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lunedì 24 novembre 2014

Chi ha un cane è una persona paziente


Chi ha un cane è una persona paziente.
Sono arrivata a questa conclusione stamattina, dopo aver portato a spasso per la prima volta il cane della mi'mamma. Cane...vabbè, quel cosetto peloso alto un barattolo e poco più.
Insomma, io ero dalla mi'mamma ad aspettare l'ora per andare a prendere Alice e sto canetto girottolava un po' inquieto. Il mi' babbo non era ancora arrivato e ho detto “Dammi il guinzaglio, vai, che lo porto io a fa' una passeggiatina.”
Cioè, l'inferno.
Premetto che non ho un cane, non l'ho mai avuto e credo che nemmeno lo prenderò nei prossimi mesi perché ritengo che un cane vada tenuto bene e che richieda un impegno e una dedizione  che noi sul momento non possiamo dargli. Tuttavia i cani a me piacciono, più quelli grandi che quelli piccoli a dire la verità, ma è solo una questione di gusti, niente di più.
Insomma, dicevo: io il cane non l'ho mai avuto quindi non so come si comporta un cane a passeggio. Io sognavo o di essere trainata tipo slitta sulla neve (ma vista la mole del toporagno 'sto sogno è svanito subito) o camminare a testa alta con 'sto canetto che a coda ritta mi seguiva passo passo tipo la pubblicità di Barbie e Toby, l'amico del cuore.
Lui tutto contento si fa mettere la pettorina da me e la mi'mamma e in due c'abbiamo messo l'equivalente di quanto ci vuole alla sottoscritta per capire come cambiare canale su Sky. Poi tutto trotterellante mi precede fuori. Oh che bellino! Ganzo!
Me la devo essere gufata a bestia perché già dopo dieci passi si ferma.
Okay, dovrà fare pipì. E infatti.
Poi riparte e dopo tre passi si riferma.
Okay, la dovrà finire. E infatti.
Dopo due passi si riferma. Ma ha la cistite 'sto canetto? Alza la gamba ma non produce.
Okay, non indaghiamo troppo. Prendo atto della mia ignoranza sui cani e va bene così.
Dopo tre secondi si riferma. Scappa cacca.
Produce una cosa che mi fa domandare se mia madre da mangiare gli dia le pantegane ma non voglio soffermarmi nemmeno su questo. Soffermiamoci piuttosto sul fatto che essendo uscita in stile Barbie Fashion e il suo Yorkshire non ho pensato a prendere le bustine. E quindi ho dovuto fare con quello che avevo in borsa e cioè: svuotare un sacchetto di fazzolettini, usarne uno per raccogliere quel che resta di un cane dopo la digestione e usare il sacchettino di nylon Tempo per metterci dentro una roba che una fogna di Calcutta in confronto è un Arbre Magique.
Già qui ero intenzionata a tornare indietro. E avevamo fatto solo sei metri. Ma io sono impavida. Cosa può fare ancora il microcane? Nulla, a parte fermarsi ogni due secondi. Due secondi. Ad annusare la qualunque, assaggiare una foglia, sniffare l'erba, giocare con un legno, litigare con una lumaca...Allora: io sto alla pazienza come Orietta Berti al rock and roll, per capirsi, e il mio motto è GO!, quindi potete immaginare la mia faccia davanti al toporagno che pare si interessi alla flora e alla fauna di tutto il pianeta. Hai voglia di tirarlo, chiamarlo e dirgli “Andiamo!”, a lui non fregava una benemerita fava. Un'ora e un quarto per fare dieci metri. Senza contare che si è fermato spesso di botto e si metteva immobile davanti ai pali della luce manco fosse in preda alla sindrome di Stendhal. Forse gli appariva la Madonna. Non è dato sapere.
Poi ha cominciato a grattarmi le gambe. Un passo e grattava. Un altro e grattava. Tipo bimbino che vuole essere preso in braccio. E infatti era stanco. L'ho preso in braccio e mi ha leccato il mento come a dire “Grazie. Come dog sitter fai cagare, ma grazie.” Poi l'ho rimesso giù sotto minaccia e lui ha camminato per quanto...quattro passi? Poi si è rifermato.
No, vabbè. “Ascolta un attimo porcellino d'india, non sei una compagnia telefonica che gira tutto intorno a te, chiaro? Io c'ho da fa'. Ci diamo una mossa?”
Lui ha tirato su la faccetta e l'espressione diceva “Cazzo vuoi?” Il tutto sempre con sto sacchettino di merda appresso, badate bene.
Poi si è nascosto sotto un'auto. Ferma. Sennò non sarei qui a pubblicare un post ma starei piangendo la morte di un cosino peloso. Poi ha rincorso un altro cane e mi ha tirato per un metro e Dio che goduria, sembrava un husky! Vabbè, non esageriamo, l'importante è sognare. Poi, vicino al traguardo, si è fermato di nuovo e non si voleva schiodare. Lo ammetto: per fare prima ho alzato la pettorina e ho lasciato che volasse un attimino. Ma solo un attimo, il tempo di fargli sentire cosa provava Icaro. Bellino, però. Muoveva le zampettine quasi a tempo. Poi siamo rientrati e l'ho visto triste, perché con me è ovvio che si è divertito un casino.
“Com'è andata?” Mi ha chiesto la mi'mamma.
“Bene, mamma. Ma oh! Una fatica!”
“Come una fatica.”
“È bravo, eh? E pure bellino, ma è di un lento ma di un lentooo! Si ferma ogni due secondi! E poi è duro! Ma durooooo!! Non puoi capì! Hai voglia di chiamarlo 'Charlie!Charlie andiamo!!' e lui nulla, non si muoveva.”
“Ci credo. Si chiama Fonzie.”

p.s. Il bello è che quel nome l'ho scelto io.

