giovedì 29 ottobre 2009

CIAK!SI GIRA!

Non sono fatta per la televisione, è bene che lo sappiate. Non potrei mai fare l’attrice, la velina, la letterina, l’ereditiera e manco la controfigura di Anna Moroni de La prova del cuoco.Ne ho avuta la conferma ieri, quando hanno tentato di farmi avere un amplesso con una telecamera. Spiego.

Una settimana fa la mia titolare (donna pragmatica e carismatica come poche,anzi Michelle Obama scansate n’attimo) ci ha dato questa lieta notizia:

“Mercoledì avremo in negozio Canale50!”

Io e le bimbe siamo rimaste con la mascella pendula per tre minuti buoni, poi io ho realizzato che ha detto ‘mercoledì’.

“Evvvaaiiiii!!!!!!Sono di festaaaaaa!! Ci siete VOI qui con la televisione. Io sarò a casa!!Ah ah ah…”

La risata mi è morta in gola perché l’indice della mia titolare ondeggiava davanti ai miei occhi.

“Mira il dito? No, cara mia. Te mercoledì mattina stai qua. Prendi pure giovedì di festa ma te mercoledì sei qui con noi, fai parte dello staff…”

“Ma io…”

“Ti ci inchiodo al banco”

“Okay, ci sarò” Non è meraviglioso?

Non vi dico che lavoro abbiamo fatto durante tutta la settimana. Abbiamo spolverato, lucidato, sgrassato, lavato le tende, messi i centri, rifatto 56 volte la vetrina, spostato 89 prosciutti, fatte le meches, la ceretta e un paio di iniezioni di botulino. Per una volta che viene la televisione, non vuoi essere in forma? Sembravamo dei criceti impazziti, abbiamo corso per il negozio al grido di “Deve essere tutto perfettoooooo!!!!!!!! Togli quel granello di polvere!”

“Ma è sopra il neon!”

“Ma metti che la telecamera faccia un ingrandimento sul soffitto!”

“Hai ragione, lo tolgo con un cotton fioc!”

Finalmente (dico finalmente perché Cenerentola a noi ce fa na pippa) arriva mercoledì. La Capa e noi bimbe truccate e vestite manco dovessimo andare al matrimonio del Re di Giordania, della serie “Signori, guardateci ora, perché così in tiro in negozio, a parte oggi, colcazzo che ci vedrete ancora”

Siamo un po’ tutte agitatine. Io perché non sopporto farmi fare le foto, figuriamoci essere ripresa.

La Capa, perché toccava a lei parlare e l’intervista verrà mandata in onda.

Laura in dieci minuti si è data il rossetto sei volte perché dall’agitazione se lo mangiava.

Sara così emozionata, che manco al suo matrimonio.

Giriamo in tondo in negozio, sistemandoci a vicenda

“Aspè ti sistemo il colletto”

“Mettiti la mollettina dritta,ecco, così”

“Simo, togliti la magliettina di lana! Sbuca dalla maglietta!Hai freddo?Chi se ne importa!C’è la televisione, hai capito?E poi chi bella vuole apparire un po’ deve morire. Anche di freddo”

Okay, è tutto pronto.Oddio io non me la sento. Cioè, voglio dire, lo sapete no? Sono estroversa, ma stare davanti alla telecamera è un’altra cosa.

“Posso chiudermi in bagno? Stare giusto quelle due, tre ore nella cella? Andare in ferie?Scappare in Brasile?”

“Se non ti cheti, ti faccio intervistare!”

Come non detto. Voi non lo sapete mai io amo essere ripresa. Davvero.

Sara all’improvviso dalla soglia dell’uscio lancia un grido “ Eccoliiiiiii!!!!!!!!”

AHHHHHHHAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!

Abbiamo cominciato a correre senza senso per il negozio e a me l’idea di impiccarmi al gancio dei prosciutti di Parma è venuta più volte. E’ arrivata ‘sta macchina con il logo del Tv locale. Che impressione! E’ scesa una signorina molto seria, un’altra con una cartelletta e poi lui, il nostro incubo peggiore:L’OPERATORE. Aveva una telecamera in spalla grossa come Pisa e provincia.

Ci siamo. Entrano in negozio con fare efficiente e mentre La Capa sistema le ultime cose con la signorina seria, noi cerchiamo di prendere confidenza con la telecamera:

“E’ vera?”

“Ma così puntata, non è pericolosa?Cioè, non è che ci miri bene e poi ci spari, vero?”

“Deve stare proprio proprio accesa per riprenderci?”

“Ma più che altro, deve proprio riprenderci?”

L’operatore in breve tempo si è reso conto di avere a che fare con delle scellerate e sospirando ha detto “Prevedo una bella mattinata”

Prima cosa: l’intervista alla Capa. “Signora, dobbiamo prima trovare la location giusta”

“La che?”

“Location. Il posto che farà da sfondo alla sua intervista. Scelga lei dove vuole essere ripresa”

“Bene. Mi metto qui”

Fantastico. E’ tra due caciocavalli e un fiasco di vino. Ci rinchiudono, me lo sento.

Le ficcano sotto il naso il microfono, le puntano addosso un occhio di bue e Ciak! Si gira!La mia Capa se la cava alla grande, padrona della situazione,grande professionalità, e discorso serio ed efficiente. Noi tre dietro il banco, fuori inquadratura a fare di Sì con la testa come tre cerebrolese in preda a un tic nervoso. La signorina seria (mai che qualcuno si faccia i cazzi propri) lancia un’idea “Sentiamo anche le ragazze!”

La mia Capa si gira verso il banco e domanda “Ragazze? Volete dire qualcosa anche vo….”

PUFFF! Svampate!Dietro il banco, il vuoto totale. Ci siamo smaterializzate in due secondi netti. Sparite. Roba che se ci vede Copperfield ci scrittura subito. Io mi sono infilata nella celletta insieme all’insalata russa, Sara si è tuffata nella vasca delle mozzarelle di bufala e Laura si è rinchiusa nel bidone della pattumiera. “…Forse è meglio di no”

Okay, l’intervista è andata. Ma non è finita perché ci avvertono che ora tocca a noi. L’operatore è tutto nostro, dobbiamo seguire alla lettera le sue indicazioni per far sì che vengano delle ottime riprese. C’ho ripensato, non voglio andare in Brasile, voglio andare in un posto più lontano.Voglio fuggire da quiiiiiiiiiii!!!!!!!!

Nel frattempo entrano i clienti e le scene sono state diverse. Chi entrava e vedendo la telecamera usciva di volata al grido di “Perlamordiddio!!!”

Quelle più coraggiose sono entrate ma si sono nascoste tra le cassette delle mele.

Qualcuna si parava il viso con mazzi di bietole manco fossero un ventaglio.

Qualcuna ha fatto la spesa camminando all’indietro stile Michael Jackson per non essere ripresa in volto.

Qualcuna si è servita allo scaffale della frutta senza usare il guanto e ha esclamato “Cazzo!Non ho preso il guanto!Mi avranno mica ripreso?”

Nessuna, dico nessuna che si sia avvicinata al banco dove noi eravamo prese in ostaggio dall’operatore.

“Allora ragazze, adesso facciamo una ripresa globale di voi tre dietro al banco. Fate finta di lavorare. Al mio tre, riprendo. Uno, due tre, ora!”

Al tre ci siamo tuffate contemporaneamente dentro il banco, manco fossimo la Cagnotto, la Pellegrini e la Filippi. Testa china a mò di struzzo tra le melanzane grigliate e il pecorino di Pienza.(Diapositiva)

“Ma cosa fateeeeeeee???Così sembra che dietro il banco non ci sia nessuno!Si vedono solo le schiene curve!”

Vabbè non è stata forse una bella idea, però calmino!E un attimo!Non è che una nasce Silvana Mangano, eccheccazzo!

“Su con la testa, fate finta di lavorare!”

Che vor dì fate finta di lavorare?O lavori o non lavori. Non mi convince. “Scusi signor Operatore, che dovrei fare esattamente?”

“Muoviti come se stessi servendo qualcuno”

“Ma non c’è nessuno da servire!Son tutte nascoste dietro le casse delle mele golden!”

“Fai finta”

Senti Operatore, io non riesco a fare finta, se ero brava a fare finta a quest’ora ero a Cinecittà, non so recitare, anche alle elementari mi facevano fare l’albero, perché non sapevo recitare, va bene? Pensa che a Natale mi hanno fatto fare la pecorella. Morta. Così non dovevo fare nemmeno Beeeee!!Come faccio a fare finta?

“Via, muovetevi un po’…”

Laura a questa richiesta per poco non si mette a ballare sul banco, Sara improvvisa due flessioni e io sembravo Pieraccioni ne I Laureati quando va a fare il fotoromanzo vestito da marinaio. Prima mi son bloccata stile Un due Tre Stella, poi ho camminato sul posto come un burattino.

“Non siete per niente spontanee”

Ma come facciamo a essere spontanee con quell’affare puntato addosso! No, via non si può fare, non puoi far finta di servire una persona se davanti c’hai una telecamera, la luce e dietro il vuoto cosmico. Il rapporto commessa-cliente è fatto di botta e risposta, di richiesta e di servizio, di sorrisi e saluti, ma posso io far finta che questa luce e questo pezzo di ferro sia la signora Giovanna? No dico, parliamone.

“Okay, ora però serie…”

E chi ride? Qua si sta a morì tutte!

“Ora vi riprendo una per una”

Io “No, ti prego!Ti do un rene, piuttosto!Si potrebbe evitare?”

