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giovedì 12 novembre 2015

Pilates: questa disciplina non s'ha da fare


                                                                                     Foto da: http://www.oriente-occidente.it/


Tu, donna o uomo che mi stai leggendo, fai Pilates?
Bene, sappi che ti stimo tantissimo. E ti invidio. Ma tanto. Sei probabilmente una persona calma, riflessiva ed equilibrata.
Io no, infatti ieri ho avuto l'ennesima sconfitta.
Per via degli incastri sminchiati della giornata, ieri sera mi sono ritrovata a scegliere il corso di Pilates per non saltare la palestra a metà settimana. Per me era la prima volta e come tutte le prime volte parto piuttosto convinta e positiva per alcuni punti. Punto primo: per alcuni fastidi che ho alla schiena Pilates me lo hanno consigliato in dodicimila quindi ero carica. Punto secondo: la coach che insegna Pilates è la stessa che insegna il mio corso di Total Body quindi una persona preparatissima, che conosco, che adoro, che mi fa divertire e che sa il fatto suo. Ero in una botte di ferro. Punto terzo: se lo fanno in tanti deve essere ganzo abbestia per forza.
Punto quattro: mi sono addormentata.
Giuro.
Allora: Pilates è una disciplina bellissima, a mio avviso, ma che non possono fare tutti. O quantomeno, per farlo, ti deve piacere, perché se non ti piace lo fai male e se lo fai male non sudi e se non sudi vuol dire che lo fai male. Non se ne esce.
È una questione anche di passione, secondo me. Se una cosa mi piace e voglio farla non ce n'è, io la imparo. Ho imparato a cucire a macchina seguendo mia madre, ma più che altro spinta dalla passione. Così come ho imparato a dipingere, disegnare, fare dolci, scrivere e pure alcuni lavoretti di muratura per la passione che ho verso casa mia. E per Pilates io la passione non ce l'ho. Non è scattato il colpo di fulmine, non è la disciplina che fa per me. Semplicemente.
Una delle maggiori difficoltà che ho incontrato sono state la respirazione e la concentrazione. Siamo stati un'ora a inspirare...espirare...inspirare...espirare...inspirare...espirare. E niente dopo due volte ho cominciato:
-a canticchiare una canzone
-grattarmi il naso
-pensare “Tho! Guarda che bella tonalità di arancio la maglietta di quella lì!Chissà dove l'avrà comprata.”
-pensare di farmi fare il doppione del cd che stavamo ascoltando.
-pensare: Concentrati Simo. Concentrati concentrati concentrati concentrati...E questa unghia scheggiata? Quando me la sono rotta, maledizione?
-pensare: Devo stare zitta devo stare zitta devo stare zitta devo stare zitta devo stare zitta... “Ehm, scusate, ma a voi non ghiacciano i piedi?”
-fare mentalmente la lista della spesa di stamani “Allora...il latte, i biscotti, lo scottex...a proposito di scottex, dove l'ho messi i buoni sconto? Vuoi vedere che l'ho persi? Ma no, li ho messi in borsa. Sì, ma quale borsa avevo l'ultima volta? Quella nera? Mmh...forse sono nella tasca interna dove ho messo pure il numero di telefono del medico per mamma. Oddio! Non avrò mica perso pure quello! Mi' madre m'ammazza!”
“Simo, stai respirando male.”
Cazzo, non sto proprio respirando, ho trattenuto il fiato inorridita dall'avere perso un numero di telefono importante. Voi non potete capire, è na tragedia!
Insomma, un gran casino. Non riesco a fare miei tutti i punti principali di questa disciplina, tipo: (fonte wikipedia)
*La concentrazione: massima attenzione e concentrazione in ogni esercizio, la mente deve essere il supervisore per ogni singola parte del corpo.
Bene, non vorrei dirlo, ma il mio unico neurone fa già fatica a gestirsi da solo figuriamoci il resto del corpo.
*Il controllo: controllo su ogni parte del corpo, non si devono effettuare movimenti sconsiderati e trascurati
Odio ribadire un concetto ma ho fatto esattamente questo. E di gesti sconsiderati sono la campionessa, scusate se è poco.
*Il baricentro: visto come centro di forza e di controllo di tutto il corpo.
Io non ho un baricentro, io ho un gran casino. Roba che quando ho provato a fare il test alla Wii Balance mi è stato risposto "Smettete di fare i cretini e montate uno alla volta.
*La fluidità:questo principio è la sintesi di tutti i concetti precedenti.
Risposta di Simo: non pervenuta.
*La precisione: ogni movimento deve avvicinarsi alla perfezione, un lavoro a circuito chiuso dove l'insegnante deve avere continui feedback dall'allievo.
Non so voi, ma la prima parte del discorso a me spaventa da matti.
*La respirazione deve essere sempre ben controllata.
Allora procuratemi un cecchino che mi punti un fucile in mezzo alla fronte, perché solo sotto minaccia forse ce la faccio.

Insomma, come avrete capito, la respirazione va a farsi fottere, la testa pure e, principalmente, mi annoio a morte. I movimenti lenti, di concentrazione, di sforzo anche, non fanno per me. Quelle tre volte alla settimana che vado in palestra io ho bisogno di sudare copiosamente saltellando come una gazzella a ritmo di musica. Io mi scarico solo se duro fatica, se mi muovo, e soprattutto se rido e chiacchero. Da questo si evince che Pilates è l'ultima cosa che posso fare. Ho sbadigliato diciotto volte e non ho fatto NULLA di quello che mi è stato chiesto. E quel poco che ho fatto l'ho fatto MALE.
Me ne sono resa conto subito e se ne sono resi conti pure gli altri perché quella accanto a me faceva la spia alla maestra:
“Eh, ma lei sta respirando male! Guarda che devi fare così! Ci credo che non provi fatica, stai sbagliando tutto! Coach, guarda? Vedi che fa il movimento sbagliato?”
Ora. Già l'approccio non è stato idilliaco. Già che respiro a cazzo di cane di mio e dovresti sentirmi la notte quando rantolo con la bocca spalancata e la bava alla bocca e quindi mi ci vorrebbero diecimila lezioni per imparare a farlo bene. Già non mi sta piacendo con questi movimenti lenti che non faccio manco la mattina appena sveglia per stirarmi. Già con questo inspira ed espira che sembriamo tutte in sala parto pronte a sparare il pupo nelle mani dell'ostetrica, mi sento deficiente. Già non riesco a concentrarmi perché sto pensando a come ucciderti senza lasciare tracce se continui a rompermi le palle, voglio dire... stai zitta. Chetati. Concentrati per i cazzi tuoi. Non fare la spia che poi non sei figlia di Maria, non sei figlia di Gesù e domani non piove più. Eh.
Quindi, fatto così, non mi serve a niente. Per avere benefici dovrei eseguirlo correttamente ed essere predisposta a collaborare. Ma io non ragiono di testa, ragiono col core e il core mi dice che sono una persona casinista, inquieta e con problemi di concentrazione (soprattutto se una cosa non mi piace). Mi hanno pure detto che non solo mi farebbe bene alla schiena, ma anche alla mente perché imparerei a gestire la respirazione (fondamentale per un buon equilibrio psicofisico) e le mie emozioni. Peccato che per fare tutte ste cose io mi rompa semplicemente i coglioni. Bon.
Ovvio che è una tacca su “Le cose che non mi riescono,” e non ne vado certo fiera, ma ho fatto pace col cervello da un po' e riconosco i miei limiti.
In breve: se mi dovessero consigliare questa disciplina per i problemi di schiena che ho, il mio approccio sarebbe lo stesso come se dovessi prendere una medicina: non mi piace ma devo farlo.
E chissà perché mi viene in mente una supposta.


martedì 3 marzo 2015

Ci sono giorni in cui


(Foto https://www.facciabuco.com)



Ci sono giorni in cui mi alzo la mattina, mi guardo allo specchio e mi vedo figa. No, aspe': dopo colazione, un po' di trucco e parrucco. Quindi dicevo: mi vedo figa. Ammiro i miei capelli che alla soglia dei 42 anni non hanno bisogno di tinte, la pelle tirata e senza rughe, la bocca turgida e un naso niente male. E ci sono giorni in cui, nonostante un restauro durato quanto l'era glaciale, io mi vedo un cesso a pedali. Quei quattro capelli bianchi in croce che tengo mi sembra che luccichino e splendano di luce propria e mi sento a un passo da sembrare Crudelia de Mon. Vedo distintamente le rughe intorno agli occhi soprattutto se rido (e subito li sgrano sorpresa alla 'Porcatroia!' per vederle scomparire), la bocca mi sembra vuota e sgonfia come la borsa dell'acqua calda che giace in garage e il naso mi ricorda Bartali “L'è tutto da rifare!”

Ci sono giorni in cui esco di casa truccata, ben pettinata, con tacco 12 e un abitino perfetto per un red carpet o una prima a La Scala, solo per andare dalla fruttivendola o a prendere il giornale. Così, perché mi va. E ci sono giorni in cui gli appuntamenti richiederebbero un abbigliamento adeguato (visite mediche, incontri di lavoro, feste e cerimonie) in cui avrei voglia di presentarmi in pigiama, ma opto per una tuta. Solo perché il pigiama è troppo leggero. E “No, gli stivali di gomma con i quali vai nell'orto, non vanno bene.” Ovvio che in quel frangente in cui tu'nonna con la sciatica in confronto a te sembrerebbe la Bundchen, tu incontri la qualunque.

Ci sono giorni in cui una battuta su di me mi fa scompisciare dalle risate tanto da metterti la fascia come Miglior amico dell'anno. Davvero, sei forte. Ti voglio bene un casino.
E ci sono giorni in cui la stessa identica battuta te la farei ingoiare aiutandomi con una vanga con la quale ti percuoterei per oltre otto ore consecutive fino a che non stramazzi a terra. Morto, possibilmente.

Ci sono giorni in cui agguanto la motosega e mi depilo con dovizia. Estirpo il pelo alla radice, lo minaccio e mi prometto che mai più e mai poi, le mie gambe assumeranno l'aspetto di una foresta di mangrovie. E ci sono giorni in cui, anche se non mettessi le calze, potrei benissimo uscire con i miei pantaloni a frange naturali e mi sentirei a mio agio comunque.

Ci sono giorni in cui mi spalmo la crema anticellulite, antirughe, antietà, antiritenzioneidrica, antinestetismi, antitutto con una convinzione tale che già dopo la prima spalmata mi sento asciutta, liscia e levigata come il culetto di un bebè dopo il bagnetto. E ci sono giorni in cui, aprendo lo sportello del bagno, mi cascano tra le mani diversi tubetti e barattoli scaduti che io guardo borbottando “E questa cosa è? Crema che fa sparire la cellulite in tre settimane? Ma che cazzata!” e via, la frullo dalla finestra.