giovedì 16 ottobre 2014

Shirley Temple de noattri

Da piccina parevo Shirley Temple.
No aspè, non ero così bellina, c'avevo i capelli a Shirley Temple, tutta ricci o boccoli. Poi crescendo mi son sciupata, in generale, capelli compresi, ma questo è un altro discorso.
L'altra sera mentre ero intenta a documentarmi su internet sulla scissione dell'atomo per una relazione che devo presentare a breve (Leggasi: cazzeggiare su FB), mi imbatto per puro caso su un video postato da un'amica (che manco mi ricordo chi è) che parlava di capelli. Apro il link, che mi rimanda su you tube dove mi si spalmano davanti tutorial per fare tremila pettinature in meno di dieci minuti. Mi si è aperto un mondo pilifero. A quel punto non guardo nemmeno più il video incriminato ma il mio sguardo volge a destra dove c'è tutta quella sfilza di videini uno sotto l'altro che sono il male. Ti incantano, ti stordiscono, ti ubriacano e ti fanno esclamare cose tipo “Voglio farmi i boccoli!” alle undici di sera mentre tua figlia e tuo marito sbavano di sonno sul divano. Pura poesia.
Guardo questo video di Clio (ammetto che, data la mia ignoranza, poteva essere anche Cleo, Cluo, Flua, Nina, Pinta o Santamaria) dove spiega come fare i boccoli (o riccioli belli definiti) in una sola mossa. Facile, indolore, con poco stress per i capelli. Basta una fascia e via. Vai a letto liscio come un levriero afgano e ti svegli che pari un barboncino incazzato. Perfetto.
Il giorno dopo ho costretto il Santo per le vie della città alla ricerca di una fascia adatta, perché quelle che avevo in casa non andavano bene. Erano troppo alla moda e traforate. Se avessi usato quelle, la mattina avrei avuto un bassorilievo artistico in fronte da permettere a Vittorio Sgarbi di farci dieci puntate di storia dell'arte.
L'ho trovata ovviamente subito e a poco prezzo.
“Che ci devi fare? Mica l'ho capito.”
“I boccoliiii”
“E come fai, scusa? Ma non erano meglio i bigodini?”
“Eh, ma con i bigodini mica ci posso dormire!”
“Fammi capì: te stanotte ti bardi e dormi con la fascia?”
“Fidati amò, tranquillo che domani son tutta carina e boccolosa!”
La sera li preparo: li spazzolo per bene, ci metto un po' di siero per ricci, li divido in 5 ciocche, mi metto la fascia in fronte, infilo le ciocche dentro, mi guardo fiera allo specchio e...sembro Rambo.
Dopo l'incidente.
Dio, non mi si può guarda'.
Davanti sembro Rambo che imita la principessa Leila di Guerre Stellari, grazie a due girelle di capelli sopra le orecchie. Dietro sono un misto tra una fanciulla dell'ottocento e un nido di cicogna.
Ridicola, son ridicola. Il mio motto però sapete qual è: chi bella vuole apparire un po' deve morire. Di vergogna. Insomma, esco dal bagno molto tronfia perché so che il giorno dopo sarò molto faiga, e sfoggerò i miei boccoloni con molta sicumera.
“Andrea, guarda come...”
“AAAHHHHHHHH!!!” Andrea ha fatto un salto degno del miglior primato del salto in alto. Nemmeno avesse visto la bambina dell'esorcista. Ci mancava solo che si poggiasse una mano sul cuore e si accasciasse e poi eravamo a posto. Esagerato.
“No, cioè, ndo vai te così?”
“In casa!”
“E vorrei vedere! E quanto la tieni sta roba?”
“Tutta la notte, caro.” A quel punto mi son messa a limarmi le unghie con aria di sufficienza.
“Stai scherzando.”
“Mai stata così seria.”
“E vieni a letto così”
“Esatto”
Poi ha scosso la testa e si è messo a ridere. Non a sorridere, a ridere proprio. Molto ridere.
Dio, che nervi. Cioè, ma non capisce proprio. Io domani sarò stupenda e lui ride. Ride dei miei capelli, che ora sì, magari sono un po' strambi, ma bisogna essere avanti e immaginarsi il dopo. Bisogna essere lungimiranti, perdio!
Tzè!
Comunque vado a letto con sta cofana e ci dormo bene, a dire la verità. Credo che la fascia sia rimasta al suo posto 40 minuti, poi è scivolata non so dove perché come sapete io dormo molto precisa, no? (Se volete sapere come dormo leggetevi questo). In pratica ho rischiato di strozzarmici.
La mattina ci svegliamo e il Santo ha le lacrime, ma non di commozione. Continua a guardarmi e a ridere e non so come si permetta visto che... AAAHHHHHHH!!!!
OMMIODDIO! Mi guardo allo specchio e sembro Einstein quando fa la linguaccia. In quel momento sono tentata di denunciare Clio, perché non può avermi ridotto così. I miei capelli sono un ammasso informe e non capisco più cosa ho infilato dove.
Ma dopo aver trovato la fascia e sfilata...TA- DANNNN!!! I boccoli come per magia. Tanti bei boccoletti super elastici bellini bellini che ondeggiavano divinamente.
Ah ah ah, caro il mio Santo!
Sono andata in cucina sculettando in mutande fiera dei miei boccoli e sono inciampata nel gatto. Poco poco che non mi pianto nella credenza.
“Ma daiii!” fa lui, colpito.
“Visto? Belli vero? E solo indossando una fascia!”
Stupendi e i miei boccoli mi sono durati, quanto...due ore e un quarto? No aspettate, mi sbaglio. Che sciocca. Mi son durati un'ora e dieci. Secondo più secondo meno.
Dopo un'ora e dieci c'avevo una capigliatura moscia, ma così moscia che sembrava mi avesse masticato un alano. Fatto tutto per niente. Non mi dura. O ci metto il cemento armato o i miei boccoli mi si sboccolano in due ore. Da effetto fisarmonica a effetto arpa sminchiata: di una tristezza unica. Ma non demordo, riproverò fino a che non mi chiameranno la Shirley Temple della Toscana. E allora lì riderò io. Ah ah ah! E il Santo si ricrederà!

p.s. Raga, io non lo so, ma sarà l'avvio alla menopausa che fa fare ste cose a bimbeminchia?