Laura “Ommioddio!Che figure di merda!Però…potresti evitare di riprendermi di profilo?Grazie”

Sara “Riprendi loro!Son belle, snelle, favolose, guarda che gnocche!Non stare a riprendere me, dedicati a loro, guarda che pezzi di figliole…”

“HO DETTO TUTTE!”

Sembravamo tre cani bastonati, e al grido di “Se lo dobbiamo fare facciamolo, ma facciamo presto” abbiamo dovuto sottostare alle richieste dell’operatore.

“Sara, adesso io inquadro solo te. Tranquilla che la ripresa durerà pochi secondi”

“Che devo fare?”

“Per esempio fai finta di pesare qualcosa sulla bilancia”

“Posso prima uccidermi?Okay, però ho capito”

Sara ha pesato 32 volte un pezzo di Parmigiano Reggiano, spippolava alla cazzo di cane sulla bilancia talmente forte che ho temuto seriamente che gli esplodesse tra le mani. Ci siamo giocate la scheda della bilancia, me lo sento.

Finita lei toccava a me. Sono andata nel panico “Oddddiiioooooooo!!!Che devo faaaaaaaa?????”

“Stai calma. Te fai un’altra cosa…per esempio ti dedichi al pane”

“Giusto!Mi piace il pane!Bravo! Cosa faccio?...aspè..facciamo una prova…ecco…lo sistemo così?”

Perché mi guarda a quella maniera? Cosa c’ho, un capello fuori posto? Non sono abbastanza professionale con questo sfilatino in mano?Guarda che bel pezzo di baguette!Ho preso la più lunga apposta!Non sono bella con lo sfilatino in mano? Mmh…dalla sua faccia capisco che forse non gli piace il pane…magari è celiaco…peccato, facevo la mia figura.

“Forse è meglio se sistemi le focaccine. Al mio tre. Via!”

Ho cominciato a ravanare nel vassoio delle focaccine con un’espressione di morte imminente, vi prego di non ridere quando la vedrete perché è già dura così. La ripresa è durata sei secondi che a me son parsi un’eternità, non sapevo cosa fare, ho preso in mano tre focaccine, poi l'ho rimesse lì, poi ne ho presa una e l’ho messa al posto dell’altra, praticamente giocavo al gioco delle tre carte “Venghino siore e siori!Dov’è la focaccina salata? Ecco, attenzione,la mano è più svelta dell’occhio!Ora è qui, ora è là, venghino, venghino!”

Le bimbe non mi sono state per niente d’aiuto.

“Simo, si vede lontano un miglio che non stai facendo un cazzo”

“Simo, hai una faccia che sembri cretina”

Il problema è che lo sono!Sennò non ero qui a farmi riprendere e me ne stavo su una spiaggia a Cuba a prendere il sole!

Poi è toccato a Laura e l’operatore le ha proposto “Te fai finta di tagliare qualcosa all’affettatrice”

Abbiamo letto il labiale di Laura che diceva “Qualcosa di tuo, per esempio?” e invece ha detto “ma non posso far finta di tagliare, taglio per davvero!Tho!Facciamo il prosciutto cotto!”

Ecco, la ripresa è stata abbastanza lunga. Laura ha tagliato otto etti di prosciutto cotto. Che cazzo ci facciamo lo sappiamo solo noi.

Quindi a fine giornata avevamo una bilancia svampata, un mosaico di focaccine rappresentanti l’urlo di Munch, otto etti di prosciutto cotto già tagliato che colcazzo che te lo comprano, e una ripresa bellissima dello staff che andrà in onda presumibilmente il 6 novembre.

No, dico, ma sono o non sono soddisfazioni queste?


sabato 24 ottobre 2009

TUTTI PAZZI PER FEISBUC

E' ora che vi racconti della mia esperienza di feisbuc. Mi piacerebbe poter dire “Tutto è cominciato per caso” e invece per caso non è incominciata una beata mazza. Fino a qualche mese fa quando incontravo qualche amica/o una delle prime domande dopo il mio “Sentiamoci qualche volta” era “Ma ci sei su feisbuc?” e io rispondevo sempre “No!”. Qui incominciavano (in maniera molto scherzosa e carina intendiamoci) mille pressioni per iscriversi a feisbuc:

“Ma sei indietro!Tutti sono su feisbuc!”

“Maddaiiii!Rimani fuori dal mondo!” Addirittura…

“Nooooo, senza feisbuc, come facciamo a rimanere in contatto?” Il telefono?

“Iscriviti!”

“Iscriviti!”

“Vieni su feisbuc!”

Ora, caratterialmente sono una che se viene forzata a fare una cosa è la volta buona che non la fa, però intanto ero andata a vedere sto FB. Poi un gruppo di simpaticissime amiche ha fondato un gruppo che si chiama “Vogliamo Simona Fruzzetti su Facebook”. L’istinto di invitarle a cena e servire loro dell’arsenico per la brillante idea è stato forte, grazie anche al risultato di tale iniziativa. C’hanno schiaffato una foto dove sembro appena uscita da un centro di igiene mentale, ho un sorriso forzato che sembro Joker di Batman e ho una felpa infilata nella maglietta. Ovviamente gli unici iscritti solo coloro che hanno avuto la stupenda idea e nessun altro. Come biasimarli?Alcuni dei miei amici mi hanno trovato anche così ma spaventati da tutto questo hanno fatto i bagagli e hanno cambiato città. Insomma ‘sto FB non mi voleva piacere. Fino a che un giorno abbiamo conosciuto una persona che ci è rimasta particolarmente simpatica. Alla nostra domanda “Dai, non perdiamoci di vista!Rimaniamo in contatto, dove ti possiamo trovare?”

Lui ha detto “Siete su Feisbuc?”

“No!” e ora comincia con la solita tiritera.

“Okay,non c’è problema, magari ci scambiamo le mail”

Non c’è problema?Come?Non ha insistito?Impossibile.

“Ci sentiamo in privato, quando volete e se un domani decidete di venire su FB mi trovate pure lì, sennò non importa”

Ecco come son fatta io. Detta così mi fa meno effetto, senza insistere, senza pressioni. Infatti una volta tornata a casa mi son messa lì e mi son guardata meglio questo Facebook. Con l’amico ci siamo sentiti una volta o forse due con la mail e poi abbiamo notato che lui su FB era molto attivo e Andrea ha detto “Provo a iscrivermi, vediamo che cosa è, se poi non ci garba,veniamo via” Come se dovessimo andare a una festa.

Si è iscritto.Stop.

Così era un po’ bruttino.

“Andrea, FB serve anche per rimanere in contatto con gli amici”

Ne ha messi sei. Stop. “Magari disturbiamo”

Ogni tanto ci affacciavamo e una sera, per caso, ci incontro la Paola. Andrea, aiutandosi con il gesto dei mimi, mi informa che Paola è in linea e che possiamo chattare. Chattare? E che vordì? Ho chattato per la prima volta con Paola non sapendo dove spippolà e pigiavo invio ogni due secondi, e le frasi venivano spedite a metà e poi lei non rispondeva subito e allora io mi sono spaventata e ho detto “E’ svenuta!” e invece poi lei mi ha risposto ma poi dopo una mia domanda lei ci ha messo un secondo in più e io mi sono chiesta se tante volte aveva frainteso e invece poi lei mi ha risposto e allora io ho pigiato….Insomma ho sudato e perso tre chili per comprendere il tutto. Da lì ho capito che feisbuc è bello se puoi trovare degli amici in linea e allora mi son messa a smanettare. Ho preso in mano la situazione e ho cominciato a invitare amici e da sei siamo diventati più di sessanta. “Qua!Forza! Ecchevordì sei amici? Che siamo sfigati? Prendiamo coraggio e chiediamo l’amicizia.Ne abbiamo un casino di amici e conoscenti. Tutt’al più ci ignorano. Oddio, che si azzardino! Ma se dobbiamo stare su FB stiamoci a modino, via!”

“Simo, mi raccomando non far danni”

“No.Ecco qua, Tizio, Caio, Sempronio là!Che ci vuole? E poi richiesta a Grazia, Graziella e Graziealcazzo, forza, Chip e Chop, poi richiesta di amicizia a Nina, Pinta e Santamaria, Qui Quo Qua, ecco qui,fatto. Poi, altra questione: perché compari solo te? E io? Allora vediamo un po’, Siiiimmooonnnaaa”

“Che stai facendo?”

“Bono! Che mi metto assieme a te!”

“Ma non è così che si fa!”

“Zitto zitto che mi riesce. S-i-m-o-n-a, accetta, invio, modifica. S-i-m-o-n-a”

“Mannò!Maccheffaiii???”

“Via viaaaaaaaaa, tho! Guarda un po’ se non mi è riuscito?”

Risultato. Sulla home risulta Andrea con il cognome ma i messaggi e in chat arriva come Andrea Simona. Ho fatto casino. Non c’è stato verso di cambià e non mi ricordo manco il procedimento.

Ma a me va bene così. Un profilo tutto mio? Mannò!Troppa fatica. A parte il fatto che avendo passato la metà esatta della mia vita con lui è difficile barra impossibile che qualcuno conosca me e non lui e viceversa. Anche solo per sentito parlare. E poi perché in due facciamo quello che fa una persona sola. Un esempio?

Io invito gli amici e chatto. Praticamente curo le pubbliche relazioni.

Andrea si cura della parte tecnologica (foto e filmati) e cura l’orto di FarmVille. Praticamente quello che facciamo nella vita reale, paro paro. Io invito amici a cena e sto ore al telefono, lui cambia le lampadine e cura il giardino.Tutte e due non amiamo particolarmente fare quiz, test, mettere immagini e commentare ma l’avrete visto e quindi chevelodicoaffà?

