Oggi è il mio compleanno. Alè, sì,
tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara Simo, tanti
auguri a te. Finito? Molto bene. Dicevo: compio la bellezza di 24
anni letti al contrario. Ergo: 42. Ed è inutile che mi diciate “Ma
come li porti beeeeneee!” perché io li ho e me li sento tutti.
Soprattutto a livello psichiatrico. Tipo che questo post lo avevo già
scritto e poi, non si sa come, l'ho CANCELLATO. L'unico neurone che
mi ritrovo ha dato forfait, capite? Prima ne avevo un bel numero che
riuscivo a tenere a bada con un cane da pastore, ora no. Neuroni
specchio che mi abbandonano così, senza preavviso. Insomma, tutto
questo per dire che io vi volevo parlare di un'intervista tv che mi
ha fatto 50 Canale. Lo so, pare strano anche a me che mi abbiano
contattato, infatti lì per lì pensavo fosse uno scherzo, invece
no: impavidi loro. Il tutto, ovviamente, per parlare dei miei libri, del mio percorso, del mio successo (???)
Vi dico subito che il poro cristo incaricato di gestirmi è arrivato direttamente da
Assisi: San Francesco.
Sto scherzando, non arriva da Assisi.
San Francesco un giorno mi chiama per
propormi un'intervista. Prima gli rido in faccia, poi siccome mi
pareva brutto, gli do del pazzo. Riesce a convincermi col suo
entusiasmo mentre io per contenere il mio mi son presa a martellate
gli alluci. Perché voi non potete capi' il problema. Io ho una voce
che sembro Paperino che ingoia elio e ho una finezza pari solo a
Floriana Secondi del GF dopo una sbornia. Una fa-vo-la. Il mio
terrore era:
-si incrina la telecamera
-non mi manderanno mai in onda
-il giornalista ci ripensa e mi da buca
-l'unica che mi guarderà e apprezzerà
sarà mi'madre che anche con la varicella e la febbre a 40° arrivò
a dirmi “Che bella figliola che ti c'ho”
Lo so che capita a tutti di non
piacersi rivedendosi o risentendosi, ma vi giuro che io parto molto
svantaggiata. Fidatevi. Senza contare che quando si va in tv per
qualsiasi motivo si dovrebbe quantomeno regolarsi un attimo, avere
una dizione che sia comprensibile in tutta Italia e un minimo di
garbo. Io non ho nessuna delle tre e a niente è valso il mio
avvertimento “Non sono fatta pe' ste cose, io te lo dico.” Nulla,
l'intervista s'ha da fare.
San Francesco mi ha proposto qualche
location:
“Facciamo al Duomo?”
“Sì, mo' magari mentre faccio finta
di reggere la torre di Pisa! Ma anche no!”
“Sui lungarni?” ha tentato di
nuovo.
“Ma sei pazzo? C'è pieno di gente!”
“Al mercato vecchio? È un bel posto,
caratteristico.”
L'idea era buona, poi mi son vista tra
il banco delle triglie e degli scorfani mentre un pescivendolo in
canottiera e pelo in vista urlava “Donneee!! Pesce frescoooo!!”
“No.”
“Per le vie del centro?”
“Scordatelo.”
“In un bar?”
“Ma figurati!”
“A cavallo, alle giostre, al luna
park, al mare, ai monti, in collina, dove? No, ma dimmi te!”
“Non si potrebbe fare in un luogo un
po' appartato dove non ci sia nessuno, tipo una cantina, uno
spogliatoio di una palestra chiusa, un camerino, un bunker, ad
esempio?”
Già un ciuffo di capelli gli è
diventato bianco, io vi avverto. Ha contato fino a dieci per non
uccidermi all'istante e mi ha proposto un bel luogo verde: un viale
alberato. Ho accettato solo perché in un cespuglio o in un rovo
avrei potuto trovare rifugio. Ho anche pregato per una epidemia di
cagarella per tutti i podisti, hai visto mai.
Arrivo all'appuntamento cercando di
sistemarmi al meglio i capelli che, grazie al vento, mi facevano
pericolosamente sembrare Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary: un
ciuffo davanti tutto ritto che pareva avessi ingoiato una scatola di viagra.
San Francesco scende di macchina con
tutto l'armamentario e a me prende l'ansia.
“Oddio, leva sta roba che a me mi
viene il patema d'animo! Dimmi almeno che domande mi farai! E se poi
vengo male? Ma non ce l'avete una controfigura, una doppiatrice,
perdio!?”
“Simona, ti prego, STAI CALMA.”
Capisco che lui è già stravolto ma quando dici a una donna 'stai
calma' è la fine.