venerdì 10 ottobre 2014

Treccione-one-one di ricotta e limone


Oggi ricettina.
Di un dolce che ho visto su una rivista e che voglio condividere perché è bello e buono.
Tu dici: mo' scrivo la ricetta e via. Ennò! Non si fa! Mica puoi scrivere la ricetta così alla buona senza prima tutelarti! Eh. Perché sui blog non puoi scrivere una ricettina senza citare la fonte. Me lo hanno detto le guru del food. Le regine dei siti di cucina. Le amiche mie che cucinano che manco Cracco che imita Gualtiero Marchesi. E se lo dicono loro, c'è da fidarsi. Non puoi tu trovare una ricetta su un foglietto senza prima improvvisarti Poirot e scoprire a chi appartiene quella calligrafia e da lì risalire all'inventore della ricetta. Non puoi dire "Tho! Ecco la ricettina di un dolce, provatelo!" senza dire dove hai preso la ricetta, chi l'ha cucinata prima di te, chi ti ha ispirato, cosa hai cambiato, il codice fiscale di chi l'ha divulgata e il pin del bancomat di su' nonna. Niente è lasciato al caso: devi cità. E io cito. Io cito e tu Tarzan.
Comunque.
Questa ricettina bella bella l'ho presa dalla rivista Fior Fiore in Cucina. È un mensile che mi porta mia suocera, la quale lo prende alla Coop. Visto che a casa sua la sfoglio avidamente manco ci fosse fotografato Raoul Bova ignudo, lei, bella stella, adesso la prende apposta per me.
Non sono solita fare pubblicità e non è un post  sponsorizzato, ma se andate alla Coop  ve lo prendete con un piccolo contributo e ne gioirete per trenta giorni. È una bella rivista con ricette semplici, dettagliate e alla portata di tutti. Infatti se ci riesco io... Non solo: è piena di suggerimenti, curiosità, bellissime foto e consigli su tutto ciò che riguarda la cucina e la casa. E, cosa da non sottovalutare, ha un occhio di riguardo per il menù dei bambini, per i vegetariani, i vegani, il biologico e chi più ne ha più ne metta.
La ricetta di oggi è nel numero 17 di Aprile, quindi mi sa che non la trovate, ma ve la metto io pari pari quindi il problema è risolto.
Il dolce che volevo fare era questo:


Basso, contenuto, piccolo e leggermente dorato.Invitante, vero?
Orbene, mi è uscito questo:



Un treccione da fare invidia a Raperonzolo. Una roba che manca poco mi esce dalla teglia e ho seguito alla lettera le dosi, eh! è inutile che fate quella faccia come per dire "Chissà che cosa hai combinato!" Ho solo sostituito un uovo (nella ricetta originale erano due)  con il latte per la spennellatura ma temo che l'esplosione del treccione non sia imputabile a questa piccola variazione.
Comunque anche se non è venuto esteticamente uguale, è stramagnifico. Si fa in 5 minuti, non ha bisogno di lievitazione extra ed è un misto tra un dolce e un panbrioche.

Cosa ti serve:

Mezzo kg di ricotta
Mezzo kg di farina 00
230 gr di zucchero
1 uovo
1 bustina di lievito per dolci
1 limone non teattato
granella di zucchero
un po' di latte per spennellare la superficie

Cosa devi fare:

Accendi il forno e impostalo su 180°.
Mescola la ricotta con lo zucchero, poi aggiungi un uovo e la buccia del limone grattugiata.
Unisci la farina setacciata con il lievito e amalgama bene il tutto. A questo punto lavora un po' l'impasto con le mani, dividilo in tre parti, fai dei cilindri e posali su una teglia rivestita di carta da forno. Uniscili alle estremità e fai una treccia. Sai fare una treccia, vero? Se hai dubbi, vai su you tube e guarda un tutorial della tua parrucchiera di fiducia. Dopo aver fatto sto treccione, spennellalo con un po' di latte e cospargilo di granella di zucchero. Pronti. Ficca in forno per 30 minuti e dopo gioisci per la tua opera.
Questa ricetta fa parte della rubrica "Ricette per pic nic" e infatti la trovo ottima perché è un misto tra un pane dolce e una brioche. Secondo me sta bene con un velo di marmellata o con dell'uvetta all'interno.





Se la provate fatemi sapere ;-)



martedì 30 settembre 2014

Pechino Express: dico la mia.


                                                                          Foto: Pechino Express


Io guardo Pechino Express. Rimango affascinata dai luoghi dove non andrei nemmeno mi pagassero. Aspè, magari se mi pagassero profumatamente anche sì. Insomma io, checché ne dicano i miei amici (i quali sostengono che io lì me la caverei alla grande perché sono una tipa sveglia, coraggiosa e molto incosciente), io sono sicura che a Pechino Express camperei sì e no tre giorni per poi morire schiacciata da un furgone o di dissenteria.
Io lo so. Io mi conosco. Sono da bosco e da riviera ma col timer. Qualche giorno passi, di più, muoio. Infatti il Santo, saputo questo, son giorni che tenta di organizzarmi un viaggio in quei posti lì. E mi maledico per questo poco spirito di adattamento, per questa chiusura mentale che fa sì che io non possa godere in futuro di meraviglie simili. E quindi niente, mi guardo Pechino Express sul divano, che fa molto paracula, lo so, ma non sognando di essere lì e nemmeno di fare un'esperienza simile (bensì sono sicura che sia un arricchimento grandissimo) ma per vedere determinati personaggi alle prese con questa grande avventura.
Mi diverto con poco, lo ammetto. Mi difendo dichiarando che c'è gente che guarda Uomini&Donne, vostro onore.
Obiezione accolta.
E i personaggi, quest'anno, adoro. Classificati con nomi improbabili e scontati che anche mi'nonna dopo tre bicchieri di vodka sarebbe stata capace di trovarne di meglio, ma vediamoli nel dettaglio:

Le cougar: Eva Grimaldi e Roberta Garzia.

 Eva: Quella che è stata un'icona di bellezza anni '90 alla 'Se ti trovo te sdrumo', oggi si presenta con occhi spiritati e un cespo di capelli che pare un nido di cicogna. Non antipatica, no, ma un filino lontana da quel sex symbol che ci ha propinato per anni. Non so se è merito (colpa?) dei tanti interventi di lifting ma quando parla sembra abbia una nespola incastonata in un molare. E sì, senza un po' di trucco che le camuffa quell'aria spiritata perfetta per poltergeist, non se po' guardà.
Roberta: L'unica, a mio avviso, che prima di interagire con il popolo in questione si fa due domande e si dà due risposte. Conosce usi della Malesia, costumi della Birmania, abitudini degli indonesiani ma ha qualche difficoltà a insegnare a Eva Grimaldi come si chiede gentilmente un pernottamento aggratisse. Infatti quest'ultima si è presa un rutto in faccia a diecimila decibel che pare le abbia fatto uno shatush naturale verde acido.

I coreografi: Alessandra Celentano e Corrado Giordani.


