giovedì 9 aprile 2020

UN PO' DI ME

Sono Simona, ho 47 anni anche se a volte me ne sento 10.
Ho la testa tra le nuvole e i piedi per terra. Nel mezzo un cuore affollato, una pancia che sente e delle gambe forti che non sfrutto visto che non sono mai scappata dalle situazioni.
Dormo poco, sogno molto.
Mi piace il mare d'estate, anche se mi fa un po' paura. Per apprezzarlo d'inverno mi ci è voluto del tempo, ho fatto pace con alcune cose.
Amo i boschi, il loro profumo e il loro parlare. C'è sempre qualcosa di inatteso in essi, qualcosa che non vedi ma puoi solo percepire. Diventerei amica dei lupi, tirando fuori quel lato selvaggio che pochi conoscono.
Scrivo tutti i giorni, soprattutto nella mia testa. Infinità di parole che spesso si imprimono in un foglio, a volte stanno lì, in attesa di tempi migliori. Lo faccio di getto, sgorgano fuori come zampilli di una fontana. Qualcuno si lascia bagnare, altri si riparano con un ombrello.
Amo i frutti estivi anche se al cocomero preferisco il melone, il suo gusto e l'assenza di semini me lo fa apprezzare di più. Vivo di fretta e concretezza anche a tavola.
Non mangio pesce che contiene lische, mi fanno perdere tempo, devo pensare a scansarle, non ho tempo, non ho voglia.
Adoro il profumo dell'olio solare sulla pelle e la salsedine sulle labbra. Uso raramente il rossetto, bacio troppo, mi è di impiccio.
Il mio colore preferito è l'azzurro, dicono che sia il colore dei sognatori. Può essere.
Amo i bambini, follemente, interagendo con loro ritrovo la mia fanciullezza. Amo l'ingenuità e il bello che sanno cogliere in qualsiasi frangente, la fantasia galoppante, le lacrime giustificate.
Amo gli anziani, interagendo con loro forse troverò la mia vecchiaia. Quella che sarà. Amo la loro ingenuità davanti al moderno e il bello che sanno cogliere quando sanno di non avere più tempo. La nostalgia galoppante, le lacrime asciugate.
Non mi piace la mia voce, è brutta, acuta e nasale. Spesso, tra la folla, vengo riconosciuta solo per quello. Mi ci prendono tutti in giro e io rido con loro. Riesco a ridere dei miei difetti. Tanti. Troppi. Quindi rido tanto. Troppo. Di me stessa, di tutte le mie mancanze.
Mi piace il legno, l'odore della resina, la ruvidità di una corteccia. Il suo calore.
Seziono gli insetti che trovo morti in giardino, forse dove sono arrivati i miei gatti prima che potessi liberarli. Li studio da vicino, gli occhietti di un'ape, la carcassa di una cavalletta, le zampette di una mantide. Li guardo e li esamino con gli occhi curiosi e macabri di un bambino. La natura è mondo affascinante.
Ho le mani rugose, dimostrano 80 anni. Le ho sempre curate poco, ma hanno sempre gesticolato e lavorato molto.
Non riesco a tenere a bada i capelli, sono indisciplinati, come me. Mi ricordano in ogni momento che loro sono nati così e non ci si può accanire più di tanto. Se nasci riccio non puoi morire liscio. I capelli sono saggi. Parlano di noi e per noi. I capelli bianchi saranno una dozzina, sembra vogliano dirmi che sono giovane, ma fanno come gli pare, sembra vogliano dirmi 'Facciamo di testa nostra, come te.'
Sono ariete, ascendente leone. Dei due segni ho solo i difetti, i pregi li lascio a chi crede nell'oroscopo.
Amo grattare la teglia delle pietanze passate al forno, là dove è tutto bruciacchiato, duro, rinsecchito. Mi ci accanisco con avidità, sono brava a grattare il fondo del barile. Lo pulisco per poi usarlo di nuovo, via tutto e si ricomincia. Devo vedere la fine per cominciare a creare il nuovo.
Mi piacciono le persone e mi piace ballare, di tutto. Mi muovo male ma non me ne curo, sono una persona fisica.
Abbraccio tanto, mi piace sentire il calore, il profumo di una persona, lo accosto spesso a ciò che conosco. Qualcuno sa di miele, altri di gelsomino, altri ancora di muschio. Mia nonna sapeva di biscotto. Non ho più sentito un biscotto così.
Amo la pioggia che batte sul tettuccio della macchina tic tic tic, l'attimo fermo che precede un bacio e il guardarsi negli occhi senza dire una parola.
Ne dico e scrivo già troppe, a volte.


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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

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