SCENE DA FEISBUC- PARTE PRIMA-CIAKKKK!!!!!!!!

“Simo, allora ti piace?”

“Mmh..insomma ora spengo…aspè chi c’è? C’è Tizio!Aspetta che lo saluto!”

“Allora ti piace?”

“No, lo saluto e basta. Aspè, tho!C’è anche Caio!Mò saluto pure lui!”

“Avevi detto che spengnevi”

“Ora ora. Bà! In linea c’è anche Sempronio!Da quanto tempo!Aspè che faccio un salutino”

“Ma…”

“Guarda!Si è aggiunta anche Grazia!Vè Vè! Ora anche Graziella!Ora spippolo c-o-m-e s-t-a-i?? Tho! Mi rispondono tutti!Guarda che bello oh!” Praticamente stavo chattando con 5 persone contemporaneamente e non ci stavo capendo un cazzo.

Esempio:

Tizio “Come stai?”

Risposta di Simo “Sì è vero, non ci sono più le mezze stagioni”

Caio “Da quanto tempo non ci vediamo!”

Risposta di Simo “Io bene, a parte un po’ di raffreddore”

Sempronio “Se una sera organizzassimo una rimpatriata?”

Risposta di Simo “No, non faccio mai i test”

Avete notato che quando arriva una risposta in chat il vostro piccì emette un suono? Una sorta di scampanellio?Un Bip anche un filino inquietante? Bene, in quel caso sembrava di essere in una sala di rianimazione. Bip! Bip! Bip! Praticamente li stavo perdendo!!! Continuavo a spippolare in preda a un attacco isterico al grido di “E un attimo! Arrivo, cazzo!! E piantatela di suonare!” Un' infermiera sull’orlo di una crisi di nervi.

Secondo esempio:

Simo “Criiiiiiiiiiii!”

Cri “Simooooooooo!!”

Simo “Chattiamo?”

Cri “Va bene”

Dopo sette minuti di pausa “Cri? Hai perso i sensi?”

Cri “No sono qui che aspetto te. Comincia”

Simo “A fare cosa?”

Cri “A chattare”

Simo “Ah!”

Cri “Di cosa parliamo?”

Simo “Non lo so”

Cri “Vabbè comincio io. Da te piove?” (Ci dividono 11 chilometri n.d.r.)

Simo “No, c’è il sole”

Cri “Anche qui, infatti ho steso i panni”

Simo “Anch’io. Se stasera sono asciutti li stiro”

Cri “Fai bene”

Simo “Già”

Da questa conversazione io e la Cri abbiamo capito che non siamo buone manco per chattà.

SCENE DA FEISBUC- FARMVILLE-CIAKKKK!!!!!!!!!

Questo è un discorso a parte. Abbiamo notato che un amico schiaffava in prima pagina mucche rosa e pannocchie, e dopo poco ha invitato Andrea a farne parte. Il problema che io sono venuta a sapere della sua esistenza dopo questa scena:

“Nooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!”

“Oddio, Andrea che c’è? Ti senti male?”

“Mannòòòò!!!Mi son marcite le fragole!”

Fragole? ‘Ndo cazzo le vede le fragole? Siamo quasi a novembre santoiddio!

“Che fragole?”

“Le fragole del mio orticello! Vieni a vedere lesta!”

Mi sono affacciata e ho visto questa fattoria. Ora, bellina è bellina, ma credetemi, mi ci manca anche il campo virtuale da curare e poi sono a posto.Il bello è che il ‘mio fattore’ mi vuole rendere partecipe e quindi spesso la sera invece di dopocena romantici e passionali alla ‘strappami anche la filanca delle mutande’ sembriamo Nonna papera e consorte.

“Piantiamo gli zucchini?”

“No, meglio i cavolfiori”

“Ma al mercato me li pagano meno”

“Bè, fatti valere!Mercanteggia! Piantami anche due pisellini”

“Il grano rende di più”

“Bravo così poi ci facciamo la farina”

“Hai dato da mangiare al cavallo?”

“Tesoro oggi la gallina ha fatto solo un uovo, come mai?”

“Simo,domani mentre sono al lavoro mi controlli se le mele sono pronte per il raccolto?”

Senza contare che abbiamo anche i vicini d’orto. (A proposito Paola, c’hai nel campo qualcosa che ti è marcito,faccio per avvertirti) e anche qui puoi chiedere l’amicizia agricola. Senza contare che puoi fare l’omino a tua immagine e somiglianza (a proposito nel nostro orto c’è il personaggio che ha creato Alice e quando la vedrete non chiedetemi come mai ha quelle fattezze). Insomma adesso c’ho anche la fattoria virtuale. Ecco a cosa mi serve feisbuc, a piantare zucchini e raccogliere mele. E poi mi chiedete di mettermi in proprio con un profilo tutto mio. E chi mi ci sta dietro all’orto quando io non ci sono, eh? Chi mi coglie i carciofi? Chi mi va al mercato a comprare le sementi dei cocomeri? Eh? La nostra pagina di Facebook è come una trattoria:a gestione familiare. Andrea compare al bancone, ma dietro in cucina e nel campo ci sono io. Se un giorno mi metto in proprio sappiate che ho fatto i soldi, ho venduto la fattoria e mi sono comprata un ranch a Dallas. E chiedo pure l’amicizia a J.R.


martedì 20 ottobre 2009

QUESTIONE DI PEELING

Oggi parliamo di pelle. No, non avete sbagliato blog, non è quello di medicina 33.Tutto nasce perché l’altro giorno stavo chattando (ebbene sì!Son diventata la Regina di Internet e il prossimo post sarà sulle rocambolesche avventure di feisbuc) con una amica afflitta da problemi di pelle. Non dirò il suo nome per la praivasi, ma dico solo che è bella, bionda e porta le ciabattine di Raperonzolo. Era molto afflitta da ‘sta cosa e sinceramente come darle torto. Soprattutto quando ti riempi di bollicine, brufolini, eruzioni e non sai qual è la causa. Questo mi ha fatto venire in mente che anch’io un anno fa ho avuto questo tipo di problema.Qualcuno avrà già letto questa mia esperienza, qualcuno magari no, ma se mettete che sono a casa perché ieri sera avevo un po’ di febbre, perdonerete il proporvi immagini di repertorio di A Casa di Simo.

Novembre 2008

Io mi sento giovane, e sono giovane dentro, c’è poco da fare. Ma da qualche annetto a questa parte vari acciacchi si fanno sentire. Lo so che sembrano discorsi della mi’nonna, ma io so guardare in faccia la realtà. No, non ho ancora bisogno di un deambulatore o la padella, ma da qualche tempo ho problemi di pelle. Rughe? Magari. Invece ho un’ eruzione sul mento a fasi alterne, come le targhe. Naturalmente ho provato il fai da te e quindi creme, cremine, lozioni, gel, esfoliante, grattugia, acido muriatico e fiamma ossidrica. Niente. Non seccano e fanno come i Gremlins quando toccano l’acqua, si moltiplicano.
Un giorno, disperata, corro in farmacia.
Mi ero scritta su un post-it il prodotto che volevo. Scelta troppo oculata. Avevo visto la pubblicità su Eva Tremila.
“Katy?Mi dai per favore questa crema?”
La Katy, gran professionista e, inutile dirlo, con una pelle di pesca, guarda il foglietto, guarda me e fa “Per te?”
“No, per mia nonna!Per chi vuoi che sia?La pubblicità dice che secca, asciuga, pulisce i pori….”
“Ferma ferma ferma!”
Mi fermo con le mani a mezz’aria come se stessi giocando alle belle statuine “Che c’è?”
“E’ per quell’eruzione che hai sul mento?”
“No, per l’emorroidi”
“Lo stai dicendo da te che c’hai la faccia a culo”
“Per favore Katy, dammi ‘sta crema”
“Aspetta. La crema che mi hai chiesto secondo me non è indicata. A parte il fatto che se fossi in te andrei anche da un dermatologo. Nello studio medico qui a fianco ce n’è uno bravo…”
“Dermatologo? Mai andata in vita mia. Figurati se ci vado adesso per un po’ di rossore!”
“….che per altro è pure figo…”
“Però penso che una prima volta nella vita ci possa stare. Quand’è che riceve?”

