Una settimana fa la mia titolare (donna pragmatica e carismatica come poche,anzi Michelle Obama scansate n’attimo) ci ha dato questa lieta notizia:
“Mercoledì avremo in negozio Canale50!”
Io e le bimbe siamo rimaste con la mascella pendula per tre minuti buoni, poi io ho realizzato che ha detto ‘mercoledì’.
“Evvvaaiiiii!!!!!!Sono di festaaaaaa!! Ci siete VOI qui con la televisione. Io sarò a casa!!Ah ah ah…”
La risata mi è morta in gola perché l’indice della mia titolare ondeggiava davanti ai miei occhi.
“Mira il dito? No, cara mia. Te mercoledì mattina stai qua. Prendi pure giovedì di festa ma te mercoledì sei qui con noi, fai parte dello staff…”
“Ma io…”
“Ti ci inchiodo al banco”
“Okay, ci sarò” Non è meraviglioso?
Non vi dico che lavoro abbiamo fatto durante tutta la settimana. Abbiamo spolverato, lucidato, sgrassato, lavato le tende, messi i centri, rifatto 56 volte la vetrina, spostato 89 prosciutti, fatte le meches, la ceretta e un paio di iniezioni di botulino. Per una volta che viene la televisione, non vuoi essere in forma? Sembravamo dei criceti impazziti, abbiamo corso per il negozio al grido di “Deve essere tutto perfettoooooo!!!!!!!! Togli quel granello di polvere!”
“Ma è sopra il neon!”
“Ma metti che la telecamera faccia un ingrandimento sul soffitto!”
“Hai ragione, lo tolgo con un cotton fioc!”
Finalmente (dico finalmente perché Cenerentola a noi ce fa na pippa) arriva mercoledì. La Capa e noi bimbe truccate e vestite manco dovessimo andare al matrimonio del Re di Giordania, della serie “Signori, guardateci ora, perché così in tiro in negozio, a parte oggi, colcazzo che ci vedrete ancora”
Siamo un po’ tutte agitatine. Io perché non sopporto farmi fare le foto, figuriamoci essere ripresa.
La Capa, perché toccava a lei parlare e l’intervista verrà mandata in onda.
Laura in dieci minuti si è data il rossetto sei volte perché dall’agitazione se lo mangiava.
Sara così emozionata, che manco al suo matrimonio.
Giriamo in tondo in negozio, sistemandoci a vicenda
“Aspè ti sistemo il colletto”
“Mettiti la mollettina dritta,ecco, così”
“Simo, togliti la magliettina di lana! Sbuca dalla maglietta!Hai freddo?Chi se ne importa!C’è la televisione, hai capito?E poi chi bella vuole apparire un po’ deve morire. Anche di freddo”
Okay, è tutto pronto.Oddio io non me la sento. Cioè, voglio dire, lo sapete no? Sono estroversa, ma stare davanti alla telecamera è un’altra cosa.
“Posso chiudermi in bagno? Stare giusto quelle due, tre ore nella cella? Andare in ferie?Scappare in Brasile?”
“Se non ti cheti, ti faccio intervistare!”
Come non detto. Voi non lo sapete mai io amo essere ripresa. Davvero.
Sara all’improvviso dalla soglia dell’uscio lancia un grido “ Eccoliiiiiii!!!!!!!!”
AHHHHHHHAAAAHHHHHH!!!!!!!!!!!
Abbiamo cominciato a correre senza senso per il negozio e a me l’idea di impiccarmi al gancio dei prosciutti di Parma è venuta più volte. E’ arrivata ‘sta macchina con il logo del Tv locale. Che impressione! E’ scesa una signorina molto seria, un’altra con una cartelletta e poi lui, il nostro incubo peggiore:L’OPERATORE. Aveva una telecamera in spalla grossa come Pisa e provincia.
Ci siamo. Entrano in negozio con fare efficiente e mentre La Capa sistema le ultime cose con la signorina seria, noi cerchiamo di prendere confidenza con la telecamera:
“E’ vera?”
“Ma così puntata, non è pericolosa?Cioè, non è che ci miri bene e poi ci spari, vero?”
“Deve stare proprio proprio accesa per riprenderci?”
“Ma più che altro, deve proprio riprenderci?”
