, perché tanto di lì a breve sei morta.
Carica a pallettoni t'arrivo a Milano
sul tacco 12 rischiando di inciampare ogni tre per due, ma son
dettagli. L'appuntamento è in un grande palazzo che mi ricorda un
palazzo di giustizia, chissà perché. Varco la grande porta a vetri
e davanti a me, alla reception, trovo una gentile signorina che con
tono molto professionale mi dà il buongiorno.
Apro bocca per presentarmi e chiedo di
chi mi ha contattata. Vengo guidata attraverso un cortiletto, intorno
a me solo pareti di vetro e cemento e un'aurea di euforia che non vi
dico.
Dio, mi pare di essere una persona
importante!
Simo, basta. Contieniti, perdio! Mi
scappa la pipì, ho caldo, ho freddo, ho la tachicardia, la
bradicardia e un vescica sul tallone. Ci mancava un'herpes e poi
avevo tutto.
Faccio dieci passi e sono nel quartier
generale di Amazon.
Panico.
Euforia.
In poche parole: avrei bisogno di un
gabinetto.
Mi accolgono facendomi sentire una
regina.
“La stavamo aspettando”
“È un piacere averla con noi”
“Grazie di essere qui, ci tenevamo
molto a conoscerla”
Loro. Conoscere me. Un'ambulanza. Mi ci
vuole un'ambulanza. Subito. Ora.
Davanti all'ascensore conosco altri 3
autori. Ci guardiamo increduli e la domanda che si dipinge sui nostri
volti è:
“Cosa vorranno dirci?”
Quando arriviamo su, veniamo guidati
dentro una stanza dove troneggia la parola Amazon e dove ci aspettano
non solo il vice presidente di Amazon, ma anche il team kindle
italiano, e i responsabili internazionale ed europeo di KDP (Kindle
Direct Publishing).
Na roba da farti rimanere stecchito.
Rimango due secondi impietrita. Il mio sguardo vaga per la stanza
dove vedo un grande tavolo bianco circondato da sedie, il logo Amazon
che occupa metà stanza, un piccolo buffet sulla mia sinistra e facce
sorridenti che aspettano che io mi presenti.
Come bisogna presentarsi?
In italiano?
In inglese?
Credo di avere la faccia immobile come
una statua di gesso e rivoli di sudore che mi scendono lungo le
braccia, grazie all'ascella commossa. Voglio fare bella figura, cerco
di darmi un tono, vorrei sembrare quanto meno professionale visto il
parterre che ho davanti, ma ovviamente, e come sempre, non ci riesco.
Bando alle ciance, io sono la Simo.
Orgogliosa e felice di essere come sono: spontanea, alla mano,
schietta, incosciente e un filino pazzerella. E se sono qui, forse è
anche grazie a quello. E quindi la vera parte di me, prende il
sopravvento, mettendo la riservatezza e la timidezza, dove sono
sempre
state:sotto i piedi.
A quel punto, vittime un po' tutti di
un leggero imbarazzo (visto che non ci conoscevamo) son partita in
quarta e zompettando come una lepre che ha sniffato cocaina, mi son
messa a stringere le mani “Piacere, Simona!”
“Piacere, sempre Simona!”
“Piacere, non ci crederà, ma sono
sempre Simona!uahuahhauahha!!”
Li ho visti ridere anche se avranno
pensato “Che abbiamo fatto di male noi per meritarci questa?”
Ho esordito anche con il poco inglese
che so “Nice to meet you!”
“Thank you!”
“Sorry.I don't speak english very very very
well”
Insomma, le solite frasi di
circostanza.
Dopo averci esortato a servirci al
buffet ci hanno chiesto di accomodarci. Siamo rimasti tutti immobili
tipo belle statuine fino a che io non mi sono accaparrata una sedia e
mi son piazzata alla tavola rotonda. Se dobbiamo cominciare, che si
cominci! Man mano tutti hanno preso posto e chi si mette accanto a
me? Proprio lui, Nader Kabbani, il vice presidente Amazon. Eccoallà.
ViciniVicini, come direbbero a
Striscia.
