Ed eccomi dopo tre giorni di fuoco (nel senso che da quanto sono rossa,barra, abbronzata, sembro una torcia) tra mare e piscina.
In questi tre giorni la Top Family ha riscoperto il relax e il tornare bambini, soprattutto io, visto che la mia migliore amica è stata una donna fantastica di 105 centimetri.
La nostra permanenza in spiaggia, questa estate e anche gli anni scorsi, è stata allietata spesso dalla presenza di due sorelline: SweetBaby e BabyBirba. La prima, la più grande, è mora, tranquilla, calma, un po' schizzinosa, di quelle che non fanno il bagno perché “Ci sono tutte le alghe, che schifo” e le alghe sono a un km e mezzo (chevvelodicoaffà). L'altra ha un caschetto biondo indisciplinato, ha quasi 5 anni e pesa come una di 18. E' un caterpillar, una bestia nel profondo, fa delle facce e delle battute che manco un comico di Zelig e ti fa ridere solo a vederla.Indovinate qual è la mia preferita? Bravi.
Che poi, non è nemmeno bello parlare di preferenze, è che io e lei abbiamo un certo feeling, e anche se non l'avevamo ce lo dovevamo fa' venì, anche perché le grandi fanno comunella.
Mentre io inizio il nuovo libro e il Santo si tuffa nel quotidiano, ascolto questa conversazione che si svolge all'ombra sul nostro asciugamano.
“Alice, giochiamo a carte?”
“Certo Sweetbaby!Dai, giochiamo a scopa?”
“Oh sì.Io do' le carte”
“Okay”
BabyBirba guarda prima l'una e poi l'altra e ovviamente chiede “Posso giocare?”
“Ehm...non tornano le carte in tre...” Alice prima di dirti espressamente di no sarebbe capace di moltiplicare pani, pesci e carte.
La sorella non ha questo tatto “Ennò!Sei piccola e non sai giocare!”
BabyBirba socchiude gli occhi, la guarda e credo che stia per darle un gancio, e se lo facesse, credetemi, SweetBaby la ritroverebbero su uno scoglio come la sirenetta di Copenaghen.
E quindi che accade? Questo.
“Shimona?” (n.b. Mi chiama Shimona con la SHI di Scimmia. Come il povero Capponi chiamava la Ventura all'isola dei famosi, tanto pè capisse)
“Eh”
“Non mi fanno giocareeeeee”
“Eh bhè, però è vero, non si può giocare a scopa in tre...”
“E io cosa faccio?” e me lo chiede incrociando le braccia sulle gambe. Giuro pare un giocatore degli All Blacks, e mi aspetto che mi parta a fare l'haka da un momento all'altro. Io la adoro, c'è poco da fare.
“Disegna”
“E coccosa kkusa? Non c'ho nulla!”
“Ma ti do' tutto ioooooo!!!Ma vuoi che la Simo non abbia un blocchetto e una penna? Ma va là!”
Traffico nella mia borsa e gli trovo tutto l'occorrente.
Attacco il primo capitolo del mio romanzo.
“Shimona?”
“Eh”
“Cosa disegno?”
“Quello che vuoi”
“Ionollosò”
“Ok, vediamo...disegna un albero”
“Un abbero?” Non vi ho detto che deve essere operata di adenoidi? “Non mi riecce l'abbero”
“Ah. Disegna il mare vai!”
“Immare...immare...” fa delle righe tutte storte ma non la vedo convinta.
“Guarda, fa' una cosa, disegna me!Ma fammi bella eh?! Tho!Son qui davanti a te, fammi un ritratto!” Ovvio che sarei stata tentata di dirle di aggiungere due belle tette, ma vista l'età ho preferito lasciar perdere.
Lei, presa da chissà quale ispirazione e dopo aver esclamato “Sìììì!Ti faccio te tutta bella!”, si è messa d'impegno e con la punta della lingua parcheggiata nell'angolo della bocca, ha dato via al suo capolavoro. Dio, che soddisfazione!Magari BabyBirba da grande diventerà una pittrice famosa e alla sua prima intervista rivelerà che tutto è partito quel giorno in spiaggia quando ha ritratto la Simo. Sì, sono certa che sarà così! Sono la musa ispiratrice di questa artista in erba!
“Fatto”
Ehm. Se l'è fumata l'erba, sta bambina?Cioè, e io sarei quello sgorbio? Okay non ha ancora 5 anni e...o al diavolo, è bellissimo questo disegno!
“Che bellaaaaa!!Bravaaaa!!” Mi ha fatto due occhi che sembro lo zio Fester, un naso che pare na piantagione di patate e dei capelli ricci alla Cocciante. Ho quei capelli?
Sì, in spiaggia sì. I miei capelli si rivelano per quelli che sono:mossi sullo sminchiato andante.
Tutta tronfia e contenta ha fatto pure Alice e l'ha disegnata con dei capelli che sembrano due taglieri, un po' storta come se avesse la sciatica e le braccine corte come se fosse tirchia.
Ma io lo trovo stupendo, voi che dite?
Il giorno dopo eravamo affiatatissime più che mai e spesso cercava un mio abbraccio. Più di una volta mi è salita sulle cosce con tale enfasi che manca poco mi schizzano le rotule e facciamo fuori la signora Gina e consorte con un colpo doppio.
Nel pomeriggio tutte e tre ci avvertono che vanno al barrino. Dopo quasi due ore, mio marito con un aplomb da vero lord inglese, abbassa il giornale e mi fa: “Cara?Ma nostra figlia è a fare l'happy hour?E' un'ora e mezzo che è al bar”
Chi ci sente pensa che abbia la figlia alcolizzata, quindi cerco di minimizzare “Un'ora e mezza? Mannò saranno al massimo dieci minuti!” ma nel frattempo mi alzo per andare a controllare perché quelle tre tutte insieme possono far dei danni (come quella volta che Babybirba ha preso il portafoglio di nascosto a sua madre e con la sorella hanno cambiato venti euro in monete e se le sono giocate alle slot machine).
E dove te le trovo? A giocare a calcio Balilla. In un modo un po' scorretto, devo dire. Le due grandi da una parte e la piccola dall'altra, che se ne stava tutta tronfia in piedi su una sedia di plastica verde, a smanettare solo i centrocampisti.
“Shimonaaa!Giochi commè?!”
“E certo!Pora stella, contro le due più grandi. Vi piace vincere facile?Ponzi ponzi po' po' po'!!!”
Perché mi guardano così? Sant'iddio ma non la guardano la televisione ste bambine? Comunque.
“BabyBirba, dammi il cinque, carichiamoci e facciamole nere!!”
“Pecchè?”
“Cosa perché?”
“Pecché falle nere?”
“E' un modo di dire, significa 'vinciamo!”
“Sììììì!!!Vicciamooo!!” esulta così forte che la sedia fa un verso strano e lei mi barcolla pericolosamente davanti. Se non l'agguanto al volo mi si spalma sul selciato.
“Okay, però ora concentriamoci!”
Sua sorella sta per lanciare la pallina...
“Appè!Appè!Appettaaaaaa!!”
“Che c'è?” che ha ora? Ha fatto la cacca?
“Shimona”
“Dimmi”
“Una domadda: dov'è che bisogna fare canestro?”
Canestro. A calcio Balilla.
E poi una dice che va al mare per abbronzarsi.
Ma quando mai. Io mi schianto dalle risate.