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Interrompo solo un attimo il mio diario
di bordo del viaggio in America per parlarvi del film IO PRIMA DI TE,
perché ritengo che la vista di Sam Claflin a petto nudo a circa metà
del film sia qualcosa da far sapere al popolo femminile. E io che vi
voglio bene devo esortarvi ad andare al cinema anche solo per quello.
Dicevamo: Io prima di te. Vi avverto,
può essere che spoileri qualcosa, quindi se avete letto il libro
niente di nuovo, ma se siete digiune da libro e film, ecco...insomma
io vi ho avvertito.
Iniziamo col dire che dopo aver
consigliato il libro a chiunque mi capitasse a tiro dovevo per forza
vedere il film e non mi ha deluso. Ero talmente entusiasta che ho
reclutato gente fino alla fine e se all'inizio eravamo in due a
ballare l'Alligalli, alla fine eravamo in otto a ballare l'Alligalli
(manco avessi un pulmino.)
In effetti il mio entusiasmo mi ha
fatto cannare i posti in auto e a un certo punto per il ritorno mi
avanzava una ragazzina e sono stata lì lì per caricarla sul cofano
o piegarla a valigia come un origami e ficcarla in bauliera.
Comunque.
Arriviamo al cinema in netto anticipo
armate di 47 pacchi di fazzolettini, un rotolone regina e tre di carta
igienica, due scatole di salviette, un pacco doppio di tovagliolini
di carta e un avvertimento da parte mia: “La prima che si azzarda a
fare una battuta sul mio stato psicofisico a fine film, prima la
prendo a sprangate poi la getto dall'auto in corsa, intesi?”
Ma a vedere come ci siamo destreggiate
coi numeri delle poltroncine è già tanto se riuscivamo a trovare
l'uscita. Eravamo in 8, il cinema era ancora vuoto, i numeri andavano
dal 6 al 13 della fila I e non siamo state in grado di sedersi non
prima di venti minuti tra conteggi, calcolatrice, calcolo delle
probabilità e il gioco Indovina che numero ho.
“Io ho il 7”
“Io ho il 10 ma
voglio stare accanto a te. Aspè che cambio posto. Chi vuole il 7?”
“A quanto lo
vendi? Ti posso dare il 12 ma io voglio l'8”
“L'8 ce l'ho io,
ma manca il 6.”
“Il 6 ce l'ho io
ma non torna perché sono in fondo alla fila. Scorrete di un posto a
destra.”
“No, aspè, tutte
a sinistra, sulla poltroncina c'è scritto cinque. Chi ha il 5?”
“Non c'è il 5.
Partiamo dal 6, mi pare? Chi ha il 6?”
“Io ma sono al
posto sbagliato perché tizia ha fatto cambio con Caia, e Sempronia
invece di essere in cima è in fondo ma siamo 8 non ci possiamo
sbagliare. Allora: la fila del cinema è composta da 20 poltroncine
partendo da A fino alla R, noi abbiamo dal 6 al 13...quindi 6x6...36,
diviso 8 col resto di due...sotto il ponte di Baracca c'è Pierin che
fa la cacca....ambarabà ciccì e coccò 8 deficienti sul
comò...riporto il nove, scorporo l'Iva, meno il 20% ...ci siamo!
Mettetevi un po' ndo cazzo ve pare che se penso che vi ho convinte io
mi prendo a martellate le rotule.”
Alla fine abbiamo
scoperto che il 6 non era il 6 ma il 9. Non solo siamo deficienti ma
insistiamo anche a dire “La signorina del cinema ci ha assegnato lo
stesso posto! Ci sono due 9!” Sì, peccato che uno era della fila
dietro.
Potete ben capire
che se la serata è iniziata così non poteva che finire in lacrime.
La trama la sapete:
è un (libro) film drammatico, ma a tratti molto ironico. L'attrice
che interpreta Louisa è magnifica, favolosa, regge il film da sola.
Personaggio sopra le righe e scaturisce simpatia già dalla prima
scena.
Sam Claflin nei
panni di Will Traynor è gnocco. Punto.
Il film si apre con
una scena di Will a letto e già partono i primi sospiri, poi lui si
affaccia dal bagno a petto nudo e dice “Alla cena ci penso io”.
Ovvio che la frase mi è stata riportata perché ero in prenda alla
sindrome di Stendhal. Poi lui esce di casa con un completo scuro e tu
dici “Eh be', però siete scorretti.” Fa due passi sotto la
pioggia battente e i capelli gli si inzuppano di pioggia mentre i
suoi lineamenti si fanno più marcati e mentre le ovaie delle
presenti si imbizzarriscono ecco che me lo investono. Ma porca
paletta. Mai una gioia veramente.
Il film si riapre
con le vicissitudini di Louisa che si veste come me quando ho la
congiuntivite e non vedo un cazzo nell'armadio, e della sua
difficoltà nel trovare un lavoro. Qualcuno può pensare “Se
continui a vestirti di merda, manco in un'altra vita lo trovi,” ma
alla fine quello dell'ufficio di collocamento (che temo sia
Cristicchi) le trova questo impiego: badare a Will Traynor.
All'inizio lei pensa che 'brutto lavoro' poi invece ci ripensa e dice
“Be', apperò, poteva andarmi peggio. Tipo che poteva assomigliare
a Marzullo.”
