Oggi parliamo di libri.
Uhuahuhauhuahhuhahhhhuhhauhhuhaa!!
No, sono seria.
Huahhhahhuhahhhahahhhuhahuhhhuaaa!!
Okay, parliamo di libri a modo mio. Sennò sai che palle. Avete presente,no?quando intervistano qualcuno e gli domandano “L'ultimo libro che hai letto?”, non rispondono mai chessò... “L'ultimo della Kinsella” “Quello sulle barzellette di Totti” o “Il manuale della giovane marmotta”.
No, c'hanno da fare bella figura e ti snocciolano titoli che io a volte non trovo manco su Google.
Ovvio che è tutto vero, mica lo metto in dubbio, ma mai che uno mi dica un titolo commerciale.
Ecco, lo ammetto. Io nelle letture sono commerciale abbestia.
Voi come scegliete i libri? No perché io ho una tecnica tutta mia intelligentemente maturata negli anni: a cazzo di cane.
Lo scelgo per la copertina accattivante (e poi scopro che c'ha solo quella, di buono).
Lo scelgo per la copertina accattivante (e poi scopro che sono le due di notte e che il libro è bello da morì)
Lo scelgo per la trama ma guardando la copertina ho un conato.Il libro si rivelerà bellissimo.
Lo scelgo per la trama ma guardando la copertina ho un conato. Vomiterò dopo aver letto il libro, segnando sull'agenda “Iscriversi a un corso 'Come interpretare una trama a trabocchetto' e tatuandomi sul braccio “Se la copertina faceva cagare un motivo ci sarà stato”.
Lo scelgo dopo aver letto le recensioni su Internet. Grande errore perché trovo sempre commenti che spaziano da 'Il libro più bello che abbia mai letto' a 'Libro ideale da portarsi al cesso quando finisce la carta igienica'.
Lo scelgo grazie a tutte le fascette che recitano Premio Strega, Bancarella, Milioni di copie vendute, Ventesima ristampa, Caso dell'anno, Non puoi vivere senza, Come hai fatto fino ad ora, Comprami subito che vinci una notte con Brad Pitt, e via dicendo. A volte questo criterio di scelta si rivela una gran cazzata. A volte no. E son contenta.
A volte non parto nemmeno per comprare un libro e poi mi lascio incantare.
A volte, e ultimamente grazie alle amiche feisbucchiane, mi lascio consigliare dagli altri. Chi mi conosce bene, sa cosa mi può piacere. E così, questa estate ho letto dei libri che vorrei condividere, tanto per chiaccherare un po'. Vi interessa? No? Evabbè.(Dirò poco della trama perché con una semplice Googlata vi levate lo sfizio di leggerla bene, perché io parlo come magno)
Il primo libro della mia estate è stato (sono cacofonica? E come vuoi che sia io, se non caco e qualcosa?) Topi di Gordon Reece.
Immaginatevi la scena:
Io, orba e rinco a mille che mi aggiro inutilmente in libreria, e non vedo una beata cippa.
“Mmh...mi scusi”
“Sì?Ha bisogno di aiuto?”
“Sì...ehm..cercavo un libro”
Evvai Simo!Che genio!Sono in una libreria, che cazzo dovrei cercare? E infatti la signorina annuisce gentile per farmi proseguire.Penserà “Questa è scema. Dove crede di essere, in gelateria?”
“Quale?” mi imbecca lei.
“Ehm...” eddai Simo dillo!Lo so è un titolo un po' particolare, ma diamine è un libro!E non fare caso alla coda di gente dietro di te!
“Mm..T...i”
“Prego?”
“To...pi”
“Mi scusi, deve essere il baccano del traffico...non ho capito”
“Topi”
“Ahhhh!!Topi!” Ma che grida? Che poi mi fossi ricordata l'autore l'avrei scampata. “Augusto?” grida a un ragazzo col tesserino appuntato sul petto, sull'altro lato del salone “Prendi Topi alla signora?”