Avete presente le riunioni dei pezzi
grossi nei film americani? Dove sono tutti riuniti a un tavolo
grandissimo occupato solo di fogli, bicchieri e bottiglie d'acqua?
Dove, attraverso le pareti di vetro, si scorge lo sky line di New
York? Dove spesso a quel tavolo si parla di cose grosse, promozioni,
lanci di prodotti, progetti e marketing? Ecco, pareva di essere lì e
invece di New York era Milano. Ma la mia sensazione è stata la
stessa. Quattro scrittori esordienti, validi in Italia e
potenzialmente esportabili all'estero, invitati in quel contesto
grazie al numero di copie vendute. Grazie al primo posto ottenuto
nella classifica di quattro categorie ben distinte.
In poche parole: da morire.
Kabbani poi ha preso parola e ci ha
ringraziato di essere lì, si è sentito onorato di conoscerci
(figuramoci noi!) e ci ha chiesto uno per uno di parlare del nostro
romanzo e dei nostri progetti. La palla l'hanno data subito a me (te
pareva?) ma io dribblando che manco Platini ai tempi d'oro, l'ho
lanciata a un altro autore generando l'ilarità collettiva. Se
bisogna farsi conoscere è bene che sappiano di che pasta (idiota)
sono fatta, nevvero?
Poi Kabbani è tornato a me “Adesso
mi parli lei del suo romanzo, del suo approccio all'autopubblicazione
e dei suoi progetti” Ha smistato due fogli e ho fatto finta di non
notare che davanti a sé aveva la mia scheda autore
E son partita, anche se mi fa strano
parlare del mio romanzo davanti a una tavola che mi ascolta in
silenzio. Ho raccontato della mia esperienza, della mia soddisfazione
di essere arrivata, grazie a libro, proprio lì e dei miei progetti
futuri. Il mio discorso veniva tradotto mano a mano che le parole
uscivano concitate dalla mia bocca ed è stato fortissimo sentire il
mio discorso riportato in inglese.
E ho parlato anche di voi. Davvero. Del
magnifico gruppo che si è creato intorno a questo blog e su FB . E
sapete perché?
Perché a una notizia di Kabbani ho
esclamato “Le mì bimbe ne saranno felicissime!” e subito dopo
“Presto, i sali!!”
E sono felice anch'io di annunciarvi
che Il Male Minore sarà disponibile a breve in formato cartaceo.
Lo potrete ordinare sempre su
Amazon ma vi verrà spedito a casa
tutto bellino rilegato.
Non solo. Se proprio amate girovagare,
tra non molto magari, lo potrete trovare sugli scaffali delle
librerie.
Infine, sarà possibile anche
autopubblicarsi in versione audiolibro.
Insomma grandi progetti, grandi cose e
novità (queste sono solo alcune), delle altre magari vi parlo più
avanti perché ce ne sono delle belle.
Oggi il mio nome è su Il corriere
della sera,
e qui l'articolo di Kabbani riguardo al nostro incontro e
qui il video della sua intervista.
E niente, sono contenta matta. Davvero.
La ciliegina sulla torta è arrivata questa mattina insieme a Il
Corriere. Ho tirato le somme della promozione del libro che lo vedeva
gratuito da martedì a ieri: in cinque giorni sono state scaricate
quasi mille copie. Mille. E quando dico quasi vuol dire che ci manca
davvero una manciata di libri. Sono strafelice di avervi permesso di
leggerlo gratuitamente e sono strafelice di leggere le vostre
recensioni, private e pubbliche. Grazie. Veramente grazie infinite a tutti.
E magari a qualcuno non sarà piaciuto,
magari è un libretto, magari...bho, non so.
Però per me, per come la penso e la
vivo io, questo è un gran risultato. E non solo per me, ma anche per
la mia famiglia. Perché vedere il Santo emozionato attendermi alla
stazione mormorando “È la mì moglie!!!” non ha prezzo.
Ora scusate, vado a togliere il
quotidiano caduto sul pavimento prima che Charlie faccia la pipì
sulla pagina dell'articolo.
Perché, nonostante tutto, in casa mia
non cambia mica nulla, eh?