Sono arrivata a questa conclusione
stamattina, dopo aver portato a spasso per la prima volta il cane
della mi'mamma. Cane...vabbè, quel cosetto peloso alto un barattolo
e poco più.
Insomma, io ero dalla mi'mamma ad
aspettare l'ora per andare a prendere Alice e sto canetto girottolava
un po' inquieto. Il mi' babbo non era ancora arrivato e ho detto
“Dammi il guinzaglio, vai, che lo porto io a fa' una
passeggiatina.”
Cioè, l'inferno.
Premetto che non ho un cane, non l'ho
mai avuto e credo che nemmeno lo prenderò nei prossimi mesi perché
ritengo che un cane vada tenuto bene e che richieda un impegno e una dedizione che
noi sul momento non possiamo dargli. Tuttavia i cani a me piacciono,
più quelli grandi che quelli piccoli a dire la verità, ma è solo
una questione di gusti, niente di più.
Insomma, dicevo: io il cane non l'ho
mai avuto quindi non so come si comporta un cane a passeggio. Io
sognavo o di essere trainata tipo slitta sulla neve (ma vista la
mole del toporagno 'sto sogno è svanito subito) o camminare a testa
alta con 'sto canetto che a coda ritta mi seguiva passo passo tipo la
pubblicità di Barbie e Toby, l'amico del cuore.
Lui tutto contento
si fa mettere la pettorina da me e la mi'mamma e in due c'abbiamo
messo l'equivalente di quanto ci vuole alla sottoscritta per capire
come cambiare canale su Sky. Poi tutto trotterellante mi precede
fuori. Oh che bellino! Ganzo!
Me la devo essere
gufata a bestia perché già dopo dieci passi si ferma.
Okay, dovrà fare
pipì. E infatti.
Poi riparte e dopo
tre passi si riferma.
Okay, la dovrà
finire. E infatti.
Dopo due passi si
riferma. Ma ha la cistite 'sto canetto? Alza la gamba ma non produce.
Okay, non
indaghiamo troppo. Prendo atto della mia ignoranza sui cani e va bene così.
Dopo tre secondi si
riferma. Scappa cacca.
Produce una cosa
che mi fa domandare se mia madre da mangiare gli dia le pantegane ma
non voglio soffermarmi nemmeno su questo. Soffermiamoci piuttosto sul
fatto che essendo uscita in stile Barbie Fashion e il suo
Yorkshire non ho pensato a prendere le bustine. E quindi ho
dovuto fare con quello che avevo in borsa e cioè: svuotare un
sacchetto di fazzolettini, usarne uno per raccogliere quel che resta
di un cane dopo la digestione e usare il sacchettino di nylon Tempo
per metterci dentro una roba che una fogna di Calcutta in confronto è
un Arbre Magique.
Già qui ero
intenzionata a tornare indietro. E avevamo fatto solo sei metri. Ma
io sono impavida. Cosa può fare ancora il microcane? Nulla, a parte
fermarsi ogni due secondi. Due secondi. Ad annusare la qualunque,
assaggiare una foglia, sniffare l'erba, giocare con un legno,
litigare con una lumaca...Allora: io sto alla pazienza come Orietta
Berti al rock and roll, per capirsi, e il mio motto è GO!, quindi
potete immaginare la mia faccia davanti al toporagno che pare si
interessi alla flora e alla fauna di tutto il pianeta. Hai voglia di
tirarlo, chiamarlo e dirgli “Andiamo!”, a lui non fregava una
benemerita fava. Un'ora e un quarto per fare dieci metri. Senza
contare che si è fermato spesso di botto e si metteva immobile
davanti ai pali della luce manco fosse in preda alla sindrome di
Stendhal. Forse gli appariva la Madonna. Non è dato sapere.
Poi ha cominciato a
grattarmi le gambe. Un passo e grattava. Un altro e grattava. Tipo
bimbino che vuole essere preso in braccio. E infatti era stanco. L'ho
preso in braccio e mi ha leccato il mento come a dire “Grazie. Come
dog sitter fai cagare, ma grazie.” Poi l'ho rimesso giù sotto
minaccia e lui ha camminato per quanto...quattro passi? Poi si è
rifermato.
No, vabbè.
“Ascolta un attimo porcellino d'india, non sei una compagnia
telefonica che gira tutto intorno a te, chiaro? Io c'ho da fa'. Ci
diamo una mossa?”
Lui ha tirato su la
faccetta e l'espressione diceva “Cazzo vuoi?” Il tutto sempre con sto sacchettino di merda appresso, badate bene.
Poi si è nascosto
sotto un'auto. Ferma. Sennò non sarei qui a pubblicare un post ma
starei piangendo la morte di un cosino peloso. Poi ha rincorso un
altro cane e mi ha tirato per un metro e Dio che goduria, sembrava un
husky! Vabbè, non esageriamo, l'importante è sognare. Poi, vicino
al traguardo, si è fermato di nuovo e non si voleva schiodare. Lo
ammetto: per fare prima ho alzato la pettorina e ho lasciato che
volasse un attimino. Ma solo un attimo, il tempo di fargli sentire
cosa provava Icaro. Bellino, però. Muoveva le zampettine quasi a
tempo. Poi siamo rientrati e l'ho visto triste, perché con me è
ovvio che si è divertito un casino.
“Com'è andata?”
Mi ha chiesto la mi'mamma.
“Bene, mamma. Ma
oh! Una fatica!”
“Come una
fatica.”
“È bravo, eh? E
pure bellino, ma è di un lento ma di un lentooo! Si ferma ogni due
secondi! E poi è duro! Ma durooooo!! Non puoi capì! Hai voglia di
chiamarlo 'Charlie!Charlie andiamo!!' e lui nulla, non si muoveva.”
“Ci credo. Si
chiama Fonzie.”
p.s. Il bello è
che quel nome l'ho scelto io.