Louisa parte con
una serie di gaffe e figure di merda che ce la fa sentire subito
amica, una di noi. Tranne per le cipolle in testa alla Principessa
Leila, che io mi son rifiutata di farmi fare persino per il carnevale di Viareggio nell'82.
Will, invece, lo
troviamo magro, con la barba e capelli lunghi. L'amicizia e la
vicinanza di Louisa però fa sì che dopo pochi fotogrammi e una
ripulita passi da Spaventapasseri a Schiantapassere.
Ritroviamo un Will
bellissimo, con un sorriso disarmante e con un'alzata di sopracciglio
che sposta i monti, ti fa pure uscire dalla menopausa e se sei troppo vicina allo schermo rimani pure incinta.
Sam Claflin riesce a
essere maschio, virile, attraente e macho solo parlando e
quell'altro inetto di Christian Grey che, pur dimenandosi come un'anguilla e facendo giochi erotici, l'unica cosa che mi smuove è
l'intestino. Manco quando cita Cenerentola “Io scopo forte” mi
fa effetto. Ma comprati il Folletto, deficiente.
Comunque. Se già
il nostro Sam ci smuove l'ormone così, a un certo punto del film ci
fa vedere com'era prima dell'incidente. Tipo quando faceva i tuffi
dalla scogliera quasi ignudo, come sciatore (che se avessi avuto un
maestro di sci così, a quest'ora ero una campionessa mondiale), sci
d'acqua e altre attività da uomo duro e coraggioso se mai ci fosse
stato bisogno di rimarcare che è un gran pezzo di manzo. E lì
qualcuna ha rischiato di accoppiarsi pure con la sediolina o l'omino
dei pop corn. Son partiti dei sospiri che hanno spettinato quelli
davanti e qualcuna si è portata pure una mano al cuore in prenda
all'angina pectoris.
E niente, lo
sappiamo come va a finire. La nostra stupenda Louisa gnaàfa' a
convincerlo.
Io ho iniziato a
commuovermi quasi all'inizio, al ballo con Louisa sulle sue
ginocchia vedevo appannato, alla corsa in carrozzina avevo i
singulti, alla straziante dichiarazione d'amore in riva al mare ho
chiesto una vodka e alla fine mi ci è voluta una barella. Ero
devastata.
Ho elargito
fazzolettini come elargisco offese ai vigili urbani quando trovo
traffico in città e sembrava che qualcuno ci avesse preso a schiaffi
per ore: gonfie, paonazze, con il naso rosso come un semaforo e occhi
pieni di lacrime.
“Smetti di
piangere cretina, che sennò non smetto. Buhauhahhah!!”
“Sì, hai ragione
smettiamo. Ecco, mi è passato...Buuahuahhaa!!”
“Io non sto
piangendo per il film, è l'allergia. Buhuahhahah!! Ma perché è
morto? Perchéééé?”
“Andiamo a
ubriacarci, vi prego. Sono devastata. Buhuahahha!!”
“Basta! Cerchiamo
di ricomporci. Ecco, così, asciugatevi gli occhi. No, ma la scena
finale? Buhuhahhahah!!!”
Cioè, senza
speranza.
E niente, quindi
alla fine questo post è solo un tributo alla gnoccaggine di Claflin,
alla bravura della Clarke e alle lacrime che abbiamo versato.
Se avete apprezzato
il libro, il film non ve lo potete perdere. Molto fedele, non è
stato stravolto, e ha una bella dose di ironia; cosa che ho
apprezzato tantissimo (tanto da rimarcarla anche io con questo post)
visto il tema centrale della storia.
Che Sam Claflin è
uno gnocco da paura l'ho già detto?
non l'ho mai visto..devo provvedere!!
RispondiEliminahttp://www.gruppocmservizi.it
Ommamma quanto ho pianto!
RispondiEliminaE la frase: "Ritroviamo un Will bellissimo, con un sorriso disarmante e con un'alzata di sopracciglio che sposta i monti, ti fa pure uscire dalla menopausa e se sei troppo vicina allo schermo rimani pure incinta" riassume perfettamente ciò che ho pensato dall'inizio alla fine del film.
L'ho visto anche io domenica, tanto da dedicargli un piccolo post perché merita.
RispondiEliminaMi è venuta voglia di leggere il libro solo che poi sarebbero altre lacrime e non so se sono pronta.
Ho letto il libro ed ho pianto , idem per il film ... per fortuna che
RispondiEliminail tuo articolo mi ha fatto ridere un sacco ... ma mi e' rimasto un dilemma, Lou si e'innamorata di Will , ma lui ? forse non abbastanza da
almeno provarci ? o forse troppo per vederla soffrire ?
la seconda che hai detto. A volte il 'lasciar andare' è la più alta forma d'amore.
Eliminavisto ieri sera in una sala semi deserta..eravamo 10 in tutto..10 donne..
RispondiEliminaall'inizio qualcuna ha bofonchiato "bah..hanno detto che si piange, figuriamoci se io piango!"
ecco, alla fine eravamo tutte e 10 con le guance rigate di lacrime, armate di fazzoletti e devastate...
però si: è di molto gnocco!
e lei, Lou, è fantastica! mi sono innamorata delle sue scarpe :D
premettendo che lui non mi piace e penso nemmeno il film...però tu mi hai fatto ridere..ahahahha
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