(Foto: movieplayer e blu-ray.com)
Ieri
si è tenuto a Firenze il workshop firmato Ewwa 'Essere oggi un autore indipendente dalla produzione al marketing' dove
siamo state letteralmente rapite dalle parole e professionalità (e anche
simpatia) di Ricardo Fayet cofondatore di una piattaforma di servizi per autori.
Tutto questo per dire che io e l'amica scrittrice Samantha non poteva
assolutamente mancare e infatti, nonostante la sera prima ci fossimo coricate alle due dopo una serata di
bagordi, alle 7.30 eravamo già in stazione con due borse sotto gli occhi nelle
quali potevamo riporre il cambio per la palestra.
Con
incedere deciso saliamo sul treno con l'intento di parlare di scrittura, ma in
breve tempo i nostri discorsi sono stati: i figlioli, la scuola, il preparare
cena, gli appuntamenti col medico, lo spauracchio della menopausa, i panni da
stirare e mammamia non mi faccia di' nulla, che guardi l’artrite non mi fa
dormire. Insomma più che Patricia Cornwell e Kathy Reichs sembravamo Nonna Pina
e Nonna Abelarda in gita col prete.
Arriviamo
a Firenze e visti i miei problemi di orientamento le faccio mettere il
navigatore, il quale ci parla scandendo bene le parole come se fossimo due
sceme. Come dargli torto.
Arriviamo
all'evento dopo una colazione a base di burro sotto forma di cornetti e dopo
essere scampate a un taxi che a momenti ci mette sotto. Quindi siamo vive, ma
abbiamo il colesterolo a 600.
Il workshop, che ve
lo dico a fare, è stato interessantissimo. Molte di noi si sarebbero portate
Ricardo a casa, per poterlo interpellare al bisogno (tipo ogni due minuti) sui
molti dubbi riguardanti i nostri libri.
Lui, con una flemma che io non arriverò
mai ad avere manco se mi immergono per dieci anni in un barile di camomilla e
mi imbottiscono di Xanax, ci ha spiegato come si crea una bella copertina (e
qui qualcuna per poco non dava fuoco a tutta la propria serie), a come ci si
muove con efficacia sui social (al che io ho dichiarato 'Guarda che io già vivo
su FB non me pare il caso di condonare altre piattaforme), a chi rivolgerci per
produrre un libro di qualità e poi consigli random ed errori da evitare che, in
un momento di debolezza, ci ha fatto mormorare 'Era meglio se mi davo
all'ippica.'
Salterei la descrizione della pausa
pranzo che potrei riassumere così: due tipe che si scofanano due etti di
carboidrati a testa conditi con del vino e un caffè che aveva il compito di
tenerle sveglie, ma vista l'età lo sbadiglio post pranzo ha fatto capolino
manco fossero al pranzo di Natale a casa de nonna prima della tombolata.
Ricardo nel pomeriggio arricchisce
ancora il suo intervento e noi pronte e agguerrite come solo le signore di
'Uomini e Donne Trono Over' sanno essere, lo bracchiamo avide di sapere. Quando
lo abbiamo salutato gli abbiamo detto: 'D'ora in poi ti scriveremo per ogni
minimo dubbio', quindi lui già da oggi riceverà 84664784 mail al giorno dalle
Ewwe. Sicuro.
Il ritorno a casa è stato un po'
rocambolesco tipo che siamo passate da un cantiere invece che su un marciapiede
domandandoci 'ma che strane queste strade di Firenze. Sempre state così?',
siamo riuscite a perdere il treno (perché troppo intente a fare shopping), a
momenti si perde anche quello dopo (perché troppo intente a spiare la gente in
cerca di ispirazione per nuovi personaggi) e una volta salite abbiamo dovuto
scegliere pure il posto adatto per evitare che la compare mi vomitasse nella
borsa.
Una vola accomodate ci siamo confrontate
sulle trame vecchie e nuove dei nostri romanzi:
'ma te come lo fai sparire il corpo?
Comunque ho una vanga e non ho paura di usarla.'
'una calibro 38 l'hai mai usata?'
'Io devo cambiare tattica: l'ultimo che
ho ammazzato l'ho buttato di sotto da una scogliera!'.
Poi è successa una cosa inaspettata: il
signore asiatico davanti a noi ha sgranato gli occhi come un gufo imbalsamato,
ha biascicato un 'Sorry!' ed è scappato letteralmente a gambe levate. SCAPPATO.
Giuro, non capisco perché. Si sarà
dimenticato di aver lasciato il gas aperto, boh.
Peccato, poteva godere ancora della
nostra compagnia: siamo due donnine così pacate.
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