lunedì 28 gennaio 2013

La torta dell'amore





“Amò”
“Eh”
“Ascolta qua”
“Ma non puoi aspettare?”
“No, che sennò mi dimentico”
“Ma aspetta che finisc...”
“No. Questa dalla a me che sennò ti distrai”
“Ma mi serve!”
“Dopo.Ti ricordi la torta che ti ho dedicato qualche settimana fa?”
“Topa, fai tre dolci a settimana e mi tocca sfondarmi a calcetto per bruciarle, posso sapere adesso a che torta ti riferisci?Essù”
“Ma quella te l'ho proprio dedicata!Quella fatta col cuore!”
“Ma perché, quell'altre come le fai, coi piedi? Te ci metti passione sempre, non è che mi hai aiutato”
“Ma col cuore intendo quella col cuore! Cioè, quella col cuore di marmellata, ricordi?”
“Mmh...sì”
“Come mmh.. sì, io te la dedico e te fai mmh..sì? Deve essere in cima alla lista delle tue torte preferite!”
“E' in cima alla lista delle mie torte preferite, okay.”
“Questa affermazione è spontanea, nevvero?”
“Come no. Spontanissima”
“Insomma, allora te la ricordi. Bene. Secondo te è adatta al contest che ho visto da  Morena?”
“Chi?”
“Morena.”
“Morena. E' na cugina tua?”
“Mannò, è una blogger! Foodblogger per la precisione”
“Ah”
“Insomma, secondo te è adatta? Senti qua cosa richiede il Contest: una gara culinario-fotografica ( e se fai una battuta sul culi ti prendo a mestolate le rotule), dove bisogna cucinare una ricetta del cuore, che emoziona o che sia magari destinata al proprio amore. Che dici?”
“E l'amore sarei io?”
“No, tù sorella.Allora?!”
“Direi che è perfetta”
“Davvero?”
“Certo. Puoi adesso uscire dal bagno e restituirmi la carta igienica, per favore?”
No, perché a me quando viene in mente una cosa bisogna che la faccia. Anche lui, se è per questo.
Allora partecipo al contest di L'aroma del caffè che è na roba bellina bellina con tre premi uno meglio dell'altro.

“Amò, ma hai finito?”
“Che vuoi ancora?”
“Esci che ti spiego”
“Pietà. Manco al cesso posso sta'”
“Bravo, hai fatto pure la rima. Senti se ti garba come espongo la ricetta”

Ingredienti:

250 gr di zucchero
250 gr di farina
3 uova
130 gr di olio di semi
130 gr di acqua
1 bustina di lievito
scorza di un limone.
Marmellata di albicocche
Marmellata di ciliege

“Ma non è la ricetta del ciambellone?”
“Infatti. La ricetta l'ho già provata qui, ma lo stampo adesso è diverso. Ti pare una ciambella questa?”
“No”
“E allora fidati fijo mio.Lascia fa'”
“Abbiamo finito? Posso vestirmi?”
“No, rimanimi in mutande che mi ispiri. Senti se ti garba come spiego la ricetta”
“Sentiamo”

Sbattete le uova con lo zucchero con una certa energia, poi aggiungere l'olio, l'acqua, la farina e il lievito passate al setaccio. Poi la scorza del limone. Sbattete tutto per bene, deve diventare omogeneo e senza grumi. Risulterà un composto molto liquido ma non ve ne deve fregà 'na mazza...”

“Ma sei sicura di usare questo linguaggio?”
“Amò. Il mio è un foodblog?”
“No. E' un minchia-blog”
“Appunto”
“Hai ragione, vai avanti che c'ho freddo ai polpacci”

Imburrate una bella tortiera, versatevi il composto e fate cuocere a 170° per circa 30 minuti.”

“Ottimo.Posso andare?”
“No, devi vedere se va bene come la faccio ripiena”
“Non ti dico cosa mi si sta congelando”
“Cosa vuoi che sia, mi son sempre piaciute le praline di gelato”
“Vai avanti”

Quando la torta è pronta, fatela freddare, tagliatela a metà, farcitela con la marmellata di albicocche e adagiate di nuovo la parte superiore.Poi disegnate un cuore su un foglio, ritagliatelo e fissatelo sopra lo torta con degli stecchini in modo che non si muova.

 

Con un coltello incidete la torta lungo il cuore e una volta tolta la sagoma scavate un po' il cuoricino. Infine riempite la buchetta a cuore con marmellata di ciliege.”





