sabato 6 febbraio 2021

IL SIGNOR ELLE

 Noi al lavoro abbiamo i nostri clienti abituali; persone che 'cascasse il mondo' il sabato sono lì, a prendere la loro spesa consueta. E più sono avanti con l'età e più non demordono perché l'abitudine, anche in questo caso, dà stabilità, in qualche modo rassicura.

Il signor Elle (lo chiamerò così) da quando lavoro lì, e cioè sei anni e mezzo, tutti i sabato mattina alle 9.30 si presenta al banco. Pioggia, neve, vento, nebbia, non ha importanza, lui arriva. A volte in bicicletta, a volte a piedi con il suo cagnolino. A volte in compagnia della moglie e dell'anzianissimo suocero, un ometto mite e garbato del quale non conosco la voce. Annuisce e basta e si fa guidare per le vie del mercato a braccetto della figlia.
Il signor Elle è un gran ciarliero, simpatico e cortese. Ogni sabato ci aggiorna sul meteo della settimana e aspetta paziente quando la sua spesa abituale non è pronta. Qualche settimana fa noi non lavoravamo per l'allerta meteo, ma lui si è presentato lo stesso e noi, dispiaciuti di aver mancato, gli abbiamo dato il numero di telefono chiedendogli di telefonarci qualora il tempo fosse brutto brutto. Da allora lo ha fatto solo una volta, ma nonostante la pioggia c'eravamo. Lui si è presentato in bicicletta, con l'ombrello e un cappellino e dopo averci detto 'Tornerà il bel tempo!' è tornato a casa con la spesa legata al manubrio.
Sabato scorso il signor Elle non si è presentato. Il suo ordine lo abbiamo venduto due ore più tardi quando ormai avevamo capito che non sarebbe più venuto. Ci ha fatto strano e abbiamo sperato in un contrattempo.
Stamattina nemmeno. Sono passate le nove e mezza e poi le dieci e poi le dieci e mezza. Troppo tardi per lui.
"È successo qualcosa. Non è da lui."
"Infatti," ribatte la mia capa. "Mi preoccupo."
Ci siamo guardate con lo stesso pensiero. "Abbiamo il suo numero in rubrica. Io lo chiamerei." Ho preso il telefono della ditta, ma la mia capa mi ha fermato. "Faremo la cosa giusta? Non è che si sente violato nella sua privacy? Magari non gradisce. Non so..."
Ho riflettuto. Pensiero logico e sacrosanto. Potrebbe pensare "Guarda queste che per la mancata spesa mi chiamano a casa."
"Potrebbe pensarlo, sì. Ma noi non chiamiamo per la spesa. Non ce ne frega nulla. Noi siamo preoccupate."
"Che si fa allora?"
"Dammi qua. Lo chiamo io."
Ho fatto squillare il telefono. Al quinto squillo ha risposto.
"Signor Elle, la chiamo dal mercato!"
Momento di incertezza e poi "Sì, buongiorno!"
"Senta... non la vediamo da due settimane, non è per la spesa, non ce ne frega nulla, ma ci chiedevamo se va tutto bene..."
Breve pausa. "In effetti no..."
"Ecco, come immaginavamo..."
E lì si è sfogato. Mi ha raccontato che hanno il Covid, tutti e tre. Fortunatamente stanno benino, curati a casa molto bene. Anche il nonno ultranovantenne sta benino, tengono botta. L'ho sentito piuttosto sereno, anche se mi ha confidato di essere in pensiero per un caro amico in terapia intensiva. Ha aggiunto di essere dispiaciuto anche per non venire al mercato con il canino o la sua amata bicicletta.
"Mi scuserà, ma non è da lei mancare, eravamo in pensiero."
"Non si preoccupi" mi ha detto, "mi ha fatto tanto piacere sentirla, anzi grazie."
"Io spero di rivederla presto. Riguardatevi. Quando tornerà noi saremo sempre qui e la sua spesa sarà sempre pronta."
"Come sempre."
"Sì, come sempre."
Mi ha ringraziato ancora e ci siamo salutati con la promessa di tenerci informate.
Forse ho sbagliato, forse no. Ma tra la ragione e il sentimento, il secondo ha sempre vinto a mani basse.

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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

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