Ci sono giorni che vado in palestra con una carica pazzesca, sentendomi Jane Fonda nelle videocassette anni '80 di ginnastica tonificante. Una bomba. Tonica. Scolpita. Soda. In una parola: figa. E pronta ad affrontare 59484 ore di allenamenti estenuanti. Anzi, rinnovo pure l'abbonamento per i prossimi vent'anni.   E ci sono giorni che al solo pensiero di recarmi in palestra mi provoca un attacco di depressione. Figuriamoci alzare un alluce o far roteare un mignolo. Staccarmi dal divano e dal plaid potrebbe provocare un danno permanente al mio stato psicofisico. Che, voglio dire, è già molto compromesso.

Ci sono giorni in cui mi vedo magra. Semplicemente. Ventre piatto. Culo giusto. Cosce a posto. Non ho niente di cui lamentarmi. Avanti così, bella de mamma.
E ci sono giorni in cui, mangiando la focaccia con la salsiccia, bofonchio “Mmh...sì, dovrei mettermi a dieta. Gua', guarda che rotolini.” E allora vedo i maniglioni antipanico, i cuscinetti adiposi, la pelle a buccia d'arancia, le braccia gonfie, la pappagorcia all'Enrico VIII e i polpacci alla Rummenigge.

Ci sono giorni in cui un abito o un paio di pantaloni mi entrano al volo. Questi indumenti mi scivolano addosso che è na bellezza. Fatti su misura. Valorizzano il mio corpo. La zip sdrucciola via che sembra pagata e i pantaloni dio come si chiudono bene. Va là. In formissima la Simo.
E ci sono giorni in cui gli stessi indumenti pensi si siano ristretti nottetempo perché non ti entrano manco per il cazzo. Manco se preghi in sanscrito. Manco se ti affidi a una sarta. La zip non sdrucciola, ma caraccolla. Si inceppa. Si accascia e non se move. Ferma lì la bastarda, se la tiri indietro ti agguanta la ciccia facendoti vedere le stelle, se provi a tirarla avanti muori asfissiata dal trattenere troppo il respiro. E se ci riesci, a tirarla tutta su dico, cerca di non muoverti troppo che potresti sembrare l'incredibile Hulk quando diventa verde: strappi qualsiasi cosa.

Ci sono giorni in cui semplicemente siamo in preda al ciclo, agli ormoni, agli umori dettati da chi ci circonda, a una fame atavica, a un sana malinconia mista scazzo o una sacrosanta infingardia mista a pigrizia.
E ci sono giorni in cui basta una parola, una telefonata, un complimento, un sogno erotico, un buon libro, un bel film, una frase carina, una aggrovigliata lotta tra le lenzuola o semplicemente il fatto che ci sia il sole e che sia quasi primavera, o che sia giorno di stipendio o l'aver visto una borsa di Prada scontata del 70% , che tutto ci pare più bello, roseo, alla nostra portata. E in quel frangente saltelliamo felici che manco Bambi nel bosco.
Prima che gli ammazzino la mamma.
Ecco, appunto.




martedì 21 ottobre 2014

Il reggiseno del vero amore





Sì, avete letto bene: il reggiseno che si sgancia da solo, solamente se c'è vero amore.
Che questa frase a me ricorda molto Shrek, tipo bacio del vero amore, quelle robe lì.
Ora vi spiego: praticamente hai su questo reggiseno che contiene un dispositivo proprio all'altezza del cuore ed è collegato al cellulare tramite un'App. L'App riceve l'impulso che il tuo cuore batte forte (ergo: sei innamorata) e si sgancia da solo offrendo le tue poppe al fortunato.
Ora, avrei da dire giusto due o tre cosette su questa roba.
Cominciamo col dire che io per esempio avrei un casino di difficoltà, perché se il Santo mi zompa addosso dopo una serata in cui siamo usciti, io dentro al reggiseno c'ho 3 kg di cotone. Il tubino nero sennò mi torna male sul davanti, capisci? Quindi metto il ripieno e il mio cuore non capta una beata minchia, quindi hai voglia di pastrugnare.
Poi: metti che una esce con uno sgorbio ma l'ultima volta che ha visto un uccello è stato nell'83 durante Super Quark nella puntata dedicata alle quaglie,  e le partono comunque le fregole. Ovvio che non è innamorata, le è solo partito l'ormone. Metti che a casa di lui, sul più bello, parta sulla televisione a 85 pollici la pubblicità della nuova borsa di Hermés con uno sconto stratosferico. Roba che bisogna approfittare subito sennò quando la ripigli a quel prezzo. Ecco, caro il mio sgorbio, in quel frangente il reggiseno non si sgancia, parte proprio a mo' di razzo e ti prende in pieno sulle gengive, io te lo dico. Una donna davanti a uno sconto di una borsa firmata non solo si innamora ma va in fibrillazione, quindi il cuore ha circa 8000 battiti al minuto e no, non è amore. Almeno non per te. Per la borsa. Quindi sta cosa, cari scienziati, è poco gestibile.
Poi ci può essere che il lui in questione ti scopra subito, del tipo “Andiamo a casa mia?” Con tanto di occhiolino. E se lui somiglia vagamente a uno spogliarellista, a te si sgancia non solo il reggiseno ma pure le mutande e non è bello che lui ti faccia “No, guarda, non ci siamo capiti. Ti porto solo ad assaggiare la parmigiana di mi' madre”. Immaginate la figura di merda. Così, scoperta subito. Ennò.
Poi c'è un'altra questione: togliete la poesia del momento. Cioè, è bello spogliarsi no? Anche se non sei Kim Basinger e non hai uno straccio di veneziana. E lasciarsi spogliare, ovvio. A meno che tu non abbia a che fare con un uomo che per sganciarti il reggiseno impiega lo stesso tempo che impiego io a risolvere un'espressione matematica, direi che fa tutto parte del gioco. Ci sono uomini così esperti che addirittura sganciano il reggiseno con uno schioccar di dita, con un click, manco tu fossi un link su Facebook. Poi ti tagga e ti condivide pure. Quindi in questo frangente è pure inutile.
Ci sono casi in cui non si sgancia per nulla, perché magari il gancino è arrugginito o al momento dell'attacco lo hai agganciato alla trina invece che nell'apposito buchetto. In quel caso l'uomo può andare in tilt e preso dalla passione te lo tira su e te lo sfila dalla testa. A volte lo fa con talmente tanta foga che rischia di strapparti testa e capelli, ma son rischi che per amore si corrono volentieri.
Devi solo assicurarti di togliere lo scalpo dal tappeto prima che il gatto tenti di accoppiarcisi.
Altra scena: lui sa che indossi sta minchiata e va sul sicuro. Sa che sei innamorata e che il tuo reggiseno si aprirà come le acque davanti a Mosè. L'aria nella stanza è talmente calda che pare di stare all'inferno, lui ti si struscia addosso, annaspa nemmeno fosse asmatico ma il tuo reggiseno non intende aprirsi. Tu preghi che si apra. La finestra. Preghi che si apra la finestra con una folata di vento perché rischiate di morì di caldo. Non solo: ti viene in mente che in una stanza assolata con 45 gradi all'ombra stesa sul letto è figa solo la Bellucci nella pubblicità del profumo di Dolce & Gabbana. Te no. A te si appiccicano i capelli alle tempie e i peli del pube ti si arricciano che pare tu stia partorendo Riccardo Cocciante.
Comunque.
“Embè?” fa lui, leggermente scocciato.
“No, ma ora s'apre” fai tu come se fossi a teatro e aspettassi di vedere il sipario spalancarsi.
“Si sgancia da solo se sei innamorata!” continua lui con fare accusatorio mentre la passione scema. Tu nel frattempo dai un'occhiata nei bassifondi e ti accorgi che non scema solo quella.
“Ma no! Si sarà inceppato. Ma ti pare!?” Provi a difenderti.
“Aveva ragione lui quando mi diceva che non sei innamorata di me!”
“Lui, chi?”
“Mio fratello!”
SDENG! Aperto. Poppe al vento come se non ci fosse un domani. Se pronunciava anche il nome pure i lacci delle mutande si aprivano scodinzolando come cagnolini. E ti scoprono. Perché al cuore non si comanda.
No, ma vi rendete conto che prova d'amore è questa qui? Non c'è macchina della verità che tenga. Se sei innamorata non ti si aprono solo le gambe ma ti si deve aprì pure il reggiseno con un botto. Roba che se lui è troppo vicino gli cavi gli occhi.
Tutto questo con un cellulare e un'App che se per caso ti si inceppa, minimo ti esplode addosso come un petardo.
“Allora, Mario? Luisa è innamorata?”
“Non so, è saltata in aria.”
Vorrei terminare dicendo che Meg Ryan ci ha insegnato che alcune donne fingono l'orgasmo talmente bene da meritare un premio Oscar e qua, scienziati puppologi, vi illudete che questo aggeggio si sganci solo se il cuore dice che è amore vero.
Mapperpiacere. Voi non avete idea, ma non avete idea, di cosa può arrivare a farvi credere una donna, soprattutto quando ha un uomo infoiato davanti.
Una donna, spogliata all'improvviso, senza quel necessario avvertimento di accoppiamento che torna sempre utile soprattutto nei mesi invernali, è capace di farvi credere che i peli che vedete sulle sue gambe non sono altro che un effetto ottico in 3D dovuto ai vostri neuroni specchio, e non una foresta di mangrovie da abbattere con la motosega.
E se una donna è capace di questo, il dispositivo dell'amore vero se lo mette in bocca, lo mastica e vi ci fa un origami a forma di M.
M di Minchioni.