“Brava. Bravissima. Posso andare a vestirmi adesso?”
“No. Devo dire a cosa partecipo”
“Da quanti anni stiamo insieme io e te?”
“Ventuno, perché?”
“Mi chiedo ogni giorno come sia possibile. Lo vogliamo finire 'sto post?”
“Certo. Senti se va bene:
Con questo post partecipo al Contest La cucina del cuore   e metto la foto, questa: 


"Bene. Hai finito?"
"Credo di sì. Amò, ma non sei contento? E' la torta che ti ho dedicato."
"Contentissimo. Che si vince?"
"Tutti i premi sono bellissimi, tutti aggeggini e attrezzi per fare nuove ricette e dolci"
"Con i quali te potresti partecipare ad altri contest, vero?"
"Bhè, sì, in teoria, sì"
"E' c'è da rifare tutta 'sta tiritera, giusto?"
"Eh,un minimo."
"Guarda, non puoi capì come prego che tu vinca. Ma tanto tanto tanto. Mai stato così devoto"

Allora, mi son fatta due conti: già è Santo, in più prega per me, cioè, sono in una botte de ferro.




mercoledì 23 gennaio 2013

Dimmelo te, George.




Pare che negli ultimi tempi questo blog tratti solo temi un po' hot, un po' da fascia non protetta, ma vi giuro, non è la pre menopausa, gli ormoni o l'arteriosclerosi galoppante, è il web che mi istiga. Dopo Cinquanta sfumature de sta ceppa è tutto un fioccare di articoli che parlano di attributi e via dicendo. Qualche giorno fa, ad esempio, riportano una notizia che mi ha fatto cascare le ovaie. Notizia che peraltro è stata chiaccheratissima da tutti su internet, una notizia poi smentita, poi convalidata, poi smentita di nuovo, poi passata per bufala, poi per vecchia, visto che il protagonista ne aveva già parlato nel 2008. Ma non soffermiamoci sul quando o sul vero e falso (che onestamente mi può interessare come può interessarmi la frequenza di minzione dell'interessato), ma sul cosa.
George Clooney si è fatto il lifting ai testicoli.
Ora.Vi lascio il tempo di assorbire sta notizia e poi ne parliamo.
Il lifting ai testicoli. Il Georgione nostro si fa stirare le palle, no perché va detto in maniera cruda perché se dici “Sai, io faccio il Ball ironing...” la gente crede che tu faccia uno sport estremo tipo il bungee jumping.
Giorgione mio, caro il mio Mr Nespresso, guardami nelle palle, degli occhi, e dimmi che davvero era una battuta. Ah sì? Era una battuta? Allora sei un ganzo. Allora sei proprio forte, perché io per un pelo c'ero quasi cascata. E ti immaginavo coi gioielli di famiglia tutti belli stirati tipo colletto di camicia con l'appretto, hai presente?
Perché io me le immagino ste robe qua. Per una donna potrebbe essere uno shock. Tu sei abituata a vedere due kiwi maturi e grinzosetti, due palloncini un po' sgonfi e rugosi e trac! Ti ritrovi davanti due palle da biliardo, così lucide che ti ci puoi specchiare dentro tipo pallina di Natale.
Na roba tirata e senza rughe come gli zigomi della Moric, o un tamburo di pelle d'asino. Chissà se suonano a questo punto.
George, ma come ti è venuto in mente? Di fare la battuta dico. Di tutti i posti in cui uno può fare il lifting quello è senz'altro il più originale, va detto. Se davvero esiste questa tecnica che va molto di moda a Hollywood, chi la pratica è un casino avanti. E un uomo così deve piacere. Io mal sopporto chi si fa le sopracciglia, figurati uno che si stira sta coppia di chupachups, queste due pesche con l'alkermes, questi due macarons, queste due cialde di Nespresso.
Che poi me li immagino sti divi in sala d'aspetto, coi loro ammennicoli giustamente rugosi come la faccia di Gandalf e che dopo il trattamento hanno le biglie stirate come il volto di Roberto Balestra.
C'è da andarne fieri. Chissà se è doloroso, perché se vuoi davvero sorprendermi, se vuoi dimostrarmi che sei un uomo coraggioso tatuati il tuo indirizzo sul pisello, così ritrovo pure la strada.O sennò fatti i peli del didietro rasta. Cioè un lato B dove la  B sta per Bob Marley.
E per le donne non hai niente da proporre? Tipo gonfiarsi le labbra come un canotto imitando la Marini, ad esempio? O iniettarsi un po' acido ialuronico nei punti giusti in modo che la pelle da prugna matura mi diventi una pelle di pesca noce? O che invece di depilarmi mi ci faccia delle treccine alla Pocahontas? No, dimmi te.
Comunque George, lì per lì c'avevo creduto, sai? Però ora impegnati, tira fuori una battutina, magari ispirati anche alla ex Elisabetta, sorprendimi ancora, dimmi che ti fai massaggiare solo l'alluce del piede destro, dimmi che ti  fai il lavaggio del colon col mastrolindo, dimmi che ti sbianchi i denti con la varechina e che ti pettini i capelli solo con un pettine  di tartaruga femmina delle Galapagos perché hai l'impressione che ti stiano meno dritti e duri sulla testa.