Ed eccomi nella sala d’attesa del dottor G.
La Katy qualche giorno prima mi aveva fatto provare una linea di prodotti per pelle stressata dai tutti i miei errori del fai da te. Non hanno coloranti, conservanti, profumi,consistenza, non c’hanno un cazzo di niente e nonostante fossi molto scettica, mi devo ricredere. E poi ciliegina sulla torta, quel giorno, prima di mandarmi via mi disse “Potrebbe essere un’intolleranza alimentare,ma magari no…”
Ma magari vaffanculo! Perché se io (che sono già un tipo intollerante di mio), fossi allergica o intollerante a qualche alimento mi sparo già da adesso. Perché come i bimbi piccoli, se mi dici questo non lo devi mangiare è la volta buona che ne mangio tre quintali. Ragion per cui, nella sala d’attesa prego e spero che sia semplicemente un’ intolleranza a mia suocera, un’allergia ai cognati o allergia da contatto con vari clienti. Ho appuntamento alle 6 del pomeriggio e alle 6.15 sono sempre lì. Meno male che c’è Alice a tenermi compagnia. Lei sta leggendo Focus e io le istruzioni di montaggio dell’ovetto Kinder.
Ad un certo punto si apre la porta dello studio ed esce il dottor G.
La prima cosa che ho pensato è stato “Sticazzi!”, poi però mi son pentita di avere dato un giudizio così terra terra e intelligentemente ho pensato:
-che gran bel fico
-gli strapperei a morsi la camicia
-ho deciso che andrò dal dermatologo con la stessa frequenza con la quale vado dal parrucchiere
“Signora Simo?”
“Come no!Eccola!” balzo in piedi e allungo una mano.
Lui, come i dottori nelle fiction, si passa una mano tra i capelli ma non si muove “Tra dieci minuti sarò da lei,mi scusi per il ritardo”
Uff!!! Vabbè, vale la pena aspettare. Mi rifletto nella finestra e concretizzo che oggi, ho il sex appeal della signora Fletcher. Mi sono tirata tutti i capelli in su bene bene per farmi visitare a modino il viso quindi ora sembro la sorella brutta di Eva Kant , e per di più son senza trucco e ho i brufoletti sul mento. Per essere coerente non ho messo manco la minigonna giropassera e il tacco 12, ma pantaloni verdi con tascone, anfibi e una maglia nera. Se non lo volevo far distogliere dal mio problema ci son riuscita alla grande, perché sembro il soldato Jane (ma non Demi Moore).
Finalmente si riapre la porta, esce una sessantenne e lui mi fa cenno di accomodarmi.
“Mi scusi per il ritardo. Cercherò di farmi perdonare”
ALT!!!! Ma chi glieli scrive i dialoghi? Quelli di Centovetrine? No, perché bello è bello, ma pare pure finto e artificioso. Ho capito. E’ figo e sa di esserlo. E non ci crederete ma ha detto solo frasi acchiappatope e ogni gesto era studiato per fare colpo. E qui scatta la MIA intolleranza,che vale a dire:“Abbellloooooo!!!!Vola basso hai capito? Sarai anche un bel figo, ma non è che noi donne siamo tutte birilli che cadono ai tuoi piedi quando lanci le tue palle, chiaro?”
Oddio, mi son cascate le braccia. Oddio però è belloccio. Oddio ma io sono qui per il mio eritema.
Lui, si mette seduto e mi fa “E’ qui per la bambina?”
“La bambina?”
“Sì, com’è bella. Complimenti”
C’ha un copione da qualche parte, me lo sento. Prima regola: per far colpo su una donna devi prima adulare i loro figli.
“No, il problema non ce l’ha Alice, ce l’ho io. Ma non lo vede?” E mi indico il mento.
“Io non vedo niente”
Seconda regola:fai sentire una donna una super gnocca. “Come non vede niente! Ma lo vede cosa ho qui?” Evito di dire che mi sembra di averci dieci vulcani in eruzione. Cazzo, sembra che abbia il morbillo!
“Niente che io non possa rimediare”
Evvai.Terza regola: fai sentire una donna protetta. Giuro avevo il vomito. Mi fa sedere sul lettino e mi spara addosso una luce tonda potente. Ho avuto la sensazione che mi stesse per apparire la Madonna e che di lì a breve avrei avuto la chiamata di farmi suora. Mi son sentita un filino osservata.
“Bene”
Bene? E se era male che succedeva?
“Mi dà il braccio per favore?”
Ma che fa? Mi leva sangue? Sapete che ha fatto?Ditemi che è prassi. Ha fatto rientrare la punta ad una penna e mi ha fatto due sfregi sul braccio. “Ma che caz…cheffàààà???”
“Tranquilla, voglio vedere la reazione della sua pelle”
“Se continua a graffiami senza motivo lei vedrà un’altra mia reazione!”
“Tranquilla…guardi, guardi qui….”
Io non vedo una beata mazza, lui magari sta vedendo davvero la Madonna.
“Cosa è che devo vedere, di preciso?”
“Le vede queste due righe che le ho fatto? Vede quanto ci mette la sua pelle a tornare normale, vede com’è arrossata?”
“Che vor dì?”
“Che la sua pelle è molto suscettibile. Tutto qui.”
Io suscettibile? Naaaaaaaaaaaaaa……….
Si rimette seduto non senza aver di nuovo passato la mano tra i capelli, dato un buffetto ad Alice, sistemarsi il camice e giocherellare con la penna. Penso che una donna in astinenza adesso lo potrebbe sdraiare sul lettino e fargli vedere i sorci verdi,fare a brandelli il suo camice e…
“E’ una dermatite periorale”
Porno orale? Cazzo ha detto? “Prego?”
“Lei ha una banalissima dermatite periorale”
Banalissima lo dice a sua sorella e peri-anale a quella zoccola di sua moglie. Ma non gliel’ho mica detto. Mi son limitata a dire “E’ grave?”
“Ma no. Ora però le devo fare qualche domanda, diciamo…un po’ personale…”
Eccoci, lo sapevo. Adesso mi chiede del birillo, delle palle, dice che è lo stress, che devo stare serena, che devo diventare vegana, che devo farla finita di mangiare tre chili di frutta al giorno, che sono allergica al punto croce e via dicendo.
“Ciclo?”
“No, solo in primavera, d’inverno preferisco la macchina. Fa freddo.”
Lui aggrotta la fronte. Cosa mi ha chiesto? Ah… “No, guardi, regolare regolare”
“Bene. Evacua con regolarità?”
“L’ho fatto solo una volta a scuola. Durante l’addestramento con i pompieri Dovevamo evacuare le stanze in tre minuti e mezzo….Scherzooooo!!!!”
“Lei è molto simpatica”
Vuoi vedere che sono allergica alle minchiate che sparo? “Se vuol sapere se sono stitica, no, non lo sono” e se finiamo di parlare di merda è ancora meglio.
Dopo aver escluso che non è uno scompenso ormonale, il mio intestino, mia suocera, mio cognato, un’intolleranza alimentare, i medicinali che NON prendo, i cosmetici, le creme, lo stress, l’acqua che bevo, il fatto che Nettuno è entrato in Venere (e aggiungerei buon per lei), l’anno 2008, vedere le fiction e fare il decoupage, lui si mette comodo comodo e mi annuncia il verdetto.
“Allora, stenterà a crederci ma lei ha un'….”
Ommioddioooooo!!!!!!!!!!!!!!!!Che cazzo c’ho??????
“……Acne giovanile”
“A..che? Acne? A 35 anni?”
“Certo. Può capitare”
Non so se essere sconvolta o mettermi a festeggiare. E io che pensavo di avere gli acciacchi da vecchia! Acne giovanile!!!Sììììììì!!!!!!!!!
“E adesso? Devo usare Topexan, leggere Moccia e ascoltare i Tokio Hotel?”
“Lei è veramente simpatica.No. Le darò una pomata che deve mettere mattina e sera sul mento e delle fiale per purificare dall’interno. Tra un mese la voglio rivedere. Vedrà che starà meglio”
Ragà, son giovane. C’ho l’acne. Ma non è bello? Questa cura fa veramente effetto. Posso smettere di usare del cemento al posto del fondotinta.
Avrò una pelle di una pesca OGM, i miei pori respireranno e grideranno hurrà! Son troppo felice!
Ora scusate, devo fare la merendina, studiare geografia, guardare High School Musical e mandare 543 sms a Susy, Baba, Ali, Titta e Niky con su scritto TVTBNF BBDR NNFUGT.

UN MESE DOPO....

Lunedi’ sera avevo appuntamento alle 7 . Già essere a casa al calduccio e dover partire di nuovo al freddo e al gelo, con un tempo così porco che non si vedeva dall’89, ha fatto di me una donna intollerante al massimo. Avrei dato un rene per rimanere dov’ero a giocare all’ Allegro Chirurgo con Ali. Mi armo di piumino, sciarpa, cappello guanti e scaldasonno Beghelli e me ne vado allo studio nominando tutti i Santi, manco fossi nel confessionale del Grande Fratello. Arrivo allo studio alle 18.50, infreddolita e incazzata perché a Mario ero riuscita solo a curare il gomito del tennista e per poco non mi moriva sotto i ferri.

Nella sala d’aspetto ci sono due signore. C’e’ qualcosa che non torna. Manca 10 minuti al mio appuntamento e c’ho due persone davanti? Il mio sguardo ha assunto l’espressione di Jack Nicholson in Shining. Ma solo un filino. Se mi davano un’accetta facevo a brandelli la porta d’ingresso. Poi ho detto “Vabbè ,magari sono per un altro medico, mica tutte devono andare da lui!”

Posso io azzeccarci mai? Formulando una semplice domanda ho capito che TUTTE dovevamo essere visitate da lui.

Sbuffando mi siedo e sfoglio i giornali. Sfoglio…sfogliare è una parola grossa, praticamente giravo così forte le pagine che alla signora davanti a me si sollevava la gonna manco fosse Marylin Monroe.Che poi quello che più mi da fastidio, è che se aspetti al pronto soccorso pensi “Eh bè, magari è un’urgenza e ci sarà qualche poveraccio in fin di vita che sta peggio di me…” Ma conoscendo il mio dottor G, son sicura che mentre io son qui che aspetto, lui è di là che gioca a ER con la signorina di turno. Tutto questo per dirvi che stavo montando più dei chiari d’uovo sbattuti con la frusta elettrica.

7.15 Finalmente si apre la porta, lui si affaccia e mi guarda “Buonasera”

Buonasera una sega. Questo è quello che avrei voluto rispondere. Invece mi son tirata su il maglione fino al gomito e ho girato l’orologio dalla mia parte “Eh…!!” ho sospirato.

Lui ha detto la frase di rito “Faccio in un attimo” e chiama la signora alla sua destra.

7.30. Dopo aver sfogliato quattro riviste, il bugiardino del Moment che ho in borsetta, tre caramelle e le istruzioni della pompa di calore situata proprio sopra la mia testa, ho deciso di mandare un sms a Elisa per avvertirla che avrei fatto una strage.

