"E ora dove vai?”
Guardo Luca e sospiro “A casa.”
“E mi lasci qui. Come sempre.”
Fisso i suoi occhi scuri, contornati da delle ciglia lunghissime e penso che siano il sogno di ogni donna. “Sì, come sempre.”
“Perché non rimani un altro po'?”
“Lo sai che non posso”, rispondo di schiena buttando la roba nel borsone.
Lui mi cinge la vita da dietro e mi attacca le sue mani sui fianchi. “Ti prego.”
Mi stringe; un abbraccio disperato che mi riserva a ogni nostro appuntamento. Un abbraccio struggente carico di richieste.
Mi volto, gli prendo il viso tra le mani e lo bacio. “Questo te lo devi far bastare fino a lunedì.”
“Perché non rimani? Dai!”
“T'ho detto che non posso! Basta adesso, non far finta di non capire.”
“Ma che vai a fare a casa?”
“A casa ho Andrea che mi aspetta.”
Lui socchiude gli occhi con fare minaccioso, inclina la testa di lato e si pianta i pugni chiusi sui fianchi.
“No, te adesso non ci vai! Te stai qui!”
“Ma figurati! Dai, fammi passare.”
“No. Voglio stare con te. Ora. E anche domani. E lunedì, e martedì. Sempre.”
Non ce la faccio più. Mi accascio sulla panca, sfinita. Ogni volta è una lotta, un addio doloroso, una guerra, una pace. E lui ogni volta è sempre più determinato e lasciarlo è sempre più difficile.
Lo fisso attraverso i vapori e il caldo di questo spogliatoio che mi fa afflosciare i capelli, mentre lui sa di bagnoschiuma al borotalco. Ora mi è davanti, allunga una mano e comincia a toccarmi i capelli, li prende in mano con una delicatezza infinita, e mi guarda con un amore innaturale.
“Stai con me, ti prego. Non lasciarmi.”
La sua mano scivola sul mio viso, fa un passo incerto e alla fine si tuffa nel mio collo.
Sento il suo respiro nelle mie pieghe, mi circonda le spalle con le braccia e mi avvinghia con tutto il suo corpo.
Luca ha 5 anni e tiene molto a me. Non so se è innamorato, ma è qualcosa che somiglia molto a questa definizione adulta.
Da quando gli ho rivolto la parola, due mesi fa, il dopo-piscina diventa un addio da telenovela brasiliana.
Lo sento urlare negli spogliatoi con sua madre: “Facciamo presto, voglio andare da Simona!” e una volta uscito si avvinghia. Mi viene in braccio, mi bacia, mi accarezza e vuole che salga nella sua nuova auto spaziale che non è altro che la panca gialla messa di traverso.
E ogni volta è un doloroso addio. Non gliene frega niente che io abbia una figlia da accompagnare a casa, un marito e chissà che cosa, potrei dirgli anche che in salotto tengo un gorilla. La sua richiesta è sempre la stessa: “Portami con te” o “Stai qui.”
E io mi ci sfinisco. Se sono troppo dolce lui se ne approfitta, se sono decisa lui ci rimane male, si arrabbia e mi stringe ancora di più dicendo: “Lo vedi? Ora mi lasci solo.” E sua madre è a mezzo metro di distanza che mi mima ridendo: “Scaraventalo pure”.
L'altra sera è scappato dallo spogliatoio e me lo son visto apparire sulle scale.
“Dove stai andando?”
“Da te”, e mi ha preso la mano. “Andiamo.”
“Ma andiamo dove? Io vado a casa!”
“E allora? Vengo anch'io!”
“Ma non puoi venire, tesoro.”
“Perché no?”
“Be', perché la tua mamma, per esempio, piangerebbe tanto poverina.”
“Sì, ma poi le passa.”
“Ma non posso portarti a casa mia. Via, Luca, torna giù, dài. Senti che ti chiama la mamma.”
“No! Voglio stare con te!”
L'ho dovuto prendere in braccio e riportare giù. Ha strillato, ha pianto, ha fatto una scena dove i “Non mi lasciare!” e i “Voglio te!” si sprecavano.
Alla fine una porta a vetri smerigliata ci ha diviso.
Ero a pezzi.
E sulle scale mi son ricordata di quando tre giorni prima son salita sulla sua auto spaziale e mi ha detto di allacciarmi bene la cintura di sicurezza.
“Ah, okay. Dove andiamo?” ho domandato.
Lui si è girato, mi ha guardato con dolcezza e col suo sorriso smagliante mi ha sussurrato:
“Tieniti stretta. Ti porto a cena a Parigi.”
ma che bellino!!!! <3
RispondiEliminamammia mia ma che cosa legge anna karenina sto bimbo??? troppo ganzo...le fara' morire le donnine a tempo debito!!!! Martina
RispondiEliminaNo, ma ti farei vedè che scene.Sua madre e sua sorella non si scompongono. A me mi fa morì, soprattutto quando bela il ti preeeeee-eeeee-go! :-D
EliminaBello lui!
Ah ah ah, mi hai fatto troppo ridere!
RispondiEliminaChe meraviglia i bambini!
RispondiEliminaSperiamo che diventi un adulto con altrettanta fantasia e dolcezza! :)
Hai capito il ragazzino...un futuro latin lover!!! Ma tu Simo...che gli fai agli uomini??? Ciao Leti
RispondiEliminaMamma mia!
RispondiEliminaDolce lui...ma spero che non ti faccia star male con tali scene disperate...
Purtroppo i bimbi non hanno remore ad esprimere i loro sentimenti e quindi te li scaraventano addosso con tutta la passione che hanno.
Anche te però...ma cosa gli fai a 'sti uomini!!! :-D
Magari fatti venire a prendere da Andrea...o il bimbo si rassegna...oppure lo sfida a duello!!!! :-D
Bacione.
Nunzia
Che simpatiche voi due! :-D Che gli faccio agli uomini? Li faccio ridere!!
RispondiEliminaio spero proprio che non cambi ,questo baby playboy!!a me non l'ha mai detto nessuno "ti porto a cena a Parigi"..(manco l'ha mai pensato!!)..pero' mia figlia a 5 anni diceva a suo padre "papa' quando sono grande ti sposo!..e la mamma??..alla mamma gli facciamo fare "la sorella"!!
RispondiEliminaSarà, ma io questo tipo di situazione la vedo che può solo finire dal male al peggio...
RispondiEliminaChe giovane playboy! Beh se farà la proposta della cena anche alla sua futura donna, allora è ben fortunata! ^_^
RispondiEliminae io che pensavo ti fossa bevuta il cervello!!!!
RispondiEliminaHanno commentato tutte la seconda parte del racconto.... io ho terminato la prima palpitando. "Luca ha 5 anni" ho dovuto rileggerlo 10 volte pensando che tu avessi dimenticato...."in meno di me". Ero già pronta per un altro dei tuoi racconti.....
Però che tenerezza sto ragazzino. hai ragione, basta farli ridere e cadono ai tuoi piedi!.
Brava Simo!
MUAHAHAHAHAH a cena a Parigi...ma che dolce bimbo è??
RispondiEliminapeccato che non conosce Andrea :)
Appena posso, passo sempre a dare una sbirciatina e questa volta.. ho creduto ci stessi raccontando un sogno, che so'.. un film .. ma un bimbo di 5 anni.. che tenerezza, con risate però!
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