L’operatore in breve tempo si è reso conto di avere a che fare con delle scellerate e sospirando ha detto “Prevedo una bella mattinata”
Prima cosa: l’intervista alla Capa. “Signora, dobbiamo prima trovare la location giusta”
“La che?”
“Location. Il posto che farà da sfondo alla sua intervista. Scelga lei dove vuole essere ripresa”
“Bene. Mi metto qui”
Fantastico. E’ tra due caciocavalli e un fiasco di vino. Ci rinchiudono, me lo sento.
Le ficcano sotto il naso il microfono, le puntano addosso un occhio di bue e Ciak! Si gira!La mia Capa se la cava alla grande, padrona della situazione,grande professionalità, e discorso serio ed efficiente. Noi tre dietro il banco, fuori inquadratura a fare di Sì con la testa come tre cerebrolese in preda a un tic nervoso. La signorina seria (mai che qualcuno si faccia i cazzi propri) lancia un’idea “Sentiamo anche le ragazze!”
La mia Capa si gira verso il banco e domanda “Ragazze? Volete dire qualcosa anche vo….”
PUFFF! Svampate!Dietro il banco, il vuoto totale. Ci siamo smaterializzate in due secondi netti. Sparite. Roba che se ci vede Copperfield ci scrittura subito. Io mi sono infilata nella celletta insieme all’insalata russa, Sara si è tuffata nella vasca delle mozzarelle di bufala e Laura si è rinchiusa nel bidone della pattumiera. “…Forse è meglio di no”
Okay, l’intervista è andata. Ma non è finita perché ci avvertono che ora tocca a noi. L’operatore è tutto nostro, dobbiamo seguire alla lettera le sue indicazioni per far sì che vengano delle ottime riprese. C’ho ripensato, non voglio andare in Brasile, voglio andare in un posto più lontano.Voglio fuggire da quiiiiiiiiiii!!!!!!!!
Nel frattempo entrano i clienti e le scene sono state diverse. Chi entrava e vedendo la telecamera usciva di volata al grido di “Perlamordiddio!!!”
Quelle più coraggiose sono entrate ma si sono nascoste tra le cassette delle mele.
Qualcuna si parava il viso con mazzi di bietole manco fossero un ventaglio.
Qualcuna ha fatto la spesa camminando all’indietro stile Michael Jackson per non essere ripresa in volto.
Qualcuna si è servita allo scaffale della frutta senza usare il guanto e ha esclamato “Cazzo!Non ho preso il guanto!Mi avranno mica ripreso?”
Nessuna, dico nessuna che si sia avvicinata al banco dove noi eravamo prese in ostaggio dall’operatore.
“Allora ragazze, adesso facciamo una ripresa globale di voi tre dietro al banco. Fate finta di lavorare. Al mio tre, riprendo. Uno, due tre, ora!”
Al tre ci siamo tuffate contemporaneamente dentro il banco, manco fossimo la Cagnotto, la Pellegrini e la Filippi. Testa china a mò di struzzo tra le melanzane grigliate e il pecorino di Pienza.(Diapositiva)
“Ma cosa fateeeeeeee???Così sembra che dietro il banco non ci sia nessuno!Si vedono solo le schiene curve!”Vabbè non è stata forse una bella idea, però calmino!E un attimo!Non è che una nasce Silvana Mangano, eccheccazzo!
“Su con la testa, fate finta di lavorare!”
Che vor dì fate finta di lavorare?O lavori o non lavori. Non mi convince. “Scusi signor Operatore, che dovrei fare esattamente?”
“Muoviti come se stessi servendo qualcuno”
“Ma non c’è nessuno da servire!Son tutte nascoste dietro le casse delle mele golden!”
“Fai finta”
Senti Operatore, io non riesco a fare finta, se ero brava a fare finta a quest’ora ero a Cinecittà, non so recitare, anche alle elementari mi facevano fare l’albero, perché non sapevo recitare, va bene? Pensa che a Natale mi hanno fatto fare la pecorella. Morta. Così non dovevo fare nemmeno Beeeee!!Come faccio a fare finta?
“Via, muovetevi un po’…”
Laura a questa richiesta per poco non si mette a ballare sul banco, Sara improvvisa due flessioni e io sembravo Pieraccioni ne I Laureati quando va a fare il fotoromanzo vestito da marinaio. Prima mi son bloccata stile Un due Tre Stella, poi ho camminato sul posto come un burattino.