7.35 Esce la signora ed entra Marylin Monroe.

Chiamo Andrea dicendo che non chiami Bertolaso o il 113, ma è il mio dermatologo che invece di visitare, chissà cosa fa. Andrea mi ha detto “Amò, stai tranquilla…” ma non nel senso stai calma, nel senso “Stai tranquilla che con te non ci prova, se fa il medico un minimo intelligente sarà”

7. 50 (un’ora dopo!) Esce Marylin e lui si affaccia alla porta.

Mi alzo agguantando il piumino “Complimenti dottore, ha superato se stesso”

“Lo vedo, sta molto meglio”

“Mi riferivo al fatto che è un’ora che aspetto!Cioè, io son venuta da lei certa di una sua professionalità, mi aspettavo puntualità e mi ritrovo a fare la fila come se fossi in fila al bancone della Coop col numerino!Sarà anche bravo, ma si organizzi un attimo” Giuro gliel’ho detto. E come dice sempre mia madre “Un giorno o l’altro ti querelano!”

“Mi dispiace.Ha ragione. Vedrò di farmi perdonare” No, ragazzi, ancora quelli di Centovetrine per i dialoghi, no. Ma cambiate copione, almeno! “Possiamo darci del tu?”

Come no! Così ti offendo meglio! “Certo”.

“Dimmi Simona, vedo che stai meglio, giusto?” mi dice tutto dolce facendo il giro della scrivania. Io rimango in piedi battendo il piedino. “Eh sì, di questo te ne devo dare atto, però un’ora….!”

“HO-CAPITO-, sono in ritardo”

“No, facevo per dirlo”

“Vieni che ti visito”

Dove si va? Come, mi visita? Ma non si vede che sto meglio? Non c’ho più nulla.

Lui va al lettino, fa scorrere la carta e battendoci la mano mi fa “Sdraiati”

Come sdraiati? Cioè, ma se lo ricorda che c’avevo lo sfogo sul mento? Ma cosa pensa, che mi sia mischiata come un mazzo di carte e che ora sia sceso all’inguine? “In che senso? Mmh… non mi devo sedere come l’altra volta? Sto bene, no?Si vede che sto bene!”

“Dai, su!” Mi dice come se fossi una bimba capricciosa. Perché mi devo sdraiare sul lettino? Oddio, l’altra volta c’era Alice e lui non ha potuto fare niente! Stasera sono sola e leggermente più topa, e lui mi sbatte sul lettino!Bè...forse guardo troppi telefilm sui medici...

“Devo proprio?”

“Ma sì, che ti visito meglio. Sdraiati, sdraiati pure”

Ho cercato di fare all’istante del training autogeno, perché a me non mi sdrai, capito?

Oimmena, mi sono stesa e la felpina che avevo è andata in su, il jeans a vita bassa è andato in giù e mi è rimasta scoperta due centimetri di pancia. Qui già siamo sull’abbordaggio, se poi gli faccio vedere un filino di pelle questo mi parte in quarta. Allora ho congiunto le mani e le ho appoggiate sulla pancia. Se lui ci metteva un crisantemo sembravo morta. Paro paro.

“Vediamo…” mentre mi dice così, gli squilla il cellulare. Eccerto! Tanto abbiamo tanto tempo! Chi cazzo è? Sicuramente la moglie.

“Scusami…”guarda il cellulare “Mia moglie..!” sospira facendo il simpatico.

Chi so’, maga? Ho indovinato. Sono maga merlina, anzi no, vista la posizione sono maga mortina.

“….sì…va bene…tra i due? Okay, risotto ai carciofi. Ciao”

Chi ha sposato, Antonella Clerici? Ma gli chiede cosa vuole da cena per telefono mentre sta visitando la Fruzzetti che vorrebbe essere lei già sotto il tavolo a mangiarsi una bella bistecca?Che poi diciamocelo, questo atteggiamento non è per niente professionale.

Lui si mette il cellulare nel taschino del camice e dice “Tempismo perfetto. Chiama sempre quando sono in compagnia di una bella donna”

Mi giro spaventata. Oddio! Chi c’è oltre a noi? Perché mica dice a me. Perché già sono sdraiata come se mi dovesse fare una colonscopia,se poi si mette a fare anche le battutine, lo stendo con un gancio.

Qui mi esce una frase da film “La bella donna sarei io?” e sicuramente ve la immaginate pronunciata da Kim Basinger mentre si fa scivolare la spallina della sottoveste. Invece mi è uscita stile ringhio. Praticamente Gattuso con la coda di cavallo.

Vi immaginate che lui, come da film, abbia mormorato “E chi se no? Non ho mai visto una donna tanto meravigliosa” e invece mi ha detto “Ah Ah! Con te non attacca!”

Senti un po’…dottor Ross dei miei coglioni, la finiamo un po’ di dire minchiate e mi mandi via?

Non è che mi hanno deviato qui quando ho chiamato l’144, hai capito? Non sono in cerca dell’anima gemella, nè tanto meno di un dottore da fiction, va bene?Se continui con ‘ste frasette acchiappatope il risotto che ti ha fatto tua moglie te lo attacco io a mo’ di mosaico sulla tua bella faccia, intesi?A scuola ero anche bravina. Vedessi che disegnini mi venivan fuori.

Oddio, che fatica.

Lui mi si para davanti e accende la luce dell’altra volta, quella bianca e potentissima. La volta scorsa ho avuto l’apparizione della Madonna, stavolta ho dovuto addirittura chiudere gli occhi da quanto era potente. Praticamente un ‘Incontri ravvicinati del terzo brufolo’. Se non mi disintegro ora non succede mai più.

“Quanti giorni sono che hai smesso la pomata?”

Ora fa anche le domandine.

“Cinque giorni” Sembra di essere nella stanza della polizia. Lo so, ora me la gira bene bene sugli occhi e mi chiede? “Stai dicendo la verità? Dov’eri esattamente cinque giorni fa? Hai un alibi? Qualcuno può confermarlo?”

“Mmhh….” Lui smanetta sulla luce.

“Senti… se tu duri a piantarmi ‘sta luce addosso, mi vanno via i brufoli ma mi gioco le retine”

“Ah ah ah! Sei troppo simpatica. Ti farei venire qui solo per farmi due risate!”

Visto che effetto faccio agli uomini? Non è meraviglioso?Si schiantano dal ridere. Immaginate la prima volta che ho detto ad Andrea “Ti amo”. E’ stato due giorni piegato a rispondere “Starai scherzando!...”

“Sì…stai meglio…però qui…” ho la luce a un millimetro dal naso. Se non me la toglie entro due secondi gli do una testata. “…qui c’è ancora un pò di irritazione sottocutanea….”

Graziealcazzo! “Con ‘sta luce è già tanto se non mi vedi le tonsille a bocca chiusa!” Ecco, lo so, ora ci trova delle impronte, un pelo, tre capelli e una macchia non identificata, chiamano quelli di CSI e m’arrestano.

Omamma che strana luce…“Mi sto trasformando in Bernadette….” Giuro vedo un alone bianco.La Madonna mi sta rivelando il quarto segreto di Fatima, sono io la predestinata. O forse questa è la strada del paradiso? Vuoi vedere che sono tra la vita e la morte per davvero?Che qualcuno mi agguanti in tempo! Sono ancora troppo topa per lasciare questa vita terrena.

“Ah ah ah! Abbiamo finito….” Spegne tutto e va alla scrivania. Meno male. Salva per miracolo.“Qui ci vuole un bel tamponamento”

Un tamponamento? Che cazzo sta dicendo? Perché non lo capisco quando parla? Cosa vuole tamponare? Oddio, non vorrà, eufemisticamente parlando, tamponare me? Perché prendo tutte le sue belle cornicine e gliele pianto in testa a mo’ di collare. Però mica posso capire sempre fischi per cazzi e allora abbozzo un “Sì, certo. Capisco”

“E quindi?Secondo te?”

Mi interroga?E’ lui il dottore!Cheminchianeso! Raga’, meglio tre brufoli in più perché questa é una tortura.

“Se indovino non pago la visita?”

“Ah ah ah!” E lui ride, il nostro Don Giovanni.

Vabbè io c’ho provato…

“Allora, la terapia che hai fatto fino ad ora era d’urto…” Tamponamento, urto…parla come un vigile del fuoco sull’autostrada.

“Certo”

“Ma è adesso che dobbiamo insistere.”

Massì!! Dai! Insistiamo! E vinceremooooo!!UI AR DE CEMPIOOOONNN!!!!!!!!!!!

“E quindi riprendi per 14 giorni le fiale”

MAI FREENNDD!!!!

“Simona?”

END UIL CHIP ONFAITING TIL DI ENDDD!!!!! Cosa sta dicendo? “Sì, ho capito, quelle al limone?”

“Erano al pompelmo”

“Ah sì? E’ sempre un agrumo” Dio come non sopporto essere interrotta durante una mia performance! “Però son buone, le prendo volentieri.”

“Bene. Poi la stessa pomata la metti 3 giorni a settimana per un mese”

Ancoraaaaa????? “E poi?”

“E poi dovresti essere a posto. E’ probabile che tu abbia ogni tanto delle ricadute, che terrai a bada con la pomatina che ti ho prescritto…” Tenere a bada? Come un cane? Quasi quasi gli do dei nomi:

Brufolo, Strizzalo e Disinfettalo. Se l’ha fatto Biancaneve coi nani non vedo perché non possa farlo io coi brufoli. E poi io sono abituata a dare i nomi alle cose, così mi affeziono.

“…a meno che il tuo viso non si riempia di bollicine direi che abbiamo finito”

“Vuoi dire che a meno che la mia faccia non diventi simile a quella di Freddie Krugher, io non devo più venire?”

