Tra ieri sera e stanotte son successe due cose col botto!Spiego.
Torno verso le 21 dal lavoro un filino stanchina dato che abbiamo passato tutto il giorno a smantellare le decorazioni natalizie in negozio, con conseguente pulizia che manco un’impresa.
E c’è stato comunque il solito ritardatario che ci ha chiesto “Vorrei un pacco”.
Sì, dopo che avevamo già tolto cesti e fiocchetti.Ovvio.
Dopo aver cenato (con un cespuglietto di pagliuzza bianca ancora infilata nei capelli che mi faceva tanto somigliare a Crudelia Demon) mi appresto a sedermi (leggasi appoggiarmi a corpo morto su Andrea) sul divano.
Errore. A me il divano dopo cena mi ammazza. Devo trovarmi una posizione scomoda, altrimenti mi addormento in tre secondi netti.
“Amò, che guardi?”
“Un documentario”
“Su cosa?Pinguini?”
“No, la seconda guerra mondiale”
“Ah. Interessante. Ti spiace se appoggio la testa qui?...scusa un attimo…ti puoi spostare un po’?...ecco, mettimi il braccio qui…ti do fastidio se…ZZZzzz …ZZZzzz…ZZZzzz”
Dopo cinque minuti ronfavo già.E gli stavo sbavando sulla felpa.
Dopo quello che a me è parso un sonno interminabile (abitato nel frattempo da pinguini in trincea e soldati al polo sud), vengo svegliata da una trasmissione in sottofondo e dai miei cari “Simo, vai a letto. Ma lo vedi come sei stanca?Su”
“Eh?...” c’ho ancora gli occhi chiusi, non capisco una mazza e c’ho la bocca impastata.
“Simo, amore, è tardi, andiamo a letto. C’hai na cera che sembri Morticia. Pora stella.”
“Eh?...sì…”
Apro gli occhi, guardo la televisione, sbarro gli occhi ed esclamo “MAMMAPAPERA!”
Andrea e Alice mi guardano allibiti.
“Nonna Papera?”
“Ma che è, ‘mbriaca?”
“MAMMAPAPERA!”
“Simo, stai sognando a occhi aperti. Svegliati!”
“MAMMAPAPERA!”
Vi giuro, un’apparizione. Sembravo Bernadette quando le appare la Madonna.
“Ma che stai addì?Chi è Mamma Papera?COSA.STAI.DICENDO!”
“Quella…quella donna…in televisione”
“Ma chi, quella di Sos Tata? Ma quella è tata May, non mi pare una papera, piuttosto mi ricorda Mamy di Via col Vento…”
“La conosco!E’ Mamma Papera!Leggo il suo blog, lei legge il mio!Siamo amiche!E’…è…Alessandra mia!”
Andrea e Alice non ci stavano capendo una mazza. Probabilmente nemmeno voi, quindi spiego nartra volta.
Alessandra nel suo blog un po’ di tempo fa scrisse che aveva contattato quelli di SoS Tata.E scrisse pure di aver registrato la puntata, ma non sapeva quando sarebbe andata in onda. Ieri l’ha scritto. E io da lei ieri non sono passata. Quindi non sapevo una beata mazza.
Non potete capì la commozione (cerebrale) di riconoscerla solo da quelle informazioni che ci scambiamo via blog. E vederla lì, in carne e pixel mi ha emozionato.
Vorrei aprire una piccola parentesi su questa trasmissione. La Top-family fa parte di quella schiera di persone che guardano Sos Tata con parsimonia.Nel senso che non mi registro le puntate, non ne faccio una ragione di vita,ma spesso la guardiamo soprattutto quando la tivù non passa altro. E non ci dispiace. Piango pure al momento della letterina. Ritengo che chi decide di fare un passo del genere abbia un gran coraggio.Ho letto pure di madri scandalizzate da chi fa una scelta del genere, indignandosi non poco “Come si può permettere che un’estranea entri in casa tua e ti dica come educare tuo figlio!E’ incomprensibile!Certo che si fa di tutto per andare in tivù!”
Ora. Punto primo : chi entra in queste case di lavoro non studia la vita riproduttiva del cercopiteco e nemmeno è appena uscito come trapezista dal circo di Moira Orfei. Credo che qualcosa sull'argomento più di me sappia. Di sicuro.
Secondo:in un’era dove due vicini si contendono 30 cm di orto a Forum, dove assistiamo a bestemmie e lanci di bottiglia al Grande Fratello, dove vediamo 17enni ballerini rispondere presuntuosi al maestro di danza che fino a ieri ballava alla Scala, mi sembra innocuo che una famiglia, diciamo un po’ incasinata, chiami quelli di Sos Tata. A differenza delle trasmissioni che ho citato, qua vieni (permettetemi l’espressione) sputtanato alla grande. Vengono colti, visti, annotati i tuoi errori, mostrati al pubblico, e esortata a cambiare atteggiamento. Io credo che ci voglia molto ma molto coraggio e forza per affrontare una cosa del genere. Ritengo che non piaccia a nessuno sentirsi dire da un estraneo che stai sbagliando.Eppure lei lo ha fatto. E ha tutta la mia ammirazione.
Certo che puoi chiedere un aiuto anche non andando in televisione, ma io dico “Perché no?”