Mentre la prima la conosco per la sua simpatia e gioia dimostrata per quei disgraziati capitati nelle sue grinfie ad Amici, Corrado (mea culpa) io nemmeno sapevo chi fosse. Questo fa di me una persona molto ignorante per quanto riguarda la danza ma se mi vedeste ballare non sareste poi così sorpresi di questa mia mancanza. Abbiamo capito che la Celentano, per farla sta' un po' calmina sarebbe bene piantarla in Asia come un tubero e lasciarla a maturare lì. Facile fare la ganza dietro la scrivania e rompere le palle con sto collo del piede. Fatti otto km a piedi con un'umidità che pare di essere al rettilario di Pistoia, mangia il riso con le mosche sopra, dormi su di un tavolaccio, poi vedi che stressi di meno quei poveri disgraziati su una disciplina in cui ti vanti di essere la meglio. Se così fosse ogni sera daresti uno spettacolino e coi proventi ti ci pagheresti una suite.
Corrado mi pare sopporti e supporti il tutto anche se ho il sospetto che dentro al turbante nasconda una pistola e che non abbia paura a usarla qualora la Celentano smatti di brutto. Comunque li soprannominerei 'Due turbanti e una capanna'.

I fratelli: Clemente e Paolo Maccaro.

Il primo è un rapper, il secondo il fratello del rapper (in realtà è musicista pure lui).
Lo ammetto, sono stati eliminati ma a me piacevano un mucchio. Grande spirito competitivo, semplicità e una simpatia travolgente, hanno fatto sì che i due fratelli conquistassero gli italiani. Be' sì, lo dico io, ma credo sia così. Forse grazie ai tatuaggi con le facce degli animaletti, forse grazie a quell'aria da bambino che non gliel'ho detto mai ma io ci andavo matta. Non lo so. Fatto sta che la Celentano (che si scagli su di lei la stagione delle piogge) me li ha eliminati. Propongo uno sciopero della fame collettivo e una raccolta di firme per far rientrare in gara i due fratelli. Piuttosto, per fare spazio, buttate via le canottierine delle Immigrate e il turbante di Aladdin della Celentano.

I benestanti: Sofia Odescalchi e Uberto Marchesi.

Già il cognome di lei e il nome di lui ti fanno capire che potrebbero essere figli solo di Naomo.
Qui il soprannome (cambiato dopo un iniziale 'I Ricchi') ha danneggiato irreversibilmente sta coppia di damerini. Viaggi in un paese ndo moiono di fame e dici “Salve, ha mica una stanza per noi? No money”
“Chi siete?”
“I ricchi”
Pare che gli epiteti più gentili siano da scegliere tra 'Vaiammorìammazzato', 'Assorata' e 'ammammata'. Ovvio che gente abituata al caviale, alle cifre sugli asciugamani e all'autista, non possa trovarsi bene a mangiare scarafaggi, pulirsi il deretano con carta di giornale e fare l'autostop su strade polverose. Ed altrettanto ovvio che, vista la loro attitudine, siano stati fatti fuori alla prima puntata. Che, vojo di', è già tanto.

I coinquilini: Stefano e Alessandro.


Io spero e prego pure accendendo un lumino che questi due rimangano fino alla fine. Sono fuori come dei lampioni. Talmente assurdi e surreali che mi chiedo dove siano stati fino ad ora. Come dite? Non è un caso che possano piacermi? Evabbè, sarà il feeling che vi devo dire.


Gli sposini: La Pina e il consorte.


Non me ne voglia la Pina, ma non si porta molto bene i suoi quarantaquattro anni. Il consorte sembra moooolto mooolto più giovane, anche se in realtà lui ne ha trentotto. Quindi lui di una certa età che ne dimostra meno e lei di una certa età che ne dimostra di più, il divario ottico tra la coppia sembra di millemila anni. Nonostante la Pina arranchi spesso nelle prove per la sua totale inattitudine allo sport (sua stessa ammissione) ne apprezzo da tempo la tenacia e la schiettezza. A volte uno su mille ce la fa: quella è la Pina. In quanto a lui lo vedo talmente innamorato che qualsiasi cosa io dica mi sembrerebbe di sminuirlo. Che vissero felici e contenti.



Le cattive: Angelina e Antonella Ventura.


Vostro onore, mi scuso per la mia ignoranza sempre più palese ma io conoscevo ste due come conosco l'astrofisica e le particelle atomiche. Lo so, sono ignorante e stasera mi punirò col cilicio ma l'ho conosciute solo grazie (grazie?) a questa trasmissione. Devo dire che Angelina a me piace. Pare Costantino (il conduttore ndr) in versione femminile, lo dicono tutti del resto. Sagace, ironica e cattiva quanto basta. L'altra, quando ho letto Antonella ho avuto paura che fosse la Elia, quando ho letto Ventura ho temuto che fosse Simona, quando ho visto Antonella Ventura, prima ho detto “Chi cazz'è?” poi ho avuto la conferma che potrebbe essere un misto delle due al netto della simpatia (se mai ci fosse). Mi dicono che ha vinto un programma ma non ho il coraggio di indagare quale sia. Mi riservo il diritto di starmene in silenzio. Cosa che consiglierei spesso anche a lei perché quando parla è così simpatica che le infilerei due banane nelle gengive.

Le Immigrate: Romina e Mariana.


Anche qua, signori miei, ma che nome gli avete affibbiato? Non potevate semplicemente chiamarle 'Le modelle'? Visto che lo fanno di professione? Non potevate chiamarle 'Le belle figheire'? Visto che lo sono? Non potevate chiamarle 'Le due oche che rinchiuderei volentieri nel pollaio e butterei via la chiave'? Visto che invece di parlare starnazzano come se non ci fosse un domani? Capitemi: non è invidia. È che proprio non le reggo. Quando saltellano con quei gridolini a bimbeminchia, quando fanno il broncio a cucciolino, quando ti perforano il timpano con quegli acuti isterici, io non chiedo pietà, io chiedo un lanciafiamme. Subito.
Lo so. Obiezione, vostro onore. Obiezione accolta, che l'ultima dichiarazione non venga messa agli atti. Posso dire solo un'ultima cosa? Mariana, molti anni fa, era la protagonista di Anche i ricchi piangono. Bene, a vedere questa Mariana in televisione, piangono anche i poveracci, per dire.

Gli eterosessuali: Luca Betti e Michael Lewis.