“Ah ah ah! Esattamente.”

Guardo l’orologio: le 8.20. “Oddio com’e’ tardi! Certo a quest’ora potrei aver già cenato! Eh!Se lo sapevo, magari avvertivo.Eh!La prossima volta anche se arrivo in ritardo…” nel frattempo metto mano al portafoglio “Certo, guarda qua! Che ora è!Bè però!...”

“Scusami, ti ho fatto fare tardissimo, metti via il portafoglio. E’ stata solo una visitina di controllo…”

Sta dicendo davvero? Noooooooooooooooo!!!!!!!!!!

Non solo gli uomini li faccio ridere, ma gli faccio anche pena. Brufoli o no mettetevi nella testa che sono una sexbomb.

sabato 17 ottobre 2009

INDOVINA CHI


Vi ricordate questo gioco da tavola? Dove dovevi indovinare il personaggio dell’altro concorrente facendo delle semplici domande? Facciamo ‘sto gioco allora. Chi è? Vi do degli indizi:

-non è un uomo

-però ha i baffi

-non è mulatta, solo abbronzata

-non porta gli occhiali,ma dovrebbe perché è cecata

-ha i ricci

-è alta 1 metro e ottantavogliadicrescere

-il suo nome potrebbe celarsi nella domanda CHICCAZZOE’???

Bravi. E’ la Chicca! Non è stupenda?

Dopo quattro settimane di tentativi per incontrarci, dove più o meno le scusanti erano:

mi hanno cambiato turno

domani piove

l’oroscopo mi ha detto di non fare incontri con gli Ariete

domani non sarò presentabile

mercoledì devo fare il cambio degli armadi

giovedì sono dal parrucchiere

lunedì sono a fare le lampade

domani non posso perché sono senza il dente del giudizio e non esco mai quando mi manca qualcosa,, no senza il dente del giudizio e non esco mai quando mi manca qualcosa,finalmente ce l’abbiamo fatta. Per un pelo.

Mercoledì mattina, dopo un fugace scambio di sms, e di domande del tipo “Ce la fai a essere lì per l’una?Così ci vediamo un’oretta” e risposte del tipo “Certo!Farò il possibile, non vedo l’ora di vederti!” ci diamo appuntamento. Mi rendo conto che il nostro traffico telefonico era un filino equivocabile. Sembravamo due amanti clandestini che si danno appuntamento per una sveltina.

Fatto sta che verso l’una mi avvio all’appuntamento e intanto vengo travolta da 87 sms di Chicca che mi informa di ogni suo passo, di che vetrina sta guardando, della presenza di un extracomunitario alla sua destra, della bellezza di una piazza che non conosceva e della fame che ha perché ha saltato il pranzo. Sono tentata di trovare una scusa e tornare indietro.

Ecco, ci siamo, ci sono quasi. Chicca si fa prendere dal panico e mi scrive “Oddio, ma come ti riconoscooooo???” Vorrei farle notare che quella nelle foto in questo blog non è la mia prozia Adalberta e manco mia sorella, quindi DOVREBBE sapere com’è la mia faccia. Vorrei spippolare un pragmatico “Ti riconosco io, vai tranquilla” e omettere un “Secondo com’è faccio finta di nulla e me ne torno indietro”, ma non faccio in tempo perché mentre cammino guardando a destra e sinistra, la vedo. Nello stesso istante lei vede me. La scena è stata più o meno questa:


“Nuuuuoooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!”
“Daaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!”
“Maaaaaaaaa vieniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!”
“Sììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!!!”
Occazzo, adesso non posso più tornare indietro! Chicca si toglie gli occhiali e sfodera due occhi che sembrano due pezzi di cielo da quanto sono azzurri. Da paura. E poi sfodera pure un’abbronzatura che manco se vado a vivere in Marocco per 18 anni, mi viene. E poi c’ha dei riccioli che non finiscono più…insomma, una gnocca.
Ci abbracciamo e ci stringiamo come se fossimo amiche di vecchia data, facendo balzelli sul posto e dandoci pacche sulle spalle e pure sul culo. Due cretine in mezzo a Corso Italia, ecco quello che siamo.
“Che bello Chicca!Dimmi qualcosa di te!”
“Ho fame”
Perfetto. La mia visione dovrebbe scaturire qualcosa di più di un panino al prosciutto o un uovo al tegamino, ma decido di accontentarla. Dopo aver fatto sei vasche con due caciocavalli al posto delle orecchie da quanto parla, pigio il bottone STOP posto sulla sua schiena e le domando: “Quel bar lì va bene?”
“Sì è perfetto! Io prendo un caffè!”
Ma non aveva fame? Mentre entriamo mi confida “A me non piace il caffè!”
Mi giro indietro. Mi son persa qualcosa? Qualche frase, qualche parola…chessò…dice una cosa e poi la smentisce…OMMIODDIOOO!!!!! E’ affetta da sdoppiamento della personalità!Infatti alla mia domanda: “Ma tu ti chiami realmente Chicca?”
“No. Enrica”
Ecco la prova! Queste due si alternano, lo sapevo!Non ci sto a capì più un cazzo.
Entriamo nel bar e con molta classe e finezza ci offriamo tutte e due per pagare:
“Pago io”
“Ma figurati!”
“Ma scherzi?Non ci pensare nemmeno!”
“Ma non rompere le palle!Pago io!”
“Ma non rompere te i coglioni!Pago io!”
“Guai a te se prendi il portafoglio, non fare la stronza!”
“Bastarda!”
“Zoccola!”
“Mignotta!”
Due anime in un nocciolo. Fino a che un perfetto sconosciuto non decide per noi dopo che la Chicca gli ha rivolto questa domanda “E’ vero che devo pagare io?” e il rincoglionito “Certo!”
Vabbè se lo dice il rincoglionito…
Ma le figure di merda non finiscono qui. Il bar è affollato, ma fuori i tavolini sono liberi.
Io:“Chicca, qua si soffoca, andiamo fuori?"
Chicca:“Va bene”
Io:“Mmh…ma si potrà andare? Ho paura che…”
Chicca: “Signorina?Possiamo sederci ai tavolini fuori?”
Barista “A dire la verità no. Fuori c’è il servizio al tavolo!”
Chicca: “E che problema c’è? Il servizio ce lo facciamo da sole! Sappiamo portare due bicchieri al tavolo!Tzè!”
In quel momento ho seriamente pensato di adottarla. Ci mettiamo fuori al tavolino con la barista che ci punta come un cecchino. Ora ci spara, me lo sento.
Lì fuori, in quella bella giornata di ottobre abbiamo parlato un po’. Cioè io ho tentato di parlare,ma c’è riuscita solo LEI. La Chicca ha l’abitudine di passare di palo in frasca, interromperti, tornare indietro, andare avanti, guardarsi intorno, domandarti 678 volte “Dicevi?” e poi si giustifica con “No, ma te parla, parla pure, tu pensi che io non capisca un cazzo, e il novantanove per cento delle volte è così, ma magari io ti seguo. Hai capito?”
Onestamente no.
“Insomma Chicca, ti dicevo:il lavoro….”
“Oddio che caldo! Ma tu non hai caldo?”
(Simona-Ottobre-Maglia a maniche lunghe, coprispalle,giacchina in pelle/Chicca- Ottobre- Canottiera)
“No, comunque ti dicevo…”
“Sì, il lavoro…dimmi dimmi”
“Il Mercoledì è il mio giorno libero…”
“Ma quanto è bella la Chiatti?”
MA CHE CAZZO C’ENTRA???
“Prego?”
“La Chiatti è bella, non è vero?”
“Bè…sì…”
“No no, dimmi dimmi pure”
Cosa le devo dire? Del lavoro o della Chiatti?
Ricomincio “Insomma, lavoro…”
“Eh! Io invece guarda, stamattina pensavo piovesse e invece guarda che sole!”
Ma io, mi chiedo, con chi cazzo sto parlando? Con Chicca? Con Enrica? Con tutte e due contemporaneamente? Ero tentata di mettere gli indici a croce e gridare: “VADE RETRO!!!ESCI SUBITO DA QUEL CORPO!”
Minchia, che fatica! Questa qua si sdoppia a suo piacimento. Passa da un discorso all’altro talmente velocemente che dovrei registrarla e sentirmela a rallenty per capirci qualcosa.
La barista nel frattempo ci gira d’intorno come un avvoltoio. La Chicca avverte lo sguardo su di sé e mormora “Sarà meglio togliersi di qua, mi sa che non gli stiamo simpatiche”
Come darle torto. Facciamo ancora qualche vasca chiacchierando del più e del meno e quando abbiamo toccato certi argomenti e ho detto la mia , sono riuscita finalmente a zittirla. Un paio di volte ha aperto bocca per dire qualcosa, ma la sua boccuccia ha pronunciato solo un “Ah…!”
Penso sia rimasta colpita dalla mia risposta alla sua domanda “Ma tu Simo, non hai paura di incontrare gente pericolosa?”
“Mannò!Siamo in centro in pieno giorno, santoiddio, cosa mi deve succedere?” Mmh…ora che ci penso…conoscere una come Chicca, per esempio.
“Ah…! Ma questo incontro…voglio dire…potrei essere una pazza pericolosa…”
Qualche sospetto l’ho avuto, e infatti c’ho una Glock infilata sotto la giacchina, ma rispondo “Ma ti sei vista? E dovrei avere paura di te?”
“Lo prendo come un complimento”
“Certo”
“E poi mi sa che sei più pazza te di me”
“Appunto.E’ lì che volevo arrivare”
Separate alla nascita. Purtroppo è arrivata l’ora di salutarci e la accompagno alla fermata dell’autobus come si fa con i bimbi piccoli alle gite. Prima che salga sul mezzo le propongo due foto. Lei a quel punto si fa prendere dal panico “Nooooo!!!Le foto no! Oddio, ho i capelli in disordine, sono senza rossetto, non ho lo smalto sulle unghie dei piedi, non ho fatto la ceretta, non mi sono lavata i denti!!” mettiamoci pure che non ha fatto un massaggio shiatsu, non si è sfoltita le sopracciglia e non ha messo il reggiseno nuovo. Questi son problemi.
“Chicca, ma chi cazzo se ne frega! Vieni subito qua a farti la foto. ORA!”
“Dici davvero? Non sono in disordine? Se lo sapevo mi agghindavo un attimo!Mannaggia!”
Troviamo un ragazzetto che da Chicca viene anche cazziato “Mi sa che l’unico imbranato a fare le foto lo abbiamo trovato noi!”. Il bello è che il discorso l’ha fatto a dieci centimetri dal viso del ragazzo che per tutta risposta è diventato viola.
“Bimbo, non ci fare caso, scatta.”
“Aspè….uff! Mi do una sistemata ai capelli!”
Manca poco la prendo io per i capelli e le faccio fare il giro come le seggioline del calcio in culo.

