venerdì 12 marzo 2021

Dear Meghan, you devi stare calm

 



Dear Meghan,

I am Simona, 'na amica di Betty. Ti scrivo only now, because ho avuto da fare with the garden de my mother. She has not big park (mica siamo rich come your), but c'avevamo da fa' le cleaning of spring. Presente when arrives il prete? Paro paro.

In any case, ecchime. 

The first cosa che te vojo di' is: but are you crazy? But really te metti contro la Betty? You non hai understand in che casino te sei messa, fija mia.

You dovevi sta' calm. Parecchio calm, che mo' sei pure pregnant. Invece del tè, drink a camomilla, e fai big respiro che te spiego.

What's the problem? Non volevi frequentare Buckingham Palace? Bastava trovare an excuse qualsiasi tipo:

"Sorry Betty, but I have una nail incarnita and cammino male. Rimango in my house." o sennò "Sorry Betty, but me so' uscite le emorroidi, look sto a mori' dal dolore." You know emorroidi? A problem serio, nobody te poteva di' nulla.

Invece you no! Interview con Oprah Winfrey che ti ha fatto fare hair e contro hair alla Royal Family.

Che poi, Meghanina, anche you... come facciamo a credere che you non abbia never googlato Harry... che you non sapessi nulla,  but chi credevi che fosse, the boy of the pizze? The corriere de Amazon? Er son del garzone?

Cioè, pure my Grandmother de 90 years sa chi è Harry and come se vive a corte a eyes and cross. Scommetto che my mother sa pure che taglia porta de mutande. 

The story con Kate la comprendo, stai quiet, nessuna di noi va di love e d'accordo with cognata, it's normal.  Poi Kate... capirai. Beautiful, magra, gnocca, che sforna children come noi se sfornava cake demmerda dal Dolceforno Harbert. Se te sta simpatica come a cistite, I understand.

And capisco anche che te sei sentita incompresa, but ce devi fa' 'r callo. Pensa che on newspaper they call me SILVIA, non Simona. And se ce la faccio io, ce la devi fa' anche you a supera' sta cosa. Nun te fa bene statte ad angustiare. Next time me devi chiama', I will calm you. Ci facciamo a herbal tea, se chiacchiera un po' e te spiego come devi prendere la Betty, because se you non l'avessi capito she te magna a colazione. Te spalma on bread. Te puccia nell'Earl Grey. Te dà in pasto ai wild porc del bosco behind Buckingham Palace. Però sorridendo. Mica se scompone. Vi sfancula con much class.

Because le Queens sono così, si fanno i dick loro e campano 100 years.

Enfatti s'è visto.

Anyway, Meghanina, promettimi che stai calm. And basta interview dove spari shit sulla Royal Family, datti peace. Ricorda: big respiro and camomilla.

Dai retta a Simo, o Silvia, come you preferisci e saluta Harry, utile nell'intervista come una betoniera in the living room.

Fate i bravi, raga'.

With Love

Simona 



giovedì 4 marzo 2021

Sanremo - seconda serata

 Il Festival si apre con Fiorello vestito da Achille Lauro vestito da corvo vestito da poiana. Inquadrano la platea e sembra la festa di compleanno di Ernestino all'asilo Marinella: un tripudio di palloncini, tra i quali ne spunta uno a chiara impronta fallica, ma forse sono solo chiacchiere. Delle mamme.Si esibiscono i primi quattro giovani emergenti (ai quali va tutto il mio appoggio) poi la prima Big a salire sul palco è Orietta Berti.

Fiorello sbaglia pure la presentazione dicendo che sono 19 anni che manca dal Festival, lei lo interrompe e indispettita precisa che 'Sono 29 anni, caro Fiorello!'. A momenti gli rifila pure du' schiaffi e ho temuto gli lanciasse le conchiglie che aveva sul petto come Venusia sparava le tette/missili.

Dopo l'esibizione dell'Orietta arriva lo stacco di coscia di Elodie. Scopriamo dopo pochi minuti che c'è anche tutto il resto. Perde un orecchino sul palco del valore di 10.700 euro e lei, chinandosi per raccattarlo, sussurra un innocente 'Oh...' come facciamo noi quando ci cade dalla borsa il pacchetto di crackers dell'82 che non mangerebbe manco il cane.