Ora, se c'è qualcosa di più inutile in questo programma oltre alla presenza del beauty case della Grimaldi, è questo nome affibbiato a due gnocchi che mangeresti non solo il giovedì ma anche tutti gli altri giorni della settimana. Io dico: c'è bisogno di specificarlo? Basta guardarli per far partire l'ormone. Ci son state donne che prima della messa in onda incatenavano le ovaie imbizzarrite. Perché lì, signori miei, stavano a petto nudo un giorno sì e uno pure.
Il caro Betti con quella barbetta che ogni volta che si rade, una donna in età fertile muore, non ha bisogno santoddio di avere l'etichetta sul petto 'Eterosessuale'. Solo un uomo può pensare di affibbiare un nomignolo così riduttivo a un esemplare di maschio che è il Betti. Ma lo avete sorpreso a darsi le cremine? A farsi le sopracciglia ad ali di gabbiano? Avete sicuramente visto l'uccello sbagliato, signori miei.
E Michael? Che se di viso può esserci qualcosa da obiettare, basta che si tolga la maglietta per rimangiarsi tutto e chiedere anche una punizione. Lui non ha una semplice tartaruga, lui ha Donatello, Raffaello, Michelangelo e Leonardo tutte insieme, che più ninja non si può. Lui non ha gli addominali, ha una tavoletta di kinder cereali di un metro per due. Ha una pancia talmente piatta e scolpita che sopra ci puoi apparecchiare e c'hai pure i sottobicchieri già incastonati.
Ma cosa chiami Eterosessuali. Chiamali I belli, Gli gnocchi, Gli sciancapassere, ma non Eterosessuali, che per noi donne è un nome superfluo come un pelo spuntato su uno stinco a febbraio. Comunque sono stati eliminati e i miei estrogeni mi dicono che la trasmissione non ha più un senso in questa vita.

Vostro onore, prima della sentenza vorrei dire  che quello che ho dichiarato è frutto solo del mio gusto personale e pertanto non punibile per legge. Perché se quella è uguale per tutti, i gusti (fortunatamente) anche no.





domenica 5 febbraio 2012

SALVIAMO L'UCCELLO!

Ehm. Forse era meglio se sceglievo un altro titolo. Anche perché c'è il rischio che mi chiami la mia amica Lilly e mi faccia il cazziatone per essere rimasta delusa da questo post.Lei sarebbe capace di farci uno slogan con questo titolo,e non è una sostenitrice Lipu, tanto pe' capisse.
Comunque. Dopo tutta la neve che impazza sull'Italia, FB è pieno zeppo di foto di città innevate, di link con pupazzi di neve e di allarme cibo uccelli. Eh sì, perché il povero passerotto con tutta sta popò di neve rischia di non trovare più le nostre bricioline. Bricioline che vengono scosse dalla tovaglia insieme al telecomando, nel mio caso. A voi è mai successo?Vedeste che lanci che vi fò.
Dicevamo. Ho visto un sacco di link dove invitavano ad attrezzarsi per far sì che gli uccellini trovassero il cibo. E allora daje che ti ridaje mi sono messa a smanettare ancora e ho trovato un post curioso e un sito interessante dove suggeriscono ben 50 mangiatoie FaiDaTe per i volatili.
E volete che io non ci provi?
Anche perché casa mia è piena d'uccelli. Nel senso: è un po' campagna quindi spesso siamo circondati da passerotti, pettirossi, rondini sul filo dei panni, merli, merle, gazze ladre, piccioni e chi più ne ha più ne metta. E se lo dico ho le prove.
Ecco qua.


Il primo che fa la battuta sul fatto che c'ho un uccello in mano, lo prendo a capocciate, chiaro?
Insomma, ho trovato questo sito e mi sono messa a cercare quelli che potevo fare subito, con pochissimi accessori che avevo in casa.
Quello che mi è servito:





-l'anima di cartone di un rotolo di carta igienica (se non lo avete a disposizione mettete delle prugne secche nella torta destinata alla nonna, poi vedi come finisce la carta)
-una pigna (suvvia, vi sarà rimasta una pigna da Natale, no?)
-dei pirottini da cucina
-spago da cucina (o qualsiasi altro cordino)
-bacche di magnolia (vabbè, ce l'avevo da quella volta delle foto d'autunno, ricordate?)
-becchime per uccelli
-burro o margarina.

ecco il procedimento difficile da morì. Ma proprio difficile.
Prendete la pigna,legateci uno spaghino, spalmatela di margarina e fategli fare triplo carpiato in una ciotola di becchime. Ed è pronta. Eccheccevò?



Poi prendete il rotolo.Spalmate pure questo con la margarina (lo so, fa un certo effetto)e rotolatelo nel becchime come in una gara nel fango. E ualà!Pure questo è pronto.Troppo facile.


Ed ora tocca alla bacca di magnolia. Paro paro alla pigna.


Ora veniamo a quelli che mi hanno dato maggior soddisfazione:i pirottini.
Struggete il burro (la margarina in questo caso è troppo molle) e riempite i pirottini immergendoci lo spago da cucina. Riempite a questo punto il pirottino col becchime e mettetelo nel freezer a freddare (ma anche fuori viste le temperature.




Quando si saranno freddati togliete l'incarto e avrete i vostri dolcetti per uccelli da appendere agli alberi. Io so che mi pentirò di questa cosa, perché poi i miei alberi di ciliegio e albicocco si riempiranno di frutti e mannaggia, mi tocca stare in allerta come un cecchino per evitare che mi becchino la frutta. Ma ditemi se non è bello in inverno fare sta cosa per gli uccellini. Senza considerare che adesso il nostro platano sembra un albero di Natale con tutte queste cosine strane attaccate.











Però.Però ho fatto i conti senza l'oste. C'è qualcuno che si è affacciato alla finestra e guardando in giardino si è sfregata le zampe.
Stai a vedè che casino. Altro che Titti e Silvestro.

domenica 7 novembre 2010

THE CHRISTMAS SHOPPING




E’ possibile partire per comprare un paio di scarpe da uomo e tornare con gli addobbi natalizi?

Certo. Se ti muovi con la Top-family il 6 Novembre può capitarti questo e altro.

Ieri, con una temperatura che sembrava il 25 Aprile, ci siamo sparati un pomeriggio di sano shopping. Completamente sminchiato e senza senso.All'inizio.Poi un senso l'ha avuto. Eccome.