giovedì 16 ottobre 2014

Shirley Temple de noattri

Da piccina parevo Shirley Temple.
No aspè, non ero così bellina, c'avevo i capelli a Shirley Temple, tutta ricci o boccoli. Poi crescendo mi son sciupata, in generale, capelli compresi, ma questo è un altro discorso.
L'altra sera mentre ero intenta a documentarmi su internet sulla scissione dell'atomo per una relazione che devo presentare a breve (Leggasi: cazzeggiare su FB), mi imbatto per puro caso su un video postato da un'amica (che manco mi ricordo chi è) che parlava di capelli. Apro il link, che mi rimanda su you tube dove mi si spalmano davanti tutorial per fare tremila pettinature in meno di dieci minuti. Mi si è aperto un mondo pilifero. A quel punto non guardo nemmeno più il video incriminato ma il mio sguardo volge a destra dove c'è tutta quella sfilza di videini uno sotto l'altro che sono il male. Ti incantano, ti stordiscono, ti ubriacano e ti fanno esclamare cose tipo “Voglio farmi i boccoli!” alle undici di sera mentre tua figlia e tuo marito sbavano di sonno sul divano. Pura poesia.
Guardo questo video di Clio (ammetto che, data la mia ignoranza, poteva essere anche Cleo, Cluo, Flua, Nina, Pinta o Santamaria) dove spiega come fare i boccoli (o riccioli belli definiti) in una sola mossa. Facile, indolore, con poco stress per i capelli. Basta una fascia e via. Vai a letto liscio come un levriero afgano e ti svegli che pari un barboncino incazzato. Perfetto.
Il giorno dopo ho costretto il Santo per le vie della città alla ricerca di una fascia adatta, perché quelle che avevo in casa non andavano bene. Erano troppo alla moda e traforate. Se avessi usato quelle, la mattina avrei avuto un bassorilievo artistico in fronte da permettere a Vittorio Sgarbi di farci dieci puntate di storia dell'arte.
L'ho trovata ovviamente subito e a poco prezzo.
“Che ci devi fare? Mica l'ho capito.”
“I boccoliiii”
“E come fai, scusa? Ma non erano meglio i bigodini?”
“Eh, ma con i bigodini mica ci posso dormire!”
“Fammi capì: te stanotte ti bardi e dormi con la fascia?”
“Fidati amò, tranquillo che domani son tutta carina e boccolosa!”
La sera li preparo: li spazzolo per bene, ci metto un po' di siero per ricci, li divido in 5 ciocche, mi metto la fascia in fronte, infilo le ciocche dentro, mi guardo fiera allo specchio e...sembro Rambo.
Dopo l'incidente.
Dio, non mi si può guarda'.
Davanti sembro Rambo che imita la principessa Leila di Guerre Stellari, grazie a due girelle di capelli sopra le orecchie. Dietro sono un misto tra una fanciulla dell'ottocento e un nido di cicogna.
Ridicola, son ridicola. Il mio motto però sapete qual è: chi bella vuole apparire un po' deve morire. Di vergogna. Insomma, esco dal bagno molto tronfia perché so che il giorno dopo sarò molto faiga, e sfoggerò i miei boccoloni con molta sicumera.
“Andrea, guarda come...”
“AAAHHHHHHHH!!!” Andrea ha fatto un salto degno del miglior primato del salto in alto. Nemmeno avesse visto la bambina dell'esorcista. Ci mancava solo che si poggiasse una mano sul cuore e si accasciasse e poi eravamo a posto. Esagerato.
“No, cioè, ndo vai te così?”
“In casa!”
“E vorrei vedere! E quanto la tieni sta roba?”
“Tutta la notte, caro.” A quel punto mi son messa a limarmi le unghie con aria di sufficienza.
“Stai scherzando.”
“Mai stata così seria.”
“E vieni a letto così”
“Esatto”
Poi ha scosso la testa e si è messo a ridere. Non a sorridere, a ridere proprio. Molto ridere.
Dio, che nervi. Cioè, ma non capisce proprio. Io domani sarò stupenda e lui ride. Ride dei miei capelli, che ora sì, magari sono un po' strambi, ma bisogna essere avanti e immaginarsi il dopo. Bisogna essere lungimiranti, perdio!
Tzè!
Comunque vado a letto con sta cofana e ci dormo bene, a dire la verità. Credo che la fascia sia rimasta al suo posto 40 minuti, poi è scivolata non so dove perché come sapete io dormo molto precisa, no? (Se volete sapere come dormo leggetevi questo). In pratica ho rischiato di strozzarmici.
La mattina ci svegliamo e il Santo ha le lacrime, ma non di commozione. Continua a guardarmi e a ridere e non so come si permetta visto che... AAAHHHHHHH!!!!
OMMIODDIO! Mi guardo allo specchio e sembro Einstein quando fa la linguaccia. In quel momento sono tentata di denunciare Clio, perché non può avermi ridotto così. I miei capelli sono un ammasso informe e non capisco più cosa ho infilato dove.
Ma dopo aver trovato la fascia e sfilata...TA- DANNNN!!! I boccoli come per magia. Tanti bei boccoletti super elastici bellini bellini che ondeggiavano divinamente.
Ah ah ah, caro il mio Santo!
Sono andata in cucina sculettando in mutande fiera dei miei boccoli e sono inciampata nel gatto. Poco poco che non mi pianto nella credenza.
“Ma daiii!” fa lui, colpito.
“Visto? Belli vero? E solo indossando una fascia!”
Stupendi e i miei boccoli mi sono durati, quanto...due ore e un quarto? No aspettate, mi sbaglio. Che sciocca. Mi son durati un'ora e dieci. Secondo più secondo meno.
Dopo un'ora e dieci c'avevo una capigliatura moscia, ma così moscia che sembrava mi avesse masticato un alano. Fatto tutto per niente. Non mi dura. O ci metto il cemento armato o i miei boccoli mi si sboccolano in due ore. Da effetto fisarmonica a effetto arpa sminchiata: di una tristezza unica. Ma non demordo, riproverò fino a che non mi chiameranno la Shirley Temple della Toscana. E allora lì riderò io. Ah ah ah! E il Santo si ricrederà!

p.s. Raga, io non lo so, ma sarà l'avvio alla menopausa che fa fare ste cose a bimbeminchia?





martedì 29 luglio 2014

L'insonnia stagionale

Io c'ho l'insonnia stagionale.
Un'insonnia che mi prende solo nel periodo estivo e a fasi alterne: a volte ce l'ho, a volte non ce l'ho, maremma addormentata.
Nel periodo estivo, dove a regola (visto che Alice non ha scuola) potremmo dormire di più, io son sveglia come un grillo.
Ci sono sere che fatico ad addormentarmi e che, visto che sono sveglia come se avessi ingurgitato litri e litri di caffeina, mi piacerebbe intavolare una discussione col Santo sul perché degli esseri viventi, la scissione dell'atomo, o del motivo che ha spinto Romina Power a ritornare a Cellino da Albano. Non lo sapevate? Ora sì. Va là che belle notizie che vi do.
Ci sono sere che invece, dopo aver letto due pagine di un libro, crollo sul letto a tappeto d'orso. Morta. Poi all'improvviso mi sveglio e mi dico “Oh che meraviglia! Come ho riposato bene! Devono esser le nove!” Sono le due. Di notte. Una verve che manco una ballerina brasiliana e due occhi sgranati che nemmeno una civetta.
E allora mi giro e mi rigiro come una fetta panata nell'olio bollente. Spessissimo mi alzo, girottolo per casa come una pazza per poi riappisolarmi sul divano. A volte mi basta mezz'ora e torno a letto trascinandomi il cuscino dietro come fa Linus con la sua coperta e con un'espressione che sembro appena uscita da un centro di igiene mentale. Mi butto sul letto e bon. Dormo. A questo punto mi chiedo se soffro di sonnambulismo vigile, tipo che per riposare bene e riaddormentarmi ho bisogno di una giratina.
Ho provato con la camomilla. Non mi fa una beata mazza, anzi mi costringe ad alzarmi per fare pipì, quindi mi sveglio comunque, mi incazzo e siamo punto e da capo.
Ho provato a contare le pecore: arrivo a dodici poi mi stufo. Senza considerare che non posso fare a meno di farne inciampare qualcuna, buttandola a gambe all'aria. Grasse risate nel cuore della notte. Non s'ha da fare.
Ho provato a leggere molto, per stancarmi. Seeee. Se il libro soprattutto mi prende ci rimugino fino alla mattina. Peggio.
Le posso provare tutte, ma finché non tocchiamo l'autunno è così. Io so cosa è, maremma periferica!
Ricordate questo post? Dove vi raccontavo di essere andata dall'angiologo per problemi di circolazione a una gamba che io credevo dipendesse dalle vene e invece era solo l'alluce valgo?
Ecco, è lì il problema. D'estate le gambe mi gonfiano come due zampogne, e questa, quella con l'alluce che va per i cazzi suoi, mi dà fastidio più del solito, e la notte c'ho la smania. Perché se la gambina non mi dà noia, io dormo serena. Si fa per dire.
Anche qui ho adottato degli stratagemmi tipo: mettere un cuscino in fondo al materasso in modo che le gambe siano un po' sollevate. Ma così facendo c'è il rischio che mi vada troppo sangue al cervello (che non c'è abituato) e mi metto a fare sogni sminchiati tipo che mi sogno l'omino della conad che mi dice “C'ho da andà a raddrizzà gli zucchini e a mettere in fila i tetrapak del latte della lola” o mi sogno Marzullo che mi dice “La vita è un sogno o sono i sogni che aiutano a vivere meglio?”. Io gli rispondo “Malevatidalcazzo!” tutto attaccato, lui evapora come acqua in una sauna e mi sveglio maledicendo Marzullo e i suoi aforismi di merda.
Non è una questione di caldo in camera da letto. A parte che quest'anno pare autunno e quindi caldo de che, e poi ho il climatizzatore. Acceso, spento, un po' acceso, un po' spento...la situazione non cambia.
Avete rimedi efficaci? Consigli da darmi? Erbe miracolose? Pratiche di rilassamento valide che non comprendano cinquanta sfumature de sta ceppa (perché fin lì ci arrivo anch'io)?
Grazie per tutto quello che mi consiglierete.
Ah, dite che ci vuole uno bravo.
Ok, fuori il numero.