“Non siete per niente spontanee”
Ma come facciamo a essere spontanee con quell’affare puntato addosso! No, via non si può fare, non puoi far finta di servire una persona se davanti c’hai una telecamera, la luce e dietro il vuoto cosmico. Il rapporto commessa-cliente è fatto di botta e risposta, di richiesta e di servizio, di sorrisi e saluti, ma posso io far finta che questa luce e questo pezzo di ferro sia la signora Giovanna? No dico, parliamone.
“Okay, ora però serie…”
E chi ride? Qua si sta a morì tutte!
“Ora vi riprendo una per una”
Io “No, ti prego!Ti do un rene, piuttosto!Si potrebbe evitare?”
Laura “Ommioddio!Che figure di merda!Però…potresti evitare di riprendermi di profilo?Grazie”
Sara “Riprendi loro!Son belle, snelle, favolose, guarda che gnocche!Non stare a riprendere me, dedicati a loro, guarda che pezzi di figliole…”
“HO DETTO TUTTE!”
Sembravamo tre cani bastonati, e al grido di “Se lo dobbiamo fare facciamolo, ma facciamo presto” abbiamo dovuto sottostare alle richieste dell’operatore.
“Sara, adesso io inquadro solo te. Tranquilla che la ripresa durerà pochi secondi”
“Che devo fare?”
“Per esempio fai finta di pesare qualcosa sulla bilancia”
“Posso prima uccidermi?Okay, però ho capito”
Sara ha pesato 32 volte un pezzo di Parmigiano Reggiano, spippolava alla cazzo di cane sulla bilancia talmente forte che ho temuto seriamente che gli esplodesse tra le mani. Ci siamo giocate la scheda della bilancia, me lo sento.
Finita lei toccava a me. Sono andata nel panico “Oddddiiioooooooo!!!Che devo faaaaaaaa?????”
“Stai calma. Te fai un’altra cosa…per esempio ti dedichi al pane”
“Giusto!Mi piace il pane!Bravo! Cosa faccio?...aspè..facciamo una prova…ecco…lo sistemo così?”
Perché mi guarda a quella maniera? Cosa c’ho, un capello fuori posto? Non sono abbastanza professionale con questo sfilatino in mano?Guarda che bel pezzo di baguette!Ho preso la più lunga apposta!Non sono bella con lo sfilatino in mano? Mmh…dalla sua faccia capisco che forse non gli piace il pane…magari è celiaco…peccato, facevo la mia figura.
“Forse è meglio se sistemi le focaccine. Al mio tre. Via!”
Ho cominciato a ravanare nel vassoio delle focaccine con un’espressione di morte imminente, vi prego di non ridere quando la vedrete perché è già dura così. La ripresa è durata sei secondi che a me son parsi un’eternità, non sapevo cosa fare, ho preso in mano tre focaccine, poi l'ho rimesse lì, poi ne ho presa una e l’ho messa al posto dell’altra, praticamente giocavo al gioco delle tre carte “Venghino siore e siori!Dov’è la focaccina salata? Ecco, attenzione,la mano è più svelta dell’occhio!Ora è qui, ora è là, venghino, venghino!”
Le bimbe non mi sono state per niente d’aiuto.
“Simo, si vede lontano un miglio che non stai facendo un cazzo”
“Simo, hai una faccia che sembri cretina”
Il problema è che lo sono!Sennò non ero qui a farmi riprendere e me ne stavo su una spiaggia a Cuba a prendere il sole!
Poi è toccato a Laura e l’operatore le ha proposto “Te fai finta di tagliare qualcosa all’affettatrice”
Abbiamo letto il labiale di Laura che diceva “Qualcosa di tuo, per esempio?” e invece ha detto “ma non posso far finta di tagliare, taglio per davvero!Tho!Facciamo il prosciutto cotto!”
Ecco, la ripresa è stata abbastanza lunga. Laura ha tagliato otto etti di prosciutto cotto. Che cazzo ci facciamo lo sappiamo solo noi.
Quindi a fine giornata avevamo una bilancia svampata, un mosaico di focaccine rappresentanti l’urlo di Munch, otto etti di prosciutto cotto già tagliato che colcazzo che te lo comprano, e una ripresa bellissima dello staff che andrà in onda presumibilmente il 6 novembre.
No, dico, ma sono o non sono soddisfazioni queste?