Abbiamo spaziato da negozi di rubinetterie (“Amore dobbiamo assolutamente comprare il miscelatore nuovo della cucina”) a quelli di cucine (“Certo, ma già che ci siamo perché non cambiamo il forno?”), ma ovviamente ci siamo diretti alla cassa con delle renne di pannolenci e un set di cacciaviti da 24 pz. Quando si dice essere coerenti.

Poi (“Ma le vogliamo comprare ‘ste scarpe, o no?”) ci siamo diretti in questo mega store di vestiti e calzature e…

“Noooo Ali!Guarda bellino questo completino!”

“Davvero mamma!Me lo provo?”

“Eccerto!Andiamo in camerino!”

“Bimbe? Io c’ho da comprare le scarpe”

“Amò, e un attimo!Guarda che occasione. Vai intanto a provarne qualche paio, su!”

Io ci provo, lo esorto, lo spingo come farebbe una brava mamma col pupo di cinque anni che non riesce a salire da solo sull’altalena. So che può farlo. So che ci riesce.

Ma nonjelafa. Non da solo.

“Magari vi aspetto”

Manco i piedi fossero i miei.

Io e Alice, come due esaltate, abbiamo fatto un piccolo cabaret nel camerino, provando magliette pantaloni e golfini. Tutta roba per lei, si intende. Siamo uscite cariche come muli al grido di “Compriamo tutto!Ololaiuuuu!!”

Sì, perché ad Alice ho preso un completo golfino-pantaloncini che ci ricorda vagamente l’abbigliamento tirolese. Ci mancava Fiocco di neve e poi sembrava Haidy. Paro paro.

Poi abbiamo accompagnato Sant’Andrea al reparto calzature dove lui si è provato diverse scarpe.

“Che te ne pare?”

“Belle!Ci stai bene?”

“No”

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“Queste?”

“Mmh…insomma”

“Peccato, ci stavo bene”

In questi momenti ho un potere decisionale che manco Napolitano.

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“Ecco, queste qua ti piacciono?”

“Sì, molto. Provale un po’…”

E lui parte con una scarpa da ginnastica in un piede e una scarpa elegante nell’altra. Zoppica che pare la volpe di Pinocchio. “Sì, queste. Belle, comode, un buon prezzo”

In coro, insieme alle commesse, abbiamo intonato l’Alleluia.

E poi, l’apocalisse. Davanti a questo negozio ce n’è uno di articoli per la casa. Avete presente quegli edifici dove appena entri vieni sommerso dal profumo dell’ennesimo Dash al gelsomino formato 3X2? Dove hanno una caterva di barattolini, scatoline, scovolini per il cesso, ceste di vimini per la biancheria e poco più in là IL REPARTO NATALE?

Ecco. Immaginatevi noi tre che avanziamo come i Re Magi spinti dalla stella Cometa. Con gli occhi a forma di abete (ho detto abete e non ebete)e la bava alla bocca che nemmeno un mastino napoletano, ci siamo letteralmente tuffati tra gli scaffali.

Okay, lo ammettiamo. Siamo una piccola famiglia che sente il Natale alla grande. I piccioni che stanno sulla nostra grondaia ci ringraziano ogni anno perché già a fine Novembre a loro gli par d’essere a Las Vegas da quante luci mettiamo. E due piccioni a Las Vegas non si sono mai visti.

La frase più ricorrente che in questi giorni ci viene rivolta è “Avete già fatto l’albero? UHHAAHUHHAUHH!!” e stanno a morì dalle risate. Bene. Temiamo che ci stiano prendendo per il culo, ma noi ‘Gli zimbelli del quartiere’, non demordiamo e anche ieri ci siamo cascati.

In pieno delirio abbiamo cominciato:

“Nooooooooo!!!Dobbiamo averliiiiiiiiiii!!!!!!”

“Corri babbo, prendi un cestino!Guarda questo che faccinaaa!!!!!!”

“Questa alce deve essere mia!Ha una faccia che mi ricorda qualcuno…” Per un attimo ho avuto la netta sensazione di guardarmi allo specchio. Ha un muso troppo rinco!

“Simo, guarda qua”

“Ma è un semplice vaso natalizio..”

“Ma io ho avuto un’idea Lo riempio di sale grosso…”

Sale grosso? E che ci mette, le cosce di pollo?

“…a mo’ di neve, poi ci mettiamo una candela tozza…”

Candela tozza? Ma è mio marito quello che sta parlando come Giovanni Muciaccia?

“… poi lo mettiamo in tavola. Che dici?”

“Mi sembra stupendo! Non c’ho capito una beata, ma mi fido di te.Signorina?Mi scusi. Ha solo queste varietà?”

“Signora sono venti soggetti diversi…”

“Bhè, me ne servivano almeno trenta. Mi accontenterò. Guarda Babbo Natale che mi scavalca il camino come Nino Castelnuovo!Lo prendo!”

“Mamma guarda i pinguiniiii!!Questo qua ha la cravatta come babbo!Lo prendiamo?”

“Certo,ha la cravatta come babbo!” Oddio, Andrea non possiede una cravatta così,ma ogni scusa è buona per comprare.

Dio, come ci piace questa festa!Che, s’era capito?

Ricapitolando: dovevamo prendere solo le scarpe e siamo tornati a casa con sta roba qua.

Giuro che noi non c’entriamo. Siamo solo stati posseduti da Becky Bloomwood vestita da Santa Claus.









E ora che avete visto il pappiè, ditemi come facevamo a resistere. Come, dico io.

p.s. la mia preferita rimane l'alce. L’espressione mi fa troppo morì.

lunedì 1 novembre 2010

THE WINNER IS? Z come...


“Simo, aiutami, sto poco bene”

“Oh, mi dispiace, che ti senti?”

“Non so, ho un peso proprio qui sullo stomaco”

“Vuoi un massaggino?”

“Grazie, sarebbe l’ideale”

“Vieni qua…così va meglio? Ma che ti sei magnata ieri sera?”

“In effetti ho un po’ esagerato. Era la mia festa”

“Ma fija mia, datte na regolata la prossima volta. Ti trovo anche un po’ ingrassata”

“Dici?”

“Come no.Ti sei arrotondata qui sui fianchi. E poi mi sa che hai la febbre. Senti come sei calda”

“Burp! Continuo a non digerire. Ho dei bruciori di stomaco allucinanti. Manco avessi un lumino in pancia”

“Pure!Dimmi un po’, che ti sei messa nello stomaco?”

“Un po’ di roba. Roba buona però"

“Quanta?”