Ecco. Come si fa? La gente mi immaginerà la pifferaia magica del duemila!
Insomma. Questo libro. Incuriosita dopo aver letto la trama al lavoro (lo aveva comprato una collega), ho fatto due ricerche e poi ho deciso di sì. E' un thiller, un po' giallino. Una vittima del sistema (diciamo così) che un giorno si incazza, e si incazza di brutto eh? che si ribella e medita vendetta.E' una situazione un po' improbabile, ma il ritmo ti tiene incollato lì. Durante la lettura delle prime pagine non riuscivo a capire dove l'autore volesse andare a parare. Era tutto come dire...regolare. Poi la svolta e da lì, entri nel vivo della storia ritrovandoti a fare il tifo per la protagonista. Il che sarebbe anche ovvio, succede spesso, no? Ma questa protagonista non la vorreste mai come vicina di casa e manco come amica. Non posso svelare di più, sennò che thriller è? Comunque. Non male, si legge bene, non riesco a dare giudizi letterari visto che scrivo e leggo a cazzo di cane, mi limito a dire se mi è piaciuto oppure no. Anche perché la scelta di un libro è come la scelta di un profumo:assolutamente soggettiva. Quello che piace o sta bene a me, può non piacerti e farti puzzare come una capra andina. E questo l'ho scelto perché ho letto la trama.
Di ritorno dal viaggio in Cornovaglia, vado all'iper (io compro spesso all'iper, i libri costano un po' meno) e vengo attratta da una copertina nostalgica e un po' triste. E' raffigurata una donna su una spiaggia in un giorno di maltempo. Io, che avevo sempre addosso tutte le emozioni del mio viaggio, mi lascio incantare, lo prendo tra le mani, leggo la trama e non ci penso un secondo. In questo caso è il libro che ha scelto me. Proprio così. Scoprirò durante la lettura che nel libro vengono citati alcuni luoghi del nostro viaggio. La lettera nella bottiglia di Karen Liebreich è una storia vera. Infatti non è nemmeno troppo romanzata. Potrebbe sembrare una copia di Le parole che non ti ho detto, ma questa è la realtà. Un'amica di Karen trova una bottiglia contenente una lettera di una madre a suo figlio. Dalle parole della donna si evince (evince?) che il bambino, Maurice, è morto. La lettera è una preghiera, una richiesta di aiuto e di comprensione che la madre getta tra le onde. In Karen scatta la voglia e la curiosità di scoprire di più su questa donna e su questo bambino e inizia una ricerca fatta di mille possibilità e nessuna certezza. Il lettore, ovviamente, viene coinvolto in tutto ciò, partecipando pagina dopo pagina alla ricerca, visto che la protagonista mette a disposizione certificati di morte, elenchi delle scuole e tutto quello da cui lei attinge. Riconosco che è un libro che può non piacere, però è indubbia la delicatezza dell'argomento e la curiosità di sapere se poi Karen ce la fa. Curiosità:il libro è stato scritto due volte. In due anni diversi e molto lontani. Potete capire perché. E questo libro non l'ho scelto. Mi ha scelto.
Poco tempo dopo, mi sono imbattuta in Cattive Compagnie di Ruth Newman. Copertina accattivante, trama avvincente e banda gialla pubblicitaria abbestia. Ci son cascata con tutte le scarpe. E poi è un thriller, ma vuoi che non lo compri? Dagli amanti del genere non può non essere acquistato: Kate, vedova da un anno (il marito è annegato e lei ha riconosciuto il corpo pure all'obitorio), sta guardando le foto dell'ultimo viaggio fatto da una coppia di amici. Niente di strano fino a quando, guardando la foto con la coppia seduta a un tavolino in un ristorante, scorge dietro di loro suo marito. La somiglianza è inquietante, a tal punto da farle dubitare che lui sia morto. Ovvio che la fanno passare da scema, non può certo essere vivo, l'ha visto pure che era su quel lettino d'acciaio dell'obitorio. Ma allora chi è quell'uomo?