È la volta di Bugo e con orrore riviviamo la scena di un anno fa: arriva e manca l'asta del microfono. Lui si gira spaesato e chiede sgomento CHE SUCCEDE? Amadeus lo rassicura subito con "Eccolo il microfono, eccolo! Tranquillo!" A momenti gli carezza la testa e gli sussurra 'Va tutto bene, ci sono qua io. Va tutto bene."
Quello che non va bene invece è lo spettacolino di Laura Pausini. Lei, reduce dalla vincita di un Golden Globe, accetta di mettere su una scenetta da Sagra della Porchetta con Amadeus che dovrebbe far finta di ballare sul cubo, invece sembro io 'mbriaca all'80esimo compleanno de mi nonna. A tutti gli ospiti fanno fare un medley dei loro maggiori successi, alla Pausini un canto a cappella con Fiorello che sputa nel microfono e Amadeus bisognoso di un esorcismo.
Dopo Gaia che non so chi sia (scusame madre per mi vida poco musical) arrivano Lo Stato Sociale con uno scatolone tipo cassettone Kr§bje di Ikea. Mi chiedo dove sia l'unico ragazzetto che conosco di questo gruppo e va là che mi spunta dai cartoni come un clochard qualunque. La canzone è tutta un casino, ma sono giovani, lasciamoli fare.
Per la gioia di tutte le mamme arrivano i ragazzi de Il Volo che sembrano i genitori attempati dei ragazzi dello Stato Sociale, nonostante ci siano sì e no tre mesi di scarto all'anagrafe.
Di seguito viene presentata La Rappresentante di Lista, della quale mi aspetto il nome, invece scoprirò che si chiama proprio La Rappresentante di Lista, ragion per cui da oggi voglio chiamarmi La Commessa del Mercato. Tutto attaccato, però.
Fiorello si esibisce in una imitazione di Vasco Rossi, dopo aver smesso i panni di Achille Lauro il quale richiama un po' Renato Zero ai tempi d'oro che si ispirava a David Bowie che mio padre alla fiera comprò. In pratica veniamo catapultati in un mixone dove nessuno è chi dice di essere.
È la volta di Malika Ayane che si presenta con una crocchia di capelli tipo la mia quando apro al corriere in ciabatte e in pigiama. La sua canzone si intitola 'Ti piaci così' e ci ho letto un chiaro riferimento al suo look "Io mi garbo così, fatti i cazzi tuoi." Magnifica.
Non manca il momento Amarcord dove trovo tre persone con nome e cognome, canzoni orecchiabili e look sobrio come i Sanremo degli anni '80; infatti sono Fausto Leali, Marcella Bella e Gigliola Cinquetti che sembrano messi lì a sottolineare 'Queste sono canzoni, ne dovete mangiare di scatole di cereali, cari miei.'
Dopo si esibisce Ermal Meta con 'Un milione di cose da dirti' e sono quelle che vorrei dire a Elodie che, ancora più gnocca di inizio serata, si è esibita con le cosce de fora. A tal proposito mi salgono solo offese e la percuoterei con il mio barattolo da un 1kg di anticellulite. Maledetta.
Divorata dall'invidia mi abbiocco sul divano e mi risveglio giusto in tempo per vedere un tipo che canta con la mascherina. Temo di aver pigiato col gomito su canale 75 dove va in onda 'La mia vita da scambista', poi dalla regia mi dicono che sono Extraliscio feat. Davide Toffolo che, con tutto il rispetto, mi pare un trattamento per capelli.
Arriva il Gigione nazionale e la serata si anima un po'; con lui un ragazzo con un piumino che mi fa chiedere quanti gradi ci siano all'Ariston. Non è giusto far morire di freddo gli ospiti, e che diamine.
Poi arriva lui, il Re del festival: Achille Lauro in versione Rapunzel che imita Milva. Attorciglia e lancia la sua treccia rossa come un cowboy fa con il lazo. A momenti cava un occhio alla violoncellista in prima fila, ma sono dettagli.
Dopo c'è Gio Evan, già sentito nominare su altri lidi, ma a causa della cecagna prodotta dalla combo divano/dopocena, non riesco a realizzare appieno che ci faccia lì.
Poi si sono esibiti Random, Fulminacci e Willie Peyote, e mi punisco col cilicio perché non ho idea di chi siano, tranne l'ultimo che forse è quello che inseguiva Bip Bip in un vecchio cartone animato. Ma ho forti dubbi.
Poi mi sono trascinata stancamente a letto con un pensiero che mi martellava le tempie: ma quanto balsamo serve a Marcella Bella?



martedì 2 marzo 2021

PRENDERSI CURA

 Se c'è una cosa, tra le tante per la verità, che mi manda fuori di testa in questo periodo è il non poter prendersi cura.

