venerdì 4 marzo 2022

Doc: presto un dottore!

 



Ieri sera come di consueto io, il Santo e la figliola sul divano con due occhi come gufi imbalsamati. Si apre la puntata e a momenti rivediamo la nostra cena sul pavimento; sembra di essere tornati alla mattina dopo il nostro San Silvestro del '92: vomitano tutti. Si scoprirà presto che una, porella, ha una malattia e l'altra si arrotola cannoni come io arrotolo la pasta sfoglia per fare le girelle con la provola. Lei si giustificherà con "Sapete, lo faccio perché mi madre mi mette ansia" e lì ho sbottato con "Bella mia, allora noi che dobbiamo fa'? Che la mia se non accetto la terza porzione di cinghiale in umido pensa che io stia per mori'? Datti pace."
Chi non si dà pace invece è Agnese (che se anagrammato in una notte di luna piena si legge LAGNA) che con quella vocina da enfisema continua questo tira e molla con Andrea mettendo di mezzo pure UN INNOCENTE come direbbe mi nonna.

Intanto Alba, incazzata per la questione delle ferie mancate, diventa improvvisamente simpatica come una suocera e continua a ripetere al povero Bonvegna una cosa tipo "Ti pare d'essere normale? TU NON STAI BENE!" Lui la guarda e pensa "Hai uno shatush imbarazzante e ti si vede pure la ricrescita e quello che non sta bene sarei io?"

Nel frattempo Giulia, in mezzo al corridoio, schiaffeggia Cesconi al grido di "Se ti ritrovo a ravanare nei miei cassetti ti levo dal mondo! Stamattina per trovare la maglia della salute ci ho messo tre ore! E poi che le stiro a fare le magliette, io? Eh? Eh?"
Grabriel, finalmente fuori pericolo, è in una fase delicata: non sa più se vuole rimanere un medico e si sfoga pure con la psicologa che, sinceramente, la vediamo un po' provata. Infatti quando si è toccata il fianco mi sono detta: "Vai, è cirrosi, ha cominciato a bere perché a sopportarli tutti gnaàfa."
In tutto questo il Policlinico Ambrosiano diventa come un asilo nido e fioccano iniziative carine come 'Porta anche tu un amico al convegno' e 'Primario per un giorno'. Quindi al nostro Doc viene riconsegnato il camice, inamidato nelle puntate precedenti da Agnese, e gli viene detto "E mo' so' cazzi tuoi."
Per rallegrare questa bella festicciola decidono pure di staccare la luce e si ritrovano tutti a girarsi spaesati come Morgan a Sanremo "Che succede?"
La situazione diventa difficile: devono curare i pazienti senza attrezzature, un po' così alla ndo cojo cojo. Chi se la vede brutta è il nostro poro Gabriel che si ritrova ad assistere la psicologa. Qui assistiamo a una scena drammatica: Gabriel che urla "Presto! Un medico!" per poi pensare "Ah, già, ma il medico sono io!" per poi ripensarci "Ma no! Ho deciso di smettere!" per poi riformulare "Ma ho il camice! Posso salvarla!" per poi continuare "No, basta, ho deciso di smettere, ci serve un medico!" Alla fine si specchia nella vetrata, guarda se stesso e fa: "Toh! Un dottore! Presto, venga!" E interviene. Alba in questo frangente pare abbia mormorato "Anche te non stai bene, io te lo dico."
Chi invece sta benissimo è la Cecilia che, all'iniziativa citata sopra, l'amichetto, al convegno, non lo porta ma se lo fa. Quando è andata a chiamare Doc sembrava tutte noi davanti a un tecnico e un pc impallato: "Guarda, mi devi aiutare, non so cosa è successo, io ti giuro io non ho toccato nulla, ma questo è morto."
La scena più bella: Doc "Ma come si chiama?"
Cecilia: "Ma che cazzo ne so."
In pratica questa la lancia come noi lanciamo un bastone al golden retriver.
Per la psicologa poi non è cirrosi, ma appendicite. Non ci sono andata poi troppo lontana, insomma siamo in zona, e per questo devo ringraziare le 18 stagioni di Grey's Anatomy, perché se mi madre si sente cuoca solo per seguire la Clerici a mezzogiorno, io, oggi, posso essere benissimo un chirurgo.
Sul finale di puntata quella GENIA di Carolina si lascia scappare una confessione arzigogolata tipo "Anche io penso ai pazienti, a case libri auto viaggi e fogli di giornale e alla bombola che ho staccato a Lorenzo." E quella volpe di Valenti replica: "Aspetta... hai detto nomi cose animali città e che hai staccato la bombola a Lorenzo?"
Allora lei cerca di rimediare balbettando: "No, ho detto trentatré trentini andarono a Trento tutti e trantatré trotterellando."
"Mi sembrava di aver capito bombola."
"Ah sì, bella canzone vero? Bombola! Bombo cha cha cha! La cantante si chiama quasi come te: Valente."
Quindi boh, può darsi che la prossima puntata ballino in corsia una salsa invece che Jerusalema.
Chiudo con me stessa con gli occhi a cuore alla vista di Doc sul terrazzo per poi spostarli sul Santo e chiedergli: "Amo', ma perché non provi a farti i capelli così, a indossare un camice ogni tanto, a fare una diagnosi... guarda che bello che è!"
Il Santo si è girato verso la tele, ha guardato Argentero con livore e ha bofonchiato: "Scherza coi FANTI, ma lascia stare i SANTI."
E niente.
Ncelapossofa.

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Nel frattempo, visto il periodo, vuoi una tazza di thè?

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