Ecco. Le prime pagine partono col botto. Ganzo davvero. Poi a metà, il ritmo rallenta, la scrittura addirittura cambia, scivolando quasi sullo stile Harmony e poi riprende incalzante fino alla fine. Più che un libro pare una sceneggiatura. Uno di quei film d'azione, pieno zeppo di colpi di scena, che ti fanno magnà non solo le unghie ma anche le prime falangi. C'è da dire che è anche un'americanata, dove ci sono i protagonisti che si lanciano dall'ottavo piano, rimbalzano sulla tenda, fanno na giravolta, la fanno nartra volta e atterrano che manco Spiderman. Però gli si perdona. E i colpi di scena sono una vera chicca. Quando pensi ed esclami “Ho capito!” ti accorgerai di non aver capito una beata fava. E gli “Ho capito!” si sprecano. Chi lo legge lo dirà almeno venti volte. Ma. Ma, a un occhio più attento (lungi da me vantarmi, ma io mi ero accorta di un particolare alle prime pagine), non può sfuggire un particolare che l'autrice lascia scivolare con noncuranza. Chi bazzica sti libri può arrivarci ;-) E questo l'ho scelto per la banda gialla. Banda gialla di crimine.
E poi arriviamo all'ultimo, che ho finito ieri. Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh. .
Scoperto, credo su Internet, addirittura facebook se non sbaglio, ho fatto una cosa inusuale: ho chiesto direttamente ai miei amici se qualcuno lo avesse letto. Le risposte delle mie amatissime comari non sono tardate ed erano tutte entusiaste. M'hanno messo una curiosità addosso da paura e nello stesso pomeriggio sono andata a prenderlo. Ora. So che sarò una voce fuori dal coro ma...a me la protagonista, Victoria, mi è stata un filino sulle palle per quasi tutto il libro. All'inizio ho faticato per entrare nel vivo della storia, ma poi ci sono entrata con doppio carpiato. E' una bella storia, con dialoghi ridotti al minimo, le cose non è che te le spiega tanto, le devi capì. Ma le capisci eccome. Victoria, la protagonista, ha paura del contatto fisico e ha paura di amare. Dialoga con gli altri solo attraverso i fiori.Immaginate la bellezza. Invece è un romanzo ribelle, inquieto, a tratti ripetitivo, ma anche molto profondo. Mi ricordava un po' 'Pomodori verdi fritti', chissà perché. Dopo aver letto questo libro non potrete fare a meno di guardare i fiori con un occhio diverso. Questo libro l'ho scelto grazie a Raffaella, Roberta, Maria Grazia e Melissa.
Curiosità: esistono varie copertine, ognuna con un fiore diverso.Io ho voluto andare a istinto e scegliere quello che in quel momento il cuore mi suggeriva. Ho scelto il tulipano. Alla fine del libro, c'è il dizionario di Victoria con il significato dei fiori e il tulipano significa: Dichiarazione d'amore.
Dio come sono romantica!
Ehm...sì ho anche scoperto che il mio bouquet da sposa di 14 anni fa conteneva Regalità, La tua purezza è pari alla tua bellezza, Fedeltà.
Mi verrebbe da dire: sticazzi!
Evito di dirvi i significati che ho trovato guardando i fiori del mio giardino che ho scelto così, a gusto. Na roba che manco il miglior psicologo d'Italia, guardate.
Ecco. Ho finito. E' stato noioso sto post?
Ho due domandine per voi:
Con che criterio scegliete i vostri libri? No, tanto pè sapè.
E se vi è piaciuto il post ( e alle volte decidessi di farne altri simili) mi trovate un nome carino/divertente per l'etichetta qui a lato? Per ora lo metto solo su Summer.
Per finire: consigli belli belli su libri altrettanto belli belli. Via, ormai un po' mi conoscete, no?