Ecco, questa è la foto. Io bianca come una mozzarella di bufala campana, lei abbronzatissima, io vestita che manco il 16 gennaio, lei che pare davanti a un Mc Donald’s di Copacabana, io con un’ espressione idiota manco c’avessi una paresi, lei espressione figa da copertina di Vogue, io coi capelli incastrati nelle campanelle(così grosse che al ritorno mi ci si sono appollaiati due pappagalli), lei coi capelli “Esco or ora dal parrucchiere!”.
Ricapitolando, se si fa ‘problemi’ lei, IO cosa dovrei fare? Come dite? Sì, la torre di Pisa è abbastanza alta.Mi butto da lì?
P.S. Chicca, a parte gli scherzi, non sai che piacere.
P.P.S. Appunto, non puoi saperlo J

mercoledì 14 ottobre 2009

ROMA FICTION FEST

Accolgo la richiesta di alcune di voi e spiego per quale motivo io sia stata a contatto con tutti questi vips. Mi piacerebbe dire che le foto sono state scattate nella mia casa al mare e che loro sono tutti miei amici, ma purtroppo temo che non sarei credibile, quindi a voi la nuda e cruda verità.







Ho avuto l’occasione di partecipare al Roma Fiction Fest grazie a un’iniziativa di TV Sorrisi e Canzoni. Per poter partecipare a tale evento bisognava inventare un finale a tre racconti da loro pubblicati. L’autori di quelli che avrebbero scelto, avrebbero fatto parte al RFF come giurati di Tv Sorrisi e C. (cosa da non sottovalutare: tutto a spese del settimanale) Secondo voi non ho tentato? Secondo voi non ho avuto culo? Secondo voi non son partita?


Parto da Pisa tutta euforica con Alice con le lacrime agli occhi dal dispiacere e Andrea con le lacrime agli occhi dall’emozione di restare una settimana da solo.


Avendo già difficoltà con i treni e con i mezzi di locomozione in generale, mi ero preparata per benino la prenotazione. Avevo il posto 56 e quindi mi accingo (sto migliorando,vero?) a prendere posto. Mi accorgo che sono tutti occupati tranne il 55. Il 55? Ci deve essere un errore!


Oddio! Vuoi vedere che ho sbagliato? Pronta a chiamare il controllore, il bigliettaio, il capotreno e l’addetta alle informazioni, mi faccio prendere dal panico.


“Cercavo il 56! Ho il 56!”


Un signore mi fa cenno che il MIO posto accanto al finestrino è quello occupato da un’indiana che se ne dorme beata.


“Ma è il mio…” bisbiglio.


L’indiana, che ha fatto veramente l’indiana, mugola infastidita e si gira dall’altra parte. Non ci pensa nemmeno a svegliarsi e cedermi il MIO posto che IO ho prenotato.


E’ iniziata così, con un posto non mio e con un’indiana che mi russa accanto.Sono appena partita e già mi hanno fregato il posto. Mi sa che a Roma devo fare a gomitate. Dopo mezz’ora di tragitto avevo le palle piene come il mio super trolley per colpa di una signora fastidiosa e saccente che non si è chetata un minuto.Figuriamoci se non domanda qualcosa anche a me.


“Va al Roma Fiction Fest? Ma come spettatrice?”


“Ma come si permette? Lei non sa chi sono io!”


“Mi scusi, lei sarebbe?”


“Io?...Io…ma non lo guarda mai Cento Vetrine?”


“Bè, no”


“Male!”



Arrivo a Roma. Che bella!!E ho visto solo la stazione.Ma è bella pure quella. Trascinando il mio armadio a otto ante (collezione primavera estate 2007) camuffato da trolley, mi aggiro per la stazione che è tutto uno scintillio. Vabbè sono facilmente impressionabile, va bene? Mi piace tutto, e mi entusiasmo anche per poco, anche per la Stazione Termini, e allora?


Prima che gli organizzatori mi diano per dispersa, esco dalla stazione e mi accorgo che posso fare come una newyorkese: alzare il braccio e gridare “TAXI!!!” Oddio, è il mio sogno!L’ho visto fare tante volte in tv, ed adesso lo faccio anch’io!


Mmh…dovrebbe essere facile… “Taxi!!”


Forse non mi ha visto. “Taxi!!”


Questo andava troppo di fretta. “Taxiiiiiiiii!!!!!”


Uff!...riproviamo…. TAXIIIIII!!!!!!ECCHECCAZZO!SI FERMI!!!”


Niente.Dopo averlo ripetuto altre 54 volte ed essermi fatta venire una cancrena al braccio destro, mi viene il dubbio che forse si vede che sono di Pisa e non di Manhattan. Le ho provate di tutte. A cambiare braccio, a scrivermi I LOVE NEW YORK sulla maglietta col rossetto, a fischiare con due dita in bocca, a tagliarmi prontamente i pantaloni e tirare fuori la coscia, e per finire ho simulato un tentato suicidio buttandomi sotto uno di essi pur di farlo fermare, ma il taxista è stato bravo e mi ha schivato. Sono tornata dentro e ho comprato i biglietti dell’autobus.


Ci sono voluti i Centocelle Nightmar per caricare il mio baule sul pullman ma alla fine ce l’ho fatta. Arrivo al Boscolo Hotel tutta sudata. Che bello però! Che chic! Tutto scintillante, il tappetino rosso… trasuda soldi e sfarzo pure la porta a vetri. Topanova qui dentro, non è meraviglioso? Vuol dire che me lo merito. Anche perché a parte gli scherzi, io so’ signora dentro. C’ho classe, ragazzi, c’è poco da fare. Per arrivare alla stupenda porta a vetri ci sono dodici scalini. Guardo il mio trolley e sono tentata di montare un argano all’istante. “Ma nooo!! Ce la faccio!” mi convinco. Cosa vuoi che sia fare dodici scalini con un trolley che pesa come un cammello morto? “Ma porca….di quella troia…anf pant…maledette scale di merda…anf…accidenti a chi l’ha inventate…vaffancul…Oh salve!!!”


Un signore con la divisina rosso porpora mi mormora “Mi scusi, signora , non l’avevo vista. Lasci fare a me” Piglia la mia valigia e…dove va?


Inutile dirvi che alla destra delle scale c’era la rampa. Lascio che lui mi porti la valigia dentro e rimango imbambolata nella hall. “Bellooo!!!Mamma mia!!!Ganzoo!!”


“Signora? Se si vuole accomodare…” un altro signore al di là del bancone mi fa cenno di avvicinarmi. Il bancone è meravigliosamente lucido. Perché a me non viene così lucido? Cosa usano? Prontissimo, invece di Pronto? “Com’è lucido! Ma cosa usate?”


“Prego?”


“Dico: il legno del bancone, no? A me lucido così non viene…usate Pronto?Mmhh…”


Il signore mi guarda un po’ così, forse perché nei grandi alberghi non si può fare pubblicità occulta.


Mi dà il numero di stanza con un portachiavi peso come una zavorra di una mongolfiera e l’altro signore con la divisina porpora mi aspetta davanti all’ascensore “Prego, l’accompagno nella sua stanza”


“Ma io ci so arrivare da sola, sa? Venga vengaaaa, faccio io, non si preoccupiiii, ma scherzaaaa???”


“Signora, insisto, è il mio lavoro, la prego”


“Ah sì?” E intanto montiamo e lui spippola sui tasti. Perché mi accompagna? Fanno così nei grandi alberghi? Io non ci sono abituata e mi sento anche un po’ a disagio.Sembro la Topa di campagna che va a trovare la Topa di città. Lui mi guarda e mi sorride gentile. Io ricambio e cerco di distrarmi guardando l’ascensore. E’ bello pure questo.


“E’ la sua prima volta?”


“No no, ho già provato. La mi’zia dieci anni fa stava al quinto piano e io non prendevo mai le scale”


“Intendevo a Roma”


“Oh sì, bella, vero?”


Arriviamo al piano e lui mi trascina il trolley fino alla mia stanza. Ma perché mi accompagnaaaaaa?


Apre la porta e mi chiede “Dove preferisce?”


“Che?”


“La valigia. Dove preferisce che gliela metta?”


“Bho! La metta dove gli pare, sul letto, per terra…”


“Signora, magari per lei è più consono se gliela adagio qui”


“A parte che ha usato dei termini che io capisco a malapena, ma grazie.”


