(Foto: PaginaInizio.com)
Harry Potter è uno sfigato quasi al pari di Remì, e fin qui ci siamo. La storia inizia con lui che viene abbandonato davanti alla porta di un'abitazione come un sacchetto dell'umido; infatti lui è orfano e in quella casa ci stanno degli zii simpatici come una pancreatite che lo faranno vivere nel sottoscala come un ratto qualunque. Ditemi voi se non è una vita di merda.
Ciononostante si rende ben presto conto che sa fare cose incredibili come dialogare coi serpenti che si sa, è come un diploma o un attestato CEPU, può tornare sempre utile nella vita.
Verso gli undici anni, Harry riceve delle lettere recapitate da un gufo perché, sfigato com'è, non ha manco WhatsApp. Per farvela breve: in quella lettera gli viene comunicato che i suoi genitori sono morti ammazzati per mano di Voldemort e che 'Però dai, sei stato ammesso alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, quindi sticazzi'. A quel punto scopre che la cicatrice a forma di saetta che ha in fronte non è altro che il segno del 'sopravvissuto alla strage' e non la cicatrice di quando, a tre anni, si è piantato col triciclo sulla cancellata.
Ad accompagnarlo per i suoi primi passi verso il mondo della magia c'è Cannavacciuolo che, tra un piatto di pappardelle e un risotto ai funghi, lo guida all'acquisto dell'occorrente a Diagon Alley. Harry, con tutto l'armamentario dell'apprendista mago, a quel punto si reca alla stazione e pare noi davanti al cartellone delle partenze: non ci capisce una mazza. Non gli rimane altro che battere la testa nel muro dalla disperazione ma qui, come per magia, invece di finire al pronto soccorso, finisce in un'altra stazione dove inizierà la sua avventura fatta di insidie. Come a un qualsiasi pronto soccorso italiano, infatti.
Qui fa la conoscenza di altri due maghetti: Ron e Hermione. Lui imbranato, pel di carota, che vive con un topo in tasca e con l'aria sveglia di chi si desta dopo un rave. Lei una cagacazzi saccente sotuttoio che verrebbe voglia di lanciarla dal finestrino al grido di 'E allora vola, maledetta!'. Non contento di queste splendide e utili amicizie, Harry conosce anche Draco Malfoy, un biondino platinato dal mento sfuggente simpatico come un chiuhauha incarognito.
Arrivato alla scuola Harry pensa: 'Finalmente mi posso rilassare? Visto che ho fatto un viaggio di merda col rimbambito, la cagacazzi e il figlio di Enzo Paolo Turchi?' La risposta è no. I ragazzi devono essere smistati nelle classi ficcando la testa sotto un casco da parrucchiere pregando cose tipo: 'No i boccoli, no i boccoli, ti prego non i boccoli'. Se ti va bene il tuo desiderio viene esaudito, altrimenti vieni fuori che pari Shirley Temple.
Ma non è finita. Che non lo vuoi fare un po' di sport in questa magnifica scuola? Allora vai di Quidditch, sport le cui regole c'hanno sempre da capirle chi ci gioca. Visto da fuori sono dei disgraziati che, in groppa a una scopa, rincorrono una pallina che li percula agitando le alucce dorate.
Non pago di questa mirabolante scoperta, il nostro Harry in tutto sto pappiè, fa la conoscenza di Albus Silente che è un tipo a metà strada tra mago Merlino, Gandalf e tu nonno con la periartrite. Però dicono che comanda lui, quindi MUTI. Inoltre, nella sua prima lezione di 'pozioni' conosce Renato Zero che lo prende subito in antipatia e rivolgendosi a Harry, Ron e Hermione, si lascia andare a un 'Il triangolo no! Non l'avevo consideratooo' sollevando applausi e consensi del pubblico, fino all'apparizione di Silente che lo redarguisce con un 'A Rena', t'avevo detto basta col tuo repertorio.' Renato si incazza per questo divieto e lo rimarrà per tutto il film.
Comunque tutta la storia è per cercare un sasso di fiume di poco conto che, per darsi delle arie, verrà ribattezzata la 'pietra filosolofale' nascosta, dicono, nella botola del castello sotto la torre più alta della collina più verde della montagna più alta del poggio più giù.
Harry per trovarla deve attraversare varie peripezie come combattere con un cane a tre teste con il nome azzeccatissimo di Fuffi (nome chiaramente terrificante per un mostro del genere), fuggire da delle chiavi volanti con il terrore che gli entrino in tasca e non solo, e una partita a scacchi gigante che a ogni passo falso ti accoppa. Roba simpatica, insomma. Arrivato in cantina, Harry si destreggia tra damigiane di Valdobbiadene, delle melanzane sotto'olio e la conserva di nonna Pina, mentre in un angolo, sorprendentemente, trova lo 'specchio dei desideri'; lo stesso che speriamo di trovare noi in un qualunque camerino di Zara che al grido di 'Specchio, servo delle mie brame, chi è la più gnocca del reame?' ci rimandi la nostra immagine con 10 kg meno, il culo di Belen, le tette della Satta e le gambe della Bundchen. Qui ci incontra il professore di Difesa contro le arti oscure, il professor VelociRaptor che, come dice il nome, svelto svelto gli frega tre melanzane, un fiasco di vino e l'ultima collezione di reggiseni in pizzo in sconto del venti per cento.
Harry a 'sto punto non capisce più nulla, fino a che il professor VelociRaptor non si rivela per quel che è: un voltafaccia. Infatti, tolto il turbante, al posto della chierica da San Francesco ti c'ha un faccione senza naso. VelociRaptor è come il maxibon: Two is megl che one. Harry è sorpreso, ma mai come quando Voldemort non gli rivela che campa grazie al sangue di unicorno. A quel punto Harry lo percula e pensa 'Questo è un cretino. Minimo minimo, è pure innamorato di quella porca di Peppa Pig'.
Il duello finale vede un Harry rincoglionito che ha inseguito per tutto il film la pietra e alla fine se la ritrova in tasca e fa pure il sorpreso come un cleptomane qualunque. Qui mi immaginavo una scena hard con Hermione che gli tocca i pantaloni sussurrando un 'Wingardium levìosa!' ed Harry che risponde 'È inutile che ci provi, non si alza nulla: è la pietra, deficiente.'
Poi niente, Harry al grido di 'E mo' basta, mi avete rotto il cazzo!' polverizza VelociRaptor, fa scappare colui che non deve essere nominato, redarguisce un po' la cagacazzi, risponde un po' sottomesso al figlio platinato di Enzo Paolo Turchi, fa amicizia un po' con tutti e chiede a Cannavacciuolo se la prossima volta invece che a Hogwart lo dirotta verso Masterchef.
Ah sì, la squadra del nostro Harry ovviamente vince pure la Coppa del Nonno, assegnata grazie ai punti acquistati in questo anno scolastico fatto di sfighe, ormoni a palla non soddisfatti, cani a tre teste, pietre false come i brillocchi sulle bancherelle e un gioco in cui ti metti una scopa sotto le chiappe. Insomma, tutto talmente bello che il nostro Harry al grido di 'Mai una gioia!' frequenterà questa scuola per altri ventisette anni.
Il film finisce con Renato Zero che, davanti a Silente, canta 'Vecchio! Diranno che sei vecchio!'
e con quest'ultimo che risponde: 'Se mi richiami vecchio, con un peto ti faccio i riccioli alla Cocciante. Poi vedi come canti bene Margherita a suon di pizze in faccia."
Comunque brava la Rowling, eh?
brava la Rowling, ma la Fruzzetti è più simpatica, una cifra!!!!
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