
...FINO ALL'EPIFANIA
Allora. Potrei dire che il nostro Natale è iniziato all'inglese ed è finito all'italiana. Vai così.
All'inglese perché. Perché la mattina di Natale la Top Family, ancora in pigiama e col capello sconvolto si accinge ad aprire la vagonata di regali sotto l'albero. Na roba che ci porta via dalle due alle tre ore.Scherzo.
E dicevamo all'inglese. Alice ha ricevuto dalla sua insegnante nientepopòdimenochè gli 'scoppietti' inglesi, che poi ho capito chiamasi cracker(vedi
post precedente).Avete presente, no? No? Allora siete come me. Io li avevo visti solo su alcune pagine de 'I quindici' all'età di dieci anni, e solo in una puntata natalizia dei Teletubbies. In poche parole:qua non esistono, almeno credo. E io ho gioito manco le avessero regalato un Trilogy. Quindi abbiamo preso alle estremità gli scoppietti e dopo la botta (un petardetto a prova di rinco come me) abbiamo letto i messaggi nascosti al loro interno. Ma non è finita. Dentro a ogni cracker abbiamo trovato adesivi mignon e coroncine di carta natalizie da mettere in testa per sentire di più la festa (sicuramente lo avrete visto fare in qualche film).Non sono fantastici?Un regalino originale,col botto, inglese e con la sorpresa!Oh, sono una persona semplice, che ci vogliamo fare? Okey, c'era un leggerissimo sentore di zolfo, che mescolato all'odore di caffè della moka sul fuoco creava l' effetto 'E' scoppiata una bomba in uno Starbucks a Londra”, ma è stato molto bello e romantico.
Come è stato romantico vedere la faccia del Santo quando si è accorto che un suo regalo era incartato con una bellissima carta raffigurante delle renne con delle corna grandi così. Un incarto cornuto. Se ve lo state chiedendo,sì, il regalo gliel'abbiamo fatto noi, ma non è colpa mia, è stata la commessa a scegliere il packaging. Eh.
Dopo aver dato soddisfazione agli operatori ecologici che si occupano del ritiro della carta, abbiamo fatto le valigie (bottiglie, panettoni, regali per il parentado, una pianta per la padrona di casa che ci ha invitato, macchina fotografica, maglione in più alle volte facesse freddo, 18 giochi da tavolo compresa la tombola e un kg e mezzo di Digestivo Brioschi che fa sempre comodo) e siamo andati a casa di mamma per lo scambio regali.
Quando siamo arrivati abbiamo aperto il bagagliaio e sembrava fossimo appena sbarcati a Lampedusa tra scatole, panni e l'aria già sconvolta. A casa di mamma abbiamo dato il via alle danze e come sempre, essendo numerosi, lo scambio regalo è stato un casino che la metà basta. Non facciamo le cose metodiche e precise. No. Noi apriamo i nostri regali tutti insieme e spesso apriamo anche quelli degli altri, ma se vuoi passare il Natale con noi, questo è il rischio che devi correre. Mia zia credendo di dire una cosa ovvia ha gridato “Leggete i bigliettini!”
Le risposte sono state:
1)“Perché, ci sono i bigliettini?”
2)”Ah, quella cosa piccola, colorata e coi brillantini era il biglietto?Lo sta mangiando il cane”
3)”L'ho letto!Luisa.E' mio!” e guarda con diffidenza le pantofole di lanina pelosetta alla Jessica Fletcher. Qualcuno prende il biglietto e mormorando “Mettiti gli occhiali, c'è scritto Luigia!” lancia le ciabatte alla novantenne prendendola in fronte.
Perché qui devi stare attento, se ti distrai un attimo vai al pronto soccorso, io te lo dico.
Poi abbiamo i compiti come a scuola. Per esempio alla zia infermiera tocca vigilare la carta che viene lacerata, raccoglierla, farne un sacco e gettarla. Lo fa lei perché è precisa. A parte un anno che non si è accorta che in mezzo alla carta c'era un orologio e un pomeriggio del 25 eravamo a reggerla per i piedi mentre ravanava nel bidone della spazzatura. Ma son dettagli.
Anche quest'anno comunque c'è stato il dubbio:mia suocera non trovava più il suo regalo. La zia si è sentita leggermente offesa, perché se una scatolina può passare inosservata in mezzo a quintali di carta stropicciata, un tagliere da pane delle dimensioni di un tavolo da pic nic, anche no. Infatti, la genia, l'aveva portato in macchina insieme a una borsa e non se lo ricordava più.
Dopo aver fatto borsette e borsettine, ognuno coi propri regali, ci siamo diretti alle auto per dar via alla carovana che ci avrebbe portati a casa della sorella dello zio acquistato, che noi chiameremo BenedettaParodi per due motivi: t'ha messo a tavola 22 persone (VENTIDUE) svegliandosi solo alle 8.30 di mattina. E perché le darei una nuova trasmissione di cucina dal titolo “Cotto e spadellato”.
Siamo arrivati a casa sua con le nostre auto in fila indiana e le abbiamo occupato l'aia mettendo sotto un papero e zoppato un cane.Ma cosa vuoi che sia. Siamo scesi tutti allegri come solo noi sappiamo fare e ci siamo diretti in 11 (UNDICI) in casa sua, travolgendo tutti con i regali per la padrona di casa. Personalmente le ho portato una pianta di ciclamino (che il Santo aveva fatto anche tutta brillantinare dal fioraio), così piccola che con due doni in cima ci potevi fare l'albero della cuccagna. Lì, c'erano le altre 11 persone ed è stato come uno scontrarsi in un derby. Pacche sulle spalle e saluti amorevoli, solo che loro erano avvantaggiati perché giocavano in casa.
