Mercoledì 23 Luglio 2008
Pisa-Annecy
Siamo partiti con calma alle 7.45. Prima tappa: Pisa – Annecy. Questo paese ci è stato consigliato da una coppia di amici e abbiamo deciso di fidarci.
Appena siamo in macchina Andrea digita la destinazione su Miranda. La macchinetta infernale non riconosce la destinazione. Ho pensato di svegliare la suddetta coppia con un trillo di telefonino e mandarli io in un paese. Andrea spippola convulsamente sul navigatore e dopo aver chiamato la NASA, interpellato il KGB e mormorato all’auricolare ripetutamente “Houston. Abbiamo un problema” ha sentenziato “Via, partiamo ugualmente!!”
E volevo anche vedere.
Dopo 20 minuti (dico 20) di autostrada, Alice se ne esce con un “Mi scappa la cacca”. Io e Andrea ci voltiamo a turno e lei precisa “Anche parecchio”.
All’altezza di Forte dei Marmi c’è un ricordino di Alice dietro il gard-rail di una piazzola di sosta.
Inizia così il nostro viaggio. Se dico che è iniziato di merda nessuno mi può contraddire.
Mentre viaggiamo non c’è verso di dormire, con la Miranda (davanti) che scassa la minchia ogni 50 km (Perché, com’è risaputo, senza navigatore al traforo del Monte Bianco mica ci sappiamo arrivare) e la vocetta a robottino del pc portatile delle Winx di Alice (dietro).
Tra un “PROSEGUIRE- PER -150 KM” e un “GIOCA CON NOI!!!!” mastico due big babol facendone poi due palline da ficcarmi nelle orecchie. Con onde radio contatto Morfeo e gli chiedo gentilmente un favore. Dopo dieci chilometri mi accontenta e Alice si addormenta beata spegnendo il pc. Quell’apparecchio non deve farle troppo bene, perché a un certo punto si desta all’improvviso, guarda alla propria sinistra ed esclama: “Il mare!!Bello!!Siamo già in Bretagna??”
“Alice dormi, siamo a Genova”
Con un “A me sembrava il mare, non un acquario…” crolla di nuovo sul sedile con la tempia poggiata sulla ventola del frigo portatile. Mi rendo conto con orrore che se si surriscalda un filino il frigo, esplodiamo come un petardo.
Arriviamo ad Annecy nel pomeriggio. Abbiamo tutto il tempo per rinfrescarci e visitare il centro.
La chiamano la Venezia Savoiarda, (che mi pare un nome un po’ hot come ‘Bernarda ce l’ha caRda’, tanto per intenderci).Accostamento un tantino azzardato a mio parere. Tuttavia la cittadina è talmente bellina, caratteristica e pulita da sembrare finta. La visitiamo a piedi dopo aver parcheggiato la vettura in un parcheggio sotterraneo e facendo mentalmente il conto di quanto ci sarebbe costato. Bè… a mali estremi tiro fuori il mio berretto, faccio due capriole, e un salto mortale con avvitamento e qualche spicciolo dovremmo racimolarlo.
Dopo aver depositato la Topo-Car, Andrea, scrupoloso, si appresta a cercare un cartello, un bollino, eventualmente anche un coriandolo dove sia scritto a che ora chiude il parcheggio “Così ceniamo qui…”mormora. Non è romantico?
Dopo aver fatto un giro panoramico di tutto il parcheggio a due piani, imparato a memoria tutte le targhe delle altre auto e inalato e sniffato tutti i tubi di scappamento come una famiglia di aspiranti suicidi, saliamo in superficie per una boccata d’aria. Questo benedetto cartello non c’è. Andrea dice:“Devo sapere a che ora chiude, non vorrei che ci rinchiudessero dentro…”
“Che si azzardino!Te parli inglese, vai a chiedere informazioni!”
“Siamo in Francia”
Perché non vuole mai chiedere informazioni? Perché? Ha paura di contrarre un virus? Manco diventasse impotente o perdesse l’uso del pollice destro per spippolare sul telecomando.
“Vabbè ho capito. Vado io”
“Ma dove vai? Che non sai nemmeno l’italiano!!??”
“Andrè? Te lo dico in fransè. Vai a caghè! Chi minchia ci deve andare? Ti faccio vedere io come si sta al mondo. E che ci vuole? Dammi il tagliandino del parcheggio. Tzè!” e detto questo, presa dalla foga, mi tuffo nel primo negozio che incrocio.
E’ una pasticceria. Mi è andata bene, visto come sono partita in quarta sarei potuta benissimo entrare in un servizio di pompe funebri.
Esordisco con il mio ottimo francese: “Eeeeeescusemuà…ios volevan saper le parcheggiò a che or chiudes. Non vor che chiudess tra un poc. Così muà rinchiuders dentrò con tut la familì. Iu comprì?” Dico tutto questo sventolando il tagliandino manco fosse un ventaglio.
La signora dietro la cassa mi guarda come se avessi un rospo in testa.
“Glielo ripet? Non capisc il mio franscesè?Stranò! Dicon che lo parlò molt benè!!”
Ho capito. La signora probabilmente non è francese. Non è possibile che non capisca. E’ chiaro che è straniera pure lei. Poi sgrana gli occhi, mi chiede il tagliandino e dopo averlo scrutato attacca “KkjhhffggASI’ hjhkkuyvfddgSUA’ ghhukkuuhRSON gghjjihgfvISI’!! OPERATOR!”
Ma cos’è? Turca? Ma io sono polig…pol…poligona e capisco tutte le lingue. A scanso di equivoci dico “Oh uì!!Pardon mersì bocù! Assorate!”
Esco col bigliettino in mano tutta tronfia “Amore?La signora mi ha detto di cercare l’operatore (l’unica parola evidentemente internazionale), che sicuramente si trova nel parcheggio sotto. Lui ci darà tutte le informazioni che vogliamo e ci ha pure detto di passare una bella serata ad Annecy!”
Ho sentito Andrea mormorare “Chissà che cazzo hai capito, comunque mi fido. Ma solo perché non ho alternative”
Per farvela breve abbiamo trovato l’operatore che in inglese ad Andrea ha detto che il parcheggio chiudeva all’una di notte. Eccheccazzo, mettete un cartello no? Scrivetelo sui muri con un pennarellino!Con la saliva, con qualcosa!
Più tardi abbiamo mangiato in un ristorantino ordinando una semplice pizza. Dalla velocità con cui ci è stata servita presumo sia stata congelata, ma dalla fame che avevamo ci sembrava cucinata personalmente da Gualtiero Marchesi.
Finiamo la serata passeggiando nell’enorme parco e costeggiando il lago in compagnia di cigni e paperelle. Ho cercato di fotografare anche due cigni ma ogni volta che mi apprestavo a cliccare, si immergevano e mi mostravano il culo. Chissà perché.
Giusto due numeri:
-5 euro il parcheggio
-27 euro la cena
-fare queste figure di merda non ha prezzo, per tutto il resto c’è Andrea.
Giovedì 24 Luglio
Annecy – Parigi
Partiamo da Annecy, destinazione Parigi. Miranda sicuramente si è arrotolata un cannone perché spara destinazioni a vanvera e ci ha fatto perdere due volte. Non riusciamo a trovare questo albergo e la via è sparita. Col foglio della prenotazione in mano, un navigatore e un vigile francese (fatto salire velocemente vista la situazione) non siamo riusciti a raggiungere l’hotel prima delle cinque. Eravamo nei paraggi dalle due.
Finalmente arriviamo e ci piazzano al terzo piano. Abbiamo letteralmente buttato le valigie in terra, fatto tre giri di doccia e diretti tutti contenti cantando Michelle dei Beatles alla volta di Parigi.
Sarà la decima volta che la vedo, ma è sempre bellissima! Manco invecchia con gli anni.
Riusciamo a parcheggiare quasi sotto la torre con Miranda che smolecola le palle con un “SVOLTARE- A -DESTRA”
“Se svoltiamo a destra finisco nella Senna!!Idiota!!Ma ti sembro Nemo???”
“Simo, calmati. E’ un navigatore…”
“E allora che navighi nel mare delle cazzate che dice!!”
Sono degna di Parigi, sono troppo fine. Dovrei abitarci, quasi quasi mi informo per acquistare una casa. Magari proprio qui, davanti alla torre Eiffel. Quanto mai può costare? Insomma, voglio dire, è solo un’accozzaglia di ferro, dopotutto… Oddio, ma è bellissima! Ha un fascino tutto particolare!Oh Parì, Parì!! La adoro!
Facciamo le foto davanti alla torre, dietro alla torre, di fianco alla torre, con la torre a destra, con la torre a sinistra e con la torre in mano.
“Alice? Più a destra…più a sinistra…alza il braccio…vai su, vai giù, prendila in mano…così…!”
“Simo, possiamo evitare di rivolgerci a nostra figlia a questa maniera?”
Dopo queste foto a effetto, Alice guarda la torre Eiffel ed esclama “Saliamo sulla torre?”
Si può non accontentare un figlio?Io e Andrea guardiamo la fila per gli ascensori. Per un pelo non arriva fino al Trocadero.Convinti di un suo rifiuto le diciamo “Se vuoi possiamo salire a piedi, ma sarai stanca, sono tanti scalini,” e per finire calchiamo le ultime parole “…E NON TI PORTIAMO IN BRACCIO!!!” “Embè?Io ce la faccio.” E squadrandoci da capo a piedi ha mormorato “Che vecchi!”
Vecchi? Ha detto a noi?
In men che non si dica abbiamo fatto i biglietti. Devo dire che per tutto il tragitto Alice non ha fatto altro che zampettare sugli scalini urlando “E allora!!Muoversi!Scattare!Ma che fai mamma? C’hai il fiatone??Forza forza!”
Ma va a Duracell? Non è possibile. L’ultima supposta che le ho dato sicuramente non era la tachipirina. A vedere come va su temo di averle infilato un proiettile. Pare sparata da una carabina.
Quando siamo arrivati al secondo piano ho ringraziato quel sant’uomo di Eiffel per aver fatto gli scalini (700) solo fino al secondo piano. Inutile dire che quando sono arrivata su ero sprovvista di una rotula, una coronaria e un polmone.
In cima abbiamo rifatto le foto, dove vengo ritratta con una bombola di ossigeno. Poi abbiamo chiesto a una signora se ce la faceva a noi tre. Sembriamo le ombre cinesi. Tre sagome nere. Non si vede un cazzo.
Non faccio in tempo a ingurgitare del cortisone per l’enfisema che mi sta divorando, che Alice ri-zampetta “Scendiamo?”
Abbiamo rifatto gli scalini (700) e quando sono scesa vacillavo come Amy Whinehouse all’entrata di una clinica. Abbiamo dribblato cinque o sei pakistani che volevano venderci le torri Eiffel che si illuminano e ci siamo scolati due bottiglie da un litro e mezzo in tre.
Poi vista la fatica ci prende fame e ci accorgiamo che sono le otto e mezzo. Decidiamo di cenare lì. Ma non è meraviglioso?Avrei dovuto tirare fuori l’abito da sera con le paillettes e i sandali tacco 12, e poi sarei dovuta salire su una porche e arrivare a un ristorante scicchissimo almeno con un fotografo di grido, anche un paparazzo. Cercando di fare la vaga, provo a vedere se ad Andrea il codino alla Corona viene. Non c’è verso, troppo corti. E allora se non posso avere un paparazzo, non ha senso. Solo per quello ho lasciato perdere. Però abbiamo mangiato in un posto davvero incantevole, così familiare, allegro e a portata di bambino. Ci hanno servito cibi caldi e profumati. Mai mangiato meglio in vita mia. Non chiedetemi il nome di questo splendido posto, così meraviglioso, perché non sarei assolutamente in grado di fornirvelo.Che aria! Che atmosfera!...Oh Parì Parì...
Okay, era il Mc Donald's, va bene?
Siamo rientrati un po’ stanchi ma felici, questa volta dietro non abbiamo caricato un vigile, bensì uno pneumologo.
Venerdì 25 Luglio
Disneyland Paris
Sveglia presto perché si sa, all’Eurodisney mica si può andare a mezzogiorno.
Forse però un po’ troppo presto, perché quando siamo arrivati c’erano (contate) dieci persone.
Una novità : dopo l’11 settembre, prima di farti entrare nel parco, tre pezzi di francesi vestiti di nero con auricolare ti fanno poggiare lo zaino su un tavolino e te lo ispezionano. A noi c’è toccato un ragazzo di colore che sembrava Will Smith. Mi sarei fatta ispezionare anche dentro la canottiera ma, con la retromarcia di tette che mi ritrovo, se l’avesse fatto mi avrebbe visto direttamente i piedi.
Andrea apre il suo zaino. Ok, macchina digitale, cellulare e un pacchetto di fazzolettini.
Sto per aprire il mio quando si inceppa la zip (chevelodicoaffà?)
“Oh merd!!Oh scusi! Pardon!Brutta cernierina del cazzo!”
“Amore…”
“Lo sapevo io! Troppo vecchio questo zainetto!Ma domani lo butto! Lo butto!!”
“Simo, lo stai innervosendo…”
Il principe di Bel Air ci guarda e alza le mani come per dire “Con calma. Tranquilli”
“Apriti! Stronzetta!” sto sudando sette camicie e dietro di noi si forma la fila.
“Simo, se fai così penserà che dentro abbiamo una bomba!Stai calma! Lascia fare a me”
Will mormora qualcosa nell’auricolare.Ora c’arrestano.
“Ma porca di quella tro…SBRANG!!” Lo zaino, percosso, girato, strattonato e frullato esplode come un bengala. Tre nastrine del mulino bianco, le salviette, il portafoglio, la bottiglietta dell’acqua, e un ombrellino da borsa si sparpagliano sul tavolino.
“Contento?Vuole comprare qualcosa?Le nastrine le do via a un euro l’una. Mica le trovate qui in Francia, sa?”
Il ragazzo sorride. Non ha capito un cazzo, ma sorride. Mi aiuta a richiudere la zip e noi andiamo via felici di non essere arrestati.
Zero fila per fare i biglietti e abbiamo sostato davanti ai cancelli per un quarto d’ora. Forse siamo partiti TROPPO presto.Io e Alice battevamo i piedi dall’impazienza. Appena aprono i cancelli entriamo come un branco di tori impazzititi. Sembrava di essere a Pamplona.
Visto che conosciamo Eurodisney a menadito giochiamo d’astuzia. Partiamo dalle attrazioni in fondo e procediamo a ritroso per fare per ultimi quelli vicino all’ingresso. Anche quest’anno la mossa ha funzionato. Quasi tutti si fermano alle prime attrazioni per poi avanzare. E noi al contrario. Una famiglia , a mio parere, semplicemente controcorrente. Una famiglia, per il resto del mondo, semplicemente rincoglionita.
Facciamo Star Tour (simulatore di volo nello spazio) e quando scendiamo Alice continua a dire “Ganzo! Per ritornare sulla terra ci abbiamo messo anche poco!!” Presumo che simuli parecchio bene.
Poi abbiamo fatto Pirati dei Caraibi.Ci hanno messo in cima alla barchetta che all’inizio si tuffa dolcemente nell’acqua. All’inizio. Perché poi comincia a fare discese e prendere velocità. Noi a prua abbiamo preso acqua a secchiate. Già che c’ero mi son fatta uno shampino e mi son data una sciacquatina alle ascelle.
Sulla guida del parco c’era scritto che alle 17 davanti al ristorante Laguna Blu ci sarebbe stato Jack Sparrow.Io e Alice alle 16.30 eravamo già lì “Oddio!!Jack Sparrow!!Ci sarà Jhonny Deep!!” “Ma sei pazza??Ci sarà un figurante!”
“Ah sì?” non può dire sul serio.
Figurina o no, alle 17 è arrivato. “Bello!” Con tutti i capelli lunghi, sudici e rasta! “Meraviglioso!” Col cerone e gli occhi truccati! “Semplicemente fantastico!” Coi vestiti zozzi e trasandati!!
“Simo, ma cosa c’avrà di bello?”
“Ma non lo vedi com’è sensuale? Il trasando è macho!Guardalo!”
“Ma se io non mi faccio la barba manco mi guardi!Ora ti piace il trasando?”
“Amò prova a farti i capelli rasta con la codina colorata. Se non mi piaci ti do un cazzotto in un occhio, così poi mettiamo pure il toppino nero a pirata. JHONNYYYYY????”
“Ma non lo vedi che è un sosia? Una fotocopia?”
“E’ una fotocopia fatta bene! Con un bel toner. E che toner!!JHONNYYYY???IU-UUU???”
Non c’è verso. E’attorniato da alcune ragazze. Non mi fanno nemmeno fare la foto a modino!Uffa, però, un po’ anche a me!
Con la minaccia di Andrea “Se non vieni via ti do fuoco come Giovanna d’Arco!” ho dovuto lasciare lì Jack. Che peccato però…è così bello…
…che ha detto?Giovanna d’Arco? Chi è, il nuovo cartone della Disney?
Due ore dopo è iniziata la parata. Alice mi supplica “Mammina mi fai le foto a tutte tutte tutte le principesse?Così poi a casa me le riguardo. Eh, mammina?Dai, dai!!”
Si può non accontentare un figlio per la seconda volta? “Tesorina, stai tranquilla, falle sfilare poi ci penso io fargli il Book!!”
Hanno cominciato a sfilare i carri con i personaggi di tutte le favole Disney, ma io aspettavo loro, le modelle. Dovevo farmi solo un po’ di spazio tra la folla e andare in prima linea. Cazzo, ci vuole un esperiment…com’è che si dice?Un espediente,ecco, per poter oltrepassare tutta la gente.Come posso fare? …mmh…mi ci vorrebbe un lasciapassare...Mi viene in mente che al Roma Fiction Fest potevo andare ovunque grazie al Pass che tenevo attaccato al collo. Ma al momento non ce l’ho,accidenti!
Mmh….
Idea! Ho tirato fuori il tesserino sanitario. “Scusate…scusi…fotoreporter…scusi…permesso…fotoreporter...lavoro per Principessa Tu Principessa Io, scusate…mi scusi…fotoreporter…Lavoro per Fai Di Me La Tua Principessa, scusi…” Nel frattempo sono entrata a gamba tesa in un paio di persone e ho dato una gomitata a una coppia di spagnoli. Ma io devo lavorare!!
Finalmente arrivano. Eccole tutte lì, Cenerentola, Biancaneve , Ariel, tutte belle e meravigliose.
Comincio il book “Cene?Di qua, brava, così, sorridi? Di più tesoro! Sembra che il topo ti si sia trasformato in asino invece che in cavallo! Brava, sì, così, girati. Perfetto. Bianca?Sorridi. Buondio figliola! Allegria però! Brava, spostati il colletto, sembri idiota con quel fiocchino in testa!
Toglilo.No?Non si può? E allora abbraccia quel rinco del tuo principe, almeno! Brava, guarda di qua? Stupenda. Ariel? Cos’è quella coda moscia? Cosa sei, una triglia? E agita la pinna! Brava, guarda nell’obiettivo? Perfetto. Uh che grandi conchiglie al posto del reggiseno! Lo sai che a me basterebbero due telline? Guarda qui? Okay. Girati? Puoi toglierti quel granchio dai capelli? Brava, perfetto…” Ho fatto un book che se lo vede Oliviero Toscani schiatta d’invidia.
Più tardi dovevo incontrare mio cugino Remì. Appena mi ha visto ha esclamato “Topanovàààà!!!Scerììì!!Da quanto ti aspettavo!”
L’ho baciato e abbracciato e mi ha detto che si trova bene lì a Parì. Ci siamo mangiati insieme un pezzo di groviera e poi ci siamo risalutati con l’intenzione di rivederci presto.