Che male c’è? In questo filmato è venuta fuori una splendida persona che mi ha commosso e emozionato per la sua semplicità e per il suo amore verso la famiglia. Ha deciso di mettersi in gioco, mostrando un lato del suo carattere che magari pochi conoscevano. I suoi difetti, i suoi punti deboli e la sua fragilità. Quando è stato il momento di sbatterglieli in faccia, ha incassato il colpo con umiltà, ma ha reagito con forza e grinta alla provocazione. Tutto per il bene della sua famiglia. Alessandra asserisce di essere una mamma triste. Io ho visto una mamma di quattro figli (quattro!) che non ha manco tempo di essere triste. Alessandra è un sacco di altre cose. E’ un bel sorriso, è un pianto emozionato, è una voce bellissima, una mamma premurosa, è una donna che si fa in 18 per far quadrare il tutto. Alessandra è una donna che ha avuto il coraggio di mettere la sua famiglia in mano a degli esperti e di dire “Aiutatemi. Temo di sbagliare in qualcosa”. Secondo me non stava sbagliando, doveva solo aggiustare il tiro. Quel qualcosa che doveva arrivare da un occhio esterno e non coinvolto sentimentalmente. E così è stato.
Certo, si sarebbe potuta rivolgere a qualcuno in privato, ma farlo così pubblicamente, non solo ha dimostrato di voler cambiare le cose, ma ha accettato di mettersi alla berlina ed essere giudicata.
E per me, è una prova di grande coraggio. Perché da casa, seduti sul proprio divano, è facile giudicare.E’ anche vero che io mi sento in qualche modo coinvolta essendoci passata circa 8 anni fa quando Alice (di quasi 2 anni) decise di metterci alla prova. Non voleva andare all’asilo nido.
Capirai, gran problema direte voi. Sì, gran problema, perché se, per non andare si provoca il vomito, il problema c’è. Non potete capì come stavamo. Alice ogni volta che la portavo all’asilo era apatica, svogliata e vomitava sull’uscio. Presi dall’angoscia (e supportati da nonni e zii), parto per andare a toglierla. “Se arriva a vomitare vuol dire che ci sta male. Niente asilo, allora!”
La maestra mi lascia parlare, annuisce e comprende il mio stato d’animo. Io non parto in quarta, sono attapirata, non capisco dove sto sbagliando, ma non le ho mai detto “So quello che è meglio per mia figlia!” ma faccio l’esatto contrario. “Cerco un aiuto. Io son messa così e non so cosa fare. A noi l’unica alternativa ci sembra di toglierla. Tu hai più esperienza, dimmi se c’è una soluzione” E ci siamo messi nelle sue mani.E mi è sembrata la cosa più logica da fare.
Io davanti a me avevo una donna laureata in pedagogia, madre di due figli e che gestiva con successo un nido di 20 bambini.
Lei davanti a sé aveva una giovane madre, alla prima esperienza, un filino in ansia e in quanto madre di Alice molto coinvolta e per niente obiettiva.
“Okay, mettiamo il caso che tu la tolga. A quel punto sa che può ricattarti quando vuole, semplicemente vomitando. La segnerai alla materna. E lei vomiterà e tu la toglierai. Poi toccherà alle elementari. E lei vomiterà di nuovo. A quel punto che farete? A scuola ci deve andare. E sarà troppo tardi per metterci le mani. Non puoi permettere che ti ricatti con questa cosa. E’ solo una bambina estremamente sensibile, devi solo aiutarla ad avere fiducia…”
Non aveva ancora finito che io dissi “Dicci cosa dobbiamo fare”
E lì è cominciata la battaglia. “Tu portala qua e procurati dei cambi. Se vomita, pazienza. Lei entra ugualmente. Noi la cambiamo, ma lei sta qui. Dopo due volte capirà che non servirà a niente vomitare” E così ho fatto. Ovvio che avevo un fegato grosso come un comò e il cuore in fibrillazione, ma ce l’abbiamo fatta. Ha tentato una volta, e poi basta. Si è finita l’anno.
E’ successo di nuovo all’inizio della materna. Varchiamo il cancello e lei ha un conato. Ma io sono pronta, ho imparato, ho in mano la situazione grazie a Elena. Pronta a parare il tutto con la sciarpa manco fossi Zoff, racchiudo tutto il pappiè, gliela levo dal collo, ne faccio un sacchettino, la accompagno dentro “Buona giornata tesoro!” e me ne esco.
Da quel giorno non l’ha più fatto. Non credete che sia stato facile, soprattutto quando i parenti ti danno della pazza, ma io ero sicura che era il modo migliore per crescere Alice.Per far sì che diventasse più forte e non schiava delle sue paure, che riuscisse a domare le sensazioni, che non si affliggesse, che imparasse a gestire le proprie emozioni in modo bello, ma soprattutto sano.
Invidio chi ha la certezza di essere un genitore perfetto e a chi sa tutto, io e Andrea non lo sappiamo questo tutto. Abbiamo imparato con lei, ci siamo messi in gioco e impariamo ogni giorno, coi nostri errori e difetti. Ma di fondo c’è la voglia di fare un buon lavoro, di avere una figlia non perfetta, ma equilibrata, che sappia gestire la sua vita in maniera indipendente e crescerla instillandole la fiducia e l’amore verso gli altri, perché purtroppo, noi per lei, non ci saremo per sempre.
Ecco, penso di essermi sputtanata alla grande pure io.
Quindi cara Alessandra, hai tutta la mia ammirazione per questa prova. E’ stato molto bello vedere la tua famiglia lavorare per migliorare la situazione. E tu sei stata una grande.Grandissima.
Come dite? La seconda cosa col botto?
Stanotte verso le 4 c’è stato un botto che nemmeno a capodanno. Manca poco muoio.Mi è scoppiata in dispensa una bottiglia di spumante. Così. Io e Andrea ci siamo alzati, abbiamo visto tutto il casino e, come da manuale, abbiamo sentenziato “Macchèccefrega. Puliamo domattina”
Ora in cucina c’è un odore che pare di essere all’October Fest.