“Tanta, ma non è mai troppa.Burp!”

“Ma che stai a vomità?”

“No…insomma…ho qualcosa qui, di traverso. E’ come se lo dovessi sputare”

“Ma che schifo!”

“Ma se lo butto fuori almeno sto meglio!Lo dice anche Shrek, ‘Meglio fuori che dentro!’ Simo, aiutami”

“Macchevvoi?”

"Tienimi la testa.Burp!"

"Anche no!"

"Guarda che se sto così è anche colpa tua!"

"Ma figurati!"

"Chi è che ha esortato gli altri a fare festa?Eh?Sei stata te!E ora mi aiuti. E poi dici sempre che ti piaccio da morì, e ora io stoammorì"

"Non dare la colpa a me, sai? Che colpa ne ho io se c'ho degli amici straordinari?Anzi, guarda, a dirla tutta è colpa loro. Sì, è loro!Fatti reggere la testa da chi ha festeggiato con te. Che c'entro io!Ma guarda te..."

"Simo, non mi lasciare sola in questo brutto momento"

"Ma non puoi chiamare tuo fratello?"

"Chi, quello? E' tutto curvo, non ce la farebbe mai a sorreggermi, tondetta come sono"

"Vabbè, dai, mi fai troppa pena. Ti aiuto io.Che devo fà?"

“Fammi un massaggino”

“Così va bene?"

"Sì, sto meglio se mi fai due carezzine. Sento che sono pronta a digerire"

"(Bleh!)Dai, prova allora! Liberati. Farai felice me e anche qualcun altro. Così la finiamo con questa pantomima”

“Davvero?”

“Ma certo!Tenersi tutto dentro fa malissimo!E sputa sto rospo!”

“Oddio…Burp!”

“Aspè che t’aiuto…ti agito un po’…ecco così…massaggino…non mi spettinà, sai? E sputa!Sputa che l’hai proprio lì!E sputa sto rospoooo!!!”

“BURP!”

"Brava!Ce l'hai fatta!Mi fa parecchio schifo, ma ce l'hai fattaaaa!!"

"Ora sto meglio.E' un bel rospo?"

“Oh. Non è un rospo. E’ un quadrupede. E ci credo che l’avevi di traverso. Ma ti rendi conto quanto è grande in confronto a un rospo?Porella. Fammi vedere…Caspiterina. Qua ci vuole Piero Angela per spiegà sta cosa. Non si è mai visto un animale del genere. Per quello è speciale. Riposati ora, cara mia, che io vado a dare la notizia”

Il video lascia molto a desiderare ma se mi chiamavo Tornatore, adesso non ero qua.




-La mia zucchetta ha rischiato di morire soffocata, vi rendete conto?

-La mia zucchetta mi ha pure sputato in mano.Dio che schifo (ma cosa non faccio per voi, voglio dì...)

-La mia zucchetta fa sapere che, insieme alla padrona di casa, è felice di questo sputacchio.

Complimentissimi Tesorinaaaaaaaaa!!!!!

Sono felice (ma lo sarei stata per tutti), ma lei c’è sempre e già il nome è troppo simpatico.Poi il suo blog è creativamente culinario, e come può non piacerci il suo biscottino autografato? Spero che con questo premio la nostra amicizia diventi più profonda, come profonda deve essere la buchetta dove pianterai i semini dell’Amicizia. E ora preparati perché ti arriverà una tegolata tra capo e collo. Evvai!Un baciottolone tutto per te!

Grazie a TE e a tutti VOI di aver partecipato. Come sempre siete stati stupendissimiiiiii!!!

p.s. Con la Zucchetta, ci voleva Zucchero.

E dopo sto post (che manco un bimbo di sei anni) è proprio un Peccato morir.

Tanto pè rimanè in tema '1° Novembre', mica per altro.

p.s. ciù: vi adoro.

domenica 31 ottobre 2010

DOLCETTO O SCHERZETTO?


"Nonna, nonna, guarda che bei ragnet..." SBAAAMM!! "Nonna?Nonna?"
Se tua suocera soffre di aracnofobia sarebbe bene saperlo.

"Mamma, ti piacciono i festoni?"
"Sì, Simo. Sembra la faccia di tuo padre quando è costipato"
Se tuo padre soffre di stitichezza sarebbe bene saperlo. Prima. Così non fai ste domande.

"Andrea, guarda bellini questi fantasmini!"
"Fantasmini? Pensavo fossero Barbapapà anemici"
Se tuo marito ha questo spirito, approfitta. Dagli fuoco.


"Vicinadicasa, guarda che bellina sta casetta di Halloween!"
"Bella!Mi ricorda quella della famiglia Adames"
Adames, Athos e Porthos. Stai a vedè che è la casa dei tre moschettieri.

"Amore, facci una foto.Sto bene con questo cerchietto?"
"E io babbo, sto bene con questo cappello?"
"Una domanda di riserva?"
BUMMM!! Si è schiantato l'obiettivo della digitale. Quando due son fighe, nci sta gnente da fà. Mi si emoziona anche la macchina fotografica.


"Facciamo una foto a effetto!Mettiamo tre elementi. Tre come noi!"
"Io mamma sono il gattino!"
"Certo!E io sono la zucchettina!"
"Simo, scusa se mi permetto. Te sei quella grande"
"Amooooreeee!Grazie!Perché è la più bella, vero?"
"No. E' una zuccona. Vuota"
Amo la mia famiglia.