“Io sono calma!Calmissima! Non so che
cazzo di domande mi farai, ho dei capelli che sono una merda, ci sono
67 podisti, 43 cani con rispettivi padroni, non ho fatto in tempo a
perdere quei tre quattro kg che mi avrebbero fatto sembrare più
magra, ma nonostante ciò sono calma! Chè, non si vede?”
San Francesco mi guarda con compassione
poi, stancamente, mi dice “Dai, seguimi.”
Lo seguo entusiasta come uno che
percorre il miglio verde.
“Okay,” mi dice “Mettiti qui.”
“Sono al sole.”
“Per forza! Sennò non ti si vede!”
“Non ci vedo nemmeno io! Quando
abbiamo finito avrò bisogno di un bastone perché mi son bruciata le
retine!”
“Per favore. Te lo chiedo per favore.
Stai bonina? È perfetto qui.”
“Mmh. Se lo dici te.”
“Iniziamo. Abbiamo qui Simona
Fruzz...”
“Alt!”
“Che c'è???”
“Mi stanno lacrimando gli occhi e mi
si sta sciogliendo il trucco. Non sembra che tu faccia un'intervista
a una scrittrice, sembra che tu la faccia a un pierrot.”
Francesco si passa una mano tra i capelli,
esausto.
“Stai bene, okay? Il trucco va bene.”
“E i capelli? Non sembro una pazza?”
“Non più di quello che tu sei in
realtà. Vogliamo proseguire, di grazia?”
“Proseguiamo. Certo però...se
sapessi già le domande...”
“Niente domande! Penso a tutto io! Tu
devi essere naturale, va bene? Ti preeeegoooo.” Il ragazzo è
stanco, dovrebbe prendersi le ferie.
“Ci provo. Perché a dirla tutta non
è facile essere naturale con un microfono sotto il mento e uno che
ti riprende.”
San Francesco chiude gli occhi,
inspira, fa training autogeno per non abbattermi a colpi di microfono
e mi invita ad andare avanti.
Quando finiamo l'intervista, mi
rassetto il giacchetto, agguanto la borsa e dico “Okay, è stato un
piacere, grazie di tutto. Fammi sapere quando esce!”
Ma lui mi ferma “Ma dove vai? Non
abbiamo mica finito.”
Mi son cascate le ovaie, le mascelle e
la borsa. Volevo morì.
“Oddio, e ora che devo fa'?”
“Mi servono le immagini per corredare
il servizio! Facciamo qualche ripresa mentre passeggi, okay?
Tranquilla. Fai come se non ci fossi, cammina serena, serena.”
No, ma avete idea? Far finta che
davanti a te non ci sia nessuno a parte un fringuello o una cagata di piccione.
Ma il giornalista lo vedo stanco,
stremato, e prima che gli venga in mente di uccidermi e darmi in
pasto alle nutrie, decido che forse sì, ce la posso fare. Cerco di
passeggiare senza pensare a niente domandandomi come minchia fanno
quelli dell 'isola dei famosi a far finta di nulla, e nonostante sia
scettica sento che sono tranquilla, serena, naturale...
“Stop!”
“Che c'è?”
“Dobbiamo rifarla. Sei davanti a un
bidone della spazzatura!”
Evidentemente ero troppo naturale. La
rifacciamo da capo e ci fermiamo di nuovo. Una signora curiosa come
una scimmia col canetto al seguito mi sta fissando come se fossi
l'anticristo. Non ha mai visto un'intervista, perdio?!
Signora bella, di grazia, può
andarsene gentilmente affanculo? Può togliermi dai piedi il suo
cocker nano e farlo defecare un po' più in là? Sia gentile.
Nulla. Imbalsamata. Abbiamo dovuto
spostarci noi.
Ma alla fine è andata. Servizio bello,
perfetto, professionale e tutto il merito va al giornalista, chiaro.
Il quale, a fine riprese, mi ha detto “Lavorare con te è faticoso
e impossibile. E sei pazza, lo sai vero?”
No, onestamente non lo sapevo. Non me l'ha mai detto nessuno.
La sera, sul divano accanto al Santo,
abbiamo rivisto il servizio.
“Bello!” ha esclamato il consorte.
“Davvero? Non dovrei dimagrire 5 kg,
rifarmi il naso e le tette e fare un corso di dizione e pretendere
una controfigura e gesticolare meno?”
“No. Vai benissimo così.”
“Dici? Ma davvero io sono quella lì?”
dico sgomenta guardando la tele.
“Né più né meno.”
“Francesco ha detto che lavorare con
me è faticoso e impossibile.”
“Davvero? Pensa te a viverci con una
così.”
"Fai dell'ironia?"
"No, amore, ma che scherzi? Guarda, guarda il filmato. Tranquilla."
Sono sicura di essere venuta un cesso e sono sicura che non mi abituerò mai a questo genere di cose perché una ci deve essere portata, no?
Tipo portata a forza, intendo.