L'acqua non era bella. Aveva un colore che virava sul giallo, tuttavia era trasparente. E caldissima. Ci siamo spinte fino a lì, sotto al pontile, io e te da sole, chiacchierando del più e del meno e facendo foto sceme di quelle in cui si ride molto e si scatta di più. Dopo, le cancelleremo quasi tutte; poche, tra il vento, la sabbia, le smorfie e i capelli in faccia meritano un secondo sguardo. Ma è il momento che conta, non le immagini.
Tranne questa.
Ti ho chiesto io di farla, nonostante la tua ritrosia per quell'acqua così torbida.
Ti ho chiesto di guardare il punto più lontano, proprio là, tra le colonne, tra quegli ostacoli che convergevano in un punto preciso, dove l'acqua è più blu.
E rivederla ora sembra una metafora, l'augurio più bello che possa farti per la tua vita.
Troverai acqua scura nel tuo cammino, onde che ti travolgeranno. Avrai piedi nella melma, impantanati. Ostacoli più grandi di te che intralceranno il tuo cammino costringendoti a schivarli, o raggirarli come ieri, con una smorfia. Ma sappi che, anche se lontana, l'acqua limpida e azzurra c'è in fondo al tuo percorso.
E non importa quanto ci impiegherai, l'importante è che tu lo intraprenda così: spalle dritte e sguardo fisso alla meta.
Dove l'acqua è più blu.