E poi dimmi... what else?


mercoledì 16 gennaio 2013

E' una questione di precisione




Alzi la mano chi di voi, belle donzelle, ha sentito almeno una mezza dozzina di volte “Cara?Dove sono le mie mutande?”
Penso che il primo premio vada a mia madre che se lo sente ripetere da circa quarant'anni. E son quarant'anni che le mutande son sempre lì, nel secondo cassetto del comò.
Ma il vero uomo deve chiedere, sempre. Non ce n'è. Anche se il sogno di ogni donna, ammettetelo, è il cancellare dai dialoghi di coppia questa domanda.
Però, donne, riflettiamo un attimo. Davvero vorreste i vostri uomini tutti precisini, tutti consapevoli di dove si trovino gli indumenti? Io no. Ma parlo per me. A parte che sono la numero uno a organizzare una caccia al tesoro delle sue mutande e dei suoi calzini, però è anche vero che la domanda scatta anche quando le coprigioie  sono al loro posto, perché lui, essendo uomo, fa parte della categoria dell'Homo Orbus. Io invece faccio parte di una categoria in minoranza, quella che 'Oibò, l'omo precisino'. Perché lo ammetto: ho una sottile avversione all'uomo precisetti, con tutto il rispetto per la categoria se ne possedete uno. Parlo di quelli un po' fissati, eh.
Sarà perché io non lo sono, bho. Non sono fissata a dividere i reggiseni (reggiseni? A cosa servono?) dalle mutande. O i calzini a strisce dalle autoreggenti. Nei miei cassetti non regna propriamente il caos, ma gli indumenti convivono felici tutti insieme, ammucchiandosi tra loro. Roba che a volte trovo un gambaletto viola, segno che il collant nero e il calzino rosa hanno avuto un amplesso nottetempo, e questo è il risultato. A me le persone tutte perfettine, che hanno tutto in ordine, fanno un po' paura. E' come se volessero avere tutto sotto controllo, no? Io non riesco a controllare i capelli, figuriamoci i cassetti.
Il Santo non fa eccezione. Lui non è spreciso, non è casinista, ma lascia i calzini in fondo al letto, i residui sudati del calcetto nella vasca e gli abiti sulla poltroncina in camera da letto tutti i giorni. Roba che se non li tolgo io, in una settimana sembrerebbe la svendita di un grande magazzino.
Mi pesa toglierli? No. Li piego e li metto via, va là. Mi darebbe più fastidio, giuro, vederlo piegare con cura i pantaloni, dividerli per colore nell'armadio, fare le pulci alle camicie per vedere se le ho stirate bene, mettere da una parte le t-shirt bianche e dall'altra quelle colorate e impilare con cura maniacale la roba nella borsa del calcetto come se facesse una valigia. Andrea quando prepara la suddetta borsa getta la roba dentro come una moglie isterica che prepara la borsa con l'intento di andarsene di casa, avete presente no? Quelle scene dove lei dice “Basta! Ora me ne vado!” e lì a buttare roba a casaccio. Mia suocera gli ha sempre detto “Ma mettila a modino!”
E lui ha sempre risposto “Mamma, forse non ti è chiaro, ma ci devo sudare con sta roba”
Uno a zero per lui.
Ai miei occhi un uomo troppo precisetto e fissato con l'ordine è attraente come Gigi Marzullo, non so perché. Alcune amiche mi hanno confidato che alcuni ex (ecco perché sono ex) prima di fare all'amore, nell'atto dello spogliarsi, piegavano i panni e li riponevano a modino sul comò.
Cioè. Ve prego. Ma un uomo in quel frangente si deve strappare gli abiti come i ballerini di full monty!Deve far saltare i bottoni alla camicia, lanciare il cavallo dei pantaloni dalla finestra, gettare le mutande sull'abat-jour. E togliersi i calzini.
E poi ci sono le donne precisette. Anche quella una categoria che (ve voglio bene abbestia) mi fa venire un po' l'orticaria. Quelle che non fai in tempo a bere un caffè a casa loro che ti tolgono la tazzina, la sciacquano, l'asciugano e la ripongono nell'armadietto. Cioè, ma ti do fastidio? Vado via? Me l'hai fatto malvolentieri? O quelle che lasciano gli amici o gli ospiti a tavola e si mettono a rassettare la cucina. Che tu ospite, non sai se alzarti e chiedere “Vuoi una mano?” o lasciar perdere. Se chiedi, lei ti dice “No, stai pure comoda, faccio da me” e non capiscono che tu sei lì per la sua compagnia e non per vederla lavare i piatti. Se lasci perdere ti ritrovi a parlare con il gatto, se impugni uno strofinaccio ti ritrovi a rassettare una cucina con tanto di tragitto casa- bidone spazzatura. Che poi io, invito gente per la loro compagnia, e amo non perdermi un loro discorso, stare con loro e vaffanculo le faccende. Si mangia tutti insieme, si ride, si scherza, si transuma dalla cucina al salotto e non ci penso minimamente a rassettare. Infatti anche se gli amici vanno via all'una di notte c'è sempre la tavola apparecchiata e i ciottoli sul gas, perché a tavola non si invecchia mai. A costo di farci le tre a pulire, non me ne frega niente. Ma ti pare che io ti lascio in salotto a fissare i quadri e mi metto a pulire? Ma chi ne ha voglia, intendiamoci. Spesso faccio i piatti anche il giorno dopo perché ho sonno e si va a letto. Scoppia il mondo?No. Muore qualcuno? Nemmeno.
Devo dimostrare qualcosa? Macchè. Tzè, vallo a spiegare a loro, alle amiche dello swiffer.A quelle che pretendono che il marito manco respiri, perché sai, con una fiatata più forte potresti alzare la polvere “E io mica posso stare sempre a pulire, eh!!”
Ricordo un aneddoto di qualche mese fa, primavera se non erro...sì sì, primavera, in cui Andrea era fuori in giardino a smazzarsi con travi, palizzate, martello e vanga per mettere le staccionate per abbellire il nostro giardino. Bene. Bussano alla porta, vado ad aprire e di fronte a me c'è una vicina. La faccio entrare, rispondo alla sua domanda circa un numero di telefono e in quel mentre entra il Santo. Lui si pulisce frettolosamente gli stivali allo zerbino fuori, si dirige in cucina e si versa un bicchiere d'acqua.
Lei (lei!) lo ammonisce “Con me non saresti entrato in casa!”
“Prego?”
“Con me non sarebbe entrato con gli stivali!Ti inzacchera tutto il pavimento!” manca poco muore dallo shock.
Allora bella, parliamoci chiaro. Primo: non lo ammonisco io che sono sua moglie, lo devi fare te?
Secondo: è casa tua?
Terzo: ora ti spiego una cosina. Sto povero Cristo è da stamattina che pianta paletti in giardino, invece di stare spaparanzato sul divano come il tuo compagno che costringi a girare con le pattine leopardate.Ci siamo?Il Santo si è tinto a mano qualcosa come trenta palizzate. Si sta sbattendo perché io ho deciso di fare anche una staccionata per le ortensie, okay? E' da stamattina che si dedica a qualcosa per abbellire la nostra casa, per farmi contenta, nonostante sia domenica, nonostante trasmettessero quel film che gli piace tanto.
A questo punto, cosa dovrebbe fare, scusa? Mettersi uno scopettone in su per il deretano e pulirmi anche la veranda?
Cosa dovrei fare io? Costringerlo a togliersi gli stivali ogni volta che entra in casa?Farlo morire di sete?Lanciargli le tue pattine urlando “Mettileeee!!”? Rompergli le palle perché sta sporcando? Sai a me cosa me ne frega se lascia due impronte sul pavimento? Minchia, lo pulirò!
E ti dirò di più. Vedessi Andrea che ogni volta che entra in casa si toglie le scarpine, le allinea sullo zerbino e in punta di piedi mi entra in cucina, bhè mi chiederei se è lo stesso uomo che fino a mezz'ora prima mi vangava un pezzo di terra in maglietta nonostante i venti gradi.
Cioè, io non voglio un Roberto Bolle che mi gironzola per casa in punta di piedi per non sporcare, hai capito mia bella casalinga disperata?
Madonninasanta.
Io non so se siamo fortunati o se dopo ventun'anni insieme ci siamo plasmati a nostro piacimento, so solo che non ci rompiamo le palle sulle cazzate, perché queste, signori miei, son cazzate. Che ripetute giorno dopo giorno dopo giorno, ti limano, ti sbrindellano le palle come un cane sbrindella l'orlo della tenda. E il dentifricio stappato, e i calzini sporchi in bagno, e in bagno ci stai troppo, e la pasta è un po' scotta, e le mutande bianche non vanno con quelle nere, e non mi aiuti mai, e ci sono DUE briciole in auto, e hai piegato male le magliette, eccheppalle.
No, davvero.
Comunque sia, io la parola precisione non la trovo nemmeno sul vocabolario, fate voi.