Cura di qualcuno come abbiamo sempre fatto.
Stamattina ho accompagnato il mio babbo a una visita. Gli ospedali sono blindati. Si entra uno alla volta, non puoi accompagnare.
"Resta qui" gli ho ordinato mentre spingevo la prima porta a vetri. L'ho lasciato sotto il tendone, in quella sala d'aspetto improvvisata all'aperto. Ha ubbidito e si è messo a fissare il soffitto di plastica sudicia, gli anelli di alluminio da cui pendevano delle corde.
La ragazza dell'accettazione mi ha chiesto dove fosse mio padre.
"Fuori" ho risposto "Preferisco fare tutto io qui dentro."
"Lo chiami. Serve lui, lei non può stare."
L'ho guardata cercando di trasmetterle un messaggio, che però non ha colto. È una ragazza bruna, con dei riccioli fitti fitti intrappolati in un elastico colorato.
Chiamo il mio babbo e spieghiamo anche a lui che deve fare da solo. Lui rimane un po' spaesato, poi dice che va bene e 'imbocchi il corridoio, poi a destra, poi a sinistra, quello è il numerino, la chiamano loro.' Gli consegno la cartellina, il suo fardello.
"Babbo, hai capito? Hai tutto qui dentro"
Mi risponde sì sì, mi rassicura.
Riprovo con un'altra ragazza al di là del vetro. Ha gli occhiali e una coda svolazzante. "No perché qui dentro c'è un bel po' di roba... dovrei spiegare alcune cose..."
Lei alza il mento, non transige, la coda si agita mentre mi ripete "No. Entra solo lui."
Non si scusa e perché dovrebbe, ora funziona così. Sono io che dovrei chiedere scusa per la mia infantile insistenza.
Il mio babbo prende la cartellina e si avvia da solo per il corridoio. Va piano, ma tanto che fretta c'è.
Torno fuori come mi dicono. Io, al contrario di lui, guardo il pavimento di cemento scrostato.
Una coppia si avvicina. Lei avrà la mia età, forse qualcosa in più. Al suo braccio, un po' claudicante, è ancorato quello che presumo essere suo padre. L'uomo fa una battuta, lei ride.
Varcano insieme la prima porta a vetri, poi la seconda, infine dopo alcuni minuti, li vedo fare insieme il corridoio.
Rientro di nuovo. La ragazza coi riccioli stretti nell'elastico mi dice stancamente "Dica..." Probabilmente ha già capito.
"Ho visto passare il signore con la donna... mi chiedevo se anche io..."Lei guarda la ragazza con gli occhiali. È in imbarazzo, balbetta "Be'... sì..."
"Io capisco tutto e mi sembra giusto" insisto piccata "ma anche io allora vorrei essere con il mio babbo."
"Non è autosufficiente?" si intromette quella con la coda.
"Sì, ma che c'entra... solo che a volte confonde..."
Lei non mi lascia finire "Signora, non si può." Poi sbircia un foglio "Poi questo esame non è invasivo, niente di cui preoccuparsi, e comunque il signore di prima ha l'accompagnamento." La butta lì e dovrei sentirmi fortunata. Il mio babbo non ha bisogno dell'accompagnamento. Avrebbe solo bisogno di essere rassicurato o al limite imbeccato per poter rivelare al medico le medicine che prende. O ricordargli la sua anamnesi, tutta. O passargli la camicia con un gesto gentile al posto di 'Si può rivestire.' Di questo ha bisogno.
La ragazza coi riccioli mi guarda un secondo di troppo. Non parlo più, ho capito. La imploro solo con gli occhi. Alla fine mi dice "Vado io."
Imbocca il corridoio e resto a guardarla con le mani in tasca. Un'altra ragazza prende il suo posto sullo sgabellino. Possono coprirla qualche minuto.
Mi ritrovo a fissare le pareti, degli opuscoli, cartelli covid e amuchina ovunque.
Torna dopo un po' "Tutto ok" mi dice. Sembra sollevata anche lei. "Sta già facendo l'esame. Il medico e l'infermiera mi hanno detto che va tutto bene, è bravissimo."
"È stata molto gentile". Mi ritrovo a ringraziare una perfetta sconosciuta per essere stata al mio posto. I suoi occhi sono stati i miei.
Torno fuori.
Dopo dieci minuti arriva il mio babbo, cartellina in mano, un foglio aggiunto alla pila di quelli che ha già.
"Tutto bene?"
"Sì sì. Ho fatto presto" mi risponde aggiustandosi la mascherina.
"Sei stato bravo!"
"Bah!" mi risponde sollevato.
Saliamo in macchina e lo spedisco dietro come un tassista. Lui guarda fuori dal finestrino e mi racconta cosa ha fatto. Gli ripeto che è stato bravo, voglio che lo sappia.
Arriviamo a casa e troviamo mamma seduta a una tavola apparecchiata, ma intonsa di cibo. Qualcosa è sul fuoco.
"Siete già qui. Tutto bene?"
"Tutto bene, abbiamo fatto presto. È andato da solo."
"Bravo!" anche da mamma prende la medaglia. "E ora mangiamo. Aspettavo te."
Babbo si lava le mani e mette in tavola.
Il prendersi cura, alla fine, è anche questo.

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails