Siete mai stati vittima di un bullo?Chessò, di un tizio grande e grosso, un bullone, ecco.Io son stata vittima di uno mingherlino, un bulloncino. Io da piccola oltre a essere brutta e secca e sembrare Mario, ero anche parecchio timida.A scuola. E a scuola, alle elementari,in classe mia, c'era lui...come potremmo chiamarlo per la privacy?...lo chiameremo Oronzo, il bambino stronzo.
Oronzo era silenzioso come un petardo,discreto come un rutto ed elegante come un peto.
Quello che si suol dire la crème de la crème.
Prese a tartassarmi prima a parole (e volte rispondevo), poi mettendomi le mani addosso.
“Mamma, Oronzo mi picchia”
“Orpolà!Ma davvero?Povera piccola...RIDAGLIELE!”
Mia madre è sempre stata un tipo molto sintetico e pratico. Ti semplificava la vita.
“Mamma, ho fatto come hai detto”
“Bene, bisogna imparare a difendersi, capito?Vatti a lavare il viso che c'hai l'inchiostro sulla guancia. Ah.Non è inchiostro.E' un livido.”
Mamma,a quel punto decise di intervenire.
Ora. Una mamma qualsiasi avrebbe:
A :parlato con le maestre
B:affrontato la madre di Oronzo
C: continuato a istigare la propria figlia alla violenza.
Bene. Mia madre invece decise di affrontare a quattr'occhi Oronzo.
Per dovere di cronaca vi dico subito che mia madre è un bel donnone.Roba che se ti da una sberla ti ritrovano a bussare alle porte del paradiso. Quindi per me era la mia supermamma dall'abbraccio stritoloso, ma ai bimbi poteva incutere un po', giusto un filo, di terrore.Della serie: son rosa è pacioccolosa come il Tenerone di Drive in, ma se mi incazzo divento violenta e verde come Hulk.Potevi scegliere se tenerla buona o sfidarla a giocare a 'Strega comanda color'. Se poi ti faceva di tutti i colori erano cazzi tuoi.
E pensare che Oronzo conosceva bene la mì mamma, perché la sua famiglia stava davvero a pochi metri da noi e l'aveva visto crescere.Pensa che culo.
Un giorno il povero Oronzo passa con la sua bicicletta da cross e mia madre gli si piazza all'improvviso in mezzo alla strada. Roba che il bimbetto svirgola e manca poco si pianta nel muretto.
“Oronzo!”
“Eh!?”
“Vieni un po' qua? Vieni bellino”
“Che c'è?”
“Scendi dalla biciclettina, vai.”
“Che ho fatto?” Oronzo, a detta di mia madre, già un po' sbianca.Quanto ama raccontare sta cosa!Non avete idea.
“Senti un po'...Simona mi ha detto cosa succede a scuola...”
Oronzo fa per rimontare sulla bicicletta. Mia madre lo blocca dolcemente toccandogli il braccino.Ma non glielo spezza. “Oronzo, che fai, scappi?E' importante. Dicevo, a scuola Simona viene picchiata”
Sto povero bimbetto balbetta e aspetta.Invece di un bullone pare una vite. Si sta attorcigliando su se stesso.
“So che è uno cattivo, uno che le fa i dispetti...” Mamma mentre parla gesticola e le sue manone si muovono davanti al viso di Oronzo, muovendogli la frangia per lo spostamento d'aria.
“Io...”
“Aspè, fammi finire.Mi manca giusto così, lo vedi? Giusto così per sapere chi è”
Oronzo si rilassa. E parecchio anche.
“E quando lo scoprirò...tu mi conosci vero? Cosa pensi che potrei fargli?”
“Eh.Tanta roba, MammadiSimo.Tanta roba”
“Ma io non voglio intromettermi, perché di fatto a scuola non ci sono. Quindi mi affido a te”
“A...me???”
“Sì, Oronzo. So che sei un ganzo, uno forte, uno che se c'è da picchiare, picchia. Mica le bambine, eh?Perché son sicura che le bimbe non le picchi. Ma sei sveglio e Simona la conosci da tanto. Quindi (vieni più vicino che è un segreto tra noi due. Che hai paura?) tu controllerai per me chi è questo violento che da fastidio a Simona. Me la controlli, e poi me lo vieni a riferire. E farai di più:ti autorizzo a difenderla. Nessuno meglio di te saprebbe difendere mia figlia. Mi raccomando, è nelle tue mani.Lo vedi com'è, no? E' secchina, timidina, è facile prenderla in giro, ma da domani io son più tranquilla, perché ci sarai te a difenderla, perché sei il meglio, il più forte e il più responsabile!” ci stava bene anche un applauso ma Oronzo rimase a guardarla allibito. Immobile e stecchito come un filetto di baccalà.
“Oronzo ma hai capito?”
“Sì”
“Siamo d'accordo allora?”
“Sì, sì...ci penso io. Ci penso io”
“E ora va!Vai con la biciclettina...e vai Oronzo!”
Mia madre tornò in casa sfregandosi le mani al grembiule e Oronzo, da quel giorno, non mi toccò più.Avevo la mia personalissima guardia del corpo. Uno sgorbio che mi difendeva da tutto e da tutti. Bhè, quando passava davanti a casa mia manca poco fa l'inchino a mia madre, ma son dettagli. Il bello è che ha proseguito negli anni ad avere questa sorta di protezione nei miei confronti e ora a 30 anni di distanza ci ridiamo pure sopra.
A volte Oronzo si ferma se trova mia madre in cortile. E' affezionato.Voglio dì, son cose che segnano.
Ma mamma non perde occasione di ricordargli l'accaduto, e prima gli scarruffa i capelli e poi parte con uno scappellotto che manca poco gli fa partire le vertebre cervicali.Tutte le volte.
Gira che ti rigira, due sberle, ha trovato il verso di dargliele.