lunedì 28 aprile 2014

La dieta della tazza

Sono dimagrita tre kg in 5 giorni.
Davvero.
Na roba che se continuo così, paro Morticia. Pensate che abbia fatto una dieta miracolosa? Di quelle che si vedono i link su FB? Quelle sconosciute a Galeazzi, Costanzo e Valeria Marini?
In qualche modo sì, ho fatto la dieta della tazza. La tazza del cesso, perché ho preso l'influenza che ti fa avere con lei  incontri ravvicinati del terzo tipo.
Che poi, voglio dire, la posso io fare facile come tutti? Il mondo, dico il mondo, quando ha sto simpatico virus che gira in corpo come un criceto sotto anfetamine, riesce, anche se sta di merda, a gestirlo un attimo.
Ti fai le tue belle giratine tra cesso e bidet ed è fatta. Liberi qualcosa di te nel tubo di scarico ed è finita.
Io no.
A me non piace vincere facile ponzi ponzi pom pom pò.
Io c'ho da svenì. Io non rilascio manco le dichiarazioni o il numero di telefono, figurati se rilascio qualcosa di mio alla tazza pozzi ginori. Che, voglio dire, abbiamo mai cenato insieme io e te, cesso? No, e allora che vuoi?
Pensavo di essere l'unica al mondo che quando ha da rimettere, gli si sminchia il sistema, il cervello cambia registro, il fisico gioca a  fare l'indeciso, tipo che dice "Avevo pensato a un bel virus ma...pensandoci bene mi garba di più vederti svenire secca e dura" e invece, solo l'anno scorso, grazie a una dottoressa che ne soffre, scopro che ho un'alterazione del sistema parasimpatico/nervo vago/non ho capito una beata fava.
Giuro, non c'ho capito un cazzo. Ha cominciato a spiegarmi che le persone che ne soffrono, quando hanno disturbi gastrointestinali, sono vittime di una sincope, così si chiama, e perdono i sensi o ci vanno vicine. E quando ti ripigli, alla fine non hai rimesso, ma stai di cacca.
È una cosa brutta, molto brutta, che io negli anni ho imparato a gestire, tipo che me lo sento che sto per svenire e col dorso della mano poggiato sulla fronte sussurro "Mi sento mancare, presto i sali".
Scherzo, riesco solo a chiamare aiuto e trascinarmi come un bradipo zoppo al divano e dire "Tiratemi su le gambe". Sudo freddo come se il Santo avesse sbirciato nella shopper e avvistato lo scontrino della profumeria, mi si offusca la vista come se mia suocera mi avesse detto "Dimmi se mi stanno bene 'ste mutande" e respiro affannosamente come se fossi in sala parto o a un corso acceleratissimo di yoga.
Nel frattempo, per alcuni minuti, non sono in grado di intendere e di volere, roba che potrei firmarti le cambiali della macchina o intestarti la casa, lo scooter e la bicicletta sgonfia.
Il tutto dura da qualche minuto al massimo un'ora, tempo sufficiente da far sperare al Santo "Questa volta ci siamo!".
Ma io di secondo nome faccio Lazzaro e anche se moribonda alzo il dito medio. Lui schiocca le dita e fa "Azz! manco stavolta!"
Non si vuol sporcare le mani, capite?
Ma c'è abituato, e gli faccio anche un po' pena. Lo vedo da come mi tampona la fronte con la pezza bagnata e dalle domande che mi fa.
Si passa da "Quante sono?" facendo oscillare tre dita davanti ai miei occhi a "Ti ricordi come ti chiami?" a "Come stai?" ripetuto a loop come un disco incantato. Praticamente le stesse domande che fa la polizia all'ubriaco di turno fuori da un locale.
Io in genere gesticolo come un primate e prego che non mi capiti mai con estranei perché non penso di essere un bello spettacolo. E qui scatta la prova d'amore, perché se dopo svariati episodi, il Santo è sempre qui, altro che diamanti.
La prima volta avevo circa vent'anni, sono corsa in bagno, sono riuscita a malapena a chiamare la mi' mamma, che ha mi ha visto bianca bianca, poggiata alle piastrelle  "Mi sento svenire..."
e lei ha pensato di seguito:
"Oh cazzo"
"Oh cazzo, che spavento"
"Oh cazzo. È incinta"
Non ha fatto in tempo a girarsi  per chiamare il mi' babbo che io son scivolata giù lentamente e quando si è voltata c'erano solo le piastrelle verdine a guardarla "Oh dov'è?"
Ero raggomitolata  ai suoi piedi, bianca, sudaticcia e con le braccia informicolite come una Christiane F di un qualsiasi zoo di Berlino.
E niente, quando ho sti disturbi tutto l'afflusso del sangue mi va allo stomaco o alla pancia e va via dal cervello. E non è strano che io ne soffra, pensateci. Io qua sopra ho già pochissimo afflusso, quasi inesistente, e se quel poco che c'è, se ne va allo stomaco è chiaro che perdo i sensi. Cioè, non ce la faccio a gestire tutto. O di qui o di là. E se va di là, di qua sminchia, per forza. Certo sì, non è che ci voleva per forza una dottoressa che mi dicesse che ho  un sistema parasimpatico che pare simpatico, ma  non lo è. Bastava fare un elettroencefalogramma per capire che qua non è che puoi togliere qualcosa. Cosa minchia vuoi togliere se non c'è nulla.
Quindi bho, son calibrata male, che vi devo dire. Però son simpatica dentro. Anzi, parasimpatica.
In compenso c'ho un vitino da vespa in questi giorni che vi farebbe invidia. Sono stata 5 giorni con un pacchetto di crachers e mezza tazza di tè al dì. Nemmeno a San Vittore. Manco Rosanna Lambertucci era arrivata a consigliare sta roba per farvi perdere 3 kg in 5 giorni.
Io non ve lo consiglio, anche perché vi lascia uno strascico di giorni e giorni che solo la vista della sigla de La prova del cuoco, vi dà la nausea. Che alla parola cibo preferireste devitalizzazione-di-un-morale-senza- anestesia, che al solo pensiero di buttar giù qualcosa preferireste scalare a mani nude una parete rocciosa ricoperta di escrementi di piccione.
Però, che bel post. Utile, proprio.
Sicuramente mi contatterà Luciano Onder per la prossima puntata di Medicina 33.






mercoledì 12 marzo 2014

Come Crudelia Demon





Fermi tutti: immaginatevi una scena molto romantica. Io e il Santo una mattina in bagno, lui si pettina, io mi faccio una coda di cavallo. Siamo pronti, ci guardiamo e scatta un abbraccio. Lo so, noi al cesso siamo molto ispirati, che vi devo dire. Il Santo mi stringe forte, mi dà un bacetto, poi mi guarda di sbieco, corruga la fronte e fa "Simo, c'ho da darti una cattiva notizia"
Ecco spiegato l'abbraccio, il bacetto, il cesso...capite? Era tutto calcolato. Mi indora la pillola.
"Che c'è? Ci hanno chiesto 500 euro per la revisione della macchina?"
"Ehm...no"
"Vuoi scappare alle Maldive con la segretaria che non hai?"
"Mi piacerebbe, ma no"
"Hai perso le chiavi di cas...come ti piacerebbe?"
"No. Hai quattro capelli bianchi"
Non credevo alle mie orecchie. Sta scherzando??? Come quattro capelli bianchi? Io ero rimasta a uno di quattro anni fa!
Guardate, era meglio se ci avessero chiesto 500 euro, se scappava con la segretaria che non ha, se avesse perso le chiavi di casa, perché il capello bianco, per me, è un incubo. Faccio outing. È una cosa che proprio l'ho qui, all'altezza della giugulare. E per una che è allergica al parrucchiere capite bene che orrore può essere scoprire che alla veneranda età di quasi 41 anni io abbia quattro (quattro!) capelli bianchi.
No, non mi interessano tutti quei bei discorsi su 'C'è di peggio' e "Cosa vuoi che sia" e "Io ce li avevo bianchi già a vent'anni", a me non interessa di voi, è di me che stiamo parlando!!
Calma Simo, stai calma.
Il Signore (a proposito grazie per ora) c'ha pensato porino, me ne rendo conto. Perché fino a ora non mi sono mai dovuta tingere i capelli bensì abbia superato da un bel po' la fase della pubertà. È anche questione di culo genetica perché il mio babbo ha 66 anni e ha tutti i capelli neri a parte qualche spruzzatina in qua e là. Un giovanotto mi sembra il mi' babbo. La mi' nonna, sua madre, quando è mancata (a più di ottant'anni) aveva i capelli solo leggermente brizzolati. Quindi se io sono arrivata ad oggi così intonsa di tinte è grazie ai geni di famiglia da parte di babbo. Mamma invece non è stata così fortunata e se li tinge da anni e anni. E un Santo si permette di dire che io ho quattro (quattro!) capelli bianchi?
No, ragazzi, ho avuto una botta che non potete capì. Lo so, prima che arrivi a tingermi i capelli dovrà passarne del tempo anche perché quattro anni fa ne avevo uno e dopo quattro anni ne ho quattro, quindi con un rapido calcolo posso sostenere che me ne viene uno all'anno, col riporto del 2 abbasso il nove più tre, direi che forse mi tocca tra dieci anni.
Il primo che mi dice che è un calcolo della minchia e che probabilmente tra un anno saranno molti di più lo prendo a roncolate.
Anzi, vi avverto: se mai ci incontrassimo, per caso o per appuntamento, potete dirmi 'sei ingrassata', 'sei imbruttita', ' c'hai la cellulite' 'sto vestito ti sta dimmerda', 'sei meglio su facebook', ma non ditemi "Tho! c'hai un capello bianco!" perché io vi cavo gli occhi.
Anche se lo vedete, omettete, mentite spudoratamente, distogliete lo sguardo, fate finta di nulla e non mi ci fate pensare. 
Perché è una piaga. Sì, anche se sono solo quattro e se li vedo solo io, e se per caso li voleste vedere anche voi, mi toccherebbe chiamare la scientifica perché non si vedono se non mi spulci come uno scimpanzè. Io so che il nemico c'è, è lì, pronto a ricrescere e a moltiplicarsi come i gremlins a contatto con l'acqua, sti bastardi.
Che poi, quello che più mi fa inorridire, è che è una cosa che sfugge al tuo controllo. Ad esempio: se hai la cellulite la puoi bene o male combattere, fai la dieta, due massaggi, ti sfondi in palestra e qualcosa ottieni, e se non ottieni la nascondi. Un' herpes pure, un po' di crema e poi passa. Lo zolfo per i brufoli, uno sbiancamento per i denti gialli, insomma qualcosa puoi sempre fare e al di là del risultato puoi sempre dire "Io c'ho provato".
Col capello bianco non lo puoi fare. Vai a letto che hai i capelli neri come Biancaneve e ti svegli con una chiazza bianca come Crudelia Demon. Loro nascono nella notte, ti affliggono, sono dove fino a ieri non c'erano, sti stronzi. Tu vai a letto serena compiacendoti davanti alla  tua chioma corvina e loro zac! la mattina si presentano più brillanti che mai. Che poi soffrono anche del complesso di inferiorità (numerica), infatti i capelli bianchi sono più spessi, più grossi e più duri, del tipo "Siamo pochi ma cazzuti", lo fanno per emergere, per farsi vedere, i maledetti. Ispidi e bianchi come il pelo di un orso polare, brillano appena ti avvicini al sole o a un Santo in questo caso.
Comunque per ora li ho sotto controllo, li ho in pugno, voglio dire, vuoi che non  sappia gestire quattro capelli bianchi? Cioè, parliamoci chiaro: comando io in casa, sulla mia testa e nel cesso. 
Quindi zac! Li taglio alla base. Quattro tagli netti. Perché come diceva sempre la mi' nonna "Non li strappare perché dove ne strappi uno ce ne crescono tre". Secondo me non è vero una beata ceppa di minchia ma meglio aver paura che toccarne e quindi io li ho tagliati. Corti corti bellini bellini che non si vedono. Taglio militare alla soldato Jane, va là.
Ora non mi resta che procurarmi una lente di ingrandimento  e  passare in rassegna la mia testa almeno una volta a settimana.
Poi dicono che non ho un hobby. E questo come lo chiamate?






lunedì 18 novembre 2013

La parabola della strafiga




A volte succedono delle cose veramente ganze. Ma ganze per davvero.
E te ti senti una gran figa. Perché ovviamente ti fanno credere che sei una gran figa, mica lo sei davvero. Perché lo sai e basta di non esserlo. Punto.
E adesso vi faccio un esempio.
Perché mettiamo il caso, no? Che tu sei un'apprendista modella e uno un giorno ti telefona e ti dice che t'ha visto, che sa come ti muovi, che sa cosa puoi trasmettere, che sa che se sei in gamba e ti propone di sfilare in passerella. Tu dici “Dai, davvero?”
“Ma certo che sì. Guarda ci sono dieci posti, tu hai i numeri giusti per far parte di queste dieci, per questa sfilata fantastica a Parigi. Sicuro. Dài, vieni a fare un provino”
Tu dici “Esticazzi. Io mi vedo una chiavica, però loro no, quindi è bene che mi prenda un paio di occhiali”
Fai il provino e ti sembra di esserti mostrata al meglio, con una punta di autoironia che non guasta mai, quel passettino con la giravolta che piace tanto al pubblico. Insomma, va e va anche bene, secondo te.
Però poi, dopo il “Le faremo sapere”, l'entusiasmo viene mantenuto basso, perché insomma, può darsi che sì, può darsi che no. A te sembra, e dico sembra, che tu abbia fatto bene, ma oh, mica si può sapere.
Quando manco ci pensi più ti arriva la telefonata. “Si ricorda? La sfilata...bene, ecco. Lei va bene, sciolta, carina, simpatica, un bel portamento, un'ironia fuori dal comune con quel passetto con la giravolta che ci ha colpito, però sa...in questa sfilata ci servono solo bionde, mica niente di che, solo per l'accostamento cromatico con la nostra collezione di abiti da sera. Quindi a noi lei piacerebbe parecchio ed è stata già selezionata nella prima scrematura, una ventina di fanciulle diciamo. Quindi bionda...veda lei. Insomma, ci siamo capiti, siamo mooolto interessati”
Tu pensi “Eccheccevo? Oddio, non è da me cambiare qualcosa del mio aspetto e del mio carattere però oh, si può fare.L'anima rimane la mia, io rimango la stessa, con le mie idee e varie ed eventuali, ma se per la sfilata e solo per quella, c'è da cambiare qualcosina, okay cambiamo. Al traguardo manca poco così. Se mi concentro vedo già la sfilata!È chiaro e limpido come un bicchier d'acqua che se io mi fo bionda, il posto è mio.” E poi chiedi: 'Ma di questa cosa ne posso parlare?”
“Deve! Deve senz'altro! Più ne parla e meglio è!Ma scherza? Anzi coinvolga parenti e amici, pubblicizzi la sfilata, così la vengano a vedere e ci sarà un mucchio di gente. E si sa, più gente c'è, meglio è!Contiamo su di lei!”
E tu pubblicizzi abbestia, da morì, metti i cartelloni e inviti anche la prozia Adalberta che detto tra noi, ti sta anche sulle palle, ma non è il caso di fare le schizzinose, no? Vojo dì, se ti vogliono bionda sei già con un piede in passerella, il messaggio è chiaro, quindi non stiamo a fa' il braccino corto con gli inviti.
Mandi la foto di te bionda e ti rispondono “Benissimo!Fantastica! A presto allora!”
E te nel frattempo ti fai dei film che non ti sei mai fatta. Mai. E la gente intorno a te dice che è giusto che te li fai, perché il messaggio è chiaro. Cioè, ma davvero la vuoi più chiara di così, la faccenda? Namo, su.
Nel frattempo hai messo un mucchio di cartelloni, hai coinvolto mezzo paese, i tuoi parenti hanno pagato già il biglietto per la serata,e a loro volta hanno pubblicizzato l'evento. Quindi ci sarà gente e magari anche qualche bella ragazza farà parte della sfilata insieme a te. Magari anche quella che hai incontrato l'ultima volta che sei stata in sala trucco per quella trasmissione sulla tivù locale. Ehm...sì, anche lei forse è una modella emergente. E magari non lo sapeva nemmeno che c'era sta cosa delle bionde della sfilata, ma grazie a te adesso sa e ci sta provando. E poi magari ti viene in mente che forse, visto che è bionda naturale e formosa, avranno contattato pure quella che ha tentano la carriera di velina. Sì, a pensarci bene lei potrebbe starci. Ma ci sarai anche te, quindi sìììììì, una bella soddisfazione.
E poi il vuoto. Passano mesi e ti chiedi: ma la sfilata non doveva esserci a Maggio? Ma come, siamo ad Agosto e ancora non so nulla? Non è possibile, minchia sono pure bionda!
E poi ti chiamano e quando senti quel pronto pensi “Okay, adesso mi dicono dove presentarmi e a che ora. Che mi pagheranno l'aereo e che mi serviranno un cocktail di benvenuto. E che a presentare la serata ci sarà Vincent Cassel, e che...oddio che emozione!Non diventerò mai la Schiffer, ma una soddisfazione che sia una, me la leverò. Sono anni che sfilo. Parigi, almeno per una notte, sei mia!”
“Sì?”
“No, la chiamo per dirle che non è stata scelta”
“Come no”
“Eh, no”
“Ma mi sono fatta pure bionda!”
“Ci sono altre bionde”
“Capisco, ma avevate detto che...” e muori.
Cioè, tu hai cambiato pettinatura perché loro volevano che la cambiassi, hai messo i cartelloni, hai fatto pubblicità, c'hai creduto, perché cazzo sì te l'hanno fatto credere perché era scritto tutto chiaro e tondo, anche un cieco l'avrebbe visto che eri lì, cazzo. Eri già lì.
E invece no.
Ci sono altre.
E ti invitano comunque a Parigi alla sfilata, perché in fin dei conti è una sfilata importante, bella, piena di colori, luci e suoni e soprattutto piena di gente. La maggior parte invitata da te. E con dieci modelle strafighe che sono lì grazie al tuo cartellone, alla tua pubblicità. Ma tu non sei lì sopra, in passerella, sei a casa. E ti chiedi umilmente, perché? Perché? E la risposta è una sola, ti dici: perché non vali una beata ceppa de minchia. Perché bionda fai comunque cagare e si vede che non lo sei naturalmente. Perché per sfilare ci vuole veramente una marcia in più, bisogna sapersi muovere bene, e non basta averci passione. Perché sicuramente lì sopra ci saranno quelle brave e strafighe per davvero. Delle fuoriclasse. Delle numero uno delle sfilate. E affogando questa dura e cruda verità in un barattolo di nutella, prendi atto che no, non puoi mai essere una modella importante.
Evabbè, ti dici. Mi son fatta dei film, ho tentato, ma non ho la stoffa. Devo farne di strada, prima di arrivare là.
Poi però una tua parente ci va e ti telefona per dirti che tra le dieci in passerella c'è la modella emergente della tivù locale che ha dichiarato che è lì per puro caso grazie a un cartellone che pubblicizzava l'evento, che c'è quella formosa che ha tentato la carriera di velina, ma fu scartata perché portava e porta ancora una gajardissima taglia 46, poi c'è la nipote del sindaco di Parigi,c'è la figlia del fratello del sindaco di Parigi, c'è l'amante di quel politico italiano, c'è una che non solo non ha mai sfilato ma che manca poco t'inciampa nell'ultimo gradino e si spalma sul red carpet. Ce n'è una che sembra la sorella brutta di Tina Pica, c'è una che fino a ieri faceva la tagliaboschi e c'è una che ha dichiarato “Io manco ci volevo venì, ma ho perso una scommessa ed eccomi qua”
Ma più che altro non ci sono solo bionde. Ci sono more, rosse, e castane.
E poi ci sei tu, che probabilmente sei troppo pulita e ingenuotta per questi giochetti, ma c'hai una nuances di biondo che manco Marilyn  Monroe.



Vi chiedo: ma quanto mi girerà il cazzo?





sabato 29 giugno 2013

La prova costume (secondo me)

Anche se di questi tempi sembra Novembre più che Giugno, è tutto un gran parlare della prova costume.
La prova costume.
Io, se penso a questa frase, mi viene in mente solo il carnevale di Viareggio.
Perché la prova costume l’ho fatta solo per il carnevale, alla recita della scuola in quinta elementare e quando ho travestito mia figlia da bidone della pattumiera durante un Martedì grasso.
Questa cosa mi affligge e mi dà pensiero come potrebbe darmelo sapere che fine ha fatto il chihuahua di Paris Hilton.

domenica 23 giugno 2013

Bepanthenol e il libro 'Detto con il cuore'








Che tu lo abbia voluto o no, quando sul test di gravidanza compaiono due stanghette, la tua vita cambierà per sempre. E la reazione cambia da donna a donna, sia che tu lo abbia cercato col lanternino, sia che la creatura sia arrivata a sorpresa come un tappo di spumante in capo durante il veglione di San Silvestro. Sì, pure con la nonna ottantenne  che ti urla 'mbriaca "E porta anche bene!", per poi continuare a fare il trenino cantando "Brigittebardò bardò!!"
Comunque. Se ogni mamma si mettesse a raccontare la propria esperienza, se ne leggerebbero delle belle.
Bepanthenol, azienda che si occupa di mamme e bambini, con la collaborazione di Tata Francesca (Francesca Valla- SOS Tata) danno la possibilità a noi mamme di dire la nostra sul fattore mammità.
Verranno raccolti i racconti più emozionanti di noi mamme per creare il libro 'Detto con il cuore', che uscirà a fine anno.
Sono stata invitata a dire la mia per questo progetto, a mio avviso bello e importantissimo, soprattutto perché il libro sosterrà Fondazione Ariel (alla quale saranno devoluti una parte dei proventi della vendita del libro) una organizzazione che assiste le famiglie con bambini disabili. Qui i loro obiettivi.
A leggere e scegliere i nostri racconti sarà proprio Tata Francesca che sostiene questo importante progetto con la sua professionalità e competenza.
E questa è la parte teorica, la più importante, alla quale spero aderirete.
Poi c'è la parte pratica, perché ho avuto la fortuna di testare anche i loro prodotti.
Che come testo io, nessuno mai.
Ho provato tre prodotti:
-la crema per le smagliature
-la pasta lenitiva protettiva
-la schiuma rinfrescante per scottature lievi.


Ora, immaginatemi con questi tre flaconi.
La schiuma rinfrescante non poteva capitare più a fagiuolo di così. L'abbiamo provata io e Alice dopo che ci siamo scottate in piscina nonostante la protezione 30. Tipo: la mattina è arrivata, la sera l'abbiamo spalmata a chili sulla schiena visto che eravamo più rosse di un pomodoro pachino. Ed è ottima, davvero. La cosa più importante è che non va spalmata (non so voi, ma spalmare una crema sulla pelle ustionata dal sole, a me fa tirare giù qualche santo dal calendario), ma va solo spruzzata e lasciata evaporare. Va là. E sei fresca come una rosa. 
Sulla crema smagliature mi sono guardata allo specchio un po' perplessa. Io le smagliature (quelle di crescita, nemmeno fossi due metri, alimortè) le ho da una vita, quindi darci la crema ora sarebbe come chiudere i cancelli dopo che sono scappati i buoi. E lo stesso vale per la pasta lenitiva per il culetto del pupo. Potevamo fare la prova con cicciobello che abbiamo in garage, ma non ci sembrava il caso. Quindi chi meglio di un'amica che ha partorito da poco, poteva testare questi prodotti?
Prima di portarle i prodotti, la crema smagliature un po' l'ho provata, tanto per vedere l'effetto che fa e manca poco non gliela do più. Ha un profumo buonissimo, e lo ammetto, mi ha fatto fare un salto all'indietro di 13 anni. E sì, potevo tenerla e usarla come crema idratante e nutriente, ma davvero è un ottimo prodotto e mi dispiaceva che una neo mamma non potesse usufruirne appieno.
Poi dimmi che non sono altruista.
Per la crema lenitiva per le irritazioni da pannolino, posso dire che funziona. Io c'ero!
Il povero Tommy, ti c'aveva un culetto rosso a strisce che pareva Nemo. E so' arrivata io in soccorso come un super eroe (d'altronde la S sul petto io posso averla, giusto?)
Dio, mi sono sentita la paladina della salute! Hai il deretano infuocato? È pieno di puntini rossi da irritazione che pare tu c'abbia il morbillo? L'eritema da pannolino è un grosso problema anche se tua madre non ti nutre di peperoncino intinto nella nutella? Niente paura, arriva Super Simo con la cremina Bepanthenol! Na na na naaaaaaa (leggasi jingle pubblicitario). Ma non sarei fantastica? Dovrei propormi come attrice di spot per culetti arrossati, non ce n'è. E poi mi chiamerebbero 'Quella che fa la pubblicità del culetto'. Avrei un futuro.
Sì, alla neuro.
Insomma, la crema funziona. La mamma di Tommy era entusiasta e anche lui. Come faccio a saperlo? Dalla contentezza mi ha ruttato in faccia. Adoro.
Insomma mamme, o neo mamme, o mammebis, o tris o donne in generale, spargete la voce, diffondete questa importante iniziativa e che Bepanthenol sia con voi.

p.s. Vado a cucirmi una S sulla tutina azzurra di acrilico.
Non si sa mai.



mercoledì 23 gennaio 2013

Dimmelo te, George.




Pare che negli ultimi tempi questo blog tratti solo temi un po' hot, un po' da fascia non protetta, ma vi giuro, non è la pre menopausa, gli ormoni o l'arteriosclerosi galoppante, è il web che mi istiga. Dopo Cinquanta sfumature de sta ceppa è tutto un fioccare di articoli che parlano di attributi e via dicendo. Qualche giorno fa, ad esempio, riportano una notizia che mi ha fatto cascare le ovaie. Notizia che peraltro è stata chiaccheratissima da tutti su internet, una notizia poi smentita, poi convalidata, poi smentita di nuovo, poi passata per bufala, poi per vecchia, visto che il protagonista ne aveva già parlato nel 2008. Ma non soffermiamoci sul quando o sul vero e falso (che onestamente mi può interessare come può interessarmi la frequenza di minzione dell'interessato), ma sul cosa.
George Clooney si è fatto il lifting ai testicoli.
Ora.Vi lascio il tempo di assorbire sta notizia e poi ne parliamo.
Il lifting ai testicoli. Il Georgione nostro si fa stirare le palle, no perché va detto in maniera cruda perché se dici “Sai, io faccio il Ball ironing...” la gente crede che tu faccia uno sport estremo tipo il bungee jumping.
Giorgione mio, caro il mio Mr Nespresso, guardami nelle palle, degli occhi, e dimmi che davvero era una battuta. Ah sì? Era una battuta? Allora sei un ganzo. Allora sei proprio forte, perché io per un pelo c'ero quasi cascata. E ti immaginavo coi gioielli di famiglia tutti belli stirati tipo colletto di camicia con l'appretto, hai presente?
Perché io me le immagino ste robe qua. Per una donna potrebbe essere uno shock. Tu sei abituata a vedere due kiwi maturi e grinzosetti, due palloncini un po' sgonfi e rugosi e trac! Ti ritrovi davanti due palle da biliardo, così lucide che ti ci puoi specchiare dentro tipo pallina di Natale.
Na roba tirata e senza rughe come gli zigomi della Moric, o un tamburo di pelle d'asino. Chissà se suonano a questo punto.
George, ma come ti è venuto in mente? Di fare la battuta dico. Di tutti i posti in cui uno può fare il lifting quello è senz'altro il più originale, va detto. Se davvero esiste questa tecnica che va molto di moda a Hollywood, chi la pratica è un casino avanti. E un uomo così deve piacere. Io mal sopporto chi si fa le sopracciglia, figurati uno che si stira sta coppia di chupachups, queste due pesche con l'alkermes, questi due macarons, queste due cialde di Nespresso.
Che poi me li immagino sti divi in sala d'aspetto, coi loro ammennicoli giustamente rugosi come la faccia di Gandalf e che dopo il trattamento hanno le biglie stirate come il volto di Roberto Balestra.
C'è da andarne fieri. Chissà se è doloroso, perché se vuoi davvero sorprendermi, se vuoi dimostrarmi che sei un uomo coraggioso tatuati il tuo indirizzo sul pisello, così ritrovo pure la strada.O sennò fatti i peli del didietro rasta. Cioè un lato B dove la  B sta per Bob Marley.
E per le donne non hai niente da proporre? Tipo gonfiarsi le labbra come un canotto imitando la Marini, ad esempio? O iniettarsi un po' acido ialuronico nei punti giusti in modo che la pelle da prugna matura mi diventi una pelle di pesca noce? O che invece di depilarmi mi ci faccia delle treccine alla Pocahontas? No, dimmi te.
Comunque George, lì per lì c'avevo creduto, sai? Però ora impegnati, tira fuori una battutina, magari ispirati anche alla ex Elisabetta, sorprendimi ancora, dimmi che ti fai massaggiare solo l'alluce del piede destro, dimmi che ti  fai il lavaggio del colon col mastrolindo, dimmi che ti sbianchi i denti con la varechina e che ti pettini i capelli solo con un pettine  di tartaruga femmina delle Galapagos perché hai l'impressione che ti stiano meno dritti e duri sulla testa.

E poi dimmi... what else?


lunedì 31 dicembre 2012

Mi raccomando le mutande!