BUON HALLOWEEN

domenica 2 maggio 2010

NOVE SETTIMANE E MEZZO


Ora ditemi voi. Siamo a Maggio e sembra di essere a Novembre! Che una poi aspetta la bella stagione per tirar fuori l’argenteria da letto. Le culotte, il babydoll, insomma quella roba lì. Diciamo alla 'Nove settimane e mezzo'. A me ci vorrebbero nove settimane e mezzo per ripigliarmi dallo shock di stare in baby doll in pieno inverno. Infatti ammiro (e se qualcuna di voi lo fa, sono orgogliosa di essere vostra amica) le donne che anche a Gennaio e -5 fuori dalla finestra, vanno a letto con 10 cm quadrati di stoffa. Diciamo come ci vien fatto vedere pure dalla pubblicità. Il sogno di ogni uomo. Io quando fuori imperversa il maltempo (da ottobre a marzo) mi corico col mio pigiama in pile con gli agnelli pelosi in rilievo. Sono di una gnoccaggine unica. Emano passione come la signora Fletcher in bikini. Però mi sembra di essere quantomeno normale. Io non posso credere che stai bene (tu donna!) a infilarti nelle lenzuola ghiacce (brr!!) in perizoma e reggiseno di pizzo. Magari ce l’hai indosso, ma sopra di esso vorrai mettere una bella coltre di lana spessa come un cuscino del divano? E poi (e qui vi ri-ammiro) vorrei essere una di quelle donne che quando si svegliano indossano la vestaglia. Sennò che l'hanno inventate a fare? E poi è bella, è elegante, è...per me inutile. Io, che sono bestia nel profondo, mi trovo male con la vestaglia. A parte che non farebbe pandan con i miei pigiami di lanina pelosetta, e poi...cioè...mi dà fastidio, mi sembrerebbe di avere addosso un vestito sopra il pigiama...è scomoda...E dico tutto questo perché pure l'ho provata, quando sono stata in ospedale. Che lì,se non c'hai la vestaglia, potrebbero non darti nemmeno il letto!Ovvio che la vestaglia si sposa benissimo con la camicia da notte. Ecco. Vi faccio una domanda: ma solo io la camicia da notte dopo dieci minuti me la ritrovo all'altezza delle ascelle? Non ci sta. A me non ci sta. Non so per quale astruso motivo, ma è così. Ho provato pure quella (perché ho tentato di essere una donna normale), ma non solo soffro il freddo alle gambe, ma questa sale da sola a ogni minimo movimento. Forse il marito la comanda a distanza, chissà...

E poi non va bene perché non la posso infilare nei calzini come faccio con il pigiama. Sì, lo confesso, dormo con i calzini di lana e dentro ci infilo il fondo del pigiama, perché se metti caso la notte mi si scopre il pezzo che va dal malleolo alla metà del polpaccio, mi sveglio incazzata e infreddolita e ficco gli stinchi ghiacciati tra le cosce di Andrea. A quel punto si sveglia incazzato lui con la sensazione di avere una confezione di nasello surgelato findus tra le gambe. Vedete? Io lo faccio per salvaguardare l'armonia della famiglia, mica per altro. Anche se, detto tra noi, adoro farmi scaldare i piedi in questo modo. A mio favore vi dirò che:

non vado a letto con i bigodini

non vado a letto con i cetrioli sugli occhi

all'occorrenza riesco a spogliarmi velocemente facendo un giro nella cabina armadio come Superman nella cabina telefonica, e mi stampo pure una S sul babydoll che sta a significare Supergnocca.

E secondo me tutto questo non è nemmeno un fatto di età.No no. Io non ero così nemmeno a vent'anni. Nemmeno quando ho sposato. E' logico che sotto il vestito avevo tutto un pappiè di roba che vi lascio immaginare. Avete immaginato? No, DIPPIU'. Che poi ci agghindiamo per la prima notte di nozze, come mai abbiamo fatto in vita nostra, perché c'è indubbiamente una grande aspettativa. E tutto questo ci viene tramandato dalla tradizione, ma i tempi son cambiati. Per me non va più di moda. Andava bene prima, che arrivavi al matrimonio vergine, ma mica adesso. Cioè, la macchina l’hai già provata, no?E poi sei di ritorno dal tuo matrimonio che è già tanto se sei ancora vivo.E sarai anche un po’ stanchina per aver ballato la macarena col tacco 12 e otto strati di tulle, no? C’hai pure un litro di prosecco in corpo, l'hai dimenticato? E non ti azzardare a chiudere gli occhi dalla stanchezza perché l’ultima immagine che vedi non è per niente arrapante: sicuramente è tua madre che ti stritola nel suo abbraccio e ti ripete “La mia bambina!!” E te che pensavi di immaginare il tuo neo marito che balla tutto unto come un filetto di sgombro su un cubo glitterato.

E poi ti fanno male i piedi, il reggicalze ti ferma la circolazione della coscia e pare tu abbia due cotechini al posto dei quadricipiti, le ascelle pezzate, l’acconciatura che pare stia su come una palafitta appena travolta dallo tzunami, il riso nelle mutande, la rucolina dell’antipasto tra i denti…insomma quella roba lì.

Ricordo che Andrea ha imprecato ancor prima di varcare la soglia di casa. Ma non perché lo aspettava una vita d’inferno, ma perché IO insistevo per attraversare la soglia in braccio a lui.

“Dài amore, come nei film americani!”

“Ma non siamo in America!”

“Ma che c’entra! Dài, son leggera, no?Son pure dimagrita con l’ansia!”

“Amore, hai 28 chili di vestito. Otto tulle ti c’ha messo tua madre. Otto. Stanotte per trovarti devo fare un corso accelerato di archeologia. Non ci passiamo dalla porta, dai retta”

“O prova! Quà! Arreggimi. Oplà!”

“Cazz….”

“Vedi che ci passiam….” STRAAAAAPPPPPPPPPPPPP!!!!!!!!!!!!!!!

.........

trallallà...

.......

Vabbè un po’ si è strappato, ma poco poco, un po’ in fondo, manco si vedeva. Giuro.

Ma son passata dalla porta in braccio al mio sposo.

La camera era un tripudio di rose. Tutte sul letto. Merito delle mie amiche Barbara e Ornella.

“Ma non sono meravigliose? Che dolci!”

“Sì, effettivamente…”

“Dài, facciamolo sulle rose…è così romantico..”

“Simo, mi sembrerebbe di farlo con Luca Sardella, per cortesia, leviamo almeno le rose”

“Ma no!Pensa ai petali, al loro profumo!”

“Ma io penso alle spine se permetti!”

Lo spumante mi fece dire una frase tipo “Non c’è rosa senza spine, sennò per te è la fine..” Una cosa del genere.

“Simo, sei ‘mbriaca?”

“Mannò!Il nostro amore va oltre le spine! Ma cosa vuoi che me ne freghi delle spine nel fianco!”

"Hai ragione. Io ne ho appena sposata una"

Non è stato tutto romantico?

Piesse: quel giorno, solo quel giorno, avevo tutto l'armamentario, e ottimista pensai "Comodo!".

Non pensai invece che 34 gradi non ci sono tutto l'anno.

Pippiesse: Kim Basinger ha fatto lo spogliarello alla veneziana solo perché l'hanno pagata. E comunque davanti a sè aveva Mickey Rourke ai tempi d'oro, mica cotica.Tzè!


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