Lui sorride, mette la valigia su un grande sgabello e mi dice dov’è il bagno, il frigo, gli asciugamani puliti e il telefono.Dopo avergli fatto notare che non sono Stevie Wonder l’ho ringraziato di nuovo.


Lui bellino bellino resta impalato accanto alla valigia.


“Grazie” ripeto


“Prego, buon soggiorno a Roma”


“Grazie” ripeto.


Ma lui stenta ad andarsene


“Può andare tranquillo, sa? Vuole che le dimostri che ho capito? Il telefono è sul comodino, gli asciugamani puliti in bagno, che è di là, il frigo eccolo lì.Vede? Sono stata attenta”


“Ottimo. Buona serata” e incrocia le mani dietro. Ma che vuole? Ah! Ma ho capito! Che sciocca! Aspetta un cenno! Ma sì!Forse a Roma sono abituati così.


“Come si chiama?”


“Franco, signora”


Allungo la mano destra. Lui allunga la sua e io battendo il cinque gli ho detto “Grazie Franco. Gimmy five!” E c’ho messo pure una pacca sulle spalle. Bastava dirlo.


Alle 20.00 bisognava essere nella hall per conoscere gli altri giurati e andare a cena tutti insieme.


Mi attopo giusto un filino e scendo. Che bello!Conosco un sacco di gente nuova e trovo pure chi è disposto a farmi da cicerone. E’ ovvio che se mi avessero visto la mattina appena alzata e coi capelli in sciopero non sarebbero stati disposti manco a salutarmi, ma si sa, in gita appare tutto più bello.


Ci dirigiamo al ristorante dove abbiamo l’onore di conoscere Soragni (il giornalista di Tv Sorrisi) e Petrosino (Fotografo dei uips). Non è il caso di ammettere che manco sapevo della loro esistenza.


Petrosino dopo cena ci scatta delle foto che (lui dice) finiranno su Sorrisi. Io chiedo a gran voce che mi sbattano in copertina, magari a fianco di Alessandro Gassman o al limite Gabriel Garko, ma Petrosino con un categorico “ ‘A pisà,hai rotto li cojoni!” mi fa immaginare che il mio sogno non si avvererà. Però è stato bellissimo. Lui, che scatta foto a tutte le celebrità, sta per immortalarmi nella mia espressione più intelligente e sofisticata, non è fantastico? Con quella stessa macchina fotografica! Okay, probabilmente si incrinerà l’obiettivo, ma non è colpa mia se mamma non mi ha fatto come Michelle Hunziker!



















La mattina avevamo il primo appuntamento per coordinare tutto il nostro lavoro di giurati. Decido di arrivare al cinema Adriano a piedi e godermi un po’ Roma. A me si aggiungono un calabrese (che aspirava tutte le parole manco fosse un Folletto) e Rita (dolcissima napoletana che quando parlava la telefono con sua madre capivo solo ,“Iamme ia !”). So già perfettamente l’inglese, e il francese, non posso certo conoscere anche i dialetti. Abbiamo oltretutto una botta di culo perché passando per Piazza di Spagna incontriamo Silvio Muccino che sta girando Parlami d’amore. Quasi mi prostituisco per farci una foto insieme ma lui nisba. Continuava a ripetere “Graffie, ora fono indaffarato, non poffo davvero.Fù con quelle luci!Più a deftra!La comparfa a finiftra fatela falire fulla fcalinata!”


Arrivati all’Adriano ci fanno accomodare in una sala per tutte le informazioni. Oddio, che emozione!Ci danno un cartellino da attaccare al collo, la mia paura è che ci sia scritto BOBY, invece ci spiegano che grazie a questo Pass possiamo accedere a qualsiasi proiezione, conferenza stampa, interviste…insomma è un lasciapassare per entrare a contatto con tutto il vippaio!
Sììììììììììììì!!!!!!! Vabbè ci danno anche una T–shirt della manifestazione, una fascia per capelli, una cartellina per gli appunti e la penna. Come mi sento importante!Non vedo l’ora di utilizzare il pass!

E l’ho anche utilizzato bene:


“Signora, non c’è bisogno che mi mostri il Pass per oltrepassare quella porta. Sono i bagni quelli”


“No, signora, nel nostro negozio di Dolce e Gabbana non facciamo sconti a chi ha il Pass del Roma Fiction Fest”


“No Signora, il suo Pass non le permette di Passare avanti a tutta la fila per i musei vaticani”


Finita la riunione assistiamo alla prima proiezione, alla quale poi dobbiamo dare un voto.


E’ un film ungherese in lingua originale, molto molto interessante, i due personaggi animano la pellicola con grande maestria, il loro essere malinconici suscita emozioni che raramente…okay, mi spiace dirlo, ma fa cacare.E non c’ho capito un cazzo. Brutto orrendo, senza capo né coda. Io e gli altri giurati ci guardiamo sbigottiti e c’è chi improvvisa partite di ramino o il torneo di freccette.


Nei giorni seguenti ci toccano quattro proiezioni al giorno, tutte il lingua originale (ve possino) e io mi sono addormentata a tre di esse. Quando mi hanno chiesto i voti ho detto i numeri che nonno mi ha suggerito in sogno. E’ ovvio che qualcosa di bello abbiamo visto, peccato che la televisione italiana non abbia comprato niente di tutto ciò. Abbiamo votato a più non posso Perfect Parent’s (film tra l’altro tra i miei preferiti) e infatti ha vinto come miglior film di tutta la manifestazione.


In tutta la settimana, ho visto film, fatto figure di merda, votato, fatto figure di merda,conosciuto ragazzi di tutta Italia, fatto figure di merda, fatto foto e parlato con i uips, fatto stragrandi figure di merda, parlato con quelli di Tv Sorrisi e Canzoni, fatto stratosferiche figure di merda. Però dice che se la pesti porta bene. Io non l’ho solo pestata, ma mi ci sono ricoperta. Speriamo bene.


Una in particolare è degna di nota.


Arrivo all’Adriano e mi accorgo che ci sono tutti gli attori di Medicina Generale (ennesima fiction sui dottori), una delle mie preferite. Scatto foto in maniera compulsiva, a destra, a sinistra, di sotto, di sopra. A dire il vero sembro Corona in preda a un tic nervoso, ma devo cogliere l’attimo. Poi mi parte l’embolo e decido di avvicinarmi. E che sarà mai? Al limite mi dicono di no, ma non credo, saranno abituati ai fans. Vedo vicino al bar Antonello Fassari.


“Mi scusi…possiamo fare una foto?”

“’Na foto? Famose sta foto, ma famo presto!”

“Oh Grazie! Davvero!”


“E annamo, scatta”


“Bè, la vorrei fare con lei!”


“Commè? E allora trovate qualcuno bella mia!”


“Mmh…sì. Aspetti, non si muova!”


Qualcuno, qualcuno…cazzo qualcuno che mi faccia una fotoooooo!!! L’Adriano è strapieno di gente. I miei ragazzi son tutti indaffarati con altri attori e ‘ndo lo trovo uno che mi scatta una foto?


Vabbè chiedo a caso, per esempio quello lì, quel ragazzo con la giacca e la maglia gialla.


Gli batto sulla spalla “Scusa? Gentilmente non è che potresti farmi una foto?”


“Come? Una foto? Certo”

“Graziegraziegrazie! Aspetta, vieni, voglio farla con quell’attore”

Il ragazzo guarda Antonello Fassari e sorridendo fa “Con quell’attore lì?”


“Sì! Guarda, questa macchina è facile facile. Qui inquadri e poi pigi questo bottone. Facile no? Però è digitale e devi guardare qui dentro. Inquadraci bene, magari un bel primo piano.”


“Penso di riuscirci”


Com’è simpatico! Lui scatta due foto (per sicurezza dice) e poi mi restituisce la macchina. “Ecco fatto”


Fassari sta schiantando da ridere e io non so perché. Okay, non sono un’attrice ma non c’è bisogno di prendere in giro. “So’ venute bene ‘e foto?”


“Sì!”


“C’ha inquadrato bene?”


“Sì sì, grazie mille!”


“Ce credo…”


“Perché?”


“Ma ‘o sai chi è il ragazzo che c’ha fatto ‘a foto?”


“No!”


“E’ il regggista!Svegliateeee!!!!”


Che cosa? Il ‘ragazzo della foto’ è il regista di Medicina Generale? E io gli ho detto se sapeva inquadrareeeeeee!!!!!!! CHE FIGURA DI MERDA!!!


E’ finita a tarallucci e vino e il regista ha detto “Mi fai troppo ridere, devo avere una foto IO con te. Ed eccoci qua in posa per mia gioia e il suo divertimento. Ho cercato di avere notizie sulla nuova serie ma non c’è stato verso. Gli ho promesso di farlo ridere ancora di più improvvisando uno spettacolo con burattini, travestendomi da clown, o facendo il numero della donna segata a metà, ma niente. Non mi ha detto una beata mazza. “La vedrai in tv. Lo capisci che non posso anticiparti nulla?”. Vabbè c’ho provato. Come potete immaginare è stata una settimana densa di emozioni, il venerdì sera abbiamo fatto una riunione per proclamare il vincitore e sabato sera premiazione con Nancy Brilli e Fabio Fazio. Gran serata di gala dove ho visto creme della creme e uips dei uips.





Entusiasmante esperienza davvero.Unica.


Quando son tornata a casa ero ‘mbriaca di emozioni ma mi è bastato un abbraccio di Andrea e un post-it di Alice, per farmi capire che non ci sono lustrini e paillettes che tengano. Se a casa non ti aspetta una famiglia così, hai voglia di essere vips!

Per ora è tutto. A voi studio.

Topanova -Vip per caso- Roma.


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