p.s. E voi? Precisetti? Vi amo lo stesso, of course! ;-)

domenica 13 gennaio 2013

Tra la Austen e Pretty Woman


Ecco, vediamo di finire questo diario di bordo del viaggio in Inghilterra del sud prima che l'arteriosclerosi si impossessi di me e mi faccia dimenticare tutto.
Dove eravamo rimasti? Ah sì, a Harry Potter.
Oggi siamo al 30 Agosto e decidiamo di visitare Stowe house, una delle più grandi dimore dell'Inghilterra del XVIII secolo. Ormai abbiamo preso sto filone e non lo lasceremo finché non lasciamo la terra della nostra Elisabetta.
Il bello è che per arrivare a questa maestosa casa, devi attraversare una fattoria. Sissignori, una fattoria. 

Che lì per lì ti chiedi se hai sbagliato indirizzo e se non sia il caso di indossare degli stivali di gomma. La strada per arrivare a destinazione è un po' lunga, infatti ti offrono il trenino che fa la spola, ma visto il paesaggio mozzafiato intorno a noi decidiamo di farcela a piedi. Non solo noi, ma anche altre persone decidono di gustarsi il lungo viale alberato che ci condurrà a destinazione.
Stowe è veramente bellissima e si apre a noi come un sipario in tutta la sua maestosità.