L'anno scorso (Gennaio)  ho iniziato il nuovo anno sognando Luca Ward, cioè voglio dire, mica pizza e fichi. Na roba che se ci ripenso, mi entusiasmo di nuovo.E poi a metà mese me ne sono andata a RAI 1. Quando una è televisiva ci sta poco da fa'.
A Febbraio ho scritto una lettera ad Adriano Celentano sollevando non poche polemiche.E pensare che Adrianino bello quando canta mi garba anche, ma non deve essere stato chiaro il concetto.
E poi RadioRai mi ha intervistata. Tho, davvero!Un'intervista a me, vi rendete conto?Non ci credete? Manco io.
A Marzo impugnavo una pistola (Dio, a leggere qui sembro una pazza!), festeggiavo il mio compleanno, e vi confidavo che io la do a tutti. Oh allora. E poi c'è stato l'evento, io e le mie tope al Taste. Se ci ripenso piango dalla commozione. Cerebrale.
Ad Aprile (udite!udite!) ho imparato a cucire a macchina, affrontavo per la prima volta i colloqui coi professori (AIUTO) e facevamo gite un giorno sì e uno pure.
A Maggio...ehm...che ho fatto a Maggio? ah sì, ho scritto un'altra lettera all'uomo medio.Minchia, ma quante lettere scrivo?Il bello è che non mi risponde mai nessuno. Vabbè, ho scritto sta letterina, no?  quella che ognuna di noi scriverebbe  al proprio compagno, marito, fidanzato, amante, insomma a colui che c'ha i gioielli di famiglia, per intenderci.Alle donne è piaciuta molto, c'è da sottolinearlo? Poi vi ho spalancato la porta della mia cucina e mi sono data al bricolage. Geppetto mi dovevo chiamà.E poi ho rivisto lei, che ha aperto il vaso di pandora. Io, il vaso, gliel'avrei aperto in testa, ma questo è un'altro discorso.
A Giugno ho parlato di uomini, alcuni uomini. I Metrosexual. Se volete sapere cosa ne penso, cliccate sul sexual. Ma solo su quello, eh? non fate le furbine.E poi mi sono data allo sport estremo: allestire un catering sul tacco 12.  Sono viva per miracolo.
A Luglio...oh ma che caldo faceva a Luglio? Terribile. Mi sono messa a raccontare di quella volta, quella volta che io me lo sentivo che sarebbe successo. Quella volta che. Andavo ai concerti e facevo marmellate che manco nonna Papera.
Ad Agosto (figlio mio non ti conosco.No, amor mio non ti conosco. No...ehmm..non lo so, insomma Agosto) sono stata una pigrona sapete? Pochi post. Sono stata tutto il tempo a gironzolare con sua Santità, cucire e leggere.
A Settembre (l'uva è matura e io fi'o pende, direbbe la mì povera nonna)  c'è stato il nostro bellissimo, fantastico, stupenderrimo viaggio in Inghilterra sulle tracce di Jane Austen. Se volete, trovate tutte le tappe di questo viaggio nell'etichetta Inghilterra del Sud. Vi ho mostrato la mia posizione strategica riguardo la scuola di Ali e ho avuto a che fare con dei piccoli mostri. Che settembre impegnativo.
A Ottobre ho scritto i dieci comandamenti per i blogger. Il Signore mi perdonerà per il mio mancato dono della sintesi. E anche di averlo fatto su un normale foglio word, ma sa, Signore, con lo scalpello e la pietra non sono molto pratica, è già tanto se faccio il punto croce, non so se mi spiego. Poi mi sono data al teatro (Proietti ha da tremà!Ricordo ancora gli applausi e le rose lanciate!Sì, nei miei sogni) e di nuovo alla televisione finendo su La7 in studio con Benedetta Parodi. In più ho lanciato mio fratello. Non dalla finestra. Ho lanciato il suo disco.Ottobre è stato ganzo, oh!
A Novembre mi sono fatta due palle così, e sono stata guardata male per una minigonna. Che se quel post l'avessi scritto in questi giorni (con le notizie che danno ai tiggì) sarebbe stata un'ulteriore provocazione. Ma guarda te come sono Auanti, a volte.
A Dicembre sono stata un po' hot, chennesò saranno stati gli ormoni. Prima ho affrontato un argomento un po' erotico, poi ho scritto una lettera a Silvio Berlusconi parlando anche dell'amica sua e non è come parlare di Suor Germana, per dire.
E a Gennaio...no aspè, Gennaio c'ha da arrivare. E allora se deve arrivare io vi faccio gli auguri. Ma tanti. 
Però mi raccomando, non fatevi scoppiare un petardo in mano che le ditina vi servono (avete mai provato a scaccolarvi senza dita? No, ma ditemi come fareste).
Non bevete troppo che sennò rischiate di accoppiarvi con quello coi brufoli che non se lo prenderebbe nemmeno la figliola di Fantozzi.
Voi uomini, non palpate, non fate la mano morta con la scusa "Uh perdonami, non l'ho fatto apposta". Se vuoi palparmi, portami almeno dietro una tenda. O il lavoro lo fai a modo sennò niente.Eh.
E poi mi raccomando: mutande rosse. Dicono che porta bene e, soprattutto in questo momento, qualcosa di buono deve arrivà. Quindi forza, a ravanare nei cassetti. E se c'avete quelle di dieci anni fa che vi stanno strette o non vi stanno più, tagliatele e fateci uno chignon per capelli, piegatele e ficcatele nel taschino del vostro uomo a mo' di fazzoletto, fateci un girocollo, un braccialetto o una cavigliera, ma portate addosso ste benedette mutande rosse.
Io? Oh io ne ho un paio talmente fini che se stasera mangio i  fagioli, vedi come le fagocito. Al massimo con un soffione boracifero le sparo dal terrazzo, va là. E il prossimo anno mi tocca pure ricomprarle.
Insomma bimbi, AUGURI e che il 2013 vi porti tutto quello che desiderate.

p.s. Ebbasta sempre a chiedere Raoul Bova e Gabriel Garko!Eh!! 







giovedì 6 dicembre 2012

Caro, ho le palle. Post vietato ai minori








E anche le donne c'hanno le palle. Non in senso metaforico, ora c'hanno proprio le palline.
Le BEN WA.
Lo sapete cosa sono le Ben Wa?
Lo sapete, sì? Birbantelli!Ne sapete una più di Cicciolina!
Non lo sapete? E ve lo dico io.
Le Ben Wa non sono le cugine di Ben Ten, non sono tecniche di rilassamento orientali, e non sono le ricette della nonna nipponica di Sampei. Le Ben Wa sono delle palline vaginali. Avete letto bene. Palline vaginali.Ma mica di Natale, eh?Non è che in questo periodo te ne attacchi una di qui e una di là e aspetti sera che arrivi il puntale per finire il tuo albero.Oh no. Ste palline te le devi mettere nel tunnel dell'ammmore, nel traforo del Monte Bianco, nella galleria del vento.
Chiamatemi obsoleta, vecchia, bigotta e rincoglionita, chiamatemi come ve pare, ma io ho saputo dell'esistenza di queste palle leggendo Cinquanta sfumature de sta ceppa, dove la protagonista se le infila in su per il tubo delle Springles e dice di andare in estasi e vedere pure Padre Pio.
Vengono chiamate anche 'palline delle geishe' e un tempo venivano usate dalle concubine dell'imperatore, mica bau bau micio micio.
Per carità servono anche per allenare le pareti della vagina e per far fare esercizi specifici a una patonza un po' provata, ma quando ne sento parlare, il medico viene citato solo perché è l'amante di chi le porta.
E io le scopro solo adesso, tho!
Ora. Siamo sincere. Chi di voi non ha mai fatto qualche gioco erotico col proprio partner? Ci sta tutto, ecchediamine si campa una volta sola!E allora facciamoci legare al letto come salami felini, rubiamo le manette dello sceriffo Woody al piccolo Giangiacomo e facciamoci puntare il pistolone contro, facciamo lo spogliarello dietro la veneziana, cospargiamoci di panna montata, miele, mostarda, nutella o sciroppo per la tosse e diamo il via alle danze.
Ma ficcarci due palle di metallo proprio lì, mi sembra un filino eccessivo.Che poi oh, dipende una a cosa è abituata. LaMiaSignora so che ci rimarrebbe male.Cioè, per ventun'anni ha avuto a che fare solo con un SignorAggeggio.Sempre e solo lui, l'unico. Ormai è di famiglia, che vuoi fa'. E domani si vede bussare alla porta due palline di metallo, che se ne stanno lì sullo zerbino ad aspettare di entrare cercando di convincerla che è un affarone, che una cosa così non l'ha mai provata. Tipo i rappresentanti del folletto.Che voglio dì, non è che aspetto te per fare le pulizie.Son vent'anni che pulisco, male, bene, spesso, poco, nuda, vestita, cantando, fischiando, insomma ognuna come le pare e non ci volete certo voi, a dirmi come dove e quando. E' un esempio, per dire.
Che poi a me mette anche paura. Sbadata come sono me le scorderei, me lo sento. Dopo un po' di giorni farebbero compagnia alle ovaie, va là. E poi secondo me son pericolose. Roba che se fai uno starnuto col rinculo, queste ti slittano verso le tube di falloppio facendoci il giro della morte.
O con un colpo di tosse violento le sparo a razzo e faccio fuori il ginecologo timbrandolo sulla fronte. Cioè, ste robe son pericolose. Chi le ha usate ha solo parole bellissime, dicono che te ne stai col friccicorino tutto il tempo che le tieni.Ma mica è sempre facile.
Metti che sei in ufficio e decidi di avere una serata molto hot e vuoi già partire leggermente avvantaggiata, tipo “Mi voglio avvià”. Te ne vai in bagno, te le metti e nel tragitto casa-ufficio sei già in quella fase che basta che incontri per strada il verduraio ambulante con due banane in mano e rischi di tamponare quello davanti. Che speri  sia una donna perché se è un uomo rischi di sbatterlo sul cofano e chi s'è visto s'è visto.
Insomma, te le metti, no? E mentre sei sulla soglia e pregusti già una seratina da dar impallidire perfino Rocco Siffredi, il tuo lui apre la porta e ti fa “Amore!Sei già tornata? Indovina?Mamma si ferma a cena!” E tu ti ritrovi a sorridere a tua suocera mentre lecca con avidità un chupa chups mentre in realtà , pora donna, sta solo attaccando un morso a un' innocente coscia di pollo lessa. Potere della mente quando hai ste palline in sù per il tubo.
Che poi, mi chiedo, ingenuamente forse, “Ma nel 2012, dove l'acchiappaggio è così facile, dove la prima cosa che ti chiede un uomo alla seconda uscita è 'Quando me la dai?' (perché alla prima uscita te l'ha chiesto come seconda cosa), dove usa il trombamico, l'amante, dove una donna, se vuole, un aggeggio che rientri nelle mutande senza complicazioni lo trova pure all'Esselunga, dove (volendo) trovi zucchine e cetrioli in offerta pure alla Lidl, ci si deve mettere due palline? Si deve accontentare di due sfere di metallo basculanti (basculanti!Che se soffri il mal di mare ti ci voglio), di due sferette che infili e sfili come guanti in un giorno d'inverno?" Che se ti dicono “Sei una donna senza palle!” ti viene da sfilartele e sguainarle come spade manco fossi Don Chisciotte, per dirgli “Non è vero!Oggi ce l'ho!”
Come si fa. Come si fa?
Il bello che la mia mente contorta va oltre. Ho pensato di regalarle a un'amica. Precisamente a Clara, ma senza dirle il vero uso, a cosa sono predisposte. Le dirò che sono campanellini tibetani portafortuna e lei, come ogni cosa che penzola e che porta fortuna, la attaccherà allo specchietto della macchina.
Voglio esserci ogni lunedì quando accompagna, come di consueto, alla mensa dei poveri le suore del convento.



giovedì 22 novembre 2012

Nessuno mi può giudicare



Prendi una donna. Prendi una donna quasi quarantenne che si fa caruccia per uscire a cena con suo marito, sua figlia e un'ottantina di persone. Poi metti che sta donna (cesso di natura) sfoderi una minigonna giropassera, dei tacchi e osi una doppia calza tipo autoreggente. Tutta scena s'intende.
Perché ogni tanto anche alle pulci vien la tosse, ogni tanto parte l'embolo che ci fa sentire coraggiose di intraprendere uno sport estremo come camminare su un tacco 12.
Quindi tu sei caruccia, no? Trucco perfetto, capello in modalità “Mo' vediamo se ci stiamo”, look un filino accattivante alla “Quando torniamo a casa te faccio vedè i sorci verdi” e allegria, tanta allegria, perché sarà una serata davvero divertente. Ma.
Ma il tuo cammino è costellato da alcuni esseri (prevalentemente donne) che quando ti vedono arrivare snocciolano una sequenza di cazzate, ma di cazzate che io, nel 2012, non tollero più.
A quel punto non sono più la rassicurante Simona, quella brava, che si è sposata giovane, che le piacciono i bimbi, quella che il lavoro se lo tiene stretto, che ama il marito, la sù bimba, quella di brava famiglia, semplice e onesta. Noooooo!!In un nanosecondo mi trasformo in Carlotta la Mignotta.
Mi guardano, mi squadrano e...