“Adiè Topanovà!!”
In confidenza mi ha detto che sono anche più gnocca di Carlà.
Che bello! Ho pure incontrato mio cugino. L’ho detto a tutti, naturalmente in francese. La gente non capiva niente e Andrea, indicandomi, si picchiava l’indice sulla tempia.
ORWAR MOSCERI’!!
Quando dico che so il francese, so il francese, chiaro?
Buona domenica Simo,ho appena letto il tuo articolo(fra una stiratina,merenda ad Agnese etc...)il mio Andrea(mio marito) che è qui invasato a vedere l'inter si è distratto un attimo(Simona dei miracoli)perchè ha detto di chiederti quando è il periodo migliore per andare in Bretagna,dato che gli piace un sacco e vuole portare anche me ed Agnese.Ritorno ai miei lavoretti.Com'è il tempo a Pisa?Qui così così,a mezzogiorno è piovuto un pochino.
RispondiEliminaChicca qui ha piovuto fino all'ora di pranzo, e avevo i panni fuori (alimortè!)
RispondiEliminaDirei che il periodo migliore sia l'estate (giugno, luglio,ancora meglio).Anche perchè negli altri periodi dell'anno per noi è un pò troppo freddino. Pensa che comunque la mattina ci vuole la felpa o un pile e al mare ci stai vstito perchè tira sempre un vento della madonna.Diciamo che laggiù d'estate è come qui ad Aprile, se c'è il sole stai anche in maglietta, ma l'aria è fresca e basta che si annuvoli un pochino che ti devi mettere il cappotto.E poi spesso un pò d'acqua la fa, quindi è d'obbligo l'ombrellino nello zaino.Però è bella, merita davvero.Tanto in questa sezione piano piano metto tutti i viaggi, quindi da qui all'estate prossima hai voglia di documentarti.Se ti fidi... ;-)
Vado a tuffarmi in vasca con Alice. Ovviamente con la maschera.
quella dei panni è tragica!quando inizia la brutta stagione è il mio incubo,perchè poi se li fai asciugare in casa sanno di "panchito"diciamo noi..significa tipo "rinfrescume"ossia uova marce!;)però quest'anno con i piumoni ho risolto con quei negozi che lavano ed asciugano.oggi è la tipica domenica autunno/invernale..che palle..devo convincere Andrea a portarmi a mangiare un gelato e a vedere che stivali usano quest'anno!:))p.s ho fatto un chees cake da dieci e lode!
RispondiEliminaCiao Simoncina!
RispondiEliminaCarino il post sul viaggio con tutte le fotine.
Alice è meravigliosa! Complimenti ai genitori.
Io non ho mai visto Disneyland, EuroDisney, Mirabilandia e compagnia bella, in tutta la mia vita lo sai?
Si. Te dirai..ecchissenefrega, però io te lo dico lo stesso perchè sei amica mia e devi subì, chiaro? Hihihihi...
No, davvero. E' una cosa che mi sono ripromessa di fare. EuroDisney è nei miei progetti. Dev'essere davvero magico lì dentro.
Ad ogni modo. Bello il viaggio Fruzzè. Da tenere presente.
In quanto al francese...Uahahahaha! Io sto combinata come te. Se parlo in francese sembro Totò e Peppino insieme, quando vanno a Milano e chiedono un'informazione al vigile.
Però mi sto attrezzando. Ho fatto richiesta ad una scuola di francese in Canada, così l'anno prossimo, con la scusa delle ferie estive, vado, studio il francese e mi ri-vivo Montrèal con grande gioia per il mio cuoricino.
Eh, sò soddisfazioni.
Baciottini Fruzzettina.
I love you!
Questo almeno lo sò dì. Hihi.
Buon pomeriggio Scimona!
RispondiEliminaHo riletto tutto con grande piacere, fantastico!
Attendo lo sviluppo delle 10856 diapositive e il resoconto vacanziero di quest'anno.
Grazie per la telefonata di ieri, che mi ha regalato il consueto buonumore ;)
Smack!
bellobellobuona giornata
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