 Il parco è enorme, e quando dico enorme intendo che a un certo punto ho temuto “Adesso non ritroveremo più la strada di casa” . Una cosa assurda, alla fine della giornata avremo fatto millemila km a piedi.
La casa, dopo tanta fatica (alimortè) non era visitabile, ma ti lasciano pascolare come capre 'mbriache dove vuoi. Allora abbiamo visto templi, obelischi e un fantastico albergo riparato e in disparte dove avrei dato anche un rene per passarci la notte (ma nel frattempo vista la salita, avevo già perso un polmone). Non è bellissimo?




Ovvio che di Stowe non è che posso dire più di tanto, perché credetemi abbiamo camminato tantissimo nel verde, diciamo che l'abbiamo presa larga, che l'abbiamo assaporata ciondolando senza meta tra un tempio e un altro, con la macchina fotografica che chiedeva pietà.  



Abbiamo scoperto anche l'altro ponte palladiano (ne avevo parlato qui, ricordate?), ed effettivamente sono molto scenici. Inutile dirvi che mi sono vista attraversarlo con l'abito lungo e un libro di poesie in mano mentre Andrea col calesse mi salutava da lontano...e Alice, oh bhè Alice raccoglieva fiori e ... e... parte la colonna sonora e la scritta THE END.
Okay basta.Torniamo a noi. Pieni di verde come tre ramarri e stanchi morti come tre maratoneti fuori allenamento, facciamo la strada di  ritorno, con io che sogno di sdraiarmi sul trenino. Scopro poi con orrore che l'orario del trenino è già bell'e passato e non ci resta che intraprendere di nuovo il viale alberato trasportandomi le gambe come due tronchi di legno. Nel tragitto sogno treni, calessi, pony e maiali con la sella o qualsiasi mezzo di locomozione esistente.
Che poi, quando io viaggio non lo faccio solo fisicamente, mi faccio prendere proprio la mano, entro in un'altra dimensione e per una appassionata di libri e film come me è un casino. E' come passare da un set all'altro. Qua mi pareva di essere in un romanzo della Austen o delle sorelle Bronte, tempo di tornare alla casetta e mi pare di essere dentro Pretty Woman. E sapete perché? Perché davanti alla nostra casina quel giorno c'erano le corse dei cavalli.


"Guardate, le corse dei cavalli!Dio che voglia di calpestare il prato per rimettere a posto le zolle!"
"Pè rimettere a posto che?"
"Le zolle!Come Vivian ed Edward!E' la scena di quando loro sono alle corse, no? dove lei c'ha quel delizioso vestitino a pois marrone, che poi incontra il biondo e lui accecato dalla gelosia spiffera a quell'altro che   in effetti è una mignotta, che poi..."
"Ho capito, ho capito.Le zolle. Simo, sta anche per piovere, si va a casina?Eh, amore?"
"Un attimo!guarda che bellezza, quando mai ci ricapita di vedere delle corse?"
"In San Rossore, ogni domenica" (ippodromo della mia città. ndr)
"Seeeeeeee!!Ma qui è più bello!Senti, senti che aria!" in effetti l'aria sapeva un po' di merdina, ma io non c'ho fatto caso. Era troppo bello, davvero si sentiva l'essenza dell'ippica inglese. 
Siamo rimasti lì tutti e tre a vedere le partenze, i cavalli, i fantini e tutto il cucuzzaro fino a che Andrea non ha deciso con Ali di rincasare. Ma io volevo fa' le foto e vedere chi vinceva e fare pure il tifo, non lo so per chi, ma lo volevo fa'. "Amò, io intanto mi avvio a casa a fare la doccia. Almeno tirati su il cappuccio che piove"
"Sì"
"Fai a modo"
"Sì"
Le ultime parole famose. Ne ho combinata una delle mie.Poteva essere diversamente se mi lasciano sola in un frangente del genere? Non conosco il posto, né la lingua, né tanto meno le regole del gioco.
Fatto sta che mi sento troppo una ganza. C'è l'acquerugiola che mi bagna il volto e porcazozza anche un po' la macchina fotografica, ma voglio immortalare questo momento, questi signorotti di una certa età in giacca e cravatta che controllano l'orologio e il prato come fanno davvero nei film. Dio, che emozione!
Sono pronta a scattare le foto ai cavalli in corsa. Dal monitor capisco che mancano pochi minuti. Sono pronta. Ecco che l'omino all'altoparlante dice qualcosa, sono elettrizzata manco fossi io il fantino, manco fossi Aceto e stessi per correre per il palio di Siena.
Partiti!Sììììììì!!Minchia, il galoppo si sente fin qua, sembra tremi anche il terreno. Impugno la macchina e... FOTOFLASH!FOTOFLASH! Eccoli inquadrati, anche se da lontano FOTOFLASH!FOTOFLASH!Arrivano  un pochino più vicini...FOTOFLASH!FOTOFLASH!...ma... che succede? 
"Oh salve!"
Un omino in giacca e cravatta mi saluta!Deve aver capito che sono una turista appassionata di ippica (anche se non saprei riconoscere uno stallone da un mulo). Lui si sbraccia con tutte e due le mani adesso e mi dice qualcosa che io non capisco. Ma sicuramente è qualcosa di carino.
"Salve!Bella gara, sì!!!"
Ora si sbracciano in due. Ma che carini qui in Inghilterra, da noi manco ti saluta il panettiere, per dire.
FOTOFLASH!FOTOFLASH!
Eccone un altro che mi viene incontro. E' un po' affannato a dire il vero, credo che abbia scavalcato pure una staccionata per venire a salutarmi. Sto per scattare un' altra foto quando lui, urlando come tarzan, mi fa "NOOOOO FLASH!!!NOOOOOFLASH!!!!!!NOOOOOO FLASHHHHHH!!!"
Ah.
No flash.
Cioè, manco due foto posso fa'. Mi faccio piccola così e l'omino, un po' incazzato a dire la verità, scuote la testa. Mi hanno spiegato poi che ho rischiato di far imbizzarrire i cavalli con il flash della macchina fotografica. Ho rischiato di mandare puttane una gara ippica di Salisbury. No, ma son cose.
Se non io, chi altri?
Quando al ritorno l'ho raccontato ad Andrea, ha detto "Lo sapevo io. Lo sapevo che non ti potevo lasciare sola" Ma rideva sotto i baffi che non ha.
E' un uomo coraggioso, lui.