“Ma...tuo marito non dice niente?”
Sì, mi dice, ma è vietato ai minori di 18anni”

“Ma tuo marito vuole?”
Cosa, vuole. Che io mi metta la minigonna?Ovviamente no, ma gli ho chiesto un permesso speciale. E mi costa anche 28 euro l'ora.I permessi signora mia, costano molto al giorno d'oggi”

“Ma...ma...sei troppo provocante!Ma tuo marito non è geloso?”
Come no!Ma son preparata. Ho già allineato tutti i piatti sulla credenza. Sai, ogni volta ne facciamo fuori una cinquantina. Durante l'ultima lite son pure finita in ospedale, cinque punti. Non è fantastico?”

“Wow!Ma...hai chiesto il permesso a tuo marito?”
Certo. Certo che ho chiesto il permesso. Perché una donna deve chieder il permesso al marito per indossare una gonna.Guarda a volte faccio anche domanda in carta bollata e lui mi risponde come a X Factor “Per me è sì. Per me è no”. Quando dice no piango per sette giorni e sette notti. Non puoi capire la delusione”

“Guarda lì!O dove vai?”
A cena. Con coglioni come te”

Perché l'abito fa il monaco. Quindi se hai la minigonna hai da smignottà.Non ce n'è. Perché le sante c'hanno la gonna lunga o i pantaloni.Giuro.Cioè, quelle sempre con i pantaloni o le gonne lunghe non ti rubano i mariti, non ci provano col tuo fidanzato, non smignottano in qua e là. Proprio suore. Brave brave. Cioè, se gli capita il monaco del vestito sopra che è la copia sputata di Raoul Bova, loro niente. Dicono un' Ave Maria, quattro Paternostri e piuttosto se la rinchiudono nella portiera della macchina. Ma niente. Di quelle lì ti puoi fidà. Invece se tu hai la minigonna mentre sei a cena con la tua famiglia, ohhhh!!Cioè, potresti trascinare un cameriere sotto il tavolo e apriti cielo!Poro cameriere.
E non importa che tuo marito sia a un metro da te, che ti cinga la vita ogni tre minuti, che ti faccia l'occhiolino da dietro il menù, che a casa ti abbia detto “Mmh...” e ti abbia allacciato la sua cravatta al collo, che la tù bimba ti abbia detto “Wow mamma!Che bella!” (sì, la visita dall'oculista è fissata per metà Dicembre), che il tuo ego stia urlando un hip hip urrà perché sei sgonfiata e rientri con agio nella 42, quando una settimana prima eri piegata in due dai dolori mestruali ed eri gonfia come le labbra di Nina Moric, che non te ne fotte un cazzo di mostrarti ma ti va di curarti per te e per il tuo uomo e bla bla bla.
Tu, se sei sposata e soprattutto mamma, devi essere un misto tra Tina Pica e Jessica Fletcher.
Bruttarella e rassicurante, meglio se con un po' di cellulite che non gusta mai.
A quarant'anni il tuo sex appeal deve andà in pensione. Basta. Hai passato i trent'anni? Sei mamma? Stop. Comprati le calze 80 denari, preferibilmente color cammello morto, incendia tutti i negozi Kiko che ,cosa ti vuoi truccare, e soprattutto copriti.
Che nel mio caso farei anche bene.
Ma non devo giustificarmi con mio marito, figuriamoci se mi devo giustificà con te.No, fammi capì.
E poi.
Sei sempre in jeans - “E' sempre in jeans, non si tiene niente, poi ci credo che il marito cerca altro”
Sei sempre in tiro - “E' sempre in tiro, questa ne ha tre o quattro per le mani”
Alterni le due cose - “Prima era sempre in jeans, ora sempre in tiro. Secondo me c'ha un altro”
Sei in tiro quando esci - “E' una casalinga frustrata.Guardala, è vestita a festa”
Sei in jeans quando esci - “Marò, sempre in jeans, ma ricambiati ogni tanto che mica il marito te lo tieni così”
Allora ti metti in tiro - “Guarda che il marito poi è geloso. Non curarti troppo, una donna sposata non deve avere grilli che le girano per la testa”
A me invece girano le palle, guarda un po'.
E son donne queste eh? Perché la donna guarda, scruta, indaga, giudica. Un uomo al massimo fa un fischio, un apprezzamento, ma te lo fanculizzi e finisce lì.
E poi ci son quelli che sanno sempre come prenderti:
“Amò, ma lo smokey eyes ti garba?”
“Lo smo...chè???”
“Lo smokey eyes, il trucco scuro”
“Bella mia, ma chi c'è arrivato al viso?”
E' orbo ma mi ama.
Soprattutto perché è orbo.




lunedì 25 giugno 2012

IL METROSEXUAL


Metrosexual.
Ma lo sapete che questa parola l'ho dovuta cercare su Google perché non la conoscevo?
Già. E mi pare di aver capito che si riferisce a quegli uomini che ci tengono alla cura del corpo.Però in maniera ossessiva. Tipo quelli che si danno le cremine, per intenderci.
Ora. E' bello avere accanto un uomo che si tiene, ma a tutto c'è un limite. Io non potrei mai stare con uno che mi frega la crema antirughe o il burrocacao alla fragola, nemmeno fosse David Beckham.
No aspè.
Se fosse David Beckham magari sì, ma non stiamo a guardà il capello.
Io non sono della specie “Secondo me l'omo ha da puzzà”, ma nemmeno della specie “Secondo me l'omo s'ha da depilà”
Mi piace l'uomo pulito, che si lava, che si fa la barba su richiesta (a volte richiedo in carta bollata che il Santo non si faccia la barba per qualche giorno, adoro la barbetta di 2-3 giorni, che ci vogliamo fare?), che magari fa del sano sport 2- 3 volte a settimana, che segue una dieta bilanciata ma se una sera vuol mangiarsi un bue ripieno si deve sentire libero di farlo e via dicendo.
Io sono insofferente :
-davanti a quelli che si incremano, quelli che hanno più creme di te, che si ungono che sembrano un filetto di tonno riomare, che sono ossessionati dalle rughe, che si tingono i capelli (ve prego), che si rimirano a ogni specchio e che si imbellettano di oro che nemmeno la Madonna d'Oropa. 
-Davanti a quelli che sfoggiano delle sopracciglia ad ali di gabbiano. Fijo mio, l'uccello ce lo devi avere da un'altra parte ed è lì che deve stare, non sopra gli occhi. Non mi piacciono gli uomini che si fanno le sopracciglia.Ora, se tu fossi il fratello gemello di PeoPericoli e le tue sopracciglia fossero più folte dei capelli di Cristicchi, allora potrei chiudere un occhio. Ma solo in quel caso.
-Davanti a chi è color cioccolato anche a Dicembre. Il fissato delle lampade, quello che sono anni che non sai di che colore ha l'incarnato. Che poi, se tu sei un maestro di sci, ci sta, e sei pure figo con la tua abbronzatura naturale. Ma se fai il porchettaro in piazza delle Vettovaglie, vederti nero come Carlo Conti mentre fuori ci sono meno 3 gradi...cioè mi viene da ridere. A me, eh? Magari agli altri piaci. Chissà.
-Davanti a quelli che si depilano. Tutti. E Tutto. Posso capì il corridore che si depila le gambe (anche se onestamente a me fanno un po' effetto. A me il polpaccio maschile piace un po' peloso, non da sembrare un orso marsicano, ma un minimo sì). Sì alla depilazione sulla schiena se pare tu abbia una coperta di lana merinos sul groppone, no alla depilazione del petto a tutti i costi. Il petto un po' villoso è affascinante. Senza contare che se sei in missione con una donna, a lei pare che stia copulando con un porcospino, perché i tuoi peli quando rispuntano, bucano. Lo devi sapè, caro il mio amico amante della ceretta. E senza contare che vedere un uomo in bagno che si depila...non mi ci fate pensà.
-Davanti a quelli palestrati. Ammetto che lì per lì ti fanno fare “WoW!”, ma poi passa subito, come uno starnuto. Sì a un corpo asciutto, tonico, frutto di vero sport, ma se sei gonfio come Big Jim a me fai un po' impressione. Cioè, troppo, no? Che poi cammini con le braccia un po' alzate da quanto c'hai gonfi i bicipiti e sembra che tu pensi “Mo' vengo lì e te distruggooooo!!” e invece magari stai andando al bar a chiedere un calippo per il pupo. Ci può stare pure un po' di pancetta, vojo dì non è che devi partecipare a Mister Universo. O no?
-Davanti a quelli tutti dieta, salute e via dicendo. Anche qua:okay volersi bene, mangiare sano, stare un po' (un po') attenti ai grassi, al colesterolo, però non esageriamo. A me il fanatico del mangiare sano, crudista, vegetariano, vegano e marziano dopo un po' mi annoia. Un uomo se mi invita a cena e fa impazzire il cameriere per sapere per filo e per segno tutti gli ingredienti dei piatti e lo interroga sulla freschezza dei prodotti, io mi alzo e me ne vado. Un uomo deve mangiare con gusto, e se quella sera è previsto un maialino arrosto da 32 kg, okay. Magari il giorno dopo mangia insalata e va in bicicletta. Perdio, una cosa giusta! Sta fissazione del cibo la sopporto poco nelle donne, figuriamoci negli uomini.
-Davanti a quelli con le mollettine.
Sì, l'abbiamo visto tutti. Ieri sera Buffon (come in tutte le altre partite) aveva una mezza dozzina di mollette in capo a reggergli (che tenero!) la frangetta.
Ecco, Gianluigi, lasciatelo dì: sei bravo eh? Hai pure parato un rigore che guarda, t'avrei baciato, ma ti prenderei a sberle per spettinarti. Ma si può? TU. Capitano della Nazionale Italiana (mica cazzi!) TU un metro e 91 di muscoli. TU con due mani che manco Morandi. TU, se vogliamo anche piacente. TU... ti metti le mollettine? Te prego. Se ti danno fastidio, tagliali sti capelli, metti un cappellino come Benji, fatti i boccoli così ti si accorciano, ma levati le mollettine. Che poi la Seredova se scopre che prendi le sue, guarda che si incazza. Io te lo dico.
Che poi me lo immagino nel prima. Cioè lui che negli spogliatoi, magari a torso nudo, dice ai compagni “Aspettate che mi devo mettere le mollettine!”
Io non ci voglio pensà.
Insomma, io sono un po' insofferente al metrosexual. Ora, non è che un uomo deve essere bestia, però una via di mezzo. L'omo dev'esse omo.
Senza se e senza ma.
E soprattutto senza mollettine.

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