E lì è successa una cosa che può succedere solo a casa mia. Ho detto “Piacere, Simona!” a quattro persone, mai viste prima. In genere uno passa il Natale con i parenti più intimi, quelli più stretti insomma, il classico Natale con i tuoi. Ecco, noi lo passiamo con i TUOI degli altri.Fantastico. Ste scene le vedi solo in tivù a Un medico in famiglia, i Cesaroni, e chissà quale altra fiction. Invece qua è la verità. Sei l'amico del fratello del cognato del gemello del cugino Antonio e sei solo? Ma passa il Natale con noi!E che vuoi stare solo?Ma ti pare? Qua ti offriamo una casa calda, risate e una famiglia semplice.Dài, mettiti comodo. E i tuoi amici che fanno?Da soli? Mannò!Dài, prendi tre sedie e mettetevi a tavola, che ce n'è per tutti!
Ecco, sì, se da una parte è destabilizzante avere il giorno di Natale, proprio davanti, un signore anziano mai visto prima (parlo per me, ovvio) al quale mi rivolgo con “Signore? Le servo un po' di tacchino?Gradisce?”, dall'altra mi rendo conto di avere tra le mani un parentado speciale, che del motto “Dove si mangia in dieci, si mangia anche in venti” e “Casa nostra per i nostri e vostri cari è sempre aperta” ne ha fatto uno stile di vita. Quindi ho parlato con un signore che probabilmente, se tutto va bene, rivedrò l'anno prossimo.Forse.
Dopo aver mangiato 37 pietanze diverse con BenedettaParodi che continuava a portare vassoi (credo non abbia mai smesso fino a mezzanotte), ci siamo messi a giocare alla WII dove mio zio ha dato prove di abilità fantastiche. Si è impossessato del funghetto di Mario Bros e si è suicidato ottanta volte. E la sua frase preferita era “Ma è il telecomando che va male!”. Mia zia ha scommesso che giocare con tre kg e mezzo di cinghiale in umido sullo stomaco faccia perdere la concentrazione.Alice ha giocato per tutto il tempo con due canine, quella di mia zia e quella del signore appena conosciuto. Na robetta di pochi grammi, ma così carina, ma così carina che me la sarei portata a casa.Si chiama Selly. Ma l'ho ribattezzata Kinder perché pur essendo piccola,c'ha la sorpresa: è incinta di due micro cucciolini. Quando l'ho saputo, l'avevo in braccio e manca poco la rinvio per paura : 1 di farle male 2 che mi partorisse in braccio 3 di improvvisarmi lì per lì veterinario e chiedere asciugamani puliti e acqua calda.
Poi c'è stata mia madre che ha vigilato il pranzo di babbo meglio di come potrebbe fare un cecchino al grido di “Ricordati!” messaggio in codice per ricordare a mio padre che aveva il diabete un po' alto già di mattina a digiuno.Namobbene. Mentre noi ridevamo delle disgrazie del povero funghetto di zio, mia madre e mia suocera si sono sfidate a Burraco. Io ho evitato perché era brutto entrare tra loro due, così amorevolmente amiche. Credo siano arrivate a ficcarsi le dita negli occhi e farsi bernoccoli a furia di tirarsi le noci in fronte. No, ma sto scherzando. Dico solo che mia suocera bara e mia madre ogni tanto lancia frasi come “Guarda!Un asino che vola!” per poi rubarle le carte. Ma insieme son belline. Belline belline.
Io, che fino a quel momento sono stata da Dio, ho rischiato di morire risalendo le scale al ritorno da una visitina all'aia, tanto per respirare aria pulita, visto che in casa sembrava di essere in Val Padana. In poche parole, rientrando sotto il porticato, non ho visto lo scalino, sono inciampata e mi sono piantata tra la cassetta delle lettere e gli zoccoli per l'orto. Na poesia. Con Andrea che mi ha sentito scapicollare e rantolare, e con la torcia piccola dell'auto mi cercava tipo segugio “Simo?Simo?Stai bene?”
“Mica tanto...” minchia che botta.
Ho avuto mal di schiena e torcicollo per il resto della serata. Che ci vuoi fa'.Sembro una priva di fantasia, che racconta sempre le stesse cose, che inciampa un giorno sì e uno pure, ma è la verità. Solo perché, come dice Andrea, ho un 'piccolissimo difetto': non alzo i piedi. Sono una che 'ciabatta' e struscia i piedi. C'ho le gambe infingarde e allora?Oh.
La serata è finita con Alice super eccitata da tutto sto casino, BenedettaParodi che continuava a dire “Ma avete sempre fame?Facciamo un po' di pizza?”, mia madre e mia suocera che hanno fatto il patto dell'amicizia col sangue, mio padre che cercava di contraffare lo stick del diabete, lo zio che ha sentenziato “Fanculo ai funghi e a tutto il bosco” e con me che, con la coroncina di carta messa sbilenca sulla testa, mi sono appisolata sulla sedia. Sì, e con Andrea che mi tocca dolcemente e mi dice “Simo, andiamo a letto, su”
Però il 26 ero in forma! Allora dunque, il 26...
No basta, sennò quanto è lungo sto post? Il 26 semmai ve lo racconterò.
E voi, belli de zia, come e con chi avete passato il Natale?

Quella a sinistra coi riccioli è mia madre.Con la corona di carta.La adoro.