mercoledì 9 gennaio 2013

Io NON so fare



Ora m'arrabbio, eh? No, perché c'è qualcuno che mi provoca, che dice delle cose non vere, che pensa che io sia paracula. Ora vi spiego. Io, lo vedete, no? Sono una che ha la creatività a mille, che fa tremila cose, che scrive e mette in piazza il proprio operato. E che succede? Che qualcuno se ne esce con “Ecco, ma te sai fare tutto!Sai cucinare, cucire, dipingere, scrivere, decoupare!Eccheppalle!!”
E sono amiche mie queste. Figuratevi le nemiche cosa vanno a dire.
Allora. Tanto per cominciare è ovvio che ognuno sul proprio blog o sulla propria bacheca di FB mostri quello che sa fare meglio. Per esempio la Sara Tommasi mette foto di lei in mutande o tutta ignuda. E' normale. Cioè, fai vedere cosa ti riesce meglio.E così faccio io. Cioè, che devo mettere la foto di una torta nella pattumiera perché mi è venuta uno schifo?No, ma riflettiamo.
Però (e lo dico sempre a tutte) non è che io so fare tutto. Voi vedete solo quello che so fare più o meno bene, quello che più mi dà soddisfazione, quello in cui mi diletto. Il resto non lo sto a far vedere.
Però ve lo dico.In questo post. Così capite in quante cose io sia veramente una chiavica, che veramente non c'è niente di straordinario in quello che faccio, che non riesco a fare cose che voi fate a occhi chiusi, che ho dei limiti che manco un bimbino di tre anni. In parole povere faccio outing.

In cucina.
NON so fare l'arrosto. Non ce n'è. E non mi dite che dipende dal tipo di taglio di carne, perché ho lavorato 5 anni in una macelleria e di tagli me ne intendo. E' che canno proprio la cottura. Mi viene duro che pare che invece dell'olio abbia usato l'estratto di viagra. Un mattone fatto e finito che lo puoi usare come fermaporta. Un lingotto color carne morta insipido che non vuole nemmeno la gatta. Quante di voi sanno fare l'arrosto? E vedete? Io no.

NON so fare le polpette.Vojo dì, le polpette!Mi si sfanno, le brucio fuori e mi rimangono crude dentro, vengono fuori delle palline che sembrano cacatine di uno gnu stitico, tutte nere e gommose che se le tiri nella parete della cucina puoi improvvisare una partita di squash.Sembrano palline di pelo vomitate dal gatto, palline da ping pong polverose dimenticate nel baretto sotto casa che ha chiuso dieci anni fa.

NON mi riescono bene nemmeno i pop corn. O li brucio o non mi scoppiano. E quei pochi che scoppiano lo fanno puntualmente quando apro il coperchio per vedere come mai non mi scoppiano. Ergo: fanno il doppio carpiato e atterrano sul tappetino di cucina.

NON so fare il caffè. Che ci vuole a fare un caffè, anche decente? Niente, eppure io non lo so fare. Mi viene cattivissimo, con un sapore che sembra che dentro ci sia un calzino usato e spesso nella tazzina ci galleggia pure qualcosa di non identificato.Non sono deficiente, è che mi disegnano così.Senza macchinetta del caffè. Quando il Signore ha distribuito il dono per fare il caffè buono, io ero sicuramente nei bagni a fare i cuoricini sui muri con l'uniposca.

NON so guidare con scioltezza in super strada, tanto meno in autostrada. Mi mette paura, non amo la velocità e mi viene a noia.

NON so parcheggiare. E non ditemi che è una prerogativa delle donne, perché ci sono donne che parcheggiano benissimo. Io no. E' proprio una cosa che mi fa esclamare “Che palle!” anche se devo ficcare una Ka dove prima ci stava un camion con la betoniera. Io ho bisogno di molto spazio e non mi bastano tutti gli specchietti. Io intorno ci devo avere il vuoto, tipo parcheggio dell'aeroporto deserto. E se non c'è tutto sto spazio, parcheggio come mi pare. Di sguincio. Col culo di traverso. Quasi in mezzo alla strada. Mezza storta con una ruota sul marciapiede. Praticamente sai che sono nei paraggi quando vedi una macchina parcheggiata alla cazzo di cane.

NON so suonare uno strumento. Nulla di nulla. Non vado a tempo nemmeno se batto le mani sul tavolo, non so riconoscere le note musicali e non mi intendo di musica. Ah sì. NON sono neppure intonata, e quindi NON so cantare.

NON so ricamare a punto pieno, punto erba, chiaccherino e compagnia bella. NON so lavorare all'uncinetto, né ai ferri. So fare solo il punto croce che infatti si impara a 6 anni.

NON so giocare a briscola. Briscola!!!Non ci capisco nulla, non riesco a interpretare segni e occhiolini, non imparo le regole, mi annoia a morte e faccio casino anche quando devo contare i punti a scopa. E NON so giocare nemmeno a poker, burraco, tresette e roba varia. Arrivo a malapena a giocare a scala 40. E perdo.

NON so fare il sudoku, cioè proprio mi prende i nervi. Al giorno d'oggi riesce a tutti. Il mio vicino d'ombrellone riesce a farlo anche a occhi chiusi e anche senza guardare il giornale, ma solo con la moglie che glieli mima sti numerini incasellati.A me no. O mi avanza un 2, o metto tre 5 in fila e alla fine appallottolo la pagina e la tiro alla gatta.

NON so usare i telecomandi. Mi vergogno anche un po' a confessarlo (gli amici intimi lo sanno benissimo), ma è la verità. Ho parecchia confidenza solo col tasto rosso, cioè so accenderla. Quella di cucina, perché già quella del salotto è un casino Quella non è una stanza da relax, quella è la sala operativa della Nasa. Abbiamo cinque e dico cinque (!) telecomandi, perché con tutte ste cose digitali, multimediali, scai, cielo, nuvole, rai89 e via dicendo, è veramente un dramma saper scegliere il bottoncino giusto.Io non ci capisco una beata fava. Non so voi, ma qui per vedere un programma devi tenere in mano due telecomandi, due armi tipo pistolero e bang! Premi di qui e bang! Premi di là. E poi scorri col destro e poi col sinistro. Quello che alza e abbassa il volume non lo puoi usare per cambiare canale e viceversa. E non mi dite di programmare qualcosa. Lì, il buio totale. Quindi NON so far partire una registrazione, programmare una puntata di una fiction, riuscire a vederla se me l'hanno registrata altri e abbassare l'audio senza cambiare canale.

NON so usare come si deve telefonini, telefoni, segreterie telefoniche e citofoni. Non so se si è capito ma ho dei seri problemi con qualsiasi cosa che sia vagamente tecnologica.

NON so sciare. Tho! Non so sciare, ma proprio no. Però riesco a cappottarmi con lo slittino che è una meraviglia.E se vuoi ti scateno anche una valanga. Ma sciare proprio non mi riesce.

Se non so andare sugli sci, figuriamoci sui pattini, quindi NON so pattinare. Da nessuna parte ovviamente, tanto meno  sul ghiaccio.Se mi regalassero dei pattini da ghiaccio ci aprirei le noci di cocco come Tom Hanks in Cast away. Io pattino sì, ma in cucina quando mi cade un po' d'olio sul pavimento. Vedeste che pattinamento, altro che la Kostner, il podio più alto è mio.

NON so fischiare. Cioè, questa è roba che si impara alle elementari. Non so cosa darei per saper fischiare con le dita in bocca. E' così signorile!Ma niente, quando provo a fischiare mi esce fuori un rantolo che sembro un gatto in fin di vita. Un sibilo che sembro asmatica. Un palloncino che si sgonfia. Una puzzetta fatta male. E allora non fischio.

NON so l'inglese e nessunissima altra lingua. Che di questi tempi ditemi voi se non è un casino. Tutto è in inglese, anche le istruzioni per un mattarello da cucina me le mettono in inglese. Io ho qualche difficoltà, lo ammetto. In un testo capisco qualche parola in qua e là, e se ho culo riesco a grandi linee (molto grandi, enormi diciamo) a capire il concetto. Se è quello bene, altrimenti do un'interpretazione tutta mia a quello che ho letto. E puntualmente non ci incastra una beata ceppa di minchia. Però all'estero so fare le domande. Il Santo manda me a farle perché dice che sono intraprendente e che mi capiscono al volo. Oddio, mi aiuto parecchio a gesti tipo gioco dei mimi, ma la gente mi capisce. Eccome. Il casino è capire la risposta. Quella infatti non la capisco. Cioè, ma vi rendete conto del problema? So fare le domande, chiedere indicazioni di qualsiasi genere e però non capisco le informazioni che mi danno. A quel punto comincio a dire “Stop!Stop!Stop!” chiamo Andrea e dico al malcapitato “Rewind, please!” E loro due si parlano come se si conoscessero da una vita.Perché Andrea l'inglese lo sa, ma chissà perché vado sempre io. Bho. So solo che la mia famiglia si arrovella dal ridere ogni volta.
Ecco, sì. Per ora mi son venute in mente queste cose, peraltro già dette in altri post. E ora non ditemi che so fare tutto!!Ve l'ho dimostrato santoiddio!

p.s. Voi cos'è che NON sapete fare?

giovedì 3 gennaio 2013

Mezza novità sul minchiablog.



Allora, il 2013 è iniziato, no? E a me è venuta un'idea malsana. Cioè, me l'hanno fatta venire le mie comari, l'idea malsana. Perché io, se non lo sapeste, cucino. Nuoooooo!!Direte voi. Tho, davvero. Il bello è che pubblico la foto dei miei dolcetti o qualche altra strana pietanza su FB e quelle che fanno? Mica si accontentano della foto. Macché. Mi chiedono la ricetta.E io non gliela do. Così,perché non c'ho tempo, perché come fai a mettere la ricetta su FB, eannamo. E allora da oggi, su questo minchiablog, ci saranno delle paginette statiche (statiche, non stitiche) con su scritte le mie ricette. No, non diventerò una foodblogger, non ci penso nemmeno, e sto ruolo mal si addice a una come me. Pensate che le singole ricette non le posso nemmeno condividere e dovrò condividere tutta la pagina. Infatti, la pagina. E' proprio di questo che si tratta. Post senza data, non singole, ma ricette messe una dietro l'altra per tema. Un paginone di roba solo per il gusto di leggerla e rifare la ricetta. Ho tolto pure i commenti, perché parliamoci chiaro, che ce ne facciamo dei commenti? Cioè, sta pagina serve quando io metto un dolcetto su FB e mi fanno “Scusa, eh? Ma la ricetta?” e questa volta posso rispondere “Oh bhè...è sul blog alla pagina dei plum cake” tu vai, te la leggi, la riproponi alla famiglia e finisce lì. Come un libro. Che fai, lasci i commenti al libro? Ennò. Qui è uguale. Ovvio che volevo fare tutt'altra cosa e non lo posso fare, tipo dividere per benino tutte le paginine e lasciare uno spazio ai dubbi e alle domande. Ma è altrettanto ovvio che non sono Gualtiero Marchesi e a qualsiasi vostra domanda o dubbio, per avere una risposta basta una googlata e siete a posto. E comunque sapete dove trovarmi se avete da farmi domande del tipo “Ma se metto del cianuro nella torta margherita da regalare alla suocera, seconde te una dose da cavallo basta?” o “Ho messo del viagra nel budino che preparato per mio marito, ma è diventato blu. Non il budino, il marito. Secondo te devo chiamare un'ambulanza?” Cose così. Oh, d'altra parte è un minchiablog che vi aspettavate.
Oggi iniziamo coi plum cake, na robetta semplice, poi man mano (magari una al giorno (seeeee) che sono indietrissimo con le richieste delle ricette) ne metterò altre per categoria. Ci sarà la pagina delle crostate, quella delle torte salate e via dicendo.
Bon. Ecco fatto. Non è che sia una gran cosa, è un modo per tenere unite tutte le ricette e se mi domandate “Ma la ricetta?” Io vi spedisco lì senza passare dal via.
C'è chi mi ha proposto di aprire un altro blog di ricette. Parliamoci chiaro: secondo voi, io, ce la potrei fa'? No, dico. A malapena ne gestisco uno di blog!E poi vi immaginate l'impegno? Il mio blogghino è questo qua, in più da oggi ci sono delle paginine di ricette senza pretese, scritte alla mia maniera ovvio.
L'icona per la prima paginetta è lì in alto a destra, vedete?Sennò mettetevi gli occhiali! Dicevo, quella a destra col plum cake. Lì c'è la prima ricettina un po' speciale. Non potevo che iniziare così.

p.s. E io che pensavo di fare una sorpresa. Prima di scrivere tutto sto pappiè tre delle mie comari avevano già capito tutto. E pensare che mi reputo una donna misteriosa. Azzz!!

p.p.s. dell'ultim'ora. Ho pubblicato una nuova paginetta e mi son dimenticata di disattivare i commenti. Ergo: ce n'è già due, che non toglierò mai. Cioè, manco due pagine so gestì.Ommadonninasanta.

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